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ACCADEMIA CATTOLICA FIORENTINA DI RELIGIONE ISTITUITA... Accademia di religione. cattolica. Digitized by Google

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(1)

ACCADEMIA

FIORENTINA DI

RELIGIONE CATTOLICA

ISTITUITA...

Accademia di religione cattolica

DigitizedbyGoogle

(2)

ACCADEMIA

FIORENTINA

D

I

RELIGIONE CATTOLICA

ISTITUITA

SOTTO

GLI AUSPICJ

D

I

SUA MiVESTÀ MARIA LUISA

INFANTA DI SPAGNA

REGINA REGGEN TE

DEL REGNO D'ETRURI A

&c.

&c

«te.

»

Digitized

(3)

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(4)

ARCIVESCOVO DI MIRA PRESIDENTE DELL'ACCADEMIA

DI RELIGIONE CATTOLICA

Alli

Chiarissimi Signori

della nuova

Società sottro il

medesimo

titolo eretta in firenze

JLissendosi nel Consiglio dell'Accade- mia

di

Religione

Cattolica,

tenuto

il gior-

no

s5. di

novembre

di

quest'anno i8o5.,

fatto il

rapporto

dell'erezione

saviamente

posta,

ed ora felicemente eseguita

in

co-

testa

Reale

Città di

una

dotta

Società

, sul

medesimo piano, e

colle

medesime

leggi,

e

istituzioni di

questa Romana

,

ed

essen-

dosi

inoltre

esposta

la

domanda

della

na- scente Società Fiorentina

di essere

aggre- gata

all'

Accademia Romana per

cospira-

re concordemente

al

medesimo impor- tantissimo oggetto

d' illustrare,

e difen- dere

la

nostra SS. Religione: venne

dal

ragguardevoli prò-

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(5)

detto

Consiglio siccome altamente com- mendato, ed applaudito

il

disegno

di tale

erezione,

cosi

sommamente

aggradita,

ed approvata

la

domanda dell'aggregazione:

sulla

quale

fa

decreto come appresso

.

La Società

erettanella

Rea!

città di Fi-

renze

sotto il titolo di

Religione

Cattoli-

ca è aggregata

all'

Accademia

di Religio-

ne

Cattolica istituita

nell'alma

Città

di

Roma,

sotto gli auspici di

Sua

Santità il

regnante Sommo Pontefice Pio Settimo.

L'Adunanza generale

di essa

Società

si

creerà

tra gli

Accademici Romani

ivi di-

moranti un capo

triennale col titolo di

vice Presidente

, il

quale non potrà

entra-

re

in carica, se

non dopo ricevuta

la

pa-

tente

dal Presidente Romano; e creerà

altresì gli altri ufficiali, de' quali si

man- derà ogni

volta

nota

al

Presidente

,

o

al

Segretario Romano

.

Le

creazioni,

e

le

conferme

si

faranno a norma

delle

Leggi

.

Potrà l'adunanza generale

della

Società Fiorentina

fare particolari Statuti,

e de-

creti

secondo

le respettive

esigenze, ed

occorrenze, ma non

leggi

nuove, nè

al- terare in

alcun modo

quelle

dell'Acca-

demia Romana senza partecipazione

,

ed approvazione

di

questa

.

'

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(6)

Potrà

il

Consiglio

della

Società Fioren-

tina

eleggere

i suoi

Soci

,

ma però

di soli nazionali

Etruschi

,

o Domiciliati nel Re- gno

di

Etruria

, colle qualità richieste,

e

nella

forma

prescritta dalle leggi;de'quali

Soci

si

manderà nota ogni anno

all'Ac-

cademia Romana.

Potrà

la

Società Fiorentina usare

il

me- desimo

Sigillodella Pontificia

Romana con questa legenda:

Colonia Fiorentina dell'

Ac- cademia

diReligione Cattolica,

o con

quest'al- tra

più breve

:

Accademia

Fiorentina di Reli-

gione Cattolica.

Essa prenderà V una

,

o

l'al- tra

denominazione

,

e non

altra, intutti i

suoi

atti

Non dovendo alcuno a tenor

delle leggi

usare in istampa

il titolo di

Accademica

di

Religione

Cattolica, se

non

colla facol- tà in iscritto

del Vice Presidente

,

previa T approvazione

di

due Censori da

lui

de-

putati,

quest'approvazione

sarà regolata

ed

espressa

secondo

la

formula Romana.

L' Accademia madre aggradirà

di

tem- po

in

tempo

il

ragguaglio

de' progressi della

Società Fiorentina,

l'indicazione

ogni an-

no

de'

temi

delle dissertazioni

da

dirsi nelle

adunanze ordinarie dell'anno

se-

guente

,

e

dette nelle

adunanze straordU

Digitizedby

(7)

6

narie del passato

,

e

la

presentazione per

la

nostra

Biblioteca

d'una, o due copie

delle

produzioni

,

che usciranno

alla

luce

da'

Soci

Fiorentini, allusive agli oggetti dell'

Accademia

.

Tale

è> valorosi Soci,il

tenore

della ri-

soluzione presa dal Consiglio

sulle

vostre

virtuose

rappresentanze

,

e

registrata

negli

atti della

nostra

Pontificia

Accademia

di

Religione

Cattolica;della

quale

Risoluzio-

ne

ci

facciamo premura

di

Spedirne

la

presente testimonianza

,

da

registrarsi ne*

vostri atti

muniti del

Sigillo

dell'Acca-

demia

stessa

e

della

nostra

sottoscrizione.

Dato

dall'

Archiginnasio

della

Sapienza

di

Roma nel giorno

io.

Dicembre i8o5.

Anno quinto aelT Accademia

.

Domenico Coppola Arcivescovo

di

Mira

Presidente.

JD. Francesco Fontana Proc. Gen. de'Bernabiti Segretario.

-

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(8)

LEGGI

«

r

I

A Oggetto

di.questa

1 Accademia

, sarà; di prò*

movere

lo studio della Religione Cattolica per far argine agli errori correnti,e preser- varne la gioventù

anche

secolare.

IL

Sarà

composta

di'

Accademici non meno

Lai- ci,

che

Ecclesiastici, e si

ammetteranno

dei giovani,

che formeranno

la Classede'

Can-

didati*

Uh

L'Accademia

avrk

un

vice Presidente,

due

Promotori, quattro Censoridi esercizio,

un

Segretario,

un

Archivista.

