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MEMORJE 01\IGINALI

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(1)

ANNO IV, ToRINO, 1° Maggio 19o8.

~1\!I~lrl\ & & & & ~ & &

DI INGEGNE~IA 5ANITA~IA

È riservata la proprietà le/leraria ed artistica degli articoli e di- segui pubblicati nella Rn·IsTA Dl !)IGEGNERIA SA~ITARIA.

MEMORJE 01\IGINALI

RISC.~\LD:\ì\IEì'\TO E VE:\TILAZIONE

DEI

);UOV l lSTLTl.JTI SL! PER !ORI FE:.lMI~ILJ

DI TOH.l~O.

La nostra RiYista si è già occupata di questi grandiosi Istituti, eretti dal :.I un ici pio di T ori no, e p~r quanto riguarda lo studio di progetto, l'ordi-.

nam~nto, ecc., rimandiamo i nostri lettori alla bel- la :.Ionogralìa pubblicata nei N.i 7 e 8 1907, dai- l'Ing. Scanagatta. Oggi riportiamo alcune notizie, a complemento dello studio, sugli impianti di ri- scaldamento e ventilazione, esegui ti dalla not3

Ditta Ing. G. B. Porta e C. di Torino, che Yinse il concorso di appalto i n detto dall' u ffìcio Tec n i co i\ l u- nici pale. ln esso era prescritto, fra altro, che si aYesse nell'edifizio una temperatura di 15 ce ltigra- di nelle aule e di 12 gradi n~i corridoi e palestre, qualunque fosse la temperatura esterna, e una ven- tilazione assoluta di 750 :.le. d'aria per aula.

Per rispondere alle esig-enze la Ditta impiantò nei sotterranei una batteria di 4 caldaie a Yapore, a bassa pressione, che scaldano i radiatori a superfi- cie diretta posti nei Yani dell.~ finestre dei singoli locali. Tali radiatori sono muniti di ill\·olucro in lamiera (l) ('"- piante e particolari) e comunicano con l'esterno per mezzo di bocche di presa (P), re- golabili a Yolontà. Una grande cassa (Q), posta sotto ogni singolo radiatore, obbliga l'aria fredda a lambire la superficie irradiante ; per tali condizio- ni, malgrado il grande Yolume d'aria immesso, tut- ta l'aria che entra nelle aule può assumere la tem- peratura prescritta.

L'estrazione dell'aria è operata per m~zzo di can- ne (a), in numero di 3 per aula (v. Sezione), discen- denti in canali sotterranei (b) comunicanti con ca- mini (c) (V. piante), nei quali è posta una ·batteria di tubi, eh~ riscalda l'aria ad una temperatura ~,:

25 gradi superiore a quella dell'aria esterna, im- primendo così, per differenza di densità, un moto ascenzionale.

-elle latri ne i 11\·ece la Yen tilazione è ascendente ed attiYata da batterie riscaldanti poste nel sotto- tetto.

I calcoli, per determinare la potenzialità dell'im- pianto, furono instituiti nel modo ~guente.

Per ciascun locale, del sotterraneo, del pianter- reno, del primo e secondo piano si è determinata la quantità di calore occorrente, t~nendo conto del cubo, delle rinnoyazioni d'aria, dello sYiluppo del- le pareti esterne e delle superfici con Yetri, ritenen- do la temperatura esterna di meno 10 e si arriYò a stabilire che abbisognaYano:

pel piano sotteraneo

))

))

)) ))

))

))

terreno pnmo secondo

calorie

)) ))

))

J,qo.p 340817 253354 296909

Totale calorie 89062 r Le aule da Yentilarsi artificialmente sono 50, on-

d~ il cu,Jo d'aria da espellersi per ogni ora era di 50 x 750 = 37500 i\fc.

Il capitolato prescriYeva che si cloYesse sempre Yeriiìcare nei camini una temperatura, dell'aria e- pulsa, superiore di almeno 25° a qLLella esterna e ciò onde assicurare un regolare funzionamento clel- Ia corrente ascendente: eYidentement:~ il caso più sfayoreYole si presenta quando ancora si fà la ven- tilazione artificiale e la temperatura esterna è già di IO gradi. (cioè poco inferiore a quella interna eli 15): è fJUindi necessario riscaldare l'aria di 20°, on- de ottenere la differenza di 25°.

Trascurando la perdita di calore delle pareti dei camini di ,-~ntilazione, che sono costruiti -nei mun di,·isori aelle aule, ne cleriYa che occorrono :

37500 x 0,30 x 20 = calorie 225000

Altra prescrizione del capitolato era che la Yen- tilazione delle latrine fosse tal!n,~nte attiYa che, a- prendosi le porte di comunicazione, l'aria dei cor- ridoi si portasse in quelle e mai in senso inYerso : si ritenne che per soddisfare a tale requisito occorreYa rinnova re l'aria nel le latri ne almeno tre Yolte all'ora : (si noti che eguale proporzione si ha nel le aule, me n tre nei corridoi si ha la Yen ti !azione naturale che produce un ricambio medio di una sola Yolta all'ora).

(2)

p'

l)O RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

Le latrine cubano complessi,·amente 1000 metri cubi onde se ne deduss~ :

3 x 1000 x 20 x 0,30 = calorie 18ooo.

Dato il lungo percorso dei tubi distributori del va- pore del sotterraneo, pure tenendo conto di ricoprir- li con materiale isolant~, fu ritenuto che si do- Yeva calcolare una perdita del 15

%,

ossia una p~r-

N '

l

'----- ---- ·

TI capitolato prescriveYa l'impiego di 3 o -+ cal- daie lasciando libero il tipo : si prescclse quello iu- bolare, come più pronto alla m~ssa in azione, e se ne stabilì la superfici~ complessinl di -:\Iq. 136, che

·col rendimento di rofm calorie soddisfa largamente al fabbisogno.

I tubi distributori del Yapore Yen nero disposti 111

, ,

r'

E

Pianta· del piano sotterraneo - lstituti.::_Superiori Femminili di Piazza Venezia - Torino

dita complessiYa nel momento di massima atti,·ità di 2ooooo calorie.

Riassumendo venne a risultare il seguente fab- bisogno:

1° Calorie pel riscaldamento d~ll'ari,a 8go621

))

)) ))

per la venti!. artificiale per la Yentilaz. delle latrine perdute nel p~rcorso

225000 18ooo 200000 Totale calorie r 333621

pendenza discendente nel senso del moto onde nes- sun rumore si avesse a Yerificare durante l'eserci- zio: e furono interposti opportuni compensatori di rame p~r la dilatazionf'.

