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Liceo Statale Gandhi Indirizzi: Classico - Scientifico - Scienze umane

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Academic year: 2022

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Liceo Statale Gandhi

Indirizzi: Classico - Scientifico - Scienze umane

PIANO ANTIBULLISMO E ANTICYBERBULLISMO

Linee guida per azioni di prevenzione e contrasto

Anno scolastico 2021-2022

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LINEE GUIDA – PIANO ANTIBULLISMO E ANTICYBERBULLISMO

Integrazione ai Regolamenti al PTOF ed al Patto Educativo di Corresponsabilità Riferimenti normativi:

Legge 29 maggio 2017, n. 71, Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo (G.U. Serie generale n. 127 del 03-06-2017)

Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, approvata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989, ratificata dall’Italia con la Legge 27 maggio 1991, n. 176 Regolamento UE 2016/679 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016

Carta sociale Europea del Consiglio d’Europa, 18 ottobre 1961, riveduta il 3 maggio 1996

Premessa

La politica scolastica di antibullismo rappresenta una dichiarazione di intenti a guida dell’azione e dell’organizzazione scolastica attraverso una serie di obiettivi concordati che diano agli alunni, al personale e ai genitori un’indicazione e una dimostrazione tangibile dell’impegno della scuola contro i comportamenti di bullismo e di cyberbullismo. Il bullismo è un fenomeno prevalentemente sociale, legato a gruppi e a culture di riferimento; pertanto, affrontare il bullismo significa lavorare sui gruppi, sulle culture e sui contesti in cui si verificano episodi e condotte a rischio per realizzare un'educazione alla responsabilità e alla convivenza, all’interno di relazioni positive e di un buon clima di scuola. Essere rispettati è un diritto, rispettare gli altri è un valore e un dovere ragione per cui la scuola deve favorire la costruzione di un’etica civile e di convivenza attraverso lo sviluppo della dignità, del riconoscimento, del rispetto e della valorizzazione. La prima azione di contrasto al bullismo e al cyberbullismo risulta, quindi, la cura della relazione con l’Altro e la valorizzazione delle differenze mediante il coinvolgimento in progetti e percorsi collettivi di ricerca e di dialogo con il territorio. In tale percorso assumono notevole importanza l’alleanza educativa tra scuola, famiglia e altre agenzie educative extra scolastiche e la formazione dei docenti, degli alunni, dei genitori e dei collaboratori scolastici, quali protagonisti, a diversi livelli, di un piano educativo di prevenzione del bullismo e di promozione del rispetto e della convivenza a scuola. Episodi di bullismo e di cyberbullismo, inteso quest’ultimo come estensione del comportamento perpetrato attraverso la rete, sono fenomeni complessi che possono avere anche rilevanza penale. Al fine di integrare la prospettiva educativa con quella riparativa e/o sanzionatoria, occorre mantenere una visione che tenga conto di tale complessità. La scuola e tutti gli educatori devono garantire alla propria utenza il rispetto della normativa internazionale e nazionale in materia di diritto all’istruzione e di protezione dei minori con l’impegno in particolare a dare tutela ai seguenti diritti fondamentali del minore: difesa della dignità personale di ogni alunno nel contesto delle attività educative e formative, delle relazioni e delle comunicazioni che fanno parte della vita scolastica; promozione di un equilibrato “sviluppo fisico, mentale, spirituale morale e sociale” dei ragazzi; rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali; rispetto dell’adolescente verso i suoi genitori, la sua identità, i suoi valori culturali, i valori nazionali del Paese nel quale vive, del Paese di cui può essere originario e delle civiltà diverse dalla sua”, (art. 29, 1° comma, lett. b) e c) della Convenzione del 1989). Gli alunni devono essere guidati alle responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi (art. 29, 1° comma, lett. d) della Convenzione del 1989). La scuola deve provvedere a garantire la formazione integrale degli

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studenti con particolare riferimento alle regole disciplinari interne alla comunità scolastica, ai comportamenti vietati e alle corrispettive sanzioni, inserite nel più ampio quadro delle regole di condotta alle quali devono attenersi in virtù della normativa internazionale e nazionale; deve assicurare protezione dei minori/degli alunni da ogni forma di abuso, violenza maltrattamento fisico e morale, compresa la protezione da tutte le forme di bullismo e cyberbullismo, nel rispetto sia delle leggi in vigore, che delle indicazioni dell’amministrazione (scolastica nazionale e locale); deve provvedere alla regolamentazione dell’uso delle tecnologie digitali in ambito scolastico, nel bilanciamento tra l’utilità delle medesime e i potenziali rischi per i minori derivanti da un uso incontrollato, con una garanzia di accesso alle procedure per la segnalazione di eventuali offese subite alla propria dignità personale.

