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Giugno 2017
DS_00_00
g.p.
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1 2 3 4 5
r.r. r.r.
RELAZIONE TECNICA
Spazio per Enti :
RECUPERO AMBIENTALE CAVA DI TUFO CALCAREO n. 496 DENOMINATA "CODA
VOLPE - KATANA" SITA IN CONTRADA CODA VOLPE NEL COMUNE DI CATANIA
Progettazione :
Ing. Rosario Riolo
Committente: KATANA TRASPORTI s.r.l.
Via F. Ciccaglione, 5 - CATANIA
Ing. Giuseppe Pititto
INDICE
1 PREMESSA pag. 2
2 UBICAZIONE ED ANALISI TERRITORIALE DEL BACINO pag. 3
2.1 Inquadramento geografico pag. 3
2.2 Inquadramento territoriale (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo pag. 3 relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
2.3 Inquadramento idrografico pag. 4
2.4 Inquadramento naturalistico pag. 5
3 INTERVENTO PROGETTUALE pag. 6
3.1 Scopi e finalità (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo pag. 6 relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
3.2 Assetto territoriale (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo pag. 6 relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
3.3 Sistemazione del terreno (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo pag. 7 relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
4 STUDIO IDROLOGICO pag. 9
4.1. Studio Idrologico da “P.A.I. (2005) pag. 9
4.2. Studio Idrologico condotto mediante TCEV pag. 9
5 STUDIO IDRAULICO DELL’AREA pag. 12
5.1. Verifiche Idrauliche da “P.A.I. (2005)”. pag. 12
5.2. Studio idraulico pag. 12
6 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO DI FATTO pag. 14
ALLEGATI pag. 18
Allegato 1 Legge probabilità TCEV.
Allegato 2 Curva di probabilità pluviometrica Lentini Città.
Allegato 3 Stralcio dell’elaborato grafico relativo alla composizione dello strato finale di copertura.
1 PREMESSA
Oggetto della presente relazione è lo studio idraulico-idrologico relativo al recupero ambientale della ex cava di tufo calcareo n. 496 denominata "Coda Volpe - Katana" sita in contrada Coda Volpe, territorio del Comune di Catania, già autorizzata dal Distretto Minerario di Catania con Provvedimento n. 38/2002 del 16/12/2002 per la durata di anni quindici e cessata all'esercizio anticipatamente in data 24/06/2012.
Le acque meteoriche provenienti dal bacino idrografico dell’area in questione sono esclusivamente quelle relative al ruscellamento sulla futura copertura della ex cava; tali acque meteoriche verranno convogliate negli esistenti sottopassi ubicati al di sotto della SS 194 Catania- Ragusa e da qui verso i relativi impluvi naturali del terreno.
Tali sottopassi, come peraltro si evince dalla allegata documentazione fotografica e dalle loro dimensioni , sono stati realizzati contemporaneamente alla SS 194 Catania-Ragusa per soddisfare un duplice scopo: consentire il drenaggio delle acque piovane delle zone di monte e consentire il passaggio della fauna ricostituendo la continuità dell’ecosistema che la nuova via di comunicazione andava ad interrompere.
Nella presente relazione ci occuperemo esclusivamente di verificare la compatibilità idraulica dello sversamento delle acque meteoriche in corrispondenza dei sottopassi esistenti ubicati al di sotto della SS 194.
Le elaborazioni idrologiche ed idrauliche riportate nella presente relazione si riferiscono allo stato di ultimazione dei lavori, ossia in presenza dello strato finale di copertura costituito da terra umifera vegetale, di circa 0,50 m di spessore, tale da permettere l’utilizzo colturale.