La sup~rficie riscaldante nei locali Yenne ottenu- ta con radiatori del tipo liscio; in queste condizioni restava garantita una più facile pulizia dei singoli elementi. ?\elle aule i radiatori ve n nero posti nei Yani delle fìn,~stre sopra casse metalliche, che rice- Yono l'aria dall'esterno mediante breve canale di

Q'

E

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA I.;I

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m. o, 10 di luce; detti canali sono muniti di registro a chiaYe: opportuno mantello obbliga l'aria fredda a lambire tutta la superfici~ dei radiatori onde si ha una grande immissione d'aria nelle aule alla tem- peratura di circa 42° colla Yelocità di m. r .20.

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. ...

1

'l- /

10 l(

constatato nel collaudo una estrazione media di Mc. 842.

Per il riscaldamento dell'aria nei camini di ven- tilazione si adottò il tipo di superficie ad alette, co- me qu~lla che offre niaggiori punti di contatto alla

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10-l.ijo

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H

Pia;:;ta del Piano terreno Istituti Superiori Femminili di Piazza Venezia - Torino

La superficie, dei radiatori applicati, Yenne cal- colata in base acl un rencli111;ento eli 750 calorie e per

~jq. onde risulta

i\1.1. 89°621 = 1200 tn cifra tonda.

'"l 750

In ogni aula si applicarono tre bocche eli presa d'aria munite di fitta griglia, che presentano insie- me la luce libera di Mq. 0,36; così la yelocità di estrazione risulta inf~riore a o,6o pure essendosi

grande massa d'aria da scaldarsi, a mite tempera- tura, e calcolando sopra un rendimento di soo calo- rie si applicarono:

per aule- 22 ;_ooo = 450 iVJ q.

500 r8ooo

=

36 Mq. per latrine

500

La pressione massima in caldaia a pieno eserci- zio è di 2;'10 di atmosfera e questa deyesi sempre

(3)

q

RIVISTA DI INGEGNERIA SA:'\lTARIA

rao-o-iunb b t:-o-ere al mattino per esp. ell~re dalle batterie tutta l 'aria, che, discendendo pei tubi desti nati alla

affermare che le condizioni generali del riscalda- mento sono buone e rispondenti ai dettami clell'ap-

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~A'f ij: B

Pianta del primo piano - Istituti Superiori Femminili di Piazza Venezia - Torino

condensazione Yiene raccolta da tubi speciali col-

l~ttori, si scarica quindi automaticamente nei ca- mini eli Yentilazione; in questo modo il sistema funziona senza che alle batterie sia applicato alcun rubinetto d'aria.

Durante la giornata la pressione si mantiene fra mezzo decimo ed un d~cimo e mezzo a seconda del- le temperature che si Yerifìcano all'esterno.

Quest'impianto (escluse le opere murarie) è co- stato L. 63000.- , ossia L. 1,89 p~r ì\Ic. riscaldato.

Oltre il collaudo uffìci-ale Yenne nel decorso in- Yerno fatto quello pratico, che dimostrò che nessun odore si senti,·a mai nelle aule anche dopo parec-

chi~ ore di permanenza di 50 allieYe. onde si può

palto, come si era prefìsso di ott':!nere nel suo ac- curato progetto la Ditta Porta c'he, come si disse.

Yinse il concorso. S.

C02\JE SI PGO' P'ROVVEDERE DI ACQUA POT \.BILE

PI .'\NCAS TAGK A IO ?

per -il Prof G. DE A."G.ELIS d'OssAT.

(16) Fonte l'oltaia (circa m. 738 s. m.).- Quo- ta dalla soglia del Giardino Pellegrini m.- 34,230. -- Distanza lineare della medesima m. 250 (Map. Cat.). - Proprietà comunale.

La fonte di Voltaia presentemente alimenta buo-

...

RIVISTA DI I::-.:GEG~ERL\ SA:'\:TARIA 133

na parte del paese. Oltre a due fontane v'ha anca il Jayatoio. Le so~giYe sono due, lontane fra di loro 8-ro m., spicciano ambedue sotto. l'appicco trachitico. La più eleYata, detta Pigrino, ba la portata di lit. 0,58, con una temperatura di C. 14°·

I l termometro aWaria segnava C. 23° (29 agosto 1907). E' potabile.

La fonte di \ìoltaia, propriamente detta, deriva da un serbatoio, murato alla base della balza tr.a- chitica, per mezzo eli un condotto in ghisa che sfio- ra quasi il piano stradale. L'acqua è dispensata da 6 bocche, dopo, riunita, alimenta il laYatoio. La tem.peratura è maggiore della precedente; ma sob di qualche linea, cioè C. 14°, i 5· Le perdite sono trascurabili.

La portata misurata (quattro· \Olte) presso il la- Yatoio è di lit. 4,10 (29 agosto 1907) : mi venne però assicurato che la fonte era i.n sensibile magra; ciò però non depone certo in faYore dell'eccellenza del- l'acqua. Unendo alla portata di Voltaia quella di Pigrino si ha un totale di lit. 4,68. ·

Vicino alla fonte sarebbe facile ottenere un salto

co.nsidereYoh~.

Le opere di allacciamento e di distribuzione la- sciano qualche cosa a de-siderare.

* * *

Si passa ora al versante orientale del contraffor- te su cui-giace Piancastagnaio. -

(17) Scog-lio del Sessanta (circa m. 741 s. m.).__:_

Quota dalla soglia. del Giardino Pellegrini metri - 30,643· -- Distanza lineare dalla medesima m. 270 (:\[ap. Cat.)-. - Proprietario del terreno: Pel- legrini. ì\. i\Jappa 71. - li Comune proprietario della sorgente.

La sorgente alimenta Je. diYerse bocche della fon-- tana di Borgo, contigua ali.' abitato; inoltre y'ha un soprayanzo, un'altro sopraYanzo si riscontra nel bottino della f-ontana.

Riguardo alla portata ho trovato (29 agost.o 1907);

SopraYanzo all'allacciamento lit. 1 al secondo

Abbeveratoio )) 0,25 ))

Bocca I .a )) o,4S l)

Bocca 2 .a )) o,s8 l)

Bocca J" a )) o,sr l) Soprav. del bott. della fonte )) 0,40 l) .li t. J.22 ))

La polla spiccia fra i grandi ammassi della fra na della massa trachitica: subito sotto si troYano le rocce impermeabili.

Si ottiene facilmente una discreta caduta senza allontanarsi di molto dal luogo di origine.

E' potabile. Sarebbe bene che le opere di pres.'l s'i n ternassero maggiormente nel terreno Yerg! ne.

(t8) Fonte di Cerere (circa m. 741 s. m.). - Quota dalla soglia del Giardino Pellegrini metri

- 30,905. - Distanza lineare dalla stessa m. 276.

(~Iappa Cat.). - Temperatura C. 13°,5; (29 ago- sto 1907). - Portata, media di tre misure eseguite presso la sorgiva, lit. 2,8o. E' potabile.

Anche questa sorgiva scaturisce fra i massi tra- chitici franati dal soprastante appicco trachitico.

