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Sussidio Didattico Sussidio Didattico

Percorso formativo sul diritto alla Salute

e l’accesso ai servizi socio-sanitari

M M o o d d u u l l o o

p p e e r r i i m m m m i i g g r r a a t t i i

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Il presente documento è stato realizzato nell’ambito del progetto: “Immigrazione e tutela della salute. Un’esigenza di solidarietà umana per un’equa inclusione sociale”, cofinanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Associazionismo Sociale, L. 383/2000 art. 12, lettera f) anno finanziario 2009.

Contatti:

Barbara Ghiringhelli Valentina Pierucci migrazioni@focsiv.it

Il documento è disponibile sul sito www.focsiv.it

Pubblicato a giugno 2011 da FOCSIV, Via San Francesco di Sales, 00165, Roma, Italia

Impaginazione ed editing: Donato Argentiero

FOCSIV è la più grande Federazione di Organismi di Volontariato Internazionale di ispirazione cristiana presente in Italia. Oggi ne fanno parte 65 Organizzazioni, che contano 7.624 Soci, 490 gruppi d'appoggio in Italia e oltre 60.000 persone tra aderenti e sostenitori. Sono oltre 1.000 i volontari espatriati nei nostri 660 progetti di sviluppo e circa 6.000 gli operatori locali.

In Italia più di 5.000 volontari collaborano alle iniziative promosse sui territori e nella gestione dei progetti nei PVS. Impegnata dal 1972 nella promozione di una cultura della mondialità e nella cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, FOCSIV contribuisce alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità di tutto l'uomo e di tutti gli uomini, alla tutela e promozione dei diritti umani e alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali, in coerenza con i valori evangelici e alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa. Dalla sua nascita FOCSIV, con i suoi 65 Soci, ha impiegato oltre 16.000 volontari che hanno messo a disposizione delle popolazioni più povere il proprio contributo umano e professionale. Si tratta di un impegno concreto e di lungo periodo in progetti di sviluppo nei settori socio-sanitario, agricolo, educativo-formativo, di difesa dei diritti umani e rafforzamento istituzionale.

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definizione della correlazione tra diritti e salute:

“La salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non solamente assenza di malattia o infermità. Il possesso del livello di salute più elevato possibile è uno dei fondamentali diritti di ogni essere umano senza distinzione di razza, religione, credo politico, economico o condizione sociale. La salute di ogni persona è fondamentale per il raggiungimento della pace e della sicurezza e dipende dalla completa cooperazione tra individui e Governi…”

Il diritto alla salute, riconosciuto senza riserve quale diritto umano, a cui è dedicato l’ art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ampiamente sancito e proclamato da altre Convenzioni e Trattati internazionali e a livello di legislazioni nazionali (art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana del 1948), per molti ancora oggi rimane solo un diritto di carta. Complice da una lato la scarsa consapevolezza di questo diritto individuale da parte di alcuni popoli e minoranze, dall’altro le grandi difficoltà che non poche persone – perlopiù quelle rientranti nelle cosiddette fasce deboli, tra cui le persone migranti, incontrano nell’effettivo esercizio del diritto stesso. Tante sono le barriere capaci di limitare loro il godimento di questo diritto: barriere giuridico-legali, barriere economiche, barriere burocratico-amministrative, barriere organizzative, barriere linguistiche, barriere comunicative, barriere interpretative.

Un chiaro appello, affinché vengano promosse politiche sanitarie sensibili verso i migranti e sia garantito un accesso equo alla promozione della salute, alla prevenzione e alla cura senza discriminazioni di sesso, età, religione, nazionalità o razza è contenuto nella risoluzione “Salute dei Migranti” approvata nella 61ma Assemblea Mondiale della Sanità all’OMS (Ginevra, 2008).

Tale risoluzione (n. WHA 61.17) riconosce il ruolo che la salute ha per un effettivo processo di integrazione e inclusione dei migranti e in essa viene sottolineata la necessità di una formazione adeguata e specifica del personale sanitario affinché sia in grado di rispondere ai nuovi bisogni correlati alla mobilità umana. Non sono mancate indicazioni specifiche anche a livello europeo emerse nell’ambito della Conferenza internazionale “Health and Migration in the EU: better health for all in an inclusive society” promossa a Lisbona nel settembre 2007 dal Consiglio dell’Unione Europea e a Bratislava nel novembre 2007 nel corso dell’Ottava Conferenza dei Ministri Europei della Salute nella cui Dichiarazione finale troviamo le seguenti parole “….le misure sanitarie per i migranti che siano ben gestite, incluse la salute pubblica, promuovono il benessere di tutti e possono facilitare l’integrazione e la partecipazione dei migranti all’interno dei Paesi ospitanti promuovendo l’inclusione e la comprensione, contribuendo alla coesione, aumentando lo sviluppo”. Ma ancora due recenti risoluzioni del Parlamento Europeo (2010/2089 (INI) del 8 marzo 2011 e 2010/2276 (INI) del 9 marzo 2011) sottolineano come i migranti e i rom siano tra i gruppi a rischio di disuguaglianze sanitarie, disuguaglianze che troverebbero la loro origine dalle differenze tra i gruppi di popolazione rispetto a un'ampia gamma di fattori che influenzano la salute, nello specifico: le condizioni di vita, l'istruzione, la professione e il reddito, i servizi di assistenza sanitaria, di prevenzione delle malattie e promozione della salute nonché le politiche pubbliche che influiscono sulla quantità, sulla qualità e sulla distribuzione di questi fattori.

Continua troppo spesso - a livello di politiche locali, nazionali ed europee – ad essere debole la certezza del diritto e la consapevolezza del legame positivo salute/inclusione.

In tale contesto la presente pubblicazione si pone quale semplice e snello strumento finalizzato a fornire da un lato delle informazioni e delle conoscenze ai cittadini stranieri rispetto ai loro diritti e ai servizi di salute, dall’altro un breve percorso di conoscenza e di verifica dedicato agli operatori sul tema della “competenza culturale” nell’ambito del lavoro di assistenza e di cura.

Sergio Marelli Segretario Generale FOCSIV

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SOMMARIO

LA NORMATIVA ITALIANA A PROTEZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE PER GLI STRANIERI 5 Il diritto alla salute dei migranti come diritto internazionale – l’ OMS 5 Il diritto alla salute dei migranti come diritto internazionale – l’ UE 5

Il diritto alla salute dei migranti in Italia 5

In conclusione… 7

DAL DIRITTO ALLA SALUTE ALL'ACCESSO ALLA SALUTE: METTERE AL CENTRO LA PERSONA

PER SERVIZI “MIGRANT FRIENDLY” 8

Salute e inclusione sociale 8

Alcune possibili linee di azione 8

L’impegno della FOCSIV sulla tematica migratoria 8

Conclusioni 10

MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: COMPRENDERE, RIPENSARE E RINNOVARE LE TRADIZIONI PER I DIRITTI DELLE DONNE 11

La pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili 11 I tipi di Mutilazioni Genitali Femminili 11 Ragioni delle pratiche escissorie 12 Implicazioni dal punto di vista fisico e psicologico 12 Implicazioni legali 12 Perché abbandonare le pratiche escissorie 13 Il legame con la migrazione 13 VADEMECUM IMMIGRAZIONE COME, DOVE, QUANDO “MANUALE D’USO PER L’INTEGRAZIONE” 15

Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) 15 Tessera Sanitaria 17

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Servizi del Servizio Sanitario Nazionale 17 Straniero Temporaneamente Presente (STP) 22 RELAZIONE SULLA RIDUZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE SANITARIE NELL'UE

(2010/2089(INI)) 23

Proposta di risoluzione del parlamento europeo sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE 23 Parere della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori 36 Parere della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere 40 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA 44

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LA NORMATIVA ITALIANA A PROTEZIONE DEL DIRITTO ALLA SALUTE PER GLI STRANIERI

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Il diritto alla salute dei migranti come diritto internazionale – l’ OMS

• La risoluzione “Salute dei Migranti” approvata durante la 61ma Assemblea mondiale della Sanità all’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) di Ginevra (2008), lancia un appello per la promozione di politiche sanitarie sensibili verso i migranti e perché ad essi venga garantito un accesso equo alla della salute, alla prevenzione e alla cura delle malattie senza discriminazioni di sesso, età, religione, nazionalità o razza.

