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Tratto da SaluteInternazionale.info

L’appropriatezza prescrittiva permette realmente di risparmiare?

2015- 10- 12 10:10:58 Redaz ione SI

Int ervist a a Nino Cart abellot t a

Le polit iche sull’appropriat ezza non servono a cont enere la spesa sanit aria, ma a ridist ribuire le risorse. Inf at t i, l’inappropriat ezza può essere in eccesso (overuse) o in dif et t o (underuse): ridurre la prima permet t e di recuperare risorse, implement are la seconda richiede invest iment i. Di conseguenza, qualunque st rat egia per ridurre l’inappropriat ezza deve essere guidat a dal principio del “disinvest iment o e riallocazione”.

L’appropriatezza prescrittiva imposta per decreto ha dato il via a una battaglia senza esclusione di colpi tra politica e medici: qual è il vero oggetto del contendere?

Innanzit ut t o è bene precisare che accant o all’appropriat ezza prof essionale, che include la capacit à del medico di prescrivere in maniera appropriat a

(appropriat ezza prescrit t iva), esist e l’appropriat ezza organizzat iva, ovvero la capacit à dell’organizzazione sanit aria di erogare l’assist enza nel “post o

giust o” (ospedale, day hospit al, ambulat orio specialist ico, cure primarie, domicilio, et c.), nel “moment o giust o” e impegnando i “prof essionist i giust i” in relazione ai reali bisogni di salut e del pazient e e t enendo cont o dei cost i necessari.

La pubblicazione dell’elenco di 208 t est diagnost ici con relat ivi crit eri di

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appropriat ezza, vincoli prescrit t ivi e sanzioni per i medici “disubbidient i” ha scat enat o una t empest a mediat ica dove i prot agonist i dello scont ro hanno dimost rat o scarsa dimest ichezza con quest o t ema anche perché

l’appropriat ezza prof essionale non è mai st at o ogget t o di conf ront o t ra polit ica e prof essionist i. Inf at t i, nonost ant e il t ermine ricorra nei principali document i di programmazione sanit aria: dalla 502/92 al Piano Sanit ario Nazionale 1998-2000, dal DL 229/99 al DM sui LEA, dove si legge che “le prest azioni che f anno part e dell’assist enza erogat a, non possono essere considerat e essenziali, se non sono appropriat e”. T ut t avia, nonost ant e quant o af f ermat o dal DM sui LEA l’at t enzione si è f ocalizzat a

sull’appropriat ezza organizzat iva, in part icolare dell’assist enza ospedaliera, di cui le list e di DRG a rischio di inappropriat ezza rappresent ano la principale applicazione prat ica.

Il Ministro Lorenzin, in audizione in commissione Igiene e Sanità al Senato, ha parlato di “errori nella comunicazione” sul decreto

appropriatezza. Solo questo? Oppure la politica poteva f are di meglio?

Innanzit ut t o è ut ile ripercorrere le t appe che hanno port at o alla genesi del decret o appropriat ezza. Nel luglio del 2014 Governo e Regioni siglano il Pat t o per la Salut e dove vengono f issat e le risorse per la Sanit à pubblica per il t riennio 2014-2016. A ot t obre, con la legge di St abilit à, il Governo chiede alle Regioni di recuperare 4 miliardi ma quest e – incapaci di una propost a univoca – rinunciano all’increment o di risorse previst o dal Pat t o, legit t imando la

manovra d’est at e che sot t rae al SSN 2,32 miliardi di euro. Il decret o

appropriat ezza è una misura cont enut a in t ale manovra al f ine di recuperare 108 milioni di euro negli anni 2015 e 2016, nei f at t i briciole rispet t o ai 110 miliardi di f inanziament o e ai 10 miliardi del cost o st imat o dell’inappropriat ezza.

La polit ica – obbligat a a f are cassa in un moment o di pesant e

def inanziament o della sanit à pubblica – genera sempre soluzioni f ret t olose e semplicist iche a problemi complessi, come nel caso di quest o decret o che present a t re rilevant i crit icit à.