(19) _or gente sen::::a nome (circa m. 740 s. m.).

- Distanza lineare dalla soglia del Giardino Pel- legrini m. 300 p1appa Cat.). - Proprietà Pelle- grini. ì\. ~Iappa 73·

La sorgente si manifesta nelle stesse condizioni delle due precedenti. ='Jon si può misurare la por- tata direttamente, perchè parte di essa è sotterra- neamente distratta ed unita a quella della fonte di Cerere per andare insieme ad alimentare il canale della Poh·eriera sottostan te. La parte sottratta m1 risulta, per differenza, di Lit. o,8o.

D

rimanente

raggiunge li t. 2,3 al secondo; quindi complessiva- mente si ha la portata di lit. 3,10 (29 agosto 1907).

E' potabilt;.

(20) Bagno. degli Ebrei (circa m. 737 s. m.). - Quota dalla soglia del Giardino Pellegrini metri - 35,176.- Distanza dalla medesima.m. 400 (Ì\fap. Cat.). - La sorgente scaturisce al confine dei tre appezzamenti ai numeri mappali 87 (Rossetti) 61 . (Paradisi) 73 (Pellegrini) : le condizioni di emer- genza sono le identiche alle tre precedenti sorgivc.

Non essendo allacciata non si può esattamente misurare, tuttavia si stima della portata di l. 4 o Dalla piscina, dove pullula la sorgiva, tracima fra scogli in un piano sottostante dove sgraziatamente si attinge, con sicuro danno della salute: quivi la dichiaro non potabile. Potabile è im·ece nel punto di sfìoramento ..

(2

r )

:So-rge;ite dellcc Polveriera: - Sotto la fonte di. Cerere, nel' fosso doYe scorre naturalmente l'ac- qua di Cerere e parte (artificialmente) della fonte senza nome, ad un liYello inferiore.di 8,-IO m. pul- lulano parecchie acque. Sono Yere sorgive o sono risorgenti ? .:\o n è facile la risposta, perchè ci tro- Yiamo fra giganteschi blocchi caoticamente ammon- ticchiati, fra i quali è arduo seguire la via percorsa

dali~ acque. Sarebbero indispensabili lavori di una qualche entità. La temperatura non mi ha dato dif- ferenze notevoli.

La sorgente si mostra copiosa; ma travasi ad un liYello inferiore delle quattro precedenti (m. 8-10).

Ho cercato Yalutarne la portata, per mezzò di galleggianti, nel canale irregolare e ripido che so-

\-rasta la Poh·eriera, doYe si accomunano le sor- genti menzionate, le acque di Cerere (lit. 2.8o) e parte della fonte senza nome (lit. o,8o); ed ho otte- nuto un Yalore che si aggira intorno a lit. 12.

(22) Fonte Piccini (circa m. 780 s. m.). - Sulla Yia che conduce all'Abbadia S. Salvatore, proprio sotto il C. Piccini, vi ha una piccola fonte, che

(4)

1)4 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARI.-\

trae origine dal solito contatto. Il termometro se- gna nell'acqua C. 10°,8; nell'aria 12°,5 (28 mar- zo I90i)· - La portata lit. o,8.

(23) F. Podere Rocheto (circa m. 8Ji s. m.). - Scaturisce dal solito contatto; male presa ed in- condottata. -- Il termometro all'aria C. 12°,5, nel- l'acqua 10° (28 marzo I90i)· - La portata è di- screta, lit. o,s.

(24) F. Podere Rochetino (circa m. 8iO s. m.).

- Dal solito contatto emerge una sorgente di litri 1,3 di portata. Il 29 marzo 190i trovai la tempera- tura di C. 12°,5 all'aria, e di i0,5 nell'acqua.

Potabile.

Inoltre vi hanno nelle vicinanze altre piccole sor- give chiamate: Fonte dei Cacciatori e Vena d' Ar- gento; ma esse sono d'insignificante portata.

CLASSlFICAZIOl'\E DELLE SORGIVE Le 24 sorgive, più quella delle Bocche dell'In- dovina, si possono classificare rispetto al modo di emergenza: costituisce questo un criterio di alto Ya- lore per ottenere un allacciamento razionale e per giudicare a priori della potabilità delle acque.

Fig. 6. Sezione schematica del bordo della co- perta trachitica (Tr). l numeri I, Il, III, IV, indicano le di·:erse categorie delle sorgenti in quel di Piancastagnaio.

Abbiamo detto che le sorgenti generalmente sca- turiscono dal contatto fra la coperta trachitica e le rocce impermeabili del basamento, cioè nel punto (1) della sottostante figura. (Fig. 6").

Alcune originano dallo stesso contatto; ma af- fiorano fra i massi che formano la frana ai bordi della coperta trachitica, cioè nel punto (Il); pochis- sime invece si possono considerare 'come la mani- festazione della falda freatica circolante sotto il ter- reno agrario c sopra la superficie superiore irrego- lare della massa trachitica (II l). Finalmente, in casi eccezionali, si Yid-:!ro le acque scaturire dal terreno impermeabile, ma nelle vicinanze del più volte no·· minato contatto, cioè in (IV). Riassumendo :

(I). - Seragiolo - Pietralunga (Il a e II l') - F.

del Drago - F. Tre Case - F. Crocifisso- Fosso del- l' Acqua Calda - Fonte dei T roghi - Vena Vecchia -F. Voltaia.

(Il). -- F. ~atali- Mugnello - Scoglio del Ses-

santa - F. di Cere re - Sorge n te senza nome - Ba- gno degli Ebrei - Sorgente della Poh·eriera - F.

Piccini- F. P. Rocheto - F. P. Rochetino. (III) . - F. Fraga- Peschiera - Pozzo della l\1a- donna di S. Pietro.

(IV). - Pietralunga (P) - Colaticcio - Acqua Calda.

Le Bocche dell'lndoYina costituiscono una clas- se a parte.

Le quote rispetto alla soglia del Giardino Pelle- grini, presso il Castello, furono troYate con una scrupolosa livellazione da G. B. Paradisi.

(Vedi pag. seguenté tabella).

QUAI'\TITA D'ACQUA POTABILE PER PIANCASTAGNAIO.

Quantunque la quantità di acqua potabile di cut dispone un abitato non è mai rìten uta superflua;

tuttavia, nel caso presente, è necessario venire <:td una delimitazione. In questa non si dovrà dimen- ticare che la parte meno elevata del paese per le fonti di Voltaia e di Borgo, a rigore, si può con si·

derare come prO\·vista.

'ei trattati d'Ingegneria sanitaria e d'Igiene non trovo, e ne può essere, determinata, con una qualche precisione, la quantità d'acqua necessaria at bisogni personali di ciascun abitante e dei vari animali. Uguale, anzi maggiore, incertez- za si. riscontra nell'attribuzione delle quantità idriche p-:!r i pubblici servizi.

