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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 SCHEDA ALBANIA - RTM

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: LAC VAU DEJES INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

ALBANIA

La storia dell'Albania è caratterizzata da 500 anni di occupazione ottomana e 50 anni di regime comunista (1946 – 1991). I dittatori Enver Hoxha e Ramiz Alia hanno adottato una politica economica fortemente isolazionista che ha portato alla rottura dei rapporti prima con la Jugoslavia e poi con Mosca, per avvicinarsi invece alla Cina. Nel 1991 le proteste popolari hanno costretto Alia a concedere libere elezioni, che hanno portato alla vittoria dei comunisti costringendoli però ad accogliere nel governo anche l'opposizione. Nello stesso anno viene approvata una nuova costituzione che concede la proprietà privata e nel 1992 viene eletto il primo capo di stato non comunista dopo la Seconda Guerra Mondiale. L'Albania si è trovata in un una condizione di forte crisi politica, economica e sociale. In particolare il collasso dell'economia albanese ha comportato grosse ripercussioni sul flusso migratorio: migliaia di albanesi sono fuggiti dal paese in navi stipate, per cercare rifugio nelle coste italiane. La storia sociale, politica ed economica dell'Albania ha continuato per anni ad essere travagliata, colpita da truffe finanziarie che hanno visto coinvolto il capo di stato (1997), proteste civili che hanno causato numerosi morti e feriti (circa 2.000 nel 1997) e un tentativo di colpo di stato (1998). Nel tentativo di raggiungere una stabilità politica e socio-economica l'Albania ha avviato un processo di riabilitazione, ricostruzione e recupero economico. Con l'assistenza della Banca Mondiale, un'attenzione particolare è stata data allo sviluppo delle infrastrutture e progressi più o meno significativi sono stati fatti nel settore dell'economia, della democrazia e dello stato di diritto, percorso che ha portato l'UE a concedere all'Albania lo status di paese candidato.

Nonostante una continua crescita, l'economia albanese dal 2008 ha subito un forte calo, passando da un tasso medio di crescita di 12-15% a un tasso dell'1,7% per il 2013. L'Albania resta comunque uno degli stati più poveri dell'Europa, con un reddito pro capite pari a 8.200$ (2013). L’economia è segnata da un forte ritardo di sviluppo dei settori secondario e terziario. Il 17,5% del PIL è dato dal settore agricolo, che impiega il 47% della forza lavoro. Si tratta per lo più di un'agricoltura di sussistenza, a causa dell'arretratezza del sistema produttivo, dell'inadeguatezza dei terreni, spesso troppo piccoli, e di situazioni di incertezza della proprietà terriera. Il tessuto industriale è poco sviluppato, e occupa il 23% della popolazione, contribuendo al PIL per il 15,3%. La produzione è per lo più legata al tessile e al tabacco. Il restante 67,2% del PIL è dato dai servizi. Il tasso di disoccupazione supera il 12% e resta forte la presenza dell'economia sommersa. La politica economica di Rama, eletto nel settembre 2013, oltre alle infrastrutture, mira a sviluppare il settore

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energetico e delle nuove tecnologie, spingendo per riforme legislative e per la lotta alla corruzione, cancro che affetta soprattutto la politica.

La società albanese si compone di diverse etnie e credo religioso. L'82,6% della popolazione è albanese, lo 0,9% è greco, 16,5% è di altre etnie. La libertà di culto è stata introdotta a livello costituzionale nel 1998, con la proclamazione della laicità dello stato. Durante la dittatura comunista la pratica di tutte le religioni è stata proibita. Con la libertà di culto molte persone si sono avvicinate alla religione. Il 56,7% della popolazione è musulmana, il 10% cristiana cattolica, il 6,8% ortodossa, il 2,% Bektashi, il 5,7% è di altre religioni, mentre il 16,2% non è specificato.

Nella graduatoria mondiale redatta da UNDP nel 2013, il paese si posiziona al 70° posto della classifica mondiale, con un Indice di Sviluppo Umano pari a 0,749. Secondo il report dell’Unione Europea del 2008 sull’inclusione sociale in Albania, sebbene la povertà assoluta vada riducendosi, è in aumento la diseguaglianza tra gruppi sociali. La mancata definizione di adeguate politiche sociali e le limitate risorse economiche hanno quindi fatto emergere diverse situazioni di esclusione sociale. La strategia di inclusione sociale 2007-2013 si è concentrata sul decentramento amministrativo, portando riforme nell’organizzazione, nel sistema di gestione e redistribuzione più vicino ai cittadini. L'indice di povertà evidenzia che il 14,3% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, con ripercussioni sulla salute delle famiglie e in particolare dei bambini. Il tasso di malnutrizione per i bambini al di sotto dei 5 anni supera il 6%. soprattutto nelle zone rurali. Spesso l'agricoltura di sussistenza non basta a sfamare le famiglie che in Albania sono generalmente numerose, sia per la presenza di diversi figli, che per la convivenza con i nonni.

