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Si aprirono gli occhi e lo riconobbero

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Academic year: 2022

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Adorazione Eucaristica

“Si aprirono gli occhi e lo riconobbero”

Canto: Credo in Te

Credo in Te, Signore, credo nel tuo amore, nella tua forza, che sostiene il mondo.

Credo nel tuo sorriso, che fa splendere il cielo e nel tuo canto, che mi dà gioia.

Credo in Te, Signore, credo nella tua pace, nella tua vita, che fa bella la terra.

Nella tua luce che rischiara la notte, sicura guida nel tuo cammino.

Credo in Te, Signore, credo che Tu mi ami, che mi sostieni, che mi doni il perdono, che Tu mi guidi per le strade del mondo, che mi darai la tua vita.

Preghiera di adorazione

Sac: Credo, mio Dio, di essere dinanzi a te.

Tutti: Siamo con te, Maestro, come i discepoli in cammino verso Emmaus, in cammino sui sentieri della storia. Ci fai scoprire il senso vero del nostro vivere, ci inviti a restare con te, a spezzarci con te, a rimanere nella tua casa per scoprirti amore che si dona.

Sac: Credo, mio Dio, che tu mi guardi e ascolti le mie preghiere.

Tutti: Ti cerchiamo, Maestro! Vorremmo incontrarti nelle piccole cose della nostra vita, raggiungerti tutte quelle volte in cui ci sembri lontano. E invece tu ci sei, da sempre. Noi ti cerchiamo e tu ci trovi in quel luogo tanto bello quanto a noi sconosciuto, eppure tanto vicino: il nostro cuore.

Sac: Credo, mio Dio, che tu sei tanto grande e tanto santo: io ti adoro.

Tutti: Spesso ci chiudiamo nelle nostre fragilità, ci lasciamo imprigionare dalle

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nostre paure, ci ancoriamo a tante certezze e tu ci sussurri poche parole: «Non temere, io ti amo».

Sac.: Credo, mio Dio, che tu mi hai dato tutto: io ti ringrazio.

Tutti: Dirti grazie per la bellezza della creazione, per averci pensati, desiderati e amati da sempre. Perché l’eternità e l’universo vibrano dei tuoi sogni per la nostra vita. Dirti grazie perché, per noi, hai dato tutto te stesso e, per la nostra salvezza, hai spezzato la tua vita e hai versato il tuo amore.

Sac: Credo, mio Dio, che tu sei tanto misericordioso: io ti domando tutte le grazie che vedi utili per me.

Tutti: Tu, Maestro, ci conosci fin nelle profondità più nascoste e segrete del nostro cuore. Le nostre paure, i limiti, il peccato, le debolezze aprono le braccia della tua bontà. E tu sei qui davanti a noi, pronto ad accoglierci. Ci proponi la tua amicizia e ci sveli i desideri che tu porti nel cuore per l’umanità. Scrutaci, Maestro, e conosci il nostro cuore, sii per noi luce che rischiara la strada, Parola viva che ci sostiene nelle scelte.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse:

«Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Meditazione di don Pierino (da “Vangelo in Briciole”)

Il vangelo proclamato ci consegna la grande verità del mistero gioioso della nostra vita: essere testimoni della Risurrezione, “Di questo mi sarete testimoni”. Cosa può dirci questa volontà del Signore se non che siamo chiamati a vivere da risorti e ad annunciare la Risurrezione con la nostra vita? Il mondo non ha bisogno solo di coloro che professano la fede nella Risurrezione durante la liturgia, ma di donne e di uomini che ne fanno l’esperienza. Insegna l’apostolo Paolo: “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatto rivivere con Cristo: per grazia siete salvati. Con

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Lui ci ha anche risuscitato e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù, per mostrare nei secoli futuri la straordinaria ricchezza della sua grazia mediante la sua bontà verso di noi in Cristo Gesù.” (Ef 2,4-7); e ancora nella lettera al Colossesi afferma: “Se dunque siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù […]” (Col 3,1).

In altri termini dobbiamo vivere da risorti, che per Paolo significa: “Rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra” (Col 3,2). La risurrezione del Signore Gesù è stata ed è una discesa agli inferi. Egli prende per mano Adamo ed Eva, vittime del peccato e con loro una moltitudine che attende la risurrezione e dà loro la gioia della vita con Dio. È stata ed è un nuovo esodo dalla schiavitù alla liberazione, dal peccato alla grazia, all’amicizia con il Misericordioso, alla vita bella di comunione con Dio e con i fratelli. Non è sufficiente affermare con le parole la Morte e la Risurrezione di Cristo.