Sono parte integrante i seguenti elaborati:
Elaborato Descrizione elaborato Scala
DS_00_00 Relazione tecnica - Documentazione fotografica -
DS_01_00 Corografia generale della zona con individuazione del bacino idrografico Corografia a colori del PAI di riferimento
1:25.000 1:10.000 1:5,000 DS_02_00 Planimetria generale della zona con individuazione del bacino idrografico 1:1.000
2 UBICAZIONE ED ANALISI TERRITORIALE DEL BACINO 2.1 Inquadramento geografico.
La ex cava "Coda Volpe - Katana" ricade nel Foglio 270 111 SO della Carta d'Italia edita dall’IGM scala 1:25.000, tavoletta denominata "Villaggio Delfino".
Catastalmente comprende le particelle nn. 25-37-39-102-381 del Foglio di mappa n. 62 N.C.T.
del Comune di Catania.
Per raggiungere la cava bisogna percorrere la S.S. 194, che inizia dal ponte Primosole, sino al Km 2 ove sulla sinistra si nota la ex-cava oggetto della presente relazione.
Ubicazione dell’area di interesse ed inquadramento geografico.
2.2 Inquadramento territoriale (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe) L'area di cava è compresa in un pianoro collinare a pendenza nord-sud intorno al 12% con quote
comprese tra 50,00 e 31,00 metri s.l.m. in corrispondenza della S.S. 194 relativa al declivio settentrionale della contrada Coda di Volpe, degradante dolcemente verso il mare.
L'area di cava presenta una scarsa ed a tratti inesistente copertura vegetale, costituita esclusivamente da sterpaglie, con assoluta mancanza di piante ad alto fusto.
[….]
La placca calcarenitica che comprende la cava di che trattasi è delimitata a nord ed a sud rispettivamente dai fiumi Gornalunga e S. Leonardo; l'area di cava ricade, comunque, a sufficiente distanza da entrambi i corsi d'acqua.
Per le caratteristiche idrogeologiche della zona i terreni non oppongono alcuna difficoltà al deflusso naturale dell'acqua. Il problema principale è quello di trattenere parte delle acque meteoriche nel terreno, da fare assorbire gradatamente al seminativo a cui è destinato il pianoro da realizzare.
Si andranno quindi a specificare le modalità del recupero ambientale ed in particolare della sistemazione finale del piazzale di cava su un fondo agronomicamente ingovernabile per la scarsità di terreno umifero vegetale presente in modo alquanto discontinuo.
Per quanto riguarda lo smaltimento delle acque meteoriche che pervengono direttamente nel pianoro da realizzare, in considerazione sia delle modeste superfici esposte, che del buon grado di permeabilità posseduto dalle calcareniti, si ritiene che tali condizioni possano essere sufficienti per smaltire per infiltrazione dette acque e farle defluire naturalmente in direzione est, in rispetto del versante e della morfologia originaria.
E comunque alla base del pianoro verrà realizzato un fosso di guardia per convogliare le acque zenitali raccolte nelle aste di impluvio naturali esistenti nella zona orientale del sito.
[….]
Da dire, infine, che non si è mai registrata nessuna acqua stagnante in tutto il sito della cava.
L'intera superficie del fondo catastalmente risulta essere sede di serninativo, ma in realtà, ad eccezione delle zone interessate dall'intervento estrattivo della cava è sede di incolto produttivo.
Si intende colmare il vuoto creato dall'attività estrattiva, creare un pianoro alla stessa quota di piano campagna di 48,00 metri s.l.m. leggermente degradante verso nord, con materiale inerte del tipo misto calcarenitico (o comunque compatibile con le caratteristiche chimico-fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell'area da recuperare) il cui contenuto dei contaminanti risulti conforme a quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale,
in funzione della specifica destinazione d'uso del sito.
Il materiale inerte, nella maggiore quantità, sarà costituito dal lapideo calcarenitico proveniente dagli sbancamenti realizzati nella discarica di contrada Coda Volpe esercita dalla società Sicula Trasporti srl di Catania, per la realizzazione dei vuoti da destinare alla discarica di rifiuti solidi urbani.
2.3 Inquadramento idrografico
L'idrografia superficiale della zona è senza dubbio dominata dal fiume Simeto ed in subordine dai numerosi corsi d'acqua che dall'altopiano si immettono quasi parallelamente tra loro nello specchio di mare compreso tra Catania ed Augusta.
