Macroeconomia monetaria
Risparmi, Investimenti, Finanza
CONTABILITÀ NAZIONALE: RISPARMIO E INVESTIMENTI
Definizione del PIL: Y = C + I + G + NX
Supponiamo di trovarci in un’economia chiusa, ovvero senza importazioni né esportazioni:
Y = C + I + G
Possiamo esprimere questa equazione in termini di I:
I = Y – C – G
Gli Investimenti sono pari al reddito (Y) – spesa per consumi
privati (C) – spesa pubblica (G), ovvero ai Risparmi (Savings):
I = S
Per avere un effetto sul reddito nazionale i risparmi devono essere
investiti nel sistema.
RISPARMIO NAZIONALE
Abbiamo visto che il Risparmio Nazionale è dato da:
S = Y – C – G
Ma se vogliamo distinguere tra risparmio
privato e pubblico, dobbiamo tener conto del fatto che il reddito disponibile per i privati deve essere al netto della Tassazione (T):
S = (Y – T – C) + (T – G)
il primo elemento (Y - T - C) è il risparmio privato
il secondo (T - G) è il risparmio pubblico (entrate fiscali meno spesa pubblica).
Se T > G, il settore pubblico ha un
SURPLUS DI BILANCIO: lo stato incassa più di quanto spende. Questo è il
risparmio pubblico.
Se G > T, il settore pubblico ha un
DEFICIT DI BILANCIO: lo stato spende più di quanto incassa. È
l’indebitamento pubblico.
Il deficit o indebitamento si riferisce alla differenza tra Entrate e Spese pubbliche in un certo periodo di
tempo (un anno, un trimestre, etc.): è un dato di flusso. La cumulata dei
deficit fino ad un certo periodo è il DEBITO PUBBLICO
Il grafico mostra che dal 1980 in poi l’Italia ha sempre registrato un
deficit di bilancio: le spese sono sempre superiori alle entrate.
È però interessante rilevare che per tutti gli anni ‘80 la spesa al netto degli interessi (spesa primaria: ciò che serve al funzionamento del
settore pubblico) era superiore alle entrate. Invece a partire dagli anni
‘90 la spesa primaria è quasi sempre inferiore rispetto alle entrate.
I deficit dagli anni’90 in poi sono sostanzialmente determinati dalla elevata spesa per gli interessi sul debito.
ENTRATE E SPESE PUBBLICHE IN ITALIA
DEFICIT: CONFRONTO TRA PAESI
Si può osservare che l’Italia haregistrato deficit eccessivi rispetto ad altri paesi OCSE per tutti gli anni ‘80.
Il Trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito che il deficit pubblico ogni anno non debba superare il 3 per
cento del PIL. I governi italiani hanno dunque dovuto agire per ridurre il deficit, ed effettivamente si può
osservare che a partire dagli anni ‘90 il deficit italiano è in linea con quello degli altri paesi.
Però i deficit pregressi gravano sulla cumulata, e quindi sul debito
pubblico.
DEFICIT, DEBITO E REGOLE EUROZONA
Il Trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito che il debito pubblico non debba eccedere il 60 per cento del PIL. L’Italia, dagli anni ‘80 in poi, è sempre stata molto al di sopra di questa soglia.
In seguito alla pandemia COVID-19 le regole del trattato di Maastricht sono sospese. Per l’Italia si prevede un
deficit tra il 9% ed il 13%.
IL SISTEMA FINANZIARIO: INVESTIMENTI E SPESA PUBBLICA
Il sistema finanziario è costituito dalle istituzioni che operano per far incontrare l’offerta di denaro (risparmio) con la domanda
(investimenti).
Le due parti del mercato
finanziario sono gli individui che prestano e gli individui che
prendono a prestito il denaro.
In che modo i mercati finanziari coordinano domanda e offerta di investimenti e risparmi?
Assumiamo per semplicità che nell’economia ci sia un solo mercato finanziario, che
chiamiamo mercato dei fondi mutuabili
Il mercato dei fondi mutuabili
Nel mercato dei fondi mutuabili abbiamo una domanda diliquidità da parte delle famiglie e delle imprese che desiderano
effettuare acquisti e fare
investimenti; ed un’offerta di liquidità da parte dei
risparmiatori.