Procedure operative

La L. 71/2017 all’art. 5 prevede che, nell’ambito della promozione degli interventi finalizzati ad assicurare la qualità dei processi formativi e la collaborazione delle risorse culturali, professionali e sociali del territorio, il Dirigente scolastico definisca le linee di indirizzo del Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF) e del Patto di Corresponsabilità Educativa (D.P.R. 235/07) affinché contemplino misure dedicate alla prevenzione dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo. La scuola attraverso il Regolamento di istituto specifica i possibili provvedimenti in un’ottica di giustizia riparativa, che possono essere adottati nei casi di specie. Le possibili misure disciplinari devono essere chiare e le relative sanzioni adeguate ed evidenziate nel Regolamento di istituto. Nel Regolamento saranno indicati anche gli organi competenti ad erogare sanzioni ed il relativo procedimento. Le sanzioni devono essere proporzionate alle infrazioni disciplinari e ispirate alla riparazione del danno e all’acquisizione di consapevolezza sul significato della propria condotta, poiché ogni misura disciplinare deve assolvere una funzione educativa. Le azioni di prevenzione e contrasto dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo saranno indicate anche all’interno del Patto di corresponsabilità educativa. La legge n. 71 del 2017 prevede inoltre, in ogni scuola, la figura di un docente referente, per gli episodi cyberbullismo e per ogni fenomeno di bullismo in generale. In ogni scuola/plesso è utile la costituzione di un Team Antibullismo e di un Team per l’Emergenza, o di un gruppo di lavoro integrato, costituito da docenti referenti, animatori digitali, dal Dirigente scolastico e da altro personale qualificato. Laddove non si disponga di uno psicologo scolastico o di uno psicologo dei servizi della salute è utile costituire il Team per l’Emergenza a livello territoriale (comunale o provinciale) o di rete di scuole .

Azioni ed attività di prevenzione

Le attività sul bullismo e cyberbullismo saranno strutturare nell’area afferente al curricolo di Educazione civica e di educazione digitale di e-Policy ed e-Democracy Per sensibilizzare gli studenti a contrastare l’insorgenza del fenomeno si renderanno utili: la visione di video; la costruzione di slogan e/o video; gli incontri con esperti, gli incontri con genitori; la partecipazione ad incontri formativi con Polizia Postale; il monitoraggio mediante questionario con la restituzione dati ai docenti e genitori; la partecipazione all’iniziativa giornata contro il bullismo 7 febbraio con produzione di materiale per ogni classe;

l’organizzazione di piccoli gruppi di studenti con l’impegno di fungere da formatori per i loro pari, intervenendo durante le assemblee d’istituto o di classe; le indagini di customer satisfaction rispetto al bullismo; la possibilità di segnalazioni alla scuola in merito a fatti di bullismo; la formazione e l’aggiornamento rivolti a tutte le componenti scolastiche; l’inserimento nel sito web di una sezione dedicata nella quale inserire la politica antibullismo adottata con l’indirizzo e-mail per segnalare eventuali casi, i nominativi dei componenti della Commissione antibullismo, lo specifico regolamento nel quale indicare i comportamenti non consentiti e le relative sanzioni disciplinari; il piano di formazione e di sensibilizzazione di tutte le componenti

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La scuola può avvalersi di una Commissione Antibullismo (CA), rappresentativa di tutte le parti interessate, con le seguenti modalità: la Commissione deve contenere al proprio interno il Dirigente Scolastico, il Referente Antibullismo, ove previsto dalla legge del luogo, almeno un docente ed un genitore, almeno un alunno di sesso maschile ed un’alunna di sesso femminile. Della Commissione devono necessariamente far parte, come support o tecnico, un esperto nell’area psicologica ed un esperto nell’area legale.

