Ungaretti
Vita
Giuseppe Ungaretti nasce l’8 febbraio 1888, in una notte tempestosa, ad Alessandria d'Egitto da Antonio Ungaretti e Maria Lunardini, entrambi lucchesi. Cresce nei primi anni con i racconti sull’Italia della madre. I suoi genitori si erano trasferiti per lavoro, dal momento che il padre lavorava alla costruzione del canale di Suez.
Resta orfano del padre che muore in un incidente di lavoro (1890). La madre fa di tutto per mandare avanti la famiglia e garantire al figlio una discreta educazione. Frequenta in Africa, una scuola Svizzera l'Ecole Suisse Jacot, ed è lì, tra i banchi di scuola, che scopre la passione per la letteratura (come primo Leopardi)
1913: si trasferisce in Italia, poco prima della prima guerra mondiale Adora la prima guerra mondiale per motivi di appartenere ad una patria (l’Italia). Quindi, non è interventista ma cerca una identità (un’occasione per sentirsi Italiano)
Va a Parigi: scrive poesie e saggi in francese Nel 1919, a guerra finita, è a Parigi.
A Firenze viene pubblicata la sua raccolta Allegria di naufragi, un titolo leopardiano. Nel 1920 sposa Jeanne Dupoix, un’insegnante di francese, dalla quale ha due figli Anna-Maria e Antonietto.
Nel 1921 si trasferisce a Marino (Roma) e collabora con il Ministero degli Affari Esteri e nel 1928 Ungaretti si converte al cattolicesimo a seguito di un tormentato percorso interiore. Nel 1930 muore la madre, cui dedica una poesia piena che esprime un dolore composto e la speranza di rivederla, un giorno. Nel 1931 pubblica l’Allegria che raccoglie le poesie delle prime due raccolte.
Il bro aderisce al Fascismo, sempre per motivazioni legate all’appartenenza alla patria
Ps: vive scrivendo molto per i giornali
Intanto viaggia molto tra il 1931 e il 1933 perché è inviato all’estero da «La Gazzetta del Popolo».
Argentina, nel 1936, gli viene offerta la cattedra di Letteratura
Italiana presso l'Università di San Paolo, che terrà fino al 1942. Nel 1937 muore il fratello Costantino.
Non poteva insegnare in Argentina perchè è italiano e l’Italia è allerta con i tedeschi
Rientrato in patria nel 1942, viene nominato Accademico d’Italia e insegna letteratura italiana contemporanea all’Università di Roma. Mondadori
comincia a ristampare tutte le opere del poeta sotto il titolo Vita di un uomo.
Nella sua vita ha fatto tantissimi viaggi poiché era molto rinomato
Le sue poesia
Giuseppe Ungaretti concepisce la poesia come strumenti di
conoscenza della realtà; infatti egli ritiene che la conoscenza della realtà interiore ed esteriore della coscienza non si raggiungono per via razionale o scientifica, ma per via analogica; questa via appunto consente di scoprire le relazioni esistenti tra gli esseri umani e perviene alla coscienza di sentirsi in armonia con l'universo alla percezione dell'assoluto e alla fede di Dio.
Quindi la sua poesia contiene la storia dell'itinerario del poeta:
dall'angoscia esistenziale, che deriva dal senso di dolore, alla fede in Dio;
dalla condizione di "uomo di pena" alla condizione di "uomo di fede".
Questa sua ideologia spiega il titolo "Vita di un uomo" che egli assegnò alla raccolta delle sue opere.
Naturalmente per poter ricercare l'autenticità dell'essere, Giuseppe Ungaretti necessitava di un'espressione adeguata, che la individuò nella parola nuda, scabra ed essenziale, che riconduceva alla purezza e freschezza delle origini dell'uomo.
Ungaretti utilizza l'analogia come metodo di poetica poiché in essa non sono presenti simboli di paragone è una comunicazione senza fili
Le poesie di Ungaretti sono brevi poiché elimina il superfluo tramite versi liberi e brevi con una sintassi super semplice
Le poesie di Ungaretti sono brevi perché scrive solamente l’essenziale I temi sono:
- Fragilità;
- Guerra;
- Estraneità;
Le raccolte principali di Giuseppe Ungaretti sono:
• "Il porto sepolto", scritta nel 1916, contiene le poesie scritte sul fronte di guerra in trincea su pezzi di carta occasionali. Il titolo allude ad un porto reale nei pressi di Alessandria, e ha un significato
simbolico: infatti il porto sepolto è il mistero, l'assoluto, alla cui ricerca il poeta si pone per potervi approdare come in un porto di pace.
- "L'Allegria", scritta nel 1932, che contiene le liriche del "Il porto sepolto". Anche questo titolo è allusivo: la guerra infatti è come un
naufrago della vita; i superstiti del naufragio sono presi da una sorta di ebbrezza per lo scampato pericolo e superano il dolore con la fede e la speranza di un domani migliore.
In queste poesie sono raccolte le impressioni della Prima Guerra Mondiale.