IV.

Si terrannoall'occorrenza delle

adunanze

par-

ticolari, col

nome

di Consiglio,

composte

del

Vice

Presidente,de'Promotori,de'

Cen-

sori, e del Segretario, e delle

adunanze

ge- nerali, nelle quali oltre i suddetti

avranno

luogo tutti gli

Accademici.

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(9)

V.

Sul finire de' tre anni anelerà a partito nell'a-

dunanza

generale la

conferma

di tutti quel- li,

che avranno

officio nell'Accademia,

da

durare per altri tre anni; la quale

conferma

si farà colla pluralità de'voti segreti

.

VL

In luogo di quelli ,

che avranno

cessato dal loro impiego, il vecchio Consiglio riterrà

il diritto di proporre tre

Accademici

per ciaschedun'officio, e l'adunanza generale sceglierà

uno

di essi

con

pluralità di voti segreti

VII.

Colla stessa

forma

di elezione, qualche sog- getto di straordinaria riputazione potrà es- sere

ammesso nell'Accademia

col titolo di

Censore

onorario»

Vili.

Se nel decorso de' tre anni vacherà per qua- lunque causa alcuno de' detti offici, sarà su- bito conferito dal Consiglio ad altro

Acca- demico

pel rimanente de' tre anni.

IX.

Dal

Consiglio si sceglierà

un

certo

numero

di

Accademici

perDirettoridella classede'Can- didati.

>

Digitized

(10)

Al

Consiglio apparterrà di

ammettere

conplu- ralità di voti segreti i nuovi

Accademici da

proporsi dal Presidente

.

XI.

Sarà inarbitrio del

Vice

Presidente diricevere nella classe de'Candidati que' giovani,

che

saranno presentati

da

alcuno de' Direttori della loro Classe.

XII. .. .

Officio de'Promotori sarà il

promovere

intut- to i vantaggi, ed il decoro dell'

Accade- mia

;l'invigilare sull'esatta osservanza delle Leggi.

XIII.

Non

sarà elettoper

Censore

di esercizio,

o

per Segretario, soggetto alcuno per quanto ec- cellente in

qualunque

altro genere di lette- ratura, se

non

sarà ancora generalmente ri-

putato di sana dottrina, e lontano

da

ogni spirito di partito.

XIV.

I Soggetti

da

ascriversi nel

numero

degli

Ac-

cademici

dovranno

essere forniti di

molto

talento, e di

non comune

dottrina,

almeno

nelle materie filosofiche/

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(11)

IO

XV.

Per entrare nella classe de'Candidati dovran-

no

i

Giovani

aver

compito Tanno

sedicesi-

mo

di loro età,

ed

aver mostrata dell'abi- lità,

ed

inclinazione pei buoni studi.

XVI.

Sarà necessaria in tutti

una

nonordinaria pro- bità di costumi senza la quale

niuno

potrà essere

ammesso,

sia frà gli

Accademici,

sia fra i Candidati.

XVII.

Si terranno le

Accademie

ordinarie in tutti i

Giovedì

fuori delle

vacanze che

si stabili-

ranno;

e si reciterà inesse

prima un

dialogo

da

due,

o

più Candidati,

da

durare circa

mezz'

ora; e poi si leggerà

da

un

Accade- mico una

dissertazione

da

durare circa al- trettanto.

XVIII.

Assisterà a ciascuna

Accademia

uiip

almeno

de'Censori di esercizio.

XIX.

Le

dissertazioni degli

Accademici dovranno

trattare per ordine gli

Argomenti

,

che

si

proporranno, ed avranno

specialmente per

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(12)

Il iscopo di

ben

fissare i giusti principe ed i

fondamenti

delle dottrine Cattoliche .

« «

XX.

I Dialoghi de'Candidati saranno

come una

rc- petizione delle dissertazioniprecedenti,dalle quali

non dovranno

dipartirsi.

XXI.

Le

dissertazioni degli

Accademici prima

dire-

citarsi

dovranno

essere approvate, e sotto- scritte

da uno

de*

Censori

di esercizio, e i

dialoghi de'Candidati

da uno

de'Direttori della loro classe: i soli Censori saranno e- senti

da

questa legge

.

XXII.

Oltre le

Accademie

ordinarie, ve

ne

potranno essere

anche

delle straordinarie; Tali

Acca- demie

straordinarie si terranno, qualora al-

cuno

de'Censori voglia trattare a parte

un argomento

analogo all'istituto dell'Accade-

mia, che non

sianell'elencodi quell'anno;

ovvero

si abbia a leggere qualche scritto di lontano

Accademico

. .

XXIII.

In

uno

de' giovedì di Settembre si chiuderà

l'Accademia

per le

vacanze

autunnali

con un'Orazione

adattata alla circostanza,nella

^

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(13)

I*

quale sifarà

un

epilogo degli argomentitrat- tati in quell'anno.

XXIV.

Si riaprirà

P Accademia

in

uno

de'giovedì di

Novembre con

altra

Orazione

diretta

ad

in- fervorare glitinimi nello Studio della Reli- gione Cattolica.

XXV.

Tanto

per l'una,

che

per l'altra

Accademia

il

Vice

Presidente sceglierà l'Oratore dal

Corpo

stesso degli

Accademici

.

XXVI.

Di

tutto quello,

che

si reciterà nell'

Accade- mie

,dovrà darsi copiaalSegretarioper con- servarsi in Archivio.

XXVII.

Niuno

dell'

Accademia

di

qualunque

classe egli sia,potràdarealle

stampe

produzione alcuna con intitolarsi Socio,

o membro

dell'Acca-

demia,

senza la permissione in iscritto del

Vice

Presidente,il quale destinerà

due Cen-

sori per rivederla. .

XXVIII.

Il Consiglio pubblicherà ogni

anno

nel

mese

di

Agosto

Telenco degli argomenti

da

trat- tarsiper tuttol'anno seguente.

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(14)

XXIX*

* *

Dovrà

il Segretario fare

un

ristretto di cia-

scheduna

dissertazione

che

saràstata recitata nelle

Accademie

tanto ordinarie che straor- dinarie: ilqual ristretto

non

potràesser pub- blicato senza l'approvazione del Consiglio.

