• Non ci sono risultati.

RASSEGNA STAMPA

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "RASSEGNA STAMPA"

Copied!
7
0
0

Testo completo

(1)

19-11-04 CLIMATE CHANGE E IMPATTO ECONOMICO L’Economia del Corriere della Sera

19-11-04 ECOMONDO ALLA SfiDA ESTERA. L’AFRICA È LA NUOVA FRONTIERA Affari&Finanza

19-11-04 UN LUCCICHIO E 40ANNI FA PARTÌ LA CORSA ALL’ORO ORA CI SONO UN LAGO, POCHI REDUCI, NESSUN RICCO

Corriere della Sera

19-11-04 LA FARINA DEL MUGNAIO ALIMENTA LA RICERCA BONGIOVANNI: «CON AIRC PER UN FUTURO MIGLIORE»

Qn

19-11-04 IL BISCOTTO PERFETTO. LA SFIDA DI BALVANO

L’Economia del Corriere della Sera

(2)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

V

L’Ego- Hub Fonte: Istat 2019

Sdg 12.2 consumo di materiale interno, consumo dimaterialeinterno procapite e consumo di materiale interno procapite per unità di pil

Sdg 13.1.1. - numeri di morti, dispersi e delle persone direttamente colpite attribuite a disastri per 100mila abitanti Popolazione esposta al rischio di frane (%, polarità negativa) Popolazione esposta al rischio di alluvioni (%, polarità negativa)

Impatto degli incendi boschivi (X 1.000 kmq, polarità negativa)

Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD NORD ITALIA 5

4,6

15 1,3 2,7

3,4 5,8 0,7

6,3 4,5 4,0

21,1 1,1 0,1

13,2 1,4 7,1

3,3 3,2 3,2

6,1 1,3 15,6

0,1 2,2 10,4

5,4 SDG 13.3.1 - NUMERO DI PAESI CHE HANNO INTEGRATO LA MITIGAZIONE,

L'ADATTAMENTO, LA RIDUZIONEDI IMPATTO E DI ALLARME RAPIDO NEI PROGRAMMI PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA Consumo materiale interno pro-capite

(polarita' negativa) Consumo materiale interno per unità di pil (polarità negativa) Consumo materiale interno (polarità negativa)

Numero di organizzazioni/imprese registrate emas Istituzioni pubbliche che adottano forme di rendicontazione sociale e/o ambientale (%) (polarita' positiva)

Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna SUD NORD ITALIA 4,56

0,28 26.691

45 20,6

11,74 0,71 47.927

38 25,5

15,58 0,76 8.962

4 16,6

6,06 0,39 11.952

3 16,5

8,32 0,52 42.313

12 24,6

16,50 0,87 27.396

18 19,2

8,51 0,50 177.623

159 19,2

8,66 0,28 240.662

600 15,8

8,32 0,32 505.489

982 19,5 SDG 12.6.1 - NUMERO DI SOCIETÀ CHE PUBBLICANO RAPPORTI DI SOSTENIBILITÀ

L’Ego 13,2

GOAL #13 - MISURE URGENTI PER COMBATTERE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO GOAL #12 - GARANTIRE MODELLI SOSTENIBLI DI PRODUZIONE E CONSUMO

I NUMERI

di Maria Teresa Cuomo

le attività produttive e il Pil registrano negli ultimi anni un sostanziale disac- coppiamento (decoupling), a confer- ma dell’incremento fattuale da parte degli attori economici di investimenti in green economy. A guardar bene, ta- le legame trova dimostrazione nei nu- meri di recentissima stesura sullo sta- to dell’arte dell’economia pulita trico- lore (Report GreenItaly 2019, Unionca- mere-Symbola). Le realtà produttive eco-sostenibili – per prodotto o per tecnologia impiegata – oltre ad essere aumentate in numero, toccando quo- ta 432mila nell’ultimo triennio, ap- partengono al comparto manifattu- riero per oltre un terzo ed esprimono un maggiore dinamismo in termini di tensione all’export (33%) e all’innova- zione (79%). Degne di nota sono, poi, le variazioni in termini assoluti del numero di aziende eco-investitrici nelle regioni italiane, che collocano sorprendentemente la Campania e la Sicilia rispettivamente in terza e quar- ta posizione. Se, quindi, si avvertono tracce endogene di movimento da parte dell’universo imprenditoriale in chiave green lungo l’intera penisola, un’azione di accompagnamento degli attori pubblici, attraverso l’applicazio-

nedimisuredicontrastodell’inquina- mento e di valorizzazione delle prati- che ecologiche, appare quanto mai appropriata.

Consumatori eco

Anche il fronte dei consumi familiari si rivela in corsa, evidenziando signifi- cativi avanzamenti in direzione della scia ecologica. Il carrello degli italiani è sempre più ricco di prodotti sosteni- bili, dove svettano soprattutto le ven- dite dei prodotti biologici (+8% in va- lore, +6,6% in volume rispetto all’anno precedente) distribuite in tutti i com- parti (Conad-Censis, 2019), nonostan- te il calo del 2% dei consumi reali.

