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Turbine eoliche offshore: i nuovi giganti del mare non temono rivali

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Academic year: 2022

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Turbine eoliche offshore: i nuovi giganti del mare non temono rivali

Nuovi confini per l’eolico offshore, la nuova frontiera dell’energia eolica in mare aperto. Arrivano infatti, dai colossi Siemens Gamesa Renewable Energy (SGRE), General Electric e Vestas, gli annunci dell’imminente arrivo di nuove turbine eoliche capaci di produrre fino a 12 MW di energia capace di coprire i consumi elettrici annuali di 16.000 abitazioni. Numeri incoraggianti e quasi stupefacenti quelli annunciati dalle case produttrici, che fanno del crescente ed inarrestabile mercato dell’eolico offshore, uno dei mercati più prolifici e promettenti del settore delle energie rinnovabili.

Vantaggi dell’eolico offshore

Con l’espressione ‘eolico offshore’, si intende un impianto eolico installato in mare aperto, ad alcune miglia dalla costa. Ma perché pensare di sfruttare i fondali marini rispetto la terra ferma per l’installazione di nuove turbine eoliche? Le motivazioni sono diverse e tutte molto vantaggiose.

Cominciamo col dire che le turbine eoliche installate in mare aperto permettono di produrre più energia rispetto quelle installate sulla terra ferma. L’abbondanza di spazio e la presenza di venti più forti e costanti rispetto quelli insistenti sulla terra ferma infatti, fanno si che le turbine eoliche offshore producano il 40% di energia in più rispetto quelle terrestri (onshore). Un dato da non sottovalutare quest’ultimo, soprattutto considerati i costi di realizzazione di tali impianti, che ad oggi, nonostante la crescente

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domanda, risultano ancora essere circa il doppio rispetto al tradizionale eolico onshore.

Nonostante ciò, gli impianti eolici offshore, sono in costante crescita per via dei molteplici vantaggi:

Impianti di dimensioni maggiori: data la loro installazione in mare aperto, le dimensioni dei sistemi offshore possono essere smisurate. Dimensioni maggiori, sono indice di una maggiore energia accumulata e quindi di una maggiore efficienza.

Minor pericolo per gli animali: da sempre potenziale nemico dell’avifauna, con l’installazione dei sistemi offshore, il rischio per gli uccelli, i pipistrelli e i rapaci di scontrarsi contro le enormi pale roteanti è notevolmente ridotto;

Minor inquinamento acustico: da sempre criticate per il rumore provocato dalla rotazione delle pale, con l’installazione dei sistemi offshore in alto mare, si abbatte notevolmente il rischio d’inquinamento acustico e l’impatto estetico legato alla vista degli enormi impianti;

Nessuna interferenza con l’ambiente circostante: secondo alcuni ricercatori, i sistemi offshore creano zone di ripopolamento e biodiversità sui fondali marini, così come già accade per le pile e gli ancoraggi delle piattaforme petrolifere, creando un nuovo tipo di equilibrio ecologico nell’habitat preesistente;

Protezione da uragani e tempeste: uno studio condotto dall’Università di Delaware in collaborazione con l’Università di Standford ha dimostrato, per mezzo di modelli matematici, che la presenza di impianti offshore riduce drasticamente la potenza distruttiva generata dagli uragani in quanto, con la loro stazza rallentano i venti di rotazione esterna di quest’ultimi riuscendo di fatto a “diminuire l’altezza delle onde, riducendo il movimento dell’aria interna dell’uragano, incrementando

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la pressione centrale, che permette di rallentare il vento del ciclone e farlo dissipare più velocemente”.

Le nuove turbine della Siemens Gamesa Renewable Energy (SGRE)

Con gli ingenti costi di realizzazione dovuti alla costruzione di apposite fondazioni marine per l’ancoraggio dei generatori, e d i l i n e e e l e t t r i c h e s u b a c q u e e p e r i l t r a s p o r t o dell’elettricità sulla terra ferma, non stupisce che la tendenza delle case produttrici sia quella di costruire macchine sempre più potenti ed efficienti.