Relativamente alla protezione dell’infanzia, i problemi principali sono lo sfruttamento sessuale, fortemente legato al trafficking, l’elevato numero di bambini di strada e il lavoro minorile. Inoltre la violenza domestica e di genere sembra essere in aumento: Amnesty International ha infatti registrato 2526 episodi di violenza domestica nel 2013, 345 in più rispetto all’anno precedente.

Sebbene fino ad ora l’esodo del 1991 – 1992 non si è più verificato, la migrazione è ancora significativa. Il saldo migratorio del lustro 2009-2013 stimato dalla Banca Mondiale è pari a -50.002.

 

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

RTM è un'organizzazione non governativa di volontariato internazionale d'ispirazione cristiana che dal 1973 promuove progetti di cooperazione e solidarietà internazionale in Africa, America Latina e Medio Oriente per promuovere la dignità della persona, tutelare i suoi diritti fondamentali e realizzare processi di sviluppo, economico e sociale, attenti alle persone e all'ambiente.

La Diocesi di Reggio Emilia, di cui RTM è espressione, è presente in Albania da vent’anni attraverso diverse realtà missionarie reggiane. In particolar modo è attiva nelle zone montane del Nord del paese, grazie alla collaborazione con la Diocesi di Sapa.

La collaborazione tra RTM e la Caritas di Sapa risale alla fine degli anni novanta quando un progetto di accoglienza di rifugiati provenienti dal Kosovo fu implementato nella regione di Scutari. Nel tempo le relazioni sono rimaste costanti e positive, grazie alla forte cooperazione tra la Diocesi di Reggio Emilia e quella di Sapa.

Nel 2012 RTM ristabilisce contatti diretti, partendo dalle necessità esplicitate dalla Caritas di Sapa dovute alla sua capillare conoscenze del territorio. Un primo filone di intervento riguarda la tematica del rispetto diritti umani/lotta alla violenza domestica, mentre il secondo ha come focus lo sviluppo del settore agro- zootecnico.

Dal punto di vista della lotta alla violenza domestica, RTM e Caritas Sapa entrano in contatto con il Centro Donne Passi Leggeri di Scutari, che opera per la promozione dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere. Viene avviato insieme un dialogo con rappresentanti delle associazioni locali, autorità pubbliche, attivisti per i diritti umani nella Regione di Scutari, nel Nord dell'Albania, fino all’attivazione di un intervento nel Distretto di Puka che contribuisce alla prevenzione, supporto e reintegrazione sociale e lavorative di donne vittime di violenza.

Dal punto di vista dello sviluppo del settore agro-zootecnico, la Diocesi di Sapa esplicita la necessità di un nuovo programma di sviluppo rurale con l’obiettivo di rivatilizzare le zone montane e più remote della regione di Scutari. RTM, Caritas Sapa e la Fondazione Partnership for Development (PfD) collaborano assieme nell’individuazione di un intervento che possa promuovere lo sviluppo delle filiere ovi-caprina e bovina in 10 comunità montane del Distretto di Puka, valorizzando il ruolo della donna, i saperi tradizionali, le produzioni tipiche locali e favorendo una gestione sostenibile del territorio montano.

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Attualmente RTM è presente in queste due aree di intervento:

¾ Area diritti umani e sviluppo sociale in cui è attivo un intervento di lotta alla violenza domestica ed empowerment di donne in area rurale.

¾ Area sicurezza alimentare in cui è attivo un intervento agro-zootecnico a sostegno dello sviluppo delle filiere ovi-caprina e bovina in comunità montane.

RTM ha recentemente inviato 2 volontari di lungo periodo. Inoltre nella stesse sede sono presenti i volontari inviati dalla Diocesi di Reggio Emilia nella missione di Gomsiqe, comune di Vau Dejes.

Partner

I partner di RTM in Albania per questo progetto, sono: Centro Donne Passi Leggeri, Caritas Diocesana di Sapa, Municipalità di Puka (BAPU - Bashkia PukË), Regione di Scutari (QARKU-SHK); Fondazione Partnership for Development (PfD).

In particolare, per il settore Diritti umani e sviluppo sociale RTM collabora con:

¾ Centro Donne Passi Leggeri, ONG albanese, con sede nella città di Scutari, che opera con decennale esperienza nella promozione dei diritti delle donne e nella lotta alla violenza di genere. Il Centro Donne ha inizialmente concentrato gli sforzi nell’area sub-urbana della città di Scutari, specializzandosi nell’assistenza diretta e nella reintegrazione di vittime di violenze domestica attraverso l’apertura di un Centro Donne. Il Centro assiste 150 donne l’anno fornendo counselling individuale, assistenza legale e sanitaria, gruppi di supporto, supporto ai minori, orientamento ed inserimento lavorativo. Vista l’alta percentuale di vittime (70%) provenienti dalle comunità rurali del Nord Albania, lo sviluppo successivo delle attività del Centro si è orientato nelle zone montane di Puka e Vau Dejes, in cui collabora con la Municipalità e altre autorità locali.