Il tasso di interesse di equilibrio è quel tasso che determina
l’equilibrio del mercato
finanziario, ovvero l’uguaglianza di domanda ed offerta di fondi mutuabili
INCENTIVI AL RISPARMIO
Gli incentivi/disincentivi fiscali influiscono sul mercato dei fondi mutuabiliPer esempio, se si riducono le imposte sulle rendite finanziarie, aumentano gli incentivi al risparmio: la curva di offerta si sposta (O1), e nel nuovo equilibrio la quantità di fondi mutuabili scambiati aumenta, mentre il tasso di interesse si riduce.
Un incentivo al risparmio dunque fa
aumentare l’offerta di fondi mutuabili, e questo si traduce in una diminuzione del tasso di interesse; al contrario, se si
aumentassero le imposte sulle rendite finanziarie, si ridurrebbe l’incentivo al risparmio, e quindi l’offerta di fondi
mutuabili si ridurrebbe, conducendo ad un incremento del tasso di interesse
INCENTIVI ALL’INVESTIMENTO
Se si concedono detrazioni di imposta sulle spese perinvestimento, si aumentano gli incentivi ad investire.
La domanda di fondi mutuabili
aumenta, e dato che l’offerta non si è modificata, il tasso di interesse nel nuovo punto di equilibrio è più elevato.
La quantità di fondi mutuabili
scambiata nel nuovo equilibrio è aumentata, e così il tasso di
interesse di equilibrio
AUMENTO DEL DEFICIT PUBBLICO
Quando lo Stato vende titoli del
debito pubblico, assorbe parte della liquidità esistente nei mercati dei fondi mutuabili; quindi l’offerta di fondi mutuabili diminuisce (la curva trasla verso sinistra), e si crea un nuovo equilibrio con tasso di
interesse più alto e quantità più
ridotta di fondi mutuabili scambiati sul mercato finanziario.
In pratica l’intervento dello Stato ha determinato un effetto di
“spiazzamento” degli investitori privati sul mercato finanziario.
ISTITUZIONI FINANZIARIE: MERCATI E INTERMEDIARI
Le istituzioni finanziarie possono essere ricondotte a due ampie categorie:
1. MERCATI FINANZIARI
I mercati finanziari sono istituzioni
attraverso cui i risparmiatori scelgono direttamente il soggetto da finanziare.
I principali MERCATI FINANZIARI sono:
• Il Mercato Obbligazionario
• Il Mercato Azionario
2. INTERMEDIARI FINANZIARI I risparmiatori non scelgono direttamente ma cedono i loro
risparmi agli intermediari finanziari:
sono loro che decidono quali soggetti finanziare.
I principali INTERMEDIARI FINANZIARI sono:
• Le Banche
• I Fondi di Investimento
MERCATI FINANZIARI
1. MERCATO OBBLIGAZIONARIO
• Le obbligazioni sono certificati di debito che specificano l’obbligo del debitore verso il creditore:
fondamentalmente, si specifica l’ammontare del debito (il capitale prestato), il tasso di interesse pagato
periodicamente prima della scadenza, ed il periodo di maturazione del debito.
MERCATI FINANZIARI
Caratteristiche delle obbligazioni:
Durata: periodo di tempo tra emissione e scadenza.
Rischio: probabilità di default del debitore. Se il rischio di insolvenza è elevato, i creditori dovranno essere incentivati a prestare il proprio denaro con tassi di interesse più elevati.
Titoli a basso rischio (bund tedeschi);
Titoli ad alto rischio (titoli debito pubblico Italia, Spagna, Portogallo);
Titoli spazzatura (Grecia).
Differenziale tra i tassi di interesse: spread
MERCATI FINANZIARI
Sono le agenzie di rating a definire i livelli di rischio di molti titoli obbligazionari, compresi i titoli del debito pubblico.
Sono società private, ed in alcuni periodi sono state accusate di intervenire sul rating di certi titoli a scopi speculativi.
Anche le imprese emettono titoli obbligazionari, ed anch’esse sono soggette al rating.
La raccolta fondi attraverso obbligazioni viene detta
«finanziamento mediante emissione di debito».
MERCATI FINANZIARI
2. MERCATO AZIONARIO
Le azioni sono titoli di proprietà di quote dell’impresa.
L’azionista ha diritto ad incassare una parte dei profitti (dividendo) che la società decide di assegnare per
remunerare il capitale finanziario (la quota dei dividendi viene sottratta agli investimenti produttivi).