• La risoluzione dell’OMS riconosce il ruolo che la salute ha per un effettivo processo di integrazione e inclusione sociale dei migranti.

• Tale risoluzione inoltre segna un passaggio importante nel riconoscimento della salute come un diritto fondamentale sia per l’individuo che per la società.

Il diritto alla salute dei migranti come diritto internazionale – l’ UE

• Nel 2007, i Ministri Europei della Salute hanno affermato che “le misure sanitarie per i migranti (…) promuovono il benessere di tutti e possono facilitare l’integrazione e la partecipazione dei migranti all’interno dei Paesi ospitanti promuovendo l’inclusione e la comprensione, contribuendo alla coesione, aumentando lo sviluppo”.

• Ma per molti migranti, oggi, il diritto alla salute è ancora “un diritto di carta”.

• Troppe barriere (burocratiche, linguistiche, economiche, giuridiche) infatti limitano il godimento di questo diritto soprattutto da parte delle fasce più svantaggiate della popolazione, tra cui i migranti.

Il diritto alla salute dei migranti in Italia

• Fino agli anni ’80 non ci sono leggi specifiche in Italia sulla migrazione.

• Dal 1986, diversi provvedimenti normativi si susseguono, anche se si rivelano poco incisivi a causa, tra l’altro, della scarsità dei fondi dedicati.

• Inoltre, spesso le leggi italiane in materia di immigrazione si focalizzano su aspetti puntuali (espulsioni/ricongiungimenti/diritti dei lavoratori…) senza comprendere

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1 A cura di VALENTINA PIERUCCI, Programma Migrazioni e Co-Sviluppo della FOCSIV

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appieno la vastità del fenomeno migratorio che diviene sempre più una realtà strutturata e stabile nella nostra società.

• La Legge principale sull’immigrazione vigente in Italia è il D.Lgs. N. 286 del 1998

“Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero”.

• L’assistenza sanitaria ai cittadini stranieri è regolata dal titolo V del Testo Unico, agli articoli 34, 35 e 36.

Art. 34

Assistenza per gli stranieri iscritti al Servizio Sanitario Nazionale

• Il Servizio Sanitario Nazionale è l’insieme di strutture e servizi che assicurano la tutela della salute e l’assistenza sanitaria in Italia.

• I cittadini stranieri iscritti al SSN hanno gli stessi diritti e doveri dei cittadini italiani.

• L’assistenza sanitaria spetta anche ai familiari a carico e regolarmente soggiornanti.

• L’iscrizione al SSN è obbligatoria per determinate categorie di cittadini stranieri, e la sua durata è legata al permesso di soggiorno.

• Gli stranieri per cui non è obbligatoria l’iscrizione al SSN devono assicurarsi contro il rischio di malattie e infortuni mediante la stipula di una polizza assicurativa o l’iscrizione volontaria al SSN.

Art. 35

Assistenza per gli stranieri non iscritti al Servizio Sanitario Nazionale

• Hanno obbligo di corrispondere il pagamento delle prestazioni sanitarie.

• Ai cittadini irregolarmente presenti, sono assicurate le cure ambulatoriali ed ospedaliere URGENTI ed ESSENZIALI e gli interventi di medicina preventiva a protezione della salute individuale e collettiva.

• Ai cittadini irregolarmente presenti viene assegnato un codice STP (Straniero Temporaneamente Presente) della validità di 6 mesi che permette l’accesso alle strutture sanitarie.

• Non c’è alcun obbligo di segnalazione alle autorità di polizia qualora uno straniero irregolare acceda alle prestazioni sanitarie in Italia.

Art. 36

Ingresso e soggiorno per cure mediche

• È possibile ottenere un visto specifico per entrare in Italia per motivi di cure, che non comporta l’iscrizione al SSN.

• Le regole per ottenere questo visto, comprendono una dichiarazione della struttura sanitaria italiana ospitante, il deposito di una cauzione, la dimostrazione di avere un alloggio per il periodo di convalescenza e per l’ accompagnatore, le date del trattamento.

• La durata del permesso di soggiorno equivale alla durata del trattamento.

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• Il cosiddetto “Pacchetto sicurezza” (Legge 94/2009) non modifica le disposizioni in materia sanitaria.

• Introducendo il “reato di immigrazione clandestina” però, pone diverse preoccupazioni per i diritti degli stranieri e anche per la salute pubblica.

• Va ricordato , comunque, che il divieto di segnalare alle autorità gli stranieri irregolari non viene abrogato dal “Pacchetto sicurezza”. Infatti, l’obbligo di referto sussiste solo per alcuni delitti e non per il reato di immigrazione clandestina, che è un reato contravvenzionale.

In conclusione…

• Dobbiamo ricordare che diritto alla Salute è un diritto fondamentale di tutti.

• È necessario che le normative e le politiche sanitarie nazionali abbiano come obiettivo la tutela e la promozione della salute, coinvolgendo tutti i cittadini italiani e stranieri.

• È necessario favorire i rapporti dei beneficiari con le strutture sanitarie nazionali e locali, l’utilizzo dei mediatori, e l’istituzione ed il sostegno di percorsi formativi e di confronto per il personale socio – sanitario.

• Salute per l’integrazione: la promozione dell’accesso ai servizi socio – sanitari deve essere parte di un processo di inclusione attiva dei cittadini stranieri.

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DAL DIRITTO ALLA SALUTE ALL'ACCESSO ALLA SALUTE: METTERE AL CENTRO LA PERSONA PER SERVIZI “MIGRANT FRIENDLY”

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Salute e inclusione sociale

• Il diritto alla salute e l’accesso ai servizi sanitari sono universalmente considerati necessari per l’inclusione ed il benessere dell’intera popolazione.

• Tuttavia, la promozione della salute è spesso significativamente limitata in termini di cura e prevenzione. La correlazione tra diritto alla salute e percorsi di inclusione sociale è molto stretta e deve essere organizzata in modo interdisciplinare con interventi diversificati e mirati a target specifici.

Alcune possibili linee di azione

• Porre maggiore attenzione alla promozione universale della salute.

• Centrare i servizi socio – sanitari sulla persona.

• Analisi, ricerche, dati e bisogni sono specifici e vanno integrati con una strategia di comunicazione mirata.

• La collaborazione tra reti sociali ed istituzionali deve essere incentivata.

• Considerare gli stranieri come parte della società più che come un gruppo problematico

L’impegno della FOCSIV sulla tematica migratoria

1. Progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, L.383/2000 lett. f ) – anno finanziario 2006.

Titolo del Progetto: “Impegno sociale tra Nord e Sud del mondo. La nuova frontiera dell’inclusione socio-economica degli immigrati”

2. Progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, L.383/2000 lett. f) – anno finanziario 2007

2 A cura di VALENTINA PIERUCCI, Programma Migrazioni e Co-Sviluppo della FOCSIV

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Titolo del Progetto: “Il nuovo Cittadino. La famiglia protagonista dell’inclusione del migrante”

3. Progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, L.383/2000 lett. f) – anno finanziario 2008

Titolo del Progetto: “Immigrati boliviani e peruviani: cittadini attivi attraverso una concreta inclusione sociale”

4. Progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, L.383/2000 lett. f ) – anno finanziario 2009

Progetto “Immigrazione e tutela della salute. Un’esigenza di solidarietà umana per un’equa inclusione sociale”

• L’idea progettuale nasce dalla volontà di superare quegli ostacoli, spesso di tipo comunicativo, culturale e socio-linguistico, che impediscono alle comunità immigrate un equo e facile accesso ai servizi socio-sanitari fondamentali per la tutela della loro salute. Punto fondamentale dell’intervento è quindi quello di facilitare la conoscenza delle regole, dei luoghi/percorsi utili alla tutela della salute, sia per gli immigrati stessi che per gli operatori sociali del Terzo settore che operano a contatto con loro.

• Dalla realtà emerge una forte necessità di chiarezza: spesso, i singoli operatori non sono a conoscenza di tutte le opportunità presenti sul territorio e di conseguenza incontrano difficoltà nel fornire e orientare i servizi: allo stesso modo, gli immigrati per difficoltà linguistiche, diversità culturale, scarsa conoscenza del territorio, timore, preferiscono non rivolgersi a degli esperti o ignorano completamente alcuni servizi, possibilità (invece loro spettanti di diritto), con gravi conseguenze sulla salute.