Innanzit ut t o, l’insolit a accoppiat a t ra appropriat ezza prescrit t iva (di int eresse cult ural-prof essionale) e meccanismi sanzionat ori (di int eresse cont rat t ual- sindacale) non ha permesso di condividere il valore dell’appropriat ezza con i medici, t rasf ormando immediat ament e le buone int enzioni in cat t ive azioni. In secondo luogo, non esplicit ando i crit eri per def inire le priorit à: ad esempio, è inspiegabile che – ad eccezione di T AC/RM – t ut t a la diagnost ica st rument ale (doppler, gast roscopie, colonscopie, ecograf ia addome e pelvi,

ecocardiograf ia, et c.) sia st at a “graziat a”, considerando le inf init e list e di at t esa e l’elevat o rischio d’inappropriat ezza prescrit t iva. Inf ine, lasciando alla più libera delle int erpret azioni i met odi ut ilizzat i per def inire la list a delle

prest azioni inappropriat e: dalle modalit à di coinvolgiment o dei prof essionist i, alla ricerca, valut azione, selezione e sint esi delle evidenze a support o dei crit eri di appropriat ezza. Il parere f avorevole del Consiglio Superiore di Sanit à pot rà legit t imarne i cont enut i, ma non ricost ruire a post eriori il met odo.

Siamo quindi davanti ad un “concorso di colpa”? Quali sono le

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responsabilità dei medici?

Di f ront e alla list a dei 208 “sorvegliat i speciali”, la levat a di scudi della prof essione medica, rappresent at a inspiegabilment e solo dal mondo sindacale, si è f inora limit at a ad una mera dif esa corporat iva: i medici

cont inuano a minacciare ancest rali f orme di prot est a, si dimost rano incapaci di proporre azioni concret e per ridurre l’inappropriat ezza prescrit t iva,

arrivando a negarne cont inuament e l’esist enza e si t rincerano diet ro il

baluardo della medicina dif ensiva, paravent o sempre valido per giust if icare qualunque at t o medico.

Oggi una prescrizione medica in “scienza e coscienza” non può t enere cont o solo della esclusiva individualit à del singolo pazient e (individualized medicine), ma anche delle inaccet t abili variabilit à delle prescrizioni (population medicine) e del f at t o che ogni medico è t enut o a cont ribuire, in quant o gest ore di risorse pubbliche, della sost enibilit à del SSN. Considerat o che il primum movens dell’inappropriat ezza prof essionale è l’asimmet ria inf ormat iva t ra evidenze disponibili e conoscenze int egrat e dai medici nelle proprie decisioni e dai cit t adini-pazient i nelle proprie scelt e, solo il medico può f ornire inf ormazioni bilanciat e su rischi e benef ìci degli int ervent i sanit ari, permet t endo al pazient e di sviluppare aspet t at ive realist iche e prendere decisioni realment e inf ormat e, riducendo la domanda inappropriat a di prest azioni e il ricorso alla medicina dif ensiva.

Nei titoli dei giornali e nei maggiori salotti televisivi risuonano messaggi terroristici sulle implicazioni del decreto… dobbiamo temere il peggio?

Il t am t am mediat ico ha disorient at o i cit t adini con insist ent i messaggi su cat ast rof iche conseguenze per la loro salut e (realist icament e nessuna) e per le loro t asche (se le prest azioni sono inappropriat e è giust o che non siano a carico del SSN) senza ent rare nel merit o di quello che realment e ci deve preoccupare, ovvero una duplice e prof onda crisi: di sost enibilit à della sanit à pubblica e di credibilit à della prof essione medica.

In quest o cont est o bisogna ripart ire da t re punt i f ermi: la polit ica deve

smet t ere di rimborsare con il denaro pubblico gli int ervent i sanit ari inef f icaci e inappropriat i, il medico deve ridurne le prescrizioni e il cit t adino deve essere consapevole che sono superf lui o addirit t ura dannosi per la sua salut e. Se l’appropriat ezza è realment e un valore per la sanit à, bisogna ripart ire dal moviment o less is more per cont rast are un’idea di salut e che si allont ana sempre più dal concet t o di assenza di malat t ia e cambiare la visione della medicina e dell’assist enza sanit aria.