Prospettive

L’unanime attenzione alla tutela am- bientale registra, dunque, un succes- so inedito, mostrando segnali di luce nella prospettiva green delle imprese e nei nuovi modelli di consumo –più consapevoli e responsabili. In questa cornice è evidente che non può e non deve venire meno la funzione educati- va e di controllo politico-istituzionale, per contrastare le pratiche non orien- tate alla sostenibilità, ma forse più op- portunamente premiando strategie aziendali e comportamenti di consu- mi eco-compatibili all’insegna del- l’autenticità e senza infingimenti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

L

anciato l’S.O.S. clima come grande emergenza contempora- nea, la chiamata alle armi nel nome di «salviamo il pianeta» sanci- sce l’indifferibile necessità di inter- venti organici di salvaguardia am- bientale. Non una pièce originale, ma un grande ritorno sulla scena, accolto, oggi più di ieri, con grandi applausi da parte di istituzioni e pubblica opinio- ne, salvo poi mostrare nei fatti un forte ritardo del nostro Paese.

L’adozione della Strategia nazionale di sviluppo sostenibile (SNSVS) e il (mancato) varo del Piano nazionale per l’adattamento ai cambiamenti cli- matici (PNACC) testimoniano invero che gli obiettivi di sostenibilità del- l’Agenda 2030 sono ancora distanti e con orientamenti ed evidenze varie- gati da Nord a Sud.

Gli 007 del clima

Sicuramente la missione (im)possi- bile di proteggere il mondo dal cam- biamento climatico impone il passag- gio verso un’economia a basso impat- to – in specie delle emissioni di gas serra – nel solco di una nuova configu- razione socio-produttiva di stampo

«green», capace di raccordare benes-

sere sociale, tutela ambientale e com- petitività economica. In tale linea, l’obiettivo di sviluppo sostenibile (Sdgs) denominato Goal #13 si prefig- ge l’adozione di «misure urgenti e di impatto sostanziale per combattere il cambiamento climatico e le sue con- seguenze». Tutti d’accordo, ma co- me? È acclarato come le profonde alterazioni del clima abbiano forti riflessi sull’ambiente e sul sistema produttivo, con danni all’agricoltura e ad altre attività eco- nomiche, finendo poi per mettere a repentaglio la te- nuta del terri- torio, delle

CLIMATE CHANGE

E IMPATTO ECONOMICO

L’obiettivo di sviluppo sostenibile denominato Goal #13 si prefigge l’adozione di «misure urgenti e di impatto sostanziale per combattere il cambiamento climatico»

Sud più fragile del Centro-Nord Imprese più propense a inquinare

I principali propagatori di diffusioni inquinanti sono anzitutto le attività produttive, il restante un quarto le famiglie

Dove va il Mezzogiorno

IL FOCUS

è quello degli incendi boschivi, che fa registrare una superficie attraversata dal fuoco di 5,4 per mille kmq a livello nazionale, colpendo particolarmente il territorio meridionale (6,1) – con picchi in crescita negli ultimi anni, a riprova di una esasperata disattenzio- ne politico-istituzionale e di una incu- ria civica.

Imprese eco

Stante la maggiore propensione al- l’inquinamento da parte delle impre- se, dunque, preoccuparsi di analizza- re la dissociazione tra emissioni e cre- scita economica può rivelarsi di gran- de utilità. Sul punto, la dinamica delle emissioni inquinanti provenienti dal-

Nord/Sud a confronto

Sono molteplici allora gli effetti di mancate o insufficienti politiche di sostenibilità, dispiegando le loro con- seguenze su alcuni indicatori di com- posizione del Goal#13. L’intensificarsi dell’esposizione a rischio di frane coinvolge il 2,2% della popolazione italiana con valori al Sud (3,2%) quasi tre volte maggiori di quelli registrati nel Nord Italia (1,3%). Il rischio di allu- vioni per il territorio nazionale inte- ressa il 10,4% della popolazione, con valori peggiori nell’Italia settentriona- le (15,6%) rispetto al Mezzogiorno (3,2%), dove però si evidenzia un trend negativo nell’ultimo quinquennio. Fe- nomeno ulteriormente preoccupante infrastrutture, ma anche la salu-

te e la sicurezza delle persone. In risposta, sul territorio nazionale un positivo ribasso di emissioni di gas climalteranti si registra già a partire dal 2005 – con valori in crescita per i gas serra (7,2 ton pro-capite, Enea 2018), purtroppo non dipendenti da interventi strutturali ma generati per- lopiù dalla crisi economica. Chi far sa- lire sul banco degli imputati, allora?

Contribuendo per circa tre quarti alla generazione di emissioni dannose per l’ambiente, i principali propagatori di diffusioni inquinanti sono anzitutto le attività produttive, mentre il restan- te un quarto va associato alla compo- nente consumi delle famiglie (Istat 2019).

Le realtà produttive eco-sostenibili sono aumentate

in numero, toccando quota 432mila nell’ultimo triennio e sono più dinamiche

VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfTW9ucmlmIyMjZDExZTRkNTYtZjg4Yy00NjMyLTk2ODAtY2UyOGRmY2UzYjM3IyMjMjAxOS0xMS0wNFQwODoyODozNiMjI1ZFUg==

(3)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Pagina 70

Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

comondo strizza l’occhio all’Africa organizzando per la prima volta un Fo- rum Italia — Egitto per di- scutere delle opportunità in quel Paese. E per capire quanti e quali gli investimenti green previsti dal governo egiziano per i prossimi cin- que anni nel campo delle infra- strutture ambientali, energie rin- novabili, gestione dei rifiuti indu- striali e organici, dell’acqua e dei trasporti. L’appuntamento è per domani con Tamer Mostafa, il capo di Gabinetto del ministero egizia- no dell’Ambiente, proprio nel gior- no di inaugurazione della manife- stazione internazionale dedicata alla green economy.

