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4 L’ UTILIZZO DEI SISTEMI DI TESORERIA CENTRALIZZATA DEL TIPO “CASH POOLING” NELLA REALTA’ ITALIANA:

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4 L’ UTILIZZO DEI SISTEMI DI TESORERIA CENTRALIZZATA DEL TIPO

“CASH POOLING” NELLA REALTA’ ITALIANA:

UN’ INDAGINE COMPARATIVA SULLE INFORMAZIONI FORNITE NELLA RELAZIONE FINANZIARIA ANNUALE DA UN CAMPIONE DI GRUPPI AZIENDALI ITALIANI.

4.1 Introduzione

Partendo da un punto di vista più ampio, prima di intraprendere la ricerca delle informazioni fornite dal campione di gruppi italiani sottoposto a indagine, per riuscire a inquadrare e quantificare l’effettiva applicazione di tale strumento a livello mondiale, usufruiamo dei dati forniti dalle ricerche di JP Morgan Asset Management1 e PricewaterhouseCoopers (PWC)2. Partendo dalla ricerca della PWC (Global Treasury Survey 2014) nella quale sono state analizzate 585 risposte, provenienti da 330 multinazionali partecipanti (il 12% rappresentato da gruppi italiani), si mettono subito a fuoco i principali cambiamenti e le priorità nell’area finanza e tesoreria, derivanti dall’impatto prodotto dalla crisi finanziaria globale e dal rallentamento dell’economia reale. L’indagine globale svolta da PWC vuol riassumere attraverso i risultati del sondaggio come i team di tesoreria delle aziende partecipanti hanno risposto alla crisi finanziaria in atto e come queste ultime possono uscire più forti da questa esperienza.

Estrapolando i dati per noi significativi, risulta che tra le attuali priorità della tesoreria il “cash

management” si trova, come mai prima d’ora ai primi posti, in quanto l’investimento nel

re-design e nell’implementazione di più efficienti strutture di cash management permette una maggiore disponibilità di risorse finanziarie da poter investire nel business, riducendo quindi il ricorso a fonti esterne. In situazioni di crisi di liquidità, come quella attuale, migliorare la visibilità ed il controllo della posizione di cassa diventa di importanza fondamentale.

La tendenza in atto è quella di ottimizzare la gestione della liquidità, attraverso l’utilizzo di strutture globali che consentano la centralizzazione dei flussi finanziari come si può notare dalla figura 18. A prescindere dal tipo e dalla struttura di cash pooling adottata si evidenzia un incremento (circa 8%) dell’utilizzo di tale strumento in risposta alla situazione di crisi vissuta dalle aziende rispondenti alla ricerca di PWC.

1

JP Morgan Asset Management “Global Liquidity Investment Survey 2014”, fonte: https://www.jpmgloballiquidity.com

2

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Figura 18 - Sistemi di gestione della liquidità

Fonte: PwC Global Treasury survey 2014.

Focalizzando la nostra attenzione sul nostro paese, si nota da un lato che le tecniche di cash management appaiono meno diffuse rispetto allo scenario europeo ( figura 19), dall’altro lato si nota invece che il nostro paese risulta tra i primi riguardo a incremento di strutture di gestione della liquidità in risposta al periodo di crisi.

Ciò che si evidenzia dai dati della ricerca effettuata da PWC è in definitiva la richiesta da parte delle imprese dell’implementazione di soluzioni di gestione della liquidità aziendale sempre più sofisticate ed integrate in modo da poter migliorare il controllo della posizione di cassa.

Figura 19 – Strutture di gestione della liquidità suddivise per nazione

Fonte: PwC Global Treasury survey 2014.

I dati forniti dalla ricerca effettuata invece da JP Morgan Asset Management (Global Liquidity Investment Survey 2014) provengono anch’essi dalle risposte di più di 400 tesorieri

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di tutto il mondo, i quali rispondo e forniscono i loro pareri in merito ai processi di gestione della liquidità adottati. Anche in questo caso, estrapolando i dati della ricerca che interessano questo elaborato, ci concentriamo in particolare sulle risposte fornite in merito alle tecniche utilizzate in ambito di “cash concentration”.

Da quanto emerge dalla ricerca, alla domanda “quale struttura di cash concentration avete implementato?” le tecniche maggiormente utilizzate risultano essere lo Zero Balance cash

pooling e il Target Balance cash pooling, anche se l’utilizzo di queste ultime due risulta

diminuito rispetto agli anni precedenti, in particolare si evidenzia un utilizzo intorno al 46% nell’anno 2010 (picco massimo) rispetto a quello attuale che si aggira intorno al 34%, in proporzione si registra invece un incremento dell’utilizzo contemporaneo da parte delle aziende di entrambe le tecniche di pooling, Zero/Target e Notional passato dal 26% nel 2010 al 30% attuale.

Figura 20 – Strutture di cash concentration utilizzate dalle tesorerie rispondenti

Fonte: JP Morgan Asset Management (Global Liquidity Investment Survey 2014)

Mentre l’utilizzo singolo delle tecniche di “pooling virtuale” si attesta intorno al 13%.

Approfondendo l’analisi, si nota che i tesorieri europei sono più propensi ad utilizzare sia tecniche di pooling effettivo, sia tecniche di pooling virtuale rispetto ai loro colleghi del resto del mondo (figura 21).

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Fonte: JP Morgan Asset Management (Global Liquidity Investment Survey 2014)

La decisione in merito all’implementazione del solo Notional cash pooling rispetto ad un utilizzo contemporaneo di entrambe le tecniche (effective e notional) è presa in funzione di alcuni driver che emergono dalle risposte dei tesorieri intervistati, principale driver di tale scelta risulta essere la volontà di far mantenere il controllo locale della tesoreria e la maggior trasparenza alle singole subsidiaries, quanto detto è capitanato dai tesorieri europei, per i quali mantenere il controllo locale rappresenta il driver principale (66%).

4.2 La ricerca di informazioni sul sistema di Cash Pooling nei prospetti di

bilancio

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Prima ancora di andare a ricercare nei prospetti contabili forniti dai gruppi indagati le

informazioni riguardanti il cash pooling, è opportuno fare chiarezza su alcuni aspetti.

Innanzitutto si vuol indagare sull’esistenza o meno di un’ informazione di tipo obbligatorio da presentare nel bilancio in merito allo strumento del cash pooling e sulle possibili modalità

di classificazione in bilancio degli importi derivanti dall’applicazione di tale strumento.

Riguardo al contesto italiano, come già descritto nel paragrafo 3.4.1, principio contabile di riferimento risulta essere l’OIC 14- “Disponibilità liquide”, il quale ha lo scopo di disciplinare i criteri per la rilevazione, classificazione e valutazione delle disponibilità liquide nonché le informazioni da presentare nella nota integrativa.

Nel quadro di una revisione complessiva del corpus dei principi contabili nazionali si è ritenuto che il principio OIC 14 fosse la sede più appropriata per introdurre una disciplina

organica del cash pooling. La versione aggiornata deve essere applicata ai bilanci chiusi a

partire dal 31 Dicembre 2014.

In particolare, il principio prevede che nel bilancio delle singole società partecipanti al cash pooling la quota di pertinenza di ciascuna società del saldo del conto corrente comune si classificata tra i crediti (o i debiti, a seconda del caso) verso la società gestrice (controllata, controllante, collegata, ecc), e che nel bilancio della società gestrice, la classificazione del suo saldo sia simmetrica rispetto a quanto rilevato dalle altre società partecipanti al cash pooling.3 L’importo della quota di pertinenza di ciascuna società partecipante al pooling non deve essere quindi iscritto tra la disponibilità liquide, ma classificato secondo le modalità previste dagli OIC 15- “Crediti” e OIC 19- “Debiti”.

Trattandosi di operazioni con parti correlate, la Nota integrativa contiene le relative informazioni, come prevede il n. 22-bis dell'articolo 2427 del Codice civile. Ai sensi di tale articolo, il nuovo OIC 14 specifica che:

“In Nota integrativa devono essere riportate le informazioni relative all’utilizzo di eventuali sistemi di cash pooling e, comunque, se rilevante, ogni tipo di rapporto ove sono coinvolte imprese controllate, collegate, controllanti e quelle sottoposte al controllo di queste ultime, nonché, se diverse, imprese che rientrano sotto la stessa attività di direzione e coordinamento».