• Capire quali attività condurre, quali competenze sono necessarie e soprattutto individuare luogo e momento adatti, sono dei passaggi chiave per rafforzare la rete di collaborazione già esistente tra le istituzioni e garantire agli stranieri un percorso adeguato alla soddisfazione dei loro bisogni di salute. Considerando le difficoltà riscontrate da parte di tutti i soggetti coinvolti in questo processo, l’iniziativa si rivolge sia agli operatori sociali a contatto con le comunità immigrate, che agli immigrati stessi.

5. Ricerca: “Modelli e modalità di interazione e comunicazione in una società multiculturale: l’informazione sanitaria alle comunità migranti”

• Questa ricerca, finanziata dalla Regione Lombardia e realizzata da FOCSIV in collaborazione con numerosi partner, ha come obiettivo generale la sensibilizzazione e l’informazione sanitaria alle comunità migranti.

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• Si intende raggiungere questo obiettivo attraverso lo sviluppo di linee guida per la comunicazione sanitaria; la creazione di un documentario multimediale per le scuole; la raccolta di idee per uno spot.

• Il focus specifico del progetto è stato individuato nello studio e nella raccolta di esperienze relative alle mutilazioni genitali femminili, per la comprensione di questa pratica e la sensibilizzazione sulla tematica socio-sanitaria per le donne migranti e non.

• I beneficiari di questa ricerca sono individuati nelle donne migranti e negli studenti delle scuole superiori della Regione Lombardia.

Conclusioni

• Il diritto alla salute è un diritto universale e deve essere garantito ad ognuno di noi.

• L’accesso dei migranti alla salute ed ai servizi socio sanitari è necessario per garantire una piena inclusione sociale e sanitaria, anche se spesso molte difficoltà impediscono un corretto e pieno accesso ai servizi.

• I servizi devono essere territoriali e mirati ad ogni target specifico: popolazioni diverse in luoghi diversi hanno bisogni diversi!

• È importante non tralasciare gli aspetti di comunicazione e mediazione culturale e linguistica, poiché le difficoltà nel dialogo e la scarsa conoscenza delle differenze culturali possono rendere il dialogo più complesso ed ostacolare la piena comprensione e consapevolezza dei propri diritti e delle risorse offerte dal territorio di appartenenza.

• La partecipazione dei cittadini migranti deve essere incoraggiata così da instaurare un vero processo di inclusione e di integrazione.

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MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI: COMPRENDERE, RIPENSARE E RINNOVARE LE TRADIZIONI PER I DIRITTI DELLE DONNE

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La pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili

• Con la sigla Mutilazioni Genitali Femminili si fa riferimento ad una serie di pratiche culturalmente radicate in talune popolazioni, volte alla modificazione degli organi genitali della donna in nome di tradizioni molto antiche e dalle origini incerte.

Le MGF hanno diverse denominazioni: circoncisione femminile, escissione, cutting, infibulazione, sunna sono tutti termini che indicano queste pratiche, con differenti specificità.

“Le Mutilazioni genitali femminili sono un tipo particolare di pratiche tradizionali caratteristiche dei riti di passaggio, ovvero di quelle pratiche cerimoniali che guidano, controllano e regolamentano i mutamenti di status, di ruolo, o di età delle persone e così facendo scandiscono le varie fasi del ciclo di vita trasformandole in un percorso ordinato e dotato di senso che ne soddisfa i bisogni di identità e di riconoscimento.

Donna infatti non si nasce, nel senso che la connotazione biologica non riesce a essere di per sé un fattore sufficiente di individuazione. A questo provvedono i riti che, riscattando il destino biologico legato al sesso, notificano alla persona la sua identità, indicandogli ciò che è e ciò che deve essere” (Rovelli, 2009).

I tipi di Mutilazioni Genitali Femminili

Sono riconosciute dall’OMS le seguenti tipologie di Mutilazioni Genitali Femminili:

9 1° Tipo: escissione del prepuzio con o senza escissione di parte o di tutto il clitoride (c.d. sunna);

9 2° Tipo: escissione del prepuzio e del clitoride assieme all’escissione parziale o totale delle piccole labbra (c.d. escissione o excision);

9 3° Tipo: escissione di parte o di tutti i genitali esterni e sutura/ restringimento dell’apertura vaginale (infibulazione o circoncisione faraonica);

9 4° Tipo: puntura, foratura, incisione, allungamento del clitoride e/o delle labbra, cauterizzazione tramite ustione del clitoride e dei tessuti adiacenti, raschiamento dell’orifizio vaginale o incisione della vagina, introduzione di sostanze corrosive in quest’ultima al fine di causarne il sanguinamento o di erbe con l’intento di provocarne il restringimento o la chiusura ed ogni altra procedura che rientri nella suddetta definizione di Mutilazioni genitali femminili.

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3 A cura di VALENTINA PIERUCCI, Programma Migrazioni e Co-Sviluppo della FOCSIV

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Ragioni delle pratiche escissorie

Diverse le ragioni addotte per giustificare le diverse pratiche in atto:

9 Motivazioni igieniche

9 Motivazioni sociali (accettazione, matrimonio)

9 Motivazioni sessuali (prevenzione e/o diminuzione del desiderio)

In sintesi, le mutilazioni costituiscono, nelle diverse tradizioni che le adottano, una salvaguardia per la conservazione delle virtù della donna nonché una sorta di iniziazione alla comunità, il “rito” con cui una bambina/ragazza acquisisce la propria, completa, femminilità diventando una “vera donna”.

Implicazioni dal punto di vista fisico e psicologico

Le Mutilazioni Genitali Femminili causano sofferenze fisiche e psicologiche che si trascinano spesso lungo tutto l’arco della vita. Tra le prime complicanze possiamo annoverare:

• emorragie, ulcere, forme gravissime d’infezione collegate all’utilizzo di strumenti non sterili, alle precarie condizioni igieniche ed al contatto dell’area genitale con feci ed urina, che talvolta portano rapidamente alla morte.

• Spesso si verificano fratture ossee, in particolare clavicole e femori, causate dalle trazioni esercitate sul corpo della donna sottoposta a mutilazione, al fine di mantenerla nella corretta posizione.

• Nel lungo periodo sopraggiungono difficoltà nella minzione, dismenorrea, cisti, disfunzioni sessuali, infertilità e in generale compromissione dell’apparato riproduttivo e urinario.

• Circa il 50% delle donne che hanno subito mutilazioni del terzo tipo (infibulazione) devono essere sottoposte in un secondo momento ad operazioni per facilitare i rapporti sessuali e per evitare complicanze gravi durante il parto.

• L’OMS pone l’accento anche sui danni psicologici provocati dalle Mutilazioni Genitali Femminili tra cui la paura di avere rapporti sessuali a causa del dolore fisico, ansia e depressione.

Implicazioni legali

Le Mutilazioni Genitali Femminili sono state considerate una violazione dei diritti fondamentali.

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Numerosi testi internazionali e nazionali condannano questa pratica tradizionale:

• Molte Organizzazioni Internazionali tra cui UNDP, OIM, UNESCO, UNHCR, UNIFEM hanno firmato una Dichiarazione Interistituzionale per l’eliminazione delle Mutilazioni Genitali Femminili;

• La carta africana sui diritti dell’uomo e dei popoli sui diritti delle donne in Africa (Protocollo di Maputo), all’ art. 5 condanna “tutte le forme di mutilazioni genitali femminili, scarificazioni, trattamento medico o paramedico delle mutilazioni genitali femminili e ogni altra pratica, al fine di sradicarle”;

• Molti paesi africani hanno varato specifiche normative per la lotta alle Mutilazioni Genitali Femminili. Leggi al riguardo sono presenti in Burkina Faso, Costa d'Avorio, Etiopia, Egitto, Ghana, Guinea, Repubblica Centro Africana, Senegal, Tanzania, Togo, Uganda.

• In Italia, la Legge n.7 del 9 gennaio 2006 sancisce come reato con pena da 4 a 12 anni la pratica delle mutilazioni.

Perché abbandonare le pratiche escissorie

• Un approccio finalizzato a debellare la pratica delle Mutilazioni Genitali Femminili non deve partire dal considerare tale pratica come abuso/tortura, ma come un dispositivo culturale che ha lo scopo di includere l’individuo nella società.

• Le leggi, infatti, servono a poco se non ci sono la sensibilizzazione ed il consenso della comunità coinvolta.

• Oltre a pensare di “educare”, dobbiamo fornire alle donne degli strumenti alternativi affinché SCELGANO di abbandonare le pratiche escissorie.