In dettaglio la ex cava “Coda Volpe” ha uno sviluppo planimetrico complessivo di circa 69.500 m2, mentre il relativo bacino idrografico si estende complessivamente per una superficie di circa 86.800 m2.
Tale superficie ha forma allungata in direzione NO-SE. L'andamento altimetrico e morfologico allo stato è caratterizzato da una superficie degradante da sud verso nord. Di seguito si riportano le principali caratteristiche geomorfologiche del bacino idrografico a lavori ultimati.
Superficie del bacino S = 0,0868 Km2
Altitudine massima del bacino Hmax= 50,00 m s.l.m.
Altitudine di chiusura a valle del bacino Hmin = 31,00 m s.l.m.
2.4 Inquadramento naturalistico
L’area oggetto della presente relazione non ricade né in SIC “Sito di Importanza Comunitaria”
(SIC) né in ZPS “Zona di protezione speciale”.
3 INTERVENTO PROGETTUALE
3.1 Scopi e finalità (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
L'ipotesi progettuale parte dal presupposto che, trattandosi di un terreno agronomicamente ingovernabile e selvaggio, principalmente perchè la formazione calcarenitica che si è estratta si presentava per lo più a giorno in un insieme di pietrame con assenza di terreno umifero vegetale che non ha permesso nel passato l'azione di mezzi meccanici (trattori) per una coltivazione agraria, si debbano formare un piazzale, uniforme e pianeggiante per formare un habitat umifero in grado di restituirlo ad attività agricola in particolare a seminativo per realizzare un ecosistema che si armonizzi con il territorio circostante.
3.2 Assetto territoriale (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe)
Si intende colmare il vuoto creato dall'attività estrattiva, creare un pianoro alla stessa quota di piano campagna di m. 48 s.l.m. leggermente degradante verso nord, con materiale inerte del tipo misto calcarenitico (o comunque compatibile con le caratteristiche chimico-fisiche, idrogeologiche e geomorfologiche dell'area da recuperare) il cui contenuto dei contaminanti risulti conforme a quanto previsto dalla legislazione vigente in materia di messa in sicurezza, bonifica e ripristino ambientale, in funzione della specifica destinazione d'uso del sito.
Il materiale inerte, nella maggiore quantità, sarà costituito dal lapideo calcarenitico proveniente dagli sbancamenti realizzati nella discarica di contrada Coda Volpe esercita dalla società Sicula Trasporti srl di Catania, per la realizzazione dei vuoti da destinare alla discarica di rifiuti solidi urbani.
l materiali inerti ammessi alla ripiena saranno accompagnati dal test di cessione e caratterizzazione a garanzia della non tossicità o nocività degli stessi e sono quelli riportati nel D.M.
05/02/1998 pubblicato sulla G.U.R.I. n. 88 del 16/04/1998: " lndividuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.L.vo 05/02/1997 n.
22" e quelli contemplati dal DM 186 del 05/04/2006 pubblicato sulla GURI n. 115 del 19/05/2006 che va ad elencare le voci di inerti non pericolosi utilizzabili per opere di recupero ambientale, e precisamente:
Tipologia 7.1 Rifiuti costituiti da laterizi, intonaci, conglomerati di cemento armato e non, comprese le traverse e traversoni ferroviari i pali in calcestruzzo armato provenienti da linee ferroviarie telematiche ed elettriche e frammenti di rivestimenti stradali.
CER 101311-170101-170102-170103-170107-170802-170904-200301.
Tipologia 7.2 Rifiuti di rocce da cave autorizzate.
CER 010410-010413-010399-010408.
Quantità massima tonnellate/anno 15.000 Tipologia 7.4 Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa.
CER 101203-101206-101208
Tipologia 7.11 Pietrisco tolto d'opera.
CER 170508
Tipologia 7.17 Sfridi di laterizio cotto ed argilla espansa.
CER 170508.
Quantità massima tonnellate/anno 60.000 Tipologia 7.31 bis Terre e rocce di scavo.
