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Dottor Pasquale CICCOLO, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione

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Academic year: 2022

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Dottor Pasquale CICCOLO, Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione – Grazie. La vastità del tema dell'odierno convegno, la presenza di autorità aventi specifica competenza in uno o più dei settori coinvolti nella lotta al terrorismo internazionale, infine la necessità di contenere i tempi del mio intervento, mi impongono di limitare le mie riflessioni ai settori che più direttamente riguardano le attribuzioni dell'ufficio che da pochi giorni ho iniziato a dirigere.

Nel nostro paese per vari motivi non si era proceduto a creare un ufficio nazionale di coordinamento per reati di terrorismo allorquando furono istituite le Procure distrettuali antiterrorismo. La questione fu perspicuamente evidenziata da questo Consiglio nella delibera del 12 luglio 2006, in cui venivano affrontate le relative tematiche e prospettate le due soluzioni che anche recentemente si sono poste all'attenzione del legislatore, cioè la creazione di un organismo autonomo o l'utilizzazione di un organismo unitario già esistente quale la Procura Nazionale Antimafia. La soluzione scelta dal decreto-legge numero 7 di quest’anno mi sembra da valutare positivamente. In effetti la struttura ideale di coordinamento allo stato attuale nel nostro ordinamento giudiziario, che non prevede forme di dipendenza gerarchica degli uffici territoriali del pubblico ministero da organi centrali, può essere adeguatamente svolta proprio dalla Direzione Nazionale Antimafia, e cioè da un ufficio che attua già un coordinamento attivo e che funge da banca dati nazionale perché concerne i reati di criminalità organizzata. La professionalità acquisita in termini di coordinamento antimafia dai magistrati che vi operano potrà quindi essere utilmente utilizzata anche per questi reati, così come il modello della banca dati della DNA, poco fa ricordato dal Presidente Legnini, potrà essere con relativa facilità adattato anche ad elaborare i dati relativi alle indagini di terrorismo. Difatti il sistema SIDDA-SIDNA rappresenta uno dei maggiori risultati sul piano dell'effettivo coordinamento delle indagini e della condivisione delle informazioni, coordinamento e condivisione che sono strumenti essenziali per le attività connesse alla prevenzione e repressione dei reati di terrorismo. Va detto tuttavia che esso è allo stato calibrato esclusivamente su determinati tipi di reato e di attività investigativa, ragion per cui sarà necessario ampliarne la portata.

La creazione di una competenza nazionale antiterrorismo in capo al Procuratore Nazionale, che il citato ufficio dirige, potrà indubbiamente contribuire alla soluzione del problema relativo allo scambio di dati e di esperienze investigative che si avverte ogni giorno di più a livello di cooperazione giudiziaria e internazionale. Oggi sia l'Unione Europea attraverso Eurojust che il Consiglio d'Europa con il comitato di esperti realizzano un primo livello di cooperazione giudiziaria internazionale che deve poi trovare nei singoli ordinamenti la necessaria ricaduta attraverso il coordinamento delle indagini e lo scambio dei risultati investigativi. Per quel che riguarda Eurojust

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la Procura Generale della Corte di Cassazione partecipa attivamente a tutte le occasioni di discussione e di scambio di dati e di informazioni attraverso il nostro ufficio per gli affari internazionali, mediante una consolidata ed apprezzata collaborazione con la Procura Generale presso le Corti d'appello e le Procure distrettuali antiterrorismo.

Concentrando l'analisi sul contributo che la Procura Generale della Corte di Cassazione può offrire a legislazione vigente nel quadro della riscontrata necessità di coordinamento delle autorità giudiziarie interessate, va anzitutto rilevato che la Procura Generale potrà continuare a collaborare con la Procura Nazionale Antiterrorismo, come già attivamente e lealmente ha sinora fatto con la DNA, anche esercitando i poteri di vigilanza propri del Procuratore Generale oggi ribaditi con il decreto-legge citato. In tale attività, peraltro, non si esaurirà il contributo dell'ufficio che dirigo in quanto di certo si potrà significativamente incidere attraverso i poteri di coordinamento attribuiti al Procuratore Generale dall'articolo 6 del decreto legislativo 106 del 2006. Con la citata previsione legislativa, in forza della quale il Procuratore Generale presso la Corte d’appello ha una funzione di vigilanza nei riguardi degli uffici giudiziari requirenti del distretto mediante l'acquisizione di dati e notizie con conseguente obbligo di riferire al Procuratore Generale della Corte di Cassazione, il legislatore ha delineato uno scenario nel quale a quest'ultimo organo spetta un ruolo finalizzato a definire un quadro di insieme nazionale adeguato a stimolare il corretto e uniforme esercizio dell'azione penale e a propiziare su tutto il territorio nazionale la diffusione di buone prassi.

Nell'ambito dell'esercizio di tali prerogative che contribuiscono a sfumare il rischio di politiche criminali o comunque di iniziative investigative disarticolate nel territorio, derivanti dalla sostanziale autonomia dei singoli uffici requirenti, portato del cosiddetto potere diffuso dei magistrati, sarà possibile acquisire le buone prassi organizzative adottate dai diversi uffici requirenti in materia di lotta al terrorismo, le indicazioni relative agli assetti organizzativi dati all'ufficio, e le informazioni riguardanti le risorse umane e materiali dedicate alla materia per poi successivamente analizzarle e diffonderle sul territorio.

Quanto poi al recente intervento normativo sotto il profilo sostanziale e procedurale, debbo osservare che il decreto-legge presenta un impianto complessivamente condivisibile. Esso tuttavia necessita di alcuni interventi migliorativi che è auspicabile intervengano in sede di conversione.

Le disfunzioni esistenti e gli strumenti mediante i quali porvi rimedio saranno illustrati dal dottor Roberti e dunque su di essi non mi soffermo. Desidero solo aggiungere che nell'ambito del rapporto di leale collaborazione istituzionale intercorrente nel rispetto delle prerogative rispettivamente attribuite dalla legge al Procuratore Generale della Cassazione e al Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il dottor Roberti mi ha preventivamente illustrato le proposte che intende formulare e che io ampiamente condivido.

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