Però la dotazione di 100 litri giornalieri, tanto ad uomo che ad animale grosso, è v~V. ritenuta universalme~te _come. la_rga~1ente

~, sufficiente non solo at btsognt dtrettt, ma

• anche per quelli indiretti. Infatti nelle cit- tà ben provviste di acqua non sempre si raggiunge questa cifra. Se si dovesse redigere il computo con parsimonia non esiterei ad atten-:!rmi ad 8o litri giornalieri per capo.

La popolazione di Piancastagnaio si aggira at- torno ai 3000 abitanti; essa è in notevole e progres- sivo aumento.

~el1'abitato sono ricoverati in stalle circa 6oo capi di oestiame, computando i piccoli in tanti grossi, ma proporzionatamente.

Ora elevando le cifre, come segue, si ritiene di aYer preYeduto anche ai futuri bisogni della Co- munità. Certo col tempo la popolazione andrà in aumento; in compenso gli animali, e specialmentt

neri, saranno al1ontanati dall'abitato. .-\bi tanti

Animali

4400 x l i t. 100 = 440000 6oo x lit. 100 = 6oooo

lit. sooooo = mc. soo.

RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA 135

l

Altitudine \

Quota

l

SORGENTE metri PellegriGiardino ni

l l

metri

I Seragiolo 900 -

2 Pietralunga 85o -

3 Fonte del Drago 83::J -

4 Fonte Tre Case 835 -

5 Fonte Crocifisso 85o -

6 Colaticcio 8oo -

7 Fosso dell'Acqua calda 85o -

8 Acqua Calda

l

d80 -

9 Fonte dei Troghi 870 -

lO Fonte Fraga 790 - -

I I La Peschiera

l

8o2 -

I2 Pozzo della Madonna 8o6 - r3 Vena Vecchia ?:J:J

--

- q ,r85

T4 Natali 74° - 32,423

IS Mugnello 726 - 46,573

r6 Voltaia 738 - 34,230

I7 Scoglio del Sessanta 74I - 3o,643

r8 Fonte di Cerere 741 - 30,905

I9 Fonte senza nome 74° -

20 Bagno degli Eb1·ei 737 - 35,q 6 2I Sorgente della Polveriera - -

22 Fonte Piccini 780 --

23 Fonte Rocheto 837 -

24 Fonte Rochetino 870

-

La quantità totale di mc. 500 corrisponde alla portata di litri s, 78 al secondo, che si arrotonderà in lit. 6.

Con lit. 6 si sopperisce lautamente ai bisogni di- retti dei cittadini e degli animali ed a tutti i pub- blici servizi, come: ospedale, scuole, asilo, nettez- za delle chiaviche, lavacro delle stalle e dei tinelli, inaffìamento, latrine, acquai, lavatoi, mostre, fon- tanelle, riserva per gl'incendi, ecc. ecc.

Con la dotazione che si propone si pre\·ede an- che all'aumento della popolazione, ed allo svilup- po igienico-agricolo-industriale, ecc., di cui si no- tano già promettenti indizi.

LE QuALITr\ DELLE ACQu E

I~ QUEL DI PIANCASTAG~AIO.

Le acque che spicciano presso Piancastagnaio generalmente sono fresche, limpide, gradite al gu- sto, di facile digestione, ecc.; godono di una me- ritata ed antica fama.

Non conosco analisi chimiche e b;:ttteriologiche che le riguardino direttamente; ma ad affermarne l'eccellenza, oltre ai dati che personalmente ho rac- colto, concorrono le seguenti considerazioni.

E' risaputo che le acque che traggono origine

Distanza

l

Portata ITemperat.l

Giardino

in gradi POTABIL!TÀ

Pellegrini

l c~ ntigra d i

mc:tri litri al 1"

- 4,00 IJo5 Potabile

- r,rS I I0 Due sole potabili

-

o,33 8°5 Potabile

- o,1o - Potabile

o,ro 10°2 Potabile

- - l - Non potabile

- o,rS

l

- Potabile?

- - - on potabile

o,2S 140 Potabile?

- - - on potabile

- - - Non potabile

- - - Non potabile

I35o 120,00 13°3 Potabile

475 2,So r3°8 Potabile

38o 2S,oo I4os Potabile

2So 4,68 140 Potabile

270 3,22 -

l

Potabile

276 2,8o r3°5 Potabile"

3oo 3,ro - Potabile

400 4-.)

-

Potabile?

289 12100 - (?)

- o,8 10°8 Potabile

- o,S 10° Potabile

- T,3 7os Potabile

dalle rocce trachitiche eccellono per purezza sulle altre. Tale caratteristica è naturale anche alle acque del ì\Ionte Amiata, come pure risulta documenta- to dalle analisi che furono eseguite sopra alcune di esse; i cui riultati dichiarano le acque chimica- mente pure.

Piacemi riferire, per analogia, l'analisi eseguita dal prof. Siro Grimaldi (1903) su un chilogramm~

di acqua della sorgente Olmicciolo del Vivo : Temperatura dell'acqua alla sorgente, all'ombra 7°,3

, dell'aria ambiente all'ombra . 14",o Ossigeno, misur. a 0° ed a mm. 760 di press. cc. r5,o8

Azoto id. id. , 6,2S

Anidride Carbonica id. id. " 1,94 Residuo solido, disseccato a I20° fino a co-

stanza di peso gr. o,ro36

Residuo solido, disseccato a I8o0 fino a co·

stanza di peso , o,ro3z

Durezza totole, espr. in gradi idrotimetrici francesi 3°,8

, permanente id. 3°,5

" temporanea id. o0,3

Permanganato ·potassico occorrente per

l'ossidazione gr. o,ooo79

Ossigeno consumato per l'ossidazione , o,ooorg Sostanza organica conten. nell'acqua (calcolata) , o,oo3g5

Ossido potassico . · , o,oo63o

(5)

136 RIVISTA DI· INGEGNERIA SA I1"ARIA

Ossido sodico .

"

calcico .

, magnesiaco , ferrico . Anidride fosforica.

"

"

"

Cloro

silicica . solforica carbonica

, o,or64o , o,oo84o tracce tracce assenza , o,o4420 , o,o23ro

11 0100190

, o,oo78o

Riuscirono negati\ e le reazioni dei nitrati con la difenilamina, dei nitriti con il reattiYo di Griess e dell'ammoniaca col reattiYo di :\essler.

Identici risultati diedero le analisi eseguite sulle acque delle sorgenti Arbure e di Santafiora; quin- di se ne può concludere che le acque che deriYano dalla coperta trachitica amiatina sono caratterizza- te da una singolare purezza.