3

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Il principio OIC 14 indica quindi come classificare nello Stato patrimoniale gli importi derivanti dall’attività di cash pooling e, sostanzialmente, l’unica obbligatorietà informativa che impone è quella di indicare in nota integrativa l’utilizzo di eventuali sistemi di cash pooling, se rilevanti. Per individuare riferimenti specifici al cash pooling, il documento cardine sul quale indagare è quindi la Nota integrativa, in quanto nello Stato patrimoniale e nel Conto Economico gli importi derivanti dall’attività di cash pooling saranno ricondotti generalmente sotto le voci “Crediti/Debiti verso controllate/collagate/controllanti” per quanto riguarda l’attivo e il passivo corrente e “Oneri/Proventi finanziari da controllate/collegate/controllanti” per quanto riguarda le componenti negative e positive di reddito. Ci potranno poi essere altre voci interessate del conto economico, eventuali commissioni per la tenuta del sistema ad esempio ricadranno nel quadro B) “Altri oneri e spese”.

Non ci possiamo però limitare ai dettami del Codice Civile e dei Principi contabili nazionali, in quanto tale sistema di gestione della tesoreria risulta adottato principalmente, se non esclusivamente, da multinazionali e grandi gruppi aziendali, i quali redigono il bilancio consolidato e d’esercizio secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS.

Si ricorda che gli IAS/IFRS sono principi contabili approvati dall’International Accounting Standard Board (IASB), adottati ai sensi del regolamento (CE) n. 1606/2002. L’applicazione dei principi contabili internazionali in ambito europeo è volta ad armonizzare l’informativa finanziaria presentata dalle società, garantendo un maggior livello di trasparenza e comparabilità dei bilanci.

Sul piano nazionale, i principi contabili internazionali sono stati recepiti nel nostro ordinamento con il D.Lgs. n. 38/2005, il provvedimento, in particolare, ha distinto tra soggetti obbligati a redigere il bilancio d’esercizio e consolidato sulla base dei principi contabili internazionali e soggetti cui è attribuita la facoltà di applicare gli IAS/IFRS per la redazione del bilancio.

Più precisamente, l’applicazione dei principi contabili internazionali è obbligatoria per i seguenti soggetti:

- Società quotate;

- Società aventi strumenti finanziari diffusi tra il pubblico;

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- Società finanziarie capogruppo dei gruppi bancari;

- Società di intermediazione mobiliare (SIM) e capogruppo dei gruppi di SIM; - Società di gestione del risparmio (SGR);

- Intermediari finanziari disciplinati dal TUB;

- Istituti di moneta elettronica (IMEL) e di pagamento.

Per le imprese di assicurazione l’obbligo è limitato alle sole società emittenti strumenti finanziari quotati e che non redigono il bilancio consolidato.

L’applicazione degli IAS/IFRS è invece possibile, su base facoltativa, per le società incluse in un bilancio consolidato redatto secondo tali principi, nonché per le società che redigono il bilancio consolidato. Sono invece escluse dall’applicazione degli IAS/IFRS le società di capitali ammesse alla redazione del bilancio in forma abbreviata (ex. art. 2435-bis c.c.), le società di persone e le imprese individuali.

Inoltre un intervento recente, previsto all’art. 20, comma 2, D.L. n. 91/2014, è teso a consentire l’utilizzo dei principi contabili internazionali da parte delle “società chiuse”, ossia le società che non fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, con la conseguenza che tali principi saranno applicabili in via facoltativa da parte di tutti i soggetti, con la sola esclusione di quelli che possono redigere il bilancio in forma abbreviata.

La ricerca quindi, verte adesso sui principi contabili IAS/IFRS.

Analizzando i principi contabili internazionali IAS/IFRS partiamo col dire innanzitutto che rispetto ai principi contabili nazionali non troviamo nessun riferimento specifico allo strumento “cash pooling”.

Scorrendo però tali principi, è possibile sicuramente individuarne alcuni “interessati” da tale tipo di sistema di gestione della tesoreria, ad esempio:

IAS 1- Presentazione del bilancio IAS 7 – Rendiconto Finanziario

IAS 24 – Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate

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IFRS 74- Strumenti finanziari: informazioni integrative

Partendo dal principio contabile IAS 1- “Presentazione del bilancio”, vediamo che un bilancio redatto in conformità ai principi contabili internazionali IAS/IFRS si compone delle seguenti parti :

• Stato Patrimoniale,

• Conto Economico;

• Prospetto riepilogativo dei movimenti di patrimonio netto e dei movimenti di patrimonio netto diversi da quelli derivanti da operazioni con gli azionisti e dalle distribuzioni agli azionisti;

• Rendiconto finanziario;

• Note esplicative.

In prima analisi, rispetto alla prassi contabile italiana, può riscontrarsi quindi un evidente differenza, l’obbligo di presentare il Rendiconto finanziario, l’OIC infatti ne raccomanda fortemente la redazione, ma non ne prevede l’obbligatorietà.

Quest’ ultimo viene disciplinato, come già accennato, dallo IAS 7, ed ha lo scopo di presentare le variazioni dei «flussi finanziari» avvenute nel corso dell’esercizio. Per «flussi finanziari» s’intendono «le entrate e le uscite di disponibilità liquide e mezzi equivalenti». Tali flussi devono essere presentati distintamente nel rendiconto finanziario a seconda che derivino dall’attività operativa, di investimento e finanziaria.

Da segnalare che, rispetto al principio contabile nazionale OIC 14, il principio IAS 7 presenta alcune differenze sostanziali in merito alla definizione e alla classificazione delle disponibilità liquide, il primo, come visto in precedenza, non ammette la classificazione del conto corrente comune (pool account) tra le disponibilità liquide, mentre per quanto riguarda il secondo, sembra esserci una parziale apertura in tal senso.

Anche pur non disciplinando direttamente la classificazione degli importi derivanti dall’adozione del sistema “cash pooling”, l’interpretazione del principio IAS 7 apre un dibattito incentrato sulla possibilità o meno di classificare tali importi tra le “Disponibilità

liquide e mezzi equivalenti”.

4I criteri contenuti nel presente IFRS integrano i criteri per la rilevazione, la valutazione e l’esposizione nel bilancio delle attività e delle passività finanziarie contenuti nello IAS 32 e nello IAS 39 – Strumenti finanziari: rilevazione e valutazione.

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Per avere chiarimenti, ci serviamo di alcuni documenti pubblicati da due tra le più importanti società di revisione a livello mondiale, Deloitte & Touche5 e BDO6, le quali, sull’argomento in questione si esprimono nei seguenti termini:

“In circostanze in cui un' impresa appartenente ad un gruppo effettua depositi o prelievi di fondi dal conto corrente in pool, questo darà luogo a saldi infragruppo. Questi depositi o prelievi verranno classificati rispettivamente come attività di investimento o di

finanziamento.7

La domanda che ci poniamo è se sia opportuno o meno, nel bilancio separato di un'impresa che ha disponibilità liquide depositate presso il conto corrente comune detenuto dalla società pooler, rappresentare tali importi tra le disponibilità liquide e mezzi equivalenti nel suo rendiconto finanziario.

Molti considerano che la classificazione di tali importi tra le disponibilità liquide e mezzi equivalenti sia inadeguata , sulla base del fatto che:

• Il concetto di denaro è limitato agli importi che sono detenuti da istituti finanziari indipendenti e sono soggetti ad protezione dai requisiti normativi imposti a tali istituzioni finanziarie;

• I depositi presso le entità del gruppo sono soggette a rischi intrinseci che non sono di solito associati con depositi in contanti;

• Tutte le entità del gruppo sono controllate da un ente controllante, il che significa che è difficile concludere che una entità di gruppo possa richiedere il recupero dei depositi, indipendentemente dal fatto che la controllante sia d'accordo o meno al rimborso;

• In molti casi, i fondi sono trasferiti all'ente tesoriere per periodi non specificati e indeterminati;

5

Deloitte & Touche, “Accounting News September 2014 Deloitte CZ”, (http://www2.deloitte.com)

6 BDO, “IFRS in practice, IAS 7 statement of cash flows”, (www.bdointernational.com

)

7

Le attività di investimento: Comprendono tutti i flussi di cassa (incassi e pagamenti) per l’acquisizione di attività di investimento dalle quali si attendono futuri flussi di redditi e di cassa, per le imprese non finanziarie sono attività di investimento i prestiti concessi e i relativi rimborsi. Le attività di finanziamento: comprendono i flussi riguardanti il finanziamento dell’impresa (aumenti di capitale a pagamento, acquisti di azioni proprie, flussi in entrata dall’accensione di prestiti di ogni tipo, rimborsi dei prestiti).

