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TRAUMI STRADALI CON TRAUMI STRADALI CON L’UTILIZZO DELLE PERIZIE L’UTILIZZO DELLE PERIZIE

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(1)

VERIFICA E DIAGNOSI DEI VERIFICA E DIAGNOSI DEI

TRAUMI STRADALI CON TRAUMI STRADALI CON L’UTILIZZO DELLE PERIZIE L’UTILIZZO DELLE PERIZIE

CINEMATICHE CINEMATICHE

ANDREA COSTANZO

Università di Roma “La Sapienza”

CORSO DI QUALIFICAZIONE E AGGIORNAMENTO IN MEDICINA ASSICURATIVA

(2)

NEGLI ULTIMI 20 ANNI IL TOTALE DEI MORTI,

PER INCIDENTE

STRADALE, E’ STATO DI 6 MILIONI IN

EUROPA E 100 MILIONI

NEL MONDO

(3)

OGNI ANNO IN

EUROPA, IN INCIDENTE STRADALE, MUOIONO

50.OOO PERSONE E 150.000 RIMANGONO INVALIDI PER TUTTA

LA VITA

(4)

IL COSTO SOCIO-ECONOMICO DELL’INCIDENTE STRADALE AMMONTA A 200 MILIARDI DI

EURO PER ANNO, CHE EQUIVALE AL COSTO DI

PRODUZIONE ANNUALE DEGLI AUTOVEICOLI ; QUINDI :

IL DANNO CAUSATO DAGLI AUTOVEICOLI E’ EQUIVALENTE

AL COSTO DELLA LORO PRODUZIONE

(5)

1990 9,9%

1993 12,4%

1996 14,9%

1999 17,3%

2000 18,0%

FERITI IN INCIDENTI STRADALI RISARCITI DALLE COMPAGNIE DI

ASSICURAZIONE

(6)

INCIDENTI DENUNCIATI E INCIDENTI DENUNCIATI E

INDENNIZZATI INDENNIZZATI

4.700.000 4.700.000

FERITI RISARCITI FERITI RISARCITI

800.000

800.000

(7)

TRAUMATIZZATI PER MEZZO DI TRASPORTO

82%

8,63%

9,37%

0% 20% 40% 60% 80% 100%

AUTOVETTURA MOTOCICLI E CICLOMOTORI ALTRI VEICOLI

(8)

TRAUMATIZZATI PER CATEGORIA

61%

30%

9%

0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70%

CONDUCENTI PASSEGGERI PEDONI

(9)

COSTO COSTO

COMPLESSIVO NEL COMPLESSIVO NEL

2000 PER DANNI 2000 PER DANNI

ALLA PERSONA ALLA PERSONA

14.480 MLD

14.480 MLD

(10)

BIOMECCANICA DEGLI IMPATTI

La scienza che impiega le cognizioni della meccanica per interpretare, in termini quantitativi e qualitativi, il funzionamento delle varie componenti del corpo umano, per poter prevedere i danni che possono derivare da condizioni anomale di impiego dell’autoveicolo, ivi compresi i danni da traumi e le tecniche per evitare o perlomeno minimizzare l’entità dei danni stessi.

(11)

Il problema fondamentale è la gestione Il problema fondamentale è la gestione

dell’

dell’energiaenergia cineticacinetica

posseduta dai corpi in movimento, a causa del movimento

del veicolodel veicolo

dei suoi occupantidei suoi occupanti

in modo da impedire i danni derivanti in modo da impedire i danni derivanti

dall’urto violento dei corpi contro le dall’urto violento dei corpi contro le

strutture interne dell’abitacolo nella brusca strutture interne dell’abitacolo nella brusca

decelerazione

decelerazione che ne consegueche ne consegue

(12)

La fisica dell’ impatto

Le leggi di Newton

1. La legge dell’inerzia

Un corpo rimane nel suo stato di quiete o di movimento lungo una linea retta, a velocità costante fino a quando non viene forzato a cambiare il suo stato da una forza agente.

(13)

La fisica dell’ impatto

Le leggi di Newton

2. La legge del movimento

La quantità di cambiamento di un momento lineare di un corpo è

proporzionale alla forza agente ed è nella direzione di questa forza.