È necessaria la predicazione della conversione e il perdono dei peccati che fa entrare nel cuore dell’uomo, nella sua vita, la potenza della Pasqua. I discepoli del Signore che hanno sperimentato la fragilità, il peccato e la misericordia del Signore, sono chiamati ad annunciare che la Pasqua è offerta dal Padre ancora e per sempre, e ciò perché ne sono testimoni. È questa l’esperienza dei due discepoli di Emmaus che passano dalla morte che è la tristezza, alla gioia del riconoscimento e dell’annuncio: “Si fermarono, col volto triste […] Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute […] Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti […] Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro […] Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero […] Non ci ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le scritture? […] Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme […] Essi narravano ciò che era accaduto lungo la via è come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane […]” (Lc 24,17.21.

30.32.33.35).

La fede senza le opere è morta. L’annuncio della Risurrezione, che ripetiamo nella liturgia, se non è vita quotidiana, se non è testimoniata da continui gesti di pace, di riconciliazione, di amore è solo alienazione che rende la vita triste. La Pasqua, che è annunciata dalla Chiesa nella liturgia, è veramente il passaggio dalla morte, dalle morti, alla vita vera. Raggiunge, mediante l’ascolto delle Scritture e la comunione con il Pane della vita e della fraternità, nell’intimo il credente e lo trasforma; e ciò perché ha rivolto decisamente il suo cuore a Dio. Noi non possiamo ricadere nella paura della morte, perché abbiamo accolto con il cuore la Parola. Per questo non possiamo essere tra coloro che dicono la fede in Cristo Morto Risorto e non la vivono con scelte consequenziali.

Non possiamo essere solo ascoltatori smemorati della Parola, ma sua incarnazione attraverso l’ubbidienza. Gesù afferma “Beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!” ( Lc 11,28); “Gesù allora disse a quei i Giudei che gli avevano

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creduto: “Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”(Gv 8,31-32).

Ascoltare, obbedire, vuol dire convertirsi. Ma il cambiare vita è possibile se si accetta l’amore che Dio ha manifestato in Gesù Signore Crocifisso e Risorto. Prima di essere sforzo umano la conversione è risposta alla iniziativa di Dio; è accettare la radicalità del dono di amore del Cristo Crocifisso. È Lui che ci offre la visione di Dio amore e misericordia infinita. La sua Risurrezione è testimonianza del dono che ci ha portato: la riconciliazione con il Padre e tra di noi. Ai piedi della Croce termina la paura di Dio davanti al quale bisogna coprirsi il volto; ma anche la nostra fuga da Lui come il giustiziere per i nostri peccati davanti al quale ci vediamo persi e perdenti sempre. Nel Crocifisso Risorto, che sta davanti a noi, nel nostro cuore di credenti; nell’assemblea liturgica come Chiesa che ne accoglie la presenza, lo ascolta, si ciba del suo corpo e del suo sangue; e nella storia quotidiana, fatta di miserie e di ardori, di ricerca di luce, di slancio e di tristezza, di stanchezza di desiderio di essere di più, noi facciamo costantemente esperienza di essere perdonati, perché amati. Come discepoli siamo testimoni di questo e siamo chiamati e mandati da Lui a fare conoscere a tutti coloro che percorrono con noi le strade del mondo, il vero volto, il nuovo volto di Dio che è l’unica salvezza per l’uomo. La Croce del Signore Gesù è il perdono per tutto il mondo.

Canto: Dall'aurora io cerco te Dall'aurora io cerco te

fino al tramonto ti chiamo ha sete solo di te l'anima mia come terra deserta

Non mi fermerò un solo istante sempre canterò la tua lode

perché sei il mio Dio il mio riparo mi proteggerai all'ombra delle tue ali.

Preghiera comunitaria

Sac. Con il cuore pieno della presenza del Signore presentiamo a Lui le nostre preghiere: Resta con noi Signore

Tutti: Resta con noi Signore!

Sac. Signore Gesù che sei rimasto con noi nella tua Parola e nel pane e nel vino, noi ti preghiamo…

Sac. Signore Gesù, che nel cenacolo ci hai donato lo stile del servizio per farci riconoscere come tuoi discepoli, noi ti preghiamo….