Il regolamento scolastico deve definire i criteri per la scelta dei componenti della Commissione, l’elenco delle competenze attribuite alla Commissione e le regole per il suo funzionamento. In ogni caso, la Commissione deve essere dotata dell’autorità necessaria per esercitare una vigilanza sull’effettiva applicazione della legge del luogo in materia di bullismo e della presente prassi di riferimento. L’organizzazione deve svolgere periodicamente un monitoraggio antibullismo per individuare eventuali situazioni critiche e verificare lo stato di attuazione delle misure antibullismo definite nel piano annuale antibullismo. In occasione di eventi registrati, occorre intervistare le parti coinvolte, osservare direttamente le attività sensibili rispetto al rischio bullismo e raccogliere tutte le possibili evidenze documentali. Al termine viene redatto un rapporto, che deve essere presentato alla Commissione Antibullismo. Se il rapporto contiene delle criticità, la direzione della scuola o dell’organizzazione deve impegnarsi a prenderle in considerazione attraverso una serie di misure da presentare alla Commissione Antibullismo.

Sistema di gestione antibullismo

L’efficace attuazione di un sistema di gestione antibullismo richiede il rispetto dei seguenti punti:

1. definizione e divulgazione, da parte della scuola di una “politica antibullismo” con la chiara assunzione degli impegni assunti verso l’utenza in ordine alla prevenzione ed al contrasto del bullismo;

2. Valutazione degli studenti a rischio, osservazione del disagio, rilevazione dei comportamenti dannosi per la salute di ragazzi/e.

3. Promozione e attivazione di uno sportello psicologico e di un centro di ascolto gestito da personale specializzato (psicologi presenti nell’istituto o nei servizi del territorio) anche in collaborazione con i servizi pubblici territoriali; ove non sia possibile attuare tali condizioni, si potrebbe favorire l’istituzione di un servizio condiviso da reti di scuole.

4. Predisposizione di un “piano della vigilanza” all’interno degli ambienti della scuola in grado di garantire la costante e corretta vigilanza sui minori.

5. Predisposizione ed aggiornamento annuale di un documento di “valutazione dei rischi di bullismo”, tenendo conto dei risultati di una preliminare analisi del contesto di riferimento, del territorio in cui opera la scuola, della tipologia di utenza, della fascia d’età dei minori, delle statistiche dell’ultimo periodo riferite a fatti di bullismo.

6. Definizione periodica di un “piano antibullismo” coerente con i risultati della valutazione dei rischi e diretto a promuovere sia la prevenzione che il contrasto dei fenomeni di bullismo. Il piano deve contenere anche gli obiettivi misurabili che definiscono l’efficacia delle strategie antibullismo pianificate dalla scuola (numero di azioni legali promosse dalle famiglie per fatti di bullismo; numero di reclami per fatti di bullismo; percentuale di risposte positive ai questionari antibullismo;

percentuale di adesione ad attività su base volontaria di sensibilizzazione antibullismo organizzate dalla scuola; esito delle verifiche di apprendimento o gradimento al termine dei corsi antibullismo;

risultati degli audit; ogni altro indicatore misurabile idoneo a dare informazioni oggettive circa l’efficacia delle strategie antibullismo adottate dalla scuola.

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7. comunicazione all’utenza ed a tutte le altre parti interessate delle azioni adottate per garantire la prevenzione ed il contrasto del bullismo, secondo il principio della “trasparenza applicata al bullismo”; inserimento nel proprio sito web di un’eventuale sezione denominata “prevenzione e contrasto del bullismo” nella quale vanno inserite almeno le seguenti informazioni: testo della politica antibullismo; indirizzo e-mail per segnalare casi di bullismo; indicazione dei nominativi dei componenti della Commissione Antibullismo; ogni altra informazione in materia di bullismo reputata utile per la propria utenza, compresa la segnalazione, se attivato, del servizio di mediazione tra pari.

8. Definizione di un “sistema sanzionatorio antibullismo”, che preveda adeguate regole di comportamento e relative sanzioni (nel rispetto delle leggi del luogo) verso i minori che commettono atti di bullismo e di cyber bullismo.

9. Definizione di una “procedura per l’individuazione e la gestione delle criticità relative al bullismo”, diretta a consentire a tutti gli interessati una segnalazione, anche in forma riservata, relativa a possibili atti di bullismo e tenere sotto controllo le misure attuate per prevenire o gestire le criticità.

10. Nomina di una “Commissione Antibullismo” rappresentativa di tutte le parti interessate, minori e genitori compresi, con il compito di verificare l’effettivo rispetto, da parte della scuola o dell’organizzazione non scolastica che applica la prassi, degli impegni assunti contro il bullismo e di garantire la prevenzione del bullismo, il monitoraggio dei comportamenti dell’organizzazione rispetto al bullismo ed il contrasto dei fenomeni di bullismo che si siano effettivamente verificati.

