Lezioni del corso di
Elementi di Meccanica Strutturale
Università del Salento
Corso di Laurea in Ingegneria Industriale
prof. ing. Riccardo Nobile
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Lezione 4 – Meccanica dei continui
La meccanica dei continui si occupa di determinare le leggi che regolano la deformazione dei corpi materiali continui a massa diffusa sotto l’azione dei carichi su di essi agenti.
Studiare la deformazione di un corpo significa confrontare, sia a livello globale che a livello locale, la configurazione geometrica attuale con una configurazione geometrica di riferimento, in cui si assume che sul corpo non agisca alcuna forza (configurazione indeformata).
La meccanica dei continui Introduzione
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R. Nobile – Elementi di Meccanica Strutturale Meccanica dei continui
Uni ver sità del Salento
Da un punto di vista fisico, la configurazione deformata di un corpo può essere più o meno diversa dalla configurazione indeformata, a seconda dell’entità dei carichi applicati e delle caratteristiche proprie del materiale.
A seconda dell’entità delle deformazioni, i fenomeni possono essere descritti da due teorie:
- modello lineare di Eulero o teoria delle piccole deformazioni - modello non lineare di Cauchy o teoria delle grandi deformazioni
La teoria delle piccole deformazioni di Eulero può essere considerata un caso particolare della seconda
Nella stragrande maggioranza delle applicazioni strutturali si ricade nel campo del modello lineare
La meccanica dei continui Introduzione
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Assegnato un corpo continuo di volume V, definiamo una funzione vettoriale spostamento u, che rappresenta lo spostamento subito dal generico punto P tra due diverse configurazioni geometriche del corpo di volume V.
Facendo riferimento ad un sistema di riferimento Oxyz, il vettore u sarà definito dalla conoscenza delle sue tre componenti u, v, w:
Deformazione
Funzione spostamento
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𝑢 𝑃 = 𝑢𝑖 + 𝑣𝑗 + 𝑤𝑘
x y
P'
P
u
v
Partendo dalla definizione di u, è possibile definire il tensore del gradiente di spostamento:
Deformazione
Gradiente di spostamento
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𝑢 𝑃 = 𝑢𝑖 + 𝑣𝑗 + 𝑤𝑘
x y
P'
P
u
v
𝐷𝑢 =
𝜕𝑢
𝜕𝑥
𝜕𝑣
𝜕𝑥
𝜕𝑤
𝜕𝑥
𝜕𝑢
𝜕𝑦
𝜕𝑣
𝜕𝑦
𝜕𝑤
𝜕𝑦
𝜕𝑢
𝜕𝑧
𝜕𝑣
𝜕𝑧
𝜕𝑤
𝜕𝑧
Consideriamo a questo punto un elemento infinitesimo in corrispondenza del punto P.
A seguito dell’applicazione dei carichi, l’elemento infinitesimo subirà una rototraslazione e una variazione di forma.
Deformazione
Deformazioni infinitesime
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x y
P'
dx
dy
P
?v
?u
?xy/2
?xy/2
Tralasciando il moto di rototraslazione, che rappresenta un moto di corpo rigido, le grandezze caratteristiche che esprimono la variazione di forma intervenuta sono rappresentate dai seguenti parametri:
- deformazioni estensionali - deformazioni di scorrimento
angolare
Deformazione
Deformazioni infinitesime
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x y
P'
dx
dy
P
?v
?u
?xy/2
?xy/2
- deformazioni estensionali