Dovrà

inoltre registrare gli Atti, e le deli- berazioni tutte dell'Accademia,e

mantenere

lacorrispondenza

anche con

iSociforestieri.

:

xxx.

'

Qualorasi creda necessario alcun

nuovo

stabi- limento, dovrà

prima

approvarsi

con due

terzi de* voti dal Consiglio, e poi proporsi

all'

Aduna

nza generale per esser

con

plura- lità di voti,

o

accettato

o

rigettato.

XXXI.

Le Adunanze

tanto generali,

che

particolari

dovranno

intimarsi dal

Vice

Presidente,o in

mancanza

di esso dal più anziano del

Con-

sigho.

XXXII.

/

Non

sarà

permessa

la lettura di

Memorie

,

o

Dissertazioni sopra Articoli controversi fra le scuole Cattoliche

.

XXXIII.

Qualunque

Decisionedel

Sommo

Ponteficesulle

materie tanto

Dommatiche

,

che

diDiscipli-

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(15)

*4

na,

sarà considerata,

come

è realmente

una

Decisione della Chiesa.

XXXIV.

Non

sarà

ammessa

alcuna contradizionea'

De-

creti delle SacreCongregazioni, finche

sono

in vigore, per quel rispetto,

che

si

dee

a

tali rispettabili Collegi

.

XXXV.

L*Archivista

non

potrà dare

ad

alcuno ancor

che

sia

Accademico

le Dissertazioni lette, e consegnate alla sua Custodia,

come pure qualunque

altra Carta,

che

riguardi 1

Ac- cademia,

senza

una

preventiva licenza del Consiglio.

\

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(16)

E L E N G O

/ . V *

a * 4

f[R ORDINE ALFABETICO

DEGLI ACCA D E MICI

» ».

*«.»••

<t'ilM i »I »

•••• »

ACCADEMICI

,

l'i ii » t

Ai

CENJOM

ONORABf

t/

.lbergotti

IJJwtrtoo,

e ReveFenfHjsimo Monsi- gnore Agostino Vescovo di Arezzo, e Socio dell'AccademiadiReligione Cattolicadi

Roma,

ornerai* Illustri**

Q'X**mu&m

Mptifignore

far

civesGOvo FràfteefipQ.

Cariati

Jllwtgm

, e Reseren4ifs. UQff^gHpre. Pelle- grino Vescovo di Montepulciano

.

CostagutiIllustriss.;,

$

JMirerQBfdjss. Monsignore Ro- bertoVescovo di Borgo S. Sepolcro

.

Ee&à Rewwrihft?.

JJoo

^Histp .4^^t«^feaer^

4eJU GongRega^onq 4i Valle Qa^rpsa.

frumsvki

IUitfjjrip.,*Pavere,«4^.

JJPWgnW An-

giolo Arcivescovo di Pisa,

. .

GanucciIllustriss ,eReverendiss.MonsignorFilippo Vescovo di Cortona; ;

"j

LaparelliIllustriss., e Reverendiss. Monsignor Nic- colò Vescovo di Colte. .- "* -

Mangiai ìitawri^,; e

ift^sw p.^

sieriVe$<*)iw di tPi^le,

Martini Illustriss., e Reverendiss. JJoftsifnp^re

An-

-(Jorio Awi^ewovio di*Firepz*... .

Morozzo S. E. RevwendUs.

MoowgA9r Qwsee&t

1

Digitizedby

(17)

*6

civescovo di Tebe, e Nunzio Apostolico ali*

Real Corte di Etruria

.

Pnccinelli Illustrasse Reverendiss. MonsignorFran- cesco Priore della Chiesa Conventuale de'Ca-

valieri di Pisa,e Provveditoredell'Università

.

Riva Reverendiss. P.

Don

Vitaliano ex Generale Vallombrosano, e Abbate di S. Trinità .

Sardi Illustriss., e Reverendiss. Monsignor Filippo Arcivescovo di Lucca

.

Zondadari Erainentissimo Sig. CardinaleAnton Fa**

lice Arcivescovo di Siena

.

ACCADEMICI OFFICIALI

. / , . -TICE PRESIDENTE

( , .

Muzzi Sig. Giuseppe OttavioCanonicoTeologodella Chiesa Metropolitana Fiorentina, e Sociodell*

Accadèmiadi Religione Cattolica di

Roma

.

< f .'

.>•»-«

:'

.

PROMOTORI

Bazzetta P. Abbate

Don

FedeleVisitatoreGenerale della Congregazione di Valle Ombrosa, Socio dell'AccademiadiReligioneCattolicadiRoma.- Tapparelli Sig. Marchese Cesare.

CENSORI DI ESERCIZIO

*" mm "

'

' •/»'»,' l'I.

Benci Sig. Can. Marcello, v ~ > ^

BronzuoliSig. Ab. Venceslao CappellanodellaReal- Corte di Etruria, e Confessore di S. M.laRe- ggina1 Reggerne. . rV..Jj .i

f

Canovai P.StanislaodelleScuolePie Professore Oncrr ratio nell'Università di Fisa; . :. '

-

:-

Digitized

(18)

«2 Mancini Sig.Canonico GiuseppePatrizioFiorentino;

Tramontani Sig. Dottor Luigi Sociodell'Accademia

diReligione Cattolica di

Roma

.

-% »

SEGRETARIO

Cantini Sig. Dottor Lorenzo Socio dell'Accademia di Religione Cattolica di

Roma.

...

-,

.

ARCHIVISTA

;

Il Segretario. ; *

DIRETTORI DE" DIALOGHI

Battini P. Maestro Costantino dell'Ordine de'Servi

di Maria. ,

Bucelli Sig. Abate Dottor Francesco.

ACCADEMICI RESIDENTI

de Barrerà Sig. Abate Dottor Ferdinando.

del Benino Malevolti Sig.Cav. Conte Orlando Pa- trizio, e Senator Fiorentino, e Gentiluomo di

Camera di S.

M.

il Re.

Biddulph Sig. Giovanni.

Bruni

Don

Averardo Abbate Vallombrosano

.

Camajori Sig. Francesco.

Camici Sig. Abate Luigi. : ,

Cappelli P. Lettore

Don

Aurelio Agostino Camal- dolese.

Capponi Sig. Marchese PieroRoberto Patrizio Fio- rentino, e Consigiier di Stato,e di Finanzedi S. M. il

Re

d'Etruria

da

CepparelloSig,Cav. LeopoldoPatrizio Fiorentino

.

