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MEMOI\IE 01\IGINALI

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ANNO VI, N. r 3 ToRINO, 1° Luglio J 910.

~1\!I~lrf\ A & & & & & &

DI INGEGNE~IA 5ANITA~IA

--- ---

È riservata lrt proprietà lelleraria ed arlistiw degli arliroli c di- seglli pubblicati nella RrnSTA DI lKGEGNERIA SA>~ITARL\_

MEMOI\IE 01\IGINALI

LA CASA MODER::--.JA

t~ELL'OPER \ DELL'ISTITUTO RO..\f!-\::--.JO DI BENI STABILI.

(Continuaziùne V!;!Ji num. preceJ.·nt!.:)

Sorsero così grandi falansteri mal disposti, peg- gio ancora distribuiti, con pozzi di luce e cortili di limitatissima ampiezza che lasciaYano posto ai Ya- sti corpi interni di fabbricati. Risultarono questi praticamente la parte meno redditizia del casamen- to, la parte che assorbe spese maggiori e che, im- pedendo all'aria, alla luce, 'd! sole di penetrare nel- la circostante costruzione, ne ridu\e sensibilmente il valore e rende la casa antigienica, triste, inospi- tale. Dunque aria, luce, pulizia, questi gli elemen-

licissima innoyazione ottenere che la maggior par- te delle città si trasformasse nel più bre,- tempo possibile in modo da attuare largamente i crit rì fin qui esposti. TuttaYia è facile an-ertire come essi rispondano soltanto all'intente certo importantis- simo della salubrità, mentre non y'ha dubb'o che altri si richiedono ormai dallR maggior parte dE:lla popolazione, altri i quali deriyano insieme dal de- siderio di un piLl affinato benessere indiYiduale e da una funzione sociale, che nella casa troYa i! suo fedele strumento; si sente, cioè, come alla dimora si possa richiedere più e meglio di un riparo pure costruito con rigido ossequio ali norme dell'igie- ne. Dunque la casa, oltre acl essere salubre, pulitd confortata dalle comodità, che ora non sono asso- lutamente difficili a conseguirsi, cle,-e anche rispon- dere al concetto affettuoso e moralizzatore della fa- miglia, così da renderla asilo desiderato ed amato, fattore di ciYi!e educazione.

..\Ia questi non possono essere eh punti essenzia-

t;Prospetto dei f:rbJric~ti in costruzione

ti essenziali dell'abitazione, da attenersi nei nuoYi fabbricati con ampi e ben disposti cortili, nei Yec- chi con la demol~zione completa degli inutili e dan- nosi corpi di fabbrica interni. Questi spaziosi cor- tili allietati dal sole, dal Yerde dei giardini, circon- dati da pareti con finestre ornate da fiori, deYono essere come il polmone dell'edificio, la parte mi- gliore di questo, che col suo ordine, con la sua pu- lizia, con la sua gaiezza imprima decoro al casa- mento ed eserciti una prima benefica influenza sui singoli abitatori.

Sarebbe certo grande Yeniura ed insieme una fe-

li di una meta da proporsi sempre per tutti i casi, perchè è eYiclente come tali regole resterebbero sol- tanto aspirazioni utili ma infruttifer , se si pensas- se di applicarle per ogni genere di costruzione, per tutte le categorie degli inC]uili 1i. Le differenze e- conomichr, sociali non si possono distruggere; non tutti i cittadini indistintamente possono dedicare la medesima somma per l'affitto dell'abitazione; non tutte le classe sociali hanno abitudini, e neces- sità uguali.

Com-iene i:1tanto, prima di ogni altro, doman- darsi: come si diYide la moltitudine dei cittadini

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17-l- RIVISTA DI INGEGNERIA SANI T ARIA

costretti a procu rarsi l'uso temporaneo della casa altrui ? Indubbiamente si divide in tre categorie: la classe agiata, la classe media, la massa dei la- voratori. Ciascuna di queste categorie può sottrar- re al proprio reddito una determinata aliquota per

che la rendano comoda e piace,·c!e per la Yita in- tima dei singoli suoi abitatori. Ascensori, mon- tacarichi, impianti di illuminazione, telefoni per le comunicazioni con l'esterno e nell'interno del! a- bitazioni, stanza da bagno m ogni dettaglio com-

Pianta dd piano terreno dei fabbricati in costruzione - a scale signorili - b scale di servizio - c scale di accesso alle c1ntine - d scala di comunione fra il rez-de-chaussée e i servizi annessi sottostanti - e mon- tavivande di detti appartamenti - f ascensori - g montacarichi·- h stanze da bagno - i armadi da muro - l bocchette per gli aspiratori dell:l polvere - m portineria con cabina telefonica - ml depositO di b:- ciclette - n alloggio portiere - o stanze da bagno con wc per le persone di servizio degli inquilini.

la p1g10ne; occorre quindi offrire tre diYersi tipi d1 abitazioni secondo la potenzialità finanziaria, le con- suetudini, i bisogni fisici e morali di quelle tre ca- tegorie.

La dimora della classe agiata, oltre a rispon- dere ai requisiti fondamentali di aria e luce, deve

pleta, macchinario per l'aspirazione della poh·ere allo scopo di rendere facile ed immediata !a puli- zia di ogni singolo ambiente, bagni speciali rise:r- vati .anche alle persone di sen·izio, nulla, OYe più 0\·e meno, secondo il fitto che dalla casa si intend:l ritrarre, deYe mancare di quanto finora è stato ritro-

Pianta del primo, secondo e terzo piano dei fabbricati in costrnzione - a scale signorili - b sc~.di servizio -c ascensori - d montacarichi - e stanze da bagno - f armadi a muro - g bocchetk per gli aspiratori della polvere. Kel piano attico dei tre fabbricati vi sono stanze separate per le per- sone di servizio delle famiglie che occupano i piani sottostanti; tali stanze sono messe in co- munione con appositi apparecchi telefonici.

essere, secondo gli intenti nostri, spaziosa, sapien- temente distribuita da chi conosca, per esperienza di vita, le reali esigenze di questa categoria di cit- tadini; deYe essere di perfetta, studiata eleganza così nell'insieme come in ogni più piccolo dettaglio, e deYe inoltre riescire pron·eduta di tutti i sussidi,

Yato per confortare materialmente la Yita nelle sue wariate e nuO\·e esigenze.

Nè tali perfezionamenti, che potrebbero rappre- sentare quasi un proposito di lusso in confronto alle Yecchie tradizioni nostre, co~re pericolo di ri- manere senza richiedenti, appunto perchè - come

RIVISTA DI INGEGNERIA SÀNITARÌA

abbiamo premesso - anche fra no1 1n chi possie- de, con una relativa fortuna, il modo eli espenmen-

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Fabbricato nel Quartiere di Porta Pia

che, negli stabili destinati alla piccola borghesia e più ancora in quelli destinati alla classe popolare, occorre completare quanto acl ogni singolo in- diYicluo non può esser. dato con ciò che l'intero edificio, nella misura economica- - mente lecita

,

è in grado di mettere a disposizione della co- munità degli inquilini che vi dimorano, for- mando così in ogni casa come il nucleo di una comunione sociale, che certo è conforme alla corrente generale eli idee e di bisogni dei tempi nostri.