Appuntamento globale

Ed è già quasi tutto pronto. A Rimi- ni Fiera sono stati allestiti gli stand che ospiteranno i 1300 espositori provenienti da trenta Paesi. Ci sa- ranno grandi imprese italiane all’a- vanguardia nel settore delle biopla- stiche biodegradabili e composta- bili, fino a quelle del ciclo integra- to delle acque. Ed è sull’estero che la kermesse punta quest’anno più che mai. La Cina invierà una dele- gazione di venti dirigenti di grandi imprese statali che gestiscono i si- stemi e le infrastrutture di approv- vigionamento idrico in alcune del-

le principali città dell’area del Del- ta del fiume Yangtze. Ci saranno 26 aziende provenienti dalla Tonjy University (Cina), nel settore idri- co. E ben 500 sono i buyer che si so- no già registrati in piattaforma, provenienti da Medio Oriente, Eu- ropa, Asia, Nord America, America Latina e Australia, e che hanno fis- sato incontri d’affari. Dalla Fran- cia, sbarcherà in fiera anche Fran- ce Energie Eolienne.

Perché Ecomondo, insieme al sa- lone satellite Key Energy, è oramai un luogo dove si scoprono nuove tecnologie e si comprende quale di- rezione sta prendendo il mondo e soprattutto dove si fanno affari.

Tanto più che quest’anno si aggiun- gerà Sal.Ve, la fiera biennale del vei- colo ecologico organizzata in colla- borazione con Anfia e la novità Dpe, Distributed Power Europe. Le imprese mostreranno i propri pro- dotti, ma come sempre Rimini sarà animata anche da incontri e conve- gni per discutere di quanto sta av- venendo in Europa. Tanti i temi trattati. Domani Vittorio Chiesa, di- rettore dell’Energy&&Strategy Group del Politecnico di Milano, presenterà uno studio di scenario

con le previsioni future delle ener- gie rinnovabili, sul processo di ri- qualificazione del patrimonio im- mobiliare e sul trend della mobilità elettrica e sostenibile. Mercoledì al- le 10, in sala Global Water Expo, si terrà invece il convegno dedicato ai servizi idrici e alla loro regola- mentazione volta a migliorare le prestazioni tecniche, ambientali

ed economiche e la sostenibilità, con analisi degli scenari italiani ed europei.

le sfide sostenibili

Diversi gli appuntamenti dedicati quest’anno all’economia del mare.

Giovedì alle 10 si terrà la conferen- za ‘Strutturare la Crescita blu in Ita- lia: Bluemed incontra Big’, per di-

scutere di mar Mediterraneo e le sfide dell’economia marittima che deve puntare su ricerca, innovazio- ne e una visione strategica del futu- ro. Non meno numerosi gli appun- tamenti sull’economia circolare.

Giovedì, per esempio si terranno una serie di incontri, organizzati tra gli altri dall’agenzia esecutiva della Commissione Europea, per passare in rassegna le azioni sup- portate e finanziate a livello euro- peo in tema di mobilità sostenibile (circa 180 i progetti finanziati, per circa 350 milioni di euro), spreco alimentare, edilizia sostenibile e gestione della plastica. Si discute- rà del binomio acqua e agricoltura, acqua e salute, di gestione integra- ta di acque e rifiuti urbani. Torne- ranno gli Stati Generali della Green Economy, l’appuntamento di confronto sull’economia sosteni- bile. Queste reunion di realtà del settore, organizzata dal Consiglio nazionale della Green Economy, avrà come tema centrale il ‘Green New Deal e sfida climatica: obietti- vi e percorso al 2030’. Si inizia do- mani a discutere con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

E

1Un’immagine dell’esposizione di Ecomondo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

stefania aoi, milano

La manifestazione

Rapporti Ambiente

A Rimini Fiera sono stati allestiti gli stand che ospiteranno i 1300 espositori provenienti da trenta Paesi. Con

la sorpresa dell’Egitto Ecomondo alla sfida estera

l’Africa è la nuova frontiera

1

pagina

70

Lunedì, 4 novembre 2019

.

(4)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Foglio 1/2

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

14

ESTERI

Lunedì 4 Novembre 2019 Corriere della Sera

AM A Z ZO NI A

REPORTAGE DENTRO LA FORESTA

Serra Pelada è stata la miniera delle celebri foto di Salgado:

migliaia di persone, molti ragazzini, che scavavano a mano Poi è arrivata l’acqua. «Sembra bellissima, è piena di mercurio»

42

tonnellate è la stima di oro estratto a Serra Pelada nei primi 5 anni

36

chili il peso della pepita più grande trovata nel 1983

40

mila i soci tuttora membri della cooperativa dei minatori

di Rocco Cotroneo

SERRA PELADA (BRASILE)Al posto del cratere verso l’inferno c’è un lago, e l’esuberanza della foresta che si è ripresa quel che le apparteneva. Erano 40.000 folli sognatori, oggi pochi anziani con il volto cot- to dal sole bivaccano all’om- bra delle stesse baracche di legno, in un villaggio da spa- ghetti western. E aspettano ancora di diventare ricchi.