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A nostro avviso, è molto improbabile il fatto che le disponibilità liquide depositate dalle imprese di un gruppo verso la tesoreria di gruppo siano classificati come disponibilità liquide e mezzi equivalenti.

Tuttavia è possibile che questo possa essere appropriato, ma solo in casi molto rari, e limitati ai casi che comportano un combinazione di almeno i seguenti fattori:

• L'entità di tesoreria opera in conformità con severi controlli e ben definiti;

• I saldi infragruppo si comportano in modo simile ai saldi di cassa. Cioè, sono altamente liquidi , disponibili su richiesta o a breve termine ed a condizioni che sono simili a quelle che sarebbero attesi se i depositi sono stati effettuati presso un istituto finanziario terzo indipendente;

• Il gruppo mantiene saldi di cassa collettivi ( o ha accesso a denaro contante tramite linee di credito ) per soddisfare la domanda delle controllate che hanno depositato i fondi in eccesso con l'entità di tesoreria.

Anche se queste caratteristiche fossero soddisfatte, non è chiaro tuttavia come un’impresa possa sostenere, singolarmente, di avere il controllo sull’eventuale rimborso delle disponibilità liquide e mezzi equivalenti da una società tesoriera, chiedere il rimborso sembrerebbe contrario alla policy di gruppo.

Se fossero presentati come disponibilità liquide , riteniamo comunque opportuno che questi saldi vengano classificati nello stato patrimoniale e/o nelle note al bilancio, mettendo in evidenza gli importi depositati presso un'altra entità del gruppo. Potrebbe anche essere opportuno includere ulteriori informazioni sugli accordi di cash pooling di gruppo che sono rilevanti per gli utilizzatori del bilancio a loro comprensione della situazione finanziaria e di liquidità dell'ente.”

Quanto appena detto deriva da un documento BDO, Deloitte & Touche invece si esprime in questi termini sull’argomento:

“ Nella grande maggioranza dei casi, gli accordi di gruppo saranno fissati in modo tale che il cash pooling effettivo di fatto rappresenti un finanziamento infragruppo e quindi l'account di cash-pooling non verrà riportato come parte di "conti correnti bancari " o "finanziamenti bancari a breve termine", ma come componente di crediti o debiti intercompany, quindi alle voci di Stato patrimoniale C.III.2 “Crediti verso controllata/controllante” o B.III.2 “Debiti verso controllate/controllanti”. Analogamente, nel rendiconto finanziario, se la società non ha la capacità di gestire il finanziamento sul conto di cash pooling, quindi non assume la

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funzione di pooler, l’account non cash pooling non sarà incluso nelle disponibilità liquide, ma piuttosto come parte del “flusso di cassa da attività finanziarie”.

Il contenuto di questi due documenti ci permette di comprendere come vengono classificati nella prassi contabile internazionale gli importi derivanti dall’attività di cash pooling, sia per quanto riguarda la società tesoriera, sia per quanto riguarda le società consociate, ma soprattutto ci indirizza nella nostra ricerca di informazioni in merito al cash pooling. Documento da analizzare risulta essere quindi anche il Rendiconto finanziario, vista la sua obbligatorietà in conformità ai principi contabili internazionali.

Per quanto riguarda le “disclosures” di nostro interesse, quindi l’informativa che la società è tenuta a dare in merito al prospetto di rendiconto finanziario, risulta obbligatorio dare informazioni su (IAS 7):

• Composizione “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti” e riconciliazione con stato patrimoniale, l’impresa deve quindi indicare le componenti della risorsa finanziaria di riferimento e deve effettuare una riconciliazione8 di tali componenti con i valori di bilancio;

• Indicazione della parte di “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti” soggetta a vincoli di disponibilità, in caso di gruppo di imprese quindi la capogruppo deve indicare la consistenza di eventuali saldi significativi di disponibilità liquide ed equivalenti detenute da controllate, che, a causa di restrizioni valutarie o altro, non sono liberamente disponibili.

• L’impresa deve indicare il principio9 adottato nel determinare la composizione delle “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti”.

Quest’ informativa, presente nelle Note esplicative allegate al bilancio, inerente alla composizione della voce “Disponibilità liquide e mezzi equivalenti”, ci permetterà quindi di capire se gli importi derivanti dal cash pooling sono classificati o meno sotto tale voce.

8

La necessità di riconciliare il rendiconto finanziario con lo stato patrimoniale nasce dall’esigenza di dare una dimostrazione della corretta elaborazione del prospetto che, come noto, si costruisce con metodologia extracontabile. Il lettore del bilancio deve essere sicuro che i dati accolti nel rendiconto corrispondano a quelli presenti nelle altre tavole di sintesi.

9 La necessità di indicare e spiegare il principio contabile in base al quale si sono composte le disponibilità liquide, come precisa lo stesso IAS, nasce dalla considerazione che l’elevata quantità di procedure di gestione della liquidità e di strumenti bancari utilizzati nel mondo obbliga a chiarire il confine esistente tra tale gestione e quella di investimento finanziario e/o di finanziamento.

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Come già detto in precedenza, nella maggior parte dei casi, gli accordi di cash pooling sono strutturati in modo tale da risultare di fatto come finanziamenti infragruppo, ne deriva che gli importi depositati e prelevati dal c/c in pool nel bilancio potranno risultare come crediti/debiti intercompany.

Per quanto riguarda i crediti e i debiti, nel modello IAS/IFRS non troviamo un principio contabile specifico atto a disciplinarli, o a suddividerli per natura, ma rientrano nella categoria “Strumenti finanziari”.

Nello IAS 32 lo “Strumento finanziario” viene definito infatti come qualsiasi contratto che da origine ad attività/passività finanziarie o se strumento rappresentativo del PN di un altra impresa (partecipazioni).

Risultano quindi Attività finanziarie:

• Disponibilità liquide;

• Diritto contrattuale a ricevere disponibilità liquide o un’altra attività finanziaria

• Diritto contrattuale a scambiare strumenti finanziari a condizioni potenzialmente favorevoli;

• Strumenti rappresentativi del patrimonio netto di un’altra impresa (partecipazioni).

Passività finanziarie rappresentano invece qualsiasi obbligazione contrattuale a: • Consegnare disponibilità liquide o altra attività finanziaria;

• Scambiare strumenti finanziari con un’altra impresa a condizioni potenzialmente sfavorevoli.

Per quanto riguarda le informazioni da fornire in merito agli strumenti finanziari andiamo a vedere le disposizioni dei principi IAS 32 e l’IFRS 7.

Nello IAS 32, i paragrafi dal 51-95 inerenti le “informazioni integrative” sono stati eliminati dal regolamento CE n° 108/2006 (IFRS 7), quest’ultimo dai paragrafi 31 fino a 35, disciplina le informazioni che la società è tenuta a dare in merito alla “natura ed entità dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari”.

Riportando sinteticamente quanto evidenziato da tali paragrafi, emerge che la società è tenuta a fornire informazioni che consentano agli utilizzatori del bilancio di valutare la natura e l’entità dei rischi derivanti dagli strumenti finanziari ai quali l’impresa è esposta alla data di riferimento del bilancio.

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Le informazioni richieste riguardano i rischi derivanti dagli strumenti finanziari e il modo in cui sono gestiti. Si tratta di norma, ma non unicamente, del “rischio di credito”, del “rischio

di liquidità” e del “rischio di mercato”.

La società è tenuta quindi a fornire informazioni qualitative e quantitative. Per quanto riguarda le prime, deve indicare per ogni tipo di rischio le esposizioni al rischio e in che modo sono generate, oltre agli obiettivi, le procedure e i processi di gestione dei rischi finanziari e i metodi utilizzati per valutarli

.