In tal guisa quei coefficienti di benessere che, in rapporto alla propria condizione, è dato alla famiglia di classe agiata di trovare nella intimità della sua abitazione, le classi meno fortunate donanno ricercarli nei Yantarra5>:::-i che alla collettività dei suoi inquilini offre il casa- mento; mentre il proprietario eli questo nella clientela che educandosi socialmente mialiora

1:> '

che affezionandosi alla propria dimora concor- re a mantener.la con ogni cura, troYa il dovuto compenso materiale e morale dell'opera che compie; opera che allontanandosi essenzial- mente dalle formule viete della beneficenza, deve avere a base esclusivamente una solida, duratura piattaforma eco n o m i ca nella proficua scambieYole convenienza tra locatore e locatario.

Pianta del piano terreno dopo le opere di risanamt>nto e trasformazione a por:intria - a' portineria e telefono - b alloggi portieri - c depositi bici- clette - d bucat:-ti - e botteghe - f appartamento per inquilini - g cortile per battere i tappeti.

Ispirandosi a questi concetti di modernità, l'Istituto Romano ne iniziò l'attuazione nelle case che possedeva nel Quartiere di S. Loren-

tare i progressi degli stranieri, ogni giorno crescono le richieste del meglio. Soddisfarle sol-

lecitamente, preYenirle anche accortamente con studio continuo di ciò che può riescire utile, aggradeYole al singolo indiYiduo nella propria dimora, questo deYe essere, secondo noi, il fine da proporsi nella costruzione delle case desti- nate alle classi più fortunate.

Ben diverso è il caso delle abitazioni per la piccola borghesia e per la classe popolare. An- che ad esse non devono mancare i requisiti di aria, di luce, di salubrità, di una distribuzione accurata delle di Yerse abitazioni e dei yan i che

le compongono. Anzi tale distribuzione biso- gna sia fatta con maggiore studio, perchè, ove il singolo alloggio per ineluttabili ragioni eco- nomiche deYe occupare spazio limitato, più che mai incombe la necessità di non trascurare al- cuno degli espedienti, che possono rendere l'angustia meno disagiata.

ì\[a appunto perchè ogni dimora per queste categorie di cittadini non può avere che un

numero di stanze compatibile con la potenzia- Pi:1nt:1 dei piani supe~iori dopo le opere di risanamento ~ trasformazion~

lità economica elci suoi abitatori, ne c o n segue zo. p er c 1 · 11 non 1 o sappia, è questo il quartiere più

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RÌVIST A bi INGEGNERIA SANITARIA

poYero, pitl malfatto della capitale: sorto fra 1'8-t e 1'88 all'epoca della febbre edilizia, esso riassunse in sè prima tutti gli er.rori che la completa inco- scenza di quell'infausto periodo seppe creare, po1 tutte le disastrose conseguenze economiche. igie-

Cortile dd fabbricato nd Quartiere ài Poeta Pia.

niche e morali che a quello devono ineYitabilmente seguire. E tali disastrose conseguenze andarono

an~o

per anno di,·enendo più tristi, perchè mentre

Pianta piano terreno àel fabbricato ài nuova costruzione

1 scala ài accesso ai bucatai - 2 scala ài accesso alle <.antine a portineria con cabina telefonica - b abitazione àel portiere - c ~abina per il trasformatore ài energia elettrica.

le autorità cittadine, che tante sollecite cure aneb- bero c!O\·uto dare a quel rione, rimaste inYece quasi inconsapeYoli della sua esistenza, lo abbandonaro-

no nel modo più completo; mentre coloro i quali, a seguito della crisi erano diYenuti proprietari di quei nuovi; in quelle case, malamente costruite, peggio ancora adattate per abitazioni popolari, la

Pianta àel primo, sèconào e terzo pianv.

aescente, tormentosa carestia degli alloggi spin- geYa sempre più l'ingorda speculazione del subaf- fitto ad aumentare spaventosamente l'agglomera-

Pianta àel qu:~rto e quinto piano

mento, la promiscuità e con essi il sudiciume, la immoralità e molte Yolte il delitto.

Tale stato eli cose Yergognoso e pericoloso com- mosse molte anime pietose e sYegliò molte coscien- ze, che Yennero a tentare in questo triste quartiere

RIVIST.-\ D'INGEGNERIA SAJ\!TARIA 177

eli Rema generose opere di benefic nza. Si può dire che ogni miseria inspirò una forma di rimedio, e tutto Yi fu tentato, dall'igiene di alcune abitazioni, agli asili infantili, agli ambulatori. ~I a dO\-e può giungere la beneficenza? Per mancanza di conti- nuità, di mezzi, d'indirizzo poco benefici risultati essa può dare, costretta come è a riserYare e restrin- gere il suo soccorso ad un troppo limitato numero eli persone. La grandezza ed il pericolo del male, a YeYa i m·ece bisogno di un'opera reden trice sulla colletti,·itù, Yasta nei suoi nwzzi, decisa e Yigorosa nella sua azione; epperciò solo un interesse che, facendo il bene altrui nutrisca sè stesso e prosperi nella prosperità che procura, poteYa qui compiere opera nella sua continuità efficace eli bene.

Logicamente, adunque, l'Istituto fu tratto ad ini- ziare l'attuazione del suo programma nel Quartiere di

S.

Lorenzo, perchè, date le sue misere,·oli ondi-

Una cucina àel fabbricato ài nuova costruzione

zioni, questo più eli ogni altro an ehbe rappresen- tato, nei risultati finanziari e morali che se ne sa- rebbero ottenuti, l'indice più sicuro della bontà dei n uoYi metodi che si intendeYa adottare.

Si demolirono secondo i criteri più innanzi ac- cennati Yasti e squallidi corpi centrali di fabbricati ed al loro posto, al posto dei tristi e luridi pozzi di luce, si sostituirono ampi cortili adornati da! wrde dei giardini; si elette luce ed aria alle antich e buie scale e se ne crearono delle nuO\·e per ridurre al mi- nimo possibile l'agglomeramento ed i contatti fra i Yarl inquilini, per meglio distribuire le singole abi- tazioni, per proporzionarne l'ampiev:a, così da aYe- re ogni aJJ.oggio limitato ad una o due stanze con cucina, tutte piene di aria e di luce; a ciascuno eli questi pircoli quartierini si procurò acqua, como-- dità, decenza; con la maggior cura si studiò ogni singolo dettaglio delJ'abitazione in maniera da pro-

curare, insieme con una s mplic eleganza, quella solidità duratura, necessaria più ancora nelle ca::;e

Pro>?etto del bbbric:~to ài nuova costruziont:

popolari che altrO\·e, se si yuol ridurre entro

!imiti ristretti i! carico della spesa di manu- tenzione che d'ordinario Yi è tanto eleYata;

in ogni edificio fu creato un apposito stabili- mento di bagni, dci quali possono disporre esclusiYamente gl'inquilini e con spesa te- nuissima.

A questo modo con criteri eminentemente modemi noi sostituimmo ad un'accoglia di umili fabbricati, i quali per il loro stato igie- niro e costruttiYo an ebbero ogni giorno per- duto una parte del yaJ.ore che ancora loro restaYa, una proprietà Yera e clure,·ole, real- mente e sicuramente proficua.