Quarant’anni fa, novembre 1979, nacque il mito di Serra Pelada, la scoperta nell’

Amazzonia brasiliana che fe- ce scatenare una leggendaria corsa all’oro. «Una pietruzza luccicante nello straccio di una bambina che era andata a prendere acqua nel ruscel- lo», racconta Genesio Silva, figlio dell’allora proprietario della fazenda dove tutto ac- cadde. «Un contadino andò in città e la voce si sparse. Nei

biente. Si conquistano terre vergini, quasi sempre con il fuoco, non solo per cercare le- gname e aprire pascoli, ma anche per le ricchezze del sot- tosuolo.

Josiel Torres ha 52 anni e venne dal Pernambuco ragaz- zino con il padre. È rimasto qui, vive in una casupola di le- gno a due passi dal lago. «Lo so che sembra bellissimo, ma c’è più mercurio che acqua, non ci metterei nemmeno un piede». Padre e figlio non tro- varono nulla. Spuntarono so- lo pietre dal loro barranco:

così si chiamava il fazzoletto di terra da scavare 3 metri per 2, o anche meno, che veniva assegnato o venduto ai nuovi arrivati. Torres oggi fa parte La natura vergine Una veduta della foresta amazzonica abitata oggi da 600 mila persone

Sulla riva Un cartello ricorda l’ex «garimpo», la miniera clandestina ora allagata (R.Cotroneo)

primi tre giorni arrivarono in 800. Poi successe il finimon- do. Piovve gente da tutto il Brasile, e non solo». Qualche tempo dopo passò da qui an- che Sebastião Salgado e i dannati di Serra Pelada fini- rono per sempre nell’Olimpo della grande fotografia docu- mentale. L’attività mineraria, legale ma soprattutto illega- le, è tuttora una delle grandi piaghe dell’Amazzonia, causa di aggressioni fatali all’am-

Cenere Dopo gli incendi dell’estate

In autobus per 3.100 chilometri

Tutto il viaggio a puntate su Corriere.it

I

l Viaggio in Amazzonia sta uscendo a puntate su Corriere.it (www.corriere.it/esteri/amazzonia/). Alla fine saranno quindici reportage lungo 3.100 chilometri, percorsi quasi interamente in autobus in 23 giorni, dalla città atlantica di São Luis do Maranhão a Sinop, nel cuore del Mato Grosso. Storie di lotte sociali e indios, crimini ambientali e eroine, e poi agricoltura, dighe, miniere e illegalità, per capire cosa c’è dietro l’ultima crisi scoppiata a causa degli incendi nella foresta. Oggi qui il ricordo di un episodio leggendario, la corsa all’oro di Serra Pelada che iniziò esattamente 40 anni fa.

200

i metri di profondità massima cui è arrivata la miniera

1,3

le tonnellate d’oro trovate da Jose Maria da Silva, il minatore più fortunato

Un luccichio e 40 anni fa partì la corsa all’oro Ora ci sono un lago, pochi reduci, nessun ricco

Belém Santarém

Monte Algre Castanhal

Caló Teresina

Balas Araguaína Xinguara

Sorriso

Tucurí

Redenção

Barreiras Luis Eduardo

Magalhães Gurupi

Palmas Paraíso do

Tocantins

São Luís do Maranhão São Luís do Maranhão

Sinop Sinop

Parauapebas Itaituba

Altamira

Santa Inês

Marabá Serra Pelada

Guarantã do Norte

Novo Progreso

VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfTW9ucmlmIyMjZDExZTRkNTYtZjg4Yy00NjMyLTk2ODAtY2UyOGRmY2UzYjM3IyMjMjAxOS0xMS0wNFQwODoyOToyMCMjI1ZFUg==

(5)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Pagina 15

Foglio 2/2

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Corriere della Sera Lunedì 4 Novembre 2019

ESTERI

15

la percentuale di foresta disboscata in Brasile e nei Paesi limitrofi. Negli anni Settanta la quota non superava il 3 per cento

l’aumento della percentuale di deforestamento dall’agosto 2018 al giugno 2019. Dal 2004 al 2012 invece c’era stato un calo dell’83%

20 +15

la percentuale dei tagli del governo Bolsonaro

al ministero dell’Ambiente. Il calo delle multe per crimini ambientali è stato del 38 per cento

-23

della direzione della coopera- tiva dei garimpeiros (minato- ri) di Serra Pelada, migliaia di soci che hanno tuttora i diritti di sfruttamento del sottosuo- lo. Dal 1984, quando la minie- ra venne chiusa per ordine del governo brasiliano e il cratere aveva raggiunto i 200 metri di profondità, aspettano di poter ricominciare a lavorare. Tor- res è convinto che là sotto quel lago (che in origine era una collina) ci sia ancora mol- to oro, «ma lavorare a mano come a quei tempi è impossi- bile, oltre che vietato». Servo- no macchine, tecnologie, in- somma una partnership con una società. In paese tutti ri- petono la stessa cosa. «Ci hanno fermati perché il gros- so è ancora da estrarre, lo vo- gliono tutto per loro». Non si capisce, però, perché una so- cietà canadese che ha fatto uno studio dettagliato del sot- tosuolo abbia poi rinunciato a diventare partner della coo- perativa. D’altronde, dove c’è oro due cose non mancano mai: le teorie cospirative e le leggende.

