• Non ci sono risultati.

caratteristiche della Legge 107/15

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "caratteristiche della Legge 107/15"

Copied!
19
0
0

Testo completo

(1)

«La Buona Scuola»: le caratteristiche della Legge 107/15

La Buona Scuola, questo il tema della giornata–studio che ha coinvolto insegnati di religione e studenti dell’istituto di Scienze religiose della Pontificia Universitas Antonianum, proprio presso le sale dell’ateneo, sulla legge 107/15 del precariato dei docenti.

Martedì 19 aprile 2016, i saluti iniziali sono stati quelli del prof. Salvatore Barbagallo, preside dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Redemptor Hominis”, del Responsabile I.R.C. della Diocesi sorana, don Nello Crescenzi e del Direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della stessa Diocesi, don Alessandro Rea. La relatrice prof.ssa Caterina Papi, vice preside dell’Istituto “Redemptor Hominis”, ha condotto il dibattito tra il prof. Sergio Cicatelli (legge 107), che in ambito giuridico è una delle massime cariche sui problemi istituzionali degli Irc data la sua decennale esperienza come dirigente scolastico e la prof.ssa Rossana Cuccurullo (Piano Offerta Formativa Triennale) pedagogista e docente universitaria.

Il primo dato è la semplice assenza di qualsiasi riferimento agli insegnanti di religione o all’insegnamento della religione cattolica. Di per sé non sarebbe un problema, dato che la legge si occupa in generale della gestione del personale docente senza entrare nei dettagli delle singole materie, salvo qualche eccezione, ma il legislatore ha commesso in questo caso una grave dimenticanza, avendo trascurato di considerare questa presenza scolastica, che è regolata da norme particolari.

In sintesi, ha esposto il prof. Cicatelli, la legge 107 vuole

(2)

essere l’eliminazione o almeno la forte riduzione del precariato. I nuovi docenti assunti andranno a costituire il cosiddetto organico dell’autonomia, che sarà in futuro lo s t r u m e n t o c o n c u i l e s c u o l e a s s i c u r e r a n n o l a l o r o diversificata offerta formativa. Purtroppo il legislatore si è dimenticato che accanto ai docenti di ruolo e ai supplenti esiste una terza figura di stato giuridico, costituita dagli insegnanti di religione incaricati. Legge burocratica, come negli ultimi anni, costituita da noi “addetti ai lavori” quali insegnanti e pedagogisti, non da politici come ai giorni nostri.

Il pericolo più grosso è però celato nella struttura dell’organico dell’autonomia, che a norma della legge 107 è costituito dai posti comuni, da quelli di sostegno e da quelli di potenziamento. Dato che l’insegnamento della religione cattolica non rientra in nessuna delle tre categorie, la conseguenza è che gli insegnanti di religione non appartengono all’organico dell’autonomia. Mentre la prof.ssa Cuccurullo ha dato un amplio sguardo sulla “giungla delle caratteristiche”

del piano formativo scolastico.

La prof.ssa Mary Melone Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum ha salutato tutti i convenuti.

L’iniziativa ha ricevuto l’approvazione del Servizio Nazionale per l’Insegnamento della Religione Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana come corso di aggiornamento destinato agli insegnanti di religione cattolica di ogni ordine e grado.

Alessandro Rea

(3)

Don Nello Crescenzi (Responsabile IRC diocesano)

prof. Salvatore Barbagallo, preside dell’Istituto superiore di Scienze religiose “Redemptor Hominis”

(4)

Don Alessandro Rea (dir Ufficio Comunicazioni Sociali diocesano)

prof.s sa Caterina Papi, vice preside dell’Istituto “Redemptor Hominis”

(5)

prof.ssa Rossana Cuccurullo (Piano Offerta Formativa Triennale) pedagogista e docente universitaria

prof. Sergio Cicatelli (legge 107), dirigente scolastico ed esperto in ambito giuridico sui problemi istituzionali degli Irc

prof.ssa Mary Melone Rettore Magnifico della Pontificia Università Antonianum

(6)

Presentazione Pastorale Digitale 2.0 e firma accordo Antonianum [Video]

http://www.diocesisora.it/pdigitale/presentazione-pastorale-di gitale-2-0-video/

Non silenziamo la fede: la

“Pastorale digitale” vola alta!

La premiazione del concorso del concorso Ri-Clicca il Presepe (con anche le dicitura Re-Twitta), nella sua seconda edizione ha sbancato ancora.