La raccolta fondi attraverso vendita di azioni (quote
della proprietà) viene detta “finanziamento con capitale di rischio”.
MERCATI FINANZIARI
L’investimento in azioni è più rischioso dell’investimento in
obbligazioni: è infatti legato all’andamento dei profitti della società, mentre le obbligazioni sono un titolo di debito che deve essere pagato comunque.
Questo implica che i rendimenti attesi delle azioni devono essere superiori rispetto alle obbligazioni.
Il più importante mercato azionario europeo è la Borsa di Londra (London Stock Exchange).
A livello mondiale: Wall Street (la Borsa di New York) e Tokyo per i mercati asiatici.
MERCATI FINANZIARI
Gli INDICI AZIONARI sono indicatori dell’andamento di una selezione dei migliori titoli quotati in una Borsa:
• Il Dow Jones è basato sulle 30 maggiori società negli USA;
• Il Financial Times Stock Exchange sulle 100 maggiori società quotate al London Stock Exchange;
• Il NIKKEI sulle 100 maggiori della Borsa di Tokyo.
INTERMEDIARI FINANZIARI
1. BANCHE
Raccolgono i depositi delle famiglie e li usano per prestiti ad imprese e famiglie per investimenti reali oppure per acquistare prodotti finanziari (azioni e
obbligazioni).
Il tasso di interesse che un cliente della banca riceve sui depositi è diverso da quello che paga per il mutuo concesso dalla banca
E’ importante sottolineare che le Banche offrono anche un altro servizio oltre a
quello di intermediazione finanziaria: contribuiscono a creare moneta, cioè offrono dei mezzi di pagamento come gli assegni, le carte di pagamento (anche le carte di credito sono in genere collegate ad un deposito bancario).
Dunque permettono di avere più liquidità: per questi servizi paghiamo oneri e commissioni sul conto corrente.
INTERMEDIARI FINANZIARI
2. FONDI DI INVESTIMENTO
Sono istituzioni che vendono quote di partecipazione ai privati, e usano i fondi per acquistare azioni e obbligazioni, con diversi gradi di rischio.
I piccoli risparmiatori aderendo ad un fondo di investimento possono diversificare il loro portafoglio.
Portafoglio di investimento
MONETA E POLITICHE
MONETARIE
LA MONETA
Si definisce MONETA l’insieme dei valori utilizzati in un sistema
economico dagli individui (famiglie, imprese) per acquistare beni e servizi.
La moneta ha tre funzioni fondamentali:
• Mezzo di scambio
• Unità di conto
• Riserva di valore
FUNZIONI DELLA MONETA
Mezzo di Scambio
Il mezzo di scambio è un oggetto che i compratori danno ai venditori in cambio del bene o servizio ceduto.
Qualunque cosa sia accettata universalmente come pagamento, si deve considerare mezzo di scambio.
Unità di Conto
L’unità di conto è la misura di prezzi e di valori economici: il “numero” di Euro o di Dollari richiesti per cedere un bene o servizio indica il valore di quel bene relativamente ad altri.
Riserva di Valore
La riserva di valore è ciò che gli individui possono utilizzare per trasferire valore dal presente al futuro: è la ricchezza degli individui, che può essere conservata in diverse forme, monetarie e non monetarie.
MONETA
La moneta è caratterizzata da alta liquidità: è il modo di
detenere ricchezza più facilmente spendibile (è infatti il mezzo di pagamento).
Altre forme di conservazione della ricchezza presentano
diverse caratteristiche di liquidità:
l’oro è facilmente convertibile, le azioni e le obbligazioni lo sono in buona misura; gioielli, quadri ed immobili lo sono moto di meno.
Esistono due tipi di moneta:
MONETA MERCE: quando il denaro era fatto con metalli pregiati (oro, argento, ma anche bronzo e rame) la moneta aveva un suo valore intrinseco, a prescindere dal valore che veniva attribuito come mezzo di scambio.
MONETA-FIAT O MONETA A CORSO
LEGALE: non ha valore intrinseco (carta moneta, metalli non pregiati) ma viene utilizzata come denaro per decreto dello Stato (“fiat”: che sia).
• Moneta a corso legale: il circolante (banconote, monete)
• Altro esempio di moneta-fiat: i depositi bancari.