Mentre per quanto riguarda le informazioni quantitative, deve indicare per ogni tipo di rischio derivante dagli strumenti finanziari, dati quantitativi sintetici sull’esposizione al rischio alla data di riferimento del bilancio. Se i dati quantitativi forniti alla data di riferimento del bilancio non sono rappresentativi dell’esposizione al rischio dell’entità nel corso dell’esercizio, l’entità fornisce ulteriori informazioni che siano rappresentative. Possiamo quindi andare a ricercare se nelle Note esplicative allegate al bilancio vi sono eventuali informazioni quantitative e qualitative in merito all’adozione del sistema cash pooling come strumento di contrasto ai principali rischi cui una società è esposta.

Per quanto riguarda la classificazione delle poste patrimoniali di nostro interesse, ovvero “disponibilità liquide e mezzi equivalenti”, “crediti verso controllate/controllanti” e “debiti

verso controllate/controllanti”, principio contabile di riferimento risulta essere lo IAS

1-“Presentazione del bilancio”.

Tali voci, indagate per verificare la presenza o meno di importi derivanti dall’applicazione del cash pooling, rientrano nelle Attività e Passività correnti (si anticipa che le poste patrimoniali delle società capogruppo oggetto della nostra indagine applicano tutte le distinzione tra attività /passività correnti/non correnti, e non in ordine al grado di liquidità, questo chiaramente perché producono beni o forniscono servizi nell’ambito di un ciclo operativo chiaramente identificato).

Lo IAS 1 non prevede una struttura rigida dello schema di stato patrimoniale. Tuttavia, la sua struttura si caratterizza per essere nel contempo obbligatoria e flessibile (mandatory flexible format). Obbligatoria, in quanto è previsto comunque un “contenuto minimo”( IAS 1 paragrafo 66):

a) Immobili, impianti e macchinari b) Investimenti immobiliari

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d) Attività finanziarie [esclusi i valori esposti in e), h) e i)] e) Partecipazioni valutate con il metodo del patrimonio netto f) Attività biologiche

g) Rimanenze

h) Crediti commerciali e altri crediti i) Disponibilità liquide e mezzi equivalenti j) Debiti commerciali e altri debiti

k) Fondi

l) Passività finanziarie [esclusi i valori esposti in j) e k)] m) Passività ed attività per imposte correnti

n) Passività ed attività per imposte differite

o) Interessi di minoranza (quote di pertinenza di terzi presenti nel patrimonio netto) p) Capitale emesso e riserve attribuibili ai possessori di capitale proprio della controllante.

Il contenuto minimo rappresenta le voci che, vista la loro diversità per natura o destinazione, debbono rappresentarsi distintamente, ma la sua struttura flessibile (è rimessa alla discrezionalità del redattore del bilancio la possibilità di effettuare delle aggiunte) permette di rappresentare anche voci addizionali, intestazioni e risultati parziali, quando un principio contabile internazionale lo richiede, o quando è necessario per rappresentare fedelmente la situazione patrimoniale -finanziaria dell’impresa.

Tale maggior dettaglio può essere offerto direttamente nello Stato Patrimoniale o nelle Note esplicative.

Dal paragrafo 66 al 74 viene specificato infatti che:

- I crediti devono essere disaggregati tra importi per crediti commerciali, da altre società del gruppo, crediti da parti correlate, anticipi e altri crediti;

Quindi gli importi pagabili a (o incassabili da) società controllante, controllate e collegate e altre parti correlate devono essere evidenziati distintamente. Tale disaggregazione ci permette così di indagare direttamente nello SP o nelle Note esplicative se vi sono importi derivanti dall’attività di cash pooling (generalmente, le società evidenziano tali importi nella note esplicative avvalendosi anche di un contenuto descrittivo).

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Per quanto riguarda le voci del conto economico interessate, iniziamo col dire che lo IAS 1 così come per lo stato patrimoniale, non prevede uno schema rigido secondo cui presentare le poste del conto economico. Ciononostante, si uniscono a quest’estrema flessibilità elementi obbligatori che limitano la portata discrezionalità del redattore del bilancio.

Come minimo, il prospetto di conto economico (forma scalare) deve includere le voci rappresentative dei seguenti valori:

a) Ricavi

b) Oneri finanziari;

c) Quota dell’utile o perdita di collegate e joint venture contabilizzata con il metodo del patrimonio netto;

d) Oneri tributari;

e) Un unico importo comprendente il totale:

della plusvalenza o minusvalenza, al netto degli oneri fiscali, delle attività operative cessate, e della plusvalenza o minusvalenza, al netto degli effetti fiscali, rilevata a seguito della valutazione al fair value (valore equo) al netto dei costi di vendita, o della dismissione delle attività o del(i) gruppo(i) in dismissione che costituiscono l’attività operativa cessata

f) Utile (perdita) d’esercizio;

g) Ciascuna voce del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo classificato per natura [esclusi i valori esposti in (h)];

h) Quota delle voci del prospetto delle altre componenti di conto economico complessivo di collegate e joint venture contabilizzata con il metodo del patrimonio netto; e

i) Totale conto economico complessivo.

Per la nostra ricerca è necessario indagare sulla composizione della voce “Oneri/ proventi finanziari”, ciò è possibile poiché, spesso, nelle Note esplicative al bilancio, vengono riportate scomposizioni delle suddetta voce obbligatoria, sia schematiche che descrittive, che permettono di correlarli alla tipologia di finanziamento/investimento.

Ultimo principio contabile che interessa la nostra ricerca di possibili informazioni inerenti il sistema cash pooling , ma non meno significativo, è certamente lo IAS 24- “Informativa di

bilancio sulle operazioni con parti correlate”.

Questo in quanto la finalità di tale principio è di assicurare che il bilancio di una società contenga le informazioni integrative necessarie a evidenziare la possibilità che la sua situazione patrimoniale -finanziaria ed il suo risultato economico possano essere stati

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influenzati dall’esistenza di parti correlate e da operazioni e saldi in essere con tali parti, inclusi gli impegni.

Per tali ragioni, la conoscenza delle operazioni, dei saldi in essere, inclusi gli impegni, e dei rapporti di un’entità con delle parti correlate può incidere sulla valutazione delle sue attività da parte degli utilizzatori del bilancio, oltre che sulla valutazione dei rischi e delle opportunità a cui l’entità va incontro.

Un’operazione con una parte correlata viene definita dal principio come un trasferimento di risorse, servizi o obbligazioni tra un’entità che redige il bilancio e una parte correlata, indipendentemente dal fatto che sia stato pattuito un corrispettivo.

Se un’entità ha effettuato operazioni con parti correlate nei periodi di riferimento del bilancio, essa deve indicare la natura del rapporto con la parte correlata, oltre a fornire informazioni su tali operazioni e sui saldi in essere, inclusi gli impegni, necessarie agli utilizzatori del bilancio per comprendere i potenziali effetti di tale rapporto sul bilancio.

Tali informazioni devono almeno includere: a) L’ammontare delle operazioni

b) l’ammontare dei saldi in essere, inclusi gli impegni, e: i) le loro condizioni ed i termini contrattuali, incluse eventuali garanzie esistenti e la natura del corrispettivo da riconoscere al momento del regolamento; ii) dettagli di qualsiasi garanzia fornita o ricevuta

c) accantonamenti per crediti dubbi relativi all’ammontare dei saldi in essere d) la perdita rilevata nell’esercizio, relativa ai crediti inesigibili o dubbi dovuti da parti

correlate.

La classificazione degli importi dovuti da e a parti correlate, nelle diverse categorie rappresenta un’estensione della disposizione sull’informativa da fornire di cui allo IAS 1-“Presentazione del bilancio” in merito alle informazioni da presentare nel prospetto della situazione patrimoniale -finanziaria o nelle note. Le categorie sono state ampliate per fornire un’analisi più esauriente dei saldi in essere con parti correlate e sono applicate alle operazioni con parti correlate

.