11. Adozione e periodico aggiornamento di un “piano di formazione antibullismo”, per garantire la formazione, l’aggiornamento, il coinvolgimento e la sensibilizzazione di tutte le componenti in materia di bullismo. La formazione deve essere necessariamente multidisciplinare, in modo tale da toccare almeno i seguenti ambiti: didattico, educativo, relazionale (con particolare riferimento alla gestione del conflitto ed alla capacità di negoziazione), psicologico, medico e legale.

12. Svolgimento periodico di “audit antibullismo”, sia in forma programmata che a sorpresa, in modo tale da individuare eventuali situazioni critiche e verificare lo stato delle misure antibullismo programmate, nonché di monitorare lo stato della qualità relazionale all’interno dell’organizzazione, con specifico riferimento all’attitudine del contesto a prevenire e contrastare il bullismo. In occasione degli audit antibullismo, occorre intervistare le parti coinvolte, osservare direttamente le attività sensibili rispetto al rischio bullismo e raccogliere tutte le possibili evidenze documentali. Al termine di ogni audit viene redatto un rapporto, che deve essere presentato alla Commissione Antibullismo.

Sistema sanzionatorio antibullismo

Il Piano antibullismo e anticyberbullismo (Linee guida per azioni di prevenzione e contrasto) e il Regolamento di disciplina nel quale vengono indicare i comportamenti non consentiti, in termini sia di bullismo che di cyberbullismo, e le relative sanzioni disciplinari, sono i due documenti redatti nel rispetto delle norme sostanziali e procedimentali previste dalle leggi e dalle Direttive MIUR in vigore. Il regolamento antibullismo, elaborato e coordinato dal Dirigente Scolastico in collaborazione con il/i referente/i per il bullismo e il cyberbullismo, nell’ambito dell’ autonomia del proprio istituto, che prevede sanzioni in un’ottica di giustizia riparativa e forme di supporto alle vittime. Il regolamento disciplinare è da considerarsi come parte integrante del vigente Regolamento d’Istituto, approvato con Delibera del Collegio dei docente, e deve essere esplicitato nel Patto di corresponsabilità educativa firmato dai genitori. I contenuti del Regolamento vanno condivisi e approvati dal Consiglio d’istituto. Gli insegnanti ed il Dirigente scolastico, provvederanno alle necessarie segnalazioni e denunce alle autorità amministrative, in caso di comportamenti legati al bullismo che, secondo le leggi in vigore, richiedono una particolare segnalazione ai servizi sociali e sanitari oppure la denuncia di un possibile reato per il quale sia prevista la procedibilità

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6 Procedura per le segnalazioni relative al bullismo

L’organizzazione deve raccogliere in modo sistematico e continuativo le segnalazioni in merito a fatti di bullismo e misurare la valutazione di tutte le proprie componenti in ordine all’efficacia delle strategie antibullismo adottate. Il requisito può essere soddisfatto attraverso le seguenti modalità:

1. somministrazione di questionari scritti, anonimi o nominativi, ai minori, ai loro familiari o agli addetti dell’organizzazione;

2. periodico svolgimento di colloqui ed interviste con tutte le componenti dell’organizzazione diretti ad approfondire le questioni relative al bullismo ed al cyberbullismo, in generale o con riferimento a casi specifici, sia già effettivamente verificatisi nella forma del bullismo e del cyberbullismo, che nella modalità di comportamenti preparatori di futuri atti di bullismo e cyberbullismo;

3. istituzione di un indirizzo di posta elettronica al quale poter formulare segnalazioni di fatti di bullismo ed individuazione di uno o più addetti dell’organizzazione (ad esempio il referente per il bullismo o il responsabile della qualità) quali soggetti preposti a ricevere e gestire tali segnalazioni.

L’organizzazione deve rendere noti i nominativi di questi addetti e dell’indirizzo e-mail dedicato (es link sul sito web). Una volta riscontrate le criticità, sia attraverso le segnalazioni delle varie componenti che attraverso l’osservazione diretta da parte del personale dell’organizzazione, occorre conservare traccia delle azioni decise, della loro corretta attuazione e della loro efficacia, fino a giungere alla chiusura delle criticità.