Sac. Signore Gesù, che ci hai comandato di osservare i tuoi comandamenti per amare te nei nostri fratelli, noi ti preghiamo…

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Sac. Signore Gesù, che sostieni il mondo con la forza e la soavità del tuo amore noi ti preghiamo…

Meditazione di don Pierino (da “Vangelo in Briciole”)

Nessuna colpa sarà mai così grande da esaurire il perdono, quando l’uomo si volge al Dio della misericordia che ci ha testimoniato Gesù Cristo e che noi siamo chiamati a testimoniare a nostra volta: “Voi siete testimoni di questo”. Perdonati, perdoniamo. “Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri, se qualcuno avesse di che lamentarsi nei riguardi di un altro. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto. E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo. E rendete grazie!” (Col 3,12-15). Quale grande onore abbiamo come battezzati in Cristo; ma anche quanto grande è la nostra responsabilità verso gli uomini tutti, verso la storia. Non facciamo proselitismo, Cristo non vuole questo, ma annunciamo Colui che abbiamo accolto: “A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”

(Gv 1,12-13).

Il nostro desiderio è di comunicare nell’amore, con la misericordia e il perdono, ciò che per grazia siamo e viviamo. “Quello che era da principio, quello che abbiamo udito, quello che abbiamo veduto con i nostri occhi, quello che contemplavamo e che le nostre mani toccarono del Verbo della vita […] Quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo” (1 Gv 1, 1-3). Non fare ciò, renderebbe vano il Vangelo di Cristo;

la Chiesa perderebbe la propria identità. Sarebbe il più grande peccato di tradimento nei confronti della Croce del Signore, del suo dono di vita, del segreto della riconciliazione e del perdono che il cuore dell’uomo tanto desidera.

Questo nostro mondo, questa nostra società, quest’uomo sempre inquieto, alla ricerca di sé, quest’uomo capace di slanci e di tante efferatezze, chiede a noi discepoli del Risorto: dov’è Dio? E noi dobbiamo, perché mandati, saper rispondere con la vita: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con Lui” ( Gv 1,39), dice Gesù ai due discepoli di Giovanni. Il mondo non ha nessuna buona notizia da darsi: è pieno di tristezza camuffata di allegria; la buona notizia, quella che cambia mente e cuore può riceverla dalla Chiesa di Gesù Cristo, dalla sua vita di amore al suo Signore, che nasce e si alimenta nel continuo ascolto delle Sacre Scritture, nella conversione continua al suo Vangelo, nel servizio alla riconciliazione, al perdono: “A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv 20,23). La Chiesa annuncia Gesù Cristo Signore con la sua vita, con l’osservanza dei suoi comandamenti: “Da

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questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è verità. Chi invece osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente perfetto.

Da questo conosciamo di essere in lui. Chi dice di rimanere in lui, deve anche egli comportarsi come lui si è comportato” (1 Gv 2,3-6).

La comunità dei discepoli vivendo nella fede amorosa, continua nella storia la stessa missione di Cristo. Insieme a Cristo e con Cristo noi ci facciamo vicini ad ogni persona condividendo ciò che Lui ci ha dato: la Parola e il Pane della Vita;

curando con l’olio della misericordia e del perdono le loro ferite. In questo consiste l’essere testimoni della Pasqua lì dove l’uomo vive, soffre, spera, ama.

L’evento della Risurrezione che ci ha rivestiti di Cristo, ci porta ad essere strumento della novità del Risorto, novità che si chiama perdono dei peccati che genera donne e uomini nuovi, liberi dal male perché perdonati. Noi annunciamo che la forza di Cristo è superiore a quella del peccato: “Dove abbondò il peccato, sovrabbonda la grazia” (Rm 5,20). Il fiume in piena del male del peccato ci ha meritato il Salvatore: «Felice colpa che ci meritò un così grande Salvatore»

(Preconio Pasquale). La Risurrezione di Cristo dalla morte, attraverso il dono del suo Spirito ci ha trasformati in figli di Dio, in fratelli riconciliati, resi adatti a sedere alla mensa che Dio ha preparato per tutti i suoi figli; mensa dei riconciliati perché “Hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello”

(Ap 7,14). La sua tenerezza ha sposato l’umanità e attraverso la Chiesa sua sposa nel punto più profondo della sua misericordia. La discesa agli inferi del cuore umano è talmente profonda che nessuno potrà mai cancellarla, neanche il peccato di Caino.

