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Modifica dei servizi di protezione nei confronti dei magistrati esposti a rischio, nel

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Modifica dei servizi di protezione nei confronti dei magistrati esposti a rischio, nel distretto di Reggio Calabria.

(Deliberazione del 21 marzo 2002)

Il Consiglio Superiore della Magistratura nella seduta del 21 marzo 2002, premesso

- che con deliberazione del 25 ottobre 2001 il Consiglio Superiore della Magistratura, nell’ambito delle proprie competenze di verifica della funzionalità e dell’efficienza degli uffici giudiziari nel contrasto del crimine organizzato, ha invitato il sig. Ministro della Giustizia a rappresentare nelle competenti sedi istituzionali le problematiche relative alla prospettata riduzione dei livelli di protezione assicurati ai magistrati esposti a rischio, nella consapevolezza che l’imparzialità, l’indipendenza e la serenità degli stessi nell’esercizio delle proprie funzioni sono intimamente correlate alle surrichiamate esigenze di efficienza degli uffici giudiziari nel contrasto della criminalità;

- che la deliberazione di cui sopra era stata determinata in particolare dalla situazione rappresentata al Consiglio con riferimento prima al distretto di Reggio Calabria, e successivamente al distretto di Palermo;

- che nel corso delle audizioni dei capi degli uffici giudiziari dei distretti di cui sopra, veniva avanzata l’ipotesi che il ridimensionamento dei livelli di protezione dei magistrati potesse essere correlato a inesatte interpretazioni delle nuove direttive impartite sulla materia dal Ministero dell’Interno;

- che, pertanto, dopo l’approvazione della deliberazione consiliare del 25 ottobre 2001, la Decima Commissione ha richiesto, tramite il Comitato di Presidenza, l’acquisizione della circolare del Ministero dell’Interno in materia di misure di protezione in favore dei magistrati, e ha disposto un monitoraggio presso gli uffici giudiziari allo scopo di verificare se il citato ridimensionamento dei livelli di protezione, lamentato dai capi degli uffici giudiziari di Reggio Calabria e Palermo, si fosse verificato anche in altri uffici;

osserva quanto segue.

Con circolare datata 15-9-2001, il Ministero dell’Interno ha disposto una

“revisione e rimodulazione delle misure di protezione individuali e di vigilanza degli obiettivi”, in un’ottica di razionalizzazione e di ottimizzazione delle risorse umane e materiali disponibili, ponendo ai destinatari l’obiettivo del recupero di una quota di risorse, già destinate ai servizi di protezione, non inferiore al 30%.

La circolare invita a rivedere i dispositivi di protezione alla luce dell’accertamento dell’effettività e attualità del rischio cui si ritengono esposti i destinatari delle misure; invita, inoltre, a valutare la scorta come sostitutiva e non aggiuntiva rispetto alla tutela, a riconsiderare l’utilizzo dei servizi di tutela, e a privilegiare l’impiego di personale in uniforme e di mezzi con i colori di istituto nelle attività di protezione.

L’acquisizione della circolare del Ministero dell’Interno consente di evidenziare la fondatezza dell’allarme lanciato dai capi degli uffici giudiziari di Reggio Calabria e Palermo.

Nel corso delle audizioni degli stessi, infatti, era stato lamentato che:

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- molti magistrati, soprattutto giudicanti, si sono visti revocare la tutela sul presupposto della non effettività o attualità dell’esposizione a rischio, restando così privi di qualsivoglia forma di protezione;

- altri magistrati, che godono della scorta, si sono visti revocare la tutela, con conseguente riduzione dei livelli di protezione;

- l’effettuazione dei servizi di protezione da parte di personale in divisa e con mezzi recanti i colori di istituto, evidenzia la presenza della personalità protetta, con conseguente innalzamento dei livelli di rischio;

- la limitatissima disponibilità di auto blindate con colori di istituto, rende aleatoria l’efficacia dei servizi di scorta ed espone a gravi rischi il personale delle forze dell’ordine.

Le considerazioni dei capi degli uffici giudiziari di Reggio Calabria e Palermo non possono non essere condivise dal Consiglio, soprattutto dopo aver accertato che le misure di cui sopra sono state adottate dai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza in base a precise direttive del Ministero dell’Interno. Di conseguenza, non può che ribadirsi l’auspicio, già contenuto nella deliberazione del 25 ottobre 2001 di una revisione delle determinazioni in tema di protezione dei magistrati.