Nella cornice del Palazzo Ducale di Atina, domenica 24 gennaio ore 17, il team di “Pastorale digitale” ha premiato i partecipanti al presepe. A presentare la serata Tonino Bernardelli, da sempre ottimo moderatore; al tavolo dei relatori sedevano Adriana Letta, direttore aggiunto all’ufficio Comunicazioni sociali; Riccardo Petricca, uno degli ideatori della nuova sezione digitale della Diocesi; don Alessandro Rea, direttore dell’omonimo ufficio; il webmaster Enrico Mancini ed il Vescovo diocesano Mons. Gerardo Antonazzo. Gli intervalli musicali sono stati curati dal

(7)

Maestro Piercarlo Gugliotta che ha accompagnato al pianoforte il coro Voci dell’Anima, diretto dal Maestro Lea Leone.

Nella prima parte si è messo in luce il cammino, diciamo

“digitale”, dell’Annuncio, promuovendo non solo un nuovo modo di “fare chiesa”, ma l’aspetto dell’immediatezza della fede che viene fruita attraverso i canali web, mettendo in comunione esperienze ed attività. E tutto questo, non a caso, nel giorno in cui la Chiesa ricorda San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti e di tutti gli operatori della comunicazione, dando spazio al messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale delle comunicazioni sociali. Nella seconda parte spazio invece alla premiazione dei vincitori del concorso, il cui scopo fondamentale è stato quello di portare alla riscoperta del presepe, da quello parrocchiale a quello realizzato nell’intimità della famiglia, a quelli realizzati da associazioni, scuole, e infine i presepi viventi. Per la categoria privati, i vincitori sono stati: la famiglia Gabriele Giovanni, Leonardo Bonavenia, Luigi D’Arpino, la famiglia Pallagrosi e Raffaella Gerardi. Per la categoria Re- Twitta il presepe: un primo posto ad ex-equo per la Parrochia San Giovanni Battista di Civitella Roveto ed il presepe vivente della parrocchia di San Pietro Apostolo a Cassino, mentre al terzo posto troviamo la parrocchia di Sant’Antonino Martire, Pico. Per la categoria Re-Clicca il presepe: Forever in Expo, di Fontechiari, Centro Pastorale San Luca e Circolo socio-culturale San Luigi Gonzaga di Sora. I premi speciali della Pastorale digitali sono andati a Parrocchia di Santa Maria del Carmine a Rosanisco, Parrocchia di San Giuseppe e San Gennaro a Picinisco, Chiesa di San Carlo ad Isola del Liri. Infine i vincitori in assoluto, nella categoria generale, dove il primo classificato ha ottenuto più di un milione di visualizzazioni: Chiesa San Sosio Arpino, Chiesa Santa Maria Salome a Castelliri, Santa Maria della Vittoria a Isoletta d’Arce, San Michele a Pietrafitta e Sant’Antonino Martire a Pico.

(8)

– don Alessandro Rea

(9)
(10)
(11)
(12)
(13)
(14)

Omelia per l’inizio del ministero di parroco di don Alessandro Rea

La parola ti renda voce

Omelia per l’inizio del ministero di parroco di don Alessandro Rea

Fontechiari, 6 dicembre 2015 – II domenica d’Avvento

Il tempo dell’Avvento è il tempo del cammino verso Colui che viene. La preghiera iniziale della Colletta incoraggia a chiedere al Signore che “il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio”. Questo movimento del credente deve esprimere il desiderio ardente del cuore, l’apertura sapiente dell’intelligenza e l’operosità del nostro stile di vita sobrio e vigilante.

Nella gioia dell’attesa del Signore, questa comunità accoglie oggi don Alessandro in qualità di parroco. Solo in apparenza sembra non cambiare nulla, dal momento che già da qualche anno don Alessandro svolge il suo ministero in mezzo a voi in qualità di Amministratore parrocchiale. Di fatto, il rito che seguirà alla celebrazione della Parola esprime in modo chiaro la responsabilità pastorale del parroco, soprattutto nella prospettiva peculiare e specifica della stabilità, della

(15)

fedeltà nel servizio della Chiesa e nella totalità della dedizione alla comunità di cui è costituito pastore ad immagine di Cristo (Gv 10).

