1. IL PROFILO DEL LAUREATO ERASMUS 1999
La popolazione complessiva osservata è quella dei 39.618 laureati – appartenenti alle 18 università che hanno aderito al Progetto ALMALAUREA prima del 1999 – che hanno compilato il questionario di rilevazione. Di questi laureati, 2.844 (il 7,2 per cento) hanno svolto un programma Erasmus di studio all’estero durante il loro percorso universitario; altri 145 laureati (lo 0,4 per cento) hanno svolto un programma di studio dell’Unione Europea diverso dall’Erasmus, 3.410 (l’8,6 per cento) hanno compiuto altre esperienze di studio all’estero e la grande maggioranza dei laureati (l’80,8 per cento) non ha compiuto esperienze di studio all’estero nel corso degli studi universitari. Questi ultimi tre collettivi (“altri programmi dell’Unione Europea”, “altre esperienze di studio all’estero” e “nessuna esperienza di studio all’estero”), che raccolgono complessivamente l’89,8 per cento dei laureati, formano l’insieme dei “non programma Erasmus” (Graf. 1.1).
Graf. 1.1 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS anno 1999 – composizione percentualealtri programmi UE 0,4%
programma Erasmus 7,2%
non indicato 3,0%
altre esperienze di studio all'estero 8,6%
nessuna esperienza di studio all’estero 80,8%
programma Erasmus
non programma Erasmus (totale: 89,8%) Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.1 Atenei, facoltà e gruppi di corsi di laurea
Gli atenei con la più alta percentuale di laureati Erasmus (superiore al 10 per cento) risultano Trento, Siena, Trieste e Venezia Architettura (IUAV); anche Firenze e il Politecnico di Torino superano il valore rilevato per il complesso degli Atenei (7,2 per cento), Bologna lo eguaglia, mentre tutte le altre università hanno
percentuali inferiori (Graf. 1.2 e Tav. 1.1). Naturalmente la partecipazione ai programmi Erasmus da parte degli studenti dei diversi atenei dipende anche dai diversi percorsi di studio attivati nelle rispettive sedi; pertanto occorre tenere in considerazione che ciascun ateneo ha attivato solo un certo numero di facoltà e nessuno di essi ha istituito tutte e 19 le facoltà presenti nel complesso delle 18 sedi universitarie coinvolte nell’indagine. Inoltre gli atenei sono assai eterogenei per dimensione: si passa dagli 8.955 laureati dell’università di Bologna ai soli 152 dell’università di Roma – Lumsa.
Graf. 1.2 – L
AUREATIE
RASMUS PER ATENEO anno 1999 – valori percentuali14,0%
12,9%
11,7%
10,6%
8,7%
8,3%
7,2%
6,6%
6,6%
6,3%
6,1%
6,0%
5,9%
4,4%
3,7%
3,4%
2,6%
2,5%
7,2%
0 20 40 60 80 100
TOTALE Piemonte Orientale Messina Molise Catania Chieti Parma Modena e Reggio Emilia Ferrara Torino Università Udine Roma - Lumsa Bologna Torino Politecnico Firenze Venezia Architettura (IUAV) Trieste Siena Trento
programma Erasmus non programma Erasmus non indicato
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Per quanto riguarda le facoltà, la Scuola superiore di lingue moderne, che ha laureati a Bologna e a Trieste, è di gran lunga quella con la più alta percentuale di laureati Erasmus (58,5 per cento); seguono Sociologia (presente solo a Trento) e Chimica industriale (presente solo a Bologna), due facoltà che hanno percentuali di laureati Erasmus relativamente elevate ma un numero complessivo di laureati ridotto. Fra le facoltà di grandi dimensioni, Lettere e filosofia (che risente della presenza dei laureati in lingue e letterature straniere) e Scienze politiche hanno la più alta percentuale di laureati Erasmus; Architettura ed
Economia si collocano su posizioni medio–alte; Ingegneria e Giurisprudenza occupano posizioni medio–basse; Scienze matematiche, fisiche e naturali e, in particolare, Medicina e chirurgia si caratterizzano per una ridotta presenza di laureati Erasmus (Graf. 1.3 e Tav. 1.2).
Graf. 1.3 – L
AUREATIE
RASMUS PER FACOLTÀ anno 1999 – valori percentuali58,5%
16,0%
13,1%
11,4%
10,7%
10,6%
8,8%
8,5%
8,1%
7,5%
6,2%
6,0%
5,5%
5,2%
3,5%
3,4%
3,0%
2,4%
2,3%
7,2%
0 20 40 60 80 100
TOTALE Psicologia Medicina e chirurgia Medicina veterinaria Farmacia Scienze matematiche, fisiche e naturali Scienze statistiche Giurisprudenza Scienze della formazione Ingegneria Economia Agraria Conservazione dei beni culturali Architettura Scienze politiche Lingue e letterature straniere Lettere e filosofia Chimica industriale Sociologia Scuola superiore di lingue moderne
programma Erasmus non programma Erasmus non indicato
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
In ogni caso l’analisi dei laureati Erasmus per facoltà risente delle diverse articolazioni dei corsi adottate negli atenei. Infatti in alcuni casi uno stesso corso di laurea, anziché essere collocato nella stessa facoltà in tutti gli atenei in cui è attivato, compare in facoltà differenti. Di particolare interesse per l’indagine sui laureati Erasmus è il caso del corso di lingue e letterature straniere.
