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Nell’occhio del ciclone R

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Academic year: 2022

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www.caritasitaliana.it www.conflittidimenticati.it

Caritas Italiana

Con la collaborazione di Famiglia Cristiana e Il Regno

Nell’occhio del ciclone

RAPPORTO DI RICERCA SU AMBIENTE E POVERTÀ,

EMERGENZE E CONFLITTI DIMENTICATI

(Il Mulino, 2009)

SCHEDA DI SINTESI – 7

I COSTI ECONOMICI DELLE EMERGENZE UMANITARIE COMPLESSE

I COSTI DEI DISASTRI NATURALI

Secondo i dati di Munich Re, la seconda società di assicurazioni al mondo, nel corso del 2007, si sono verificati 950 eventi classificabili come disastri naturali. Si tratta del numero più elevato di disastri mai registrato; tali eventi hanno causato danni per 70 miliardi di dollari, il doppio del 2006, ma molto meno che nel 2005, quando gravi uragani causarono perdite per circa 220 miliardi di dollari.

Le inondazioni sono le calamità più frequenti, e l’Asia è il continente maggiormente colpito, con più del 40% di tutti i disastri registrati, mentre le regioni delle Americhe, dell’Europa e dell’Africa hanno avuto ciascuna danni per meno del 20% del totale.

Tali catastrofi colpiscono i paesi poveri e quelli ricchi in modo diseguale:

- quanto più il paese è ricco, tanto maggiori sono le perdite economiche (spesso enormi in termini assoluti ma non altrettanto se rapportate alla ricchezza nazionale);

- quanto più il paese è povero, maggiore è la perdita in termini di vite umane: i paesi ricchi possono permettersi dei sistemi sofisticati di preavviso, che permettono alla popolazione di trasferirsi in luoghi sicuri, salvando così molte vite;

- nei paesi in via di sviluppo, in caso di sopravvivenza, la povera gente paga anche con anni di conseguenze socio-economiche: demolizione delle infrastrutture, diminuzione dei raccolti e delle abitazioni, calo nella distribuzione di beni e servizi, decremento del commercio con l’estero, perdita di produttività causata da malattie, ferite e decessi, trasferimento dei finanziamenti dai servizi sociali ai fondi per l’emergenza, crescita del debito pubblico, ecc.

I COSTI DELLE GUERRE

- anche le guerre sono portatrici di danni gravi, tra cui soprattutto il rallentamento dello sviluppo economico, calcolato su valori di decremento pari al 2-3% per anno;

- i conflitti moderni sono in grande maggioranza di natura civile; è stato calcolato che una guerra civile della durata di sette anni, produce un calo di circa il 15%

nell’economia nazionale e viene a costare, in totale, ad un paese e ai suoi vicini, circa 64 miliardi di dollari;

- le guerre civili producono conseguenze anche sui paesi vicini, con la diffusione di vari fenomeni: il commercio illegale di armi, l’afflusso di rifugiati, la diffusione di malattie infettive, senza parlare delle «influenze» dannose della guerra sulla stabilità politica;

- il collasso dello Stato può favorire l’insorgere di economie illegali, come è il caso del mercato delle droghe, poi vendute sui mercati occidentali: circa il 95% delle droghe viene prodotto in aree di guerra civile, e/o trasportato attraverso queste zone.

- l’indigenza facilita l’insorgere di conflitti civili: nel decennio 1990/2000, 17 dei 33 paesi più poveri del mondo hanno subito guerre civili. Anche se nel nuovo millennio è diminuito il numero delle guerre (dal 1999 al 2005 si è passati da 25 a 17 conflitti), queste avvengono quattro volte più sovente in paesi poveri, aggravando sia la povertà che il degrado ambientale.

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