Di seguito si riportano degli esempi di operazioni delle quali è data informativa se effettuate con parti correlate:

a) Acquisti o vendite di beni (finiti e semilavorati) b) Acquisti o vendite di immobili e altre attività c) Prestazione o ottenimento di servizi

d) Leasing

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f) Trasferimenti a titolo di licenza

g) Trasferimenti a titolo di finanziamento (inclusi i prestiti e gli apporti di capitale in denaro o in natura)

h) Clausole di garanzia o pegno

i) Impegni ad intervenire se si verifica o meno un particolare evento futuro, inclusi i contratti esecutivi (rilevati e non rilevati)

j) Estinzione di passività per conto dell’entità ovvero da parte dell’entità per conto di quella parte correlata.

Anche in questo caso le note esplicative allegate al bilancio saranno il documento su cui verte la nostra indagine, in quanto potrebbero contenere informazioni sull’ utilizzo del sistema cash pooling.

Quindi, prima di iniziare la ricerca di informazioni inerenti al cash pooling nei prospetti contabili dei gruppi oggetto della nostra indagine, possiamo sommariamente concludere che nei principi contabili internazionali IAS/IFRS non sono presenti riferimenti specifici a tale sistema di gestione della tesoreria, ma vi sono due casi in cui la società capogruppo( o altra

società consociata) è obbligata a dare informazione in bilancio sull’utilizzo di tale sistema:

1) Se la società capogruppo (o altra società consociata) ricopre il ruolo di società tesoriera e ricorrono tutte le condizioni necessarie per classificare il conto corrente comune (pool account) tra le disponibilità liquide, nelle note esplicative al bilancio sarà obbligata a dare informazione sulla composizione della voce “Disponibilità

Liquide e mezzi equivalenti”, infatti l’impresa deve indicare i componenti delle

disponibilità liquide e dei mezzi equivalenti e deve presentare una riconciliazione dei valori del suo rendiconto finanziario con le voci equivalenti esposte nello stato patrimoniale(IAS 7, par. 45), indirettamente ne deriva che ci sarà l’obbligo per la società di comunicare la parte delle disponibilità liquide derivante dal c/c comune.

2) Se nel gruppo è attivo un sistema di tesoreria centralizzata del tipo cash pooling, dando origine a operazioni con parti correlate tale informazione deve essere resa obbligatoriamente nelle note esplicative al bilancio, secondo quanto previsto dal principio IAS 24 – “Informativa di bilancio sulle operazioni con parti correlate”.

(18)

Le restanti informazioni individuabili nei prospetti di bilancio Stato Patrimoniale, Conto Economico, Rendiconto Finanziario e Note esplicative, se esposte, sono certamente di

carattere volontario.

4.2.1 La Relazione sulla gestione

Per quanto riguarda la Relazione sulla gestione, i principi contabili internazionali, non prevedono quest’ultima quale allegato che obbligatoriamente deve accompagnare il bilancio d’esercizio.

Lo IAS 1 si limita infatti a “incoraggiare” le società a presentare una relazione degli amministratori avente funzione e contenuto analoghi a quelli della relazione sulla gestione prevista dall’art. 2428 del Codice Civile, in quanto anch’essa è volta a illustrare principalmente la strategia economica e finanziaria dell’impresa e a dare conto dei mercati e dell’ambiente concorrenziale nei quali opera la società10.

La relazione quindi non è obbligatoria per tutte le società tenute alla presentazione del bilancio, ma caratterizza le sole realtà più strutturate, con un livello di significatività crescente al crescere delle dimensioni e del grado di apertura nei confronti del mercato.

Sotto un diverso profilo, ai gruppi di società, e ancor più ai gruppi con al loro interno società quotate nei mercati regolamentati, è imposto un obbligo di informazione maggiore, in virtù della maggiore diffusione degli interessi coinvolti11.

Questo ci riguarda da vicino, in quanto le realtà indagate in questo elaborato sono soggette all’obbligo di redazione di tale documento. Andremo così a indagare anche in tale relazione gli aspetti che maggiormente ci interessano, aspetti che ci possono dare indicazioni in merito all’ attività di cash pooling.

In particolare, tali indicazioni possono trovare accoglienza nei paragrafi dedicati a:

- I rapporti verso le imprese del gruppo(controllate, collegate e controllanti) e con parti correlate;

- Eventuali ulteriori informazioni rispetto a quelle fornite in nota integrativa su obiettivi e politiche dell’impresa in tema di assunzione, gestione e copertura dei rischi finanziari.

10 RESCIGNO P., “Trattato di diritto privato: impresa e lavoro. Volume 16.”, UTET giuridica, 2011, Torino.

11

FORNERO L., LATORRACA S., ODETTO G., “Contabilità e bilancio, guide e soluzioni”, Ipsoa, Milano,2012

(19)

Quindi la ricerca di informazioni in merito all’attività di Cash pooling verte anche su tale documento. Si ricorda che una delle conseguenze della libertà d’azione concessa dal legislatore è la redazione da parte delle imprese capogruppo di una sola relazione sulla gestione, anziché una per il bilancio d’esercizio e una per il bilancio consolidato12.

4.3 Indagine comparativa sulle informazioni fornite nella Relazione finanziaria

annuale da un campione di gruppi aziendali italiani

Grazie alla ricerca tra i principi contabili internazionali IAS/IFRS effettuata nel precedente paragrafo, mediante la quale abbiamo individuato quali sono le informazioni di tipo obbligatorio da fornire in bilancio in merito all’utilizzo di un sistema Cash Pooling, adesso è possibile affrontare in maniera più agevole il prossimo passo del presente elaborato.

Ci concentreremo adesso sull’effettuare un analisi comparativa in merito alle informazioni tipo obbligatorio e di tipo volontario, inerenti il sistema di Cash Pooling, fornite nei prospetti di bilancio di alcuni gruppi industriali privati italiani.

Per effettuare la nostra indagine ci siamo serviti delle Relazioni finanziarie Annuali di 8 gruppi, i quali dichiarano di utilizzare tale strumento di gestione accentrata di tesoreria:

Gruppo Piaggio13 Gruppo Luxottica Gruppo Brembo Gruppo Gefran14 Gruppo De’Longhi15

12 LEONCI F., ROCCA E., “Il bilancio consolidato, disciplina, tecniche di redazione e best practice”, IPSOA, Milano,2012.

13

Relazione finanziaria annuale 2014 Piaggio ( http://www.piaggiogroup.com )

14 Relazione finanziaria annuale 2014 Gefren ( http://www.gefren.com) 15

(20)

Gruppo Biesse16 Gruppo Mapei

Gruppo Saes Getters17

Ci siamo serviti quindi di grandi gruppi industriali italiani, alcuni leader mondiale del proprio settore, altri invece rappresentano comunque grandi player nei rispettivi settori di appartenenza.

La ricerca delle informazioni, contabili e non, sul cash pooling è stata effettuata sul Bilancio

separato della società capogruppo allegato al Bilancio consolidato, questo chiaramente

perché le informazioni sono presenti in maggior numero in quanto nel consolidato gli spostamenti di risorse interni al gruppo vengono elisi durante la procedure di consolidamento. Le informazioni analizzate e individuate sono state raccolte nella “griglia” rappresentata in figura 22:

16 Relazione finanziaria annuale 2014 Biesse (http:// www.biessegroup.com) 17

Relazione finanziaria annuale 2014 Saes Getters (http:// www.saesgetters.com)

INFORMAZIONE OBBLIGATORIA

PIA LUX BRE GEF DEL BS MAP SAES

NOTE

ESPLICATIVE

Operazioni con parti correlate

Capogruppo è pooler, c/c in pool

tra “Disp. Liq. e mezzi eq.” INFORMZIONE VOLONTARIA NOTE ESPLICATIVE Dettaglio su Attività Correnti (presenza info Crediti per C.P) Dettaglio su Passività Correnti (presenza info Debiti per C.P) Dettaglio su Oneri/Prov. Finanz. (presenza info. On/prov. Legati a C.P) Info aggiuntive impatto Eco-finanz. Sistema CP

(21)

Figura 22 – Griglia riassuntiva delle informazioni inerenti il Cash Pooling tratte dai bilanci separati delle società capogruppo

Come possiamo vedere, la griglia contiene nell’intestazione delle colonne gli 8 gruppi oggetto della nostra indagine, si scompone poi in due sezioni, la prima riguardante le informazioni

obbligatorie, ovvero:

a) Presenza di informazioni sul Cash pooling nelle note esplicative, al paragrafo dedicato alle “Operazioni con parti correlate”.

b) Nel caso in cui, oltre a essere la società capogruppo anche società pooler, e ricorrano le condizioni per classificare il c/c in pool tra la disponibilità liquide, data l’obbligatorietà di informazione sulla composizione della voce “Disponibilità liquide” ( come previsto dallo IAS 7), di conseguenza sarà data informazione anche sul c/c in pool.