Lingue e letterature straniere è presente come facoltà a Chieti, Udine e a Bologna (con 262 laureati in tutto, 28 dei quali sono laureati Erasmus); in altri 10 Atenei (Catania, Firenze, Messina, Parma, Piemonte Orientale, Roma – Lumsa, Siena, Torino Università, Trento e Trieste) – e nella stessa università di Bologna – lingue e letterature straniere è un corso di laurea appartenente a Lettere e filosofia o a Scienze della formazione (complessivamente con 1.554 laureati, di cui 350 Erasmus). In un’analisi effettuata esclusivamente per facoltà, questi 350 studenti
non sono individuabili, confondendosi con i laureati Erasmus degli altri corsi di Lettere e filosofia e di Scienze della formazione.
La classificazione per gruppo di corsi di laurea supera questo inconveniente:
i laureati di uno stesso corso di laurea sono collocati sempre in uno stesso gruppo anche nei casi in cui, a causa delle differenti articolazioni attuate dagli atenei, appartengono a facoltà diverse. Il gruppo linguistico, che comprende la Scuola superiore di Lingue moderne e i corsi di lingue e letterature straniere, ha la più forte presenza di laureati Erasmus (24,7 per cento), seguito dal gruppo politico–sociale (12 per cento); in fondo alla graduatoria, con percentuali inferiori al 5 per cento, si collocano i gruppi medico, geo–biologico, psicologico, insegnamento, chimico–
farmaceutico e scientifico (Graf. 1.4 e Tav. 1.3)(1).
Graf. 1.4 – L
AUREATIE
RASMUS PER GRUPPO DI CORSI DI LAUREA anno 1999 – valori percentuali24,7%
12,0%
8,8%
7,5%
6,4%
6,2%
5,8%
5,5%
4,7%
3,9%
3,3%
2,8%
2,7%
2,4%
7,2%
0 20 40 60 80 100
TOTALE medico geo-biologico psicologico insegnamento chimico-farmaceutico scientifico giuridico letterario ingegneria agrario economico-statistico architettura politico-sociale linguistico
programma Erasmus non programma Erasmus non indicato
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
(1) Dall’analisi per corso di laurea, non riportata per ragioni di spazio, emergono alcuni risultati interessanti; i più importanti sono i seguenti. La ridotta diffusione delle esperienze Erasmus caratterizza sia il corso di medicina e chirurgia (2,5 per cento) sia odontoiatria (1,8 per cento), l’altro corso della facoltà di Medicina e Chirurgia; a Farmacia, invece, chimica e tecnologia farmaceutiche (dove gli Erasmus sono il 5,8 per cento) si distingue dal corso di farmacia (solo l’1,6 per cento). Nel corso di scienze internazionali e diplomatiche (di Scienze politiche), che ha 79 laureati a Trieste, gli Erasmus sono il 44,4 per cento e a scienze della comunicazione, presente in 5 atenei nelle facoltà di Lettere e filosofia o Scienze della formazione, gli Erasmus sono il 18,8 per cento su un totale di 414 laureati. Dal lato opposto, fra i 383 laureati in scienze dell’informazione (corso di laurea di Scienze
1.2 Anagrafico
Le femmine rappresentano il 56 per cento della popolazione complessiva osservata; sono il 55,8 per cento fra i non Erasmus, appena un po’ di più (il 57 per cento) fra gli Erasmus. Considerando questa contenuta differenza e il fatto che il gruppo linguistico si caratterizza per un forte utilizzo del programma Erasmus e, nello stesso tempo, per la prevalenza numerica delle laureate, si può concludere che il genere non rappresenta un fattore di selezione per l’accesso a questo programma di studio (Graf. 1.5 e Tav. 1.4).
I laureati Erasmus sono più giovani di oltre un anno rispetto ai non Erasmus, anche se la loro età alla laurea (in media 26,3 anni) rimane in termini assoluti piuttosto elevata (Graf. 1.6 e Tav. 1.5). La differenza fra i due collettivi si associa alla migliore regolarità con cui i laureati Erasmus hanno concluso gli studi universitari (cfr. § 1.4).
Graf. 1.5 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER GENERE anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
43,0%
57,0%
maschi femmine
44,2%
55,8%
maschi femmine Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Graf. 1.6 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER ETÀ ALLA LAUREA anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
età media alla laurea: 26,3 anni
26,2%
44,2%
29,6%
meno di 25 anni 25-26 anni
27 anni e oltre età media alla laurea: 27,5 anni
18,0%
38,1%
43,9%
meno di 25 anni 25-26 anni 27 anni e oltre Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
L’analisi della residenza mette in evidenza una ridotta partecipazione ai programmi Erasmus da parte dei laureati provenienti dalle regioni dell’Italia meridionale, presenti fra i non Erasmus nella misura del 25,1 per cento e fra gli Erasmus nel 17,3 per cento dei casi (Graf. 1.7 e Tav. 1.6a); si tratta di un risultato associabile a quanto emerso dall’analisi per ateneo (§ 1.1). Si può rilevare anche che lo scarto fra Centro–Nord e Sud del Paese si manifesta sia fra i laureati che risiedono nella stessa regione della sede universitaria (Tav. 1.6b) sia fra quelli che risiedono in regioni diverse (Tav. 1.6c), ma i laureati meridionali hanno svolto l’Erasmus più frequentemente quando hanno studiato in università al di fuori della regione di residenza.
Graf. 1.7 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER RESIDENZA anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
61,7%
19,9%
17,3% 1,2%
Italia settentrionale Italia centrale
Italia meridionale e insulare estero
59,8%
14,6%
0,6%
25,1%
Italia settentrionale Italia centrale
Italia meridionale e insulare estero
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.3 Origine sociale
Le caratteristiche socio–economiche della famiglia di origine incidono sulla probabilità di svolgere un programma Erasmus.