¾ Caritas Diocesana di Sapa, è un ente no profit con sede a Vau Dejes (Regione di Scutari) impegnato da 20 anni in 3 programmi principali d’intervento in ambito sociale: supporto alle famiglie in condizioni di estrema povertà, promozione dei diritti delle persone vulnerabili, assistenza domiciliare ai malati. In questo settore collabora con RTM nel mettere a disposizione la mappatura del servizi sociali disponibili e nello stabilire contatti con capi villaggio e con comunità di base nell’individuazione di casi di violenza domestica

¾ BAPU (Bashkia PukË), Municipalità di Puka collabora nella facilitazione del dialogo con istituzioni pubbliche locali (polizia, scuole, ospedali, servizi sociali) e supporta associazioni locali di difesa diritti umani concedendo spazi pubblici per le loro attività;

¾ QARKU-SHK (Consiglio Regionale di Shkoder), Regione di Scutari, collabora facilitando la cooperazione tra istituzioni pubbliche in campo sanitario, giudiziario e sociale e interventi di tutela diritti delle donne, la diffusione dei risultati dell’intervento e la creazione di nuove opportunità di estensione della difesa diritti donne in aree limitrofe.

In particolare invece, per il settore Sicurezza Alimentare, RTM collabora con:

¾ Fondazione Partnership for Development (PfD), è un’organizzazione no profit con sede a Tirana impegnata dal 2006 in 3 settori principali d’intervento: sviluppo agricolo e rurale, capacity building di enti locali e gruppi/organizzazioni di produttori, tutela dell’ambiente e delle foreste. PfD concentra i suoi interventi nel Nord Albania e può contare su una vasta e consolidata rete di esperti di settore e contatti istituzionali nell’area d’intervento. PfD ha già realizzato programmi di sviluppo cofinanziati da UE, MAE, Governo Albanese e diverse Agenzie ONU. In questo settore supporta RTM nella raccolta e analisi di dati e informazioni, l’esplorazione dei bisogni dei beneficiari e la creazione di una rete reale di sostegno all’iniziativa da parte delle istituzioni locali.

¾ Caritas Diocesana di Sapa, in questo settore facilita i contatti con i leaders e le famiglie locali e definendo le attività di empowerment economico delle donne rurali.

Tutti i partner, in base a accordi specifici di collaborazione, si sono resi disponibili ad accogliere volontari in servizio civile nelle attività.

NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

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EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ trasferimenti in città e distretti diversi da quelli di residenza nell’ambito dello stesso Paese di assegnazione;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

 

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

¾ Non vi sono obblighi aggiuntivi rispetto a quelli indicati in premessa del paragrafo.

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Lac Vau Dejes (RTM 116946) Rischi di ordine pubblico:

¾ Nel contesto albanese, soprattutto urbano, si ha la presenza di microcriminalità. Particolare attenzione va posta anche nelle aree interne e più remote, dove a causa del cattivo stato delle strade e della scarsa illuminazione, è opportuno evitare spostamenti nelle ore notturne. La rete stradale è, infatti, ancora in corso di completamento e gli spostamenti nelle diverse aree del Paese richiedono, talvolta, anche ore di viaggio su strade sconnesse. Di conseguenza occorre prudenza anche nelle zone di montagna, dove sono precari i servizi di soccorso medico e stradale e la rete stradale è in condizioni particolarmente precarie.

Il Nord dell’Albania è caratterizzato da una forte cultura patriarcale molto arcaica, con un’alta soglia di tolleranza verso espressioni violente (Kanun). Di conseguenza occorre prudenza nello stabilire relazioni con la popolazione locale.

Rischi sanitari:

¾ Nel paese sono ancora frequenti, anche se in graduale diminuzione, i casi di epatite, gastroenterite, salmonellosi, tubercolosi, meningite.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI A FRONTE:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi di ordine pubblico

RISCHIO ACCORGIMENTO

MICROCRIMINALITÀ

ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;

i volontari saranno invitati a dotarsi di fotocopie dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali

SPOSTAMENTI DIFFICOLTOSI IN ZONE

ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

ai volontari saranno vietati spostamenti in orari

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Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari

I centri ospedalieri più vicini sono:

¾ l’ospedale regionale di Scutari, a 15 km di distanza da Lac Vau Dejes.