(14)

TERZA LEGGE TERZA LEGGE

Ad ogni forza si oppone un’altra Ad ogni forza si oppone un’altra

forza, della stessa intensità e di forza, della stessa intensità e di

direzione contraria (reazione) direzione contraria (reazione)

(15)

XX 50 km/h

50 km/h 20 km/h20 km/h 10 km/h10 km/h 0 km/h0 km/h

EcEc00= M = M ** VV22/ 2/ 2

EcEc= 0= 0 tt00

FF FF FF

Nella frenata, l’energia cinetica viene

annullata attraverso il “lavoro” svolto dalle forze che agiscono sul sistema frenante e sulle ruote nel (lungo) tempo X sufficiente per la progressiva decelerazione

50 km/h

50 km/h 0 km/h0 km/h

F F

EcEc00= M = M ** VV22/ 2/ 2 EcEc= 0= 0 X

X

t t00

Nell’urto, l’energia cinetica viene annullata attraverso il “lavoro” svolto dalle forze che agiscono nella deformazione della

carrozzeria nel punto di impatto, nel breve tempo X in cui si realizza la brusca

decelerazione

(16)

BIOMECCANICA DEGLI IMPATTI

Analisi dei problemi della traumatologia della strada

Impegno di scienziati nelle branche della medicina e dell’ingegneria con mentalità interdisciplinare per affrontare i problemi in modo globale.

(17)

SINERGIA :

MEDICINA - INGEGNERIA

• Osservazione e studio della dinamica dell’impatto e della deformazione del veicolo

• Osservazione e studio delle

lesioni traumatiche reali

(18)

VARIAZIONI DELL’ENERGIA CINETICA A SEGUITO DELL’IMPATTO E SUA

TRASFORMAZIONE IN LAVORO

• Deformazione del mezzo meccanico

• Resistenze passive

• Assorbimento per deformazione

• Eventuali lesioni delle varie

parti del corpo

(19)

COMPLESSITA’ DEI TRAUMI STRADALI

I corpi degli occupanti l’abitacolo

sono sottoposti ad un complesso

gioco di forze, che variano a

seconda se essi sono cinturati, a

seconda del tipo di airbag, di

poggiatesta, della struttura del

veicolo e dei componenti l’abitacolo.

(20)

Conducente non

Conducente non cinturatocinturato

0 ms0 ms 60 ms60 ms

75 ms75 ms 90 ms90 ms

Da: A. S. Hyde, Crash injuries, pag. 8

(21)

Conducente

Conducente cinturatocinturato

75 75 msms 90 ms90 ms 0 ms0 ms

40 ms40 ms 90 ms90 ms

Da: A. S. Hyde, Crash injuries, pag.

9, rielaborato

(22)

Le distanze critiche Le distanze critiche

(23)
(24)
(25)
(26)
(27)
(28)
(29)
(30)
(31)
(32)
(33)

URTO ELASTICO ED URTO ANELASTICO

• Un urto si dice elastico se i corpi dopo

l’urto proseguono, separatamente, senza subire deformazioni permanenti.

• Un urto si dice anelastico se i corpi rimangono permanentemente deformati nell’urto e proseguono insieme alla stessa velocità dopo l’urto.

(34)

CONSERVAZIONE DELL’ENERGIA

L’energia non si distrugge ma si può solo trasformare in altre forme:

energia di traslazione e/o rotazione, termica, di

deformazione delle strutture,

acustica etc…

(35)

DINAMICA DEGLI IMPATTI

• Le forze di massa

• Le accelerazioni

• Le forze di superficie

• Le variazioni di velocità ∆V

(36)

LE FASI DELL’IMPATTO - LE SEQUENZE NEL TEMPO

• Impatto fra i veicoli. Deformazione

delle strutture. Accelerazioni lineari ed angolari.

• Trasferimento dell’accelerazione dal veicolo tamponato all’occupante.

• Movimento relativo fra tronco e testa-

collo

(37)

IMPOSTAZIONE DELL’ANALISI DEGLI IMPATTI

• Le caratteristiche dei veicoli

• Le caratteristiche dell’abitacolo

• La distribuzione delle masse

• Le traiettorie

• Gli assetti

• Informazioni sui dati raccolti sul posto ( caratteristiche della strada, caratteristiche ambientali, evidenze di frenata etc..)

(38)

DATI TECNICI VEICOLO

• Distanza centro di gravità – asse anteriore

• Momento d’inerzia (Rollio)

• Momento d’inerzia (Beccheggio)

• Momento d’inerzia (Imbardata)

(39)

DATI TECNICI VEICOLO

• Lunghezza

• Larghezza

• Altezza

• Numero degli assi

• Interasse anteriore

(40)

LE CARATTERISTICHE DELL’ ABITACOLO

Caratteristiche del sedile:

• Altezza dello schienale dal cuscino

• Altezza del poggiatesta

• Misura dal top del poggiatesta al top dello schienale

• Angolo cuscino – schienale

• Angolo poggiatesta – schienale

• Consistenza del poggiatesta (duro o morbido)

• Consistenza dello schienale (solo se diverso dall’originale)

(41)

