IULM
Libera UniversitàdiLingue e Comunicazione
PREMIO SPECIALE UNDER19
UNIVE~SITA' IULM
A cura di
Paolo Giovannetti e Andrea Chiurato
laboratorio-E 2O
SUBWAY 2006 - Premio Specia/é Under 19 Università /ULM A cura di Paolo Giovannetti e Andrea Chiurato
I dieci racconti pubblicati in questa antologia sono tratti dal corpus delle Opere di Subway-Letteratura 2006, una manifestazione letteraria ideata e realizzata dalla Associazione Laboratorio E20,grazie al patrocinio e al contributo del Comune di Milano, Settore Giovani e dell'Università IULM di Milano.
Il presente volume, realizzato in esclusiva per l'Università IULM di Milano, èfuori
commercio e la sua distribuzione avverrà, gratuitamente, a cura del servizio orientamento studenti dell'Ateneo.
Progetto Grafico Solaris Comunicazione
www.subway-Ietteratura.org www.iulm.it
Indice
Introduzione di Giovanni Puglisi 5
Presentazione di Paolo Giovannetti 7
Hassan di Ilaria Rossetti 11
L'uomo più felice del mondo di Elisa Brembati 19
Cartastraccia di Alice Doro 29
L'imprevisto e la gardenia di Diletta Longo 35
Riti ed esequie di Marta Mariani 47
Clochards di Lea Ottocento 55
Boom di Filippo Piva 61
Making movies di Salvatore Reina 71
La fatica di oziare di Edoardo Rosso 81
Jackie zitta, musica nelle orecchie di Giulia Silvestri 87 Il personaggio di un cameriere di Elisa Veronesi 95
Postjazione di Andrea Chiurato 105
Giuria 124
Elenco dei partecipanti al Premio 125
Introduzione
Giovanni Puglisi Rettore Università IULM
Come ho già avuto modo di affermare pubblicamente in diverse occasioni e, non ultima, durante la conferenza stampa di presentazione dei vincitori di Subway-Letteratura 2006 del maggio scorso, credo che la nostra Università, in Italia primo e unico Ateneo tematico della comunicazione, abbia il dovere di sostenere progetti che con essa condividono l'obiettivo di offrire alle persone, e specialmente ai giovani, l'opportunità di conoscere e, quindi, di crescere.
In particolare, con Subway-Letteratura e il premio dedicato agli "Uuder 19" istituito nel 2005, IULM intende incentivare e valorizzare la voglia e la capacità dei ragazzi di esprimersi attraverso la scrittura, nonché offrire loro un'occasione di lettura utile alla conoscenza degli altri e degli altrui mondi.
Questa antologia ospita gli 11 migliori racconti degli "Uuder 19" che hanno risposto al bando Subway 2006 tra gli oltre 200 pervenuti alla segre- teria del concorsograzie anche all'interessamento e al sostegno degli Istituti scolastici, dei Presidi, di moltissimi insegnanti che, in diversi casi, hanno interpretato Subway e il premio come un'occasione per dare vita a labora- tori di scrittura all'interno delle classi.
Non è stato facile scegliere gli
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e, soprattutto, decidere chi tra questi dovesse aggiudicarsi il titolo di vincitore dell'edizione 2006. Per farlo, abbiamo attinto a tutta la nostra capacità di leggere non solo le righe ma anche tra le righe delle opere, per far emergere persone di valore oltre che potenziali nuovi scrittori.Presentazione
Paolo Giovannetti
Scrivono bene. Sono ragazze e ragazzi della nostra tanto disprezzata scuola superiore; hanno una formazione letteraria piuttosto solida, basata sui con- tenuti dei programmi d'insegnamento, nondimeno integrata da un percorso di letture personalizzate; insieme, hanno accolto con la massima disponibi- lità l'offerta dei media elettronici e digitali. Sono curiosi e ironici; qualcu- no (e non solo qualcuna) vira al romanticismo. Ma soprattutto scrivono bene. Questo è il dato indubitabile che traspare dalla presente antologia.