«Mio padre non ha guada- gnato quasi nulla, ci dovreb- bero 120 chili di oro di royal- ties che non abbiamo mai vi- sto», racconta l’ex proprieta- rio della terra. Ma quanti sono diventati davvero ricchi a Ser- ra Pelada? Genesio dice che

non arriva a contarne sulle di- ta di una mano. «Quasi tutti tornarono a casa, o sono ri- masti a vivere qui senza un soldo. C’era un meccanismo per cui si vendevano le pepite per comprare altri barrancos o semplicemente si sperpera- vano i soldi in feste e soprat- tutto donne». Una parte delle ricchezze del garimpo finì in- fatti nelle tasche delle miglia- ia di ragazze che arrivarono da tutto il Brasile per prostituirsi.

Una delle leggende racconta che la più accorta di tutte ri- sparmiò tanto che aprì un ne- gozio a Belem e oggi guida una catena di abbigliamento.

Una storia (questa invece si- cura) di arricchimento è quel- la di Zé Maria da Silva, all’epo- ca trentenne, che trovò in po- che settimane 1.300 chili d’oro, presto investiti in case e fazendas. Oggi è un signore benestante della vicina Mara- bá, che lo celebra anche per aver aperto in città il Golden Motel, «un luogo dove i miei compagni potessero divertirsi con le donne in modo final- mente dignitoso, e non in quelle baracche fetenti a Serra Pelada», come spiegò in una intervista. Altre storie venne poi mitizzate in film e serie tv nate sull’epopea della corsa all’oro.

Dopo i primi mesi, quando fu il proprietario della fazen- da a tentare di gestire il caos, il governo brasiliano mandò un militare per mettere ordi- ne nel garimpo. Sebastião Cu- rió fu efficiente, organizzò il lavoro cercando di evitare in- giustizie e si guadagnò la fi- I «garimpeiros»

I minatori hanno ancora i diritti di sfruttamento, «ma ci mancano i macchinari»

ducia dei minatori, che lo chiamavano il Dottore. Oggi per arrivare all’ex miniera si passa per una città da lui fon- data, della quale è stato sinda- co e che si chiama, ovviamen- te, Curionópolis.

Era tutto un sogno Serra Pe- lada, ma ha lasciato un mon- do nuovo. I vecchi raccontano sempre le stesse storie, i gio- vani sognano un posto di la- voro alla Vale (la multinazio- nale del ferro, che opera non lontano da qui). E il fine setti- mana aspettano il gruppo che sale fin quassù a suonare il forró, per ballare tutta la not- te.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fu trovata una pietruzza nello straccio di una bambina andata a prendere l’acqua al ruscello. Un contadino andò in città e la voce si sparse. Arrivarono a migliaia da tutto il Brasile, successe il finimondo.

Quasi tutti sono tornati a casa o sono rimasti a vivere qui senza un soldo. Molte pepite vennero sperperate in feste e donne

Come formiche La miniera di Serra Pelada immortalata dal fotografo brasiliano Sebastião Salgado nel 1986 (@ Sebastião Salgado/Amazonas Images/Contrasto)

Lo scatto

●Più simili alle formiche che agli uomini, i minatori si ammassano nella cava in un andirivieni senza fine.

L’immagine, dal titolo

«Serra Pelada», è stata scattata da Sebastião Salgado (sopra), nella miniera d’oro di Serra Pelada, negli anni Ottanta

Nato a Aimorés in Brasile, Sebastião Salgado si è formato come economista, per dedicarsi poi alla fotografia dopo una missione in Africa

●Ha girato il mondo, oggi vive a Parigi e ha 75 anni

●Nel 2014 il figlio Juliano Ribeiro con il regista tedesco Wim Wenders raccoglie vita e foto di Salgado nel documen- tario «Il sale della terra»

VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfTW9ucmlmIyMjZDExZTRkNTYtZjg4Yy00NjMyLTk2ODAtY2UyOGRmY2UzYjM3IyMjMjAxOS0xMS0wNFQwODoyOTozNSMjI1ZFUg==

(6)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

••

8

LUNEDÌ — 4 NOVEMBRE 2019 –ECONOMIA E LAVORO

Aziende

Prevenzione e ricerca Airc al lavoro da 54 anni

Oltre 4 milioni di sostenitori e 20mila volontari

di Andrea Gianni MILANO

«Sono un mugnaio moderno e, nel mio piccolo, voglio dare un contributo per costruire un futu- ro migliore per i nostri figli e nipo- ti». Claudio Bongiovanni, 61 anni, parla con orgoglio del suo me- stiere dal sapore antico, e del suo impegno a fianco di Fonda- zione Airc per la ricerca sul can- cro che quest’anno gli ha fatto guadagnare il premio Airc ‘Cre- dere nella Ricerca’, consegnato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il presidente e amministratore delegato della piemontese Molini Bongiovanni rappresenta le migliaia di piccole e medie imprese che ogni anno sostengono Airc. E lancia un mes- saggio: «Le aziende hanno una grande responsabilità nei con- fronti dell’ambiente e del territo- rio, possono fare tanto per dare una mano all’umanità».

