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RETI DI CALCOLATORI II

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Academic year: 2021

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(1)

RETI DI CALCOLATORI II

Facoltà di Ingegneria

Università degli Studi di Udine

Ing. DANIELE DE CANEVA

RETI DI CALCOLATORI II

Facoltà di Ingegneria

Università degli Studi di Udine

a.a. 2009/2010

(2)

ARG OM ENT I DELLA LEZIONE

IPv6

QoS

o MPLS o IntServ o RSVP o DiffServ

o Scheduling & Sorveglianza

o Flow Routing

(3)

IP

V

6 IPv6

Primi anni del 1990 IETF inizia lo sviluppo della versione successiva a IPv4

MOTIVAZIONI:

• esaurimento degli indirizzi

• cogliere l’opportunità per migliorare funzionalità

(4)

IP

V

6 ESAURIMENTO DEGLI INDIRIZZI

• IPv4 utilizza indirizzi a 32 bit quindi circa 4.3 miliardi di indirizzi

 indirizzi riservati: ricerca, broadcast, multi cast, privati e loopback

 nel 1996 esauriti il 100% A, 62% B, 37% C

 poco spazio per nuovi assegnamenti (1.3 miliardi

circa)

(5)

IP

V

6 ESAURIMENTO DEGLI INDIRIZZI

• problema è stato arginato con il NAT e DHCP

 NAT interrompe comunicazione end-to-end

• cellulari/pda

• Paesi emergenti

• elettronica pervasiva (auto, elettrodomestici, etc.)

La questione non è se ma quando!

Le previsioni dichiaravano un periodo che va dal 2008 al

2018

(6)

IP

V

6 PROGETTO IPng

Standardizzazione:

• nasce IPv5: subito dimenticato

• IPv6 definito in RFC 2460

Ci stiamo già muovendo:

• nel 2003 US DoD ha imposto compatibilità IPv6 a tutti i dispositivi delle sue reti

• 2008 US Gov: tutte le backbone delle sue agenzie in

IPv6

(7)

IP

V

6 IPv6

CARATTERISTICHE:

• indirizzamento a 128 bit

• indirizzi anycast

• header efficiente: header a dimensione fissa di 40 byte, eliminati alcuni campi di IPv4 o resi opzionali

• etichettatura e priorità di flusso: possibilità di etichettare un flusso

• sicurezza: caratteristiche di IPsec incluse in IPv6 come native e non accrocchio che c’era in IPv4

• mobilità: possibilità di roaming tra reti wireless senza

perdere la connessione

(8)

IP

V

6 IPv6

(9)

IP

V

6 IPv6

Modifiche di rilievo, i grandi esclusi:

• frammentazione: se pacchetto troppo grande per un certo link il router restituisce un messaggio ICMP

specifico

 in RFC 2463 viene definito ICMP per IPv6: prevista riorganizzazione dei messaggi presenti nella

versione precedente del protocollo e inglobate le funzionalità del protocollo IGMP

• checksum dell’intestazione: rimandato ai livelli superiori

 inoltre evita che come in IPv4 la checksum debba

essere ricalcolata ad ogni hop a causa del cambio

dell’header (campo TTL)

(10)

IP

V

6 IPv6

Modifiche di rilievo, i grandi esclusi:

• opzioni: opzionali, se presenti sono indicate come

intestazione successiva

(11)

IP

V

6 FORMATO DEGLI INDIRIZZI

xxxx: xxxx: xxxx: xxxx: xxxx: xxxx: xxxx: xxxx

• rimozione dei “leading zeros”

• possibilità di fare riassunto con :: per i campi interamente a zero

Esempi:

o 0:0:0:0:0:0:0:5 = ::5

o ABC:567:0:0:8888:9999:1111:0 = ABC:567::8888:9999:1111:0

o indirizzo non specificato = ::

(12)

IP

V

6 TIPOLOGIE DEGLI INDIRIZZI

Anycast: one-to-the-nearest, inviato all’interfaccia più vicina all’origine

• eliminato il broadcast IPv4 (ARP, DHCP)

• indistinguibile dall’unicast

• possibilità di avere più dispositivi con lo stesso indirizzo

 bene per gli scenari per bilanciamento del carico

NOTA: ancora sperimentali ed alcuni problemi sono già noti.