Tutti i dati personali relativi ai minori coinvolti nei fatti di bullismo e cyberbullismo, particolarmente quelli sensibili, devono essere protetti in conformità con le leggi del luogo ed in particolare in Europa alla luce delle norme definite dal Regolamento UE 679/2016 sulla protezione dei dati personali

Obiettivi formativi del Piano antibullismo

Prevenire le manifestazioni di bullismo e cyber bullismo è fondamentale. Agire tardi significa far sì che le difficoltà legate al bullismo accrescano e che lo sviluppo e l’integrazione sociale siano poi irreparabilmente compromessi. Il primo passo è, dunque, quello di riflettere sull’importanza di sviluppare benessere nel contesto scolastico, per favorire l’apprendimento e prevenire il disagio Il bullismo, infatti, produce effetti che si protraggono nel tempo e che comportano dei rischi evolutivi tanto per chi agisce, quanto per chi subisce prepotenze. Il bullo acquisisce modalità relazionali non appropriate, caratterizzate da forte aggressività e dal rischio di riprodurre condotte antisociali e devianti anche in età adulta. La vittima d’altro canto vive una sofferenza molto profonda che implica spesso una svalutazione della propria identità e nel tempo possono persistere tratti di personalità insicura e ansiosa tali da portare a veri e propri episodi di depressione.

Prevenire condotte di bullismo significa: maturare nuove consapevolezze e atteggiamenti in relazione al ruolo educativo dell’insegnante in rapporto alle nuove generazioni; diffondere la conoscenza degli strumenti normativi attualmente disponibili per la prevenzione ed il contrasto sul bullismo (L. legge 71/17);

fornire le conoscenze tecniche ed informatiche relative agli strumenti ed alle tecnologie utilizzate dagli autori di cyberbullismo e, di riflesso, le tecniche per il contrasto: caratteristiche e modalità dei vari social network web 2.0, chat, ecc.; individuare i problemi e le opportunità della relazione scuola-famiglia-territorio, anche a partire dai cambiamenti socio-economico-culturali del contesto di appartenenza; fornire strumenti di analisi e osservazione dell’organizzazione scolastica e delle dinamiche in essa presenti; individuare prassi comunicative per dialogare con le forze di Polizia, associazioni o aggregazioni giovanili presenti sul territorio;

potenziare le competenze connesse all’esercizio del ruolo educativo dell’insegnante, in relazione alla capacità

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di sviluppare benessere ed inclusione per tutti gli studenti, con particolare attenzione alla capacità di percepire atti, gesti e comportamenti potenzialmente preparatori di atti di bullismo, nonché capacità di partecipare attivamente alla diffusione della cultura e della pratica della mediazione tra pari; aggiornare la conoscenza del quadro normativo, dottrinale e giurisprudenziale specifico in merito al contrasto del bullismo e del cyberbullismo, rispetto al diritto amministrativo, civile, penale e del lavoro;

Strategie didattiche e metodologie formative

Per realizzare un programma di prevenzione, di monitoraggio e di contrasto occorre fare ricorso a strategie didattiche idonee che promuovano un clima benevolo e di collaborazione attraverso tecniche efficaci di conduzione degli spazi educativi e della classe. E’ importante che di fronte ad eventuali condotte comportamentali che potrebbero risultare a rischio si facciano emergere tempestivamente le cause e si individuino i luoghi ai fini del riconoscimento di un problema che riguarda e coinvolge tutti e non solo la diade bullo‐vittima. La “valutazione dei rischi” prodotta con la redazione di un documento aggiornato annualmente (che tenga conto del contesto di riferimento, del territorio in cui opera la scuola, dell’utenza, della fascia di età degli alunni ecc.)è il primo atto nella prevenzione del bullismo e del cyber bullismo.

Diventa, immediatamente, importante promuovere il miglioramento delle relazioni tra i coetanei e dell’intero clima scolastico con il coinvolgimento di tutto il personale scolastico. Il percorso formativo mira a costruire legami di gruppo positivi, a potenziare il senso di appartenenza alla scuola, a favorire il riconoscimento dell’alterità e l’accettazione della diversità, a promuovere benessere e inclusione a scuola, a gestire le emozioni e l’autostima, a promuovere le capacità personali degli studenti. La Scuola deve adottare misure che mirano a sviluppare atteggiamenti e creare condizioni che attenuino l’entità del fenomeno e prevengano lo sviluppo di nuovi problemi. L’elaborazione di un questionario, gli incontri tra insegnanti e genitori, i gruppi di lavoro fra insegnanti per lo sviluppo di un buon clima scolastico, l’istituzione di una giornata a tema antibullismo possono rappresentare azioni utili a prevenire e contrastare l’insorgenza di fenomeni di bullismo. Una scuola come organizzazione aperta (reti di scuole e reti territoriali); la collaborazione e comunicazione scuola-famiglia; gli strumenti di osservazione e riconoscimento del fenomeno; il ricorso alle buone pratiche italiane, europee e internazionali; l’applicazione corretta dei social app utilizzati dalle varie fasce di utenza a livello locale e internazionale; - che sappia individuare rischi e metodi di intrusione nella privacy rappresentano azioni importanti nella prevenzione del bullismo e del cyber bullismo.