~ra con ciò non ayeyamo attuato in quei fabbricati che una parte sola del nostro pro- g-ran,_n,a, la trasformazion . edilizia ed il risa-

Cortile òel bbbncato ài nuova costruzione

namento igienico. Fatta la casa, se non si Y·OleYa correre il rischio di vederla presto ridotta nelle sue antiche cond:zioni, occorre,·a formare, disciplinare

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RIVISTA D! lNGEGNER!.-\ S:\lT.-\lUA

i suoi abitatori : occorreYa appunto nella ca.sa co- strutti,·amente, igienicamente bene pr~nrta, crea- re tutta un'organizzazione, che apportando Yan- taggi indiscutibili agli inquilini, facesse nascere in ciascuno di essi, insieme all'amore per la pro- pria dimora, il rispetto per i precetti di ordine im- posti dall'Istituto al duplice scopo, di concorrere all'eleYazione morale della collettività e di gis:;-·- rc alla conservazione ed alla pulizia dei suoi edi-

fici. (Continua).

LE CASERME ITALIANE.

A1'Chitectus sit Medicus (T'itruvio).

Continuazione vedì num. precedente

Latr.inc notturne. - Fra le parti delle caserm•~

che raccolsero ovunque le maggiori critiche, per le

imperf~zioni inerenti all'impianto ed al funziona- mento, primeggiano le latrine, che davanti all'igie- ne rappresentano il punto più vulnerabile della ca- serma anche meglio ideata.

lndubbiament~ a scemarne i difetti valse la sepa- razione di questi locali d'uso comune in diurni e notturni; nondimeno la sistemazione igienica di es- si è rimasta sempre molto irta di difficoltà e perciò molto discussa.

Le latrine notturne, che sono qu~lle che susci- tano le maggiori discussioni, devono rispondere :!i postulati di esser facilmente accessibili dai dormi- toi, senza che le persone debbano esporsi a brusche e forti variazioni di temperatura; di non riuscire, con le loro ~manazioni putride, moleste a quelli eh~

abitano nelle camerate; di non esser fornite di dif- fusione di germi patogeni eventualmente esistenti

nell~ feci e nelle urine.

In pratica non rispose il sistema di disporre alla sera in un locale chiuso, comunicante direttamente con la camerata, delle tinette mobili da esportarsi e ripulirsi ogni mattina.

Più conveni~nte fu ritenuto impiantare le latrine, come abbiamo in diverse caserme, in torrette spor·

genti sulla facciata interna degli edifizi ed a que- sti congiunti con un cor.ridoio coperto ma larga- mente aereato. Ma ben presto si dovette constatare che il piccolo tratto isolante, che nella mente del-·

l'architetto avrebbe dovuto garantire la salubrità e l'estetica del dormitorio, era quello maggiormen- te ed impropriamente usato, anche perchè la latri- na era troppo fredda.

L'int~rporre fra questi locali di uso comune ~

quelli di abitazione un cortile con ballatoio (caser- ma di caYalleria in Firenze, degli alpini in :\Iilano) se risponde in modo abbastanza soddisfacente al secondo dei requisiti esposti, soddisfa imperf~tta­

mente il terzo e contradd:ce il primo. Nt:>lla caserma

Principe di ~apoli, ad esempio, che realizza i pro- getti economici del 1887, il soldato alla notte ab- bandona il tepore del letto e passa bruscamente sul loggiato che ha la temperatura dell'ambiente ester- no, non di rado nella stagione inv~rnale di poco su- periore a 0°, e quindi va a trattenersi in un luogo freddissimo, niente affatto protetto dagli sbalzi ter- mici. L'incongruenza igienica è eYidente; il raf- freddamento, con le sue conseguenze non di rado fatali, è inevitabile.

l'\elle più recenti si è riusciti ad impedire quasi interamente che il fetore si diffonda fino al dormi- torio e che la persona che abbandona il letto sia esposta in m;odo repentino ad una temperatun troppo diversa da quella nella quale travasi. l n quella Da Via di Bologna infatti il soldato, uscen- do dal doçmitorio, deve traversare la sala di riu- nione, un passaggio abbastanza lungo in cui ·:si aprono i lavatoi da un ·Jato ed un magazzino ed un ripostiglio e le scale dell'altro; in quella Umberto ! una stanza abbastanza ampia, ove sono deposte le armi di tutta la compagnia, e quindi il lavatoio.

Perfettamente si è riuscito a non render molesta la vicinanza del cesso nelle caserme inglesi costrut- te da poco (I 908) : _corridoi trasversali, interposti fra due camerate attigue (capace ciascuna di I 2

letti), ai quali si accede dalla Yeranda e portano in torrette doYe sono collocati urinatoi, laYabo e due water-closets.

N o n si può disconoscere che non di rado, mal- grado la più accurata e logica disposizione di così fatti locali, cause estranee diverse - principalmen- te variazioni di pressione in camere comunicanti, correnti aeree piuttosto violente - influiscono in grado notevole nel ~;ender molesta la vicinanza di simili gabinetti. A tale inconveniente non credo possa trovarsi rimedio più efficace e radicale che l 'a- dozione, vincendo le vecchie idee sullo spirito Yan- dalico congenito nei soldati, di apparecchi ad oc- clusione idraulica (imposti in tutti i locali di abi- tazione dalle istruzioni del i\Jinistero dell'Interne in data 20 luglio 1906) che impediscano sicuram~

te ed in ogni occasione il rifluire di aria, dalla fo- gna o dal pozzo nero, e l'impianto di orinatoi mu- niti anche essi di sifoni. L'uso di apparecchi au- tomatici a getto d'acqua violento e pedodico prov- vederà allo allontanamento immediato di ogni ma- teriale putrido o putrescibile che trO\·asi in contat- to oon l'aria della stanza.

Devesi poi assolutamente abbandonare il meto- do di aprire le buche delle latrine a fior di terra, a pochi centimetri di distanza dalle pareti e col tu- bo di caduta aperto costantemente sulla fossa di scarico, che son causa precipua del perpetuo c sto-

mach~vole insozzamento di gr.an parte della super-

RIVISTA DI INGEG~ERIA SANITARIA 179

ficie delle ritirate, anche quando, ad imitazione dei giapponesi, le aperture siano di forma rettangola- re, col Jato più lungo parallelo al muro esterno, ciò che obbliga il visitatore a collocarsi di fianco al!éi parete.

A sopprimere tali inconvenienti potrebbe tentar- si, forse con fortuna, l'impianto di lati;ine à cali- fourchon di Chate>lin, che, sfuggendo alle accuse che si muo,·ono ai cessi a sedile, realmente inadatti, ol- tre che per ragioni fisiologiche, anche per motivi igienici in locali collettivi e sopratutto in caserme, presentano, a parer mio, tutti i vantaggi delle la- trine alla turca. In queste la parte emergente dal pavimento ricorda un cappello a cilindro capovolto in cui la porzione laterale dell.~ falde è abbassata, concava, assotigliata, mentre quella anteriore come quella posteriore presentansi rilevate ed espanse. La sella turica risultante evita con sicurezza qua- lunque spandimento nel suolo, poichè le materie proi~ttate si arrestano contro i due dlievi longitu- dinali, mentre le parti laterali sottili e depresse, ol- tre che impedire di potervi montar sopra, facendone punto di appoggio per i piedi, permettono di assu- mere una posizione comoda anche per stazioni pro- lungate. A facilitare il conseguimento di questi vantaggi conti;ibuiscono e la costruzione di rilie- vi scabri posti lateralment~ per poggiarvi i piedi, e l 'adozione di sostegni metallici paralleli ali 'asse più lungo del vaso per costituire punti di appog- gio comodi.