• Si potrebbe costruire una base di dialogo proponendo alternative che siano culturalmente accettabili negli specifici contesti, e di conseguenza praticamente percorribili, rispettose dei diritti per tutti, uomini e donne, bambini e bambine.

Il legame con la migrazione

• L’immigrazione in Italia negli ultimi anni ha conosciuto un notevole incremento, tanto da segnare oggi un vero e proprio cambiamento strutturale della società, sollecitando per la prima volta anche risposte a questioni specifiche e nuove. Esempio emblematico è dato dalla questione delle Mutilazioni Genitali Femminili, nella quale l’Europa e l’Italia si sono trovate direttamente coinvolte in seguito agli arrivi sempre più numerosi di donne straniere e all’incremento delle nascite sul territorio di bambine nate da madri che hanno conosciuto direttamente tale pratica, spesso ancora presente e attuale nei paesi di origine.

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• Probabilmente, il senso delle Mutilazioni Genitali Femminili varia tra la prima e le successive generazioni di migranti; quindi è importante pensare ad un’attività di sensibilizzazione, informazione, formazione e comunicazione su tale pratica ben differenziata a seconda del target di riferimento.

• Oggi è necessario creare delle figure professionali in grado di sostenere e tutelare le donne che si sono ribellate a queste pratiche. Operatori sanitari ed infermieri devono essere le prime figure sociali in grado di identificare le problematiche inerenti le mutilazioni. Gli infermieri dovranno essere preparati nel trattare l’argomento con le pazienti. Attraverso domande mirate ed essendo scientificamente preparati, dovranno essere in grado di scoraggiare le donne nella perseverazione della pratica.

Film “Moolaadé”

Sono molto numerosi i film, i documentari, gli spot, i video che parlano di Mutilazioni Genitali Femminili.

Abbiamo scelto “Moolaadé” un film di Ousmane Sembene, grande regista senegalese.

LA TRAMA

Collé Ardo vive in un villaggio dell’Africa Occidentale. Sette anni prima si è rifiutata di sottoporre sua figlia alla pratica dell’escissione, che considera barbara. Ora, quattro ragazzine scappano per sottrarsi a questo rito purificatorio, e chiedono protezione a Collé. Da qui lo scontro tra due valori: il rispetto del diritto d’asilo - il Moolaadé - e l’antica tradizione dell’escissione - la Salindé.

Buona Visione

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VADEMECUM IMMIGRAZIONE COME, DOVE, QUANDO

“MANUALE D’USO PER L’INTEGRAZIONE”

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Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (SSN)

Il Servizio Sanitario Nazionale è l’insieme di strutture e servizi che assicurano la tutela della salute e l’assistenza sanitaria a tutti i cittadini italiani e stranieri.

Il cittadino straniero residente in Italia con regolare permesso di soggiorno ha diritto all’assistenza sanitaria assicurata dal Servizio Sanitario Nazionale, con parità di trattamento rispetto ai cittadini italiani. L’assistenza sanitaria spetta, oltre che agli iscritti, anche ai familiari a carico e regolarmente soggiornanti.

Dove viene fatta l’iscrizione?

L’iscrizione viene fatta presso l’Azienda Sanitaria Locale (ASL) del territorio in cui si ha la residenza oppure (se non si ha residenza) tenendo conto dell’indirizzo che compare sul permesso di soggiorno.

Cos’è l’Azienda Sanitaria Locale (ASL)?

L’Azienda Sanitaria Locale è il complesso di ospedali, ambulatori, consultori e uffici che, in un contesto territoriale, provvede alla salute della popolazione. Presso le ASL si richiede l’iscrizione al SSN e si sceglie il proprio medico di base.

Posso iscrivermi al Servizio Sanitario Nazionale (SSN)?

L’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale è obbligatoria per i cittadini stranieri titolari di:

• permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo;

• permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato;

• permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo;

• permesso di soggiorno per motivi di iscrizione al collocamento;

• permesso di soggiorno per motivi di famiglia;

• permesso di soggiorno per motivi di asilo politico;

• permesso di soggiorno per motivi di asilo umanitario;

• permesso di soggiorno per motivi di attesa di adozione;

• permesso di soggiorno per motivi di affidamento;

• permesso di soggiorno per motivi di acquisto della cittadinanza.

Gli stranieri che sono in attesa del rinnovo o del rilascio del permesso di soggiorno non perdono il diritto all’assistenza sanitaria, e se non iscritti si possono iscrivere.

Il diritto spetta anche ai familiari quando sono a carico.

4 Il Vademecum Immigrazione come, dove, quando “Manuale d’uso per l’integrazione” è stato realizzato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Direzione Generale dell’Immigrazione

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Attenzione: gli stranieri che entrano in Italia per motivi di cure non possono iscriversi al SSN e devono provvedere al pagamento degli oneri relativi alle cure effettuate;

Gli stranieri rifugiati politici e apolidi e i loro coniugi, sono equiparati ai cittadini italiani se provvisti del permesso di soggiorno per asilo politico in corso di validità. Ai figli minori di stranieri iscritti al SSN è assicurato, fin dal momento della nascita, il medesimo trattamento dei minori iscritti.

Quando non ci si può iscrivere al Servizio Sanitario Nazionale?

Non ci si può iscrivere se il permesso di soggiorno non è rinnovabile o in caso di espulsione, a meno che non si presenti prova del ricorso contro l’espulsione stessa.

Quali sono i documenti che devo presentare per iscrivermi al Servizio Sanitario Nazionale?

• Permesso di soggiorno valido; se il permesso di soggiorno è in fase di rinnovo, si può presentare il permesso scaduto insieme alla ricevuta di richiesta del rinnovo (rilasciata dalla Questura oppure dalle Poste).

• certificazione di residenza (o dichiarazione di effettiva dimora come da permesso di soggiorno);

• codice fiscale;

• dichiarazione con cui ci si impegna a comunicare variazioni del proprio status.

Inoltre:

• i disoccupati iscritti ai Centri per l’Impiego devono fornire autocertificazione dell’iscrizione all’ufficio di collocamento;

• i coniugati con cittadini italiani devono fornire stato di famiglia o autocertificazione;

• i minori in affidamento o in attesa di adozione devono fornire dichiarazione del Tribunale dei Minori attestante la preadozione o l’affidamento.

Quanto tempo vale l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale?

La validità è a tempo indeterminato per tutta la durata dei periodi di validità o del rinnovo del permesso o del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.

Quando cessa l’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale?

L’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale cessa:

• se scade il permesso di soggiorno, a meno che non si esibisca la richiesta di rinnovo o il permesso rinnovato;

• se il permesso di soggiorno è revocato o annullato, a meno che non si possa dimostrare il ricorso;

• in caso di espulsione;

• nei casi in cui vengano meno le condizioni di appartenenza dello straniero alle categorie obbligatoriamente iscritte al SSN (ad esempio: fine della convivenza per i familiari a carico; conversione del permesso di soggiorno in un permesso diverso per il quale non si prevede l’iscrizione obbligatoria al SSN; cessazione dell’attività lavorativa o dell’iscrizione nei Centri per l’Impiego per lo straniero che non è titolare di un permesso di soggiorno che rende obbligatoria l’iscrizione al SSN).

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Quali sono i documenti e i servizi socio-sanitari di cui beneficiano gli iscritti al Servizio Sanitario Nazionale?

• Tessera sanitaria;

• scelta del medico di famiglia e del pediatra per i bambini;

• visite mediche generali in ambulatorio e visite mediche specialistiche;

• visite mediche a domicilio;

• ricovero in ospedale;

• vaccinazioni;

• esami del sangue, radiografie, ecografie, ecc.;

• prescrizione di farmaci;

• prestazioni di carattere certificativo e medico-legale;

• assistenza per riabilitazione, protesi, ecc.

Tessera Sanitaria

Cos’è la tessera sanitaria?

È il documento rilasciato dalla ASLche dimostra l’iscrizione al SSN. È indispensabile per ottenere le prestazioni sanitarie e per accedere ai servizi. In essa è riportato il nome e il cognome della persona e quello del suo medico curante.

Che cosa si deve fare in caso di smarrimento della tessera sanitaria?

Si deve denunciare lo smarrimento alle autorità competenti e richiedere un duplicato presso la ASL di appartenenza.

Servizi del Servizio Sanitario Nazionale

Chi è il medico di base (o di famiglia)?