In classe gli obiettivi sono gli stessi che caratterizzano l’intervento a livello di scuola, ma le regole possono eventualmente essere personalizzate, attraverso il ricorso a metodologie di lavoro che agevolano la didattica inclusiva e persuasiva, con la distribuzione di ruoli e con l’assunzione di responsabilità degli alunni nel contesto-classe.

L’approccio curricolare durante l’attività in classe permette di presentare e trattare alcuni concetti strettamente legati alla comprensione del fenomeno bullismo (potere, oppressione, violenza e pregiudizio in diversi gruppi e contesti sociali). Attraverso percorsi di competenza trasversale e di orientamento, le discipline possono prestarsi ad un importante contributo per temi riguardanti le forme di abuso di potere, i valori della legalità, della democrazia, della cittadinanza con la promozione di un ethos antivessatorio, di rispetto e di attenzione verso l’altro che possono aiutare molto a ridurre i problemi e a potenziare l’empatia e il senso di responsabilità individuale dei ragazzi. La letteratura e la cinematografia possono fornire stimoli culturali a rintracciare episodi o situazioni riconducibili alla problematica del bullismo e del cyberbullismo diventando occasione per sollecitare una prima riflessione anche sul tema dei diritti e dei doveri del cittadino digitale e della gestione dell’identità digitale. Si può discutere in classe con i ragazzi anche partendo da

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problematiche sociali. Si può chiedere agli stessi studenti di ricavare dai media degli esempi di bullismo e approfondire come nella nostra società si incoraggino i comportamenti violenti ed aggressivi. Altro approccio è quello morale che richiede alla scuola di lavorare con i ragazzi per la costruzione di un’etica scolastica, contro le prepotenze, e dell’interiorizzazione dei valori etici e bioetici. Il prepotente dovrà essere messo nella condizione di riflettere sull’accaduto acquisendo la consapevolezza che ciò che ha fatto va contro i principi della scuola. La pratica riflessiva diventa opportunità per interiorizzare le regole.

L’approccio comunicativo predilige le attività di potenziamento delle abilità di decodifica dei segnali comunicativi provenienti dall’altro come segnali interpretativi della comunicazione emotiva con discussioni per il miglioramento del lessico emotivo e della comprensione e gestione delle emozioni. Nei percorsi a livello di classe, si può prevedere l’individuazione di obiettivi specifici di tipo comunicativo-comportamentale e la proposta di strategie di rielaborazione dell’esperienza mediante attività di training e di role-play, dallo scrivere un saggio sul conflitto tra studenti a scuola, al fare interviste ed usare i questionari con altri ragazzi.

L’ approccio legale comprende una serie di regole di cui il bullo dovrebbe essere a conoscenza. L’obiettivo è applicare la legge e la sanzione presentata come una conseguenza. In molti casi la gestione del problema è piuttosto rapida e non viene richiesta consulenza psicologica. Questo approccio invia chiari messaggi agli studenti allo scopo di definire i comportamenti accettabili e quelli non accettabili, senza dimenticare però di muoversi all’interno di una dimensione educativa e non punitiva. La gestione delle regole e delle sanzioni, d’investimento sociale, con compiti da espletare a scuola, può avvenire a seguito della collaborazione con gli stessi studenti che individuano modalità rivolte a migliorare la comunità scolatica.

