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(1) . RASSEGNA STAMPA 21-10-2018 1. REPUBBLICA.IT Tumore del seno: si apre l'era dell'immunoterapia 2. QN Tumore al seno, più tempo quando il male è troppo forte 3. QUOTIDIANO SANITÀ Tumore della mammella HER2-positivo: è possibile abbreviare il ciclo di trastuzumab in adiuvante? 4. CORRIERE DELLA SERA Così si può trovare prima il tumore al polmone 5. DIRE ESMO.Biosimilari, la sostenibilità delle cure passa da formazione 6. QUOTIDIANO SANITÀ La settimana. West Nile, Sunshine Act e Contrasto all’obesità 7. QUOTIDIANO SANITÀ Numero chiuso a Medicina. In campo i presidenti di Corso di laurea: “Si apra dialogo per mediare tra strategie politiche e sostenibilità sistema” 8. IL SOLE24ORE.COM Professioni sanitarie, ministero Salute: «Abusivo chi non si iscrive subito al nuovo ordine multi-albo» 9. DOCTOR 33 Medici di famiglia sanzionati per prescrizioni in eccesso 10. CORRIERE DELLA SERA Internisti e malati «di tutti e di nessuno».

(2)  .  . 20-10-2018 Lettori 1.658.567.   http://www.repubblica.it/ . Tumore del seno: si apre l'era dell'immunoterapia Per la prima volta uno studio dimostra che questo approccio funziona anche in una variante di cancro che colpisce un ristretto numero di donne. I risultati presentati al congresso europeo di oncologia medica Una novità importante, anche se riguarda un ristretto numero di pazienti. Risvegliare il sistema immunitario, strategia che ha dato risultati sorprendenti nel melanoma e nel tumore del polmone, funziona anche nelle donne con cancro al seno triplo negativo in fase avanzata. Sono le donne con il tumore alla mammella più difficile da trattare, per il quale non erano finora disponibili farmaci specifici. La notizia arriva dal congresso europeo di oncologia medica, in corso in questi giorni a Monaco: aggiungere atezolizumab, una molecola che agisce sui lacci che tengono imbrigliato il sistema immunitario, alla chemioterapia aumenta il tempo che queste donne vivono senza che la malattia ritorni. “Fino ad oggi non avevamo visto i risultati dell’immunoterapia nel tumore del seno. È l’inizio di un vero cambiamento”, ha commentato Nadia Harbeck, oncologa all’Università di Monaco durante la conferenza in cui sono stati presentati i dati. Si apre così, anche nel trattamento del tumore più diffuso nella popolazione femminile, l’era dell’immunoterapia.. • LO STUDIO Si definisce triplo negativo il tumore che non esprime nessuno dei bersagli contro cui sono dirette le cure attualmente più efficaci. Ecco perché la mortalità di queste pazienti è purtroppo molto alta. “I tumori triplo negativi sono circa il 25% di quelli metastatici”, spiega Michelino De Laurentis, direttore Oncologia senologica dell’Istituto Nazionale Tumori “Fondazione Pascale” di Napoli, uno dei centri che ha partecipato alla sperimentazione. “Si stima quindi che ogni anno ci siano 2000 pazienti con questa diagnosi. Per loro, e soprattutto per il 40% delle pazienti che esprime il marcatore PD-L1, oggi sappiamo che esiste un’opzione efficace”. I risultati dello studio, pubblicati sul New England Journal of Medicine, indicano infatti un vantaggio per tutta la popolazione coinvolta in termini di mesi vissuti senza malattia, ma un vantaggio ancora maggiore in termini di sopravvivenza globale nel gruppo di pazienti che esprimono il marcatore PD-L1. “In questo.