Siemens Gamesa Renewable Energy (SGRE) ha annunciato l’imminente uscita sul mercato di un nuovo aerogeneratore capace di produrre 10 MW e soddisfare i consumi di circa 10.000 famiglie. Numeri stratosferisci quelli dichiarati dal colosso Siemens Gamesa, che nel materiale informativo dichiara di raggiungere grazie alla realizzazione di un rotore più ampio ed alla tecnologia Direct Drive di SGRE. L’SG 10.0-193 DD, il nuovo generatore proposto dalla SGRE infatti, vanterà un rotore del diamentro di 193 metri, con pale di 94 metri di lunghezza capaci di garantire un’area spazzata di 29.300 m2 e la produzione di circa il 30% di energia in più rispetto al suo predecessore SG 8.0-167 DD con capacità di 8 MW.

Focus sulla tecnologia Siemens

La tecnologia Direct Drive inoltre, spiegano riesca, per mezzo di semplificazioni progettuali, a ridurre il numero di componenti soggetti a usura ed a migliorare l’efficienza delle turbine utilizzando un generatore a magnete permanente che non ha bisogno di energia di eccitazione. A queste si aggiungono le innovazioni nella stabilizzazione della produzione di energia tramite il sistema High Wind Ride Through (HWRT) e lo sviluppo della tecnologia Integral Blade che permette la

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realizzazione delle pale con un’unica gettata permettendo di eliminare così le aree più deboli in corrispondenza dei giunti incollati.

Secondo i piani della società, le nuove turbine verranno inizialmente prodotte nello stabilimento SGRE di Cuxhaven in Germania, prevedendo l’installazione del primo prototipo nel 2019 e l’implementazione e commercializzazione del prodotto sul mercato internazionale nel 2022. Nulla di impossibile per Siemens Gamesa dunque, soprattutto in vista dello sviluppo di nuovi mercati in tutto il mondo che, secondo quanto annunciato dal capo della Offshore Business Unit di Siemens Gamesa, Andreas Nauen, consentiranno alla società, tramite l’SG 10.0-193 DD “di essere leader nel mercato delle turbine offshore”.

Ma quello che ancor più rende allibiti è che, nonostante i numeri della nuova turbina proposta da Siemens Gamesa siano sicuramente ‘fuori scala’ rispetto quelli presenti sul mercato attuale, il generatore proposto dalla multinazionale spagnola (SGRE) potrebbe anche non essere l’unico ed il più grande mai realizzato.

Anche la società Vestas infatti, ha dichiarato di avere intenzione di immettere sul mercato entro il 2021 generatori da 10 MW con rotori del diametro di 164 metri e pale da 80 metri l’una capaci di garantire un’area spazzata di 21.124 m2, ma sono i numeri dichiarati dal colosso americano General Electric a lasciare totalmente di stucco.

L’aerogeneratore proposto dalla General Electric Renewable Energy

Nella primavera del 2018 infatti, anche la General Electric Renewable Energy, altro colosso mondiale del mercato eolico offshore, ha annunciato il progetto di un super-aerogeneratore capace di produrre 12 MW e soddisfare le esigenze annuali di

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16.000 abitazioni.

Haliade-X, il nome dell’aerogeneratore proposto dalla General Electric che vanta 260 metri di altezza complessiva e 220 metri di diametro del rotore, con pale di 107 metri di lunghezza capaci di spazzare un’area di 38.000 m2 e che secondo GE produrrà singolarmente fino a 67 GWh di elettricità in un anno.

Un progetto tutt’altro che folle quello proposto dal colosso americano, sul cui sviluppo dichiara di aver programmato un investimento di 400 milioni di dollari nei prossimi 3-5 anni.

Notevoli i punti di forza elencati dalla società General Electric. Secondo quest’ultima infatti, Haliade-X, presenta un fattore di capacità del 63%, vantando cinque punti sopra lo standard del settore e dichiarando che ogni punto incrementale del fattore di capacità rappresenta circa 7 milioni di dollari di entrare per i clienti durante la vita del parco eolico.

Approfondisci il tema sulla turbina eolica più grande al mondo prodotta dalla General Electric

D’altronde il futuro adesso è sostenibile, ed il mercato dell’eolico offshore è in piena espansione spingendo l’industria dell’energia rinnovabile ad aggiornarsi e proiettarsi sempre oltre facendo sognare una capacità di installazione di 100 GW entro il 2030 rispetto ai 14 GW dei giorni nostri.

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