Qualsiasi sia l’approccio, nell’attività d’aula sarà privilegiato un approccio attivo e laboratoriale, un’organizzazione del gruppo-classe attraverso il cooperative learning activies, anche in vista di facilitare lo scambio di gruppo e lo spirito di appartenenza. Possono essere contemplati diversificati strumenti e metodologie per il raggiungimento dei sottesi obiettivi: ascolto riflessivo, attività espressive e meditative, circle time, dibattiti di classe a tema, organizzazione del gruppo-classe in cooperative learning, metodologie cooperative e utilizzo delle nuove tecnologie per la didattica inclusiva; la peer education (coetanei come mediatori di cambiamento), il counseling educativo per la gestione positiva dell’aggressività e dei conflitti attraverso la mediazione anche tra pari. Un metodo per la risoluzione dei conflitti attraverso la mediazione dei coetanei è quello di creare un clima di collaborazione e di ascolto che permetta di pervenire ad una situazione di accordo reciproco, in cui ambedue le parti risultano soddisfatte della soluzione negoziata. Il processo di mediazione e di ricerca di una soluzione comune tra i contendenti può aver luogo dopo un po’di tempo dalla disputa o dalla comparsa del pro Strategie. Altre metodologie formative posso essere identificate attraverso attività per lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, nell’esecuzione di pratiche contemplative semplificate per i ragazzi (mindfulness e tecniche meditative per regolare le emozioni e coltivare attitudini empatiche e compassionevoli); nell’esecuzione di training per le funzioni esecutive con dispositivi digitali (serious games e App per smartphone). Attraverso un intervento strutturato di pratiche di mindfulness, attività sportive e di peer education, si intendono educare i ragazzi all’alfabetizzazione delle emozioni, alla consapevolezza e riconoscimento dei propri ed altrui sentimenti, al contenimento di impulsi reattivi, alle strategie per il controllo volontario del comportamento e alle pratiche comportamentali e di tipo contemplativo attraverso lo sviluppo di particolari funzioni e attitudini mentali come la capacità di gestire lo stress, la rabbia e l’impulsività, coltivare atteggiamenti prosociali, empatici e compassionevoli.

Una parte consistente e sempre presente delle attività pratiche è l’attività fisica, per la sua acclarata capacità di concorrere al sano sviluppo delle funzioni cognitive ed esecutive nei ragazzi, condizione essenziale per la crescita di individui in grado di controllare la tendenza a mettere in atto comportamenti impulsivi e aggressivi.

L’attività sul campo potrà essere imperniata su un’attività di progetto (Project Work) riferita ad un’attività di promozione del benessere e prevenzione del bullismo da promuovere nell’istituto o rete d’istituti.

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Trasversalmente a tali attività si può prevedere anche un’attività di tipo collaborativo in rete a sostegno degli apprendimenti individuali e di gruppo, anche in vista della creazione di “comunità di pratica.”

Le attività previste negli interventi di prevenzione, affinché siano efficaci, devono essere realizzate con la consapevolezza del cosa e del perché si stanno facendo e devono essere accompagnate da dei momenti di riflessione e di elaborazione dell’esperienza stessa. La possibilità di riflettere sull’esperienza, focalizzandone alcuni aspetti, di attribuire un significato a quanto vissuto in relazione a sé e al gruppo, è il passaggio che trasforma una “semplice” attività in un momento di sviluppo personale, di apprendimento e di cambiamento.

Negli interventi di prevenzione spesso è necessario attuare delle variazioni delle modalità attuative alle specifiche realtà e alle loro esigenze. Le azioni possono essere modificate nel rispetto degli obiettivi da raggiungere. Creare benessere all’interno delle comunità ha il duplice vantaggio di prevenire differenti tipologie di disagio (il bullismo ma anche l’insuccesso scolastico e altri tipi di malessere psicologico e sociale), quindi di non dover moltiplicare gli interventi per ogni specifica problematica coinvolgendo operatori e ragazzi in un numero eccessivo di interventi. In tutti gli interventi di educazione e di prevenzione, la fiducia verso i ragazzi è un elemento importantissimo per comunicare loro la sicurezza necessaria ad affrontare le numerose sfide e cambiamenti di cui saranno protagonisti. Altrettanto importante è riuscire a confrontare le aspettative e i desideri dei giovani con i dati di realtà (compreso il loro comportamento).

Gli interventi possono avvenire in forma individuale di supporto alle vittime, di supporto individuale e counseling nei confronti della vittima e del bullo, attraverso l’aiuto in classe (discussione con i membri del gruppo attraverso attività di training), cooperazione tra scuola e famiglia; distribuzione dei ruoli; verifica dell’efficacia di interventi di prevenzione per la promozione di comportamenti prosociali e per la riduzione dei comportamenti ostili tra coetanei.

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