Un titolo di studio dei genitori elevato corrisponde tendenzialmente a più agiate condizioni economiche della famiglia di origine e, nello stesso tempo, può incoraggiare l’instaurarsi di un atteggiamento particolarmente favorevole, all’interno del contesto familiare, nei confronti dello studio all’estero. Non stupisce pertanto la relazione che intercorre fra il titolo di studio dei genitori e la probabilità di svolgere l’Erasmus: il 17,3 per cento dei laureati Erasmus 1999 ha entrambi i genitori laureati, mentre fra i non Erasmus li ha solo l’8,6 per cento; all’opposto, i laureati i cui genitori hanno un grado di istruzione non superiore a quello della scuola media inferiore sono il 24,7 per cento fra quanti hanno svolto l’Erasmus e il 39 per cento fra quanti non l’hanno svolto (Graf. 1.8). Queste differenze
confermano i risultati di una recente indagine europea sulla situazione socio–
economica degli studenti Erasmus, dove viene messo in evidenza questo fattore di selezione(2). A ciò si aggiunge il fatto che i laureati – compresi coloro che non hanno compiuto esperienze di studio all’estero durante gli studi –rappresentano un collettivo di per sé già fortemente selezionato rispetto alla popolazione coetanea complessiva per quanto riguarda il grado di istruzione dei genitori(3).
Un elevato titolo di studio dei genitori comporta anche, per i figli che studiano all’università, una maggiore probabilità di compiere esperienze di studio all’estero al di fuori dei programmi dell’Unione Europea, ma in questo caso la relazione non è evidente come quella riscontrata per l’Erasmus (Tav. 1.7).
Graf. 1.8 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER TITOLO DI STUDIO DEI GENITORI anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
17,3%
21,1%
1,8%
24,7%
35,1%
entrambi con laurea uno solo con laurea scuola media superiore titoli inferiori o nessun titolo non indicato
8,6%
15,4%
1,8%
39,0%
35,2%
entrambi con laurea uno solo con laurea scuola media superiore titoli inferiori o nessun titolo non indicato
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Un’analoga situazione di selezione emerge dall’analisi dei laureati Erasmus e non Erasmus secondo l’ultima professione del padre (Graf. 1.9). Una professione di livello elevato (dirigente o quadro direttivo, libero professionista, imprenditore) tende a determinare, per il figlio che studia all’università, una maggiore probabilità di svolgere il programma Erasmus; l’opposto accade per i figli degli operai, che risultano sottorappresentati nel collettivo degli Erasmus. In questo caso i risultati ottenuti si discostano da quelli riportati nell’indagine europea, che, adottando comunque criteri di classificazione differenti da quelli utilizzati per questo Rapporto, non evidenzia differenze significative fra la popolazione Erasmus e il complesso degli studenti universitari dal punto di vista della condizione socio–
economica delle famiglie di origine(4).
In ogni caso l’ultima professione del padre, oltre a condizionare la possibilità di accedere alla mobilità Erasmus, favorisce anche la probabilità di compiere esperienze di studio all’estero al di fuori dei programmi dell’Unione Europea (Tav.
1.8).
(2) Cfr. Commissione delle Comunità Europee, 2000 e Finocchietti, 2000.
(3) CfrUniversità degli Studi di Bologna – Osservatorio Statistico, 1997 e 2000.
(4) Cfr. Commissione delle Comunità Europee, 2000 e Finocchietti, 2000.
Graf. 1.9 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER ULTIMA PROFESSIONE DEL PADRE anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
25,1%
13,7%
8,6% 4,3%
12,4%
27,2%
8,6%
dirigente o quadro direttivo libero professionista imprenditore impiegato o intermedio lavoratore in proprio
operaio, subalterno o assimilato
coadiuvante, lav. a domicilio o non indicato
18,2%
10,1%
16,3% 4,5%
16,5%
27,6%
6,8%
dirigente o quadro direttivo libero professionista imprenditore impiegato o intermedio lavoratore in proprio
operaio, subalterno o assimilato
coadiuvante, lav. a domicilio o non indicato Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Distinguendo i laureati secondo la classe sociale, nella cui definizione entrano in gioco – oltre all’ultima professione del padre – anche l’ultima professione della madre e il titolo di studio di entrambi i genitori, si ritrovano risultati analoghi ai precedenti: i laureati della classe borghese sono sovrarappresentati nel collettivo degli Erasmus, mentre la classe operaia è sottorappresentata (Graf.
1.10 e Tav. 1.9).
Graf. 1.10 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER CLASSE SOCIALE anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
49,7%
26,9%
6,9% 3,7%
12,8%
borghesia
classe media impiegatizia piccola borghesia classe operaia non classificabili
36,9%
27,1%
3,8%
14,2%
17,9%
borghesia
classe media impiegatizia piccola borghesia classe operaia non classificabili Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Il confronto fra laureati Erasmus e laureati non Erasmus in relazione al titolo di studio dei genitori, all’ultima professione del padre e alla classe sociale mostra come le caratteristiche socio–economiche della famiglia di origine condizionino la probabilità di accedere alla mobilità Erasmus. Forti differenze fra Erasmus e non Erasmus si verificano all’interno di ogni raggruppamento di corsi, ma in modo particolare per il gruppo geo–biologico, il gruppo medico e il gruppo scientifico – aree disciplinari in cui la partecipazione ai programmi Erasmus rispetto al totale è
decisamente meno frequente. All’opposto, all’interno del gruppo linguistico, dove la presenza degli Erasmus è massima, lo status socio–economico dei laureati Erasmus non si differenzia in modo rilevante da quello dei non Erasmus (Tav. 1.10).