Ritengo tali sbarre laterali siano da preferirsi a quelle ant~riori cons!gliate dallo stesso Chatelin sia perchè non oppongono nessun ostacolo ai fretto- losi, sia perchè meglio si adattano a qualunque sta- tura, sia anco~;a perchè obbligano ad assumere una posizione conveniente che garentisce dalle lordurf', ed inoltre perchè, indirettamente, determinano l'e- stensione di ogni posto. Quest'ultima misura è an- cora necessaria fino a quando, non ci si deciderà, per salvaguardare il decoro di tali luogi riservati, e costruire, come in quasi tutte le caserme estere più recenti e ben ideate, camerini individuali, se- parati da quelli attigui solo con mezz~ pareti.

I pavimenti di questi luoghi, ovunque costituiti di materie impermeabili, pr~sentano un leggem pendio verso le bocche di scarico, in modo da smal- tire facilmente ed in modo completo i liquidi di lavaggio. Anche queste piccole valvole d~vono es- ser munite di chiusura idraulica, come del resto i tubi aventi comunicazione diretta od indiretta con la fogna, come vuole la legge italiana sulla sanità pubblica.

Un pericolo grave e poco apprezzato è costitui- to dall'assenza nel!e latrine di urinatoi; il soldato perciò non giunge quasi mai per mingere in prossi-

mità della buca, ma vuota la sua vescica stando sull'uscio o sulla parte più rilevata della stanza e quindi spande il liquido per tutto il pavimento. A parte l'i ne,·itabile svolgimento più abbondante di fermentazioni ammoniacali, questa sudicia abitu- dine può esser.e un mezzo di diffusione di malattie infetti,·e. Basta, a questo proposito, ricordare che i germi della febbre tifoidea e di quelle mediterra- nea vengono eliminati abbondantemente per le uri- ne non solo da coloro che soffrono dell'infezione in uno stadio conclamato, ma ancora da quelli che in tempo più o meno lontano ne furono colpiti, on·e- ro ne soffrono in forma larvata e talora non facil- mente diagnosticabile. I ger.mi patogeni possono quindi passare con estrema facilità sulle scarpe dei soldati e così essere diffusi ovunque n~! quartiere.

E' facile che non poche delle circoscritte epide- mie di ileo-tifo di origine molto oscura che si ma- nifestano in qualche reggimento o in qualche par- te limitata di esso abbiano la loro origine in infe- zioni contratte in questo modo nelle latrine !

Ogni latrina dovrebbe pur essere provvista di uno o due lavandini.

E' indispensabile provv~dere questi locali della massima quantità di luce, e di aria pura continua- mente e rapidamente rinnovantesi (almeno 5 volte ogni ora). Non è facile conciliare questa esigenza con la necessità di impedire che questi ambienti ri- sultino troppo fPeddi.

Per questi locali è bene insistere sulla conve- nienza di dipingere lo zoccolo delle pareti con tin- te ad olio chiar.e, abolendo quelle usuali ne~e, le quali oltre a mantenere le lordure costituiscono un incitamento ad accrescerle ,mentre quelle altre, se pure col loro nitido candore non esercitano un'a.

zione suggestiva rupofoba, obbligano a !avarie molto spesso, conservandole così linde e di aspetto non disgustoso.

Per garantire però nelle nostre caserme il rego- lare ed igienico funzionamento di questi luoghi è necessario provvederli di un numero proporzionat8 di posti. Presso di noi anche questo modesto par- ticolare, come mille altri, è lasciato al crit~rio del- l'ufficiale che deve compilare il progetto del quar- tiere, mentre nelle altre nazioni tutto è prestabilito in base a studi di massima fatti da ingegneri ed igienisti. Il numero di buche doHebbe essere in ragione di una ogni 20 persone di effetti,-o; troppo bassa è la proporzione di r : 70 com~ è stabilito in Francia; infatti non si deYe dimenticare che lo sti- molo a recarsi in quei locali si verifica fisiologica- mente in determinate ore comuni alla massima par- te delle persone che vivono con abitudini idenfche.

Le nuove caserme inglesi dispongono di una latr!- na .;gni 12-13 uomini.

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r8o RIVISTA DI I. GEGNERIA SANITARiA

Camere per sottt~fficiali. - A completare la ca- sermetta, come già si usa all'estero, anch~ nei no- stri quartieri più moderni, si è pensato a sistemare in modo cotweniente l'alloggio dei sottufficia!i del- l'unità tattica ivi raccolta. Infatti ment(e prima una parte di essi veniYa alloggiata ontnque si potesse ricaYare uno stanzino, ora abitano tutti accanto al dormitorio della truppa in camerette modeste ma decorose. E' desiderabile che il numero degl: abi- tanti di ognuna di queste cam~re sia il più ristr_tto possibile, concedendo dopo qualche anno di sen·i- zio una camera separata per ogni sottufficiale raf- fermato. Nella caserma Cmberto I in Roma è ri- servata una camera appunto al maresciallo, lo stes- so criterio fu segu-itO nella caserma Da Via.

Sul modo come in generale Yiene utilizzato ;l pianterreno delle caserm~tte, e sulla conYenienza ed opportunità di assegnazione di essa ad usi dispara- tissimi ver.rà discusso in seguito parlando dei lo- ca! i per i servizì acces~on.

*

lnfer~neria. - ll regolamento sul s~rYizio san!- tario (190.1) prescrive «che le infermerie di corpo siano stabilite nei quartieri della truppa, ed i locali

'dElbhano esser sani, aereati, sol!eggiati, comodi,

possibilmente appartati, e debbano avere una ca- mera d'isolamento ed una latrina di uso esclusivo''·

Nei progetti economici del r887 per acquartiera- mento d~lla truppa Yeni,·a stabilito che l'inferme- ria ~10mini aYesse ad impiantarsi nel padiglione de- gli uffici. A questa norma si attennero costante- mente coloro che fecero i progetti delle nuov~ ca- serme. Uno solo, per quanto io mi sappia, il Mag- giore del Genio "i\Iontaguti, applicando i criterì più moderni, cost(uÌ per la caserma Da Via, un ~di­

fìzio isolato, comodo, lontano dalle casermette e padiglioni ad uso infermeria. Il buon esempio non ebbe, credo, imitatori; nel nuovo padiglione per gli uffici della caserma di cavalleria in Firenze,

~on peranco ultimato, troYiamo di nuoYO la infer- meria uomini insieme ai locali del comando e del- l' Amministrazione, a quelli eli ritroYo degli uffi- ciali e sottufficiali, agli alloggi ufficiali, al corpo di guardia, ai luoghi di punizione, ecc.

L'infermeria per soddisfare tutt~ le esigenze alle quali deYe rispondere deYe essere di facile accesso, bene orientata, lontana da qualunqu~ probabile sor- gente di infezione, tranquilla, e, per di più, com-

~rendere tutti gli accessori riguardanti strettamen- te l'igiene del soldato.

In Francia (r883) è tassativamente imposto che l'infermeria uomini sia costruita lontana dalle altre parti del quartiere e provvista di un oortile o giar- dinetto, i! quale, oltre che offrire un luogo eli trat-

tenimento agli inft:rmi non obbligati costa;-;tçrr;entc a letto, yalga acl appartarla meglio dai restanti edi- fizì.

I n alcune fra le migliori caserme giapponesi, la sezione contagiosi è isolata dalla restante inferme ..

ria, la quale, alla sua yoJta, è installata in un con- Yt:nient edifizio ::tppartato.