(3) sottogruppo la differenza fra chi prende immunoterapia e chi placebo è di circa 10 mesi, un tempo lungo per queste pazienti - va avanti De Laurentis - peraltro questo effetto è quello che vediamo anche in altri tumori dove l’immunoterapia funziona: è come se il sistema immunitario rimanesse allertato anche se la malattia progredisce e quindi si hanno maggiori risultati sulla sopravvivenza globale”. • UNA STRADA APERTA Secondo gli esperti, i risultati presentati oggi a Monaco potranno modificare la pratica clinica, anche se si tratta di dati ancora preliminari e relativi a un piccolo gruppo di pazienti. “Quanto dimostrato inserisce a pieno diritto le neoplasie mammarie nel novero, ormai molto largo, di possibili indicazioni dell’immunoterapia nel campo dei tumori”, ha detto Luca Gianni, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica del San Raffaele Cancer Center. “Esiste comunque la necessità di valutare a distanza di tempo l’effetto sulla sopravvivenza: se si osserverà una conferma, direi che il passo potrà essere definito con buone ragioni un passo da giganti”. • LE ALTRE NOVITA’ SUL SENO Il congresso di Monaco è ricco di novità per il trattamento del cancro della mammella, che sta diventando sempre più di precisione. Una dei target su cui si è focalizzata l’attenzione è la mutazione del PI3K, presente in circa il 40% delle donne con tumore al seno positivo agli ormoni e che non esprime HER2 (HR+/HER2-). Nelle donne con malattia avanzata, aggiungendo un farmaco che blocca l’azione della proteina espressa dal gene mutato alla terapia standard si raddoppia il tempo libero da malattia. “Alpelisib è il primo farmaco che dimostra un beneficio in un sottogruppo di pazienti caratterizzate dal punto di vista genomico”, ha spiegato Fabrice André, oncologo all’Institut Gustave Roussy di Villejuif (Francia). “Finora la genomica non era entrata nella pratica clinica del tumore al seno, così come invece aveva fatto in quella per il melanoma o il cancro del polmone”. Per lo stesso gruppo di pazienti, sempre in fase avanzata, arrivano anche i dati relativi all’uso di un’altra classe di farmaci, gli inibitori del CDK 4/6, capaci di interferire con il ciclo cellulare. In particolare, i dati su palbociclib dimostrano che aggiungere questo farmaco alla terapia standard aumenta la sopravvivenza globale in tutte le pazienti, e lo fa ancora di più in coloro che avevano risposto maggiormente alla terapia ormonale in passato. “Lo studio Paloma 3 è il primo che dimostra che il vantaggio che vedevamo nel tempo della progressione della malattia è lo stesso che si guadagna anche in termini assoluti di sopravvivenza”, ha spiegato Massimo Cristofanilli, del Comprehensive Cancer Center of Northwestern University a Chicago. Un risultato ottenuto su donne che sono state seguite in media per quasi 4 anni..

(4) IMMUNONCOLOGIA.

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(95) IMMUNONCOLOGIA.

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(98) 21-10-2018 LETTORI  . 10.000.   http://www.dire.it/ . ESMO. BIOSIMILARI, LA SOSTENIBILITÀ DELLE CURE PASSA DA FORMAZIONE (DIRE) Monaco, 20 ott. - I biosimilari sono la chiave della sostenibilita' delle cure in ambito. oncologico? Se lo sono chiesti gli specialisti dell'ESMO durante il congresso annuale in corso in questi giorni a Monaco. Secondo quanto indicato dai dati ufficiali di IQVIA Institute for Human Data Science (la piu' autorevole agenzia indipendente di dati e statistiche mondiali nell'ambito del farmaco), l'ingresso dei biosimilari per i tre piu' importanti farmaci biologici in oncologia portera' a risparmi di oltre 3 miliardi di euro in Europa entro il 2021. Risparmi che possono essere restituiti ai cittadini in termini di disponibilita' di cure innovative. Ma cosa deve accadere affinche' tutto questo possa essere una boccata d'aria per i servizi sanitari europei? Tre cose: i sistemi devono puntare sui biosimilari, le organizzazioni devono ripensarsi in loro funzione ed i clinici hanno la responsabilita' di crederci con convinzione. Tre criticita' non di poco conto. Il punto di vista degli oncologi dell'ESMO sull'argomento e' gia' chiaro, visto che hanno gia' ampiamente preso posizione negli anni scorsi (come d'altra parte l'Unione Europea e l'EMA) con una serie di papers a favore degli equivalenti dei biologici, ma da Monaco emerge un nuovo segnale, forse decisivo. Uno studio appena pubblicato nella sua anteprima - 'Preparing for the incoming wave of biosimilars in oncology', ricerca che porta anche la firma dello stesso presidente ESMO, l'oncologo spagnolo Josep Tabernero, e tra gli altri di Rosa Giuliani, oncologa al San Camillo-Forlanini di Roma - sottolinea infatti per la prima volta l'importanza di sviluppare una "corretta formazione degli oncologi sui biosimilari, sulla loro efficacia, sulle possibilita' di switch efficace e sicuro per i pazienti". Lo studio, che sara' pubblicato nella sua completezza solo a fine anno, e' stato sviluppato su un ampio campione di clinici con l'obiettivo di comprendere lo stato della "relazione tra oncologi e biosimilari"; i primi dati anticipano che gli specialisti stessi confessano una "moderata confidenza" con l'uso dei biosimilari, con l'87% del campione della survey che ha la percezione "dell'importanza di una formazione specifica e che chiede proprio maggior aggiornamento sul tema". "La collaborazione tra oncologi e la condivisione degli approcci multispecialistici e' indispensabile per eradicare le incomprensioni e la cultura erronea nei confronti dei biosimilari", ha sottolineato a Monaco Josep Tabernero, "e la funzione formativa su questo piano e' cio' che gli oncologici chiedono ormai con convinzione alla stessa European Society for Clinical Oncology. Per questo noi dobbiamo organizzarci velocemente e in modo diffuso per rispondere a queste richieste, visto che la sostenibilita' dei sistemi e l'accessibilita' dell'innovazione ormai e' chiaro che passa anche dalla crescita complessiva dei professionisti". (Wag/ Dire).