¾ l’ospedale di Puka, distante 48 km da Lac Vau Dejes

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

 

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

ALBANIA - LAC VAU DEJES

Il progetto è coordinato e si realizza principalmente nella municipalità di Vau Dejes, nel Nord dell’Albania. La municipalità copre un’area di 31 km ed è composta da 8 villaggi (Mjedë,Spathar, Shelqet, Kacë, Narac, Dush, Gomsiqe, e Karmë) e da un centro città, Lac Vau Dejes. Nel 2008 la popolazione era di 12.345 unità. Dal punto di vista economico, la maggior parte delle piccole imprese private, come bar/café ed esercizi pubblici, si concentra lungo la strada nazionale Scutari-Puka. I villaggi esterni al centro città sono caratterizzati da un’agricoltura di sussistenza ed allevamenti a livello familiare. Manca una filiera produttiva e di commercializzazione dei prodotti agricoli e caseari.

Territorio prevalente di intervento del progetto è Lac Vau Dejes da cui si coordinano anche le attività che si svolgono nel distretto limitrofo di Puka che dista 60 km da Lac Vau Dejes.

Questo distretto si trova in una zona montana, ed è suddiviso in 10 comuni (Pukë, Fushë Arrez, Blerim, Iballe, Fierzë, Gjegjan, Qafë-Mali, Qelëz, Qerret, Rrapë) con una popolazione complessiva di 24.300 abitanti (INSTAT, Istituto di Statistica Albanese, 2010). L’unico centro urbano di piccole dimensioni presente è la città di Puka, che conta circa 6.000 abitanti. Anche l’economia di Puka è legata prettamente ad un’agricoltura di sussistenza, mancanza di una filiera produttiva e di trasformazione, allevamenti di dimensioni ridotte e scarsa commercializzazione dei prodotti lattiero-caseari.

Nel territorio di Lac Vau Dejes si interviene nei settori Diritti umani e Sviluppo sociale e Sicurezza alimentare MONTANE notturni

i volontari saranno invitati a non circolare da soli CONTESTO SOCIALE

LOCALE

i volontari riceveranno una formazione molto

approfondita sul contesto culturale del Nord Albania – Kanun (cultura patriarcale) e verranno stilati protocolli di sicurezza interni, quali il coinvolgimento dei partner locali come intermediari.

RISCHIO ACCORGIMENTO

SANITARI

Nonostante non siano previste vaccinazioni obbligatorie, prima della partenza sarà consigliato al volontario una consultazione presso un medico di fiducia o le aziende sanitarie locali per indicazioni sanitarie rispetto al proprio profilo medico e la vaccinazione contro l’epatite, la tubercolosi e la meningite;

Verranno forniti i dovuti accorgimenti igienico sanitari relativi al tipo di contesto in cui si svolgerà il servizio

Al fine di evitare sindromi dissenteriche di vario tipo‚ i volontari dovranno seguire le elementari norme igieniche (non bere acqua corrente, assicurarsi di mangiare cibo di qualità e solo se ben cotto, di lavare e disinfettare sempre frutta e verdura prima del consumo).

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DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

1) DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE

La violenza di genere è un fenomeno radicato in Albania, che coinvolge persone di sesso femminile di tutte le fasce d'età (minorenni, ragazze adolescenti e donne adulte). La violenza nei confronti delle donne non è un fenomeno recente, ma affonda le sue radici in un substrato culturale di forte discriminazione tra i sessi (l'Indice di Diseguaglianza di Genere in Albania è molto alto: 0,251 secondo i dati dell'UNDP del 2013). Sia la società che le istituzioni, poiché poco sensibilizzate, hanno inoltre difficoltà a riconoscere la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani.

In Albania circa il 56% delle donne e il 45,8% dei bambini sperimentano almeno una forma di violenza domestica nella loro vita (INSTAT, 2009).

Non sono disponibili dati precisi sul numero delle donne che subiscono violenza domestica nel Distretto di Puka a Vau Dejes poiché non c'è nessun ente che si occupi di monitorare la situazione. Sappiamo però, dalle consultazioni avute con i soggetti locali, che il fenomeno è molto esteso ed ha drammatiche ripercussioni a livello sociale. Nelle aree rurali ed isolate, donne, ragazze e minori hanno maggiore probabilità di subire violenza domestica (INSTAT, 2009). L'ampiezza del fenomeno si lega alle forti tradizioni patriarcali che hanno più presa in tali aree che in quelle urbane.

Molto spesso purtroppo la violenza colpisce anche i bambini e le bambine, favorendo così la trasmissione di generazione in generazione di comportamenti violenti. Secondo le statistiche ufficiali e nazionali un bambino su due subisce, o assiste, ad almeno una forma di violenza domestica nell'arco dell'infanzia (INSTAT, 2009).

Le principali problematiche nel contrasto al fenomeno della violenza domestica nel territorio di riferimento sono le seguenti:

1) Gli amministratori pubblici ed i rappresentanti delle istituzioni locali hanno conoscenze limitate rispetto alle leggi sulla protezione dalla violenza domestica adottate a livello centrale. Gli operatori dei servizi pubblici hanno invece scarse competenze professionali sulle modalità adeguate con cui gestire i casi di violenza domestica. Inoltre la collaborazione tra gli enti territoriali per dare risposte efficaci ai bisogni espressi dalle vittime di violenza è quasi inesistente.