1.4 Riuscita negli studi universitari
I laureati che hanno svolto un programma Erasmus hanno complessivamente una migliore riuscita negli studi universitari. Il fatto che l’ammissione a questi programmi di studio sia regolata da una graduatoria determinata dal rendimento negli esami universitari può spiegare questi risultati, ma verosimilmente la stessa esperienza di studio all’estero è risultata vantaggiosa per numerosi studenti al loro ritorno nelle rispettive sedi universitarie.
Per quanto riguarda il punteggio degli esami (ossia la media aritmetica dei voti ottenuti negli esami), i laureati Erasmus hanno in media 0,8 punti in più rispetto ai non Erasmus: 27,1 contro 26,3 (Graf. 1.11). Si tenga presente che, per la forte concentrazione del punteggio degli esami intorno a questi valori (quasi il 20 per cento del totale dei laureati ha concluso gli studi con un punteggio compreso fra 26 e 27), uno scarto di 0,8 punti, apparentemente contenuto, finisce per assumere una particolare rilevanza. Si potrebbe ritenere che questa differenza di punteggi sia riconducibile alla distribuzione dei laureati Erasmus nelle facoltà e nei corsi di laurea (se gli Erasmus fossero particolarmente presenti nei percorsi di studio caratterizzati dalla tendenza a votazioni elevate, questo spiegherebbe da sé i loro migliori punteggi). Ma non è così: i laureati Erasmus hanno in media 0,6 punti in più rispetto al punteggio medio ottenuto dai laureati del proprio corso di laurea; chi invece ha studiato all’estero con un altro programma dell’Unione Europea ha in media solo 0,3 punti in più rispetto al punteggio medio del corso e chi ha studiato all’estero al di fuori dei programmi dell’Unione Europea ha in media lo stesso punteggio del corso (Tav. 1.11).
Graf. 1.11 – P
UNTEGGIO DEGLI ESAMI PER I LAUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS anno 1999 – medie27,1
26,3
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
In modo analogo ci si può chiedere se le più favorevoli condizioni socio–
economiche dei laureati Erasmus possano spiegare i loro migliori punteggi, ma i risultati smentiscono anche questa ipotesi: mediamente i laureati Erasmus superano di 0,7 punti i laureati della loro stessa classe sociale, mentre lo scarto a parità di titolo di studio dei genitori vale 0,6.
L’analisi del voto di laurea porta a conclusioni del tutto analoghe: i laureati Erasmus hanno in media 3,4 punti in più rispetto ai non Erasmus e 2,8 punti in più in confronto al valore medio del rispettivo corso di laurea (Graf. 1.12 e Tav. 1.11).
Graf. 1.12 – V
OTO DI LAUREA PER I LAUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUSanno 1999 – medie
106,2
102,8
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
In tutti i gruppi di corsi i laureati Erasmus tendono a conseguire migliori votazioni, ma in modo particolare nel gruppo politico–sociale (dove gli Erasmus ottengono in media negli esami 1,3 punti in più rispetto ai non Erasmus: 27,7 contro 26,4), nel gruppo scientifico (27,5 contro 26,2), in quello giuridico (27,0 contro 25,8) e in quello chimico–farmaceutico (27,4 contro 26,2); all’interno del gruppo linguistico lo scarto fra i due collettivi è contenuto (27,3 contro 27,2). L’analisi per voto di laurea conferma questi risultati (Tav. 1.14).
I migliori risultati dei laureati con esperienze Erasmus non si limitano al fattore voto, ma riguardano anche la durata degli studi; la differenza fra i due collettivi, espressa sinteticamente dal valore mediano, è di 0,6 anni (Graf. 1.13). Se si adotta la media aritmetica della durata (che assume valori più elevati rispetto alla mediana, risentendo delle lunghe durate individuali in misura superiore), lo scarto fra Erasmus e non Erasmus sale a 0,9 anni (Tav. 1.12).
Graf. 1.13 – D
URATA DEGLI STUDI PER I LAUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS anno 1999 – mediane6,5 7,1
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
L’ipotesi che queste differenze si spieghino con una ridotta presenza dei laureati Erasmus nei corsi di laurea a più lunga durata legale (5 o 6 anni) viene scartata ricorrendo all’indice di durata degli studi(5): questo indicatore, che non è influenzato dalle differenze fra le durate legali dei corsi, conferma che i laureati Erasmus sono complessivamente più rapidi degli altri (Graf. 1.14). Anche in questo caso all’interno del gruppo politico–sociale i laureati Erasmus – con un indice di durata mediano di 1,30 – si distinguono in modo evidente dai non Erasmus (1,55);
gli Erasmus sono risultati comunque più rapidi dei non Erasmus all’interno di ogni raggruppamento (Tav. 1.14).
Graf. 1.14 – I
NDICE DI DURATA DEGLI STUDI PER I LAUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUSanno 1999 – mediane
1,41
1,50
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
(5) L’indice di durata degli studi di un laureato in termini intuitivi vale 1+la misura del ritardo alla laurea. Più in dettaglio si è posto un valore dell’indice uguale a 1,00 per gli studenti che si sono laureati in corso al termine della sessione straordinaria (convenzionalmente, il 30 aprile); l’intervallo di tempo impiegato in più o in meno rispetto a questa situazione teorica, rapportato alla durata legale del corso, è la misura del ritardo alla laurea che viene addizionata al valore 1. Nel caso dei laureati in corso prima del termine della sessione straordinaria l’indice di durata è inferiore a 1, in quanto la misura del ritardo alla laurea ha segno negativo.