Claudio Bongiovanni, ci parli della sua azienda.

«Io faccio il mugnaio. Producia- mo farina di grano tenero nei mu- lini industriali di Torino e Cambia- no, in Piemonte. Lavoriamo con industrie alimentari e grossisti e il nostro prodotto è la base per pizza, pane, dolci. Abbiamo ini- ziato anche ad esportare in altri Paesi europei. Faccio questo la- voro da 42 anni, ma la Molini Bon- giovanni è relativamente recen- te. Ha 16 anni di vita, l’ho fondata nel 2003 e adesso conta una trentina di dipendenti. Il mio per- corso imprenditoriale inizia però nel 1984, quando mi sono messo in proprio e ho acquistato mulini in provincia di Asti e a Novi Ligu- re».

Le vendite di pane sono da tem- po in calo. Come sta andando il vostro settore?

«Da una parte i consumi di pane crollano, ma dall’altra cresce il mercato della pizza e i dolci ten- gono bene. Per noi, tutto somma- to, questo è un momento magico perché siamo riusciti a inserirci in una filiera che cresce, siamo l’anello di congiunzione tra il mondo agricolo e il mondo ali- mentare. C’è molta più attenzio- ne a quello che si mangia, e alla qualità del prodotto, rispetto al passato. Un mulino moderno

non si limita a lavorare il prodot- to, ma affianca i clienti e segue le richieste del mercato».

Come è nato il vostro impegno a fianco di Airc?

«Tutto è iniziato circa tre anni fa, quasi in contemporanea con l’in- gresso in azienda di mia figlia, che ora ha 26 anni e mi ha dato la carica giusta e la voglia di fare progetti a lungo termine. All’epo- ca era iniziato un attacco, con fa- ke news diffuse anche attraverso i social, contro la farina e i carboi- drati. Mi sono chiesto se quello che producevo facesse male alla salute, e se fosse il caso di cam- biare mestiere. Per questo mi so- no rivolto ai nutrizionisti di Airc, che mi hanno dato alcuni consi- gli utili per ‘aggiustare il tiro’, ri- spettando una serie di principi per una corretta alimentazione.

Ad esempio abbiamo riscoperto antiche farine grezze, macinate su pietra, prodotti integrali ricchi di fibre che sono anche apprezza- ti dai consumatori. Poi c’è anche un risvolto più personale, perché mio padre qualche anno fa è mor- to a causa di un cancro che è par- tito dal colon e si è esteso ai pol- moni».

Come si è concretizzata la vo- stra collaborazione?

«Noi finanziamo una borsa di stu- dio dal valore di 25mila euro l’an- no per una giovane ricercatrice sudafricana che si occupa pro- prio di tumore al colon. La borsa, bandita nel 2017, è stata attribui- ta nel 2018 a Nicole Reilly, che la- vora all’Irccs di Candiolo, e sarà in corso fino al 2020. Ma il nostro impegno non si limita al suppor- to economico, perché svolgiamo tante altre attività. Ad esempio il nostro prodotto Farina Antiqua ha il marchio Airc, abbiamo porta- to avanti campagne nelle pizze- rie, per la prevenzione di malat- tie legate anche all’alimentazio- ne, con modalità inedite rispetto al passato».

Come è andata la cerimonia per la consegna del premio,

con il presidente della Repub- blica Mattarella?

«È stato davvero emozionante, anche perché in quel momento rappresentavo le oltre 6.000 aziende che sostengono Airc. Un ricordo da trasmettere ai nipoti.

Intanto abbiamo appeso la targa in azienda».

Che messaggio lancia alle im- prese?

«Penso che ogni imprenditore, con le proprie disponibilità, può fare tanto per migliorare l’am- biente in cui viviamo. Bisogna smettere di pensare solo al busi- ness ma assumersi le proprie re- sponsabilità e impegnarsi per un cambiamento a 360 gradi, che si può concretizzare anche nel so- stegno di progetti di ricerca inno- vativi».

I vostri dipendenti condivido- no questa battaglia?

«Ci appoggiano totalmente, so- no coinvolti e partecipano ad atti- vità e manifestazioni».

Un sogno nel cassetto?

«Mi farebbe piacere vedere le no- stre farine nelle piazze italiane.

Al fianco delle ‘Arance della salu- te’ Airc, potrebbero esserci an- che le ‘farine della ricerca’. Più nel concreto, nei prossimi giorni ci incontreremo per concordare le prossime iniziative. Noi andia- mo avanti con il nostro contribu- to alla ricerca scientifica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Fondazione Airc da oltre cinquant’anni sostiene pro- getti di ricerca, diffonde l’informazione scientifica e promuove la cultura della prevenzione anche nelle scuole. Conta su 4 milioni e mezzo di sostenitori, 20mi- la volontari e 17 comitati re- gionali che garantiscono a circa 5.000 ricercatori – 62% donne e 50% under 40 – le risorse necessarie. In 50 anni Airc ha distribuito oltre 1 miliardo e 400 milio- ni di euro per finanziare la ricerca oncologica.