CER 170504
Tipologia 12.3 Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione pietre, marmi e ardesie.
CER 010410-010413
Tipologia 12.4 Fanghi e polveri da segagione, molatura e lavorazione granito.
CER 010410-010413
[….]
Il materiale inerte sarà di granulometria eterogenea da 0 a 100 m. Durante i lavori di estrazione del tufo calcareo è stato sbancato il materiale vegetale di superficie (cappellaccio) addossandolo in cumulo nella zona sud occidentale dell'area di cava per una altezza media di m. 2,50.
Tale cumulo oggi risulta abbondantemente inverdito. Verrà utilizzato alla fine della ripiena e sparso in superficie per tutta l'area di cava a costituire uno strato umifero vegetale in grado di restituirlo a future attività agricole. Alla luce di quanto sopradetto, in effetti verrà ripristinata la morfologia originaria del versante collinare.
[….]
Alla fine della ripiena il terreno verrà reso pianeggiante per ospitare delle piante di ulivo.
3.3 Sistemazione del terreno (tratto da Relazione tecnica allegata al “Progetto esecutivo relativo alle opere di recupero ambientale” redatto dal p.m. Raimondi Giuseppe) Gli inerti man mano che vengono discaricati verranno compattati da una pala meccanica.
Il cappellaccio accantonato in aree esterne alla cava su terreni in disponibilità dell'esercente, essendo costituito da terra umifera vegetale, verrà spanso alla fine della coltivazione ed a recupero avvenuto nel pianoro per costituire uno strato umifero vegetale di circa metri 0,50 di spessore così da permettere la coltura del seminativo.
Effettuato il riporto suddetto appare indispensabile un primo livellamento del terreno che avrà una leggera pendenza nord in direzione delle aste di impluvio esistenti. Tutto ciò al fine di regimare le acque di origine meteorica, anche a carattere alluvionale , ed evitare erosioni.
Il terreno così livellato verrà lasciato ad assestare per un'intera annata agraria. Il sole estivo provvederà alla frantumazione ed alla disgregazione delle zolle; le piogge autunnali ed invernali modelleranno la superficie definitivamente ed al contempo provvederanno alla germinazione delle erbe spontanee.
Nel pianoro che si andrà a ripristinare oltre al livellamento del terreno sarà necessaria ed al contempo indispensabile la pratica del sovescio del "favino", al fine di apportare sostanze azotate ed organiche, così necessarie, per qualsiasi futuro seminativo che si andrà ad eseguire.
In primavera verrà eseguita una lavorazione profonda di tutta l'area compresi i gradini al fine di
sistemare definitivamente le pendenze, eliminare eventuali awallamenti ed interrare le erbe infestanti cresciute nel frattempo che fungeranno da primo apporto di sostanza organica.
Di seguito verrà effettuata una concimazione di fondo con concimi fosfatici e potassici di tutto il terreno.
Dopodichè ogni anno verrà eseguita una aratura e inseminazione di colture erbacee (graminacee, favi no, foraggi etc ... ), mentre nella scarpata realizzata alla base del pianoro in direzione nord, nord est verrà inseminato con piante di rampicanti.
[….]
l tempi di recupero saranno contemporanei a quelli della durata della cava in modo da ultimare il ripristino un paio di anni dopo l'esaurimento della stessa.
4 STUDIO IDROLOGICO
4.1. Studio Idrologico da “P.A.I. (2005)“
Nel “P.A.I. - Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (2005)“, in particolare nella tavole grafiche “Carta della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione n. 113 – foglio 641010” e
“Carta del rischio idraulico per fenomeni di esondazione n. 113 – foglio 641010” relativi al “Bacino Idrografico del Fiume Simeto (094), area tra i bacini del Simeto e del S. Leonardo (094A), Laghi di Pergusa (094B) e Maletto (094C)”, l’area non è stata indicata come “sito di attenzione” e quindi non è stata attribuita nessuna classe di pericolosità idraulica e di conseguenza nessun rischio idraulico.