È il professionista che assicura le cure di medicina generica:

• visita i pazienti nel proprio studio o nel domicilio del malato quando le condizioni di salute del paziente non gli consentono di recarsi dal medico;

• prescrive farmaci, le analisi e le visite specialistiche;

• propone il ricovero in ospedale se necessario;

• eroga certificati.

Chi è il pediatra di base?

È il medico che segue i bambini, li visita periodicamente, controlla la loro crescita, prescrive i farmaci, le analisi e le visite specialistiche, propone il ricovero in ospedale se necessario, eroga certificati.

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Come si sceglie il medico di famiglia e il pediatra?

L’iscritto al SSN può scegliere il medico di famiglia ed il pediatra per i bambini da 0 a 14 anni i quali hanno diritto ad avere gratuitamente un medico specialista pediatra.

Presso l’ufficio che rilascia la tessera sanitaria si può consultare un elenco di medici disponibili.

Il nome del medico di famiglia viene riportato sulla propria tessera sanitaria.

I certificati rilasciati dal medico di famiglia e dal pediatra sono gratuiti?

È gratuito il:

• certificato per l’astensione dal lavoro del genitore in caso di malattia del figlio;

• certificato per lo svolgimento di attività sportive non agonistiche in ambito scolastico;

• certificato di malattia e infortunio o altro motivo di incapacità temporanea al lavoro.

Non è gratuito il:

• certificato agonistico sportivo;

• certificato per uso assicurativo;

• certificato per la domanda di invalidità.

Posso revocare o sostituire il medico di famiglia in qualsiasi momento?

Sì, compilando un apposito modulo; contemporaneamente si deve indicare la scelta di un nuovo medico.

Come si fanno le visite specialistiche?

Per fare una visita specialistica occorre la richiesta del medico di famiglia.

Con la richiesta del medico e la tessera sanitaria si va all’ufficio prenotazioni della ASL per prenotare la prestazione sanitaria. Le prestazioni si possono effettuare anche presso ambulatori e laboratori privati convenzionati.

Le visite specialistiche sono gratuite?

Per le visite specialistiche, gli esami di laboratorio e l’acquisto di medicinali si è tenuti a pagare una quota prestabilita dal Governo, il ticket.

Non pagano il ticket sui farmaci:

• gli invalidi civili al 100%, gli invalidi civili con invalidità superiore ai 2/3, o con assegno di accompagnamento, i ciechi ed i sordomuti;

• le vittime del terrorismo e della criminalità organizzata;

• i pazienti sottoposti a terapie dolorose;

• i titolari di pensione sociale;

• i titolari di pensioni al minimo di oltre 60 anni.

Per le prestazioni specialistiche, sono esenti dal ticket:

• i titolari di pensioni sociali e i familiari a carico;

• i disoccupati, i titolari di pensioni al minimo di oltre 60 anni;

• gli invalidi civili con invalidità superiore ai 2/3 o con assegno di accompagnamento;

• gli infortunati sul lavoro e tutte le categorie di cittadini esenti per patologia o condizioni individuate da leggi speciali.

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Alcune prestazioni mediche non sono soggette al pagamento del ticket, anche se il cittadino non rientra in una delle categorie sopra elencate.

Queste sono:

• prestazioni per la diagnosi precoce dei tumori (mammografie, paptest, ecc.);

• prestazioni finalizzate alla tutela della maternità, quali ad esempio analisi, ecografie, ecc.;

• prestazioni finalizzate alla promozione delle donazioni di sangue, organi e tessuti, vaccinazioni non obbligatorie per i bambini fino a 14 anni.

Come posso ottenere l’esenzione dal pagamento del ticket?

Presentando domanda alla ASL corredata della certificazione del medico specialista od ospedaliero, della tessera sanitaria e del Codice Fiscale. La ASL rilascia un tesserino che dà diritto alla multiprescrizione fino a un massimo

di 6 pezzi del medicinale richiesto dalla patologia.

Attenzione: la normativa sulle esenzioni può subire delle variazioni. Per ottenere maggiori informazioni sul sistema di esenzione vigente e sulla documentazione da presentare, ci si può rivolgere al medico di famiglia o al

pediatra di libera scelta.

Cosa sono i servizi di emergenza?

Nei casi di grave urgenza (incidenti, infortuni ed in qualsiasi situazione di pericolo per la vita) è possibile recarsi al Pronto Soccorso dell’Ospedale o richiedere l’intervento medico telefonando al numero gratuito 118 in funzione 24 ore su 24.

L’assistenza ospedaliera è gratuita?

Le prestazioni ospedaliere sono gratuite per tutti gli iscritti al Servizio sanitario nazionale.

La legge finanziaria 2006 ha previsto a partire dal 1° gennaio 2007 un ticket sugli interventi al pronto soccorso non classificati come urgenti (“codice bianco”).

Che cosa è la guardia medica?

È un servizio, totalmente gratuito, che può essere chiamato a qualsiasi ora nei casi di grave necessità; esso offre assistenza medica immediata a domicilio.

L’assistenza infermieristica è coperta dal SSN?

Attualmente questo tipo di assistenza non è coperta dal Servizio Sanitario Nazionale. Nei casi di necessità può però essere fornita, a domicilio, su segnalazione del servizio sociale del Comune agli organi sanitari.

Gli accertamenti e i trattamenti sanitari possono essere imposti?

No, a parte nei casi previsti dalla legge (Trattamenti Sanitari Obbligatori) sempre nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili. Questi interventi sono disposti con provvedimento del Sindaco, su proposta di un medico, convalidata da un medico della struttura sanitaria

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competente. Dopo 48 ore dal ricovero l’iniziativa deve essere comunicata al Giudice tutelare competente.

È possibile opporsi ad un trattamento sanitario obbligatorio?

Chi ne è sottoposto, o chi ne abbia interesse, può presentare al Tribunale ricorso contro il provvedimento di ricovero convalidato dal Giudice tutelare.

Che cosa avviene se il cittadino ricoverato è straniero o apolide?

Il provvedimento di ricovero deve essere comunicato al Ministero dell’Interno e al consolato del Paese di appartenenza del ricoverato. La comunicazione avviene tramite il Prefetto.

Cosa sono i consultori familiari?

Sono servizi socio-sanitari territoriali che tutelano la salute fisica e psichica della donna, del bambino, della coppia e della famiglia. Tutti i servizi del consultorio sono gratuiti e vi si accede per appuntamento. Il servizio è aperto anche agli stranieri.

Nel consultorio familiare operano figure professionali sia con competenze psicologiche e sociali - psicologi, assistenti sociali, sociologi, mediatori culturali - sia con competenze sanitarie - pediatri, ginecologi, ostetriche, infermieri, assistenti sanitarie.

Ci si può rivolgere al consultorio familiare per i seguenti servizi:

• consulenze e visite sulla contraccezione;

• essere seguite durante la gravidanza;

• corsi di preparazione alla nascita;

• consulenze, visite e certificati per l’interruzione volontaria della gravidanza;

• controlli ginecologici periodici;

• prevenzione dei tumori femminili;

• consulenza e assistenza durante la menopausa;

• assistenza pediatrica;

• vaccinazioni obbligatorie (e raccomandate);

• consulenze su problemi sociali e psicologici.

Dove si trova l’indirizzo dei Consultori familiari?

Sull’elenco telefonico, alla voce «Aziende sanitarie locali» per quanto riguarda i Consultori pubblici e alla voce «Consultori» per quelli non pubblici.

Esistono altri servizi socio-sanitari territoriali?

Si, le Unità territoriali di riabilitazione (UTR) e i Centri di igiene mentale (CIM).

Quando e quali vaccinazioni sono obbligatorie?

Per i bambini in Italia sono obbligatorie le vaccinazioni contro il tetano, la difterite, la poliomelite, e l’epatite B. Sono invece consigliate, ma non obbligatorie, le vaccinazioni contro il morbillo, la pertosse e, solo per le bambine, contro la rosolia. Per gli adulti sono consigliate le vaccinazioni contro il tetano e l’epatite virale di tipo B.

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Le vaccinazioni obbligatorie sono gratuite?

Si.

Dove mi può essere richiesto il certificato delle vaccinazioni?

• All’iscrizione nella scuola primaria;

• all’iscrizione nella scuola materna;

• all’iscrizione nel nido d’infanzia;

• all’iscrizione nei soggiorni estivi, per svolgere attività sportiva agonistica, ecc.

