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Ricerca Operativa

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Academic year: 2021

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Testo completo

(1)

Claudio Arbib

Università dell’Aquila

Ricerca Operativa

Poliedri:

vertici e punti estremi

(2)

Sommario

• Poliedri

• Diseguaglianze valide

– Definizioni: iperpiani di supporto, facce, vertici, spigoli – Esempi

• Insiemi convessi, poliedri e punti estremi

• Vertici e punti estremi

(3)

Poliedri

Definizione:

Siano a ∈ IR

n

, b ∈ IR. L’insieme

H = {x ∈ IR

n

: ax = b} ⊆ IR

n

si dice iperpiano. L’insieme

S = {x ∈ IR

n

: ax < b} ⊆ IR

n

si dice semispazio chiuso.

Definizione:

Un poliedro convesso è l’intersezione di un numero finito m di semispazi chiusi di IR

n

.

Quindi ∀ A ∈ IR

m×n

, b ∈ IR

m

l’insieme

P(A, b) = {x ∈ IR

n

: Ax < b} ⊆ IR

n

definisce un poliedro. In particolare, ∅, H, S, IR

n

sono poliedri.

(4)

Diseguaglianze valide

Definizione:

Una diseguaglianza ax < b si dice valida per un poliedro P ⊆ IR

n

se P ⊆ {x ∈ IR

n

: ax < b}. L’insieme H = {x ∈ IR

n

: ax = b} si dice inoltre iperpiano di supporto di P.

Esempio:

Sia P definito dalle disequazioni x

1

> 0, x

2

> 0, x

1

+ 2x

2

< 4

Le tre disequazioni che definiscono P sono evidentemente valide Altrettanto si può dire per la diseguaglianza 3x

1

+ 4x

2

< 12

La diseguaglianza x

1

+ x

2

< 3 non è invece valida per P

(5)

Diseguaglianze valide

Definizione:

Sia P un poliedro di IR

n

e H = {x ∈ IR

n

: ax = b} un suo

iperpiano di supporto. Allora l’insieme F = H ∩ P si dice faccia di P.

Definizione:

Sia F una faccia di un poliedro P.

Se dim(F) = 0, allora F = {v}, e il vettore v si dice vertice di P.

Se dim(F) = 1, allora F si dice spigolo di P.

Se infine dim(F) = dim(P) – 1, allora F si dice faccia massimale

di P.

(6)

3x

1

+ 2x

2

< 6 x

2

> 0

Esempi

Per ogni poliedro P ≠ IR

n

, l’insieme ∅ è una faccia di P.

Sia P definito dalle disequazioni

P

Sono facce di P: il punto (2, 0) (vertice)

le semirette {x ∈R

2

: 3x

1

+ 2x

2

= 6}

{x ∈R

2

: x

2

= 0} (facce massimali)

(7)

Insiemi convessi e punti estremi

Definizione:

Un insieme Q ⊆ IR

n

si dice convesso se comunque si prendano u, v ∈ Q ogni punto della forma αu + (1 –α)v con 0 < α < 1 appartiene ancora a Q.

Teorema:

P(A, b) è effettivamente un insieme convesso.

Dim: Au < b, Av < b ⇒ A[αu + (1–α)v] = αAu + (1–α)Av < αb + (1–α)b = b

Definizione:

Sia Q convesso. Allora x si dice punto estremo di Q se non esistono due punti distinti w, z ∈ Q diversi da x e tali che x ∈ [w, z].

Nota: se Q non è convesso cosa accade?

w u z

(8)

Poliedri e punti estremi

Sia P = P(A, b) ⊆ IR

n

, e sia a

i

l’i-esima riga di A.

Dato u ∈ P, alcune delle disequazioni di P saranno soddisfatte da u con il segno “<“, altre con il segno “=“.

Sia I(u) l’insieme degli indici di riga per i quali si ha a

i

u = b

i

. Sia infine A

I

(sia b

I

) la sottomatrice di A (di b) contenente le righe con indici in I(u).

Teorema:

Il punto u è estremo per P se e solo se rg(A

I

) = n.