TuttaYia sarà misura di non eccessiva prudenza quella di fare preYentivamente analizzare, cltimica- mente e batteriologicamente, l'acqua che donà es- sere condotta in paese. La potabilità deli'acqu<.~

dovrà essP.re riconosciuta all'esame completo deL l'indagine scientifica. Il campione però donà pr~­

}evarsi dopo i primi lavori intesi ad un razionale

· ~llacciamento.

Kon basta che le acque spiccino pure al luogo di scaturigine, è pur necessario che si conservino tali sino all'orifizio donde attinge l'utente. E' spe- cialmente nel punto di allacciamento che penetra l'infezione, la quale poi acquista virulenza durante il tragitto. Ora parecchie sorgive di cui ho dato le principali notizie non scaturiscono dalla roccia v•- va; ma dopo aver vagato fra la frana della: trachi- te, durante il qual percorso possono essere conta- minate. Ciò è all'evidenza pur documentato dalla diversa temperatura che presentano i rami della stessa sorgente nel medesimo tempo e nell'identi-

che condizioni. (Continua)

LA CASA SALUBRE A Bl.JON ~TERCATO

La questione delle case operaie, non num·a certo per questa Rivista è ancor sempre recente e sii-w ad ora non. ha avuto che d~lle :;oluzioni inco_mplete.

L'igiene dell'abitazione non · ha seguito i progressi dell'igiene urbana ed i prezzi troppo elevati dell~

pigioni hah fafto 'ut'ilizza"re ·come alloggi per gli operai, locali destinati alla picozza demolitr.ice, lo- cali insalubri,· senza aria, senza luce, ove le malat- tie in genere. e la tubercolosi, in specie maggior- mente mietono le loro vittime. ·

L'ideai.~ sareb-be che ogni famiglia operaia aves- se la sua casetta distinta circondata da un piccolo giardino, ma tali ideali sono di troppo ardùa at- . tuazione nelle grandi città o\·e il prezzo del terreno

è moito elevato e necessariamente bisogna perciò esser paghi delle soluzioni mediocri sì, ma imme- diatamente realizzabiìi.

Il Provensal ha studiato lungamente questo pro- blema e principale suo merito è l'aver tirato a maggior partito dei terreni difettosi dal punto di

'

Case economiche: ProYensal - Prospettiva della facciat1.

,-ista dell'igiene. Eg-li lascia da parte le antiche idee della casa

~'Josta

a \ anco della strada con qualun- que orientazione. con cortili che costituiscono ve- ri pozzi senza sole nè ventilazione. Dalla qui unita figura 2 già si può comprendere come mediante spe- ciali disposizioni dei fabbricati ne risulti che ogni .finestra possa direttamente' prendere aria prove- niente dall~ strada, aria che verrà costantemente rinno,·ata dalle correnti. Così vengono radicalmen-

te soppressi i cortiletti ed i corridoi chiusi ove non s.i ha mai il ricambio dell'aria .

H.I\-IST A DI lì\GEG;\ERIA SANITARI A

I due problemi dell'orientazione e della ventila- zione devono essere risolti nello stesso tempo. Da- gli schemi riportati si deduce come si possono n- soh·ere queste due questioni, quando sia dato un

Fig. 2 - Case economiche Provensal - Studio della Plauimetria

lotto di terreno qualtmquc éon un lato prospicien- te la strada e gli altri tre chiusi da fabbricati gi~

preesistenti.

Secondo l'ultima disposizione si trae un ,-antaggio enorme dal lato igienic-o essendo o- gni punto del fabbricato toc-cato dai raggi so- lari ; ogni appartamento riceY-:! così un Yero bagno di sole per la durata di cliYerse ore della giornata. L'aereazione Yi è perfetta. Ogni cor- tile fo'rma colla strada un prolungamento

ea

ogni finestra Yiene ad aYere una grande quanti- tà d'aria sempre rinnm·ata, giacchè il minimo mm·imento d'aria si fa in tutti i sensi.

Questo per l'esterno ; per quanto riguarda ogni particolare della costruzione interna non mi dilungo a riportare quanto scrisse il Pro- Yensal. La proporzione della superficie co~

strutta alla totale è di r a 2 cioè su 732 mq. 366 circa sono occupati dal fabbrièato. Questo si compone di o piani non compreso il piano ter- reno. Gli alloggi sono di una, due, tre camere oltre alla cucina, che sen·e pure da sala da i_ìranzo, al 'vVater Closet, al ripostiglio, alla cnntina, al sotto tetto ecc. ecc. 11 riscaldamento è JJer ogni singolo alloggio. La luce elettrica si tro\·a i n ogni camera.

r

noi tr,e i n ogni fahhricato si troya li n locale adi.bito a laYanderia, un altro ad essicatoio, così pure Yi si trova un giarcli netto coperto ed un a tettoia per riporvi le biciclette, carrozzelle dei ba m bi n i, ecc.

Soddisfatto così ai bisogni inerenti ad ogni abi~ tante, e ad ogni famiglia, parla il Prm·ensal defl'e- stetica della casa; leggi speciali ·non si possono tracciare. Ogni singolo architetto cercherà di ren- dere esteriormente nel migliore modo possibile bel- la e piaceYole la casa .

Ed ora Yediamo la qu,estione finanziaria. Entro quali limiti deYe Yariare il prezzo d'un alloggio nella casa collettiYa ?

Ì\f. Siegfriecl dà dell.e interessanti propor~ioni nelle spese di una famiglia; e si an ebbe che: L'A-

limentazione importa una spesa del 6o %. Le vesti- menta, riscaldamento, luce, spese minute il 25 %. La pigione il 15

%.

Viene così ad essere facile lo stabilire entro quali limiti si dovranno variare i prezzi dei differenti appartam'enti riportandoli ai differenti salari e si avrà: la famiglia di un buo~1

operaio che guadagni unitamente alla moglie lire

10 al giorno potrà disporre L. 468 annue per la pigione. Quella il cui salario (solo o totalizzato per l'uomo·,-:! la donna) è di L. 7 a1 giorno, L. 372, ed infine l'operaio che abbia una paga (solo o colla moglie) di Lire 4 giornaliere potrà pagare un fitto annuo di L. 187.

Logicamente nei fabbricati si wstitueranno quat- tro classi di alloggi.

T primi composti di due cam-:!re (di cui una i'~

sala da pranzo e cucina ad un tempo) di 'Vater-

Case ecooomiche Provensal - Pi~nt:1 del Qu~rtiere

closet, gabinetto, ripostiglio, anticam~ra, di pic- colo balcone per pulire gli abiti, di un immondez- zaio, di cantina, coll'uso in comune dei servizi ge- nerali della Ja,·anderia, essicatoio, sale da bagno e doccie.

2.0 Alloggi composti di 2 camere (1 divisibile) cucina-sala da pranzo, ecc., come il precedente.

0 \lloggio composto di 3 camere cucina-sala da pranzo, ecc.