In particolare, detta revisione appare opportuna sotto un duplice profilo:

a) l’adozione di misure di protezione solo in favore di magistrati esposti a rischio “effettivo ed attuale”. Come ha correttamente spiegato uno degli auditi, occorrerebbe considerare esposti a “pericolo di tutti coloro i quali si occupano di un certo tipo di reati, a partire dagli investigatori, fino al presidente e ai giudici che si occupano dei processi ed emettono le condanne”. Del resto, la criminalità organizzata non usa minacciare preventivamente il magistrato che intende colpire. Per questo, sarebbe necessario che le misure di protezione venissero concesse non solo ai magistrati concretamente minacciati, ma a tutti coloro che, in ragione dell’attività svolta attualmente o in un lasso di tempo appena precedente, si trovano oggettivamente esposti a rischio;

b) l’utilizzo di personale in divisa e di mezzi recanti i colori di istituto;

previsione, questa, che, lungi dal rivelarsi più efficace per la persona protetta, la espone a maggiori rischi evidenziandone la presenza.

Quanto alla riduzione del numero dei magistrati protetti, il monitoraggio effettuato, i cui esiti sono analiticamente riportati nel prospetto allegato (n.d.r.

l’allegato viene omesso) alla presente delibera, consente di affermare che la riduzione dei livelli di protezione dei magistrati ha riguardato quasi tutti i distretti di Corte d’Appello, anche se, singolarmente, sembra essere stata maggiore proprio nei distretti maggiormente interessati dalla presenza della criminalità organizzata.

Queste, comunque, le variazioni complessivamente intervenute nei vari distretti dopo l’emanazione della citata circolare del Ministero dell’Interno:

• Bologna: revoca 1 tutela - istituzione 1 nuova tutela

• Cagliari: revoca 1 tutela

• Catanzaro: revoca 1 tutela

• Lecce: revoca 1 tutela - trasformazione 1 scorta in tutela

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• Messina: revoca 8 tutele e 3 scorte

• Milano: revoca 12 tutele e 2 scorte - istituzione di 2 nuove tutele

• Perugia: revoca 1 tutela

• Potenza: revoca 1 tutela

• Reggio Calabria: revoca 13 tutele

• Palermo: revoca 9 doppie tutele e 5 scorte – istituzione 18 nuove tutele

• Napoli: revoca 16 tutele e sostituzione con servizi di tutela “mirata” per i trasferimenti di lavoro fuori del capoluogo

• Torino: revoca 4 tutele e 2 scorte – istituzione 2 nuove tutele

Si precisa che i dati suesposti non tengono conto dei servizi di vigilanza fissa o

“dinamica” al domicilio di magistrati, che in alcuni casi hanno sostituito le precedenti misure di protezione, in quanto non tutti gli uffici hanno indicato dette misure. I dati dei servizi di vigilanza a domicilio, comunq ue, sono analiticamente riportati nelle tabelle allegate.

Si precisa, altresì, che per quanto riguarda il distretto di Palermo erano stati in un primo tempo proposti dal locale COSP drastici tagli ai servizi di protezione (revoca di 17 tutele, 10 doppie tutele e 12 scorte), provvedimenti opportunamente rientrati dopo l’attivazione dei capi degli uffici giudiziari presso il Prefetto di Palermo, il quale ha dimostrato grande sensibilità alle esigenze di protezione dei magistrati maggiormente esposti nel contrasto delle organizzazioni mafiose.

Il monitoraggio effettuato consente di evidenziare la notevole riduzione (malgrado alcune misure di nuova istituzione) dei livelli di protezione dei magistrati, che interessano in modo particolare i giudicanti, evidentemente considerati non sufficientemente esposti a rischi concreti e attuali.

Detta notevole riduzione, peraltro, appare di particolare intensità anche nel raffronto con i dati sui livelli di protezione assicurati ad altre categorie di cittadini, pubblicati di recente sulla stampa quotidiana in data 28.1.2002.

Anche alla luce di questi ultimi dati, pertanto, il Consiglio a u s p i c a

che i competenti organismi rivedano le determinazioni assunte in materia di riduzione qualitativa e quantitativa dei livelli di protezione assicurati ai magistrati, onde restituire serenità in particolare a quei magistrati giudicanti e requirenti impegnati in processi o indagini su pericolose organizzazioni criminali, che si sono visti ridurre o addirittura eliminare le misure di protezione di cui godevano, e

d e l i b e r a

di invitare il sig. Ministro della Giustizia a rappresentare nelle competenti sedi istituzionali tutto quanto sopra evidenziato.

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