Fate una prova: leggete in s'iquenza
i
dieci incipit dei racconti, e vi rende- rete conto chei
nostri diciottenni (poco più, poco meno) quandosi
misura- no con lo schermo vergine del loro PC, quando cominciano ad accarezzar- ne la tastiera, non lo fanno in modo improvvisato. C'è quasi sempre una precisa scelta di registro (da quello più parlato e svagato a quello più ricer- catamente letterario), c'è un a priori stilistico, la tensione - o l'abbozzo di una tensione - verso una forma che preluda a strategie narrative coerenti, a percorsi rappresentativi consapevoli. Un lessico studiato, un'aggettivazionenon prevedibile, una punteggiatura conforme al tono prescelto, capace di accelerare e rallentare il racconto secondo le sue esigenze. Addirittura, in qualche caso (in particolare in Il personaggio di un cameriere), stupisce scoprire soluzioni pausative non convenzionali, in grado di valorizzare la jluidità di periodi scanditi solo con la virgola.
Non solo. Se poi proseguirete nella lettura, vi troverete spesso aggrovigliati - gradevolmente, suppongo - in un modo complesso di rappresentare le parole pronunciate e
i
pensieri, chesi
avvale di tecniche smaliziate, un tempo dette"avanguardistiche". Vale a dire: certe voci narranti (vedi per esempio quel- la, simpaticissima, diBoom) non solo registrano con il discorso diretto
i
pro-pri e altrui parlati, ma riescono a contrappuntarli con il resoconto di pen- sieri e sensazioni "in tempo reale". Ne deriva quello che
i
tecnici della lette-ratura chiamano "discorso diretto libero": una cosa sulla carta complicata (un solo nome: James Joyce), ma che qui potete vedere gestita con naturalez- za, in maniera anche gustosa. Oddio, è probabile che la capacità che molti
di questi ragazzi hanno di sintonizzarsi con una pluralità di voci, con una vera e propria polifonia, nasca soprattutto da una frequentazione intelligen- te del "tutto parla" mass-mediatico, del brusio ininterrotto di suoni che inguaina la nostra vita quotidiana e di cui ci hanno insegnato fin da picco- li a dire tutto il male possibile. Loro no, a me sembra; ci stanno dentro beno- ne: hanno cominciato a gerarchizzare il flusso, a distinguerne le possibili declinazioni e strutture interne. E stanno imparando a fame letteratura I t.
nemici delle comunicazioni di massa dovrebbero rifletterei sopra un po'.
In quasi tutti
i
casi, dunque, siamo le mille miglia lontani da una scrittura irriflessa, o, peggio, dagli impacci tipici di chi è abituato soprattutto a pra- Jticare il mai abbastanza deplorato genere testuale in Italia detto "tema".