Digitizedby

(19)

i8

Compagni

Sig. OttavianoPatrizio Fiorentino.

Ducei P. Maestro

Don

Innocenzo Vallombrosano«

Fanfani Sig. Abate Marco..

Farolfi Sig. Abate Zanobi

.

Fiacchi Sig. Abate Luigi.

Cattaui Sig.

Don

Filippo Principe di Teano*

Garzoni Sig. Marchese Paolo.

Gentili Sig. Canonico Conte Marcantonio.

della Gherardesca feig. Canonico Conte

Tommaso

Patrizio Fiorentino, e Pisano.

Ghinetti Sig. Abate Filippo Priore della Cbiesi de'SS. Apostoli.

Giraldoni Sig. Canonico Angiolo.

Grifoni Sig. Canonico Domenico.

Lanzi Sig. Abbate Luigi Antiquariodi S. il

Re

d'Etruria, e Socio dell'Accademia di Religio- ne Cattolica di

Roma

.

Marcucci P. Abbate

Don

Angiolo Vallombrosano Visitatore Generale delia sua Congregazione.

Martelli Sig. Cav. Bali Marco Senatore, e Patrizio Fiorentino.

Mìnucci Sig. Can. Ferdinando Patrizio Fiorentino.

Morelli Sig Can. Cavaliere PrioreGiuseppe Vicario Generale della Diogesi di Fiesole*

Moreni Sig. Canonico

Domenico

.

DiLL'

Ogna

Sig.Abate Antonio Pievanodella Chiesa di S. Giovanni Maggiore inMugello,e Rettore del Seminario Arcivescoviledi Firenze.

Orsini òVRilli'Sig. Conte Luigi.

Parretti Sig. Abate Giov. Battista

.

Pedani Sig. Abate Giovanni.

Raynal P.

Don

Francekd Vallombrosano Pubblico Professore di Lingue Orientali'.

R

wttsoliSig. Cav. ftiois Leopoldo Gentiluomo di

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(20)

Camera

di S. M. il

Re,

e

Seda

dell'Accade*

mia di Religione Cattolica di

Roma

.

bEL Ricco P. Gaetano delle Scuole Pie Professore Onorario neirUui*et*itàdi Pisa.

Rossi P. Priore

Don

Giuseppe Cassinense.

Salviati Sig.Marchese

Tommaso

Gentiluomo di Ca- mera, e

Gran

Cacciatore di S. Maestà il Re.

Sassi della TosaSig.FraaceacoPatrizio Fiorentino, e Socio dell'Accademia diReligione Cattolica di

Roma

.

Sborgi Sig. Abate Francesco.

Tommasi

Sig.Can.Cav.AnnibalePatrizioCortonese.

Vannini P. Maestro Federigo dell'Ordine de'Servi di Maria.

Velluti Zati Sig.

Don

Simone

Duca

di'S/Clemente.

delVivo Sig. Abbate FrancescoPriore dellaChiesa di S. Ambrogio. . . ...

Zuccagrii Sig. Dott. Attilio.

r» >• ««€» v_». . .« ... ^_

* Jtt

ACCADEMICI

f.

ASSENTI.

Capigatti

Don

Teodoro VallombroknoPrefetto de- gli Studjdi sua Congregazione{

Frignano

)

.

Casini Sig. Abate I*Uca Canonico,Teologo deila Collegiata di Castel Fiorentino

.

Kayser D. Bernardo Abbate dell*Archiqenobio di Vallombrosa.

LucchesiniSig. Marchese tesare trucca).

Mansi Sig.Canonico NiccoliPrimicerio della Cat- tedrale di Lucca.

Uccelli

Don

Serafino Vallombrosano Prefetto alle Reali Stuoie diArezzo. j oì.j i

Volpi Sig. Abate Gaetano (Pisa)

.

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(21)

fio

- CANTATA

'.: .

...

; » li ; .

DELL* ILLUSTRISSIMO E REVERENDISSIMO

: '« .«

SIG. CANONICO GIUSEPPE MANCINI

!

»; J . «1. ' . .- s f- i .«

PATRIZIO FIOR1NTINO

Eseguita in

Musica

0

-

CORO DI GENJ CELESTI

S ...

/J f J ! ' 1

Truggi il drappello

immondo

,

1 1

Abbatti

un

popol

émpio,

'

Dona

giustizia al

-mondo

,

Adoratori al

Tempio,

E

vindici alla

Fè.

:

'• Figlia gentil di Flora . ' ;

T' agiti invitto aelo,

Onora

il

Re

de'

Re.

Il

del

ti guida; il Cielo

- Trionferà per te. ; >iT

;

V

LA SAPIENZA

Io che vita all'orbe/infusi, . .

E

degli Esseri alle schiere. .. ,

Spinsi il

mar,

curvai le sfere,

-

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(22)

21 Stesi l'aere, accesi il Sole

A

te prole avventurata Invocata affretto il piè

Immensa

luce In te si

accenda

,

Da me

discenda

,

Ritorni a

me.

Odi

Schiera di Saggi?

A

te favella

Eterna Deità. Quella al cui

Trono

Striscia il fulminee iltuono; a cui davante Stà natura tremante.

A

lei concorde

Per la Stellata Reggia Moltitudine echeggia D'armoniosi alati,

Che

i Saggiaspira,e fa canoriiVoti.

Segui l'auspice

Nume: Audace

schiudi In sulla Etrusca arena

Filosofica scena; e quivi

armata $

Del

Nume,

e di te stessa : Religione oppressa

T'accingi a sostener.

Tuoi

caldi spirti

De'

suoi rai fulgidissimi penetri

Prima

ragion degli Esseri motrice De*

mondi

ordinatrice, ed'altapossa

,

Qual

di ferrea lorica,

Il sen ti cinga irresistibil

Vero,

Serba alla

V

impero

,

Le

vie del Ciel disserra

,

Disarma

il forte,

ed

ilsuperboatterra*

Te

di

speme argomento

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(23)

22

Nobil

turba d\Eroi dal

Tcbro

invita>

E

sue leggi t'addita,

E

vera di se parte

anco

ti

nomai E

spira in te la maestà di

Roma.

Dal

Vatican sublime

Nembo

di gloria sovra te si spande,

E

la destra adorata

Stende su te di benedirti in atto

Quei che

sostiene il

pondo

Delle Chiavi del Ciel, Visibil

Nume*

E

tuo gentil

costume

.