(6)

!)8 RIVISTA DI INGEGNERIA SANI T ARIA

Attenendosi alla superficie già ricordata tenendo conto che I/4 Yiene ad essere occupato dai muri dai tramezzi, dalle scale, ecc., si avrà:

I .0 Appartamento di

I camera . m. 3 x 4,50= mq. I3,50 Cucina, W. C. etc . . ClfCa=mq. I6.oo

Superficie utilizzabile= mq. 29.50 2.0 Appartamento di

2 camere (3x4,50)+(4x4,50)= mq. 3I,50

Cucina etc. = mq. 20.00

Totale mq. 5I,50 3.0 Appartamento di

3 camere (2 di 3 x 4,50) + (4 x 4,50) mq. 45,50

Cucina, ecc. mq. 24.00

Totale mq. 69,50 Dette superfici aumentate di I/4 daranno un totale di mq. 188. Attribuendo un valore di locazio- ne annuo di Lire 6,50 p,er metro quadrato, valore molto basso in vero, si può fissare rigorosamente i prezzi di ogni alloggio che saranno rispettiva- mente:

1 Camera, ecc. mq. 29,5ox6,5o=L. I9I,25 2 Camere, ecc. 11 5I,SO x 6,50= n 334,75 3 Camere, ecc. )) 69,50 x 6,50 = )) 45 1, 7 I L'immobile è poi gravato del 33 % di spese.

Dai <.taLI precedentemente stabiliti si può dedur-

re quale sia la rendita dello stabile la quale varierà in proporzione della somma spesa per la costru- zwne.

Terreno mq. 732 a L. 70 il mq.

Costruz. mq. 363 a L. 6oo il mq.

Servizi generali, ecc.

Rendita lorda per la p1g10ne di N. 6 alloggi per piano, come risulta dalle

L. 51.240 )) 217.800

. L. 269.040 L. w.ooo

tavo!~ già riportate L. I .890.25

Numero dei piani 6xi.890.25 n 11.34'·50 Rendita per il fitto delle botteghe esi-

stenti al piano terreno circa mq. 126

a L. 40 n 5·04o.oo

Da detta somma si deduce: il 33

%

di spese, pari a

Totale L. 16.381.50

L. 5·379-00

L. II.oo2.50 Il che viene ad essere pari al 4 % d'interesse sul capitale impiegato.

Ed anche, sempre mantenendo il prezzo del ter- reno a L. 70 il mq., portando il prezzo di costru- zione rispettivamente a L. 700, Soo e 900 il metro quadrato, si avrà ancora una rendita netta di Lire 3-so, 3-IS e 2.85 per cento.

Sinceramente è da sperarsi che le cifre riportate dal Provensal spingano i municipi ed i capitalisti a costrurre delle case economiche veramente igie- niche ove il lavoratore e la sua famiglia possa tro- vare comodità e salute. A. MARCHESA.

QUESTIONI

TECNICO-Sf\NlTf\RIE DEL GIORNO

SUL i\IODO DI VAGLIARE L'I N T E N S I T A L . ~I I N OSA

DI UN AMBIENTE.

Abbiamo già altre volte trattato sulle nostre co· lonne di questo problema tanto delicato ,e che tan- to interessa da vicino i seri cultori delle scienze igieniche. Forse tra i primi fin dal I 90S (N. I2, an- no I0 della nostra Rivista) abbiamo sostenuto che la misurazione diretta della intensità luminosa, a mezzo di fotometri, è nel campo igienico cosa qua- si inutile, abbiamo quindi ricordato quanto il vene- rando Trélat aveva sostenuto in proposito intuen- do, con visione precisa, quanto poi si venne a sta- bilire in seguito con stringente tecnica, ed in base a lunghe pazienti ricerche, condotte da valenti ri- cercatori.

Ed oggi quell'asserto viene sempre più confe~­

mato dai lavori comparsi in questi ultimi anni.

Cb. Nussbann, il valente igienista e scrittore bril- lante di questioni tecnico-sanitarie, si fece bandi- tore del principio che, a scopo igienico, la luce do- veva venir misurata con criteri speciali e sopratut- to sempre in base a confronti, e sosteneva, nel Ge- sundheits-Ingenieur, che le determinazioni si dove- vano fare con il misuratore dell'angolo spaziale del Weber o con apparecchi a questo simili, mai con fotom.etri propriamente detti.

Infatti: che Yalore può aver.e una determinazio- ne che venga a stabilire che sopra un dato tavolo in un dato momento l'intensità luminosa è di un certo numero di candele-metro? Se la sorgente che determina questa illuminazione non è costante, la determinazione evidentemente non può ayere va- lore assoluto. Questo l'errore fondamentale.di prin- cipio di tutti i metodi che hanno per base .della mi- surazione un. procedimento fotometrico puro, o qualche procedimento derivato da questo.

Sempre Ch. Nussbaum nel N. 24 del Gesund- heits-I ngenieu r di quest'an no ritorna ancora sulla

RIVISTA DI INGEGNERIA SA~ITARIA

questione trattando del saggiatore delle intensità luminosa Thorner. Egli afferma di aver usato lun- gamente detto apparecchio e Io consiglia per deter- minazioni con scopo igienico. Siamo lieti, anche in questo campo, di essere pienamente d'accordo collo scrittore tedesco, e ricordiamo in proposito quanto ha pubblicato la nostra Rivista nel N. I6, anno 1907, in merito a questo nuovo ed ingegnoso ap- parecchio.

ì\Ia la schiera dei sostenitori del principio fonda- mentale sopra esposto, ora ingrossa sempre più, Rei- chenbach, Gottschlich e vVolpert, nel Klinisce Jahr- bnch anno I2, fascicolo 2°, affermano pure essi mol- to esplicitamente che determinazioni fotometriche di qualsiasi specie queste siano, non devono essere

'

considerate come attendibili per giudicare della buona luce di un posto da lavoro provvisto di illu- minazione diffusa naturale. Reichenbach all'uopo, in speciale afferma che il solo apparecchio che può rispondere per tali esami è il misuratore dèll'ango- lo spaziale, pur ammettendo che il coefficiente di so gradi quadrati, determinato da Cohn, in molti casi non deve considerarsi come bastevole.

Da questi lavori risalta sempre più la necessità di determinazioni dirette di paragone, condotte in.

modo che l'immagine di una porzione di zona ce- J,este, raccolta in modo conveniente, possa essere confrontata con l'illuminazione esistente su di un dato banco da lavoro. Questo principio certo oggi è risolto convenientemente dal saggiatore Thorner.

Rappresenta questo apparecchio una soluzione p,erfetta? ~on si può in via assoluta affermare ciò·

è da augurarsi che questo ramo della tecnica ven-

'

ga studiato con amore e che si venga ad ideare qualche indicatore della intensità luminosa più pre- ciso ancora; però gli studiosi non dovrebbero mai dimenticare nelle loro ricerche, nei loro tentatitivi, il principio o meglio lo scopo cui deve rispondere l'apparecchio.

