Caleidoscopio
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Gaetano Giglio Emilia Aprea Anna Romano
Il Sistema Qualità nel Laboratorio di Analisi
Direttore Responsabile Sergio Rassu
I t a l i a n o
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Il Sistema Qualità nel Laboratorio di Analisi
Direttore Responsabile Sergio Rassu
I t a l i a n o
Caleidoscopio
Gaetano Giglio Emilia Aprea Anna Romano
Laboratorio Tossicologia e RIA ASL Napoli 4
S. Anastasia (Napoli)
I N F O R M A Z I O N I G E N E R A L I . C a l e i d o s c o p i o pubblica lavori di carattere monografico a scopo didattico su temi di Medicina. La rivista segue i requisiti consigliati dall’International Committee of Medical Journal Editors. Gli Autori vengono invitati dal Direttore Responsabile. La rivista pubblica anche monografie libere, proposte direttamente dagli Autori, redatte secondo le regole della Collana.
T E S T O . La monografia deve essere articolata in paragrafi snelli, di rapida consultazione, completi e chiari. I contenuti riportati devono essere stati sufficientemente confermati. E’ opportuno evitare di riportare proprie opinioni dando un quadro limitato delle problematiche. La lunghezza del testo può variare dalle 60 alle 70 cartelle dattiloscritte. Si prega di dattilografare su una sola facciata del foglio formato A4 con margini di almeno 25 mm.
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F RONTESPIZIO . Deve riportare il nome e cognome dell’Autore(i) -non più di cinque- il titolo del volume, conciso ma informativo, la Clinica o Istituto cui dovrebbe essere attribuito il lavoro, l’indirizzo, il nome e l’indirizzo dell’Autore (compreso telefono, fax ed indirizzo di E-mail) responsabile della corrispondenza.
B IBLIOGRAFIA . Deve essere scritta su fogli a parte secondo ordine alfabetico seguendo le abbreviazioni per le Riviste dell’Index Medicus e lo stile illustrato negli esempi:
1) Björklund B., Björklund V.: Proliferation marker concept with TPS as a model. A preliminary report. J. Nucl.
Med. Allied. Sci 1990 Oct-Dec, VOL: 34 (4 Suppl), P: 203.
2 Jeffcoate S.L. e Hutchinson J.S.M. (Eds): The Endocrine Hypothalamus. London. Academic Press, 1978.
Le citazioni bibliografiche vanno individuate nel testo, nelle tabelle e nelle legende con numeri arabi tra parentesi.
La Redazione è collegata on-line con le più importanti Banche Dati (Medline, Cancerlit, AIDS etc) e fornisce ogni eventuale assistenza agli Autori.
T ABELLE E FIGURE . Si consiglia una ricca documentazione iconografica (in bianco e nero eccetto casi particolare da concordare). Figure e tabelle devono essere numerate consecutivamente (secondo l’ordine di citazione nel testo) e separatamente; sul retro delle figure deve essere indicato l’orientamento, il nome dell’Autore ed il numero. Le figure realizzate professionalmente; è inaccettabile la riproduzione di caratteri scritti a mano libera. Lettere, numeri e simboli dovrebbero essere chiari ovunque e di dimensioni tali che, se ridotti, risultino ancora leggibili. Le fotografie devono essere stampe lucide, di buona qualità. Gli Autori sono responsabili di quanto riportato nel lavoro e dell’autorizzazione alla pubblicazione di figure o altro. Titoli e spiegazioni dettagliate appartengono alle legende, non alle figure stesse.
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U N I T À D I M I S U R A . Per le unità di misura utilizzare il sistema metrico decimale o loro multipli e nei termini dell’International system of units (SI).
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Dopo la valutazione espressa dal Direttore Responsabile, la decisione sulla eventuale accettazione del lavoro sarà tempestivamente comunicata all’Autore. Il Direttore responsabile deciderà sul tempo della pubblicazione e conserverà il diritto usuale di modificare lo stile del contributo; più importanti modifiche verranno eventualmente fatte in accordo con l’Autore. I manoscritti e le fotografie se non pubblicati non si restituiscono.
L’Autore riceverà le bozze di stampa per la correzione e sarà Sua cura restituirle al Direttore Responsabile entro cinque giorni, dopo averne fatto fotocopia. Le spese di stampa, ristampa e distribuzione sono a totale carico della Medical Systems che provvederà a spedire all’Autore cinquanta copie della monografia. Inoltre l’Autore avrà l’opportunità di presentare la monografia nella propria città o in altra sede nel corso di una serata speciale.