I n molte nostre caserme giustamente tale isola- mento è adottato per J'infermeda cavalli.

Non mancano però strani connubi: in una clcll·;

nostre più belle città ed in un quartiere a casermette si yec\ono, prOYYisoriamente, ma da più lustri, in uno stesso fabbricato al piano terreno la inferme- ria dei caYa!li ed al piano superiore, nei locali so- nastanti, quella pe( gli uomini.

Il miglior tipo eli infermeria reggimentale mo- derna è cost:tuito da una palazzina a due piar'i, n~lla quale il piana" inferiore è riservato a sale eli mensa, di ritroYo, eli visita medica; esso c\eye i no l tre offrire locali opportuni per impiantarYi bagni a doccia per la truppa, e qualche Yasca per bagni ad immersione, magazzini pel materiale di medicazio- ne e di mobilitazione, per biancheria; una stanzu.

per disinfezioni ed una per riporvi il corredo dci ricoYerati in cura.

Al piano superiore, oltre che l'ufficio del mc- d:co che deYe dormire nel quactiere, sono le ca- mere per ammalati, contenenti ognuna non più cl;

quattro letti, camere speciali per sottuffìciali infer- mi ,altre per indiYiclui tenuti in osscryaz:one a scc · po profilattico o per intendimenti medico-legali, al- tre anoora per isolan·i militari affetti da malatti~ diffusibili, sopcatutto esantematiche; laYabo, la- trine. Qualunque sia la regione oYe sorge il quar- tiere, l'infermcr:a den~ in ogni sua parte poter ('S-

s~re riscaldabile, e nei locali oYe soggiornano pi~!

o meno a lungo i soldati munite di buoni apparec- chi eli Yentilazione.

La quasi totalità di questi locali per lo speciale uso cui si sa saranno adibiti, debbono per necessit\

rispondere a peculiari norme di costruzione che, co- me è facile i:ìtendere, mal si possono rispettare quando questa sezione di fabbricato deve armoniz- zare, se pure non sottostare, alle esigenze architet- toniche e di servizio più vaste e complesse dell'in- tero padiglione . . .'\nche per questo moti,·o quindi si deYe insistere presso di noi perchè siano instal- late le infermerie in locali isolati e costruiti per questo uso esclusiYo.

L'ampiezza di essa deve naturalmente esser com.- misurata alla cifra media degli individui che cleYO- no essen·i accolti ogni giorno in cura. Questa ci- fra chE (roppo schematicnmente, a parer mio, è stabilita nel 2,5 % per la fanteria e 3 % per la ca- Yalleria nell'esercito francese, non è fissata neppur<~

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA I8I

àpprossimativament~ dai nostri regolamenti. Nè a determinarla con la presunzione di accostarci più che è possibile al vero, ci possono riuscir utili i cal- coli fatti negli eserciti vicini, sia perchè per le di- verse nazioni varia l'elenco delle m~dattie che deb- bono curarsi nelle infermerie r.eggimentarie, e per conseguenza il numero dei ricoverabili, sia perchè molti diverso è l'indice di morbosità nei vari eser- citi.

Il voler stabilire, per norma di chi studia i prc.·

getti di accasermamento, un coefficiente unico di morbosità militare per tutta l'Italia, in cui, come osserva il Roster « la varietà delle condizioni geo- grafiche e fisiche, il protendersi di essa nel senso dei meridiani in mezzo al mare per una estensione di quasi 12° in latitudine, l'essere in parte conti- nentale in parte penisulare ed insulare, le elevate· barriere montuose che circondano e t(aversano la penisola, pongono le diverse parti del nostro paese in condizioni tali di altitudine e di temperatura, di umidità e di vegetazione da produrre notevoli dif- ferenze nelle sue condizioni climatiche '' porter~b­

be quasi con certezza a costruire edifizi insufficien- ti od eccessivamente ed inutilmente ampi e costosi.

Solo studi di demografia milita(e speciali ad ogni regione presidiata dalla truppa, e che da noi mancano assolutamente, potrebbero fornire sicura base alla compilazione di progetti per luogi di cu- ra nei quali i pericoli della sovrapopolazione sono molto maggiori, e quindi da evitarsi con maggiore attenzione, che in tutte le altre abitazioni collettive.

Lo spazio cubico nelle sale di malattie comuni dovrebbe esse(e non inferiore a 30 mc. a testa, con un ricambio orario lento ma ininterrotto capace eli concedere ad ogni ricoverato mc. 6o di aria sana. Tale cubicità donebbe, ancora più che nelle came-

rate, conseguirsi a spese della superficie. Ogni am- malato dovrebbe godere di almeno 9 mq., dovendO- si mantenere i letti distanti fra di lor:o non meno di r metro. Essendo infatti, sopratutto nei mesi in- Yernali, in prevalenza le malattie dell'apparecchio respiratorio deYesi aver cura che le goccioline ba- cillifere proiettate con la tosse vadano, in minore quantità che è possibile, a cadere sul vicino.

La Yentilazione di questi ambienti sarà favor.ita con le stufe, che ovunque nella stagione rigida, do- n ebbero esser accese, e con le opportune bocche di afflusso ed efflusso munite di opportuni apparecchi per modo che l'aria venga in essi rinnoYata, come si pratica negli ospedali più moderni, non più di due Yolte ogni ora. La scelta di un sistema di ven- tilazione perfezionato si impone in queste caserme

nelle quali si può, a cagione del loro ufficio, fare un limitato assegnamento sulla Yentilazione natu- rale tcaYerso le fì nestre, che non potranno essere spalancate che per poco ed in numero limitato.

N~lle giornate propizie gli ammalati donebbero poter godere i benefizi dell'aria fresca e del moto all'aperto, donde la ricordata necessità eli un giar- dinetto speciale.

In qual misura le infermerie reggimentali dei nostd quartieri anche più moderni soddisfino i de- siderata architetturali che si vedono esauriti nelle migliori infermerie estere è inutile esporre; fattori

molt~plici non facilmente eliminabili concorrono spesso a ridurre anche le modestissime pr.etese del regolamento sanitario.

L'utilizzazione dei mezzi di cui dispone una no- stra infermeria è fatta con idee moderne e lodevoli.

Anche in quelle site in vecchie caserme si è quasi ovunque sostituito ai vecchi ed impropri impiantiti dei paYimenti impèrmeabili, ciò che ha permesso la sostituzione della pulizia con mezzi umidi a quel- li riprovevoli e dannosi a secco.

Dove si è avuto cura eli eliminare gli angoli rac- cordando le pareti tanto fra di loro come ooi du~

piani orizzontali a mezzo di curve, e si è vernicia- to ad olio il tratto inferiore dei muri, la disinfezio- ne dei locali si può fare comodamente anche colle soluzioni antisettiche, in attesa di compierle, come sarebbe desiderabile, con sostanze gazzose.

Molto opportunamente in numerose infermerie si sono provviste le finestre di persiane, ed in alcune di vetri mobili, e quasi ovunque si è soppresso il palchetto a zaino, riponendo gli oggetti personali degli infermi in appositi magazzini.

Moltissime infermerie hanno dei lavabo comodi, lindi e ben illuminati; e anche le latrine in alcune delle caserme meglio tenute, sono in ottime condi- zioni, ben aereate ed illuminate, inodore, munitu di interruttori idraulici alla loro apertura di immis- sione. ì\Ia in non poche sono ancora in uso ed in- terruttori metallici a vah·ola il cui imperfetto fun- zionamento è a tutti noto, e Yaschette d'acqua da laYaggio a caduta non automatica. Si deve perciò in tali latrine lamentare il fetore diffuso e la incom- pleta pulizia del Yaso pel ristagno di escrementi.