Niente temini inamidati da queste parti, niente frasi fatte a uso del profes- sore, bensì prove di letteratura piene di orgoglio, e ambiziose. Persino trop- po ambiziose, verrebbe da aggiungere. Intanto, almeno due pezzi presenta- no una struttura di metaracconto: cioè, narrano il farsi di una narrazionf!:;.c Il personaggio di un cameriere lo denuncia fin dal titolo: qui si tratta della costruzione autoconsapevole di un individuo cartaceo, le cui azioni sono sot- c top oste al filtro della riflessione da parte di chi "dice io", di chi enuncia la c storia. Poi c'è l'enigmatico, difficile da seguire, L'imprevisto e la gardenia, z che già fin dall'ineipit (''Insomma, se la tempesta infuriasse, davvero sareb- t, be nel salotto, tutta tranquilla in un tè ai frutti di bosco, e non sotto alberi 1 di limoni disperati ?") costringe il lettore a fare balzi in avanti - e poi indie-
t
tro - per venire a capo di una struttura in cui enunciatore e personaggi gio- t;
cano a loro volta a rimpiattino. Ed è un modo intelligente per dire con 'Jj accenti diversi una "semplice" schermaglia d'amore. Appunto: anche il dato
s
esistenziale più elementare deve essere sottoposto a uno scavo problematico, 1j che mette in gioco e ridiscute lo stesso atto dello scrivere. YJ Insomma - e lo so che quanto sto per dire suonerà paradossale - qui c'è il v rischio che il volersi troppo prosatori in punta di penna e troppo critici del ti proprio scrivere produca effetti immobilizzanti, induca raffreddamenti
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bruschi del magma esistenziale che inevitabilmente sta alla base di un rac- li conto giovanile. Oche noi riteniamo dover essere alla base di un racconto g giovanile. In effetti, se ci badate, diverse storie, pur belle, non raccontano, n o per lo meno non lo fanno in modo canonico. C'è persino il tentativo li anch'esso metaletterario di scrivere una specie di Pioggia nel pineto post- (~
moderna: il perfetto - e non esagero - La fatica di oziare ossijica una tran- q che de vie giovanilistica, entro la quale l'idea di fare il verso a D'Annunzio a
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("Ticchettìo, fruscìo, tamburellìo, cigolìo, frullo d'ali") è tanto esplicita da propiziare il puro resoconto di un'ironica passeggiata in bici sotto la piog- gia. Né manca il caso di una specie di poesia in prosa, Riti ed esequie, rit- mata da frequenti a capo e ambiziosissima nella sua turgida (e certo un po' ingenua) aggettivazione.
Metaracconti, racconti bloccati, non-racconti: il grande assente dell'antolo- gia sembrerebbe essere il componimento di genere, quello che sfrutta un'ere- dità largamente condivisa e che asseconda convenzioni tutto sommato pre- vedibili. Non che qui, in assoluto, non ce ne siano, di componimenti così fatti: il picaresco, generazionale, e godibilissimo linguisticamente, Making movies èforse l'episodio che può vantare gli ascendenti anche italiani più evidenti aack Frusciante è uscito dal gruppo, per dirne uno); Boom ci ricorda che l'ironia al femminile è uno dei fenomeni più vivi della recente letteratura, non solo italiana; eL'uomo più felice del mondo punta su un
"effetto morale" che forse è lfJ':vera origine del racconto europeo moderno (avete presente quelle cose chiamate parabola eexemplum?). Il fatto èche abbastanza spesso - e ciò vale in generale - sembra esserci una certa diffi- coltà a chiudere le storie in modo forte e deciso, con quello scioglimento indimenticabile che dovrebbe essere l'ingrediente primo di un buon raccon- to in senso lato tradizionale.
Ed ecco che si spiegano bene le ragioni di un premio. Il racconto che ha vinto l'edizione 2006 del nostro concorso, Hassan, risolve felicemente quasi tutte le piccole contraddizioni appena viste. Presenta una struttura giusta- mente non troppo ambiziosa, procedendo con un ordinato accumulo di ten- sione. Suggerisce un genere (giallo-noir) condiviso, costruisce un bel perso- naggio (un commissario italo-iracheno mutilato di guerra), tratteggia una morale (questa, la riconosca il lettore) , e trova infine uno scioglimento con- vincente, pur evitando una peripezia troppo complessa. E - appunto -èscrit- to benissimo.
In definitiva, vantandoci anche un po', noi che da un paio d'anni stiamo lavorando a Subway under
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siamo soddisfati, perché sentiamo che questi giovani qualcosa ci dicono, e magari ci insegnano. Mentre voi, amici gior- nalisti e sociologi, semiologi e aspiranti tuttologi, adusi a spiegarci che scuo- la università società si limitano a produrre ignoranza: prima di dare per"illetterata", se non per spacciata, un'intera generazione, per favore venite qui, e leggete. Cercate di capirli, di immedesimarvi nella ricerca di questi autori. Loro -oltre a scrivere bene -leggono. E voi?
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