Ecco perché Sant’Agostino affermava che la misericordia è «Il coronamento di tutte le opere di Dio, di tutte le sue tenerezze». Perdonati, perdoniamo! Questa è la bellezza del cristianesimo. Resi vivi con il perdono diveniamo sacramento della vita riconciliata nell’amore, costruttori della «civiltà dell’amore» (Paolo VI); capaci di rendere il mondo più umano. Il perdono offerto e annunciato con la nostra vita

«Attesta che nel mondo è presente l’amore più potente del peccato […] È in nome di questo mistero che Cristo ci insegna a perdonare sempre» (Giovanni Paolo II, Dives in misericordia, 14). Rendiamo esistenziali le parole della preghiera del Padre nostro: “Padre nostro […] Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori” (Mt 6,12).

Canto: Adoro Te

Sei qui davanti a me, o mio Signore, sei in questa brezza che ristora il cuore,

roveto che mai si consumerà, presenza che riempie l'anima.

Adoro Te, fonte della Vita, adoro Te, Trinità infinità.

I miei calzari leverò su questo santo suolo, alla presenza Tua mi prostrerò.

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Riflessione del sacerdote

Preghiera comunitaria

Sac. Esprimiamo ora al Signore il nostro ringraziamento, chiedendogli la grazia di poter diffondere nel mondo il buon profumo di Cristo, dopo aver sostato alla sua presenza.

Sac. Sei sempre con noi nell’Eucarestia, ponte che unisce la terra al cielo

Tutti: Fa che il nostro impegno nel mondo non ci impedisca di ricordarci di te Sac. Ti compiaci dell’uomo, meraviglia della tua creazione, al punto da voler assumere, con l’Incarnazione, un corpo umano identico al nostro

Tutti: Fa che non sia mai disprezzato il corpo sofferente del malato, dell’anziano, e del disabile, ma circondato di cura e di amore.

Sac. Tu sei tutto e solo amore, Gesù, vero Dio e vero uomo Tutti: Insegnaci ad amare gli altri con il tuo stesso amore

Sac. Tu sai che non è un bene che l’uomo sia solo e ci doni la gioia della comunione

Tutti: Aiutaci a coltivare una vera amicizia con te, per divenire capaci di relazioni stabili fra noi

Sac. Ci doni il tuo Corpo come cibo che alimenta in noi la vera vite e che ci toglie la paura della morte

Tutti: Fa che viviamo sereni e fiduciosi, in perenne rendimento di grazie.

Sac. Con la tua morte e risurrezione ci hai fatto dono del tuo Spirito di vita Tutti: Rendici sempre docili al suo soffio leggero e vivificante

Sac.: Rivolgiamoci insieme al Padre, nella gioia dello Spirito Santo, cantando la preghiera che il suo Figlio Gesù ci ha insegnato

Padre nostro….

Tantum ergo Orazione

Signore Gesù Cristo,

che nel mirabile sacramento dell'Eucaristia ci hai lasciato il memoriale della tua Pasqua, fa' che adoriamo con viva fede

il santo mistero del tuo corpo e del tuo sangue,

per sentire sempre in noi i benefici della redenzione.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

R. Amen.

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BENEDIZIONE EUCARISTICA Dio sia benedetto

Benedetto il Suo Santo Nome

Benedetto Gesù Cristo vero Dio e vero uomo Benedetto il nome di Gesù

Benedetto il Suo Sacratissimo Cuore Benedetto il Suo preziosissimo Sangue

Benedetto Gesù nel Santissimo Sacramento dell'altare Benedetto lo Spirito Santo Paraclito

Benedetta la gran Madre di Dio Maria Santissima Benedetta la Sua Santa e Immacolata Concezione Benedetta la Sua gloriosa Assunzione

Benedetto il nome di Maria Vergine e Madre Benedetto San Giuseppe Suo castissimo sposo Benedetto Dio nei Suoi angeli e nei Suoi santi Canto: O Signore nostro Dio

O Signore nostro Dio

quant'è grande il tuo nome sulla terra,

sopra i cieli s'innalza, s'innalza, la tua magnificenza.

Sopra i cieli s'innalza la tua magnificenza per bocca dei bimbi e dei lattanti.

Affermi la tua potenza

contro i tuoi avversari per far tacere i tuoi nemici.

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