Nel “P.A.I., con tale termine si intendono aree segnalate dai vari Enti come pericolose per inondazione o per evidenti condizioni di pericolo emerse nel corso dei sopralluoghi su cui approfondire il livello di conoscenza delle condizioni geomorfologiche e/o idrauliche in relazione alla potenziale pericolosità e rischio e su cui comunque eseguire adeguate approfondite indagini.
4.2. Studio Idrologico dell’area condotto mediante TCEV
Di seguito si riporta una planimetria con indicazione della stazione pluviometrica e ubicazione dell’area di interesse (indicata dal quadrato).
Ubicazione dell’area di interesse ed indicazione della stazione pluviometrica Lentini Città.
Nel bacino idrografico all’interno del quale ricade l’area di interesse non vi sono stazioni pluviometriche; quella esterna e più vicina è quella di Lentini città (Bacino del fiume di Lentini) i cui elementi fondamentali sono di seguito riportati.
Stazione pluviometrica Anni osservazione Quota altimetrica Lentini città (Bacino del fiume di Lentini)
[ X = 2519819 - Y = 4127225 ] 48 43,00 m s.l.m.
L’analisi idrologica viene condotta mediante l’utilizzo del modello probabilistico a doppia componente T.C.E.V.; tale metodo consente di utilizzare le misure relative ad un’intera regione omogenea e viene utilizzato nel caso in cui il campione disponibile sia poco significativo oppure il sito in esame privo di stazioni di misura.
Mediante tale metodologia è possibile:
- utilizzare un campione di dati maggiore,
- effettuare uno studio idrologico anche in siti privi di stazioni di misura, - fare ricorso a leggi con più di due parametri.
Tali metodologia considera i dati delle piogge di massima intensità e di breve durata (1, 3, 6, 12 e 24 ore) delle 172 stazioni pluviografiche siciliane che vantano almeno 10 anni di funzionamento in continuo nel periodo di osservazione 1928-1981. In tal modo, pertanto, le curve di probabilità pluviometrica, utilizzate nel presente studio idrologico, tengono conto dei dati di pioggia registrati in tutte le stazioni pluviometriche significative tra cui anche quelle ricadenti nel bacino idrologico interessato dall’opera in progetto.
Il calcolo della massima altezza di pioggia tramite il metodo TCEV (vedi allegato 1) è stato effettuato per una durata pari al tempo di corrivazione e per un tempo di ritorno Tr = 20 anni. Il tempo di corrivazione tc del bacino idrografico è stato determinato tramite la formula di Giandotti:
tc = 4 S + 1,5 L 0,80 Hm
dove le caratteristiche geomorfologiche del bacino sono state ricavate dalla cartografia esistente.
Superficie del bacino S = 0,0868Km2
L’area di bacino relativa alla ex cava “Coda Volpe” è suddivisa in due sottobacini equivalenti (di seguito denominati nord e sud) aventi diversa sezione di chiusura. In particolare possiamo quindi definire:
Superficie del bacino NORD S = 0,0503 Km2
Altitudine massima del bacino Hmax= 50,00 m s.l.m.
Altitudine di chiusura a valle del bacino Hmin = 29,00 m s.l.m.
Tempo di corrivazione tc = 0,64 h (38 min)
Superficie del bacino SUD S = 0,0365 Km2
Altitudine massima del bacino Hmax= 50,00 m s.l.m.
Altitudine di chiusura a valle del bacino Hmin = 31,00 m s.l.m.
