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Academic year: 2022

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17-04-2020 10

L'ALLARME DEI GENITORI DEGLI ISTITUTI CATTOLICI

«Se chiudono le non statali crolla il Sistema nazionale di istruzione»

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oltissime famiglie sono drammaticamente preoc- cupate per il timore che le scuole paritarie non riaprano a set- tembre. Sono 12mila le scuole parita- rie che svolgono un servizio pubblico, nelle quali lavorano circa 160mila tra docenti e non docenti frequentate da 866mi1a alunni, quasi il 10% della po- polazione scolastica complessiva. Que- ste scuole, sottolinea l'Agesc, rischiano di non riaprire a settembre perché la loro esistenza dipende unicamente dal pagamento di rette che le famiglie in questo momento fanno fatica a paga- re. Ma il governo Conte e il ministro del- l'Istruzione, LuciaAzzolina, sembrano non accorgersene.

L'unica risposta è venuta dal sottose- gretario all'Istruzione, Giuseppe De Cri- stofaro (Leu), il quale, nel ribadire che non esiste alcun pregiudizio nei con- fronti degli istituti paritari, si è limitato a fotografare la situazione attuale del- la scuola e quanto sia già stato cantie- rizzato per sostenerla. Un po' poco per

«scuole che la legge 62/2000 stabilisce appartenere al sistema di istruzione na-

La chiusura per l'emergenza Covid sta mettendo in

gravissima crisi molte famiglie, che non sono più in grado di versare le rette.

Ma così non si va avanti

zionale». Se crollano le scuole parita- rie, che come tutte le altre in questo momento stanno soffrendo le ricadu- te dell'emergenza Covid 19, crolla il Si- stema scolastico nazionale.

Tante famiglie sono in grande difficoltà e oggi devono sostenere la scuola che hanno scelto per i loro figli se lo Stato non dà risposte concrete. Molti conti- nuano a pagare le rette per sostenere la propria scuola ma serve un intervento straordinario che salvi il sistema scola- stico e questo non lo può dare che il go- verno centrale perché molti genitori so- no in cassa integrazione e non sanno se ritroveranno al lavoro.

Per la fascia 0-6 la stragrande maggio- ranza delle famiglie chiede legittima- mente uno sconto o la sospensione del- le rette. Le scuole, non essendoci le con- dizioni per erogare un servizio a di- stanza, stanno valutando come anda- re incontro a queste richieste tenendo conto che sono molti i genitori che han- no perso o rischiano di perdere il lavo- ro. Continua a pagare le rette chi crede tanto nella scuola scelta per il bambi- no da volerla sostenere, a prescinde- re anche con sacrificio. Per la fascia 0- 6 la necessità dunque è duplice: con- gelare il più possibile le uscite (costi- tuite al 90 per cento dagli stipendi de- gli educatori) e disporre di un fondo

ad hoc per aiutare chi a settembre, con l'auspicata ripartenza, non disporrà più delle risorse che aveva prima del- la chiusura del Paese.

Nelle scuole dove la didattica a di- stanza è stata attivata e garantito il servizio educativo pur tra mille disa- gi, le famiglie intendono sostenere concretamente questo lavoro. D'al- tronde l'alternativa è la chiusura del- le stesse scuole.

Lo Stato contribuisce con 500 milioni annui (500 euro l'anno a studente) al sostegno alle paritarie , il resto se lo pa- gano le famiglie (indipendentemente dalle loro capacità di reddito). Nelle scuole di Stato il costo per alunno o- scilla trai 6mila e i 6.500 euro l'anno. Fa- cile immaginare quanti miliardi in più dovrebbe stanziare per garantire l'i- struzione a quei 900mila bambini e ra- gazzi che frequentano le scuole parita- rie, se queste dovessero chiudere.

Condividiamo il grido di dolore deiVe- scovi Italiani che affermano: «Dietro le parole, c'è il volto di centinaia di mi- gliaia di alunni e di migliaia di dipen- denti; c'è la ricchezza di un presidio e- ducativo unico; ci sono i principi - cen- trali in democrazia - di libertà educati- va e di sussidiarietà».

Allo Stato non si chiedono privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che queste realtà assicurano.

Paritarie a rischio: subito il fondo

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