L’Autore della monografia cede tutti i pieni ed esclusivi diritti sulla Sua opera, così come previsti dagli artt. 12 e segg. capo III sez. I L. 22/4/1941 N. 633, alla Rivista C a l e i d o s c o p i o rinunciando agli stessi diritti d’autore (ed acconsentendone il trasferimento ex art. 132 L. 633/41).
Tutta la corrispondenza deve essere indirizzata al Direttore Responsabile al seguente indirizzo:
Dott. Sergio Rassu
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Editoriale
L a cultura della Qualità di un servizio o di un prodotto risale al pri- mo dopoguerra ed è nata in ambiente industriale. Successivamente questo interesse si è esteso anche all’assitenza sanitaria ed è diven- tato talmente rilevante che nel 1993 l’Organizzazione Mondiale della Sanità stabilì che: “entro l’anno duemila in tutti gli stati membri dovrebbero essere presenti strutture e processi diretti ad assicurare il miglioramento continuo della qualità dell’assistenza e lo sviluppo e l’uso appropriato di tecnologie sanitarie”.
In realtà questo processo, in Italia, sta avvenendo in modo lento visto che l’Università, che dovrebbe avere il compito del “pioniere” aprendo nuovi sentieri e fissando nuove frontiere, oltre a formare la dirigenza sanitaria, con colpevole ritardo, non ha ancora inserito nel programma di formazione que- sta metodologia. Pertanto, spesso, tutto viene lasciato all’iniziativa personale o locale con un comprensibile ritardo culturale e di programmazione che si traduce immediatamente in un g a p assistenziale rispetto ad altri Paesi che già hanno strutturalmente inserito questa metodologia nel loro patrimonio
“genetico”.
Anche il legislatore italiano, si è mosso con un certo ritardo, e solo nel Piano Sanitario Nazionale triennale per il 1998-2000 ha fissato tra gli stru- menti per la garanzia dei livelli di assistenza un programma nazionale per la Qualità. La preoccupazione del legislatore nell’introdurre questa metodolo- gia era soprattutto quella di evitare che il processo di aziendalizzazione del- le USL, il sistema di rimborso a tariffa e la creazione di un mercato in cui tut- ti entrano in concorrenza tra loro, potesse determinare uno scadimento della qualità delle prestazioni, per ridurre i costi delle prestazioni.
L’opera di diffusione di questi obiettivi e la sensibilizzazione della com-
ponente sanitaria non è stata capillare e se si esaminano molti degli Ospedali
italiani ci si rende conto di come molti ignorino il significato di questa termi- nologia e di questa cultura.
Lo scopo di questa monografia è quindi quello di contribuire alla diffu- sione di questa cultura ed il fatto che si parli del Sistema Qualità nel Labora- torio di Analisi non è un caso ma rispecchia il ruolo anticipatore che il Labo- ratorio Analisi ha rappresentato, rispetto ad altre realtà del mondo sanitario.
Convinti quindi dell’importanza di questo argomento e della necessità di un approccio pragmatico, che soltanto chi con questa metodologia lavora quotidianamente può trasmettere, pubblichiamo questa monografia. L a competenza degli Autori, sono certo, la renderà un riferimento utile per tutti coloro che intendono intraprendere le procedure per la creazione di un si- stema di Qualità nella propria Unità Operativa.
Il Dottor Gaetano Giglio, infatti, laureato in chimica è Direttore del Labo- ratorio di Tossicologia e Radioimmunologia dell’ASL Napoli 4. Inoltre, è re- sponsabile dell’Ufficio Qualità della stessa ASL ed ha la qualifica di “Verifi- catore Interno dei Sistemi Qualità nel Servizio Sanitario Nazionale” e di
“Chimico Europeo” (qualifica rilasciata dal Consiglio per la Chimica delle Comunità Europee).
La D.ssa Emilia Aprea, dirigente biologa, lavora da anni nel Laboratorio suddetto, interessandosi di Immunometria; da tempo approfondisce le pro- blematiche relative alle Verifiche Ispettive Interne dei Sistemi Qualità.
La D.ssa Anna Romano, laureata in chimica, si occupa di reazioni immunologiche, con traccianti isotopici e non-isotopici ed ha sviluppato anche Lei competenze specifiche sul tema della Qualità nel Laboratorio di Analisi.
Sergio Rassu
Prefazione
“Il dibattito sulla qualità dell’assistenza sanitaria deve viaggiare alto, in una prospettiva europea e deve essere agganciato alle realtà locali”.
L’importanza di un tale assunto trova la sua origine nelle Direttive del- l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che già da anni sono emana- te per la realizzazione di una migliore funzionalità dei servizi nell’ambito dell’assistenza sanitaria.