Tempo di corrivazione tc = 0,52 h (32 min)
Infine, la valutazione delle massime portate di piena Qpmax che possono defluire nelle sezione di chiusura del bacino idrografico sotteso dall’opera si determina tramite la formula proposta da Turazza (o metodo razionale):
Qpmax = C hcrit S
3,60 tc per Tr = 20 anni
dove le variabili del bacino sono:
Superficie del bacino NORD S = 0,0503 Km2
Tempo di corrivazione tc = 0,64 h (38 min)
Altezza critica di pioggia calcolata tramite TCEV - Tr = 20 anni hcrit(tc,T) = 55,48 mm
Coefficiente di deflusso - Tr = 20 anni C = 0,65
Superficie del bacino SUD S = 0,0365 Km2
Tempo di corrivazione tc = 0,52 h (32 min)
Altezza critica di pioggia calcolata tramite TCEV - Tr = 20 anni hcrit(tc,T) = 51,27 mm
Coefficiente di deflusso - Tr = 20 anni C = 0,65
Il coefficiente di deflusso è relativo ad elaborazioni riferite allo stato di lavori ultimati in presenza della copertura realizzato da uno strato finale esterno di terreno vegetale dello spessore di 50 cm per favorire lo sviluppo delle specie vegetali e da idonea piantumazione al fine di prevenire e ridurre l’entità dell’erosione indotta dal ruscellamento delle acque superficiali (cfr. allegato 3).
In definitiva il valore della portate al colmo di piena Qpmax, in corrispondenza della sezione di chiusura, per i tempi di ritorno pari a Tr = 20 anni è di seguito riportata:
Sezione di chiusura
Superficie bacino
Tr = 20 anni Qpmax
[ - ] [km2] [m3/s]
Sezione di chiusura NORD 0,0503 0,79
Sezione di chiusura SUD 0,0365 0,65
5 STUDIO IDRAULICO DELL’AREA 5.1. Verifiche Idrauliche da “P.A.I. (2005)”.
Nel “P.A.I. - Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto Idrogeologico (2005)“, in particolare nella tavole grafiche “Carta della pericolosità idraulica per fenomeni di esondazione n. 113 – foglio 641010” e
“Carta del rischio idraulico per fenomeni di esondazione n. 113 – foglio 641010” relativi al “Bacino Idrografico del Fiume Simeto (094), area tra i bacini del Simeto e del S. Leonardo (094A), Laghi di Pergusa (094B) e Maletto (094C)”, l’area non è stata indicata come “sito di attenzione” e quindi non è stata attribuita nessuna classe di pericolosità idraulica e di conseguenza nessun rischio idraulico.
Nel “P.A.I., con tale termine si intendono aree segnalate dai vari Enti come pericolose per inondazione o per evidenti condizioni di pericolo emerse nel corso dei sopralluoghi su cui approfondire il livello di conoscenza delle condizioni geomorfologiche e/o idrauliche in relazione alla potenziale pericolosità e rischio e su cui comunque eseguire adeguate approfondite indagini.
5.2 Studio idraulico
L’obiettivo del presente paragrafo è la verifica della compatibilità idraulica dello sversamento delle acque meteoriche in corrispondenza dei sottopassi esistenti ubicati al di sotto della SS 194.
Lo studio idrologico svolto nel precedente paragrafo ha stimato i seguenti valori della portata di piena in funzione del tempo di ritorno:
Sezione di chiusura
Superficie bacino
Tr = 20 anni Qpmax
[ - ] [km2] [m3/s]
Sezione di chiusura NORD 0,0503 0,79
Sezione di chiusura SUD 0,0365 0,65
Il calcolo verrà effettuato confrontando il valore sopra determinato con il valore della massima portata Qcmax che potrà transitare attraverso ciascun sottopasso considerando un tempo di ritorno pari a Tr = 20 anni ed in condizione di moto uniforme con valutazione speditiva delle perdite di carico localizzate.
Qc max = A R i
Le verifiche idrauliche sono state condotte sulla base delle portate al colmo sopra indicate ed un valore del coefficiente di scabrezza di Strickler pari a 45 m1/3 s-1.
Larghezza interna del sottopasso Larghezza = 1,60 m
Altezza interna max del sottopasso Altezza max = 2,10 m
Pendenza longitudinale del sottopasso i = 3,00 %.