E' superfluo ricot:dare che le cam~re d'isolamen- to debbono aver laYabo e latrina riserYata.

* *

~

Bagni. - A pian terreno il locale pitt importan-

t~ e quindi più meritevole di attenzione è la sala per bagni a doccia.

In ogni caserma· inglese esiste un impianto di bagni ad immersione totale calcolati in ragione eli

I%

dell'effettivo; anzi in quelle· in costruzione ptu

rec~nte i locali per bagni sono più ampi e più ric- chi, e pron·isti anche di numet:Osi camerini per .doc;ce incliYiduali. In quelle olandesi esistono dome indi\·iduali proiettate in tinelli per fare bagni ai piedi; in quelle tedesche, oltre che bagnarole, esi-

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Rl VISTA DI l t GEGNElllA SAN l T ARiA

stono apparecchi multipli a clocc ascendenti ed :J

p=oggia; così i n quelle austriache. I n quelle fran- cesi sono disposte nella sala otto docce per un n u- mero uguale eli persone; in quelle giapponesi sono disposti numerosi tinelli, nei quali i soldati fanno il bagno tre o quattro alla Yolta.

Presso eli noi in ogni sala da bagno esiste in gene- rale un tubo che dà un getto a ventaglio o a lancia che Yiene diretto contro il gruppo eli soldati i qua- li troYansi Yerso il lato opposto, e che giuocano a farsi Yicende,·olmente schermo del compagno con- tw l'oscillante colonna liquida che colpisce nelle più diYerse parti del corpo. In altre caserme si ha una doccia con una ampia bocca d'aper- sione mediana sotto la quale si raccoglie il mag- gior numero di persone. Come è facile riconoscere il nostro sistema, anche con le ultime modificazio- ni consigliate (1909) è il più semplice, il più econo- mico, ma anche il meno rispondente allo scopo: il soldato non può insaponarsi, e quindi si può dire che più che una ldYatura (come gli altri commil~~

toni esteri i quali a\·endo a portata di mano la cate- nella che regola la doccia, interrompono a YOlontà la caduta dell'acqua), egli fa un'abluzione.

Questa sala, che deve essere riscaldata dall'ester- no, e che ha due camer.e collaterali perchè due tur- ni di persone si possano s\·estire ed asciugdre al tempo stesso restando in ambienti a temperatura con-

veniente, ha un pavimento in cemento, munito nel- la parte centrale di una caditoia con interruttore idraulico e ricoperto da una crociera in legno che faciliti lo scolo delle acque ed impedisca di sdruc- ciolare. Vicino deYe troYarsi la stanza per le cal- daie con i cassoni O\"e l'acqua riscaldata si mescoli con quella fredda, in modo da raggiungere una temperatura media di almeno 28° C. Katuralmen- te le pareti della sala da bagno deYono essere rese impermeabili in tutta la loro altezza.

Tutta !a sezione bagni deYe essere indipendente dagli altri locali della infermeria ed aYere ingresso separato.

I n Germania i bagni sono installati nelle caser- me non recenti nelle cantine, in quelle più modernè in locali appositamente costruiti in Yicinanza delle cucine, realizzando così anche un non trascurabile vantaggio economico pel 1risparmio che si fa di combustibile. Lo stesso sistema fu adottato da noi con Yantaggio nella caserma degli allievi carabi- nieri in Roma. Al contrario nelle caserme francesi si impiantarono questi bagni a doccia nella palaz- zina dell'infermeria, e ciò per usare largamente di questo mezzo profilattico e terapeutico a vantaggio dei malati, poichè data la frequenza con la quale il soldato francese deYe far il bagno, ogni giorno

Il

piccolo stabilimento funziona e può econ mica-

mente concedere anche acqua calda in abbondanza per tutti gli SYariati bisogni di quel luogo di cura. Indubbiamente la disposizione eseguita nelle ca- serme tedesche è migli01:e, ma essa richiede che le cucine adiacenti siano a Yapore, onde poter fornire il mezzo economico di riscaldare l'acqua occorren- te pei bagni. Tali appunto sono quelle che si tro- Yano nella caserma Vittorio Emanuele in Roma. La vicinanza di cucine funzionanti a fornello non può offrire alcun Yantaggio in questo senso, per cui il metodo in Yigore in Francia potrebbe avere utile applicazione anche fra noi cercando di pro- fittare della caldaia per i bagni per impiantare il riscaldamento a termosifone nelle sovrastanti sale dell'infermeria. Del resto nelle caserme di fanteria edificate sui modelli proposti nel I 863 dal l\ I iniste- ro della Guerra presso di ndi i bagni costituivano una appendice dell'infermeria. Si tratterebbe quin, di ora di riprendere semplicemente l'antica idea integrandola con le migliorie che l'esperienza e la scienza medica hanno suggerito.

Le abitudini igieniche delle nostre classi meno abbienti non sono ancora così progredite da sentir il bisogno di lasciare come in Inghilterra, in qual- che caserma tedesca ed anche nel Giappone, aperto tutto il giorno il locale dei bagni a disposizione dei soldati. Per stimolare ~ faYorire il diffondersi ed il consolidarsi di così sane abitudini di pulizia sarà opportuno presso di noi imporre l'uso del bagno settimanale, sopratutto nella stagione estiYa e in quelle città mancanti di spiaggia marina o di la- ghi e di puri corsi d'acqua, coordinando, per quanto è possibile, il ricambio della biancheria personale col bagno, affinchè la pelle detersa con la Jayatura e con la saponata non Yenga messa in contatto coi panni sudici, carichi di microbi patogeni.

:\on è raro infatti eh~ !e escoriazioni esistenti so- pratutto nei soldati delle armi a caYallo risentano un peggioramento dopo il bagno di pulizia, a ca- gione appunto della maggior facilità che offrono all'infezione queste lesioni di continuità priYate dell'azione pwtettiYa d~! sottile strato di grasso che le difende,-d dal contatto di parti sovraccariche di germi, il che si Yerificherebbe meno facilmente ,_.~

sulla pelle ripulita si applicassero panni provenien- ti dal bucato.

* *

71

Perchè !e emanazioni prO\" nienti dalla cucina cd i prodotti gassosi della combustione non disturbino gli abitanti della caserma è stabilito che questi lo- cali siano allogati sotto Yento ed alquanto distanti dai dormitori, senza però che la lontananza sia tale da rendete malageyoJe l'acceden·i nella stagic'- ne fredda o piovosa.