In ordine di tempo, l’ultimo documento internazionale che pone la “qua- lità” in azione e rappresenta un punto strategico di riferimento in campo sa- nitario è “La Carta di Lubiana: l’assistenza sanitaria sulla via delle rifor- me” del 19 giugno 1996 a cura dell’OMS – Ufficio Regionale per l’Europa.
In tale documento sono definiti “ … i principi fondamentali che sono parte integrante degli attuali Sistemi Sanitari Europei, che possano migliorare l’assisten - za sanitaria.
Questa Carta riguarda, quindi, le riforme sanitarie nello specifico contesto euro - peo ed è centrata sul principio che l’assistenza sanitaria dovrebbe portare in primis una migliore salute e qualità della vita ai cittadini”.
Ma l’aspetto più cogente per la problematica qui affrontata è rappresen- tato senz’altro dal punto 5.4, che testualmente recita:
“ … Attenti alla qualità: ogni riforma sanitaria deve avere come suo obiettivo principale – ed includere una strategia per – il miglioramento continuo della quali - tà dell’assistenza sanitaria che viene fornita, incluso un buon equilibrio fra l’efficacia e i costi”.
Ecco che, pertanto, bisogna andare verso una strategia che contenga un sistema di garanzie, attuato con gli strumenti a tutt’oggi disponibili.
Occorre, evidentemente, riferirsi a modelli internazionalmente accettati per soddisfare l’esigenza di Assicurazione Qualità di un prodotto e/o servi- zio ed uniformarsi a quelli che sono i parametri applicati negli altri paesi eu- ropei.
Sul significato di “qualità” (sostantivo portato ai massimi livelli di inte- resse anche fra i non “addetti ai lavori”) esiste tuttora una carenza di infor- mazioni ed una serie di perplessità che investono sia le aziende che i clienti.
E’, quindi, strategicamente necessario approfondire tale concetto e cerca- re già di diversificare a monte la qualità del sistema e la qualità del prodotto/ser - vizio.
La prima si occupa della gestione della ottimizzazione dei processi in
ogni settore aziendale, mentre la seconda comporta la verifica della corretta
corrispondenza del prodotto/servizio nei confronti di parametri misurabili.
Sotto il profilo gestionale, quindi, il “controllo di qualità del servizio”
può essere definito come uno degli strumenti per il “controllo di qualità del sistema”.
Il sistema, invece, comprende tutte quelle azioni che portano l’azienda a garantire il mantenimento della qualità dichiarata.
Ne deriva, quindi, la necessità di verificare l’affidabilità delle potenzialità aziendali e l’utilizzo di sistemi organizzativi monitorati.
L’introduzione in Italia, con iniziativa legislativa (D.L. 502/92 e 517/93), di nuovi indirizzi sulla gestione della salute pubblica e sulla centralità del cittadino – paziente, sta determinando una svolta tra i cittadini – utenti e le strutture che erogano i servizi sanitari.
La “qualità” per queste strutture è stata, sino ad oggi, per lo più ricercata nell’utilizzo di metodologie e strumenti sempre migliori ed in un buon rap- porto con il paziente.
Il settore sanitario sta vivendo oggi, però, un momento di cambiamento di portata più organizzativa che scientifica.
I concetti di efficienza, economicità, affidabilità e, soprattutto, efficacia sono quelli più usati e sono finalizzati a far sì che i risultati della propria atti- vità:
• siano validi
• vengano ben utilizzati
• diano piena soddisfazione alle aspettative.
Tutte le componenti del vasto SISTEMA QUALITA’ devono essere fra lo- ro interconnesse e devono, dunque, sviluppare una catena di “Qualità”.
Quando si parla di Sistema Qualità e/o Assicurazione Qualità, il riferi- mento è costituito dalla norma ISO serie 9000, che, ormai accettata in tutto il mondo, riguarda sia attività di ricerca e sviluppo che produzione e commer- cializzazione di prodotti e servizi.
Le norme ISO 9000 forniscono una serie di prescrizioni generali, finaliz- zate a che ogni struttura organizzativa sia in grado di mantenere (sia in caso di prodotto che di servizio) lo stesso livello di caratteristiche e di prestazioni stabilito e promesso al cliente.
Forse più che in ogni altro tipo di azienda, quindi, nel S.S.N. l’applicazio- ne delle norme suddette rappresenta lo strumento ottimale di autovalutazione e di autoverifica, volto alla ricerca della migliore organizzazione per offrire il migliore servizio ai pazienti - clienti.
Il Laboratorio di analisi è, senz’altro, una di quelle Unità Operative cui meglio si applica l’implementazione di un Sistema Qualità con risultati im- mediatamente concreti nella gestione dello stesso e nella sensibilizzazione del personale in esso operante.