La distribuzione dei laureati per numero degli anni fuori corso alla laurea conferma queste tendenze, anche se la percentuale dei laureati perfettamente in corso è all’incirca la stessa nei due collettivi. Il vantaggio degli Erasmus si manifesta a partire dal I anno f.c. e diventa particolarmente evidente nel caso dei laureati al V anno f.c. e oltre, che rappresentano il 22,6 per cento fra i non Erasmus e solo il 10,9 fra gli Erasmus (Graf. 1.15 e Tav. 1.13).
Graf. 1.15 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER NUMERO DI ANNI FUORI CORSO ALLA LAUREA anno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
9,4%
22,2%
10,9% 0,2%
12,9%
18,5%
25,9%
in corso I anno f.c.
II anno f.c.
III anno f.c.
IV anno f.c.
V anno f.c. e oltre non disponibile
9,2%
17,0%
22,6% 0,2%
12,7%
17,4%
20,9%
in corso I anno f.c.
II anno f.c.
III anno f.c.
IV anno f.c.
V anno f.c. e oltre non disponibile Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
L’analisi della riuscita negli studi risulta più completa se si vanno a distinguere i laureati Erasmus e non Erasmus secondo il genere (Tab. 1.1).
Per quanto riguarda il punteggio degli esami, le laureate hanno migliori risultati rispetto ai maschi sia fra gli Erasmus (con in media 0,7 punti in più: 27,4 contro 26,7) sia fra i non Erasmus (26,7 contro 25,8). Tuttavia lo scarto espresso dal semplice confronto dei punteggi degli esami per genere sopravvaluta le differenze fra maschi e femmine, in quanto le laureate sono nettamente più numerose dei laureati nelle facoltà in cui i docenti tendono ad attribuire alti voti d’esame (in particolare a Lettere e Filosofia e a Scienze della Formazione(6)) e questo spiega in parte i loro migliori punteggi. Infatti, se si confronta ogni laureato con il punteggio medio ottenuto dai laureati del rispettivo corso di laurea, le differenze fra laureati e laureate si riducono: i maschi Erasmus superano in media i laureati del proprio corso di 0,5 punti, le femmine Erasmus li superano di 0,7. Fra i non Erasmus, i maschi hanno 0,3 punti in meno rispetto alla media del corso, le femmine 0,1 punti in più.
(6) Cfr. il Profilo dei laureati 1999 (Università degli Studi di Bologna, Catania, Chieti, Ferrara, Firenze, Messina, Modena e Reggio Emilia, Molise, Parma, Piemonte Orientale, Roma – Lumsa, Siena, Torino Politecnico, Torino Università, Trento, Trieste, Udine e Venezia
Le elaborazioni per voto di laurea offrono risultati del tutto analoghi, tendendo semplicemente a tradurre in 110–mi le differenze rilevate in 30–mi per il punteggio degli esami.
In definitiva si possono riepilogare le considerazioni precedenti osservando che:
– i laureati Erasmus hanno voti migliori rispetto ai non Erasmus dello stesso genere;
– le laureate hanno migliori risultati rispetto ai laureati, ma con differenze inferiori a quelle espresse dal semplice calcolo delle votazioni medie per genere;
– all’interno del collettivo degli Erasmus le differenze fra laureati e laureate sono più contenute.
Per mettere a confronto maschi e femmine in relazione al tempo impiegato per concludere il corso si può utilizzare l’indice di durata degli studi, annullando così la distorsione dovuta alla diversa durata legale dei corsi di laurea. Fra gli Erasmus, maschi e femmine hanno in pratica gli stessi risultati, mentre fra i non Erasmus le femmine sono lievemente più veloci (Tab. 1.1). Occorre comunque tenere in considerazione che sui maschi pesa l’obbligo del servizio di leva, che inevitabilmente ha ritardato la conclusione degli studi per coloro che hanno svolto il servizio negli anni dell’università (si tratta del 27,2 per cento dei laureati maschi Erasmus e del 35,2 per cento dei non Erasmus). Sottraendo la durata del servizio di leva alla durata degli studi(7) e ricalcolando gli indici di durata, i laureati di genere maschile migliorano ovviamente la loro posizione nei confronti delle laureate: gli Erasmus risulterebbero più veloci delle Erasmus e i non Erasmus si troverebbero in sostanziale equilibrio con le non Erasmus (Tav. 1.15).
Tab. 1.1 – Principali indicatori della riuscita negli studi universitari per i laureati Erasmus e non Erasmus, per genere – anno 1999
punteggio degli esami voto di laurea indice di durata degli studi
numero
dei laureati media
differenza rispetto ai laureati dello stesso corso di laurea (media)
media
differenza rispetto ai laureati dello stesso corso di laurea (media)
mediana media
differenza rispetto ai laureati dello stesso corso di laurea (media) LAUREATI ERASMUS
maschi 1.224 26,7 +0,5 104,7 +2,2 1,42 1,48 −−−−0,16
femmine 1.620 27,4 +0,7 107,3 +3,2 1,41 1,48 −−−−0,19
LAUREATI NON ERASMUS
maschi 15.710 25,8 −−−−0,3 101,1 −−−−1,2 1,55 1,69 +0,05
femmine 19.868 26,7 +0,1 104,2 +0,6 1,48 1,63 −−−−0,02
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
(7) Per semplicità, la durata degli studi è stata decurtata di 1 anno per i militassolti che hanno dichiarato di aver svolto il servizio durante gli studi universitari o non hanno indicato quando l’hanno fatto, di 6 mesi per i laureati in corso di svolgimento al momento della laurea.
1.5 Studi secondari superiori
Il numero dei laureati Erasmus appartenenti al gruppo linguistico (cfr. § 1.1) spiega la diffusione del diploma di maturità linguistica fra gli Erasmus (11,5 per cento: quasi il triplo rispetto ai non Erasmus); anche la maturità scientifica è più diffusa fra i laureati Erasmus che fra i non Erasmus, ma con una differenza più contenuta. All’opposto, la maturità tecnica e quella magistrale sono più diffuse fra i non Erasmus (Graf. 1.16 e Tav. 1.16).