La necessità assoluta di esporsi due e fin tre yoJ-

RIVISTA Dl lNGEG ERTA SANiTARIA

te al giorno a qualunque intemperie, per andar a prendere il cibo, rende più che mai YiYo il ramma- rico di non poter godere 0\·unque del benefizio di un porticato che. unisca il più important dei locali accessori con le camerate, dove esso è sito in un edifizio isolato. :\ella caserma di Foligno le otto casermette sono collegate con questo mezzo fra lo- ro, col fabbricato principale e con i du~ accessori posti lateralmente a quello del comando e nei quali trO\·ansi, fra l'altro ,infermeria, laboratori, YiYan- deria e cucina, con ottimi risultati ig-ienici e disci-

plinari. ~

Le cucine nelle Yecchie caserme ed in gran parte delle nuO\·e sono impiantate al pianterreno di uno dei padiglioni adibiti a camerate per la truppa, o, più di frequente, del padiglione degli uffici e co- mando. In questo modo esse offrono l'inconvenien- te di non essere sufficientemente aereate, Yentilate ed illuminate, e di nuocere altresì alla salubrità dei locali esistenti allo stesso piano. Il duplice danno è immancabile, e può solo essere attenuato studiando un lodeYole aggruppamento di tutti i locali di uso affine o inabitati come si osserya nella caserma Emanuele Filiberto in l\Iilano. i\Ia non bisogna di- menticare che ivi il compito dell'ingegnere era faci- litato dall'esigua quantità di uomini da accaserma- re, eppure la pressione diYersa esistente nel corri- doio retrostante alle cucine prO\·oca non di rado la molesta penetrazione di gas sgraditi e dannosi nelle prigioni, nelle sale di mensa dei sottufficiali, nella sala di scherma e nella Yivanderia.

Che se ai principali dei sonaricordati incom·e- nienti si può riparare, (come si è fatto, ad es., nelh caserma alpini di :\filano) impiantando -:- ad imi- tazione di quello che si osserva in numerose caser- me tedesche - le cucine nel sotterraneo di una ca- sermetta isolata, in cui, adiacenti ad esse es:stono solo camer·e per la distribuzione e con su m azione del rancio, ripostigli per Yiveri e combustibile, si incorre quasi sempre in altri difetti forse non meno gravi e tali da controindiq1re simi_li impianti.

I\'ei sotterranei, malgrado l'ingegnosità d~gli ar- chitetti, l'illuminazione sarà sempre difettosa, l'a- ria difficilmente rinnO\·abile e facile l'accumulo di polvere della strada e del cortile. ~elle città ino] ..

tre non è rara la penetrazione in essi traYerso il suolo di gas illuminante sfuggito dalle condutture, di gas tossici proYenienti da fogne o pozzi neri im- perfettamente m an tenuti. N è i sotterranei dei nostri quartieri, utilizzabili per abitazione temporanea diurna, rispondono sempre alle condizioni richie- ste dai regolamenti i n Yigore per la tu tela de Ila s" .. Iute pubbEca: aYet: mura e pavimenti protetti con- tro l'umidità del suolo, aYer l'altezza libera fuori terra di almeno metri 2,_:;o, possedere finestre di

superficie supei-iore ad 1 ,'1 o della superficie del pa- Yimento, con cent. So di altezza sul liYello del ter- reno circostante ed aprentisi all'aria libera.

Che se in alberghi ed in stabilimenti diYersi fun- zionano senza graYi SYantaggi le cucin situate nei sotterranei, non si deve dimenticare che l'igiene combatte, perchè dannosi, questi adattamenti, ed inoltre che l'impianto e la manutenzione di questi luoghi sono così dispendiosi ed accurati quali non si possono ~n-ere in una caserma.

Oltre a ciò si nota che sotto il livello stradale in genere in alberghi, collegi, ecc., si attende solo alb

preparazion~ dei Gibi, i quali poi Yengono consu- mati in sale poste al pianterreno (ad es. nel grande albergo popolare di :\l ilano) ed adibite a questo unico uso. Nei quartieri inYece l sale da pranzo, dove esistono, sono utilizzate anche come luoghi di ritrO\·o, di ricreazione, d'istruzione e perciò deb- bono per necessità rispondere a molteplici esigen- ze architettoniche, estetiche ed igieniche.

Per queste considerazioni si è imposto il dovere di impiantare nei quartieri le cucine, in un fabbri.

cato isolato.

Per l 'acume e senso pratico coi quali furono idea- te sono da additarsi come modello del g-enere le tre cucine della caserma di cavillleria

d t

Vincennes.

Ognuna di esse è sita in Yicinanza delle casermette clO\·e alloggiano le unità tattiche cui è assegnata, troYasi sotto Yento ed è pron ·ista di acqua abbon- dante che viene portata fino in prossimità delle cal- daie; è illuminata con ampie finestre ed a gaz, ed ha sul tetto un lucernario per l'uscita del fumo e dei Yapori. l fornelli sono alimentati solo da un corri- doio ester.no, con immenso vantaggio della pulizia e

del l 'igiene; i paYimenti impermeabili possiedono caditoie con chiusura idraulica. Accanto sono d-- sposti locali per consen·are i Yi\·eri freschi e per distribuidi confezionati, per lavare con acqua cal- da e fredda le stO\·iglie. L'ordine e la nettezza che regnano in questi locali sono degni di ammirazione e d'invidia.

l\Ieritano pure di richiamare l'attenzione dell'i- gienista militare, fra l'altro, le cucine ed i refet~

tori che Yanno costruendo anche da noi per alber- ghi operai alcune società industriali, poichè non di rado si Yedono risolti con ingegnosità, economia, decoro ed igien-e numerosi problemi riguardanti le abitazioni colletti,·e, che nelle caserme anche più recenti non hanno trO\·ato una così felice soluzione.

I maggiori Yantaggi di pulizia e di igiene si po- tranno consegui re nelle cuci n delle nostre caser- me, quando si potrà a\·ere il funzionamento a Ya- pore, che gioYerà non solo alla accurata conserYa- zione d i locali, ma anche alla più soddisfacente preparazione del rancio, affidato oggi per intero a

(7)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

mani non di rado affatto ignar~ delle più elemen- tari norme di arte culinaria. In molte caserme tede- sche si è riusciti ad ottenere in questo modo con modica spesa il funzionamento contemporaneo fa- cile ~ preciso di apparecchi speciali per la zuppa ed il ragout, per l'arrosto e le fritture e per la riserva di acqua calda.

Le caserme giapponesi poi oltre che degli acces- sori di cucina eh~ garantiscono la più meticolosa proprietà e precisione, dispongono anche., utilizzan- do il vapore, di ·armadi scaldapiatti, ove si conserYa calda la razione di riso spettante agli assenti mo- mentaneamente.

Per semplificare ed assicurare il funzionamen- to esatto e rapido è indispensabile però che le cu- cine per ogni reggimento siano multiple: in Fran- cia è prescritto di istituirne una per battaglione di fanteria, e due per ogni reggimento di cavalleria; e negli altri eser.citi è pure in vigore un 'tale frazio- namento.

*

-)(-i(·

Sale di mewsa. - Parte integrante delle cucine sono i refettori. In G~rmania essi sono regolamen- tari dal rS88, in Francia dal 1894, e già prima li avevano adottati gli eserciti inglese, belga e sve- dese.

Presso di noi abbandonatasi finalmente in modo definitiYo da qualche anno l'usanza di lasciar con-

sumar~ il rancio in camerata, così cara a coloro che sognano pel soldato d'oggi qualche barlume della vita avventurosa, bizzaua e disagiata dei soldati dei secoli passati, e che in bozzetti militari si in- dugiano con compiacenza a raffigurare a cavalcio- ni della branda tanti baldi giovanotti dall'appetito formidabile divorare il parco ed uniforme cibo con- dito di motti boccacceschi ed aristofaneschi, si sono destinati a quest'uso locali speciali.