Ma alla f ine la riduzione dell’inappropriatezza prescrittiva permette realmente di risparmiare?

È indispensabile chiarire alcuni equivoci che, nella bat t aglia t ra polit ica e medici, hanno generat o f iumi di inut ili parole. Innanzit ut t o, le polit iche sull’appropriat ezza non servono a cont enere la spesa sanit aria, ma a

ridist ribuire le risorse. Inf at t i, l’inappropriat ezza prof essionale/organizzat iva può essere in eccesso (overuse) o in dif et t o (underuse): ridurre la prima

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permet t e di recuperare risorse, implement are la seconda richiede invest iment i. Di conseguenza, qualunque st rat egia per ridurre

l’inappropriat ezza prof essionale e organizzat iva deve essere guidat a dal principio del “disinvest iment o e riallocazione”, perché in t ut t i i percorsi

assist enziali convivono aree di sovra e di sot t out ilizzo. In secondo luogo, una prescrizione non può essere dicot omicament e classif icat a come

appropriat a/inappropriat a: inf at t i, esist e una cat egoria int ermedia di dubbia appropriat ezza inf luenzat a dalle zone grigie della ricerca, dalla variabilit à di malat t ie e condizioni e dalle pref erenze e aspet t at ive dei cit t adini e pazient i.

Inf ine, è f ondament ale dif f ondere il concet t o che ridurre l’inappropriat ezza prescrit t iva si t raduce innanzit ut t o in esit i migliori per il pazient e.

Oggi gli “ef f et t i collat erali” della sovra-diagnosi e del sovra-t rat t ament o sono sot t o gli occhi di t ut t i e, paradossalment e, cont ribuiscono a increment are i cont enziosi medico-legali. Un pazient e avrà t ant o più “garanzia di buona diagnosi e cura” quant o più il suo medico è appropriat o nelle prescrizioni diagnost ico-t erapeut iche. Il SSN è il Servizio Sanit ario Nazionale messo in piedi per at t uare l’art icolo 32 della Cost it uzione che t ut ela la salut e delle

persone, non è il Supermercat o Sanit ario Nazionale dove t ut t i i cit t adini hanno dirit t o a t ut t o e il medico, in quant o prescrit t ore con libert à prof essionale incondizionat a, deve sempre accont ent arli.

Possiamo aspettarci un impatto f avorevole del decreto per arginare il f enomeno della medicina dif ensiva?

Assolut ament e no, perché il sovra-ut ilizzo di prest azioni inappropriat e, in part icolare quelle diagnost iche, non può essere giust if icat o solo dalla

medicina dif ensiva, alla quale si af f iancano alt re det erminant i: l’ipot rof ia del ragionament o ipot et ico-dedut t ivo e il prevalere della st rat egia diagnost ica esaust iva, le perverse logiche di f inanziament o e incent ivazione di aziende e prof essionist i basat e sulla produzione e non sull’appropriat ezza, la

medicalizzazione della societ à che genera cont inui at t i di f ede per la

t ecnologia, le crescent i aspet t at ive di cit t adini e pazient i per una medicina mit ica e una sanit à inf allibile, il cont inuo t urnover delle t ecnologie che spesso immet t e sul mercat o f alse innovazioni, i conf lit t i di int eresse dei prof essionist i, argoment o t abù mai af f ront at o in maniera sist emat ica, le sent enze giudiziarie discut ibili e gli avvocat i senza scrupoli che cont ribuiscono a increment are il cont enzioso medico-legale.

In quest o cont est o, il medico deve riappropriarsi di una leadership cult urale ormai appannat a e, su basi scient if iche, ricost ruire una adeguat a relazione con cit t adini e pazient i, abbandonando def init ivament e il modello

pat ernalist ico e punt ando sul processo decisionale condiviso.

Dalla grande tempesta mediatica sull’appropriatezza non sono uscite soluzioni costruttive e convincenti. Quali le proposte della Fondazione GIMBE da tempo impegnata nella salvaguardia della sanità pubblica?