Per determinare il quantitatiYo assoluto, 111 un dato momento, di unità luminose esistenti su di una superficie sen·e molto bene con precisione qua-

si completa il fotometro del \ìVeber, quando sia bene adoperato; però il suo impiego, per le diffi- coltà di tecnica, deYe essere limitato a scopi specia- li o meglio scopi scientifici; per ricerch:~ meno pre- cise è conYeniente l'uso del fonometro vVinkler o di quello di Simùance-Abady o di altro apparecchio del genere, sola an ·ertenza chè gli operatori devo- no aYere nell'uso dei fotometri, è di assicurarsi che la candela-metro sia in buone cond,izioni, diciamo solo assicurarsi che sia in buone condizioni, perchè ormai dai responsi delle accademie scientifiche di Lonara e di Parigi, che recentemente hanno con- trollato quasi tutte le unità luminose paragonan- dole alla grande unità Violle, si possono assume-

1)9

re i dati forniti da dette commissioni ed essere tran- quilli sul valore delle unità senza tema di errare.

Con ciò vogliamo insistere che forse il problema tecnico fu risolto per quanto ha rapporto coi misu- ratori propriamente detti della intensità luminosa poichè esiste un apparecchio di precisione quasi

as~

soluta, il fotometro \Veber, ed altri, molto nume- rosi, che offrono il vantaggio di una tecnica spedi- ta e semplice con una precisione nei risultati suffi- ciente, almeno per quanto ha rapporto con l'igiene.

Nel campo invece delle determinazioni delle luci date da sorgenti, che di momento in momento va- riano di intensità, il problema ancora non è com- pletamente risolto. Manca forse l'apparecchio pra- tico che permetta di operare con rapidità, però per necessità di cose, per la qualità del fenomeno che si deve fissare e comparare, questo apparecchio dovrà essere basato sul principio del misuratore del- l 'angolo spaziale o su concetto a questo affine. ~la

per carità non pensiamo mai, per determinazioni sulla illuminazione diretta ottenuta direttamente dalla luce solare, di risolvere il compito con meto- di fometrici, diretti o indiretti, perchè si sbagliereb- be nel principio fondamentale, mentre, lo affermia- mo ancora, per l 'uso proprio dei fotometri, quello ultimo modello di ~Teber, risponde a tutte le esi- genze che oggi si possono richiedere da un tale ap- parecchio.

Per criteri igienici la precisione non è necessaria. Quanto invece interessa di avere è un dato che ci conceda di giudicare con sicurezza come, anche quando le condizioni climatologiche sono molto sfavorevoli, il quantitativo di luce minima necessa- ria per ragioni sanitarie, esista su di un tavolo da lavoro. Questo lo si può solo ottenere applicando il metodo Trélat, cercando di agire sulla zona cele- ste e non sulla luce; determinata l'ampiezza -della prima si potrà sempre dedurre la seconda anche pei casi più sfavorevoli. A questo principio deve ri- spondere un apparecchio destinato agli igienisti;

questo dato devono sempre cercare di ottenere se ad essi viene richiesto un giudizio sulla luce che colpisce un tavolo. Altri metodi non sono attendi- bili se non sono conclusione di numerosissime e precise determinazioni fatte in varie epoche dell'an- no, in varie ore della giornata ed in varie condizioni climatologiche.

E' sempre possibili fare un tale lavoro? E' sem- pre opportuno attendere il giudizio per tanto tempo?

A questi quesiti una affermazione: non sbaglia- mo !'indirizzo fondamentale ed agiamo sempre, con le nostre ricerche, sulla causa. Così facendo opPre- remo velocemente e con sicurezza di non ottener'"

risultati qualche voita contraddittori.

(7)

RIVISTA DI Il\GEG:\ERL\ S:\NIT"-\RIA

Lasciamo i fotometri per determinazioni di in- tensità o puntiformi o diffuse, ma prodotte da sor- genti artificiali costanti, e per ricerche su luce sola- re teniamo sempre presente di usare apparecchi ba- sati sul principio già sopra ricordato.

Così facendo, opereremo con criterio tecnico

sanitario razionale. R. 13.

\PPAR ECCH I DI ULTRA FILTR:\ZIONE DI BECHHOLD.

Si è già fatto cenno intorno al nuo\·o procedi- mento di ultrafi!trazione di Bechhold : metodo che tende ad ottenere delle filtrazioni anche dei colloidi o delle più fini sospensioni, facendole passare at- traverso a filtri speciali, con pori infinitamente me- no ampi dei pori delle comuni candele filtranti. I filtri proposti da Bechhold sono costituiti da uno scheletro di carta Schleicher

(meglio la Schleicher s66- 57S) impregnati di gelatina comune. Variando lo spesso- re della gelati n a, varia la fi- nezza dei pori. Per gelatiniz- zare i filtri di carta si può procedere alla gelatinizza- zione all'aria l ibera; ma i l metodo in tali condizioni può dare filtri poco omogenei.

specialmente a cagione delle

·bolle di aria che pos- sono formarsi col di- ventar solida la gela- tina.

Bechhold quindi, preferisce fare la gela- tinizzazione nel vuoto ..

al quale scopo si serve

di una piccola vasca di vetro (fig. 3) a buona te- nuta, raccordabile con una pompa ad acqua, :>

provvista di un imbuto a rubinetto per versare la gelatina nell'interno. Dentro al recipiente, aggan- ciati ad una asticella di vetro, si troYano i picco1i filtri di carta che si vogliono gelatinizzare. Si in- troduce la gelatina dopo aver fatto il vuoto: indi si levano i fogli ]asciandoli asciugare all'aria e con- servandoli, una volta preparati, in acqua addizio- nata di cloroformio. Per rendere più compatti i fil- tri è bene !asciarli p,er 2 giorni in ghiacciaia in una soluzione al 2-4 % eli formolo, 1avandoli poi in mol- ta acqua.

Questi filtri sono assai compatti e difficilmente possono essere attraversati dalle soluzioni: per riu- scire a determinare la filtrazione di un liquido, yan- no usati sotto pressione, pressione che deYe tah·ol- ta raggiungere le 10 atm. I\aturalmente il filtro

Yerrà sostenuto su una rete metallica eli supporto, i n dispensabile per eYitar~ che il fiI tro gelatinizzato abbia a spezzarsi e lasciar passare per le falle deri- Yanti tutto il materiale che deYe filtrare.

Che poi aYYenga una reale filtrazione e che non si tratti qui di una semplice dialisi, è proYato da Yarie considerazioni, prima d'ogni altra quella che filtrano materiali che non dializzano, mentre sono trattenuti dal filtro materiali che pure dializzano.