Già

forse avvolge neldivin pensiero,

1

E

di te

gode

ragionar

con

Piero.

Che

più?

Teeo

è Colei

Cui

pochi Eroi la Terra

Pari

ebbe mai

,1*Eccelsa

Donna

è teco

Dell'Emma

Regina,

De'

Saggi

Amica,

e

Madre

j

m Del Primo Augusto

Padre

Da'

pensieri indivisa

Sua

progenie

immortai;

teco è Luisa»

Ella ai tuoi voti arride, Ella

con

te divide

Opre

e pensier; de*sempiterni dritti Sostenitrice altera; ai fidi è

speme Ai

profani terror

Chi

di

LUISA

Narra

le glorie, estolle

Religione ancor; questa sul

Trono Sua

destra assicurò; la

d'un mondo E

delizia, e

stuar Da'

feriduci

Il

Regio

Infante

apprenda

*

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(24)

23 Mille schiere a

domar;

era

fumo,

e sangue Mille affrontar perigli

Ma

di Pace i consigli,

Ma

d'

onore

i trofei

Ma

senno, e gloria imparerà

da

Lei.

Or

la invitade*Regni la cura,

Or

le Sfere col

guardo

misura

,

Grande

in soglio, più grandefraVAre,

Maestà

le balena sul ciglio,

Le

sorride

Clemenza

nel cor.

La

rischiara sublime intelletto,

Diva fiamma

le ferve nel petto,

Quel

di

Temi

la lancejappresta ,

Tempra

questadel

Trono

ilfulgor.

'CORO

Etruria felice !

Cui

tal Condottiero, Cui tal Genitrice,

Amabile

impera,

Magnanima

regge,

Con

scetro di

pace, Coo

legge di

amor.

Di

Flora )

,

Di Roma

)

esu,Catc

Voi

schiere oronate-,

Se

zelo v'inonda,

Digitized

(25)

Se all.of vi circonda,

Quei

casti sudori,

Quei

giovani allori

Sull'Arno)

Sul

Tebro)

De'cori la

Diva, Del xMondo

il Pastor.

ravviva

(26)

Discorso introduttorio

DEL SIC DOTTORE

a *

LORENZO CANTINI

I*

ddio queir

Ente

eterno infinitamente

Gran-

de,infinitamente intelligente,

che

con sapien- tissima maravigliosa Provvidenza tutto regge, e governa, per render più.trionfante la Santa Cattolica Religione dalui istituita,

ed

insegna- ta, e farne conoscere senza dubitazione alcu-

na

la verità,

ha permesso, che

da'suoi prin- cipi in ogni

tempo

fino a

Noi

sia stata per parte di alcuni combattuta,

come

pretesero nel

primo

secolo del suo nascimento i

The-

butiani, i C leòbiani , i Simoniani, e tanti altri,che additati ci

vengono

dalla Storiadella Chiesa, e ne'

tempi

successivi tutti quelli*

che

l'esecrando progetto

immaginarono

di ro- vesciarla, e per parte di altri vessata collepiù crudeli persecuzioni,

con

lo spargimento del sangue, e

con

la

morte

di quelli,

che con

E- roicacostanza,

ed

ammirabile intrepidezza in

mezzo

a'più fieri strapazzi,

ed

a'più atroci

tormenti hanno

seguitatoa professarla,affinchè

malgrado

tante violenti opposizioni Ella

non

restando oppressa,

ed annichilatala

conti-

Digitized

(27)

26

niiando

ad

esistere,

ed

a far

sempre

de*rapidi

avanzamenti,

si

comprendesse

dagli

Uomini

di senno, che per lei combatte la verità

ed

il

suo

Divino

Istitutore.

Vidde Roma

la

prima

scorrere le sue

Contrade

del sangue dei valo- rosi Cristiani,

che

per disprezzare i supersti- ziosi

Domini

della folle Gentilità senzarincre- scimento

perderono

la vita, e vidde dipoi il

Mondo

tuttosimili spettacoli d'orrore, i quali invece didistruggerenegli

Uomini

l'idea della Cattolica Religione, la resero più venerabile

,

ed

a misura,

che

la spada degli

empj

uccide-

va

iseguaci del

Vangelo

,gettò quella più pro-

fonde

le sue radici, e la Santa

Legge

di

Dio

estese talmente il suo

Impero

sopra le

Nazio-

"

ni,

che

l'Idolatria, la quale per tanti Secoli sostenuta dalle

umane

Potenze,

mes*a

in

TrO-

i

no

per tutto il

Mondo, da

per tutto

aveva

trionfato,

non

colla forza del ferro, e delle

minacce

,

ma

colla sola

spada

della ragione re- stò spenta, e proscritta, e quella

Croce, che

stata era istrumento di supplizio per l'

Uomo

Dio

divenne

l'ornamento

de*

Diademi

de'

Re.

meno

infausto è stato il fine di tutte le * Sette,

che

ne'secoli posteriori sono nate a far guerra alla vera Religione, giacché Esse

o

so-

no

periteobbrobriosamente nel disprezzo uni- versale,©

sono

statealcune seguitate solamen- te

da

quelli,

che

essendoschiavi dellepiùvili passioni, oditino la verità, e la Virtù'.

Ne

poteva avvenirexiivef

samente

,

poiché

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(28)

n

k

falsità di

qualunque

dottrina, eh'è contra-

ria alla Cattolica,

non

è possibile, che stia

lungamente

occultaagliocchj degliuomini sag-

gi

/perchè non può

esser fondata, che nel vi- zio,

o

nell'errore.Quella Religione nel cui se- no,' grazie all'Altissimo,

Noi

viviamo, Reli- gione

ch'avendo

per suo Autore Iddio

mede- simo

è santa, pura, tutta dolcezza,e carità,

che ha

formato, forma, e

formerà mai sem-

pre il vincolo più stretto dell'umana società,

eia

felicità unica, e veracedegli

uomini

quag- giù\

onde

quasi pellegrinando su questa

Terra

al possessodi una immortalità beata

un tempo pervengono,

che è la più

ferma

sicurezza de-

gl'Imperi,

che dà

forza alle leggi,

che

favo- risce la Giustizia, la Pace, la pubblica tran- quillità, e tutti gl'

impegni

scambievoli riposti sulla certezza della sua Divina Morale,

non può

esserche invariabile,giacché dalla

Natura

stessa Ella trae i suoi principi, e sulle eterne immutabili relazionidelle cose èoriginalmente appoggiata.