Nell’ambit o della campagna “Salviamo il Nost ro SSN” st iamo elaborando un Posit ion St at ement sull’appropriat ezza che, ripart endo dalle evidenze

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scient if iche, int ende guidare il conf ront o t ra polit ica, medici e cit t adini

at t raverso la via accident at a per raggiungere l’appropriat ezza. Considerat o che un SSN sost enibile oggi può permet t ersi di rimborsare con il denaro

pubblico solo servizi e prest azioni sanit arie ef f icaci, appropriat e e dall’elevat o value, ecco i 10 punt i chiave per un approccio di sist ema al t ema

dell’appropriat ezza (box).

1. I crit eri di appropriat ezza prof essionale derivano dalle evidenze scient if iche o, in assenza di quest e, da processi di consenso f ormale.

2. Il primum movens dell’inappropriat ezza prof essionale è l’asimmet ria inf ormat iva t ra evidenze scient if iche disponibili e conoscenze int egrat e dai medici nelle proprie decisioni e inf ormazioni ut ilizzat e da cit t adini e pazient i.

3. L’inappropriat ezza prof essionale può essere in eccesso (overuse) o in dif et t o (underuse): ridurre la prima permet t e di recuperare risorse,

implement are la seconda richiede invest iment i. Di conseguenza, qualunque st rat egia per ridurre l’inappropriat ezza prof essionale deve essere guidat a dal principio del “disinvest iment o e riallocazione”, perché in t ut t i i percorsi assist enziali convivono aree di overuse e di underuse.

4. Una prescrizione non può essere dicot omicament e classif icat a come appropriat a/inappropriat a: esist e una cat egoria int ermedia di dubbia

appropriat ezza inf luenzat a dalle zone grigie della ricerca, dalla variabilit à di malat t ie e condizioni e dalle pref erenze e aspet t at ive di cit t adini e pazient i.

5. L’inappropriat ezza prof essionale, in part icolare quella relat iva ai t est diagnost ici, non può essere “giust if icat a” solo dalla medicina dif ensiva, alla quale si af f iancano alt re det erminant i di sovra-ut ilizzo: ipot rof ia del

ragionament o diagnost ico ipot et ico-dedut t ivo, logiche di f inanziament o e incent ivazione di aziende e prof essionist i basat e sulla produzione di

prest azioni, medicalizzazione della societ à, aspet t at ive di cit t adini e pazient i, t urnover delle t ecnologie sanit arie, conf lit t i di int eresse.

6. Secondo la scienza che st udia come modif icare i comport ament i

prof essionali, non esist ono evidenze che support ano l’ef f icacia delle sanzioni economiche per ridurre l’inappropriat ezza prescrit t iva.

7. Il cont inuo increment o dell’of f ert a e l’ut ilizzo indiscriminat o delle t ecnologie diagnost iche cont ribuisce all’eccesso di medicalizzazione della societ à perché la t ecnologia, prof ondament e radicat a nel nost ro concet t o di malat t ia e nella nost ra cult ura, genera at t i di f ede non basat i sulle evidenze.

8. È indif f eribile una reale implement azione dell’HT A per migliorare la governance delle innovazioni t ecnologiche, dismet t endo quelle obsolet e e int roducendo nella prat ica clinica solo quelle che, olt re a present are chiare evidenze di reali benef ici, hanno un elevat o value.

9. È indispensabile ricost ruire un’adeguat a relazione medico-pazient e,

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f ornendo inf ormazioni bilanciat e su rischi e benef ici degli int ervent i sanit ari, permet t endo così al pazient e di prendere decisioni realment e inf ormat e.

10. Le Ist it uzioni devono inf ormare adeguat ament e cit t adini e pazient i sull’ef f icacia, sicurezza e appropriat ezza degli int ervent i sanit ari, al f ine di arginare quell’asimmet ria inf ormat iva t ra ricerca e assist enza, che genera aspet t at ive irrealist iche nei conf ront i di una medicina mit ica e di una sanit à inf allibile, aument ando il cont enzioso medico-legale.

Nino Cart abellot t a

President e Fondazione GIMBE nino.cart abellot t [email protected]

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Riferimenti

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