La farina del mugnaio alimenta la ricerca Bongiovanni: «Con Airc per un futuro migliore»

L’imprenditore premiato da Mattarella

«Grande emozione rappresentare le 6mila aziende che sostengono l’associazione. Il business non è tutto, impegniamoci per l’ambiente»

Claudio Bongiovanni premiato dal presidente Mattarella alla cerimonia de ‘I Giorni della Ricerca’

IN MEMORIA DEL PADRE

«Morì per un cancro Noi finanziamo una borsa di studio, i nostri dipendenti ci appoggiano con entusiasmo»

LA SCOPERTA

«La collaborazione con i nutrizionisti di Airc è iniziata tre anni fa. Decisiva sia per me che per i consumatori»

Capitani d’impresa

VkVSIyMjVm9sb0Vhc3lSZWFkZXJfTW9ucmlmIyMjZDExZTRkNTYtZjg4Yy00NjMyLTk2ODAtY2UyOGRmY2UzYjM3IyMjMjAxOS0xMS0wNFQwODoyNTozNiMjI1ZFUg==

(7)

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

Pagina VIII

Foglio 1

Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile.

VIII

CORRIERE DEL MEZZOGIORNO LUNEDÌ 4.11.2019

per far vedere i nuovi impianti: ognuno ha nel ricordo un pezzetto di quella fab- brica e invece volevo che fossero consa- pevoli di cosa è stato fatto in tutto questo tempo, anche per rendere omaggio allo scomparso Michele Ferrero». Nel 2014 la cittadina conficcata tra le asperità luca- ne, totalmente ricostruita «in trasparen- za», ha voluto conferire la cittadinanza onoraria a Michele Ferrero, il quale, in quella occasione, scrisse una lettera al sindaco: «Quella tragedia ha colpito for- tementeilmiocuoreequellodeimieifa- miliari e mi ha spinto — mosso dalla fondamentale missione sociale che da sempre anima il nostro gruppo — a con- tribuire con azioni di solidarietà concre- ta, tese ad alleggerire gli effetti catastro- fici di quella tragedia». Quella notte di novembre il terremoto non causò solo morti e distruzione, ma anche un diso- rientamento emotivo in coloro che so- pravvissero: molte strade e piazze sono sparite dalla toponomastica comunale, anche la chiesa parrocchiale ha cambia- to verso: prima vi si entrava da piazza Ca- vour, oggi da piazza Garibaldi, che non riesce a contenere il palco per la festa di Sant’Antonio. «Queste sono sciocchez- ze, certamente, ma contano in una pic- cola comunità come la nostra. Per fortu- na Ferrero ci ha adottato un’altra volta», dice il sindaco. In 32 anni, aggiunge Esposito, «non c’è stata una cassa inte- grazione, nemmeno quando il lavoro è diminuito a causa della crisi economica.

Con l’azienda abbiamo un rapporto ec- cellente e contiamo molto su questa nuova impresa, consapevoli che in Basi- licata abbiamo il 38% di disoccupazione giovanile». Vorrebbe, Esposito, che si riuscisse a creare un po’ di indotto, per- ché oltre allo stabilimento e qualche at- tività artigianale non c’è molto altro a Balvano,madelresto-aggiungeilsinda- co - non si può nemmeno immaginare che un’azienda grande come Ferrero possa essere approvvigionata con mate- rie prime a chilometro zero. All’epoca si pensò di rifornirla del nostro grano, ma nemmeno quello dell’intera regione sa- rebbe bastato». Oggi, comunque, con

«Nutella biscuit» inizia una nuova av- ventura, una nuova sfida per Balvano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il biscotto perfetto

La sfida di Balvano

Il nuovo prodotto della Ferrero verrà prodotto in Basilicata, dove c’è uno stabilimento che è «luogo del cuore»

l Mezzogiorno evidenzia un divario interno in termini di Prodotto interno lordo e indicatori sociali: istruzione, speranza di vita, sviluppo umano, indicatori civili, assenza di lavoro.

Questo divario, coinvolge un terzo della popolazione italiana. È uno scenario che riguarda da tempo il Mezzogiorno. Una delle derive di questo divario, è la soluzione individuale, mentre il percorso proposto in molte altre aree dell’Europa è opposto:

soluzioni che creano percorsi di condivisione sociale. In questo ambito, gli attori locali sono centrali, una città intelligente, digitale e inclusiva, a partire dalle sue dimensioni, è l’unica cornice possibile per garantire un migliore standard di vita ai cittadini. Questi percorsi meno strutturati mettono al centro la creatività e la collaborazione attiva di gruppi più o meno ampi di cittadini. Alcuni esempi virtuosi li troviamo a Malaga, Salonicco, Valencia, ma anche in Tunisia e nella zona dei Balcani.