Appare indiscutibile che il coinvolgimento in prima persona degli opera-
tori che, quotidianamente, esplicano le loro attività sul campo rappresenta
un ottimo viatico per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Le linee – guida dettate dalle norme rappresentano il modello cui atte- nersi; ma la modulazione di tutte le procedure, sia gestionali che tecniche eseguite nella struttura, portano alla personalizzazione più completa del si- stema Qualità.
Si giungerà, infine, al concetto che tutte le attività e le risorse aziendali possono essere raggruppate e messe in sequenza a formare dei processi (troughput), che trasformino qualcosa in ingresso (input) in un risultato vo- luto (output).
In questo modo tale Sistema non rappresenta più per la struttura “un li-
bro dei sogni”, ma il tessuto connettivo su cui si costruisce la vita quotidiana
di lavoro.
Evoluzione del concetto di Qualità nel Laboratorio di Analisi
Significato e implicazioni
Per comprendere appieno l’evoluzione del concetto di “Qualità” nel La- boratorio di Analisi, è opportuno un breve excursus su tale concetto in cam- po industriale.
Già nel 1924 il Prof. W.A. Shewart, in un gruppo di lavoro che due colos- si aziendali dell’epoca (Western Electrics e Bell Telephone Laboratories) ave- vano formato per studiare i problemi di difettosità dei loro prodotti, svilup- pò la “Carta di Controllo”; successivamente per parlare di Qualità Totale (TQC: Total Quality Control) basta riferirsi al 1950.
Spesso il primo riferimento è alla realtà industriale giapponese che ha di fatto esportato, oltre ai tanti prodotti, anche questo rivoluzionario criterio di avvicinamento alla gestione aziendale.
Dal Giappone l’interesse per queste problematiche si è allargato all’Occi- dente ed è stato oggetto di studi e di approfondimenti di studiosi e manager.
La nuova realtà della cultura manageriale giapponese sorse sulle macerie del II° Conflitto Mondiale e con la collaborazione di due consulenti america- ni del Controllo – Qualità: W.E. Deming e J.M. Juran.
Ed è proprio riferendosi a questi due studiosi della “Qualità” che si rie- scono a percorrere le varie tappe di “avvicinamento” ai concetti attuali, espressi nelle norme internazionali ISO, concetti che, poi, in particolare ver- ranno applicati al Laboratorio di Analisi.
Il percorso di evoluzione della ricerca della qualità (Tabella 1) evidenzia la variazione di interesse per le problematiche interne al Laboratorio di Analisi:
• fase pre-analitica, analitica e post-analitica.
Modelli di riferimento del “Sistema Qualità”
Il processo evolutivo del Controllo Qualità nel Laboratorio di Analisi ha comportato in ogni nazione l’emanazione di Linee - Guida inerenti il con- trollo di qualità e la qualità del processo globale nel Laboratorio di Analisi.
L’uniformità di ogni Laboratorio, quindi, può essere riferita a norme dif- ferenti, a secondo del modello di riferimento preso in considerazione.
E’ ovvio che i parametri dettati da tali modelli contengono molti elementi di comparazione.
Si elencano qui i modelli di riferimento più importanti:
Periodo Strumento Applicabilità in Campo di
Gestionale Laboratorio interesse
Introduzione del
TQC Controllo di Qualità
Anni ‘60 (Total Quality (controllo Prodotto/Servizio Control) dell’accuratezza e
precisione del dato analitico) Ampliamento del Controllo di Qualità dalla
Anni ‘70 QA fase analitica alle fasi Processo
(Quality pre-analitica e post-
Assurance) analitica
Adeguatezza del Introduzione del prodotto/servizio concetto di Servizio e del alla soddisfazione
Anni TQM suo Grado di Conformità del
80’-90’ (Total Quality ai requisiti di cliente/paziente e Management) soddisfazione degli Miglioramento
utenti Continuo della
(livello qualitativo della Qualità (MCQ) prestazione in toto)
Tabella 1. Evoluzione della ricerca della qualità nel laboratorio di analisi.