La vocazione profetica

L’entrata in scena del Battista nel racconto di s. Luca coincide con la venuta della Parola di Dio su di lui. La missione di Giovanni è caratterizzata prima di tutto dall’incontro con la Parola di cui diventerà “voce” profetica con il suo stile di vita e con il fuoco delle sue parole. Il

“venire” della Parola corrisponde ad una vera investitura profetica. L’Antico Testamento presenta la missione profetica come l’incontro con la Parola: ad essa è sottoposta l’esistenza del chiamato. Ciò richiede ascolto obbediente dal quale dipende la fedeltà di colui che dovrà annunciare non la propria volontà ma le intenzioni di Dio per il bene e la salvezza del suo popolo. Di fronte a questa Parola il profeta non può tacere per paura, per vergogna o per vigliaccheria. Il destino di salvezza o di perdizione del popolo potrà dipendere anche dalla coerenza del profeta nell’ annunciare la parola per la conversione. Il Battista è consapevole della sua missione, e a quanti dopo averlo ascoltato con interessa e stupore gli chiederanno: “Che cosa dici di te stesso?”, dichiarerà: “Io sono voce di uno che grida nel deserto” (Gv 1,23). Commenta s. Agostino: “Giovanni la voce, il Signore, invece, in principio era il Verbo. Togli la parola, che cos’è la voce? Non ha nulla di intellegibile, è strepito a vuoto. La voce, senza la parola, colpisce l’orecchio, non apporta nulla alla mente… E poiché è certo difficile distinguere la parola dalla voce, anche lo stesso Giovanni fu ritenuto il Cristo. La voce fu creduta la Parola: ma la voce riconobbe se stessa per non recare danno alla Parola” (Discorso 293,3).

La Parola nel deserto

(16)

Nel vangelo di Luca per ben due volte si parla oggi del deserto, rivelandone due volti diversi. Innanzitutto Giovanni vive nel deserto: quindi la parola di Dio lo coglie nel luogo della solitudine e dell’essenzialità. Nel deserto nessuno ti ascolta. Non puoi parlare con nessuno e nessuno ti parla. Nel deserto vai, se vuoi, per ascoltare Dio, per parlare con lui.

È il luogo dove Dio è l’unica persona presente alla tua vita, alle tue parole, ai tuoi occhi, alle tue orecchie, al tuo cuore. Senza di lui il deserto è la morte.La solitudine sviluppa la gioia del silenzio, mentre l’essenzialità del deserto insegna a riporre la propria fiducia e sicurezza solo in Dio. Il deserto ti priva di oggi appoggio umano, materiale e psicologico. Per questo nella ricca ed esemplare tradizione biblica il deserto rappresenta la condizione migliore per cogliere e accogliere l’evento della Parola. Il deserto educa alla capacità di ascoltare, perché solo il silenzio è grembo che dà vita alla Parola.

In secondo luogo, il Battista, costituito “voce” della Parola, grida “nel deserto”. La sua voce porta un grido di speranza nella desolazione delle prove e delle fatiche che logorano il cammino dell’uomo. Se nel primo significato il “deserto” fa riferimento ad una condizione felice e ottimale di incontro con la Parola, nella seconda ricorrenza il “deserto” rivela anche il suo volto negativo, perché richiama un cammino impervio, con le difficoltà dei burroni, dei colli e dei monti, delle vie tortuose e accidentate. Ognuno di noi attraversa il deserto del peccato che ci rende prigionieri delle nostre debolezze. Nel deserto del peccato si perde la gioia, perché nella profondità del cuore manca la vera soddisfazione. Tanti attraversano il deserto della malattia.

Quando si gode ottima salute si pensa alla malattia come qualcosa che colpisce sempre gli altri, ma può accadere che, ad un tratto, si venga catapultati in questo deserto inospitale di cui, alle volte, non se ne scorge la fine. Altre

(17)

persone attraversano il deserto dei problemi familiari. Anche questo è un deserto terribile che porta desolazione, afflizione, tormento, angoscia, dolore, preoccupazioni. Altri ancora devono misurarsi con il deserto difficile dei tradimenti, delle scaltrezze, della malizia, dell’orgoglio, dell’incomprensione.

La parola del profeta incoraggia e consola, annunciando che alla fine del sofferto cammino “ogni uomo vedrà la salvezza di Dio” (Lc 3,6). Tutta l’opera di s. Luca (Vangelo e Atti) è il racconto di una salvezza estesa a tutti. Le immagini apocalittiche, soprattutto il livellamento delle strade, indicano una grande speranza. Giovanni, infatti, prepara la venuta del Messia salvatore, così come si spianava la strada per accogliere un sovrano che preannuncia un’era di pace e di benessere.