Coefficiente di scabrezza di Strickler K = 45 m1/3 s-1
Coefficiente di riempimento ho / D = 75 %
Tirante idrico di moto uniforme ho = 1,57 m
Velocità media della corrente v = 5,10 m/s
Portata massima attraverso sottopasso con Tr = 20 anni Qcmax = 12,82 m3/s Quindi riepilogando, in caso di evento di pioggia con Tr = 20 anni, esprimendo con:
Qpmax il valore della portata al colmo di piena, in corrispondenza della sezione di chiusura
Qcmax il valore della massima portata che potrà transitare attraverso il sottopasso esistente al di sotto della SS 194
si ha:
Sezione di chiusura
Tr = 20 anni Qp max
Tr = 20 anni Qc max
[ - ] [km2] [m3/s]
Sezione di chiusura NORD 0,79 12,82
Sezione di chiusura SUD 0,65 12,82
Dal calcolo si evince che il valore della massima portata Qcmax , che potrà transitare attraverso il sottopasso considerando un tempo di ritorno pari a Tr = 20 anni, è di gran lunga superiore al valore della corrispondente portata al colmo di piena Qpmax, in corrispondenza della sezione di chiusura.
6 DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELLO STATO DI FATTO
Di seguito si riporta la documentazione fotografica dello stato di fatto dei luoghi della ex cava
“Coda Volpe – Katana”. Le acque meteoriche provenienti dal bacino idrografico dell’area in questione a mezzo di una rete di smaltimento interna, verranno fatte defluire attraverso gli esistenti sottopassi ubicati al di sotto della SS 194.
Foto 1 – Ex cava “Coda Volpe – Katana” (foto tratta da Google Maps)
Foto 2 - Ex cava “Coda Volpe – Katana” (foto tratta da Google Maps)
Foto 3 - Ubicazione sottopassi esistenti al di sotto della SS 194 (foto tratta da Google maps) Zoom Sottopasso bacino NORD
Sottopasso bacino NORD
Sottopasso bacino SUD
Zoom Sottopasso bacino SUD
Foto 4 – Sottopasso tipo esistente al di sotto della SS 194 1,60 m
2,10 m
Foto 5 – Particolare sottopasso tipo esistente al di sotto della SS 194
ALLEGATI
Allegato 1 Legge probabilità TCEV.
Allegato 2 Curva di probabilità pluviometrica Lentini Città.
Allegato 3 Stralcio dell’elaborato grafico relativo alla composizione dello strato finale di copertura.
Allegato 1
Legge probabilità TCEV (Two Component Extreme Value distribution) (Rossi et al., 1984) La legge di probabilità TCEV - Two Component Extreme Value distribution - (Rossi et al., 1984) ha la seguente espressione:
P (h) = exp
-λ1 exp
Θ -h 1 – λ2 exp
Θ -h 2 dove:
- λ1 λ2 numero medio di eventi delle due componenti, di base e straordinaria ( λ1 >> λ2 ) - Θ1 Θ2 medie degli eventi appartenenti a ciascuna componente ( Θ1 << Θ2 )
Di seguito alla relazione sopra riportata si sostituisce quella in funzione della variabile x’ detto fattore di crescita che rappresenta la variabilità relativa degli eventi estremi ai diversi tempi di ritorno.
Il suo valore è una grandezza caratteristica della regione considerata.
La relazione quindi diventa:
P (x’) = exp
-Λ1 exp (( α )-x') – Λ*Λ1/Θ*
exp
α Θ* -x' dove:
- Θ* = Θ2 / Θ1 - Λ* = λ2 / (Λ1)1/Θ*
- α = μ(ht) / Θ1
- Λ1 media aritmetica dei valori di λ1 che competono alle singole stazioni ricadenti nella sottozona
Si procede quindi ad un analisi di carattere regionale articolata su tre livelli successivi in ognuno dei quali si ritengono costanti alcuni dati statistici della distribuzione in sottozone omogenee.
Primo livello di regionalizzazione.