C.P.A.:
Clinical Pathology Accreditation (modello inglese)
• 44 capitoli
• aspetti salienti:
• organizzazione e amministrazione
• personale e direzione
• spazi e attrezzature
• politiche e procedure
• aggiornamento del personale
• valutazione
• …
C.L.I.A.:
Clinical Laboratory Imprvemnt Amendments (modello statunitense)
• Linee - guida
• aspetti salienti:
• personale
• controllo di qualità
• ispezioni
• assicurazione qualità
• …
G.B.E.A.:
Guide de Bonne Execution des Analyses (modello francese)
• 6 capitoli
• aspetti salienti:
• responsabilità del personale
• esecuzione delle analisi
• regole di funzionamento dei laboratori
• conservazione degli archivi
• …
C.C.K.L.:
Coordinating Commitee for the Promotion of Quality Control of Laboratory of Research and Testing Pertaining to the Health Care
Sector (modello olandese)
• 15 capitoli
• aspetti salienti:
• obiettivi e politica della qualità
• personale e organizzazione
• procedure e regole di lavoro
• campi di attività del laboratorio
• trattamento e analisi dei campioni
• mantenimento del Sistema Qualità
C.F.L.A.M.:
Critères de Fonctionnement des Laboratoires de Analyses Medicales
(modello svizzero)
• 9 capitoli
• aspetti salienti:
• direzione e risorse umane
• strutture e mezzi di produzione
• manuale della qualità
• assicurazione qualità
E C 4:
European Communities Confederation of Clinical Chemistry (modello europeo)
• 11 capitoli
• aspetti salienti:
• politica e strategie per la qualità
• personale
• organizzazione e management
• fase preanalitica
• fase analitica
• fase postanalitica
Norme serie I.S.O.:
(International Organisation for Standardisation) (valido in tutto il mondo)
• Numero di capitoli a secondo della norma presa in considerazione
• aspetti salienti:
• direzione e risorse umane
• strutture e mezzi di produzione
• assicurazione e manuale della qualità
• valutazione dei fornitori e approvvigionamento
• obiettivi e politica della qualità
• vari parametri comuni agli altri modelli …
D.P.R. 14 gennaio 1997
“Approvazione dell’atto di indirizzo … omissis … in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie
da parte delle strutture pubbliche e private”
• 1 allegato
• aspetti salienti:
• requisiti minimi organizzativi generali
• struttura organizzativa
• gestione delle risorse umane
• linee guida e regolamenti interni
• risorse tecnologiche
demanda alle Regioni la determinazione degli standards di qualità Ed in Italia:
V.R.Q.:
Verifica e revisione della Qualità (Società Italiana fondata nel 1984)
• Linee guida e aspetti salienti:
• Direttore del Laboratorio
• strutture e formazione
• procedure gestionali e diagnostiche
• diritti e soddisfazione dell’utente
• valutazione e miglioramento
Le ragioni di una scelta
Alla luce di quanto espresso precedentemente, appare indiscutibilmente necessario per l’azienda – laboratorio realizzare ed implementare un Sistema Qualità, conformandosi, pertanto, a parametri espliciti relativi al controllo – qualità aziendale.
La conoscenza di quanto affermato nel paragrafo precedente consentireb- be di rivolgersi a vari modelli di riferimento, che dettano standards di quali- tà in campo aziendale.
E’, quindi, logico operare una scelta per il Sistema Qualità e riferire l’uni- formità della struttura considerata ad un modello conosciuto.
La serie delle norme che costituiscono attualmente il riferimento più utile alla “Qualità” ed all’istituzione di un Sistema di Qualità nel Laboratorio di Analisi sono quelle della serie ISO.
Le motivazioni di tale scelta possono essere così brevemente schematiz- zate:
1. le norme ISO sono riconosciute a livello internazionale e non sono riferite a standards nazionali, che risentono senza alcun dubbio della diversità dei Sistemi Sanitari implicati
2. la realizzazione e la implementazione di un Sistema Qualità in confor- mità alle norme ISO rappresenta un momento propedeutico al rag- giungimento successivo della “Certificazione e/o Accreditamento” del la- boratorio.
Pur non essendo questa la sede opportuna per un approfondimento su
tali norme, appare senz’altro utile un breve approccio all’elenco ed al signi-
ficato delle stesse.
ISO
International Organization for Standardization 90 Enti di Normazione
UNI Ente Nazionale
Italiano di Unificazione
CEN
Comité Européen de Normalization
Austria-Belgio-Danimarca-Finlandia-Fran- cia-Germania-Grecia-Irlanda-Islanda-Italia- Lussemburgo-Norvegia-Paesi Bassi-Porto- gallo-Regno Unito-Spagna-Svezia-SvizzeraLe Norme ISO nel Laboratorio
Concetti base e definizioni
L’International Organisation for Standardisation (ISO) ha emesso sin dal 1987 una famiglia di standard (norme), che definiscono le prescrizioni da adottare in azienda per realizzare un Sistema di Qualità: si tratta, appunto, della famiglia di standard ISO.
Tali norme sono state recepite a livello europeo e prendono la denomina- zione CEN (Comité Européen de Normalisation) ISO e successivamente anche in Italia divenendo UNI ( Ente Nazionale Italiano di Unificazione) CEN ISO.