Nelle caserme ove mancano sale convenienti (ciò che accade quasi da per tutto) ,si è cercato di rime- diare ritagliando qualche porzione del dormitorio.

l\Ia se in tal modo si salvano le apparenze, la como- dità e l'igiene non se ne avvantaggiano che in gra- do limitato: i resti dei cibi si spargono, è vero, su una zona più ristretta, più facilmen-te ripulibile, ma l'aria carica dei vapori si diffonde ugualmente tra- verso gli usci largamente aperti ed i mezzi muri di- visor.i della camerata, lo inquinamento delle scale e dei corridoi avviene ugualmente, la pulizia delle gavette si compie in modo imperfetto, mancando l'acqua calda, ed i cibi giungono non di rado freddi

n~i punti lontani dalla cucina.

E solo ad alcuni di questi inconvenienti si ovvia costruendo, come nella caserma Da Via, il refetto- rio allo stesso piano dei dormitori, adiacente a que- sti e vicino alla scala della caserm~tta. Questa sala

di riunione e di mensa ha una superficie di poco inferiore a quella delle camerate.

Le disposizioni architettonich~ ptu accreditate dei r.efettori nei quartieri sono quelle che li i m pian- tano al pian terreno della casermetta o in un edi- fizio isolato prossimo o meglio ann~sso alla cucina. II primo sistema è adottato in preyaJenza nelle ca- serme tedesche, il secondo in quelle francesi.

roi abbiamo ~sempi di quello nella casermetta C del nuovo quartiere Umberto I in Roma, e di que- sto, per non allontanarci dalla stessa città, nella ca- serma Vittorio Emanuel~. \ parer mio più pratici e convenienti sono i refettori siti presso le cucine perchè possono esser riscaldati, sono provvisti di acqua calda e non espongono con tanta facilità a lasciar raffreddare gli alim~nti. In Francia essi so- no regolamentari per le caserme modello r88g. Che se ulteriori disposizioni ministeriali disposero per l'impianto di essi al pian terreno degli edifizi adibiti a camerate, devesi ricordare che ciò è prescritto per quei quartieri che non possono disporre di locali opportunatamente ubicati, onde la lor.o adozion~ è un semplice ripiego economico. Infatti con le dispo- sizioni ultime (rgo7) che rappresentano il frutto de- gli studi diligenti e laboriosi oondotti concordemen-

t~ da medici ed ingegneri civili e militari, viene da- ta la preferenza assoluta al sistema realizzato nelle caserme mod. r88g.

Dove sono accanto alle cucine si deve poter com- piere la distribuzion~ del rancio trayerso apel."ture praticate nella parete' divisoria, senza obbligare i soldati ad attendere in qualche locale attiguo non del tutto difeso dalle intemp~rie.

Ad ogni modo dovunque siano poste le safe cb mangiare è necessario, per ragioni igieniche e d;- s-ciplinari, che ess~ accolgano un numero non -trop- po grande di commensali, a preferenza una compél- gnia. L'affollare in un<Y di tali locali fin 8oo per-

;one, come si vede in. qualche caserma, tedesca, non può eh~ riuscire incomodo e dannoso, ingeneran- do facile confusione, e favorendo, con la imman- cabile moltiplicazione dei contatti e éiégli scatnbi, la diffusione di eventuali malattie irasmissibili.

Naturalmente queste sale devono essere provvi-

s·t~ di un numero adeguato di taYole con piano di marmo o di metallo verniciato, ciascuna delle quali deve conceder.e uno spazio sufficiente (so cent. per soldato nelle caserme francesi, 75 in qu~lle tede- sche) per ogni persona. Alle panche forse col1\·iene sostituire sedili individuali più comodi e meno in- gombranti, e ciò appar~ tanto più opportuno quan- do le sale di mensa sono adibite anche a scuole, a sale di esercizi teorici e a sala di ritrovo. (COi'd.)

FASANO DmtENICO, Gerente.

STABII !MENTO TIPOGRAFICO G. TESTA - BIELLA.

ANNO VI, . r4

Toiorw, 15 Luglio 1910.

f\1\11~-rl\ A A A A A A A

DI INGEGNEI\IA 5ANITARJA

E risr:r'l.'altt la proprietà let!eraritt ed artistica de!Jli articoli "di- segui pniJbJicafi ue/la Jl.i\'ISL\ DI h GEGNEIU.'. S.\~!T.\IU.\.

MEMORJE 01\IGINALI

L.'\ C c\ S.--\. ..\[OD E R ~-\

1'\ELL'OPER.\ DELL'lSTITCTO RO..\L'\.:\0 DI BEKI ST"\BJLI.

{Couliuu:J.ziune \·c~i numero prccc.:!entc)

.-\ base di questa organizzazione dopo molto studio, dopo esserci resi conto esatto delle Yere, delle reali necessità del popolo nostro, noi deci- demmo di mettere la Scuola. Pan·e a noi che con sale di lettura, di conferenza, con mezzi insomma che anebbero agito direttamente sugli adulti si sa- rebbe esercitata una influenza mora~e cd educatrice limitata ed in ogni caso molto lenta; mentre che con la Scuola in ·casa si sarebbe impres::;o nell'am- biente una forza ed un 'anima tutta nuO\·a, con u- na nuoYa sostanza Yasta e fecondatrice di ciYiltù, che nel b<IIllbino e attcaYerso al bambino ragS!"iun- ge la famiglia e dalla famiglia si diffonde nella cas;~

- - - ---···---,

Prosp~tto del f.1b~Jii~~to di nuo,-~ costruzione: in ,-ia F:1.nugost~

Sorse così l'idea della Casa dei Bambini mai pri- ma di noi attuata in Italia nè all'Estero, idea che appunto pcrchè semplice nella sua concezione, sem-

l

plice nella sua attuazione, diè frutti immediati e

\·eramentc eccezionali, tali da richiamare su di es- sa l'attenzione di persone autoreYolissime per dottri- na e per amore del pubblico bene, e da ottenere il più eloquente degli elogi, quello della imitazione da parte eli nobili istituzioni, quale la Cmanitaria di ..\ii!ano.

In ognuno dei casamenti trasformati nel Quar-

(~sina Centr~le C011 Ì SerYizi del f:1.bbric~t0

tierc di .S. Lorenzo, in mezzo al ,-erde cortile, n·:.J!

cosi ruimmo un d sala alla quale fu agg;unta una stanza con bagno e clocc·a, e, dm-e riescì possibile, un piccolo ed appartato giardino. Ebbe quì la sua sede la Casa dei Bambini 0\'E' si raccolgono i figli- uoli degli inqu;Jini, che non hanno ancora l'età YO- Iuta pn freqtwntarc le scuole comunali: \·i si rac- colgono allo scopo di offrire loro l cure famigliari alle quali non possono attendere i genitori, obbli- gati cl' or di n a rio ad allo n t a n arsi dalla propria cl i- mora per accudire al Jayoro giornaliero, c di curar- ne l'educazione, l'igiene, lo S\·iluppo fisico me- diante precetti ed esercizi adatti all'età. Déi Yantag- gi offert: da questa istituzione possono usufruire gratuitamente tutti gli inquilini del casamento pur- chè - come prescriYe il regolamento che pubbl:-- chiamo più appresso per t-steso, - si sottometté:- no acl obblighi tassatiY;, i quali non hanno altro eli mira, che di armonizzare gli inte-nti educati,-i tra la famiglia e la scuola attra\·erso al bambino che que- sta frequenta. :-\d ogni scuola sono preposti oltre alla custode, il medico e la direttrice. la quale, a- Yendo l'obbligo eli alloggiare nel casamento, diwn,

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