Nel primo livello di regionalizzazione, si ipotizza che il coefficiente di asimmetria teorico della serie dei massimi annuali delle piogge è costante in una regione molto ampia, denominata zona omogenea, e ad essa competono valori dei parametri Λ* e Θ* dipendenti dalla durata t secondo la seguente relazione:
Λ* = 0.175 t 0.301
Θ* = 1.95 + 0.0284 t
Tali elementi sono stati ottenuti a partire dall’analisi idrologica dei dati delle piogge di massima intensità e di breve durata (1, 3, 6, 12 e 24 ore) delle 172 stazioni pluviografiche siciliane che
vantano almeno 10 anni di funzionamento in continuo nel periodo di osservazione 1928-1981.
Secondo livello di regionalizzazione.
Nel secondo livello di regionalizzazione si individuano sottozone pluviometricamente omogenee nelle quali risulta costante, oltre al coefficiente di asimmetria, anche il coefficiente di variazione della legge teorica.
In particolare per la sottozona C, in cui ricade il bacino, si hanno le seguenti relazioni:
Λ1 = 11.96 t 0.0960 Θ* = 3.3081 t 0.0765
Sempre in tale livello di regionalizzazione sono stati calcolati i valori di x’t,T di assegnata durata t e tempo di ritorno T .In particolare per la sottozona B, in cui ricade il bacino in esame, si ha la seguente relazione:
x’t,T = 0.5015 – 0.003516 t + ( 0.0003720 t2 + 0.00102 t + 1.1014 ) log T
Terzo livello di regionalizzazione
Nel terzo livello di regionalizzazione si ricercano le relazioni regionali tra il parametro centrale della distribuzione di probabilità e le grandezze geografiche (superficie del bacino) relative al sito di misura.
In particolare per la stima di μ(ht) nei siti privi di stazioni di misura o con modesto numero di anni di osservazione si attua la procedura di seguito riportata in modo da rendere applicabile il metodo a qualsiasi punto della regione:
ht,T = x’t,T μ(ht)
μ(ht) = a tn
I coefficienti a ed n sono tabellati per tutte le stazioni pluviografiche siciliane, per i siti sprovvisti di stazioni misura possono essere stimati sulla base della carta delle iso-a ed iso-n di seguito riportate.
Carta delle iso-a per il territorio siciliano
Carta delle iso-n per il territorio siciliano
Allegato 2
Curve di probabilità pluviometrica
Per il dimensionamento idraulico del sistema di smaltimento delle acque di pioggia della piattaforma, si presenta la necessità di determinare gli eventi di pioggia di maggiore intensità che si possono verificare (con una certa probabilità, ovvero con un determinato tempo di ritorno) nella zona di interesse; tale studio è stato condotto mediante l’uso delle curve di probabilità pluviometriche la cui espressione analitica è di tipo esponenziale:
h = a t n
essendo h e t rispettivamente l’altezza d’acqua e la durata della pioggia, misurati in mm ed in ore.
L’analisi statistica delle piogge di notevole intensità e breve durata è stata effettuata sulla base dei dati registrati dalla stazione pluviometrica di Lentini Città [ 48 anni di osservazioni - Quota altimetrica
= 43,00 m s.l.m. – Coordinate X=2519819 - Y=4127225 ] riportati negli Annali del Servizio Idrografico Italiano.
Ubicazione della stazione pluviometrica
Partendo dalle precipitazioni rilevate ai pluviografi, per durate di 1, 3, 6, 12, 24 ore, si ottiene una serie di altezze di precipitazione per valori del tempo di ritorno T fissato. Questa serie verrà interpolate da una curva, la cosiddetta curva di probabilità pluviometrica, i cui parametri caratteristici
“a” ed “n” vengono ricavati applicando il metodo di interpolazione dei Minimi Quadrati.
Le curve di probabilità pluviometriche sono di seguito riportate al variare del tempo di ritorno.
Tr (anni) Lentini Città
20 h = 58,40 t 0,40
50 h = 68,50 t 0,41
100 h = 76,10 t 0,41
200 h = 83,60 t 0,42
Allegato 3
Stralcio dell’elaborato grafico relativi alla composizione dello strato finale di copertura.
30°