Al di là della pressione esterna, l’uniformità alle suddette norme compor- ta un miglioramento interno di organizzazione lavorativa: un sistema qualità ben definito ed attuato può aumentare la produttività e ridurre i costi asso- ciati all’inefficienza.
Un aspetto importante a questo punto della discussione è cercare di ben comprendere la differenza esistente tra norme obbligatorie o cogenti e nor- me volontarie.
Le norme ISO, norme volontarie, contengono prescrizioni di tipo organiz- zativo e non includono in nessun caso aspetti “specifici” legati all’attività svolta.
Esse non sono, pertanto, delle prescrizioni che dicono in che modo svol- gere una certa attività, ma invitano alla realizzazione di un quadro organiz- zativo generale che permetta di utilizzare meglio le tecnologie e le risorse di- sponibili.
Nella tabella 2 viene schematizzata la decodifica delle norme in esame, come accennato precedentemente.
Tabella 2. Schematizzazione della decodifica delle norme.
Norme Internazionali: ISO
Norme ISO Europee: CEN ISO
Norme CEN ISO Italiane: UNI CEN ISO
Con l’introduzione alla conoscenza delle norme ISO, è possibile a questo punto riferire anche la terminologia utilizzata nell’ambito dei Sistemi Quali- tà a tali standard internazionali.
La norma di riferimento per le definizioni è la ISO 8402 – 1995:
• … la Qualità è l’insieme delle proprietà e delle caratteristiche di un prodotto o di un servizio, che conferiscono ad esso la capacità di soddisfare le esigenze espresse o implicite di un cliente …
• … l’ Assicurazione Qualità è l’insieme delle azioni pianificate e sistematiche, necessarie a dare adeguata confidenza che un prodotto o servizio soddisfi de - terminati requisiti di qualità …
• … il Sistema Qualità è l’insieme della struttura organizzativa, delle respon - sabilità, delle procedure, dei procedimenti e delle risorse, messi in atto per la conduzione aziendale, per la qualità …
Le norme della serie ISO 9000 hanno 2 ruoli principali:
• gestione della qualità: esse forniscono un modello alle aziende forni- trici di prodotti/servizi che intendano attuare sistemi di qualità effica- ci nelle proprie organizzazioni o migliorare il proprio sistema qualità esistente;
• garanzia di assicurazione qualità: esse forniscono anche requisiti ge-
nerici a fronte dei quali un cliente può valutare l’adeguatezza del si-
stema di qualità dell’azienda.
La normativa di riferimento
La serie di norme che costituiscono attualmente il riferimento alla qualità aziendale è composta dai seguenti documenti normativi:
• ISO 8402 (UNI EN 28402)
• ISO 9000 (UNI EN 29000)
• ISO 9001 (UNI EN 29001)
• ISO 9002 (UNI EN 29002)
• ISO 9003 (UNI EN 29003)
• ISO 9004 (UNI EN 29004)
In essi si trovano sia i concetti principali sulla qualità (UNI EN 28402 - UNI EN 29000) sia la norma di conduzione aziendale per la qualità utilizzati ai fini interni (UNI EN 29004) sia le norme di assicurazione o garanzia della qualità rivolta all’esterno (UNI EN 29001, UNI EN 29002, UNI EN 29003) in rapporto al contenuto contrattuale esistente tra fornitore e committente.
E’ opportuno chiarire da subito che normazione e certificazione del siste- ma organizzativo aziendale per la qualità non è sinonimo di ‘standardizza- zione” delle realtà organizzative né delle realtà contrattuali.
Dobbiamo superare l’approccio tecnico - ingegneristico della normazione delle viti o dei bulloni per passare ad un approccio culturale di definizione e misurazione oggettiva di sistemi organizzativi per la qualità.
Molto spesso sorge spontanea la domanda:
“Quale è la norma più importante?”.
“La UNI EN 29001, la UNI EN 29002 o la UNI EN 29003?”.
La scelta della norma di riferimento è dipendente solo ed esclusivamente dai contenuti contrattuali prevalenti di cui il fornitore si deve rendere garan- te nei confronti del committente e delle capacità organizzative e funzionali del fornitore necessarie a tale garanzia.
UNI EN 29001
La UNI EN 29001 può essere utilizzata quando l’assicurazione della qua- lità deve essere applicata nel corso di diverse fasi che comprendono:
• la progettazione/sviluppo sistematico, non occasionale;
• la produzione/fabbricazione;
• l’installazione;
• l’assistenza post-vendita
per le quali il fornitore assicura la definizione, le metodologie, le tecnolo- gie, il controllo e se ne assume la responsabilità.