Deformazione
Deformazioni infinitesime
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x y
P'
dx
dy
P
?v
?u
?xy/2
?xy/2
𝜀𝑥𝑥 = 𝑑𝑥′ − 𝑑𝑥
𝑑𝑥 = 𝜕𝑢
𝜕𝑥
𝜀𝑦𝑦 = 𝑑𝑦′ − 𝑑𝑦
𝑑𝑦 = 𝜕𝑣
𝜕𝑦
𝜀𝑧𝑧 = 𝑑𝑧′ − 𝑑𝑧
𝑑𝑧 = 𝜕𝑤
𝜕𝑧
- deformazioni di scorrimento angolare
Deformazione
Deformazioni infinitesime
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x y
P'
dx
dy
P
?v
?u
?xy/2
?xy/2
𝜀𝑥𝑦 = 1 2
𝜕𝑢
𝜕𝑦 +𝜕𝑣
𝜕𝑥
𝜀𝑦𝑧 = 1 2
𝜕𝑣
𝜕𝑧 +𝜕𝑤
𝜕𝑦
𝜀𝑧𝑥 = 1 2
𝜕𝑤
𝜕𝑥 +𝜕𝑢
𝜕𝑧
In termini matematici tutti i parametri deformativi vengono raccolti in un tensore di deformazione E, che può essere espresso in funzione del tensore gradiente di spostamento Du e del suo trasposto DuT:
Deformazione
Tensore di deformazione E
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𝐸 =
𝜀𝑥𝑥 𝜀𝑥𝑦 𝜀𝑥𝑧 𝜀𝑦𝑥 𝜀𝑦𝑦 𝜀𝑦𝑧 𝜀𝑧𝑥 𝜀𝑧𝑦 𝜀𝑧𝑧 =
𝜕𝑢
𝜕𝑥
1 2
𝜕𝑢
𝜕𝑦 +𝜕𝑣
𝜕𝑥
1 2
𝜕𝑢
𝜕𝑧 + 𝜕𝑤
𝜕𝑥 1
2
𝜕𝑣
𝜕𝑥 +𝜕𝑢
𝜕𝑦
𝜕𝑣
𝜕𝑦
1 2
𝜕𝑣
𝜕𝑧 +𝜕𝑤
𝜕𝑦 1
2
𝜕𝑤
𝜕𝑥 +𝜕𝑢
𝜕𝑧
1 2
𝜕𝑤
𝜕𝑦 +𝜕𝑣
𝜕𝑧
𝜕𝑤
𝜕𝑧
𝐸 = 1
2 𝐷𝑢 + 𝐷𝑢𝑇
Il tensore di deformazione E gode della proprietà di:
- Simmetria
Deformazione
Tensore di deformazione E
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𝐸 =
𝜀𝑥𝑥 𝜀𝑥𝑦 𝜀𝑥𝑧 𝜀𝑦𝑥 𝜀𝑦𝑦 𝜀𝑦𝑧 𝜀𝑧𝑥 𝜀𝑦𝑧 𝜀𝑧𝑧 =
𝜕𝑢
𝜕𝑥
1 2
𝜕𝑢
𝜕𝑦 +𝜕𝑣
𝜕𝑥
1 2
𝜕𝑢
𝜕𝑧 + 𝜕𝑤
𝜕𝑥 1
2
𝜕𝑣
𝜕𝑥 +𝜕𝑢
𝜕𝑦
𝜕𝑣
𝜕𝑦
1 2
𝜕𝑣
𝜕𝑧 +𝜕𝑤
𝜕𝑦 1
2
𝜕𝑤
𝜕𝑥 +𝜕𝑢
𝜕𝑧
1 2
𝜕𝑤
𝜕𝑦 +𝜕𝑣
𝜕𝑧
𝜕𝑤
𝜕𝑧
𝐸 = 1
2 𝐷𝑢 + 𝐷𝑢𝑇
Il tensore di deformazione E può essere espresso in funzione delle deformazioni principali (autovalori) in corrispondenza delle direzioni principali di deformazione (autovettori)
Deformazione
Tensore di deformazione E
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𝐸 = 𝜀1 0 00 𝜀2 00 0 𝜀3
Secondo le direzioni principali di deformazione, il corpo subisce esclusivamente deformazioni estensionali.
Secondo tali direzioni, le deformazioni assumono il valore massimo assoluto (ε1) e minimo assoluto (ε2)
La traccia del tensore E è un invariante del tensore di deformazione e fisicamente rappresenta la variazione di volume specifica subita dall’elemento infinitesimo:
Deformazione
Tensore di deformazione E
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𝑡𝑟 𝐸 = 𝜀𝑥𝑥 + 𝜀𝑦𝑦 + 𝜀𝑧𝑧 = ∆𝑉𝑉Sfruttando la simmetria del tensore E e facendo riferimento al significato fisico degli scorrimenti angolari, lo stato di deformazione può essere descritto da un vettore di deformazione:
Deformazione
Notazione alternativa
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𝜀 =
𝜀𝑥𝑥 𝜀𝑦𝑦 𝜀𝑧𝑧 𝛾𝑥𝑦 𝛾𝑦𝑧 𝛾𝑧𝑥
=
𝜕𝑢
𝜕𝑥
𝜕𝑣
𝜕𝑦
𝜕𝑤
𝜕𝑧
𝜕𝑢
𝜕𝑦 + 𝜕𝑣
𝜕𝑥
𝜕𝑤
𝜕𝑦 + 𝜕𝑣
𝜕𝑧
𝜕𝑢
𝜕𝑧 + 𝜕𝑤
𝜕𝑥 x
y
P'
dx
dy
P
?v
?u
?xy/2
?xy/2
Assegnato un campo di spostamento u è sempre possibile definire un tensore di deformazione E. Le condizioni matematiche che rendono possibile il passaggio inverso, ovvero assegnato un campo di deformazione ricavare un campo di spostamento u univoco, prende il nome di problema di compatibilità.
Tali condizioni sono espresse dalle equazioni di congruenza interna:
Deformazione Congruenza interna
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𝜕2𝜀𝑥𝑥
𝜕𝑦2 + 𝜕2𝜀𝑦𝑦
𝜕𝑥2 = 𝜕2𝛾𝑥𝑦
𝜕𝑥𝜕𝑦
𝜕2𝜀𝑦𝑦
𝜕𝑧2 +𝜕2𝜀𝑧𝑧
𝜕𝑦2 = 𝜕2𝛾𝑦𝑧
𝜕𝑦𝜕𝑧
𝜕2𝜀𝑧𝑧
𝜕𝑥2 +𝜕2𝜀𝑥𝑥
𝜕𝑧2 = 𝜕2𝛾𝑧𝑥
𝜕𝑧𝜕𝑥
2𝜕2𝜀𝑥𝑥
𝜕𝑦𝜕𝑧 = 𝜕
𝜕𝑥 −𝜕𝛾𝑦𝑧
𝜕𝑥 + 𝜕𝛾𝑧𝑥
𝜕𝑦 + 𝜕𝛾𝑥𝑦
𝜕𝑧
2𝜕2𝜀𝑦𝑦
𝜕𝑥𝜕𝑧 = 𝜕
𝜕𝑦
𝜕𝛾𝑦𝑧
𝜕𝑥 − 𝜕𝛾𝑧𝑥
𝜕𝑦 +𝜕𝛾𝑥𝑦
𝜕𝑧
2𝜕2𝜀𝑧𝑧
𝜕𝑥𝜕𝑦 = 𝜕
𝜕𝑧
𝜕𝛾𝑦𝑧
𝜕𝑥 +𝜕𝛾𝑧𝑥
𝜕𝑦 − 𝜕𝛾𝑥𝑦
𝜕𝑧