Chi può iscriversi volontariamente al Servizio Sanitario Nazionale?

I cittadini stranieri per i quali non è obbligatoria l’iscrizione al SSN, devono comunque assicurarsi contro il rischio di malattie, infortunio e maternità.

Possono adempiere a questo obbligo:

• mediante la stipulazione di una polizza assicurativa con un istituto assicurativo italiano o straniero, valida sul territorio nazionale;

• mediante l’iscrizione volontaria al SSN dietro pagamento di un contributo annuo minimo in rapporto al reddito dichiarato.

Hanno diritto all’iscrizione volontaria al SSN (pagando un contributo annuale):

• studenti;

• persone alla pari ai sensi dell’Accordo europeo di Strasburgo del 24 novembre 1969 (ratificato con legge 18 maggio 1973 n. 304);

• religiosi;

• titolari di permesso per residenza elettiva che non svolgono alcuna attività lavorativa;

• stranieri accreditati in Italia e che lavorano in Ambasciata;

• altre categorie che possono essere individuate, per esclusione, fra coloro che non hanno diritto all’iscrizione obbligatoria.

Quali sono i documenti da presentare per iscriversi volontariamente al Servizio Sanitario Nazionale?

• Permesso di soggiorno valido; se il permesso di soggiorno è in fase di rinnovo, si può presentare il permesso scaduto insieme alla ricevuta di richiesta del rinnovo (rilasciata dalla Questura oppure dalle Poste).

• certificazione di residenza (o dichiarazione di effettiva dimora come da permesso di soggiorno);

• Codice Fiscale;

• ricevuta del bollettino di pagamento.

Dovranno produrre una certificazione ulteriore:

• gli studenti (autocertificazione d’iscrizione al corso di studio);

• gli stranieri collocati alla pari (dichiarazione di status di straniero collocato alla pari).

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Ho diritti se non ho un permesso di soggiorno valido?

Ai cittadini stranieri non in regola con le norme relative all’ingresso e/o al soggiorno perché sprovvisti di permesso di soggiorno o con permesso di soggiorno scaduto da oltre 60 giorni, sono assicurate presso le strutture pubbliche ed accreditate, le cure ambulatoriali ed

ospedaliere urgenti ed essenziali per malattia ed infortunio e gli interventi di medicina preventiva a salvaguardia della salute individuale e collettiva.

Questi ultimi includono:

• gli interventi per la tutela sociale della gravidanza e della maternità;

• le vaccinazioni;

• gli interventi di profilassi internazionale;

• la profilassi, la diagnosi e la cura delle malattie infettive;

• le attività finalizzate alla tutela della salute mentale.

Straniero Temporaneamente Presente (STP)

Ai cittadini stranieri presenti irregolarmente viene assegnato un codice di identificazione, chiamato STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per 6 mesi e rinnovabile.

L’accesso alle strutture sanitarie da parte del cittadino straniero irregolarmente presente in Italia non comporta la segnalazione alle autorità di polizia, tranne nei casi in cui la denuncia sia obbligatoria per legge.

Posso accedere a prestazioni sanitarie se non ho danaro per pagare il ticket?

Se il cittadino straniero non dispone di sufficiente danaro, pagherà solo una parte del ticket (quota di partecipazione).

Il cittadino straniero totalmente sprovvisto di danaro (situazione di indigenza) può essere esonerato dal pagamento della quota di partecipazione al ticket, sottoscrivendo la

“dichiarazione di indigenza”, valida 6 mesi.

A quali prestazioni ho diritto, anche se non ho danaro per pagare il ticket?

Così come è previsto per i cittadini italiani, anche lo straniero presente irregolarmente in condizione di indigenza è esonerato dal pagamento del ticket in questi casi:

• prestazioni sanitarie di primo livello;

• urgenze;

• stato di gravidanza;

• patologie esenti;

• in ragione dell’età o di gravi stati invalidanti.

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RELAZIONE SULLA RIDUZIONE DELLE DISUGUAGLIANZE SANITARIE NELL'UE

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(2010/2089(INI))

Proposta di risoluzione del parlamento europeo sulla riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE

Il Parlamento europeo,

- visti gli articoli 168 e 184 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, - visto l'articolo 2 del trattato sull'Unione europea,

- visto l'articolo 35 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,

- visto l'articolo 23 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, relativo al principio della parità tra uomini e donne in tutti i campi,

- vista la comunicazione della Commissione dal titolo "Solidarietà in materia di salute:

riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE" (COM(2009)0567),

- vista la decisione n. 1350/2007/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007, che istituisce un secondo programma d'azione comunitaria in materia di salute (2008-2013)6 ,

- vista la decisione 2010/48/CE del Consiglio, del 26 novembre 2009, relativa alla conclusione, da parte della Comunità europea, della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità7,

- visto il parere del Comitato per la protezione sociale in merito alla "Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE",

- viste le conclusioni del Consiglio dell'8 giugno 2010 in tema di "Equità e salute in tutte le politiche: solidarietà in materia di salute",

- vista la relazione sulla seconda valutazione congiunta del Comitato per la protezione sociale e della Commissione sull'impatto sociale della crisi economica e sulle risposte politiche,

- viste le conclusioni del Consiglio sui valori e i principi comuni dei sistemi sanitari dell'Unione europea (2006/C 146/01),

- vista la risoluzione del Consiglio del 20 novembre 2008 relativa alla salute e al benessere dei giovani,

- vista la relazione finale della commissione dell'OMS sui determinanti sociali della salute, del 2008,

- visto il parere del Comitato delle regioni in merito alla "Solidarietà in materia di salute:

riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE",

- viste la sua risoluzione del 1° febbraio 2007 intitolata "Promuovere le diete sane e l'attività fisica: una dimensione europea nella prevenzione di sovrappeso, obesità e malattie

5 Parlamento Europeo – Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare.

Relatore: Edite Estrada

6 GU L 301 del 20.11.2007, pag. 3.

7 GU L 23 del 27.1.2010, pag. 35.

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croniche"8 e la sua risoluzione del 25 settembre 2008 sul Libro bianco concernente gli aspetti sanitari connessi all'alimentazione, al sovrappeso e all'obesità9,

- vista la sua risoluzione del 9 ottobre 2008 sul Libro bianco "Un impegno comune per la salute: approccio strategico dell'UE per il periodo 2008-2013"10,

- visto l'articolo 48 del suo regolamento,

- vista la relazione della commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e i pareri della commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori e della commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere (A6- 0032/2011),

A. considerando che l'universalità l'accesso a cure di qualità elevata, l'equità e la solidarietà sono valori e principi comuni sui quali poggiano i sistemi sanitari degli Stati membri dell'UE,

B. considerando che, mentre le persone vivono in media più a lungo e in condizioni di salute migliori rispetto alle generazioni precedenti, l'Unione europea deve affrontare – in un contesto di invecchiamento della popolazione – una sfida importante, segnatamente le ampie e crescenti disparità esistenti in materia di salute fisica e mentale fra gli Stati membri e al loro interno,

C. considerando che la differenza di speranza di vita alla nascita tra la categoria socioeconomica più bassa e quella più elevata è di dieci anni per gli uomini e di sei per le donne,

D. considerando che la dimensione di genere sotto il profilo della speranza di vita è un altro importante aspetto da considerare nel contesto delle disuguaglianze sanitarie,

E. considerando che, oltre che da fattori genetici, la salute è influenzata soprattutto dallo stile di vita che le persone conducono e dal loro accesso ai servizi sanitari, comprese l'informazione e l'educazione sanitaria, la prevenzione delle malattie e le cure prestate per patologie a breve e a lungo termine; che i gruppi socioeconomici più sfavoriti sono maggiormente esposti ad un'alimentazione scorretta e alla dipendenza da tabacco e alcool, tutti fattori che contribuiscono in modo decisivo all'insorgenza di numerose malattie e patologie, compresi il cancro e le malattie cardiovascolari,

F. considerando che in tutti gli Stati membri sono state riscontrate disuguaglianze sanitarie fra persone appartenenti ai gruppi più favoriti e a quelli meno favoriti in termini di istruzione, classe professionale e reddito,

G. considerando che nei tassi di malnutrizione si ravvisano indizi di una dimensione di genere, dai quali risulterebbe che le donne sono più colpite da questo problema e che la disparità è ancor più marcata verso il livello inferiore della scala socioeconomica,