Per praticare la filtrazione Bechhold ha consi- gliato un apparecchio che si può grossolanamen:e ragguagliare acl una grossolana scatola cilindrica, comunicante superiormente colla sorgente genera-

trice della pressione (bombe a C02 a S), e aperta in basso a mo' di diaframma chiuso da un filtro gelati nato.

Come si Yede nella fig. 1 i filtri si possono anche montare in batteria S).l un apposito sostegno, mu-

nendo ogni filtro della batteria di un ma- nometro indicatore della pressione cui il materiale che deve filtrare viene assog- gettato.

~c- La scatola filtro propriamente detta, si presenta così costituita (fig. 2). Essa consta di un Yaso cilindrico H conte- nente un imbuto speciale, o meglio un recipiente che per la sua forma può as- somigliare ad un imbuto Tr. I n basso tra i risYolti terminali di H e di Tr Yen- gono collocati e serrati ben bene i di- schi a filtro di carta gelati- r.izzata. Per garantire bene b tenuta in posto del filtro si montano anche due guarni- zioni di gomma G G che han- no lo scopo e di protegger!' i bordi del filtro e di serrarlo ben bene così da tenerlo sem- pre teso. I noi tre il filtro si fa poggiare su un a rete metallica, i cui bordi vengono pure serrati tra le due guarnizioni in modo da essere ben sicuri della perfetta tenuta del filtro, e di essere garentiti <on- tro il pericolo che per la forte pressione il filtro ceda in qualche punto e si screpoli. Ad aumentare anzi questa resistenza non si è fatto affidamento sulla sola rete metallica, ma si è anche posto un diafram- ma metallico P, con alcuni buchi grossolani, il quale viene disposto ancora inferiormente alla retc>

e protegge a sua Yolta e la rete e i filtri.

Nel procedere al montaggio cieli 'apparecchio de- ve farsi ben attenzione di poggiare i pezzi nell'or- dine indicato: piastra forata, guarnizione di gom- ma, rete metallica, filtro e guarnizione di gomma. Il filtro deYe sorpassare la reticella metallica di al- meno 3 mm. e a sua Yolta l'ultima guarnizione de- ve oltrepassare il bordo della piastrella-filtro di altri

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

3 mm. Sarà bene ungere di Yaselina il fondo e le pareti del recipiente.

l\lesso bene a posto tutto il sistema del filtro, si introduce in H l'imbuto Tr il quale Yiene così a comprimere il sisten~a eli filtrazione e si pone il co- perchio fermando il tutto e serrando bene con Schr. Posto il liquido che n 10l filtrarsi, la scatola

fig. 2

cilindrica .-iene posta sulio statico A. Volendo ri- muoYere il liquido durante la filtrazione i introdu- ce l'apparecchio posto sull'asse del cilindro (:\1), è

si collega ::\I col motore, facendo la compressione

delle parti laterali. Però in tesi generale non occor- re impiegare questo se non per scopi speciali.

Questa la descrizione dell'apparecchio. Esso non può funzionare senza una titolazione dei filtri, altri-

menti la filtrazione ci elice assai poco. Bechhold come primo indice di misurazione si è sen·ito clel- l'emogloLina, preparando delle soluzioni all'l %· Le conoscenze ottiche han già detto che i grani delle soluzioni di emoglobina sono tali da raggiun-

gere un centesimo di h.: è quindi già possibile aYere una divisione netta per questo valore. l\Ia ol- tre a questo Yalore per molti altri si pos- sono stabilire delle soluzioni inclìci, le quali permettono la costruzione di una ra scala di gran- ,dezza dei materia! i

1che si assoggettano alla filtrazione. Intono ai ,-antaggi scientifici della ultrafiltrazione poco c'è a dire: indubbiamente l'ultrafìltro permet- terà almeno di ottenere per Yia meccanica una mi- surazione della grandezza dei granuli costituenti le soluzioni colloidali. La misurazione è oaai aeneral

~l::> t:- -

mente fatta per Yia ottica, ma la semplicità del me- todo meccanico di filtrazione è assai più grande: inoltre l'ultrafìltro è un apparecchio di facile ma- neggio e di facile controllo.

Secondariamente permetterà ancora eli studiare una lunga serie eli sostanze attraYerso a questa cu- riosa proprietà, la quale lo abbiam già ricordato, nulla ha di comune colla dialisi, e anzi può ser·

Yire a distinguere le sostanze colloidali in dializza- bili e non dializzabili, in ultra e non ultra filtrabili.

E' quindi un metodo che può avere applicazioni scientifiche non prive di interesse. Esso ha già per- messo di conoscere alcuni modi di legame tra so- stanze poste nell'ambiente e potrà aYere anche qual- che applicazione in biologia. Rappresenta per in- tanto una curiosa applicazione di una nuoYa con- cezione della fine filtrazione. B.

NOTE PI\All(fiE

:\T OVO MODELLO DEL TCBO PITOT-DARCY DOVV!'O . .\ DE 1~.-\ BROSSE.

II nuovo misurat01·e della intensità delle correnti è ricor- dato nel nie Civil 9 :\faggio di quest'anno dal quale to- gliamo e gralìca e notizie. L 'apparecchio viene fornito diret- tamente dalla Casa H. :\lorin ùi Parigi che ne assunse la costruzione col consenso ùell 'inventore.

C n a robusta asta di ferro terminante con una punta pure metallica sostiene l'insieme dei tubi che possono girare li- beramente attorno ad essa ,in modo che la stessa corrente liquida orienta automaticamente i tubetti a ed a', contro la direzione della velocità de li 'acqua.

E' però sempre possibile median- te speciali viti di pressione di fis- sare l 'apparecchio in una posizio- ne qualsiasi per determinazioni speciali.

Stante la posizione della colonna sostegno rispetto ai tubetti a e a', il gorgo da essa prodotto nella cor- rente non viene ad influire sulla determinazione. La pressione viva o pressione dinamica è data diret tamente dali 'orifizio del tubetto di- sposto contro corre n te, me n tre la pressione statica viene fornita dal- l 'altro tubetto, provvisto di orifizio, parallelo alla direzione della cor- rente, quest'ultimo è contornato da apposito manicotto che ha l 'ufficio di regolare l'andamento dei filet- ti di corrente attorno ad esso.

Com noto nei tubi ordinari di Pitot la velocità v della corrente è data usando la formula v= y12gh, dove h è la differenza di livello

l l

nei due tubi verticali comunicanti; nell'aparecchio che ri- r:onliamo la lettura è invece ricavata a mezzo di lettura· di- rett:ct sopra una scala mobile rinamente graduata :ctnnessa ad esso. Per avere v subito b:ctsterà port:ctre lo zero della scal:ct mobile all':~ltezza del livello d eli 'acqua nel tubo statico quindi si legge, portando un indice in corrispondenza del~

l'altezz:ct del liquido nel tubo dinamico, la graduazione della tli,·isione e, pet· costruzione della scala, questo sail nato cercato.

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