Per ora meglio non utilizzarli a livello di host ma solo per

router, mai come sorgente di pacchetto ma solo come

destinazione.

(13)

IP

V

6 TIPOLOGIE DEGLI INDIRIZZI

Multicast: iniziano per FF

• i successivi 4 bit definiscono il lifetime:

 0: permanente

 1: temporaneo

• i successivi 4 bit definiscono lo scope:

 1 nodo

 2 link

 5 sito

 8 organizzazione

 E globale

(14)

IP

V

6 TIPOLOGIE DEGLI INDIRIZZI

Unicast: definiti in RFC 4251

TIPI:

• globali

• riservati (1/256)

• privati

• loopback ::1

• non-specificato ::

 utilizzato quando il mittente non conosce il proprio

indirizzo

(15)

IP

V

6 INDIRIZZI PRIVATI

2 tipi:

• Site-local: da FEC:: a FFF::

o analoghi ai vecchi indirizzi privati o disaccoppiamento pubblico/privato

• Link-local: da FE8:: a FEB::

o nuovo concetto: valevoli solo all’interno della rete di livello 2, i router non li inoltrano

o utilizzo più comune per scoprire i vicini di livello 2 e per ottenere indirizzo pubblico

o uno per interfaccia

(16)

IP

V

6 INDIRIZZI GLOBALI

Formati da 2 componenti:

• Subnet ID:

 site prefix di 48 bit (registro + prefisso ISP + info di sito)

 subnet prefix di 16 bit

 stessa compagnia può gestire fino a 65,536 subnet

• Interface ID:

• tipicamente viene utilizzata la funzionalità EUI-64

Extended Unique Identifier 64

(17)

IP

V

6 INDIRIZZI GLOBALI

(18)

IP

V

6 EUI-64 Extended Unique Identifier 64

OUI del MAC nei primi 24 bit + (FF,FE) + 24 bit del NIC ID del

MAC

(19)

IP

V

6 ASSEGNAMENTO INDIRIZZI

METODI STATICI:

1. specificati a mano tutti i 128 bit

2. EUI-64: amministratore specifica solo Subnet ID, poi il

dispositivo fa il resto

(20)

IP

V

6 ASSEGNAMENTO INDIRIZZI

METODI DINAMICI:

1. DHCPv6

 update del precedente protocollo, simile ma presenta alcune differenze

 il processo inizia con invio di un DHCP solicit

message verso il server DHCPv6 con trasmissione multicast all’indirizzo ALL_DHCP_Agents e

utilizzando scope link-local affichè non venga inoltrato oltre il link locale

 NOTA: se il server DHCPv6 non è nel link un

“relay” (es. un router) può inoltrare la richiesta verso ALL_DHCP_Agents con scope site local

 configurazione statica per controllare quale

DHCPv6 server deve rispondere

(21)

IP

V

6 ASSEGNAMENTO INDIRIZZI

METODI DINAMICI:

2. STATELESS AUTOCONFIGURATION

 estensione del DHCPv6 che opera senza server

 pensato per cellulari, PDA, appliance e periferiche

 il client utilizza i messaggi RA per creare l’indirizzo autonomamente:

1. presi i primi 64 bit dell’indirizzo del router

2. EUI-64 per creare l’Interface ID

(22)

IP

V

6 ROUTING IPv6

Molti protocolli disponibili:

RIPng, OSPFv3, IS-IS per IPv6, MP-BGP4, EIGRP per IPv6, …

RIPng:

• basato su RIPv2 utilizza pacchetti e indirizzi IPv6

• updates inviati all’indirizzo multicast ALL_RIP (FF02::9)

su UDP porta 521

(23)

IP

V

6 DEPLOYMENT

DUAL STACKING

• router capace di gestire entrambi i protocolli

 indirizzi i protocolli IPv4 e IPv6

 in grado di distinguere tra i nodi v4 e v6

! deve intervenire router per scambio pacchetti tra host IPv4 e host IPv6, anche se sullo stesso

segmento

! passando attraverso IPv4 persi campi TUNNELING

• pacchetti IPv6 incapsulati dentro pacchetti IPv4

(24)

MPLS MPLS

Seconda metà anni 1990 sforzo industriale per migliorare il traferimento dei pacchetti IP