Graf. 1.16 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER DIPLOMA DI MATURITÀ anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
18,8%
11,5%
2,0% 2,4%
1,2%
1,7 %
20,0 %
42,4%
scientifica tecnica classica linguistica magistrale professionale artistica
altro titolo o titolo estero
17,4%
4,0%
5,6% 1,9%
1,9%
2,7%
30,0%
36,5%
scientifica tecnica classica linguistica magistrale professionale artistica
altro titolo o titolo estero Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Anche in relazione al voto di maturità (Graf. 1.17 e Tav. 1.17) gli Erasmus superano i non Erasmus, ma lo scarto (in media 50,1 contro 48,8), tenuto conto della più ampia scala di valori e della minore concentrazione che caratterizzano questa variabile, risulta di gran lunga meno importante rispetto a quanto rilevato per il punteggio degli esami e per il voto di laurea.
Graf. 1.17 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER VOTO DI MATURITÀ anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
voto medio di maturità: 50,1 31,6%
29,4%
9,7% 1,4%
13,9%
14,1%
6055-59 48-54 40-47 36-39
titolo estero o voto non disp. voto medio di maturità: 48,8
30,4%
33,1%
12,9% 1,3%
11,5%
10,8%
6055-59 48-54 40-47 36-39
titolo estero o voto non disp.
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.6 Come si studia all’università
L’analisi dell’assiduità nel frequentare le lezioni universitarie e dell’utilizzo delle biblioteche e dei laboratori mostra che i laureati che hanno svolto il programma Erasmus hanno fruito del “servizio università” in misura complessivamente superiore (Graf. 1.18 e Tavv. 1.18 e 1.19).
Graf. 1.18 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER ASSIDUITÀ NEL FREQUENTARE LE LEZIONI UNIVERSITARIE anno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
58,3%
35,4%
0,7%1,1%
4,4%
tutti i corsi o quasi, regolarmente solo alcuni alcuni, regolarmente solo alcuni alcuni, saltuariamente nessuna frequenza
non indicato
53,1%
37,0%
2,4%0,9%
6,6%
tutti i corsi o quasi, regolarmente solo alcuni alcuni, regolarmente solo alcuni alcuni, saltuariamente nessuna frequenza
non indicato Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Ovviamente il confronto fra laureati Erasmus e non Erasmus in relazione allo studio all’estero è impari, in quanto i non Erasmus sono in gran parte laureati che non hanno svolto alcuna esperienza di studio all’estero. Fra gli Erasmus, il 24,5 per cento dei laureati ha svolto programmi di studio superiori ai 9 mesi e all’incirca altrettanti hanno compiuto esperienze di 7–9 mesi; il 78,4 per cento ha superato esami all’estero che poi i rispettivi atenei italiani hanno convalidato; poco meno del 30 per cento ha preparato la tesi all’estero. Fra i non Erasmus, né i laureati che hanno svolto altri programmi dell’Unione Europea né coloro che hanno compiuto altre esperienze di studio all’estero sono in qualche modo confrontabili con i laureati Erasmus per durata dello studio all’estero e numero degli esami sostenuti (Graff. 1.19 – 1.21 e Tavv. 1.20 – 1.22).
I laureati Erasmus hanno svolto tirocini o stage durante gli studi in misura superiore rispetto agli altri laureati (14,9 per cento contro 11,7); si tratta nella maggioranza dei casi di attività svolte al di fuori dell’università (Tav. 1.23).
In media non si apprezzano forti differenze fra i due collettivi per quanto riguarda il tempo impiegato nel preparare la tesi di laurea: 9,6 mesi per gli Erasmus, 9,2 mesi per gli altri (Tav. 1.24).
Graf. 1.19 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER DURATA DELLO STUDIO ALL’
ESTERO(a) anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
durata media dello studio all'estero:
7,6 mesi
2 4 ,5 %
2 1 ,9 % 0 ,9 % 6 ,4 %
4 6 ,2 % oltre 9 mesi
7-9 mesi 4-6 mesi 1-3 mesi non indicato
durata media dello studio all'estero:
3,4 mesi
0 ,6 %0 ,4 % 0 ,6 %
9 0 ,0 % 6 ,9 % 1 ,4 %
oltre 9 mesi 7-9 mesi 4-6 mesi 1-3 mesi
nessuna esperienza di studio all'estero non indicato
(a )Per i non Erasmus la durata media è calcolata limitatamente ai laureati con esperienze di studio all’estero.
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Graf. 1.20 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CHE HANNO SOSTENUTO ESAMI ALL’
ESTERO anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
1 8 ,6 %
1 2 ,8 % 2 1 ,6 %
1 2 ,2 % 1 7 ,1%
1 7 ,7 % 5 o più esami all'estero convalidati 4 esami
3 esami 2 esami 1 esame
nessun esame o non indicato
9 0 ,0 % 9 ,5 % 0 ,5%
studio all'estero con 1 o più esami convalidati studio all'estero senza esami convalidati nessuna esperienza di studio all'estero Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Graf. 1.21 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CHE HANNO PREPARATO LA TESI ALL’
ESTEROanno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
2 8 ,8 %
tesi di laurea preparata all'estero
1 ,5 %
tesi di laurea preparata all'estero Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.7 Valutazioni
In generale i laureati che hanno svolto programmi Erasmus giudicano la propria esperienza universitaria con occhio un po’ più critico.