TIPI DI MONETA
Assegni, bancomat (carta di debito), bonifici:
sono strumenti attraverso cui si trasferisce denaro da un conto ad un altro (la moneta passa di mano).
Carta di credito: non è propriamente un mezzo di
pagamento, ma un mezzo per differire il pagamento.
Il consumatore prende denaro a prestito dall’istituto di credito (la banca che ha emesso la carta), e lo restituisce con gli interessi.
IL RUOLO DELLA BANCA CENTRALE
La Banca Centrale di un sistema economico ha il compito di
regolamentare il sistema monetario: deve cioè controllare il sistema bancario e l’offerta di moneta (ovvero la quantità di moneta presente nell’economia).
L’insieme di misure prese dalla Banca Centrale per controllare l’offerta di moneta si definisce Politica Monetaria.
LA BANCA CENTRALE EUROPEA
La Banca Centrale Europea (BCE) è l’istituzione che gestisce la politica monetaria dei Paesi dell’area Euro.
È stata creata il 1 giugno 1998 e ha sede a Francoforte.
Agisce con la collaborazione delle Banche Centrali dei 17 Paesi aderenti al sistema Euro (Eurozona).
L’obiettivo primario della BCE è quello di promuovere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona.
La BCE è indipendente dai governi dei singoli stati e dalle istituzioni politiche e di governo europee.
BANCA CENTRALE EUROPEA
La Banca Centrale Europea (BCE) è l’istituzione che gestisce la politica monetaria dei Paesi dell’area Euro.È stata creata il 1 giugno 1998 e ha sede a Francoforte.
Agisce con la collaborazione delle
Banche Centrali dei 17 Paesi aderenti al sistema Euro (Eurozona).
L’obiettivo primario della BCE è quello di promuovere la stabilità dei prezzi
nell’Eurozona.
La BCE è indipendente dai governi dei singoli stati e dalle istituzioni politiche e di governo europee.
OFFERTA DI MONETA
Tutti gli istituti bancari hanno delle riserve monetarie, ovvero
depositi di denaro che sono
conservati e non impiegati per prestiti.
In un sistema bancario con riserva frazionaria, le banche tengono
una frazione dei depositi che
ricevono come riserva, il resto lo impiegano per finanziamenti di diverso tipo.
Il Rapporto di Riserva è la
frazione di depositi che le banche sono obbligate a tenere come
riserva, dietro indicazione della Banca Centrale.
Quando una banca eroga un prestito, l’offerta di moneta nel sistema economico cresce.
Quindi l’offerta di moneta è influenzata:
da una parte, dalla quantità di depositi;
dall’altra, dalla quantità di prestiti erogati dalla banca.
OFFERTA DI MONETA
Per esempio:
• la banca accetta 100 € di depositi
• mantiene una quota (10%) di riserva;
• utilizza il resto per prestiti.
Attivo Passivo
Riserve
€10.00 Prestiti
€90.00
Depositi
€100.00
Totale Attività
€100.00
Totale Passività
€100.00
Quando una banca eroga un prestito, questo viene in genere depositato in un altro conto corrente. Quindi si crea un altro deposito, e di qui un’altra riserva di denaro da cui si può erogare un prestito. La quantità di moneta aumenta, di un ammontare determinato dal moltiplicatore monetario.
OFFERTA DI MONETA
Attivo Passivo
Prima Banca
Riserve
€10.00 Prestiti
€90.00
Depositi
€100.00
Totale Attivo
€100.00
Totale Passivo
€100.00
Attivo Passivo
Seconda Banca
Riserve
€9.00 Prestiti
€81.00
Depositi
€90.00
Totale Attivo
€90.00
Totale Passivo
€90.00
Offerta di Moneta = €190.00
MOLTIPLICATORE MONETARIO
Depositi Riserve Prestiti Moneta in
circolo
Fase 1 100
Fase 2 100 10 90 190
Fase 3 90 9 81 271
Fase 4 81 8.1 72.9 343.9
Fase 5 72.9 7.29 65.61 409.51
.. .. .. .. ..
Ad ogni passaggio il valore del circolante aumenta, anche se con incrementi sempre
inferiori dato il “prelievo”
determinato dall’obbligo di riserva.
Al quarto passaggio il
circolante è aumentato da 100€ a 409.51€.