H. considerando che le disuguaglianze legate al genere e all'età nella ricerca biomedica, come pure la sottorappresentazione delle donne nella sperimentazione clinica, sono pregiudizievoli per la cura dei pazienti,

I. considerando che la misurazione comparativa delle disuguaglianze in materia di salute è un primo passo fondamentale per un'azione efficace,

J. considerando che i tassi di morbilità sono generalmente più elevati nei gruppi caratterizzati da un basso livello d'istruzione, occupazione e reddito, e che si riscontrano differenze sostanziali anche per quanto riguarda la prevalenza delle forme più specifiche di disabilità e di malattie croniche non trasmissibili, patologie orali e forme di infermità mentale,

8 Testi approvati, P6_TA(2007)0019.

9 Testi approvati, P6_TA(2008)0461.

10 GU C 9 E del 15.1.2010, pag. 56.

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K. considerando che l'incidenza del consumo di tabacco tra le donne, in particolare le giovani donne, sta rapidamente aumentando con effetti devastanti per il loro stato di salute futuro;

che il fumo, nel caso delle donne, è aggravato da molteplici svantaggi,

L. considerando che la Commissione europea ha rilevato l'esistenza di un gradiente sociale in campo sanitario in tutti gli Stati membri dell'Unione europea (comunicazione della Commissione del 20 ottobre 2010 dal titolo "Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE", e che l'Organizzazione mondiale della sanità definisce tale gradiente sociale come il legame tra le disuguaglianze socioeconomiche e le disuguaglianze in materia di salute e di accesso ai servizi di assistenza sanitaria,

M. considerando che numerosi studi e ricerche hanno confermato che l'insorgenza di condizioni di sovrappeso e obesità, in particolare, è caratterizzata da iniziali disparità collegate all'ambiente socioeconomico, e che i tassi di incidenza maggiore di sovrappeso e obesità si registrano nei gruppi appartenenti ai livelli socioeconomici inferiori; che questa situazione potrebbe determinare disuguaglianze sanitarie e socioeconomiche ancora maggiori, a causa dell'aumento del rischio di patologie collegate all'obesità,

N. considerando che, nonostante i progressi socioeconomici e ambientali che nel lungo termine hanno determinato un miglioramento complessivo dello stato di salute delle popolazioni, vi è un certo numero di fattori, quali le condizioni igieniche, abitative e lavorative, la malnutrizione, l'istruzione, il reddito, il consumo d'alcool e il tabagismo, che continuano a incidere direttamente sulle disuguaglianze sanitarie,

O. considerando che ci si attende che il cambiamento climatico produca una serie di potenziali effetti sulla salute, sia per l'aumento di eventi climatici estremi, quali ondate di calore e alluvioni, sia per le nuove modalità delle malattie infettive nonché per la maggiore esposizione ai raggi ultravioletti; che non tutti gli Stati dell'UE sono egualmente preparati ad affrontare queste sfide,

P. considerando che le disuguaglianze sanitarie sono il risultato non soltanto di una moltitudine di fattori economici, ambientali e connessi alle scelte di vita, ma anche di problemi relativi all'accesso ai servizi di assistenza sanitaria,

Q. considerando che le disuguaglianze sanitarie sono anche legate a difficolt di accesso ai servizi di assistenza sanitaria, sia per ragioni economiche (non tanto per le terapie più impegnative, gestite correttamente dagli Stati membri, quanto per le cure ordinarie, quali quelle dentistiche e oculistiche), sia per ragioni di cattiva ripartizione delle risorse mediche in alcune zone dell'UE,

R. considerando che la carenza di professionisti del settore medico in determinate parti dell'Unione, unitamente alla facilit con cui essi possono spostarsi in altre zone dell'UE, rappresenta un problema concreto; che tale situazione comporta profonde disuguaglianze in termini di accesso all'assistenza sanitaria e di sicurezza per i pazienti,

S. considerando che chi vive nelle regioni periferiche e insulari continua ad avere un accesso limitato a un'assistenza sanitaria tempestiva e di qualità elevata,

T. considerando che i pazienti che soffrono di malattie o patologie croniche formano un gruppo specifico che subisce disparità nell'accesso alla diagnosi, alle cure e ai servizi sociali e di sostegno di altra natura, come pure svantaggi tra cui figurano problemi finanziari, difficoltà nell'accesso al lavoro, discriminazione e riprovazione sociale,

U. considerando che la violenza contro le donne è un fenomeno diffuso in tutti i paesi e in tutte le classi sociali con conseguenze drammatiche sulla salute fisica ed emotiva delle donne e dei bambini,

V. considerando che l'infertilità è una patologia riconosciuta dall'Organizzazione mondiale della sanità che ha una particolare incidenza sulla salute delle donne, e che, secondo l'indagine National Awareness Survey svolta nel Regno Unito, il 94% delle donne affette da infertilità soffre anche di forme di depressione,

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W. considerando che esistono ampie disparità tra gli Stati membri in materia di accesso ai trattamenti per la fertilità

X. considerando che, secondo l'ufficio statistico dell'UE Eurostat, il tasso di disoccupazione nell'UE a 27 ha raggiunto il 9,6% nel settembre 2010, e che il comitato per la protezione sociale del Consiglio dell'Unione europea, in un parere del 20 maggio 2010, ha espresso il timore che l'attuale crisi economica e finanziaria possa incidere negativamente sull'accesso delle persone ai servizi di assistenza sanitaria e sugli stanziamenti destinati alla sanità negli Stati membri,

Y. considerando che l'attuale crisi economica e finanziaria può avere conseguenze gravi sul settore sanitario in numerosi Stati membri dell'Unione europea, sia in termini di offerta che di domanda,

Z. considerando che le restrizioni causate dalla crisi economica e finanziaria attuale, associate alle conseguenze della futura sfida demografica che l'Unione dovrà affrontare, potrebbero pregiudicare gravemente la sostenibilità sul piano finanziario e organizzativo dei sistemi sanitari degli Stati membri, impedendo così la parità di accesso alle cure sul loro territorio,

AA. considerando che la combinazione tra la povertà e altri fattori di vulnerabilità come l'infanzia o la vecchiaia, la disabilità o l'appartenenza a una minoranza, aumenta ulteriormente il rischio di disuguaglianze sanitarie e che, viceversa, cattive condizioni di salute possono portare alla povertà e/o all'esclusione sociale,

BB. considerando che i primi anni di vita producono effetti permanenti su numerosi aspetti della salute e del benessere, a partire dall'obesità le malattie cardiache, la salute mentale, fino all'istruzione, il successo professionale, la condizione economica e la qualità della vita, CC. considerando che le disuguaglianze sanitarie presentano implicazioni economiche

significative per l'UE e gli Stati membri; che le perdite correlate a tali disuguaglianze hanno un costo che, secondo le stime, è pari circa all'1,4% del PIL,

DD. considerando che in numerosi Stati dell'UE non è garantita, né nella pratica né nella normativa, la parità di accesso all'assistenza sanitaria per i migranti sprovvisti di documenti,

EE. considerando che negli Stati membri si verificano tuttora casi di persone appartenenti a vari gruppi sociali (ad esempio le persone con disabilità che incontrano ostacoli all'ammissione su base paritaria alle strutture sanitarie, il che limita il loro accesso ai servizi in questione,

FF. considerando che, stante l'invecchiamento delle popolazioni, gli Stati membri devono affrontare problemi di dipendenza e di crescente fabbisogno di assistenza e cure geriatriche; che è quindi necessario modificare l'approccio all'organizzazione dell'assistenza sanitaria; che le disparità legate all'accesso all'assistenza sanitaria per gli anziani sono in aumento,

1. valuta positivamente i suggerimenti formulati dalla Commissione nella comunicazione dal titolo "Solidarietà in materia di salute: riduzione delle disuguaglianze sanitarie nell'UE", ovvero: 1) far rientrare una distribuzione più equa della salute tra i nostri obiettivi generali di sviluppo sociale ed economico; 2) migliorare la base di conoscenze e di dati, come pure i meccanismi per misurare, controllare, valutare e comunicare le informazioni; 3) accrescere l'impegno della società per la riduzione delle disuguaglianze in materia di salute; 4) soddisfare i bisogni dei gruppi vulnerabili e 5) sviluppare il contributo delle politiche dell'UE alla riduzione delle disuguaglianze sanitarie;

