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BOLLETTINO UNIONE MATEMATICA ITALIANA

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Academic year: 2022

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(1)

B OLLETTINO

U NIONE M ATEMATICA I TALIANA

E. Baiada, C. Vinti

Un’applicazione della definizione di integrale per stabilire un passaggio al limite sotto il segno.

Bollettino dell’Unione Matematica Italiana, Serie 3, Vol. 10 (1955), n.4, p. 460–464.

Zanichelli

<http://www.bdim.eu/item?id=BUMI_1955_3_10_4_460_0>

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Articolo digitalizzato nel quadro del programma bdim (Biblioteca Digitale Italiana di Matematica)

SIMAI & UMI http://www.bdim.eu/

(2)

Un' applicazione délia definizione di integrale per stabilire un passaggio al limite sotto il segno.

Nota di E. BAIADA e C. YINTI (a Palermo)

Santo. - Mediante la definizione di integrale di RIEMANN si dimostra che le espressioni :

b y+d b y+d

fdyfM{t)dt,- fK{y)dy JM(t)dt',

a y—d a y—d

per la prima nolle sole ipotesi che M(t) sia non negativa ed intégra- bile, per la seconda nella ipotesi che K(y) ed M(t) siano a quadrato sommabile, si comportant corne un infinitesimo deï primo ordine in d.

In alcune nostre considerazioni circa l'esistenza délia soluzione di una equazione aile dérivât e parziali del primo ordine, ci siamo serviti del comportamento délie espressioni :

y+d b y+d

fdy JM(t)dt

f

JK(y)dy JM(t)dt,

d d y-d

per la prima nelle ipotesi che M(t) sia una funzione non negativa ed integrabile (*) nelFintervallo [a — 2d, b H- 2d), per la seconda nelle ipotesi che K(y) ed M(t) siano a quadrato sommabile sull'in- tervallo (a — 2d, b-±-2d)* e precisamente del fatto che esse si comportano corne un infinitesimo del primo ordine in d.

Hiferendoci alla prima espressione, è manifesto che, se ci fosse consentito calcolare:

y+d lim fdy ^ im{t)dt,

d-+o J a J

y-d

con un passaggio al limite sotto il segno di integrale, la proposizione sarebbe immediata, ma per f are ciö bisognerebbe usare un teorema (f) In qualunque senso, per esempio in queUo di LEBESauE, infatti a noi basta che la funzione integrale di M(t) sia additiva e continua.

(3)

XJN'APPLICAZIONE DELIA D E F I N I Z I O N E Dl INTEGRATIE, ECC. 461

per il passaggio al limite sotto il segno di integrale (*) e un teorenia di densità, teoremi, questi, sempre piuttosto elaborati.

Facciamo vedere (3j che si puö ottenere lo stesso risultato ricor.

xendo a semplici considerazioni di carattere totalmente elementare, y+d

Osservando che la funzione-^ JM(t)dt, è continua quindi intégra- bile in (a, b\ secondo E-IEMANK, basta allora applicare opportuna- mente la definizione di integrale jperehè la proposizione venga su- bito diraostrata.

1. Supponiamo d = —, dove n sia un intero positivo: in oaso contrario sia (a', b') con a' < a < b < b'? un intervallo di mi-

b'— a'

nima ampiezza tale che = d (è chiaro che a — a' < d e

b' ~b< d). n

Consideriamo suddivisioni di (a', h') in n.m parti uguali dove m sia un intero positivo arbitrario, e scegliamo in ogni intervallo di ciascuna di queste suddivisioni, il valore della funzione inte*

y+d granda uguale per esempio a quello assunto dalla f(y)= •-= / M(t)dt nel primo estremo dell'intervallo stesso. ^__d

In seguito a tale scelta, se denotiamo con St. un intervallo di

b' y+d

ampiezza S, essendo 8 = — , per calcolare / dt -% \ M(t)dt, si dovreb- m j a J

af y—d

bero, tra Ie altre, calcolare le somme di CAUCHY-E.IEMANN seguenti:

f + 4 ( ) JM{t)dt -h ... -4- \ ïm{t)dt -+~... H- ^ JM(t)dt

af a'+d a'-f(n—l)d-(-(

a'+3eï

ï d t -+~... H -

a'-f(n—

(2) IN'elle ipotesi date p e r la M(t), n e s s u n teorema u s u a l e di passaggio al limite sotto il segno di integrale puö essere applicato.

(3) L e stesse considerazioni valgono e v i d e n t e m e n t e p e r Ie espressioni : b y+d. b y-\ d

jdy jM(t)dt, e j K(y)dt JM(t)dt.