IL MOLTIPLICATORE MONETARIO
• Se continuassimo a calcolare la quantità di moneta messa a deposito, diminuita della quota di riserva, e messa in circolazione come prestiti,
otterremmo, con i dati del nostro esempio, una quantità totale di moneta pari a 1000 Euro.
• Questa quantità è calcolata per mezzo di una formula matematica:
𝑀 = 𝐷0 × 𝑚
Dove 𝐷0 è il deposito iniziale, mentre 𝑚 , il moltiplicatore monetario, è il reciproco della quota di riserva: 𝑚 = 1
𝑅 , quindi possiamo anche scrivere 𝑀 = 𝐷0
𝑅
IL MOLTIPLICATORE MONETARIO
• Nel nostro esempio, la quota di riserva è il 10%, quindi 𝑚 = 1
0.10 = 10
Quindi la quantità di moneta generata da un deposito di 100 Euro, se la quota di riserva è del 10%, sarà:
𝑀 = 𝐷0 × 𝑚 = 100 × 10 = 1000 Se invece avessimo avuto una quota di riserva del 4%
𝑚 = 1
0.04 = 25
𝑀 = 𝐷0 × 𝑚 = 100 × 25 = 2500
Esercizio. Moltiplicatore monetario, R=5%
Depositi Riserve Prestiti Moneta in circolo
Fase 1 5000
Fase 2 5000 250 4750 9750
Fase 3 4750 237.5 4512.5 14262.5
Fase 4 4512.5 225.62 4286.87 18549.37
Fase 5 4286.875 214.344 4072.53 22621.91
.. .. .. .. ..
STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:
LA QUOTA DI RISERVA
La quota di riserva evidentemente incide sull’offerta di moneta:
maggiore è la quota di riserva, minori saranno gli impieghi della banca, minore sarà l’offerta di moneta (e viceversa).
Quindi uno strumento a disposizione della Banca Centrale per variare
l’offerta di moneta in un sistema
economico è quello della variazione dell’obbligo di riserva.
Attualmente la quota di riserva BCE è dell’1% (dal gennaio 2012) -
precedentemente era del 2%.
Le banche sono tenute ad avere riserve non inferiori alla quota di riserva, ma sono libere di detenere quote superiori alla quota di riserva (riserve discrezionali).
Questo accade quando le aspettative circa l’andamento economico sono negative o si percepisce un alto
rischio nelle attività (rischio aggregato).
STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:
OPERAZIONI DI MERCATO APERTO
Un altro strumento di Politica
Monetaria è dato dalle
operazioni di mercato aperto
Si riferiscono agli acquisti o vendite di Titoli di Stato da parte della Banca Centrale sul mercato privato.
Quando la Banca Centrale acquista titoli, li paga con moneta, e
aumenta la quantità di moneta nel sistema economico.
Viceversa, quando la Banca Centrale vende titoli di stato incassa moneta, e si riduce la quantità di moneta nel sistema economico.
STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:
IL TASSO DI RIFINANZIAMENTO Un altro strumento di Politica
Monetaria è dato dalle variazioni del Tasso di Rifinanziamento
Il Tasso di Rifinanziamento è il tasso di interesse che la BCE applica sui prestiti di breve periodo concessi al settore bancario dell’Eurozona.
Se una banca ha necessità di ottenere liquidità dalla Banca Centrale, può
vendere titoli (in genere, titoli di stato o obbligazioni di aziende «sicure») alla Banca Centrale, impegnandosi a
riacquistarli dopo un certo (breve) termine.
Questa operazione si chiama «PRONTI CONTRO TERMINE» (o «REPO»:
Repurchase agreement).
La differenza tra il prezzo a cui la
banca vende alla Banca Centrale e il prezzo a cui acquista, espresso in percentuale del prezzo di vendita, si chiama TASSO DI RIFINANZIAMENTO (o «REFI»: Refinancing)
TASSO DI RIFINANZIAMENTO
Per esempio, se la banca vende i titoli a 100 e si impegna a riacquistarli a 110, il Tasso di Rifinanziamento sarà del 10%.
Se il Tasso di Rifinanziamento aumenta, si riduce l’offerta di moneta: le banche sono meno incentivate ad acquisire liquidità attraverso le operazioni pronti contro termine.
Viceversa, se il Tasso di Rifinanziamento diminuisce, aumenta l’offerta di moneta.
Attualmente il tasso di rifinanziamento è dello 0.000%.