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(256) 21-10-2018  .  .  . https://www.ilsole24ore.com/ . Professioni sanitarie, ministero Salute: «Abusivo chi non si iscrive subito al nuovo ordine multi-albo». «Tutti i professionisti regolarmente abilitati che intendano esercitare una professione sanitaria in qualunque forma giuridica , hanno l'obbligo di iscriversi da subito all'albo professionale di riferimento». Un adempimento che scatta per i 17 profili - dai fisioterapisti agli ortottisti, dai tecnici di laboratorio ai dietisti, dagli igienisti dentali ai tecnici audiometristi - per la prima volta inclusi in un albo professionale e che devono effettuare l'iscrizione sul portale del nuovo Ordine multi-albo (www.tsrm.org ) istituito dalla Legge Lorenzin, sia nella libera professione sia nell'ambito della dipendenza presso strutture pubbliche o private. E in caso di non ottemperanza, «occorre evidenziare» che la stessa Legge Lorenzin «ha inasprito le pene e le sanzioni per coloro che incorrano nel reato di esercizio abusivo della professione». L'art. 12 della legge 3/2018 prevede infatti da sei mesi a tre anni di reclusione e multe da 10mila a 50mila euro. È questo il succo della lettera che il direttore generale della Dg professioni sanitarie e risorse umane del ministero della Salute, Rossana Ugenti, ha inviato in risposta a una richiesta di chiarimento da parte dello stesso nuovo ordine multi-albo (Federazione Tsrm e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione ) sui termini di iscrizione agli albi delle professioni sanitarie istituiti con Dm 13 marzo 2018. Una conferma da parte del ministero resa.

(257) necessaria per «contrastare il diffondersi di messaggi distorti, soprattutto nei siti Internet e nei social». Nessuna proroga per i dipendenti pubblici Stessa scadenza cogente vale anche per i professionisti impiegati come dipendenti del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Il ministero chiarisce infatti che il termine del settembre 2019 - citato nella nota dell'Ordine dello scorso 4 giugno nella quale si sottolineava la particolarità del periodo transitorio per l'implementazione degli albi stessi - si riferisce esclusivamente alla conclusione dell'incarico di supporto dei rappresentati delle associazioni maggiormente rappresentative. «Tale termine - ribadisce Rossana Ugenti nella sua lettera - è stato travisato considerandolo un termine per l'iscrizione all'albo quando, invece, è stato indicato come un limite temporale per le Aziende sanitarie per la richiesta della certificazione ai singoli professionisti per partecipare ai concorsi e alle selezioni». Alla luce di quanto esposto, «ci si augura - conclude la dirigente del Ministero - che ogni dubbio sui termini per le iscrizioni agli albi delle professioni sanitarie istituiti con Dm 13 marzo 2018 sia definitivamente superato». Il rischio è l'esercizio abusivo della professione Al momento attuale, quasi la metà dei professionisti interessati (complessivamente 180-200mila, appartenenti ai 17 profili che devono iscriversi ai nuovi albi) hanno effettuato la preiscrizione sul portale del nuovo Ordine multi-albo . «Dalla data di decorrenza dell'obbligo del primo luglio scorso a oggi - spiega Alessandro Beux, presidente dell'Ordine - la pratica è stata ultimata da 80mila professionisti. Il nostro obiettivo è di superare i 100mila entro dicembre». A vedere il bicchiere mezzo pieno, potrebbe essere considerato un buon risultato. «La macchina si è senza dubbio avviata bene - continua Beux - a dispetto di chi "gufava" e sosteneva che non ce l'avremmo mai fatta. Ma anche alla luce dei chiarimenti del ministero, in realtà siamo a metà dell'opera. Tutti gli altri professionisti che non si sono ancora iscritti avrebbero già dovuto essere dentro e non ci sono. A fine dicembre avranno esercitato abusivamente la professione per sei mesi». L'obiettivo dell'intero processo non è di vessare i professionisti, ricorda il presidente, ma di tutelarli. «La Federazione nazionale, il Ministero della Salute e le Regioni - conclude Beux - stanno valutando i percorsi tecnici di equivalenza e i percorsi normativi necessari a garantire la serenità di tutti i professionisti che ne hanno i requisiti. Da questo punto di vista l’Ordine è solo contro gli abusivi»..