2) Le donne, ragazze e bambine (potenziali) vittime di violenza domestica vivono in una condizione di profondo isolamento. Non hanno relazioni esterne alla cerchia familiare (isolamento sociale); non hanno possibilità di chiedere aiuto al di fuori della famiglia perché non c'è alcuna organizzazione sul territorio (ma solo nei centri urbani principali della Regione) che provveda a fornire supporto alle vittime (isolamento fisico). Fanno parte di una società che è poco cosciente del fenomeno, e che, quando non lo nega, comunque non lo riconosce, o peggio lo tollera. Inoltre, loro stesse, sono scarsamente consapevoli dei loro diritti e dei servizi cui possono rivolgersi (isolamento culturale).

3) Le donne, ragazze e bambine (potenziali) vittime di violenza domestica sono dipendenti economicamente dai loro (potenziali) abusatori. Soprattutto nelle zone rurali le donne generalmente vivono nella casa del marito, non hanno diritti di proprietà e possibilità di lavorare fuori casa. I ruoli di genere all'interno della famiglia sono stereotipati: alla donna sono assegnati i tradizionali lavori di cura della famiglia mentre sono gli uomini ad avere il completo potere decisionale (ad esempio sui redditi familiari). La paura della condanna sociale, di ripercussioni all'interno della famiglia, oltre che la scarsa fiducia nelle istituzioni, sono i motivi principali per cui, nella maggior parte dei casi, le donne non denunciano la violenza.

A causa di questi diversi fattori, solo il 10% delle donne decide di chiedere aiuto e tra queste, soltanto il 20%, cerca supporto al di fuori della famiglia. La violenza domestica rimane dunque un fenomeno nascosto, invisibile e le sue dimensioni sottostimate.

Recentemente l'Albania ha adottato strumenti legislativi per combattere il fenomeno della violenza domestica e promuovere le Pari Opportunità. Nel 2011 il Governo ha lanciato il “Piano Nazionale e la Strategia d'Azione per le Pari Opportunità, la Riduzione della Violenza di Genere e della Violenza Domestica” e sono state approvate leggi per la protezione ed il supporto alle vittime di violenza domestica. Mancano però misure che impongano l'applicazione di tali leggi e strumenti specifici per dare attuazione pratica a quanto previsto dalle leggi.

Mentre nei centri urbani della Regione, a Scutarie Fushë Arrëz sono attivi servizi e associazioni che si occupano in modo specifico del supporto alle vittime di violenza, nelle aree montane e isolate della Regione, quali i Distretti in questione, mancano servizi di accoglienza e supporto per le vittime.

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Nel settore Diritti umani e Sviluppo sociale si interviene nel territorio di Lac Vau Dejes con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

I destinatari diretti sono:

¾ minori, ragazze e donne vittime di violenza, o esposte al rischio di subirla, residenti nelle aree rurali e montane (8.000 persone);

¾ il personale giudiziario, di polizia, i medici, gli infermieri ed i professionisti del settore psico-sociale (80 persone);

¾ i direttori, gli insegnanti delle Scuole Medie di Primo e Secondo Grado e le autorità comunali (50 persone).

I beneficiari indiretti sono:

¾ gli abitanti delle comunità dei Distretti di Vau Dejes e Puka (24.300 persone), che saranno sensibilizzati sui temi della violenza di generee resi più consapevole ed attenti al fenomeno.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

Lac Vau Dejes (RTM 116946)

DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE:

¾ rafforzare i servizi di prevenzione, supporto, e reinserimento sociale per 8.000 donne, ragazze e minori (potenziali) vittime di violenza domestica nel Distretto di Puka e Vau Dejes, attraverso la collaborazione con le autorità locali ed i gestori dei servizi pubblici (130 persone).

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Lac Vau Dejes (RTM 116946)

DIRITTI UMANI E SVILUPPO SOCIALE:

Azione 1. Prevenzione del fenomeno della violenza domestica:

1. Costituzione di un forum di discussione (tavola rotonda) sulla violenza domestica che coinvolga 80 rappresentanti dei servizi presenti sul territorio (Forze di Polizia, assistenti sociali, psicologi, personale giudiziario, personale sanitario, scuole). Il forum sarà luogo di confronto, collaborazione, di osservatorio del fenomeno e si riunirà con cadenza bimensile a Puka;