La seconda sezione riguarda invece le informazioni volontarie, che le società comunicano attraverso i propri documenti. Anche in questo caso il Documento preso come riferimento sono le Note esplicative al Bilancio, in quanto per la caratteristica propria della sintesi dei prospetti di Stato Patrimoniale e Conto economico redatti secondo i principi contabili internazionali IAS/IFRS, per avere maggiori informazioni in merito alle voci di suddetti prospetti, vi è la necessità di analizzare i paragrafi della Nota Integrativa. Questi ultimi, attraverso la scomposizione quantitativa e descrittiva delle singole voci di bilancio ci permettono di trarre informazioni a noi utili.

Come si può notare dalla sezione dedicata alle informazioni obbligatorie da fornire in Nota integrativa, non tutti i gruppi indagati provvedono a fornire informazioni riguardanti le

Tipologia di Cash Pooling Gestione dei Rischi

-motivazione dell’implementazione Provider del servizio Società capogruppo è anche società pooler

ns No, Luxott ica Tradin g and Finan ce Limite d si ns No, De’ Longhi Capital Services S.r.l ns si ns

(22)

operazioni di cash pooling nella sezione dedicata alle operazioni con parti correlate, per la precisione tre di questi omettono tale informazione, Luxottica, De Longhi e Biesse.

C’è da precisare però che mentre Biesse omette del tutto un’informazione di tipo descrittivo in merito al cash pooling, Luxottica e De Longhi provvedono a darne informazione al paragrafo della nota integrativa dedicato alla “gestione dei rischi”.

Per quanto riguarda invece il secondo tipo di informazione obbligatoria, in funzione della classificazione del c/c comune tra le disponibilità liquide, possiamo osservare che tale fattispecie non si verifica in nessuno dei gruppi oggetto di indagine.

Risulta quindi condivisa la prassi di classificare gli importi derivanti dall’attività di cash pooling tra le poste patrimoniali come Crediti e Debiti verso le imprese facenti parte del sistema di tesoreria accentrata e come parte del “flusso di cassa da attività finanziarie” per quanto riguarda il Rendiconto finanziario.

Entrando nello specifico, andiamo adesso a vedere in che maniera vengono fornite le informazioni quantitative e descrittive, nonché le modalità di classificazione degli importi derivanti dall’attività di Cash pooling nei prospetti di Bilancio dei gruppi oggetto di indagine. L’indagine si concentrerà sui gruppi che hanno fornito il numero di informazioni più elevato: Luxottica, Brembo e Mapei.

4.3.1 Il Cash pooling nel gruppo Luxottica

Il gruppo facente capo a Luxottica Group SpA è tra i principali operatori nel settore degli occhiali a livello mondiale, attraverso l’attività di produzione e distribuzione all’ingrosso, il Gruppo è leader mondiale nella progettazione, produzione e distribuzione di occhiali da vista e di occhiali da sole nella fascia di mercato medio alta e alta.

Partendo con la nostra ricerca, andiamo a visionare i prospetti separati della società capogruppo Luxottica Group SpA allegati al Bilancio consolidato18: Stato Patrimoniale, Conto Economico, Rendiconto finanziario e Nota Integrativa oltre a prendere visione della Relazione sulla gestione, questa presentata però in un documento unico.

Come già accennato in precedenza, per quanto riguarda l’informazione obbligatoria da fornire in Nota integrativa al paragrafo delle “operazioni con parti correlate”, Luxottica non fa alcun

18

(23)

cenno all’utilizzo del sistema di Cash pooling di gruppo, manca quindi in questo caso un informazione ritenuta obbligatoria.

Ne troviamo però informazione al Paragrafo 2- Gestione dei Rischi, precisamente per quanto riguarda le politiche e le scelte sulla base delle quali la Società fronteggia i rischi di liquidità, si segnala che vengono poste in essere azioni adeguate per essere prontamente in grado di far fronte agli impegni.

In particolare, si segnala che la Società:

• utilizza strumenti di indebitamento o altre linee di credito per far fronte alle esigenze di liquidità;

• utilizza differenti fonti di finanziamento e al 31 dicembre 2014 ha linee di credito disponibili per Euro 74,7 milioni;

• non è soggetta a significative concentrazioni di rischio di liquidità, sia dal lato delle attività finanziarie sia da quello delle fonti di finanziamento;

• utilizza diverse fonti di finanziamento bancarie, ma ha altresì una riserva di liquidità per far fronte tempestivamente alle necessità di cassa;

partecipa a un sistema di concentrazione e gestione accentrata della liquidità (Cash Pooling) al fine di rendere più efficiente la gestione dei flussi finanziari del Gruppo, con l’obiettivo di evitare la dispersione della liquidità e minimizzare gli oneri finanziari;

• monitora tramite l’Ufficio Tesoreria le previsioni sugli utilizzi delle riserve di liquidità sulla base dei flussi di cassa previsti.

Per quanto riguarda invece la classificazione degli importi derivanti dal cash pooling, prendendo in esame lo Stato Patrimoniale ed in particolare le Attività e le Passività correnti, come da figura 23, andiamo ad individuare le voci “Altre attività” per un importo pari a € 79.028.833 per quanto concerne l’attivo, mentre per quanto riguarda il passivo individuiamo la voce “Altre Passività” per un importo pari a € 56.476.082

(24)

Per poter ricavare qualche informazione più dettagliata si va a vedere quindi la Nota Integrativa. In merito alla voce “altre attività” dell’attivo corrente e “altre passività” del passivo corrente, la nota integrativa ci fornisce informazioni sulla composizione del saldo come si può osservare in figura 24.

(25)

Tali disaggregazioni ci permettono di individuare gli esatti importi riconducibili all’attività di cash pooling. Per quanto riguarda le passività correnti, è presente un ulteriore disaggregazione della voce “debiti verso imprese conrollate”:

In quest’ultimo schema presente in nota integrativa, il quale specifica i debiti correnti verso le società controllate, si registrano “debiti per cash pooling” per un ammontare pari a €

(26)

5.642.274, cifra in forte diminuzione rispetto all’anno precedente, nel quale si era registrato un ammontare pari a € 102.443.302. Dall’analisi di questi dati, c’è un aspetto che può essere messo in evidenza, non tanto la significativa riduzione dell’importo della voce, ma piuttosto il fatto che il rapporto che genera debiti per cash pooling è intrattenuto unicamente con la società Luxottica Trading Finance Limited. Quest’ ultima, risulta essere “una società

controllata di diritto irlandese, che oltre a essere coinvolta nella distribuzione occhiali da sole firmati, offre servizi di tesoreria per la Capogruppo Luxottica Group SpA”, risulta quindi

essere la società designata a svolgere la funzione di “Pooler”. Figura 25- Conto Economico di Luxottica Group SpA

Per quanto riguarda le voci del Conto Economico “Altri proventi finanziari” e “Oneri

finanziari” andiamo a vedere anche in questo caso in nota integrativa se vi sono informazioni

aggiuntive. Gli schemi presenti sono esposti in figura 26.

(27)

I “proventi finanziari da cash pooling” risultano pari a zero per l’esercizio 2014, mentre Gli “Oneri finanziari per cash pooling” sono legati agli interessi pagati alla società controllata Luxottica Trading and Finance Ltd. sul saldo passivo di conto corrente di cash pooling intrattenuto durante l’anno.

Per quanto riguarda il rendiconto finanziario, quest’ ultimo deve evidenziare le variazioni di liquidità suddividendole in tre aree gestionali: gestione di esercizio, gestione di investimento e gestione di finanziamento.