Obiettivo: adottare un’etichettatura a lunghezza fissa senza abbandonare l’architettura esistente

etichettatura selettiva, non come i VC

protocollo MPLS RFC 3031, 3032

(25)

MPLS MPLS

CARATTERISTICHE:

• intestazione aggiunta tra livello 2 e livello 3

 necessari apparati compatibili: “label switched router”

Data Link Layer Header

MPLS Header/s

Network Layer

Header Packet Data

Label (20 bit) Exp (3 bit) S (1 bit) TTL (8 bit)

(26)

MPLS MPLS

CARATTERISTICHE:

• FEC (Forwarding Equivalence Class) : destinazione e classe di servizio

 possibilità di raggruppare destinazioni diverse

 possibilità di associare più etichette alla stessa destinazione

• possibile utilizzo di stack MPLS

• possibile utilizzo con servizi differenziati e per creazione

VPN

(27)

MPLS CREAZIONE DELLE TABELLE DI INOLTRO

• approccio data-driven: il primo router attraversato dal

pacchetto contatta il router a valle e gli chiede di generare un’etichetta di flusso, poi si procede in modo ricorsivo

 tecnica spesso utilizzata con ATM

 necessità di evitare cicli: spesso utilizzata la tecnica dei

“fili colorati”

• approccio control-driven: tipicamente utilizzato per reti non ATM, ha molte varianti. All’accensione il router crea FEC per le destinazioni per le quali lui è router finale, assegna etichetta e la passa ai vicini.

 durante costruzione del percorso si possono riservare

risorse

(28)

INTSE RV

INTEGRATED SERVICES

Tecnologia sviluppata dal 1995 al 1997 rivolta ad applicazioni unicast e multicast

caratteristiche sulle quali si basa:

• risorse riservate: i router devono conoscere la quantità di risorse (buffer, larghezza banda) riservate alle sessioni in corso

• impostazione della chiamata: la sessione che richiede

risorse deve verificare che siano disponibili per mezzo

della call setup

(29)

INTSE RV

INTEGRATED SERVICES

Contenuto della chiamata:

• Rspec: definisce la specifica QoS richiesta

• Tspec: caratteristiche del traffico che il mittente intende inviare

 il formato cambia in funzione del servizio richiesto (RFC 2210, RFC 2215)

 necessario un protocollo specifico per la chiamata: RSVP

(RFC 2210)

(30)

INTSE RV

INTEGRATED SERVICES

2 principali classi di servizio:

• servizio garantito:

 definito in RFC 2212

 limiti ben precisi ai ritardi di coda che un pacchetto può subire nel router

• servizio controllato:

 definito in RFC 2211

 QoS che si avvicina molto a quella di un elemento di rete dedicato, pensata per applicazioni multimediali

o percentuale molto alta pck non scartata e ritardi

prossimi a zero (?!?)

(31)

RSVP RSVP (Resource reSerVation Protocol)

CARATTERISTICHE:

• protocollo di segnalazione per prenotazione delle risorse

 utilizzato anche per MPLS-TE

• il software RSVP deve essere implementato oltre che nei router anche negli end-node

• ideato per alberi multicast

 unicast come caso particolare

• orientato al ricevente: il nodo ricevente deve iniziare e mantenere la prenotazione delle risorse

 approccio soft state

 permette utenze eterogenee

(32)

RSVP RSVP (Resource reSerVation Protocol)

(33)

RSVP RSVP (Resource reSerVation Protocol)

CARATTERISTICHE:

• sessione RSVP: uno o più flussi multicast (es. audio e video) che presentano lo stesso indirizzo multicast

• solo segnalazione, non stabilisce come attuarla!

(34)

DIFFSERV

DIFFERENTIATED SERVICES

Critiche a IntServ:

• scala: presume che router conoscano lo stato di ogni flusso che li attraversa

 potenzialmente problematico nelle dorsali dove ci sono centinaia di migliaia di flussi

• modelli di servizio poco flessibili: contempla un numero

ristretto di classi di servizio

(35)

DIFFSERV

DIFFERENTIATED SERVICES

IETF ha sviluppato l’architettura DiffServ che non gestisce i flussi ma classi di servizio definibili dall’operatore

 definita in RFC 2475

 come consegna dei pacchi: priorità diverse a classi traffico diverse

 basata su 2 gruppi funzionali: funzioni periferiche e

funzioni centrali

(36)