I due collettivi concordano nel valutare la propria esperienza universitaria complessiva (attribuendo mediamente valori piuttosto alti: 66 e 65 punti su 100), i rapporti con gli altri studenti (con punteggi molto elevati) e l’adeguatezza delle aule (in questo caso con valori medio–bassi). I laureati Erasmus assegnano invece punteggi inferiori rispetto ai non Erasmus per quanto riguarda i rapporti con i docenti, le biblioteche e, in particolare, i laboratori, ritenuti insufficienti sia dagli Erasmus sia dai non Erasmus, ma con differenze rilevanti (Graf. 1.22 e Tav. 1.25).
Distinguendo le valutazioni a seconda del gruppo di corsi di laurea (Tav.
1.26), si è rilevato che i laureati Erasmus del gruppo politico–sociale e del gruppo chimico–farmaceutico sono i più soddisfatti della propria esperienza complessiva e assegnano punteggi superiori rispetto ai non Erasmus, mentre all’interno del gruppo letterario si verifica la situazione opposta (gli Erasmus sono risultati mediamente meno soddisfatti in confronto ai non Erasmus).
Graf. 1.22 – V
ALUTAZIONE DELL’
ESPERIENZA UNIVERSITARIA E DELLE STRUTTURE UNIVERSITARIE PER I LAUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUSanno 1999 – medie 0–100
38 55
46 78
56 66
45 60
48 79
60 65
0 50 100
esperienza complessiva
rapporti con i docenti
rapporti con gli studenti
aule biblioteche laboratori Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Cosa farebbero i laureati se potessero ritornare ai tempi dell’immatricolazione all’università? Si iscriverebbero allo stesso corso effettivamente concluso, sceglierebbero un altro corso di laurea oppure non si immatricolerebbero affatto? Innanzitutto occorre tenere presente che, rispondendo a questa domanda, probabilmente i laureati hanno preso in considerazione una serie di elementi riconducibili non solo alla propria esperienza universitaria, ma anche alle condizioni economiche e familiari, alle aspettative personali e alla percezione del futuro lavorativo. Si consideri anche il fatto che fra l’anno di immatricolazione e l’anno di laurea (il 1999), in alcuni casi, è trascorso molto tempo. Infine, alcuni laureati che sceglierebbero un corso diverso da quello concluso opterebbero per corsi di laurea o di diploma universitario che in realtà, ai tempi della loro immatricolazione, non erano ancora stati attivati (vi è stato infatti negli ultimi tempi un ampliamento dell’“offerta formativa”). Non è detto, pertanto, che tutti i laureati che non si iscriverebbero all’università o che cambierebbero corso esprimano un’effettiva insoddisfazione per il corso di laurea appena terminato.
Confrontando i due collettivi (Graf. 1.23 e Tav. 1.27), si osserva che per gli Erasmus l’ipotesi del rifiuto totale dell’università è meno probabile rispetto a quanto si verifica per i non Erasmus (4,2 per cento contro 5,1), ma è invece più alta la percentuale dei laureati che sceglierebbero un corso diverso da quello effettivamente concluso (16,1 contro 12,1).
Dall’analisi incrociata corso di laurea concluso/corso di ipotetica reiscrizione (qui non riportata) emerge che in buona parte i laureati Erasmus che cambierebbero corso di laurea sceglierebbero comunque un corso all’interno della propria facoltà.
Graf. 1.23 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CHE SI ISCRIVEREBBERO NUOVAMENTE ALL’
UNIVERSITÀanno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
77,6%
16,1%
4,2% 2,0%
sì, allo stesso corso sì, ma ad un altro corso nonon indicato
81,2%
12,1%
5,1% 1,5%
sì, allo stesso corso sì, ma ad un altro corso nonon indicato
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.8 Conoscenze linguistiche e informatiche
Naturalmente i laureati Erasmus hanno una migliore conoscenza delle lingue straniere; è un effetto della stessa esperienza di studio all’estero che hanno compiuto, ma anche la maggiore presenza, fra gli Erasmus, di laureati del gruppo linguistico e di laureati con maturità linguistica influisce su questo risultato.
La grande maggioranza dei laureati Erasmus (72,3 per cento) ha una conoscenza almeno buona della lingua inglese, mentre fra i non Erasmus l’hanno meno della metà dei laureati (43,6 per cento); per il francese le percentuali sono rispettivamente il 35,7 e il 19 per cento. In termini relativi le differenze fra i due collettivi sono più rilevanti per lo spagnolo e per il tedesco: le percentuali per i laureati Erasmus sono oltre quattro volte quelle rilevate per gli altri laureati (Graf.
1.24 e Tav. 1.28).
Graf. 1.24 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CON CONOSCENZA“
ALMENO BUONA”
DELLE LINGUE STRANIERE anno 1999 – valori percentuali
43,6%
19,0%
3,6%
4,3%
72,3%
35,7%
23,5%
18,7%
0 20 40 60 80 100
lingua tedesca lingua spagnola lingua francese lingua inglese
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
I laureati con esperienze Erasmus hanno complessivamente anche una migliore conoscenza degli strumenti informatici. Tuttavia le differenze rispetto ai non Erasmus riguardano essenzialmente il livello di padronanza del word processor, mentre per gli altri strumenti informatici non emergono forti differenze fra i due collettivi analizzati (Graf. 1.25 e Tav. 1.29).