IMPOSTAZIONE DEL CALCOLO DI ∆V

• Il confronto delle quantità di moto prima e dopo l’urto

• Il bilancio dell’energia nell’urto

• La valutazione delle velocità iniziali

• La valutazione delle deformazioni delle strutture

• Le traiettorie d’impatto e gli assi di riferimento

(42)

INFLUENZA DELLA MASSA NELL’IMPATTO

• Veicolo pesante contro veicolo leggero

• Veicolo leggero contro veicolo pesante

• ∆v ed accelerazioni per gli occupanti nel veicolo che urta e nel veicolo

urtato

(43)

INFLUENZA DELLE TRAIETTORIE D’IMPATTO E DELL’ASSETTO DEI

VEICOLI

• Urto con overlap totale o parziale

• Urto angolato

• Urto con assetto in frenata

(44)
(45)

ACCELERAZIONI SUGLI OCCUPANTI

• I ∆V e le accelerazioni del veicolo come dati d’ingresso nel programma di calcolo

• La definizione della posizione degli occupanti

• L’importanza della geometria del sedile

• La distanza poggiatesta – occipite al momento dell’impatto

(46)
(47)

IMPORTANZA DEL

CALCOLO AUTOMATICO

–Il numero dei parametri e la

velocità di elaborazione dei dati –Le simulazioni al calcolatore ed i

processi iterativi

• La banca dati delle caratteristiche dei

veicoli

(48)

VEHICLE PARAMETER DATA

1. Lunghezza totale 2. Altezza totale

3. Larghezza totale

4. Lunghezza totale X larghezza totale

5. Lunghezza totale X larghezza totale X altezza totale

6. Sbalzo anteriore

7. Sbalzo anteriore X larghezza totale 8. Sbalzo posteriore

9. Sbalzo posteriore X larghezza totale

segue …

(49)

10. Distanza longitudinale dalla parte frontale del

paraurti alla parte frontale della base del parabrezza 11. Distanza longitudinale dalla parte frontale del

paraurti alla parte frontale della base del parabrezza X la distanza verticale dalla base del vetro laterale al pavimento del veicolo X la larghezza totale

12. Volume interno secondo EPA (Env. Prot. Ag.), per veicoli con più di due posti

13. Spazio disponibile per passeggeri (somma dei

volumi per testa e gambe X somma dei volumi per anche e spalle)

14. Peso percentuale della parte frontale 15. Passo delle ruote

(50)
(51)

VEHICLE PARAMETER DATA elementi addizionali

1. Altezza totale meno distanza da cuscino ant. a interno tetto 2. Distanza media del longherone dal suolo

3. Altezza del baricentro

4. Distanza media dal suolo del bordo inferiore paraurti anteriore 5. Distanza media dal suolo del bordo inferiore paraurti

posteriore

6. Larghezza interna (media tra livello spalla e livello anca) 7. Larghezza totale meno larghezza interna

8. Distanza longitudinale dalla parte frontale veicolo a parte frontale motore X larghezza totale

9. Distanza longitudinale dalla parte frontale del veicolo al divisore vano motore-abitacolo

10. Distanza longitudinale tra la parte frontale del veicolo e la parte sinistra interna del divisore vano-motore X larghezza totale

11. Distanza longitud. tra la parte frontale del veicolo e il centro del piantone sterzo X larghezza totale

12. Distanza longitudinale tra la parte frontale del veicolo e il

divisore vano-motore-abitacolo meno la lunghezza del motore X larghezza totale

(52)
(53)

LE SOLLECITAZIONI SUGLI OCCUPANTI

• Le accelerazioni sul veicolo, sulla testa e sul tronco dell’occupante

• Lo schema delle forze applicate e delle reazioni

• I gradi di libertà del sistema testa - collo e lo

schema delle sollecitazioni sulle strutture osseo – legamentose

• Movimenti relativi massa cerebrale - cranio in funzione delle accelerazioni

(54)
(55)
(56)

CLASSIFICAZIONE WAD PROPOSTA DA QTF

Dolore al collo;

Frattura e/o lussazione IV

Dolore al collo;

Segni muscoloscheletrici;

Interessamento neurologico periferico (scomparsa o assenza dei riflessi

osteotendinei, debolezza, deficit sensitivi)

III

Dolori al collo;

segni muscoloscheletrici;

(riduzione dell’articolarità e presenza di punti di dolorabilità)

II

Dolore al collo;

rigidità o solamente dolenzìa;

obiettività clinica negativa I

Assenza di dolore al collo; assenza di obiettività clinica

0

(57)
(58)

Lesioni dei tessuti molli

1° tipo

Stiramento minore dei tessuti senza alterazione della loro integrità strutturale.