Le

sue convenienze col morale si-

stema

dell'uomo, e con lo stato delle società

sono

ammirabili, e portano il carattere di

una Divina

Istituzione. Tutte le parti di lei sono così

bene

fra loro collegate, che

non

è possi- bile alterarne

una

sola, senza rovesciare in-

sieme

la totalità del suo piano. Tale unità di disegno, tale

armonia

nelle sue parti

non

si scorge in alcun'altra Religione, e anzi impos- sibile, che una Religione diversa dalla Religio-

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(29)

28

ne

Cattolica, sia fondata sulla vera Virtù

o

possa a questa condurre i suoi seguaci.

V Uuotno

è

un

Ente suscettibile di per- fezione, e ciò

ha

luogo nel sistema morale co-

me

nejrintellettuale, e nel Politico. Tutte le Virtù

concorrono

a perfezionarlo, e lodirigo-

no

per diverse strade al

meJesimo

fine;

non può mai dunque

esisteretra loroopposizione

,

e contrasto; solamente il vizio faguerra alla Virtù, la quale peraltro

rimane

vittoriosa da-

gli sforzi de' suoi

Nemici

, e si fa

sempre

rico- noscere per la superioritàde'suoi effetti: Bre- ve durata infatti

hanno

avuto in ogni

tempo

quei sistemi

immaginati da

alcuni per ristrin- gere la loro morale, e limitarelaquantità dei loro doveri, l'imperfezione de* quali

compa-

riscealla jnente dell'

Uomo

saggio,

che

consi- dera il favore,

che accordano

alle

umane

pas- sioni. Per tal cognizione fu presto

abbandona-

ta l'orgogliosa filosofia degli Stoici, disprez- zaci vennero i principi stravaganti di

Dioge-

ne, i voluttuosi, ed abominevoli insegnamenti di Aristippo,e di Epicuro, le fallaci opinioni di Pittagora, e cutte le false dottrine di altri Filosofi,i quali per

quanto

le avessero vestite col

Manto

di un'apparente virtù, furono dal véro Filosofo riconosciute viziose,e

non

atte a formare 1'

Uomo pienamente morale

, e vir- tuoso, e specialmente allor

quando venne

la scienza Evangelica a rischiarare col linguag- gio maestosodella Verità le

menti umane. Coi

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(30)

29 lume

di questa scienza infallibile

ha

potuto

V Uomo

più facilmente conoscere le sue fa- coltà, ravvisare glierrori,

che nascono da un

falso raziocinio,

o

da

una non ben

fatta

me-

ditazione,

ammirare

la grandezza, la Sapien- za,r

Onnipotenza

del suo Creatore, e vedere,

che

la Religione Cattolica in questa scienza

medesima

fondata, è Tunica

da

seguitarsi,per-

chè

è opera di Dio, perchè è stabilita nella Virtù, perchè è secondo la

Natura

dell'

Uo- mo,

perchè i libri delle Divine Scritture tanto dell'antico,

che

del

nuovo Testamento hanno

tutti relazione al grande oggetto di lei,al

Mi-

stero di

Gesù

Cristo

promesso

a'Patriarchi

,

predettodai Profeti, descritto dagli Evangeli-

sti, e dagliApostoli in tutta la

Terra

predica- to.

Mosè

ilpiùantico Scrittore,delqualesiano

a Noi

pervenuti i libri,

che

fiorì più secoli avanti Talete, più altri

prima

di Pittagora, di Socrate, di Platone, e di Aristotile, i quali furono i più gravi,

ed

più

imponenti

Filosofi della

Grecia

,

non

solamente

ha

detto

molte

cose,

che

riguardano il Figliodi

Dio

Redento- re del

Genere Umano

,

ma

per operadelloSpi- rito Santo,

come

avverte S. Agostino,

ha

an- cora scritto effettivamente di lui,ed Eglistes- so ce

ne

bar-assicurati

con

dire nel

Vangelo

di S.

Giovanni

de

me

enim ille scripsit. Isaia

annunziò

la venuta di

Gesù

Cristo, vidde la gloria del

medesimo,

parlò di lui nel descri- vere quella visione, predisse alcuni patimenti

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(31)

3

o

della di lui Passione, parlò delle sciagure de-

gli Ebrei uccisoridi Esso, vaticinò le loro ca- lamità, e quelle,

che

sarebbero

piombate

so- pra

Gerusalemme

, la fondazione delia

Chiesa

di

Gesù

Cristo, la distruzione dell'Idolatria,

e

sempre

finalmente in tutto il corso della

sua

Profezia, parlò di lui, e della sua Chiesa, co-

me

fecero ancora Ezzechielle,

Ose3,

Ioele>

Giona, Aggeo,

Malachia, Zaccaria,

Geremia*

Michea, che

predisse la Nascita del Salvator©

nella piccola Citta di

Bethelèm

, e

con

altis- simi sensi Danielle per la sua grandissima ca- rità appellato dall'Angelo l9

Uomo

de'desideri>

il quale predisse il

tempo

preciso della venuta del Messia, la Passione, e

morte

del medesi-

mo

rivelatagli dall'Arcangiolo Gabbriello, la fondazione del di lui

Regno; ed

è

ammirabile

il

Cantico

di

Tobia con

cui

Dio annunziò

quello

che

dipiù

grande

accader

doveva

nello stabilimento della Chiesa Cristiana. S. Pietro negli Atti degli Apostoli avverte,

che Davidde

ne' suoi Salmiprofetizzòla

pena

di

Giuda

tra- ditore, ede* perfidi Ebrei uccisori del Messia»

che

predisse la Risurrezione di Esso e la di lui Ascensionealla destra dell'Eterno Padre;

trovò nel

Deuteronomio

predetta la venuta di

Gesù

Cristo; e S.»Paolo nella Sinagoga di

An-

tiochia dellaPisidia

provò

agli Ebrei la nasci- ta di Esso nella

promessa

,

che aveva

fattadi trarlo dalla stirpe di

Davidde,

e ne'Salmisco- prì ladi luiRisurrezione;

una

più lunga seria

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(32)