2. Organizzazione di un programma di formazione rivolto ad 80 rappresentanti istituzionali ed a operatori dei servizi pubblici. Il programma di formazione è annuale. Esso si rivolgerà alle seguenti categorie di funzionari pubblici: enti locali, polizia, personale giudiziario, agenzie socio-sanitarie. Per ognuna di queste categorie verranno organizzate sessioni specifiche di formazione. Ogni sessione sarà composta da 2 moduli della durata di 1 giorno ciascuno. Durante il primo incontro verranno affrontati i seguenti temi: violenza di genere e violenza domestica, quadro legislativo e politiche nazionali dell’Albania in materia di violenza di genere e domestica, bisogni delle vittime e principi base per un supporto di qualità. Durante il secondo incontro verranno affrontati i seguenti temi:

situazione delle donne vittime di violenza nel Distretto di Puka, cooperazione interistituzionale sul tema della violenza domestica, contributo possibile delle singole istituzioni al contrasto alla violenza domestica;

3. Organizzazione di una campagna di prevenzione nelle scuole rivolta a 50 persone, tra direttori e docenti scolastici. Verranno svolte tre sessioni di incontri informativi in 3 diversi comuni del Distretto di Puka: Puka città, Fushe Arrez e Gjegjan. Ogni sessione sarà composta da 2 incontri aventi la durata di 1 giorno ciascuno. Durante il primo incontro verranno trattati i seguenti temi: violenza di genere e violenza domestica, violenza su bambini e minori, quadro legislativo e politiche nazionali dell’Albania in materia di violenza domestica. Durante il secondo incontro verranno affrontate i seguenti temi: la condizione dei bambini vittime di violenza nel Distretto di Puka, identificazione e approccio a bambini vittime di violenza, proposte di attività con gli studenti sul tema della violenza.

Azione 2. Supporto alle vittime di violenza domestica:

1. Apertura di uno “Sportello donna” di accoglienza e supporto per le 8.000 vittime di violenza domestica nella città di Puka, che possa offrire diversi servizi: supporto individuale, assistenza medica e legale, consulenza per la mediazione familiare, sostegno per la cura dei figli, ricerca di soluzioni abitative autonome ed orientamento nella ricerca del lavoro;

2. Organizzazione di una campagna informativa sui servizi disponibili per le vittime di violenza domestica,presso lo “Sportello donna”.La campagna informativa si comporrà di 4 componenti

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principali: a) elaborazione, stampa e diffusione di materiale informativo (brochures, poster, adesivi;

b) organizzazione di un evento lancio per l’inaugurazione dello Sportello Donna a Puka; c) promozione via media (TV, radio, giornali e social media); d) organizzazione di 20 incontri comunitari nei villaggi;

3. Creazione di 2 gruppi di auto-mutuo aiuto per ragazze e donne della comunità per creare occasioni di socializzazione e permettere loro di uscire dalla condizione di forte isolamento sociale in cui vivono; I gruppi di auto-mutuo aiuto si incontreranno con cadenza settimanale. Un gruppo verrà formato nella città di Puka mentre l’altro nella città di Fushe Arrez.

Azione 3. Reinserimento delle vittime di violenza domestica nella società:

1. Stesura di 10 piani individuali di reintegro per 10 vittime di violenza domestica. Si procederà a colloqui individuali mirati all’analisi dei bisogni delle vittime. Nello specifico si valuteranno soluzioni abitative autonome ed orientamento nella ricerca del lavoro.

2. Accompagnamento organizzativo e logistico nell’individuazione di soluzione abitative autonome, come il co-housing, con altre donne vittime di violenza;

3. Organizzazione di 3 formazioni sulla micro imprenditorialità femminile per creare opportunità di impiego e di autonomia economica delle donne vittime di violenza.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

:

¾ 1 Coordinatore attività violenza domestica – Azione 1-2-3

¾ 2 Consulenti e formatori senior su violenza domestica – Azione 1-2-3

¾ Equipe di formatori locali su violenza di genere (5 persone) – Azione 1-2

¾ 2 Operatrici Sportello Donna - Azione 2 -3

¾ 1 Formatore micro imprenditorialità femminile - Azione 3

¾

1 Responsabile amministrativo e di segreteria – Azione 1-2-3

   

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Lac Vau Dejes (RTM 116946)

Il volontario/a in servizio civile n°1 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa del forum di discussione (tavola rotonda) sulla violenza domestica: convocazioni, tenuta dell’agenda, reportistica;

¾ Supporto all’organizzazione di un programma di formazione per 80 rappresentanti istituzionali ed a 50 operatori dei servizi pubblici;

¾ Supporto logistico ed operativo all’apertura di uno “Sportello donna”: pratiche amministrative, organizzazione degli spazi;

¾ Affiancamento delle operatrici dello Sportello Donna: accoglienza e preparazione dossier donne;

¾ Supporto all’organizzazione di una campagna informativa sui servizi disponibili per le vittime di violenza domestica: collaborazione all’elaborazione e preparazione dei materiali, e relativa diffusione;