I temi fondamentali sono:
• Il sentimento dell'attaccamento alla vita spinge il poeta a scrivere lettere piene d'amore quando appunto è costretto a passare una nottata vicino a un compagno massacrato(Veglia);
• il cuore impietrito dal dolore, divenuto simile alla pietra refrattaria del San Michele, indurita dal sole (Sono una creatura): il cuore straziato dalle case sbriciolate dalla guerra, per la morte di tanti che gli corrispondevano (San Martino del Carso);
• il sentimento della precarietà di vita (Soldati),
Come preambolo per riuscire a passare dalla seconda guerra mondiale a Ungaretti si può parlare prima in storia della brutalità della guerra quindi degli ebrei dei morti in guerra puoi si po tipo dire “ci sono alcuni poeti che anno parlato di quando sia brutta la guerra” uno di questi è
Ungaretti e da qui si inizia a citare le opere in cui ne parla e il modo in cui esso fa poesia
Questo è uno degli unici modi per collegare la seconda guerra mondiale alla prima a meno che uno non riesca a passare dalla seconda guerra mondiale alla prima per poi virare verso:
- D’annunzio
- Ungaretti
Il quel caso se si riesce ad gestire il discorso così bene sarebbe tutto più semplice
Fratelli
Analisi e spiegazione
La poesia è stata scritta in guerra
La parola chiave è “fratelli” per via del sentimento che provano i soldi in guerra
La fratellanza, tema fondamentale della poesia ungarettiana, è l’unica difesa di fronte allo strazio della guerra, alla violenza e al dolore.
E’ caratterizzata da dolore e paura, sentimenti che riescono ad avvicinare le persone e a farle sentire come fratelli, quindi legati anche da un affetto
profondo.
La rivolta ungarettiana Attraverso l’«involontaria rivolta / dell’uomo» ai vv. 7-8, Ungaretti celebra l’istinto del soldato a preservare la vita, nonché il suo desiderio, comune a ogni uomo, di sfuggire alla morte. Immagine tipica delle avanguardie lettera- rie e artistiche, la rivolta è anche atto di ribellione e di auto-affermazione.
Il componimento si apre con la domanda “Di che reggimento siete, fratelli?”:
questa interrogativa sta a significare che in una guerra pur essendo tutti fratelli (perché uomini), la cosa più importante da sapere dei fratelli che si incontrano è se sono amici o nemici del reggimento con cui si sta combattendo.
La domanda, quindi, mostra il sentimento di fraternità che nasce dalla stretta convivenza e dal dolore che provoca l’esperienza della guerra.
Ognuno combatte per sé, vive e muore per sé.
Nel verso 7, il poeta allude all’involontaria ribellione dell’uomo che,
pronunciando la parola fratello, si mostra consapevole della propria fragilità e cerca la salvezza nella solidarietà dei suoi simili.
Come buona parte delle opere di Ungaretti sono presenti analogie che danno un nuovo e maggiore spessore semantico al termine «fratelli»
Soldati
(non c’era nel libro)Si sta
Come d’autunno Gli alberi
Le foglie
Analisi e spiegazione
Data definitiva di pubblicazione: 1942
Fa parte dell'Allegria è una raccolta di poesie di Giuseppe Ungaretti pubblicata nel 1919
1918: Ungaretti era impegnato sul fronte francese nelle trincee I testi hanno una forte connotazione autobiografica, cosa che spinge l’autore a definire Allegria come una specie di diario e a suddividerla in
capitoli. Un ruolo centrale la Prima guerra mondiale vissuta in prima persona da Ungaretti.
L’intero componimento si regge su di un’unica metafora consistente in un parallelismo tra la condizione precaria dei soldati al fronte e quella delle foglie in autunno, entrambi pronti a cadere, cioè a morire, in qualsiasi istante.
I vv. 1 e 2 sono legati da un enjambement, unico espediente che segna un legame sintattico in una serie di versi altrimenti autonomi. Il si all’inizio è impersonale, SI= senso generale, chiunque si trova in quella posizione. Il SI si può cambiare in “gli uomini”
I versi scarni ed essenziali di questa poesia danno precisamente il metro di quello che era lo stile ungarettiano del periodo sperimentale.
L’accostamento non è azzardato viste le frequentazioni giovanili di
Ungaretti, a quello di alcuni poeti francesi attivi tra il tardo Ottocento e gli inizi del Novecento come Valery e Mallarmé, ed altri che avevano dato vita alla poesia simbolista.
Cosa aggiuntiva riguardo all’utilizzo di questa metafora
Il riferimento all’autunno, la stagione della morte per eccellenza, e il paragone con le foglie non
costituiscono una novità dal punto di vista letterario, anzi fanno riferimento a una solida tradizione letteraria:
il primo ad usare questa metafora è stato Virgilio nel VI libro dell’Eneide che nella Commedia di Alighieri, dove il poeta fiorentino paragona alle foglie che cadono in autunno la massa delle anime dannate che si accalcano sulla barca di Caronte.