Graf. 1.25 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CON CONOSCENZA“
ALMENO BUONA”
DEGLI STRUMENTI INFORMATICI anno 1999 – valori percentuali
48,4%
27,9%
25,9%
14,7%
12,3%
9,7%
62,4%
32,0%
29,0%
16,0%
12,7%
9,4%
0 20 40 60 80 100
CAD (disegno tecn. al computer) linguaggi di programmazione data base fogli elettronici sistemi operativi word processor
Erasmus non Erasmus
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.9 Lavoro durante gli studi universitari
Fra i 39.618 laureati che hanno compilato il questionario, 23.823 (il 60,1 per cento) dichiarano di aver svolto qualche attività lavorativa durante gli studi universitari, circa 15.000 (il 38,7 per cento) non hanno compiuto alcuna esperienza e 466 (l’1,2 per cento) non rispondono. Se si prendono in considerazione le diverse attività lavorative nel loro complesso, il lavoro nel corso degli studi risulta più diffuso fra i laureati Erasmus (71,8 per cento contro 59,2); distinguendo invece le attività, gli Erasmus hanno valori superiori per quanto riguarda le esperienze di lavoro a tempo determinato e di lavoro occasionale, ma il lavoro stabile è notevolmente più diffuso fra i laureati non Erasmus (Graf. 1.26 e Tav. 1.30).
Graf. 1.26 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CON ESPERIENZE LAVORATIVE NEL CORSO DEGLI STUDI UNIVERSITARIanno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
laureati con esperienze di lavoro: 71,8%
6,2%
1,3%
1,2%
27,0%
39,4%
25,0%
stabile
con contratto di formazione lavoro a tempo determinato
solo occasionale o attività non specificata nessuna esperienza di lavoro
non indicato
laureati con esperienze di lavoro: 59,2%
11,1%
1,5%
1,0%
39,8%
28,5%
18,1%
stabile
con contratto di formazione lavoro a tempo determinato
solo occasionale o attività non specificata nessuna esperienza di lavoro
non indicato Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.10 Prospettive di studio
I laureati che hanno svolto il programma Erasmus si differenziano dagli altri in modo rilevante anche per le prospettive di studio (Graf. 1.27 e Tav. 1.31). Nel complesso i laureati che intendono proseguire gli studi dopo la laurea sono il 68 per cento fra gli Erasmus e il 61,6 per cento fra i non Erasmus; lo scarto è particolarmente evidente per i master/corsi di perfezionamento, che sono di gran lunga la modalità di studio post–laurea a cui gli Erasmus guardano con il maggior interesse, seguiti dal dottorato. Al contrario, i laureati Erasmus risultano meno intenzionati degli altri a proseguire gli studi in una scuola di specializzazione (il fatto che fra i laureati nel corso di medicina e chirurgia la presenza degli Erasmus sia solo del 2,5 per cento incide su questo risultato) o con un tirocinio.
Graf. 1.27 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS CHE INTENDONO PROSEGUIRE GLI STUDI anno 1999 – composizione percentualeErasmus non Erasmus
laureati che intendono proseguire gli studi: 68,0%
28,2%
7 ,8%
1,0%
4,4%
10,1%
5,0% 5,7% 5,8%
32,0 %
master o corso di perfezionamento dottorato di ricerca
tirocinio o praticantato scuola di specializz. post-laurea borsa o assegno di studio altra laurea o diploma universitario altre attività di qualificazione prof.
“ sì” generico
non intendono proseguire o non ind.
laureati che intendono proseguire gli studi: 61,6%
38,4%
12,8 % 11,2%
8,9% 2,3%
6,9%
1,9%
4,7%
12,8%
master o corso di perfezionamento dottorato di ricerca
tirocinio o praticantato scuola di specializz. post-laurea borsa o assegno di studio altra laurea o diploma universitario altre attività di qualificazione prof.
“ sì” generico
non intendono proseguire o non ind.
Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
1.11 Prospettive di lavoro
Né i laureati che hanno svolto un programma Erasmus né gli altri laureati esprimono in modo univoco le proprie preferenze circa il ramo e il settore di lavoro:
tenendo conto di quanti dichiarano di non avere preferenze e di quanti non rispondono, si finisce per superare il 40 per cento dei casi – sia per il ramo sia per il settore – per entrambi i collettivi messi a confronto. Per i laureati Erasmus si può osservare un maggiore interesse, rispetto agli altri laureati, per le attività lavorative nel ramo dei servizi e nel settore privato, minore interesse per il settore pubblico (Graff. 1.28 e 1.29 e Tavv. 1.32 e 1.33).
Graf. 1.28 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER RAMO DI ATTIVITÀ ECONOMICA PREFERITO anno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
1,3%
13,5%
15,1%
26,8%
43,4%
agricoltura industria servizi
nessuna preferenza non indicato
1,1%
14,0%
16,7%
32,2%
36,0%
agricoltura industria servizi
nessuna preferenza non indicato Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
Graf. 1.29 – L
AUREATIE
RASMUS E NONE
RASMUS,
PER SETTORE DI ATTIVITÀ ECONOMICA PREFERITO anno 1999 – composizione percentuale
Erasmus non Erasmus
8,1%
28,1%
9,0%
43,1%
11,7%
alle dip. nel settore pubblico alle dip. nel settore privato in conto proprio nessuna preferenza non indicato
12,1%
21,2%
10,5%
44,0%
12,3%
alle dip. nel settore pubblico alle dip. nel settore privato in conto proprio nessuna preferenza non indicato Fonte:
banca dati ALMALAUREA.
L’ordine di preferenza delle diverse aree di attività aziendale (massimo interesse per le attività di ricerca, ideazione e progettazione, seguite dalle attività commerciali) tende ad essere lo stesso per i due collettivi analizzati, ma per i laureati Erasmus le differenze di punteggio fra le aree più gradite e quelle meno gradite sono più accentuate (Graf. 1.30 e Tav. 1.34)(8).
(8) Ovviamente il grado di interesse a lavorare in ciascuna area aziendale dipende anche