¾ Supporto alle riunioni di gruppi di auto-mutuo aiuto per ragazze e donne della comunità:

elaborazione report sedute gruppo;

¾ Collaborazione nella stesura dei piani individuali di reintegro per vittime di violenza domestica;

¾ Supporto all’organizzazione logistica ed operativa di formazioni sulla micro imprenditorialità femminile: contatti coi formatori, preparazione materiale.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

2) SICUREZZA ALIMENTARE

L’economia locale di Lac Vau Dejes, come quella di tutto il distretto montano di Puka, è legata prettamente ad un’agricoltura di sussistenza. Si tratta di una delle aree più depresse della regione di Scutari: nel periodo 2003-2009 si è manifestato un calo demografico del 30% a fronte di un dato regionale pari al 5,5%

(INSTAT). L’area, a prevalente vocazione agricola, è caratterizzata dalla presenza di una cultura patriarcale clanica altamente lesiva dei diritti della donna e penalizzante le iniziative associative/cooperative.

I macro-problemi che affliggono il settore agricolo dell’area sono: difficoltà di accesso ai mezzi di produzione e al credito per gli agricoltori; carenza di infrastrutture e servizi per l’agricoltura (es. assistenza

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veterinaria, formazione professionale); elevata frammentazione delle filiere produttive agricole; forte degrado ambientale causato dall’uso incontrollato delle risorse. Nello specifico, questi i problemi che affliggono l’area e che l’intervento si pone di affrontare:

¾ Dimensioni e produttività ridotte degli allevamenti montani. Il territorio è caratterizzato dalle più piccole aziende agricole del paese: la superficie media è inferiore a 1 ha (MAATC, 2007). Sebbene gli allevamenti ovini e caprini siano diffusi, vi sono rispettivamente solo 26 su 169 aziende con più di 30 capi; i bovini sono considerati unicamente per il fabbisogno familiare, solo 34 aziende hanno più di 5 capi (RTM-PfD, 2013). A causa di carenze infrastrutturali (es. stalle) e veterinarie la produttività è molto bassa: in media, 1.200 l/anno per i bovini, 80 per i caprini e 40 per gli ovini (RTM-PfD, 2013);

¾ Deboli capacità di trasformazione delle aziende agricole, causata da scarsità di materie prime agricole, mancata organizzazione delle filiere, deficit tecnologico e di competenze;

¾ Mancato e/o cattivo utilizzo dei pascoli montani. Meno di 1/3 dei pascoli disponibili è sfruttato per attività di pastorizia (UNDP, 2006). Gli enti locali, a cui è stata di recente trasferita la proprietà dei pascoli dal livello centrale, hanno modeste capacità di pianificazione e gestione ambientale ed esigue risorse finanziarie per gli investimenti;

¾ Scarso commercio di prodotti lattiero-caseari e di carne. Le modeste eccedenze di prodotti vengono vendute in maniera informale. Ciò favorisce l’importazione da regioni limitrofe di prodotti con costi di produzione inferiore ma prezzi finali più elevati. L’elevata domanda di prodotti ovi-caprini nei centri urbani resta disattesa.

Nel settore Sicurezza alimentare si interviene nel territorio di Lac Vau Dejes con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

I destinatari diretti sono:

¾ 150 aziende di produzione e/o trasformazione agricola a conduzione familiare per un totale di 900 persone.

I beneficiari indiretti sono:

¾ i consumatori finali di prodotti ovi-caprini quali gli abitanti delle comunità dei Distretti di Vau Dejes e Puka (24.300 persone).

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

Lac Vau Dejes (RTM 116946) SICUREZZA ALIMENTARE:

¾ promuovere lo sviluppo delle filiere ovi-caprina e bovina di 150 aziende di produzione e/o trasformazione agricola a conduzione familiare per un totale di 900 persone, nelle comunità montane del Distretto di Puka e Vau Dejes, valorizzando il ruolo della donna, i saperi tradizionali, le produzioni tipiche locali e favorendo una gestione sostenibile del territorio montano.

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi Lac Vau Dejes (RTM 116946)

SICUREZZA ALIMENTARE

Azione 1- Rafforzamento degli standard di gestione degli allevamenti ovi-caprini e bovini di 150 aziende di produzione agricola:

1. Organizzazione di formazioni degli allevatori ovi-caprini e bovini su gestione e sviluppo delle aziende agricole quali l’alimentazione, gestione locali, condizioni igienico-sanitarie, programmazione delle nascite, conservazione di latte e carni, rivolte anche a donne in ambito rurale;. Verranno organizzate 30 giornate di formazione per ognuna delle 3 filiere interessate (ovini, caprini, bovini);

2. Organizzazione di 300 visite all’anno (Supporto tecnico e formativo) agli allevatori per la definizione ed esecuzione di piani individuali di ammodernamento e sviluppo delle aziende agricole;