Il flusso finanziario della gestione di esercizio può essere rappresentato ricorrendo a due metodi alternativi, il metodo diretto e indiretto. Nella pratica il metodo indiretto è solitamente quello più utilizzato dalle imprese, prevede che il risultato d’esercizio sia rettificato in aumento o in diminuzione, rispettivamente dei “costi non monetari” e dei “ricavi non

(28)

monetari”, ovvero di quelle componenti reddituali che non hanno determinato variazioni nelle disponibilità liquide19.

Figura 27 – Estratto del Rendiconto finanziario li Luxottica group SpA

Anche nel caso di Luxottica il rendiconto viene presentato con il metodo indiretto, ma a differenza dei prossimi due casi, la società Luxottica Group SpA non presenta nel rendiconto finanziario la “posizione di cash pooling” come parte del “flusso di cassa da attività finanziarie”, nemmeno evidenzia il saldo derivante dalla gestione accentrata di tesoreria, ricordiamo infatti che per il gruppo Luxottica la capogruppo non è designata come società pooler.

La voce “Altre attività/passività”, contenente gli importi dell’attività di pooling viene inserita nell’area della gestione di esercizio20, a rettifica del risultato d’esercizio (figura 27).

19

Ad esempio: gli ammortamenti vanno sommati al risultato d’esercizio in quanto sono costi imputati al conto economico che non hanno determinano movimenti finanziari; l’aumento dei crediti rispetto all’esercizio precedente va sottratto dal risultato dell’esercizio in quanto rappresenta il minore ammontare incassato dai clienti rispetto ai ricavi di competenza dell’esercizio, imputati tra i ricavi del conto economico.

(29)

Ultimo documento del fascicolo di bilancio del gruppo Luxottica preso in analisi è la relazione sulla gestione, come già detto presentata in un unico documento, valida sia per il gruppo nel suo complesso che per la società capogruppo.

In quest’ultimo documento menzionato, non vi è alcun riferimento alla gestione centralizzata della tesoreria di gruppo e al cash pooling in particolare.

4.3.2 Il Cash pooling nel gruppo Brembo

Brembo è un gruppo italiano leader mondiale e innovatore riconosciuto della tecnologia degli impianti frenanti a disco per veicoli. È fornitore dei costruttori più prestigiosi a livello

20

La gestione di esercizio comprende: le principali attività generatrici di ricavo dell’impresa e, in via residuale, tutte le attività che non sono classificabili come attività di investimento o di finanziamento.

(30)

mondiale (di autovetture, motocicli e veicoli commerciali) di sistemi frenanti ad alte prestazioni, nonché di frizioni, sedili, cinture di sicurezza e altri componenti per il solo settore racing. Brembo ha inoltre un’indiscussa supremazia nel settore sportivo con oltre 200 campionati mondiali vinti sino a oggi.

Il gruppo opera in 16 Paesi, con 22 stabilimenti e siti commerciali, contando sulla collaborazione di oltre 7000 persone, è composto quindi da numerose società , che fanno tutte capo ad una holding, la Brembo SpA.

Per cogliere informazioni relative al cash pooling adottato nel gruppo Brembo, andiamo a visionare in prima battuta la Relazione sulla gestione allegata al bilancio consolidato, anche in questo caso, come per Luxottica, documento unico valido sia per il Bilancio consolidato che per il bilancio separato della capogruppo.

Suddetta relazione, in merito alle politiche di gestione dei rischi cui il gruppo è esposto, al paragrafo inerente al rischio di liquidità (rischi finanziari), si esprime in tal modo:

“il rischio di liquidità si può manifestare con l’incapacità di reperire le risorse finanziarie necessarie a garantire l’operatività di Brembo. Per minimizzare tale rischio, l’area Tesoreria e

Credito ( la gestione dei rischi finanziari spetta all’area tesoreria e Credito di Brembo SpA

che, di concerto con la Direzione Finanza di Gruppo, valuta le operazioni finanziarie e le relative politiche di copertura)pone in essere le seguenti principali attività:

• verifica costante dei fabbisogni finanziari previsionali al fine di porre tempestivamente in essere le eventuali azioni necessarie (reperimento di linee di credito aggiuntive, aumenti di capitale sociale, ecc.);

• ottenimento di adeguate linee di credito;

ottimizzazione della liquidità, dove è fattibile, tramite strutture di cash pooling; • corretta composizione dell’indebitamento finanziario netto rispetto agli investimenti

effettuati;

• corretta ripartizione fra indebitamento a breve termine e a medio-lungo termine.” Passando in rassegna i documenti contenuti nel fascicolo del bilancio separato della capogruppo, prendiamo in considerazione la Nota integrativa, alla ricerca delle informazioni in merito al Cash pooling.

Per quanto riguarda il gruppo Brembo, come già evidenziato nella griglia in figura 22, nella Nota integrativa vengono fornite le informazioni di tipo obbligatorio in merito alle operazioni

(31)

con parti correlate. Precisamente, al “paragrafo 30 – Parti Correlate” troviamo tali informazioni inerenti il Cash pooling:

“Dal 2008, in Brembo, è stato attivato un sistema di cash pooling “zero balance” che vede Brembo SpA quale pool-leader, le società attualmente partecipanti sono 10, ma è pianificato di estendere progressivamente il sistema a tutte le società del gruppo, nei limiti della fattibilità fiscale e legislativa dei singoli paesi. In particolare la società pooler Brembo SpA gestisce due zero balance cash pooling in divise differenti, uno in euro e l’altro in dollari”.

Passando alle informazioni di tipo volontario, in quanto anche in tale fattispecie non vi sono altre informazioni di tipo obbligatorio da fornire,(vista la non ricorrenza delle condizioni per includere le posizioni dei c/c in pool tra le disponibilità liquide) sempre in nota integrativa, troviamo al “paragrafo-gestione dei rischi finanziari” le stesse informazioni contenute nella relazione sulla gestione, con l’aggiunta della motivazione dell’implementazione di tale sistema, viene specificato che l’inclusione delle società del Gruppo in strutture di cash pooling è effettuata al fine di ottimizzare eventuali eccessi di liquidità presenti presso le società partecipanti.

Per quanto riguarda invece la classificazione degli importi derivanti dal cash pooling, prendendo in esame lo Stato Patrimoniale ed in particolare le Attività e le Passività correnti, come da figura 28, andiamo ad individuare le voci “Attività finanziarie correnti e strumenti

finanziari derivati” per un importo pari a € 29.713.382 per quanto concerne l’attivo, mentre

per quanto riguarda il passivo individuiamo la voce “Altre passività finanziarie correnti e

strumenti finanziari derivati” per un importo pari a € 65.428.845.

(32)

Chiaramente per poter cogliere informazioni di maggior dettaglio riguardo al cash pooling, dobbiamo controllare nella Nota integrativa. In merito alle voci evidenziate dell’attivo e passivo corrente, la nota integrativa ci fornisce informazioni sulla composizione di tali saldi come si può osservare in figura 29.

Figura 29 – dettaglio su attività e passività finanziarie correnti presente in Nota integrativa

Viene specificato che la composizione della voce “Attività finanziarie correnti e strumenti

finanziari derivati” di importo €/000 29.713 è composta quasi interamente, per un importo

pari a €/000 29.162 da “Crediti verso società controllate e collegate”, si evidenzia ulteriormente in nota integrativa, tramite informazioni descrittive, che tale voce è costituita sia da prestiti a società controllate e collegate, sia da crediti nei confronti delle società appartenenti al sistema di tesoreria accentrata attivo dal 2008.

Viene specificato poi: il saldo a credito nei confronti dei partecipanti al sistema di tesoreria accentrata al 31 Dicembre 2014 risulta essere pari a €/000 3.669, comprensivo sia delle posizioni in euro che di quelle in dollaro.

Per quanto riguarda invece le informazioni aggiuntive in merito al saldo della voce “altre

passività finanziarie correnti e strumenti finanziari derivati” la nota integrativa scompone tale

(33)

Si mette così in evidenza l’importo della voce “debiti verso collegate e controllate” per un importo pari a €/000 61.521.Da un ulteriore scomposizione di tale importo è possibile evidenziare l’importo dei “debiti verso le società collegate e controllate dovuti

esclusivamente al sistema di tesoreria accentrata” pari a €/000 43.715.