(258) 20-10-2018  . LETTORI 1.606. http://www.doctor33.it/ . Medici di famiglia sanzionati per prescrizioni in eccesso. Fa discutere il ruolo degli specialisti. Statine, inibitori di pompa, antinfiammatori, eparine: queste le categorie di farmaci che i medici del distretto di Catanzaro 1 avrebbero prescritto in eccesso incorrendo nelle sanzioni dell'Azienda sanitaria, che ha richiesto in tutto 30 mila euro a 24 di loro. Pronta la risposta della Fimmg che ha abbandonato la commissione per l'appropriatezza prescrittiva per protesta. «Per rientrare, chiediamo il rispetto di una delibera regionale del commissario ad acta, la DCA 66 del 2015, la quale prevede che in tutte le commissioni per l'appropriatezza istituite nei distretti ci sia la presenza di due specialisti, un medico ospedaliero e un ambulatoriale», dice il segretario provinciale del sindacato dei medici di famiglia Gennaro De Nardo. «Catanzaro è l'unica provincia della Calabria dove siamo in linea con l'appropriatezza prescrittiva, e guarda caso il distretto della città, al centro della provincia, viene sanzionato, e bisognerebbe capire perché, visto che il direttore generale ha in mano i dati completi del solo distretto 1, quello cittadino, mentre va per le lunghe l'elaborazione dei dati degli altri distretti. Prima di sanzionare sulla base di scostamenti da medie prescrittive andrebbe verificata l'intera documentazione Asp». C'è un altro aspetto problematico. «Si tratta in gran parte di prescrizioni indotte dagli specialisti che non hanno in mano il ricettario del servizio regionale e ci chiedono di trascrivere su ricetta bianca, quindi le loro indicazioni vanno a pesare direttamente sul nostro budget di spesa e siamo noi quelli valutati dalle commissioni miste Asl-medici per l'appropriatezza. Se ci fossero anche.

(259) specialisti ospedalieri ed ambulatoriali nelle commissioni per l'appropriatezza potrebbero riportare ai colleghi messaggi che oggi non recepiscono, e la delibera regionale del commissario Scura di tre anni fa verrebbe applicata correttamente, cosa che noi chiediamo avvenga. Si tenga infine presente che il presunto medico con la penna facile è personaggio che si presta a gogne mediatiche, qui del tutto fuori luogo visti i nostri dati di appropriatezza». Che Catanzaro non sia una delle province più "spendaccione" lo dicono alcuni fatti riportati da De Nardo. «Sulle eparine abbiamo ricevuto una formazione a hoc, e si attivano piano terapeutico e distribuzione diretta nella farmacia dell'Asp con i pazienti oncologici, ginecologici, con le terapie ponte per chi prende l'anticoagulante e deve sottoporsi a un intervento chirurgico; noi Mmg prescriviamo per la prevenzione di tromboembolismi e flebiti. Ancora una volta però, l'essere arrivati primi con la formazione vuol dire essere arrivati primi nelle sanzioni, a dati incompleti». Catanzaro è in pole anche nella campagna per la vaccinazione antinfluenzale, tema sul quale in nome del servizio al cittadino Fimmg ha riaperto uno spiraglio di dialogo con l'Asl un giorno fa: sarà firmato a breve un accordo aziendale e saranno impiegati un vaccino tetravalente per tutte le fasce di età e un trivalente adiuvato per gli over 75. E' infine la prima provincia ad aver sperimentato in modo stabile Aggregazioni funzionali territoriali e Unità di cure primarie, che costituiscono l'ossatura dell'accordo regionale appena firmato. «Le nostre otto Uccp -dice De Nardo - sono finanziate dall'Asp fino a fine anno, poi sarà la Regione a finanziarle direttamente. Siamo stati i primi a partire con l'H24, con assistenza primaria e continuità assistenziale dalle 8 alle 20 e medico di CA dalle 20 alle 8, con in più la presenza fissa di una figura infermieristica e la creazione di uno staff che costituisce la prima reale prevenzione contro il rischio aggressioni. Dunque, siamo dei precursori, per la Calabria e forse pure per l'Italia. Altro che sanzioni...».

(260) ISTITUZIONALE SANITÀ.

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