3. Organizzazione di 15 workshops con i responsabili delle 150 aziende agricole per la definizione ed adesione a un disciplinare collettivo di produzione per la filiera ovi-caprina;

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Azione 2 - Rafforzamento della capacità produttiva in termini qualitativi e quantitativi di 150 aziende di trasformazione agricola:

1. Organizzazione di formazioni del personale di aziende di trasformazione su processi e tecniche di trasformazione lattiero-casearia e di carni che incidono sulla qualità delle produzioni tipiche locali, rivolte anche a donne in ambito rurale;

2. Supporto tecnico a un pool di aziende di trasformazione per la definizione ed esecuzione di piani individuali di ammodernamento e sviluppo;

Azione 3- Rafforzamento degli standard di gestione dei pascoli nelle 10 comunità montane del Distretto di Puka:

1. Organizzazione di 20 sessioni di formazione della durata di un 1 giorno ciascuna rivolte ai 10 enti locali del territorio e a una selezione di 30 allevatori ovi-caprini su gestione sostenibile dei pascoli montani;

2. Supporto tecnico alle comunità montane per la definizione ed esecuzione di opere di miglioramento e preservazione di pascoli montani;

Azione 4- Rafforzamento della promozione di prodotti ovi-caprini nel Distretto montano di Puka e nel resto della Regione di Scutari:

1. Organizzazione di 10 sessioni di formazione della durata di 1 giorno ciascuna rivolte ad un gruppo ristretto di 30 allevatori, trasformatori e rivenditori di prodotti lattiero caseari e di carne su tecniche di promozione e valorizzazione delle produzioni tipiche locali;

2. Organizzazione di 5 workshops con i responsabili delle 150 aziende agricole sulla definizione di un marchio geografico collettivo per la tutela e promozione di prodotti ovi-caprini del Distretto di Puka;

3. Organizzazione di una campagna di disseminazione dei risultati e di sensibilizzazione sulle produzioni tipiche montane. La Campagna sarà rivolta a istituzioni locali, esperti di settore e alla cittadinanza in generale e prevederà la realizzazione di 1 evento pubblico e di 2 seminari aperti alla cittadinanza in due diversi Distretti montani del Nord Albania.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività:

¾ Coordinatore locale – Azione 1-2-3-4

¾ 1 Amministratore – Azione 1-2-3-4

¾ 1 Esperto in gestione e sviluppo di aziende agricole – Azione 1-2-3-4

¾ 1 Esperto in gestione e sviluppo del territorio – Azione 3

¾ 1 Operatrice x formazione donne rurali - Azione 1-2

¾ Formatori senior in equipe x corsi di aggiornamento specialistici – Azione 1-2-3-4

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Lac Vau Dejes (RTM 116946)

Il volontario/a in servizio civile n°1-2 sarà di supporto nelle seguenti attività:

¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa alle formazioni degli allevatori ovi-caprini e bovini su gestione e sviluppo delle aziende agricole: sull’alimentazione, gestione locali, condizioni igienico- sanitarie, programmazione delle nascite, conservazione di latte e carni;

¾ Supporto alla redazione di un disciplinare collettivo di produzione per la filiera ovi-caprina:

partecipazione alle riunioni di confronto, reportistica;

¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa alle formazioni del personale di aziende di trasformazione su processi e tecniche di trasformazione lattiero-casearia e di carni;

¾ Supporto all’organizzazione logistica e operativa alle formazioni di autorità locali e allevatori ovi- caprini su gestione sostenibile dei pascoli montani;

¾ Partecipazione all’elaborazione di opere di miglioramento e preservazione di pascoli montani;

¾ Supporto all’organizzazione dei workshops per la definizione di un marchio geografico collettivo per la tutela e promozione di prodotti ovi-caprini;

¾ Supporto al monitoraggio e raccolta dati, loro aggregazione, reportistica.

¾ Supporto all’organizzazione di una campagna di disseminazione dei risultati e di sensibilizzazione sulle produzioni tipiche montane: elaborazione dei materiali promozionali

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REQUISITI

I seguenti requisiti sono suddivisi tra requisiti generici, ricercati genericamente in tutti i candidati, e i preferibili requisiti specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i volontari andranno ad implementare:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della FOCSIV o di uno degli Organismi soci e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet.

Specifici:

ALBANIA- LAC VAU DEJES (RTM 116946) Volontario/a n° 1:

¾ preferibile formazione in campo sociale, promozione diritti della donna

¾ preferibile buona conoscenza lingua inglese Volontario/a n° 2:

¾ preferibile formazione in campo economico e/o agro-zootecnico

¾ preferibile buona conoscenza lingua inglese

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

RTM Reggio Emilia Via Mogadiscio, 1

- 42100 0522-514205 www.reggioterzomondo.org

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a reggioterzomondo@pcert.postecert.it e avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es.CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Est Europa 2014 - Albania - CELIM).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

Riferimenti

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