(9)

Esempio

1 2 1 0

A = 0 1 –1 b = 3

2 0 2 4

2

u = –1 I(u) = {1, 3}

0

1 2 1 0

A

I

= 2 0 2 b

I

= 4

rg(A

I

) = 2 < 3 ⇒ u non è punto estremo di P

(10)

Poliedri e punti estremi

Dimostrazione:

(⇐) Per assurdo. Sia u estremo per P ma rg(A

I

) < n. Allora il sistema omogeneo

A

I

x = 0

ammette una soluzione non nulla x*. Poiché per def. di I(u) si ha a

i

u < b

i

i ∉ I(u)

∃ε > 0 tale che w = u + εx* e z = u – εx* sono soluzioni di a

i

x < b

i

i ∉ I(u)

e inoltre per ogni i ∈ I(u) si ha

a

i

w = a

i

u + εa

i

x* = b

i

a

i

z = a

i

u – εa

i

x* = b

i

da cui si deduce che w, z sono punti di P.

(11)

Poliedri e punti estremi

Segue dimostrazione (⇐):

Inoltre evidentemente w ≠ z, e u = ½w + ½z . Quindi u ∈ [w, z], ma allora non è punto estremo.

(⇒) Supponiamo ora che rg(A

I

) = n, ma u non sia estremo per P.

Quindi ∃ w, z ∈ P, distinti e diversi da u, tali che u ∈ (w, z), cioè

∃α strettamente compreso tra 0 e 1 tale che u = αw + (1–α)z.

Siccome w, z ∈ P, si ha Aw < b, Az < b.

Ora, se per qualche i∈I(u) si avesse a

i

w < b

i

oppure a

i

z < b

i

ne seguirebbe

a

i

u = a

i

[αw + (1–α)z] = αa

i

w + (1–α)a

i

z < b

i

contraddicendo la def. di I(u). Quindi a

i

w = b

i

e a

i

z = b

i

∀ i∈I(u).

Ma allora A

I

x = b ammetterebbe 2 soluzioni distinte,

contraddicendo l’ipotesi su rg(A

I

). fine dimostrazione

(12)

Corollari

Corollario 1:

Un punto estremo u di un poliedro P è soluzione unica del sistema A

I

x = b

I

.

Corollario 2: Un poliedro P ha un numero finito di punti estremi.

Corollario 3: Un poliedro definito da una matrice A con meno righe che colonne non possiede punti estremi.

Esempio: Il poliedro definito da

3x

1

+ 2x

2

< 6

non ha punti

estremi

(13)

Vertici e punti estremi

Teorema : Un vettore u ∈ P è punto estremo se e solo se è un vertice di P.

Dimostrazione:

(⇐) Per assurdo. Se u è un vertice di P allora esiste un iperpiano di supporto

H = {x∈IRn

: hx < k}

tale che H ∩ P = {u}.

Se però u non è punto estremo , P contiene w e z distinti e diversi da u, ed ∃α, 0 < α < 1 tale che

u = αw + (1–α)z.

Siccome hx < k è valida per ogni punto di P e

w, z ∈ P

, deve aversi hw < k hz < k

(non vale il segno “=“ perché H ∩ P = {u}, quindi w, z ∉ H).

Combinando con coefficienti α e (1–α) si ha

hu = h[αw + (1–α)z] = αhw + (1–α)hz < k

che contraddice l’appartenenza di u a H.

(14)

Vertici e punti estremi

Segue dimostrazione:

(⇒) Sia ora u punto estremo di P. Mostriamo che esiste un iperpiano di supporto H che con P ha in comune solo u.

Definiamo

H = {x ∈ IRn

: hx = k}

con h = Σ

i∈I(u)

a

i

, k = Σ

i∈I(u)bi

.

Chiaramente, hx < k è valida per P (somma delle righe).

Inoltre hu = k, dunque

H ∩ P ⊇ {u}

.

Facciamo vedere che u è l’unico elemento di H ∩ P.

(15)

Vertici e punti estremi

Segue dimostrazione (⇒):

Sia y ∈ H ∩ P. Si ha allora

a

i

y < b

i

per ogni i ∈ I(u) (in quanto y ∈ P)

hy = k (in quanto y ∈ H)

Dalla prima si ha b

i

– a

i

y > 0. Dalla seconda Σ

i∈I(u)

[b

i

– a

i

y] = 0.

Poiché la somma di quantità non negative è nulla se tutte le quantità sono nulle, si ricava b

i

– a

i

y = 0 per ogni i ∈ I(u).

Quindi y è soluzione di

A

I

y = b

I

ma per il Corollario 1 poiché u è punto estremo, esso è anche l’unica soluzione di questo sistema.

Quindi H ∩ P = {u}.

fine dimostrazione

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