Grazie a tali rappresentazioni presenti in Nota integrativa è possibile evidenziare la liquidità versata e prelevata durante l’anno su e dai conti correnti in pool da parte della società pooler. Passando ad analizzare le voci di Conto economico (figura 30), Per quanto riguarda le voci del Conto Economico “Proventi finanziari” e “Oneri finanziari” andiamo a vedere anche in questo caso in nota integrativa se vi sono informazioni aggiuntive. Gli schemi presenti sono esposti in figura 31.

(34)

Figura 31 - Informazioni in Nota integrativa su proventi (oneri) finanziari netti.

Tale schema permette di evidenziare la composizione del totale dei proventi e degli oneri finanziari, ma non specifica se tali importi e in quali quantità sono dovuti al sistema di cash pooling.

(35)

Ultimo documento passato in rassegna per quanto riguarda il Brembo è il Rendiconto finanziario (figura 32), andiamo quindi a individuare dove vengono classificati gli importi derivanti dall’attività di cash pooling.

Figura 32 – Estratto del Rendiconto finanziario Brembo SpA

Come è possibile osservare dalla figura, gli importi ricercati vengono ricondotti sotto la voce “Finanziamenti verso le società del gruppo e posizioni verso gli aderenti al sistema di

tesoreria accentrata”, in questo caso quindi, a differenza del caso Luxottica, la posizione di

cash pooling prende parte al flusso monetario generato dall’attività di finanziamento.

Non è possibile però evidenziare la singola posizione di cash pooling, in quanto l’importo generato/assorbito in conseguenza di tale sistema non è distinto dalla liquidità generata/assorbita dalle attività di finanziamento diretto nei confronti delle società del gruppo.

4.3.3 Il Cash pooling nel gruppo Mapei

Fondata nel 1937 a Milano, Mapei oggi è il maggior produttore mondiale di adesivi e prodotti chimici per l’edilizia. A partire dagli anni ’60 Mapei ha iniziato la sua strategia di internazionalizzazione per avere maggiore vicinanza alle esigenze locali e una riduzione al

(36)

minimo dei costi di trasporto. Attualmente il gruppo è composto da 70 aziende consociate, con 64 stabilimenti produttivi operanti nei 5 continenti in 31 nazioni diverse.

Punto di partenza nella ricerca di informazioni in merito al Cash pooling, è la Relazione sulla

gestione allegata al bilancio separato della capogruppo Mapei SpA, disponibile nella

Relazione finanziaria annuale 201321. Differentemente dai precedenti casi, Mapei redige la relazione sulla gestione sia per il Bilancio Consolidato, sia per il bilancio separato della capogruppo.

In tale documento illustra i motivi dell’implementazione del sistema di gestione centralizzata della tesoreria di gruppo. Nel paragrafo inerente i rischi cui il gruppo è esposto, a proposito del rischio di liquidità, la relazione si esprime bei seguenti termini:

“Il nostro Servizio centrale di Tesoreria, in collaborazione con le unità operative locali, ha implementato il progetto cash pooling al fine di tenere costantemente sotto controllo questo rischio, in modo da poter intervenire con immediatezza qualora se ne ravveda la necessità, con l’obiettivo di garantire a tutte le società controllate una adeguata gestione delle risorse finanziarie”.

Aggiunge poi, “non tutte le società del gruppo Mapei aderiscono a tale sistema, difatti sono stati concessi finanziamenti a breve termine per complessivi 63,1 milioni di Euro, ad alcune società controllate, per supportare gli investimenti programmati, in attesa di meglio definire la struttura del debito. Si tratta di società per le quali, al momento, non sono state ancora perfezionate le procedure per l’ingresso nel cash pooling del Gruppo Mapei”. In questo caso si tratta quindi di finanziamenti a titolo oneroso, regolati a tassi di mercato, che verranno rimborsati a breve termine.

Per quanto riguarda la ricerca di informazioni di tipo obbligatorio, andiamo a vedere se nella Nota integrativa al paragrafo delle operazioni con parti correlate, viene o meno fatta menzione del sistema di Cash pooling. Sull’ argomento le note esplicative al indicano:

L’attività di gestione della Tesoreria alla data del 31 dicembre 2013 conta sull’adesione di 36 società del Gruppo. Tutti i conti correnti di Cash pooling vengono remunerati a tassi di mercato. L’elenco delle società aderenti con gli importi utilizzati è indicato nei successivi paragrafi della presente Nota integrativa alle voci “Crediti verso società controllate” e “Debiti verso società controllate”.

21 L’analisi documentale in questo caso è svolta sui prospetti di bilancio 2013, in quanto la Relazione finanziaria annuale Mapei 2014 non è stata ancora resa disponibile sul sito del gruppo.( http://www.mapei.com)

(37)

Appurato che l’informazione obbligatoria in merito alla gestione della tesoreria di gruppo viene fornita, ci concentreremo sulle informazioni quantitative e descrittive di tipo volontario fornite da Mapei Spa nei suoi prospetti di bilancio.

In questo caso, a differenza dei precedenti, Mapei redige il Bilancio secondo le disposizioni del Codice Civile Art. 2423 e seguenti.

Partendo dallo Stato Patrimoniale, nella sezione dell’attivo, alla lettera C)Attivo circolante troviamo la voce “Crediti verso imprese controllate”, mentre per quanto riguarda il passivo, alla lettera D) Debiti, troviamo la voce “debiti verso imprese controllate”.

(38)

Andiamo quindi a ricercare in Nota integrativa se sono fornite scomposizioni delle suddette voci, in modo tale che possa essere possibile individuare gli importi riconducibili alla gestione della tesoreria tramite il Cash pooling.

Figura 34 – informazioni in nota integrativa sulle voci “Crediti verso imprese controllate” e “Debiti verso imprese controllate”

(39)

Come possiamo vedere dalla figura 34, Per quanto riguarda l’Attivo circolante, la scomposizione della voce “Crediti verso imprese controllate” ci permette di individuare la parte di tali crediti derivante dall’attività di Cash pooling, per un importo pari a € 125.384.281, ben distinti dai crediti per attività finanziarie a breve termine derivanti da finanziamenti ad alcune società controllate per le quali non sono ancora state perfezionate le procedure per l’ingresso nel sistema di tesoreria centralizzata, ma alle quali sono state concessi finanziamenti regolati a tassi di mercato. Per quanto riguarda invece i maggiori dettagli forniti in merito alle voci del passivo, viene individuato il prospetto che permette la scomposizione della voce “debiti verso le imprese controllate”, il quale ci permette di evidenziare la parte di tali debiti derivante dall’attività di cash pooling, per un importo pari a € 109.991.682. Nel caso del gruppo Mapei, la nota integrativa è molto esaustiva, in quanto non solo fornisce gli importi totali a credito e a debito verso le imprese controllate attribuibili al sistema di Cash pooling, ma include ulteriori prospetti di approfondimento, i quali permettono di evidenziare le singole posizioni a credito e a debito delle controllate inserite nel sistema di tesoreria centralizzata cash pooling Mapei (figura 35).

Figura 35 – singole posizioni a credito e a debito delle controllate inserite nel sistema di tesoreria centralizzata cash pooling Mapei

(40)

In Nota integrativa viene specificato:

“I presenti prospetti rappresentano le posizioni a credito e a debito delle singole consociate verso la società Pooler Mapei SpA, venutesi a creare in conseguenza del trasferimento di liquidità da e verso i conti master, remunerati a condizioni di mercato. L’operatività del sistema si Cash pooling viene attualmente gestita tramite gli istituti bancari HSBC.”

Quindi oltre ad essere l’unica società indagata che ha fornito gli importi delle singole posizioni di cash pooling, Mapei è l’unico gruppo che esplicita il provider Bancario a cui affida l’operatività del sistema, ovvero HSBC.

Per quanto concerne invece le voci di Conto economico interessate (figura 36), si mettono in evidenza le seguenti voci, di cui andare a ricercare informazioni in Nota Integrativa:

- 16)“Altri proventi finanziari da imprese controllate”

- 17)“Interessi passivi e altri oneri finanziari verso imprese controllate” - 17) bis “Utili e perdite su cambi”

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