La biodiversità, il patrimonio naturale, il clima, le risorse culturali, costituiscono ingredienti preziosi per realizzare una strategia smart city di medie e piccole dimensioni. Un circolo virtuoso, creando sviluppo sostenibile nel medio-lungo termine. La gestione e la realizzazione di questi progetti, presenta una caratteristica comune: una classe politica locale, preparata, che possiede competenze idonee nel coordinamento, controllo e regolazione delle risorse e del progetto. Nel Mezzogiorno, la creatività spesso viene declinata con folclore, meno con tecnologia e innovazione. Non è strutturata ad esempio, una rete degli innovatori dei comuni medio piccoli. Rete utile per lo scambio delle buone pratiche realizzate, delle competenze formate, dei risultati. Purtroppo, è diffusa, la scarsa capacità innovativa delle istituzioni locali del mezzogiorno. Non sarà semplice, ma è indispensabile, siamo convinti che solo attraverso un disegno organico e un forte orientamento all’innovazione e alla creazione di competenze idonee da parte degli enti locali, è possibile intraprendere un percorso che pone al centro le condizioni di vita di milioni di cittadini del Mezzogiorno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

I

Buone pratiche

di Alfonso Marino e Paolo Pariso

Percorsi

di condivisione sociale

di Rosanna Lampugnani

« N

utella biscuits»: due cialde che racchiudono la cioccola- ta alla nocciola più famosa al mondo, ma a differenza di prodotti si- mili «la crema sembra appena uscita dal barattolo, perché è sigillata da un nastro di cioccolato fondente. Una meraviglia».

Il nuovo prodotto Ferrero è già diventato il numero uno in Francia, da oggi sarà sugli scaffali italiani e chi l’ha assaggia- to, come Vincenzo Esposito, segretario lucano della Flai Cgil, è convinto che farà scintille.

Del resto — come ha spiegato qualche giorno fa al Corriere della sera Alessan- dro d’Este, amministratore delegato del- l’azienda — ad Alba si prevede un fattu- rato tra i 70 e i 90 milioni entro i primi 12 mesi, una cifra da capogiro rispetto ai 15 milioni che in un anno porta a casa un nuovo prodotto potenzialmente di suc- cesso. Ma del resto, con un investimento di oltre 120 milioni, un test sul biscotto durato 10 anni, la linea produttiva più avanzata al mondo grazie ad un futuri-

sticosistemadiintelligenzaartificiale,la prospettiva di assumere a tempo inde- terminato 100 persone, oltre ai 300 ad- detti attuali, il tutto garantito da un mar- chio nel mondo secondo solo a CocaCo- la nel segmento alimentare, cos’altro ci si poteva aspettare? Ma perché Ferrero ha puntato per il nuovo prodotto sullo stabilimento di Balvano, uno dei quattro italiani (gli altri sono ad Alba, Pozzuolo Martesano, Sant’Angelo dei Lombardi)?

Per la casa della Nutella Balvano è in un certo senso il luogo del cuore, la testi- monianza di un modo di fare impresa diverso, come sanno coloro che lavora- no per Ferrero in Piemonte. Tutto è ini- ziato con il devastante terremoto del 1980, quando il paesino di 2000 abitanti fu letteralmente raso al suolo, così come Sant’Angelo dei Lombardi, a 100 chilo- metri di distanza. «Il 97,5% delle abita- zioni, degli esercizi commerciali fu spazzato via nella notte del 23 novem- bre, 77 persone morirono, molte delle quali sotto il tetto della chiesa», ricorda il sindaco Costantino Di Carlo, al suo ter- zo mandato. La gara di solidarietà per le popolazioni del «cratere» del terremoto

coinvolse il mondo intero e Michele Fer- rero, il capostipite dell’azienda, fu tra co- loro che si rimboccarono le maniche, ma a modo suo, non staccando un asse- gno, bensì costruendo nel 1987 un im- pianto a Balvano e uno a Sant’Angelo dei Lombardi.

Trentadue anni dopo «Ferrero ci ha scelto di nuovo — prosegue il sindaco — e noi facciamo squadra per dare una ma- no anche per il nuovo biscotto. Qualche tempo fa ho chiamato a raccolta i sindaci che si sono succeduti dal 1980 ad oggi

Dove va il Mezzogiorno

ECCELLENZE

120

Un investimento di oltre 120 milioni, un test sul biscotto durato 10 anni

e la linea produttiva più avanzata al mondo

La novità targata Ferrero i Nutella biscuits

Riferimenti

Documenti correlati

[r]

RIQUALIFICAZIONE E AL POTENZIAMENTO MEDIANTE STRUTTURA MODULARE DEL PARCHEGGIO DI SCAMBIO PRESSO LA STAZIONE VILLA BONELLI DELLA LINEA FL1 DELLE FERROVIE REGIONALI

A nche l'acquisto di un'auto nuova, program- mato tra circa cinque anni, può tradursi in un obiettivo d'investimento: con l'aiuto dei mer- cati, versando ogni mese 47o euro

273 del 10.03.2020, il Dipartimento Mobilità e Trasporti ha, da ultimo, approvato detta Convenzione di incarico, in atti, sottoscritta da RSM e da Roma Capitale

 sentite le disponibilità dei professionisti suindicati, in data 05/11/2020, all’esito della prima seduta pubblica di gara, sono stati trasmessi ai soggetti

AUTO E MOTO Il Giornale dell'Aftermarket AUTO E MOTO Il Giornale del Meccanico AUTO E MOTO Motori (Corriere della Sera) AUTO E MOTO Famiglia Motori (famiglia Cristiana). AUTO E

Servizio di rassegna stampa a cura di Sandro Forte.. Il Corriere della Sera 16

autorità come il Ministero della Salute e l’Aifa e anche le industrie del farmaco ha prodotto un risultato: quello appunto della creazione di un Fondo per i farmaci che oggi