5*

di simili spiegazioni 6*incontra rielle Lettere dell'

uno,

e delfaltro di questi SS. Apostoli*

Non

solamente le Profezie ne*tempidella vecchia

Legge

le quali talvolta

rassembrano

piùanticipateIstorie,chesemplici Profezie,

ma

tutti i Libri dell'antico

Testamento, conven- gono

i SS. Padri, e tutti quelli,

che

una savia, e giudiziosa interpetrazione dato

hanno

a'

mi-

steriosi detti in Essi contenuti,

che

si riferi-

scono

a

Gesù

Cristo, ed alla sua

Chiesa

, nei quali

sempre

l'uno, e l'altra sottoil senso al- legorico

sono

annunciatij

ed

infatti moltissi-

mi Avvenimenti

del Popolo

Ebreo

dinotano quelli del

Popolo

Cristiano, e sono la figura delle varie vicende della

Chiesa

,

come fanno Vedere

i Santi Evangelisti, e

come

ci assicura

Gesù

Cristo

medesimo

in varie occasioni, e specialmente allorché parlando a

Nicodemo,

si

paragonò

al Serpente di

Bronzo

inalzato

da Mose

nelDeserto,

quando

fece intendere agli Scribi, e Farisei,

che

Egli era stato figuiato

da Giona, quando annunziò

a'Discepoli lasua Passione,

quando

a'

medesimi,

ed alle Figlie di

Gerusalemme

disse

non

esserlontana la ro- vina della loro Città, predizione terribile,

che come

tutte le altre restò nella sua

maggiore

estensione

adempiuta

,poiché la

Nazione Ebrea

col rinunziare al

Vangelo non

solamente per- se

Gerusalemme,

il

Tempio,

il Sacerdozio, il

Regno, ma

fu privata ancora della luce, della sapienza, e del fruttodi tuttii suoi travagli

Digitizedby

(33)

3

2

Ne'

libri tutti finalmente dell'antico

Te-

stamento, negli Storici, nella

Legge,

ne' Sal-

mi,

ne' Profeti in ognipartein

somma

del

Co-

dice

Divino

èannunziata lagrand'

Opera

della

Redenzione

del

Genere Umano,

cioè il

Gran

Mistero di

Gesù

Cristo, e dellasua Chiesa, il

quale

annunzio siccome

fatto tanto

tempo

in- nanzi, è

una

prova indubitabile della loro ve- rità, e di quella in

conseguenza

della nostra Religione Santissima, alla qualprova, per con- fondere viepiù l'Anticristiano,

che

ostinato persiste nellasua incredulità, è da aggiungersi

P

altra invincibile de' moltissimi Miracoli ,

co'quali

Gesù

Cristo venuto al

Mondo

assi- curò l'Esser suo, e de'grandi avvenimenti

da

lui profetizzati,

che

poi restarono

pienamente

verificati.I prodigi operatida

Gesù

Cristo,da-

gli Apostoli,da'Martiri,e

da

tutti i Santidella

Chiesa

per il corso di tanti Secoli,

sono

certi>

chiari, incontrovertibili, riconosciuti da tutti quelli, che

appoggiano

i loro raziocini

ad una

giustameditazione,

ed

impugnati solamente

da

quelli',

che

per

non

avere opposizione allapra- tica delie loro viziose passioni,

hanno imma-

ginato l'empio progetto di distruggere colle lorofalse, e detestabili

massime

quella

Fede,

eh' è la base fondamentale dellanostra S.Cat- tolica Religione:

Dicono

costoro,

qhe

la

fama

di alcuni fatti straordinari è stata maliziosa-

mente

inventata, e

che

alcuni altri la verità de'quali

non può

impugnarsi,

sono

stati ripu-

DigitizedbyGoogle

(34)

Utii miracolosiiperfanatismo, eper ignoranza, giacché

non

sono,

aggiungono

Essi,

che

cpse operate dalla

Natura

, le quali

non hanno

nqlla diportentoso, e di superiore

all'Umana

intel- ligenza,, nè

possono

essere diversi, seguitano a dire,

perchè

le

Leggi

Naturali

non

possono soffrire alcunaalterazione. Questoè< il linguag- giodi quasi tutti quelli,

che pretendono

farsi Autori di una

nuova

dottrina, e distruggere

i

nostri

Dommi,

e così

hanno

pensato, e soste- nuto Diderot,Maillet, Rousseu;

Làmetrie

,Essi tutto attribuiscono al Caso,

ed

alla forza della natura.

Con

tal raziocinio questi falsi Filosofi,

quantunque

orgogliosi, e superbi,hanno- ecces- sivamtente* avvilita se

medésimi, perchè

talira- gionamenti

degradano

V

Uomo

,

eh

è 1'Indivi-

duo

più nobile,

perchè h

l'Iraagirie di

Dio,

perchè è dotato del

lume

della ragione,

che

lo rende superiore a tutti gli altri Esserivviventi

,

perchè

finalmenteè creatoper godere un

bene

interminabile; altre di

che con

tali principi Essi offendono

grandemente

il Sapientissimo Iddio,, perchè gli tolgono il

maggiore

attribu- to,

che

è quello dell'

Onnipotenza.

:\ il

iSe si riflette al

modo con

cui

Gesù

Cri- sto

fondò

la sua Chiesa,

conosceremo, che

tutto,in Essa è

Divino, che

tutto è

accompa-

gnato;d«t

una

serie continuata, e

da una

pie- ncz?a;iadescrivibile di prodigi, di maraviglie,

.

impossibili

ad

eseguirsi dalle forze

umane.

Gli Apostoli,

che

furono eletti a predicar questa

Digitized

(35)

34

Chiesa,

e la Religione,

£he ne

derivi) tutta pura*, tutta santa ne* suoi principj, ne' suoi precetti, erano

Uomini

senza lettere, e diven-*

nero

in un'istante tanto dotti,

che

poterono senzail soccorso dello studio spiegare

con

la

maggióre

intelligenza le Divine Scritture, co- noscere le sentenze, e i detti di

Mosè

, e di tutti gli altriProfeti,edimostrargli

pienamente

verificati in

Gesù

Cristo:

Erano Uomini

,

che non

parlavano altro linguaggio!

che

quelloap- preso neir infanzia,

ed

in

un

subitofuronopos- sessori delle lingue di cotte le

Nazioni

: Era-

no Uomini

timidi, e deboli,

ed

in

un mo- mento

cangiata, per così dire, la loro natu- ra, furono ripieni di foeza, e di

non

ordina- rio coraggio:

Erano

uomini senz'armi, e

non

ostante si fecero ascoltareda'Principi

de

9

Giu-

dei, implacabili

nemici

del

nome

Cristiano,

e

parlarono loro

con

nobiltà, e

con

chiarezza.