2. sottolinea l'importanza di assicurare che i servizi sanitari siano forniti in maniera coerente con i diritti fondamentali; segnala la necessità di mantenere e migliorare l'accesso universale ai sistemi di assistenza sanitaria e a cure accessibili sotto il profilo economico;

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3. segnala l'importanza di migliorare l'accesso alla prevenzione delle malattie, alla promozione della salute e ai servizi sanitari primari e specialistici, come pure di ridurre le disuguaglianze fra i vari gruppi sociali e di età e sottolinea che questi obiettivi potrebbero essere conseguiti ottimizzando la spesa pubblica destinata all'assistenza sanitaria preventiva e curativa e ai programmi concepiti espressamente per i gruppi vulnerabili;

4. invita la Commissione e gli Stati membri a proseguire con solerzia gli sforzi per risolvere le disuguaglianze socioeconomiche, il che permetterebbe in prospettiva di risolvere alcune delle disuguaglianze in materia di assistenza sanitaria; invita inoltre la Commissione e gli Stati membri, sulla base dei valori universali della dignità umana, della libertà dell'uguaglianza e della solidarietà a concentrarsi sulle esigenze dei gruppi vulnerabili, tra cui i migranti svantaggiati, le persone appartenenti a minoranze etniche, i bambini e gli adolescenti, le persone con disabilità– prestando particolare attenzione all'infermità mentale –, i pazienti cui sono state diagnosticate malattie o patologie croniche, gli anziani, quanti vivono in povertà e quanti sono affetti da alcoolismo e da tossicodipendenza;

5. invita gli Stati membri ad assicurare che i gruppi più vulnerabili, compresi i migranti sprovvisti di documenti, abbiano diritto e possano di fatto beneficiare della parità di accesso al sistema sanitario; invita altresì gli Stati membri a valutare la fattibilità di soluzioni volte a sostenere l'assistenza sanitaria per i migranti irregolari, elaborando sulla base di principi comuni una definizione degli elementi di base dell'assistenza sanitaria quale definita nelle relative normative nazionali;

6. invita gli Stati membri a considerare le specifiche esigenze di tutela della salute delle donne immigrate, con particolare riferimento alla garanzia dell'offerta, da parte delle strutture sanitarie, degli opportuni servizi di mediazione linguistica; segnala che in tali strutture devono essere svolte iniziative di formazione che consentano a medici e altri operatori di adottare un approccio interculturale, basato sul riconoscimento e sul rispetto della diversità e delle sensibilità di persone provenienti da regioni geografiche differenti;

osserva che vanno inoltre privilegiate le misure e le campagne di informazione contro la mutilazione genitale femminile, prevedendo rigorose sanzioni nei confronti di quanti la praticano;

7. invita l'Unione europea e gli Stati membri a trovare rapidamente soluzioni per lottare contro le discriminazioni su base etnica, particolarmente in taluni Stati membri in cui la direttiva 2000/43/CE del Consiglio non è applicata e in cui le donne appartenenti a minoranze etniche dispongono di una protezione sociale scarsa, se non nulla, o di un accesso ai servizi sanitari molto limitato, se non inesistente;

8. invita gli Stati membri a promuovere l'accesso a informazioni e consulenze legali di elevata qualità di concerto con le organizzazioni della società civile, onde aiutare i semplici e comuni cittadini, compresi i migranti sprovvisti di documenti, a conoscere meglio i propri diritti individuali;

9. sottolinea che la crisi economica e finanziaria e le misure di austerità adottate dagli Stati membri, in particolare sotto il profilo dell'offerta, possono portare a una riduzione del livello di finanziamento destinato alla sanità pubblica, alla promozione della salute, alla prevenzione delle malattie e all'assistenza a lungo termine, a seguito di tagli di bilancio e di riduzioni del gettito fiscale, mentre la richiesta di servizi sanitari e di assistenza a lungo termine può aumentare come risultato di una combinazione di fattori che concorrono al deterioramento dello stato di salute della popolazione in generale;

10. sottolinea che le disuguaglianze sanitarie nell'Unione europea rappresentano un onere sostanziale per gli Stati membri e per i loro sistemi sanitari e che il buon funzionamento del mercato interno, come pure politiche pubbliche forti e possibilmente coordinate in materia di prevenzione, possono contribuire ad apportare miglioramenti in quest'ambito;

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11. sottolinea che la lotta a fattori socioeconomici quali l'obesità e il fumo, l'accessibilità dei sistemi sanitari (minacciata dal mancato rimborso delle spese afferenti a cure e medicinali, dall'inadeguatezza della prevenzione e dalla frammentazione della demografia medica) e l'efficacia della diagnosi devono essere considerate aspetti chiave delle misure volte a contrastare le diseguaglianze sanitarie e che inoltre l'accessibilità anche dal punto di vista economico, dei trattamenti farmaceutici deve anch'essa essere considerata un aspetto essenziale della salute delle singole persone; invita pertanto gli Stati membri a garantire che la direttiva riguardante la trasparenza (89/105/CEE) sia attuata correttamente e che venga dato un seguito adeguato alle conclusioni della comunicazione della Commissione del 2008 in merito all'indagine nel settore farmaceutico;

12. sottolinea che l'assistenza sanitaria non è e non dovrebbe essere considerata come un bene o un servizio generale;

13. invita il Consiglio e gli Stati membri a valutare ed attuare nuove misure che consentano di migliorare l'efficacia della spesa pubblica destinata al settore sanitario, in particolare investendo nella prevenzione sanitaria in modo da ridurre i costi a lungo termine e gli oneri sociali futuri, e di ristrutturare i sistemi di assistenza sanitaria onde offrire un accesso paritario a un'assistenza sanitaria di qualità elevata (con particolare riferimento alle prestazioni di base) e priva di discriminazioni in tutta l'UE; incoraggia la Commissione a studiare l'utilizzo dei Fondi europei esistenti per favorire ulteriormente gli investimenti in infrastrutture sanitarie, ricerca e formazione e per promuovere e potenziare la prevenzione delle malattie;

14. invita la Commissione e gli Stati membri a provvedere a che la parità di accesso all'assistenza sanitaria e le opzioni terapeutiche per i pazienti più anziani trovino spazio nelle politiche e nei programmi in ambito sanitario e a fare dell'accesso adeguato ad assistenza e terapie sanitarie per gli anziani la priorità dell'Anno europeo dell'invecchiamento attivo e della solidarietà intergenerazionale nel 2012; invita gli Stati membri a promuovere iniziative volte ad affrontare l'isolamento sociale dei pazienti anziani, considerando l'effetto significativo che esso produce sulla salute e lungo termine dei pazienti; sottolinea la necessità che l'Unione europea e i suoi Stati membri prevedano, attraverso un'adeguata strategia a lungo termine, l'impatto sociale ed economico dell'invecchiamento della popolazione europea, onde garantire la sostenibilità finanziaria e organizzativa dei sistemi di assistenza sanitaria, nonché un'erogazione uniforme e continuativa dei servizi di assistenza ai pazienti;

15. invita gli Stati membri a migliorare le proprie capacità di monitorare attentamente, a livello nazionale, regionale e locale, le ripercussioni sanitarie e sociali della crisi;

16. invita la Commissione a promuovere la condivisione delle esperienze in materia di educazione sanitaria, promozione di uno stile di vita sano, prevenzione, diagnosi precoce e terapie adeguate, con particolare riferimento al consumo di alcolici e tabacco, all'alimentazione e all'obesità nonché al consumo di stupefacenti; invita gli Stati membri a promuovere l'attività fisica, la buona alimentazione e i programmi a favore della salute nelle scuole mirati ai bambini, in particolare nelle zone più svantaggiate, nonché a migliorare il livello dell'istruzione personale, sociale e sanitaria allo scopo di incoraggiare un comportamento più sano e improntato a uno stile di vita positivo;

17. incoraggia tutti gli Stati membri a investire nelle infrastrutture dei servizi sociali, educativi, ambientali e sanitari, in linea con il principio della "salute in tutte le politiche", e a coordinare nel contempo azioni concernenti le qualifiche, la formazione e la mobilità dei professionisti del settore sanitario, garantendo così la capacità e la sostenibilità delle infrastrutture sanitarie e del relativo personale sia a livello dell'UE che a livello nazionale;

18. sottolinea che le disuguaglianze sanitarie nell'Unione non potranno essere superate senza una strategia comune e globale per gli operatori sanitari europei, ivi comprese politiche

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