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View of In attesa della conferenza internazionale COP21 di Parigi

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Academic year: 2021

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5 Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater (2015)

editorial message

Questo numero di Acque Sotterranee esce in un momento singolare, ci siamo infatti appena lasciati alle spalle -oserei dire- il grandioso convegno di AQUA2015, che forse possiamo ritenere l’evento più importante che ci sia mai stato per l’idrogeologia italiana e andiamo verso un appuntamento internazionale importantissimo, non solo per l’idrogeologia, ma anche per tante discipline ambientali, quale è la conferenza COP21 di Parigi.

Si potrebbe scrivere tantissimo su AQUA2015, ma lascio ai lettori la suspense di andare a leggere quello che è stato scritto nella rubrica “Notizie dalla IAH Italia”, dove, anche se in poco spazio, è stata fatta una perfetta sintesi dell’evento.

C’è molta attesa per COP21 di Parigi, che si svolgerà dal 30 novembre al 11 dicembre e che dovrà consegnare al mondo un nuovo accordo globale per contrastare i cambiamenti climatici e proporre strategie per il Pianeta, di adattamento e resilienza.

Che bella la parola “RESILIENZA”!

La resilienza è “la capacità di adattarsi agli stress e di resistere agli shock”, deriva dal latino resiliens, participio presente del verbo resilìre, che significa "rimbalzare".

Rappresenta di fatto la capacità di cavarsela e di non arrendersi, anche se le cose non vanno come avevamo sperato... è la capacità di saper immaginare (o simulare) un accadimento futuro, preparandosi e avendo sempre a disposizione il PIANO B. Non a caso quindi, in questo periodo in cui tutti percepiscono che il clima sta dav- vero mutando, questa parola va molto di moda... forse perché tutti, globalmente, abbiamo bisogno di sapere che esista il PIANO B.

Come affronto nella rubrica “Frontiere” di questo numero, uno degli aspetti più critici rispetto a cui si deb- ba pianificare una strategia di adattamento al cambiamento climatico, è quello connesso alle risorse idriche e alla loro futura disponibilità. Non io, ma eminenti studiosi del quadro geopolitico internazionale, affermano da tempo che i conflitti del futuro, saranno dovuti principalmente alla carenza d’acqua. Questo ovviamente è da scongiurare, ma la nostra disciplina, l’idrogeologia, rivestirà sempre maggiore importanza rispetto ai futuri equilibri internazionali, prima di tutto nelle regioni maggiormente aride, ma presto, probabilmente, anche in quelle temperate.

La speranza è che i grandi della Terra e gli esperti che si riuniranno, riescano a proporre soluzioni praticabili, concrete ed efficaci, e che abbiano una visione a “tutto tondo” dei numerosi aspetti e delle implicazioni del clima che cambia. Per concludere passatemi una riflessione un po’ da social network, ma che è sicuramente efficace e calzante; l’umanità investe annualmente miliardi in ricerca spaziale, per ricercare acqua in altri pianeti. Questo è un bene, per carità, ma allo steso tempo, l’umanità lamenta che ancora oggi non tutta la popolazione globale è dotata di infrastrutture primarie per l’approvvigionamento idropotabile, e alle porte del 2016 esistono ancora tanti esseri umani assetati.

Mi chiedo quindi: siamo davvero una forma di vita così intelligente?

Francesco La Vigna

Roma Capitale - Dipartimento Tutela Ambientale

Editoriale

In attesa della conferenza internazionale COP21 di Parigi

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