DIFFSERV

DIFFERENTIATED SERVICES

FUNZIONI PERIFERICHE:

• classificazione pacchetti

• condizionamento traffico

FUNZIONI CENTRALI:

• inoltro dei pacchetti in base al “comportamento per hop” (PHB) associato alla classe

• coppie sorgente-destinazione non contemplate: i sono pacchetti trattati in base a marcatura

 scalabilità

(37)

DIFFSERV

DIFFERENTIATED SERVICES

• PHB definito come comportamento osservabile all’esterno

• ogni operatore può definire le classi di traffico

Attualmente lo standard definisce 2 tipologie di PHB:

• EE (Expedited forwarding):

2 classi:

 regolare

 accelerato: per piccola porzione del traffico, transita come se non ci fossero altri pacchetti nella rete

• AF (Assured Forwording): definisce 4 classi di traffico e ripartisce pacchetti su 3 code con priorità diversa nei casi di congestione e necessità di scarto dei pacchetti

 12 classi di servizio!

(38)

SCHED ULIN G

SCHEDULING

Tipicamente i pacchetti vengono gestiti in code che possono presentare diverse strategie di funzionamento

TIPOLOGIE:

• FIFO

 detta anche FCFS (First Come First Served)

 in caso di coda piena si applica la pck discard policy

in out

(39)

SCHED ULIN G

SCHEDULING

TIPOLOGIE:

• CODE CON PRIORITA’

 più code che differenziano il tipo di pacchetti

 non preemptive: la trasmissione di un non viene

interrotta al sopraggiungere di un pacchetto di priorità più alta

in out

queue #1

queue #2

(40)

SCHED ULIN G

SCHEDULING

TIPOLOGIE:

• ROUND ROBIN

 avvicendamento circolare tra le code

 modalità conservativa: quando una classe è vuota vengono gestite le altre senza attendere

out queue #1

queue #2

queue #3

queue #4

queue #5

(41)

SCHED ULIN G

SCHEDULING

TIPOLOGIE:

• WFQ (Weighted Fair Queuing)

 possibilità di garantire banda minima

out w1

w2

w3

w4

w5

(42)

SORVE GLIAN ZA

SORVEGLIANZA

CARATTERISTICHE DEL TRAFFICO:

• tasso medio

! importante definire il periodo utilizzato per la media:

100 pacchetti al secondo non è equivalente a 6000 pacchetti al minuto

• tasso di picco: media su un tempo molto breve

• dimensione burst

(43)

SORVE GLIAN ZA

LEAKY BUCKET

• algoritmo proposto da Turner nel 1986: sistema ad accodamento con singolo server a tempo di servizio costante

• trasforma un flusso irregolare in un flusso regolare

appianando i picchi

(44)

SORVE GLIAN ZA

LEAKY BUCKET

• direttamente implementabile in ATM dove le celle hanno dimensione fissa,

• applicazione con IP imponendo il numero di byte al secondo

• molto rigido imporre velocità fissa

algoritmo Token Bucket

(45)

SORVE GLIAN ZA

TOKEN BUCKET

• il secchio contiene dei token generati periodicamente

• per essere trasmesso un pacchetto deve catturare un token

 burst regolamentati: il numero massimo dei token è prestabilito

pck

(46)

SORVE GLIAN ZA

TOKEN BUCKET

• i pacchetti non vengono mai scartati

• esiste la variante in cui il token è associato ai byte da trasmettere

• C = capacità del secchio, p = frequenza di arrivo dei token, S = lunghezza del burst, M = velocità max di output

C + pS = MS → S = C/(M - p)

! problema: il token bucket non permette di regolare l’intensità dei picchi

soluzione: mettere a valle un leaky bucket con velocità

di output maggiore di p ma inferiore a M

(47)

FLOW ROU TING

QoS & FLOW ROUTING

Dr. Lawrence G. Roberts (DARPA)

• Draper Prize nel 2001 "for the development of the Internet“ assieme Leonard Kleinrock, Robert Kahn e Vinton Cerf

• Anagran Inc

(48)

FLOW ROU TING

(49)

FLOW ROU TING

QoS & FLOW ROUTING

IEEE SPECTRUM: A radical new router

http://spectrum.ieee.org/computing/networks/a-radical- new-router/

Flow routing resources:

http://www.packet.cc/

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