UNI EN 29002
La UNI EN 29002 può essere utilizzata quando l’assicurazione di qualità
deve essere applicata alle fasi di:
• produzione/fabbricazione;
• installazione;
di cui il fornitore assicura la metodologia, la definizione, la tecnologia e il controllo e se ne assume la responsabilità.
UNI EN 29003
La UNI EN 29003 può essere utilizzata quando l’assicurazione di qualità deve essere applicata alla fase di controllo e collaudo finale di cui il fornitore assicura l’esecuzione e la documentazione assumendosene la responsabilità.
UNI EN 29004
Tale norma riguarda la conduzione aziendale, in particolare con l’istitu- zione di un manuale della Qualità.
Risulta opportuno sottolineare che le prime tre norme sono considerate
“ad uso esterno”, nel senso che hanno valenza nei confronti di utenti esterni come: enti certificatori, clienti, verificatori di sistema aziendale, ecc…; men- tre la quarta rappresenta uno strumento interno per valutare appieno e sod- disfacentemente l’assicurazione di qualità aziendale.
Si ricorda, in conclusione, che soltanto un corretto approccio di conoscen- za della problematica relativa alle norme consente di affrontare con cogni- zione di causa il problema della istituzione di un Sistema di Qualità nel Ser- vizio Sanitario Nazionale.
Infatti, in questo contesto appare naturale e positiva la definizione e l’ap- plicazione di Sistemi Qualità negli Ospedali, nei Laboratori di Analisi e, più in generale, nei vari Reparti o servizi specializzati del mondo sanitario.
Ciascuna struttura può essere vista al tempo stesso come integrata nel siste- ma sanitario oppure come autonoma, in quanto azienda fornitrice di un ser- vizio ad altri Enti/utenti a valle e a sua volta acquirente di servizi da organiz- zazioni che si trovano a monte nella catena delle attività sanitarie interessate.
Il Laboratorio di Analisi Cliniche, per esempio, può essere considerato un’azienda di servizi che ha, come clienti, sia i reparti ospedalieri, i medici di base e gli enti esterni, sia, indirettamente, ma sostanzialmente, i pazienti.
La realizzazione di un Sistema Qualità dà una dimostrazione del livello qualitativo raggiunto ed è garanzia per il cliente – paziente.
Ricordando la definizione di “Qualità” secondo la norma ISO 8402 espressa precedentemente, appare evidente che nell’ambito del S.S.N., parti- colarmente in quello pubblico, ogni Dipartimento, Divisione, Distretto Terri- toriale, Consultorio, Unità Operativa, ecc… di una ASL fornisce un servizio che, come tale, deve soddisfare un cliente (leggi paziente) in relazione alle sue esigenze dichiarate.
Si comprende, quindi ben facilmente, come la problematica della Qualità,
sino a qualche anno fa completamente messa in disparte, assuma un valore
esiziale in questo periodo, ancorché la struttura pubblica risulta, almeno da un punto di vista normativo, competitiva con la struttura privata.
I concetti fin qui espressi, dunque, devono diventare patrimonio generale di tutti gli operatori, al fine di implementare nel lavoro quotidiano i criteri di miglioramento continuo della qualità per una Sanità più aderente alle esi- genze attuali.
In Italia, a differenza dei paesi di cultura anglosassone, i problemi relativi alla qualità delle prestazioni e ai risultati ottenuti nel contesto del S.S.N. so- no solo da poco tempo all’attenzione di tutti.
Esistono di fatto due approcci nell’approntare la discussione:
1) Qualità Totale (Total Quality Management) sviluppata in un contesto squisitamente manageriale;
2) Assicurazione della Qualità (Quality Assurance) da intendersi come ap- proccio tipico della componente professionale che tende a migliorare la qua- lità con la coordinazione di attività di valutazione degli interventi sanitari e successive attività di revisione degli stessi.
Essendo l’obiettivo fondamentale il miglioramento della qualità per en- trambi, si può sostenere che tra i due approcci non devono esistere differen- ze sostanziali ma essere complementari ed integrati tra loro.
La “Qualità Totale” si propone di migliorare il “prodotto/servizio” attra- verso un miglioramento continuo dell’ “organizzazione” per gestire le attivi- tà di progettazione e realizzazione.
La ”Assicurazione della qualità” si propone di migliorare la qualità del
“prodotto/servizio” sia in termini di quantità di salute aggiunta, sia rispetto alla modalità con cui il risultato viene conseguito.
Pertanto, visto che la “Qualità Totale” copre i problemi organizzativi e l’ “Assicurazione della qualità” considera, principalmente, il coinvolgimento di competenze specifiche degli operatori interessati a elevare la qualità delle loro prestazioni, pare sensato proporre l’adozione di entrambi i sistemi, cia- scuno collocato al giusto livello nella struttura sanitaria.