Dio porta a compimento

Carissimo don Alessandro, il prete è innanzitutto l’uomo della Parola. Il rito di ordinazione diaconale si conclude con la consegna del libro dei vangeli, accompagnata dalle parole del Vescovo: “Ricevi il Vangelo di Cristo del quale sei divenuto l’annunziatore”. Le promesse che siamo invitati a fare nell’ordinazione diaconale e presbiterale sono concluse da questo augurio: “Dio che ha iniziato in te la sua opera, la porti a compimento”. Anche nel testo paolino di questa liturgia abbiamo ascoltato le parole dell’apostolo rivolte ai filippesi impegnati nella cooperazione per il Vangelo: “Sono persuaso che colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento” (Fil 1,6). La diffusione del Vangelo è per l’apostolo Paolo motivo di gioia e di tenerezza.

E’ affezionato ai filippesi in maniera particolare; è raro che egli si abbandoni così nei suoi scritti. Se il suo cuore è nella gioia, è perché i cristiani di Filippi sono attaccati al Vangelo, non solo perché hanno ascoltato la predicazione

(18)

dell’apostolo, ma anche per aver preso parte alla sua opera missionaria di annuncio.

Anche per noi questo costituisce la prima e fondamentale gioia: l’annuncio della Parola, la conversione dei nostri stili di vita per aver creduto alla predicazione, la partecipazione alla diffusione della Parola.

Il presbitero deve imparare ad amare sempre di più la Parola, per insegnare ad amarla. Dovrà rispettare la sua forza e dolcezza, sarà parola di consolazione e parola di correzione, parola che ferisce e risana, come una spada a doppio taglio (cfr. Ebr 4,12). Bisogna davvero amare la Parola più di se stessi, più dei propri timori e remore, più di ogni compromesso e vigliaccheria: “Amo la mia vecchia Bibbia, quella che ha accompagnato metà della mia vita. Ha visto la mia gioia, è stata bagnata dalle mie lacrime: è il mio inestimabile tesoro. Vivo di lei e per niente al mondo la darei via… Che cosa tenete in mano?”. Un capolavoro letterario? Una raccolta di antiche e belle storie? Tra le mani avete “qualcosa di divino”, “un libro come fuoco, un libro nel quale Dio parla” (Papa Francesco, Prefazione alla bibbia per ragazzi).

La gioia di s. Paolo nella seconda lettura di oggi è la gioia del Vangelo e per il Vangelo (‘evangelii gaudium’), l’unico motivo dal quale può dipendere ogni altra ragione di vita del presbitero, e senza del quale nulla può renderci pienamente felici di fronte a Dio.

+ Gerardo Antonazzo

(19)

Il vescovo Gerardo benedice la pastorale della comunicazione

http://www.pastoraledigitale.org/il-vescovo-gerardo-benedice-l a-pastorale-della-comunicazione/

Foto:

http://www.diocesisora.it/pdigitale/

Riferimenti

Documenti correlati

N° schede compilate/n° di pazienti che accedono alla prima visita di follow up per pregresso tumore della. mammella o

Oscar Bertetto Mario Boccadoro Franco Berrino Daniela Boggio Bertinet Riccardo Bussone Stefania Cazzoli Libero Ciuffreda Ottavio Davini Michela Donadio Etta Finocchiaro

La pace interiore delle persone è molto legata alla cura dell’ecologia e al bene comune, perché, autenticamente vissuta, si riflette in uno stile di vita equilibrato unito a

Consideriamo la vita all'aperto nella natura e la conoscenza delle meraviglie prodotte dalla cultura conoscenza delle meraviglie prodotte dalla cultura. dell'uomo

Malattie dell'apparato circolatorio Tumori maligni Malattie dell'apparato respiratorio Malattie del sistema nervoso Traumatismi e avvelenamenti Malattie dell'apparato digerente

Correlazione tra alimentazione e salute (scienze): la doppia piramide alimentare, la dieta mediterranea ed il concetto di dieta sostenibile.. Aspetti economici, sociali

importante pertanto ritrovare ed alimentare il ruolo della comunità, come garante della trasmissione di tutti i saperi legati alle culture materiali e sociali.. Tra queste

Ambito disciplinare STORICO – GEOGRAFICO (italiano - storia – geografia) Ambito disciplinare ETICO - LINGUISTICO – RELIGIOSO – EDUCAZ CIVICA (italiano –