Il dolore è inizialmente assente o di lieve entità, occasionalmente alcune ore dopo o il giorno dopo l’evento traumatico può apparire

dolenzia locale o tumefazione di lieve entità, non visibile.

(59)

Lesioni dei tessuti molli

2° tipo

Stiramento moderato dei tessuti con

lesione parziale, non completa.Il dolore è avvertito immediatamente,ma è di

entità modesta. La guarigione è generalmente completa.

(60)

Lesioni dei tessuti molli

3° tipo

Stiramento grave con lesione reale e lacerazione dell'integrità tessutale. Il dolore è immediato e profondo, l'edema è accentuato nell'area colpita, raggiunge il massimo entro il 4° giorno.

La guarigione è generalmente buona e richiede dai 3 ai 6 mesi circa,ma può essere incompleta in alcuni casi. In questo tipo di lesione i tessuti sono significativamente modificati dai fenomeni di cicatrizzazione e fibrosi.

(61)
(62)
(63)
(64)
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(67)
(68)
(69)
(70)

Computational Biomechanics

Numerose sono le analisi strumentali che oggi il medico utilizza a supporto

dell’indagine clinica per formulare le sue diagnosi.

Tra queste oltre alle diffuse Indagini Radiografiche, Risonanza Magnetica (RMN), Tomografia Assiale

Computerizzata (TAC), si sta affermando sempre più la Computational Biomechanics.

(71)

Computational Biomechanics

Si tratta di un complesso meccanismo fatto di modelli matematici, sofisticati codici di calcolo automatico e potenti computer, capaci di predire il

comportamento di oggetti sotto

particolari condizioni cinematiche o meccaniche.

(72)

Computational Biomechanics

Poter predire il comportamento di parti del corpo umano sotto particolari condizioni cinematiche o meccaniche costituisce un grande ausilio per la comprensione di molti fenomeni, tra cui la ricostruzione di incidenti stradali o del lavoro.

(73)

Computational Biomechanics

Le Computational Biomechanics servono in tutti i casi in cui si desidera verificare la congruenza tra premesse cinematiche di un evento e conseguenze traumatologiche ma vengono usate soprattutto per la progettazione in generale e dei dispositivi di sicurezza in particolare.

(74)

Computational Biomechanics

Una Computational Biomechanics

richiede – prima di tutto - che venga

predisposto un modello cioè un insieme di dati che descrivono la geometria, le dimensioni, la forma, il

comportamento dei materiali

inorganici e biologici della parte oggetto di studio.

(75)

Computational Biomechanics

Il modello che viene predisposto è un modello matematico, che descrive la parte anatomica per la quale si desidera studiare

il comportamento sotto particolari condizioni.

Questo insieme di dati contiene tutte le informazioni necessarie perché il modello si comporti come la parte anatomica reale.

(76)

Computational Biomechanics

Un sofisticatissimo software è il passo immediatamente successivo perché un potente computer possa esattamente predire il comportamento di quella parte anatomica utilizzando il modello matematico relativo.

Cincinnati Engineering

(77)

Effetti lesivi

Per affrontare lo studio con premesse

scientificamente corrette - e soprattutto nel rispetto delle persone coinvolte -

l'analisi viene condotta senza trascurare nessuna grandezza significativa e – in

considerazione della complessità dello

studio - usufruendo di strumenti di calcolo adeguati.

(78)

CONCLUSIONI

• Le tecniche informatiche. Le simulazioni al calcolatore ed i processi iterativi

• La biomeccanica è l’impostazione

scientifica della dinamica degli impatti

• Le prove di crash con l’impiego di manichini e/o volontari. La

determinazione dei limiti di non-danno nel caso generale e l’influenza delle

caratteristiche costituzionali sulle sollecitazioni

(79)

• Le informazioni e la letteratura

disponibile per gli impatti alle basse

velocità e la determinazione della fascia di certo non – danno

• Ampliamento della banca dati per le correlazioni tra deformazioni delle strutture ed energia associata

(80)

La metodologia Computational Biomechanics, infine consente lo studio dell’intero scenario in funzione dell’evoluzione temporale del fenomeno dell’impatto, determinando i valori di ciascuna variabile di interesse.

Essa è al momento la sola metodologia capace di stabilire, compiutamente e con rigore scientifico, la

congruenza tra premesse meccaniche e conseguenti lesioni traumatiche prodottesi a carico

delle persone coinvolte.

(81)

Altro aspetto essenziale è la trattazione fortemente

specialistica ed interdisciplinare di questi casi, che necessita delle professionalità sia di ingegneri strutturisti sia di medici

traumatologi, entrambi esperti

di biomeccanica.

(82)

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