Questi

uomini

arricchiti dello Spirito del Si-

gnore combatterono

sulla

Terra

quella

immensa

quantità di errori, e di superstizioni,

che

per.

tanti secoli

formato avevano

il

Domina

Reli-

gioso di molti Popoli, predicaronocotte leve*

rick Evangeliche,

che

per

quanto

predettefos- sero da' Profeti più secoliavanti,

erano

ignote a molte Nazioni, insinuarono la vita peniten- te, e virtuosa

ad uomini immersi

in ogni ge- nere di piacere, e divoluttà,

ed

assuefatti per la forza dell'educazione ariguardareilorovizi

come

caute virtù» Questi

Uomini

finalmente

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(36)

persuasero molti della verità di questa loro Santa Predicazione co* Miracoli, colla purità delle

massime, ed

insegnarono

una Morale

Di- vina, e perfettamente Santa in tutte le sue parti;

che

fecero abbracciare a molti, i quali vissero santamente, soffrirono

con

costanza, e versarono lieti il loro sangue,

che

fece na- scer de'nuovi Cristiani, e quanto più la Reli- gione di

Gesù

Cristo fù odiata,

e

perseguitata,

tanto più dall'Orto all'

Occaso

Còli sorpren-

dente

celerità si dilatò, e si estese.

Tutto

iti

Gesù

Cristo è

sommamente

venerabile, gran-

de,

e

sovrumano, non v'h^ uomo quantunque

Potentissimo,

che

possa

non

solamente imitar- lo,

ma ne anco

avvicinarsialle di lui

ammira-

bili operazioni.

La

perfezioneeSantitàdi que- sta Religione,

ben

*i conosce considerandò I*

grandezza,

ed importanza

de* precetti

Evange-

lici,

che sona

appoggiati alle più belle, è più facili virtù, a quelle cioè,

che

sono indispen>- sabili all'

Uomo

consideratotanto nel stfosenv- plice particolare,

quanto come

Cittadino, per-

chè

sono più

conformi

al suo

Cuore,

e

perchè non può

senza di esse viver tranquillo, fcd iti

pace.

L'obbedienza,

l' umiltà, la castità, la

temperanza

sono tutte virtù

comandate

dalla Religione istituita da

Gesù

Cristo, le quali se fossero nella loro maggiore estensione dall'u-

mana

società seguitate, ignoti sarebbero nel

Mondo

molti di quei grandissimi mali,

che

di Continuoci angustiano;

non

si

temerebbe

ilHa-

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(37)

gello della guerra,

non

si sentirebbe il peso di

una

luttuosa miseria,sisaprebbefrenare laforza de'tanti nostridesiderj,non

saremmo

costretti a difendereilnostro onore,lenostreproprietà

,

i nostri diritti,

uno

scambievole

amore

leghe- rebbe inostri cuori. Questa Religioneprotegge le Società Civili, le quali, senza il di lei soc- corso,sarebbero esposte a de'frequenti,e su- bitanei rovesci, la sicurezza! de'

Governi,

il ri- spettoalle leggi, le quali

non

averebbero,nel difetto di

una

tal Religione , altra forza, che quella, la quale nasce dal timore della

pena, che impongono,

gl'impegni scambievoli,labe- neficenza, la gratitudine, la subordinazione, la fedeltà, la giustizia:

Qual

Religione

può

tro- varsi più santa, più perfetta, più adattata

all'

Uomo

di questa,

che

jc

una

sorgente ine- sausta di beni spirituali, etemporali?

Che

sola è capace diconsolar

P Uomo

nelle tribolazioni, di fargli conoscere il prezzodella vita, eh' è creato per essere immortale, per /godere nella visione del suo Creatore

una

beata eternità?

Gl'increduli,

ed

i libertini però

non

si arre- stano a queste verità colle loro false medita- zioni, e riguardano le virtù Evangeliche, co-

me

vizi,

che rompono

i legami

dell'Umana

Società: Essi considerano la mansuetudine, e la pazienta,

come

gli effetti della pusillanimi»

tà; l'obbedienza,

come

effetto di

una

cieca, e vile servitù, incompatibile colla libertà natu- rale dell'

Uomo;

la Castità,e la

Temperanza

s

DigitizedbyGoogle

(38)

una come

privazione,

indebitai

crudelediquei piaceri, a'quali c'invita la Natura.

Le prime

duedi questeinsigni Virtù in vece di scioglie- re, stringono vie più i vincoli sociali,

fanno

mirabilmente agire V

Uomo con prudenza

sen- zatimore,

con

coraggio senza inconsideratez- za, loallontanano da'furori dell'odio, e dagli eccessi della vendetta;

ed

è falso,

che

la

Na-

tura inviti gli

Uomini

a quei piaceri disordi- nati,

che

si

oppongono

alla Castità

ed

alla

temperanza,

poiché questi indeboliscono le loro forze, ed abbreviano il corso della loro vita,la sola passione gli

conduce

a'

medesimi.

Essi

con

tali errori

fanno

guerra allaReligione,

non

già

perchè

credino di riuscire a distrug- gerla,

ma

per togliergli il soccorso delle

Leggi umane

,per evitare quella punizione a cuivan-

no

incontro per le loro detestabili azioni. A.

questi Pensatori nemici della verità, edell'or- dine, che

fanno

uso di

una

falsa Filosofia per pervertire gli

Uomini,

fa

d'uopo

contrapporli

una

vera Filosofia,

che

dimostri la loro

impo-

stura,le loro

menzogne,

el'empietàdelle

mas-

sime,

che spargono

per avvelenare il

Cuore umano

.

. In tutti i tempi,

dopo che

furono passati quei Secoli lacrimevoli d'ignoranza, e di bar- barie descritti da Paolo

Diacono,

a misura

che

gli

Uòmini hlnno

conosciuto l'importanza delle Scienze,e delle Lettere sono state erette delle Cattedre, delle

Accademie

, delle Uni-

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