Tale approccio è esaltato nel Laboratorio di Analisi, il cui servizio risulta la sommatoria di:
• contenuto tecnologico
• contenuto di servizio
• contenuto relazionale
e, quindi, viene richiesta in esso la capacità di gestire “un processo com-
plesso”.
Certificazione e Accreditamento
E’ stato precedentemente affermato che la uniformità alle norme, siano esse volontarie che cogenti, rappresenta, senza alcun dubbio, un utile “stru- mento di autovalutazione” del processo aziendale della Struttura che la ap- plica.
Pertanto, a questo punto del ragionamento, risulta indispensabile appro- fondire la diversità delle varie metodologie e /o strumenti di valutazione della “Qualità” e di diversificare, a monte, la qualità del sistema e la qualità del prodotto/servizio.
La Certificazione secondo le norme ISO 9000 è l’atto attraverso il quale una Terza Parte Indipendente riconosce che un prodotto, un processo, un servizio è conforme alle norme.
Un Ente esterno riconosciuto, dunque, garantisce che il Sistema Qualità dell’azienda soddisfi le richieste ed i parametri dettati dalle norme IS0 e successivamente verifica che tale Sistema venga applicato e, nel tempo, mantenuto.
L’attestazione di conformità, in sostanza, garantisce la capacità dei pro- cessi di soddisfare i requisiti contrattuali del cliente e del Sistema di mante- nere la conformità alla norma.
La Certificazione è, pertanto, lo strumento che la Comunità Europea si è dato a difesa dell’utente che potrà, così, avere la garanzia di trovare nella
“Organizzazione Certificata” un livello di Qualità globale adeguato ai suoi bisogni. Quindi, nel caso del Laboratorio di Analisi la certificazione riguar- da la conformità del modello organizzativo di gestione messo in atto per la garanzia della qualità.
Relativamente alle norme ISO la certificazione del Laboratorio è riferita alla norma ISO 9002, come è già avvenuto in importanti Laboratori Pubblici del S.S.N.:
• Laboratorio Centralizzato – A. Ospedaliera Policlinico S. Orsola – Bologna
• Servizio di Anatomia Patologica e Citodiagnostica – Arcispedale S.
Maria Nuova – Reggio Emilia
Infatti, la struttura non fornisce “progettazione e sviluppo”, come recitato nel modello della ISO 9001.
Si tratta di una implementazione del Sistema Qualità, che garantisce la qualità del modello gestionale applicato, ma, anche, il mantenimento e la continuità di questa situazione.
Tale realizzazione di sistema gestionale viene verificata da Enti Terzi, che
alla fine della loro verifica attestano che il Laboratorio è conforme alle norme
suddette.
La certificazione, peraltro, è una “etichetta” che va naturalmente costan- temente controllata nel tempo ed ha una validità temporale ben definita (3 anni).
Nella figura 1 viene schematizzato un diagramma di flusso per l’iter di certificazione; mentre nella figura 2 viene descritto il Cerchio della Qualità o Ruota di Deming (P . D . C A .) che indica il percorso da seguire per realizzare correttamente un Sistema Qualità in un’azienda:
• P: Plan = Pianificare
Si tratta di individuare il problema, cioè raccogliere dati per conoscerlo me- glio, per definire gli obiettivi ed individuare i contorni del problema stesso.
A questo punto si passa ad un’ipotesi di soluzione che avrà bisogno di essere convalidata dalla esperienza
(per il Laboratorio: verifica delle risorse e progetto del Sistema Qualità)
• D: Do = Eseguire
In questo momento si formalizza la pianificazione del progetto, implican- do tutte le persone interessate al problema, e si implementa il Sistema Qualità (per il Laboratorio: formalizzazione della documentazione della Qualità ed implementazione/applicazione di quanto previsto dal Sistema Qualità)
• C: Chek = Controllare
Questa fase è di confronto tra quanto progettualizzato e quanto provato dall’esperienza applicativa del processo di qualità
(per il Laboratorio: a) verifica del raggiungimento dell’obiettivo prefissato b) verifica del non raggiungimento dell’obiettivo prefissato)
• A: Act = Attuare
L’ultima fase del “Cerchio della Qualità” si diversifica a secondo del risul- tato ottenuto nel momento del chek.
Figura 1. Iter di Certificazione.
Azienda Ente
Certificatore
P
REDISPOSIZIONE DELMANUALE DELLAQUALITÀESAMEDEL MANUALEDELLA
QUALITÀ
VISITA VALUTATIVA
RILASCIO CERTIFICAZIONE P
REDISPOSIZIONEVISITA