(4)

4 6 2 E. BAIADA - C. VINTI

e, poichè F integrale esiste, queste somme devono téndere al valore dell7 integrale.

Suddividiamo ogni integrale che compare nel secondo membro in 2m integrali, ottenuti suddividendo i relativi intervalli di inte- grazione in 2m parti uguali che risulteranno di ampiezza 8 = —.

Se si osserva allóra la somma che cosi compare nella parentes!

quadra, si nota che ogni integrale del tipo

ci

ĥ

M(t)dt ( r = - 1 , 0 , 1,2,..., n-1; s = 1, 2,..., m - 1) con un r ed un s fissati, viene a trovarsi ripetuto un certo numero di volte che non supera 2m. Supponendo di ripetere quegli inte- grali che non si trovano in tale numero di volte, onde il loro nu- mero arrivi a 2m, avremo che la quantità in parentesi quadra

b'+d

risulta minore di 2m % I M{t)dt.

a'—d

II secondo membro della (1) è allora maggiorato da:

b'+d b'+d

af~d a'—d

Poichè le somme di RIEMANN 2 Zfr tendono all' integrale :

b' y+d r='-1

avremo :

V-d

b y+d b' y±d b+2d

(2) fdy [M{t)dt<fdyj M(t)dt<2d fM(t)dt.

a y—d ar y—d a—2d

Con lo stesso ragionamento si ottiene :

6 y+d b—2d

(.3) fdy ! M(t)dt >2dj M{t)dt,

a y—d a+2d

basta denotare, nelF ipotesi che non si possa supporre d = —

(5)

D E I X A ÖEFINIZIONE Dl ISTTEGRAXE, ECC. 4 6 B

con {a'\ b"), a < a " < 6 " < & , un intervalle» di massima ampiezza tale che = d, e, dopo avere suddiviso ogni integrale che compare a secondo membro della (1) in 2m integrali, come fatto precedentemente, trascurare quegli integrali del tipo:

M ( f ) +

JM(t)dt , ( r = - l , 0 , l , . . . , n - 1 ; s = 1, 2,..., m - 1),

â f d + $

che non sono ripetuti 2m volte. La somma a secondo membro della (1) viene allora ad essere maggiorata da

&"—d 1 j \f r nff r

-d n*m JA———2m M{t)dt.

a"-j-d

Dalla (2) e (3) segue

b y+d b

(4) lim fdy \ ÏM(t)dt = 2 (M(t)dt.

d—^o J d J J

a y—d a

Mediante ulteriori considerazioni che qui omettiamo perché non hanno carattere cosï elementare come quelle che precedono, è possibile dimostrare la relazione (4) anche nel caso che M(t) non sia sempre non negativa.

2. Con analogo metodo dimostriamo che :

b y-\-d

JK{y)âyJM{t)dt

9 'a y—d

supposto K(y) ed M(t) funzioni a quadrato sommabile sulPinter- vallo (a — 2d, 6 -K 2d), è maggiorata da un infinitesimo del primo ordine in d.

In virtù della disuguaglianza di SCHWARZ possiamo scrivere :

b y~\rd b y^-d

JK(y)dy J M[t)dt = dJK(y)dy \ f M(t)'dt ^

a y—d a y—d

6

K

a

y+d

V

[M(t)dt\dy,

I

y—d J

(6)

BAIADA - C. VINTI

r± \ f

y+d

•e per il calcolo dell' integrale / -^ / M(t)dt dy procediamo come fatto precedentemente. a ly—d

Indicando con Sr un intervallo di ampiezza S, essendo S la f y-hd -is

quantità — , con ƒ,. il valore della funzione -^ fM(t)dt\ nel primo w, \ J \

ly—d J

•estremo delF intervallo Sr; e con af, b' le stesse quantità del numero précédente, si ha:

2 §ƒ,. 6 ' - n •

- a' m

1

_ af—d 2

ÏM(t)dt

ed applicando ancora la disuguaglianza di SCHWARZ a ciascun termine entro la parentesi graffa, si ottiene:

r=l

2d JM

2

(t)dt

2d

ar—d

6'-f(w—1,5 H-2<2

JM

z

(t)dt

a'-j-(n—l)d+(m-

Suddividendo ora ciascun integrale che compare a secondo membro di quest' ultima relazione in 2m intégral!, analogamente -a quanto è stato fatto nel numero 1., segue :

b+2d

a'—d

In définitiva abbiamo quindi:

b

: ƒ M*(t)dt ^ 4 ÎM*(t)dt.

h y~\-d

fK(y)dyfM(t)dt

a y—d

K*(y)dy\/ fM*(t)dt.

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