• Non ci sono risultati.

Macroeconomia monetaria Risparmi, Investimenti, Finanza

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "Macroeconomia monetaria Risparmi, Investimenti, Finanza"

Copied!
42
0
0

Testo completo

(1)

Macroeconomia monetaria

Risparmi, Investimenti, Finanza

(2)

CONTABILITÀ NAZIONALE: RISPARMIO E INVESTIMENTI

Definizione del PIL: Y = C + I + G + NX

Supponiamo di trovarci in un’economia chiusa, ovvero senza importazioni né esportazioni:

Y = C + I + G

Possiamo esprimere questa equazione in termini di I:

I = Y – C – G

Gli Investimenti sono pari al reddito (Y) – spesa per consumi

privati (C) – spesa pubblica (G), ovvero ai Risparmi (Savings):

I = S

Per avere un effetto sul reddito nazionale i risparmi devono essere

investiti nel sistema.

(3)

RISPARMIO NAZIONALE

Abbiamo visto che il Risparmio Nazionale è dato da:

S = Y – C – G

Ma se vogliamo distinguere tra risparmio

privato e pubblico, dobbiamo tener conto del fatto che il reddito disponibile per i privati deve essere al netto della Tassazione (T):

S = (Y – T – C) + (T – G)

il primo elemento (Y - T - C) è il risparmio privato

il secondo (T - G) è il risparmio pubblico (entrate fiscali meno spesa pubblica).

Se T > G, il settore pubblico ha un

SURPLUS DI BILANCIO: lo stato incassa più di quanto spende. Questo è il

risparmio pubblico.

Se G > T, il settore pubblico ha un

DEFICIT DI BILANCIO: lo stato spende più di quanto incassa. È

l’indebitamento pubblico.

Il deficit o indebitamento si riferisce alla differenza tra Entrate e Spese pubbliche in un certo periodo di

tempo (un anno, un trimestre, etc.): è un dato di flusso. La cumulata dei

deficit fino ad un certo periodo è il DEBITO PUBBLICO

(4)

Il grafico mostra che dal 1980 in poi l’Italia ha sempre registrato un

deficit di bilancio: le spese sono sempre superiori alle entrate.

È però interessante rilevare che per tutti gli anni ‘80 la spesa al netto degli interessi (spesa primaria: ciò che serve al funzionamento del

settore pubblico) era superiore alle entrate. Invece a partire dagli anni

‘90 la spesa primaria è quasi sempre inferiore rispetto alle entrate.

I deficit dagli anni’90 in poi sono sostanzialmente determinati dalla elevata spesa per gli interessi sul debito.

ENTRATE E SPESE PUBBLICHE IN ITALIA

(5)

DEFICIT: CONFRONTO TRA PAESI

Si può osservare che l’Italia ha

registrato deficit eccessivi rispetto ad altri paesi OCSE per tutti gli anni ‘80.

Il Trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito che il deficit pubblico ogni anno non debba superare il 3 per

cento del PIL. I governi italiani hanno dunque dovuto agire per ridurre il deficit, ed effettivamente si può

osservare che a partire dagli anni ‘90 il deficit italiano è in linea con quello degli altri paesi.

Però i deficit pregressi gravano sulla cumulata, e quindi sul debito

pubblico.

(6)

DEFICIT, DEBITO E REGOLE EUROZONA

Il Trattato di Maastricht del 1992 ha stabilito che il debito pubblico non debba eccedere il 60 per cento del PIL. L’Italia, dagli anni ‘80 in poi, è sempre stata molto al di sopra di questa soglia.

In seguito alla pandemia COVID-19 le regole del trattato di Maastricht sono sospese. Per l’Italia si prevede un

deficit tra il 9% ed il 13%.

(7)

IL SISTEMA FINANZIARIO: INVESTIMENTI E SPESA PUBBLICA

Il sistema finanziario è costituito dalle istituzioni che operano per far incontrare l’offerta di denaro (risparmio) con la domanda

(investimenti).

Le due parti del mercato

finanziario sono gli individui che prestano e gli individui che

prendono a prestito il denaro.

In che modo i mercati finanziari coordinano domanda e offerta di investimenti e risparmi?

Assumiamo per semplicità che nell’economia ci sia un solo mercato finanziario, che

chiamiamo mercato dei fondi mutuabili

(8)

Il mercato dei fondi mutuabili

Nel mercato dei fondi mutuabili abbiamo una domanda di

liquidità da parte delle famiglie e delle imprese che desiderano

effettuare acquisti e fare

investimenti; ed un’offerta di liquidità da parte dei

risparmiatori.

Il tasso di interesse di equilibrio è quel tasso che determina

l’equilibrio del mercato

finanziario, ovvero l’uguaglianza di domanda ed offerta di fondi mutuabili

(9)

INCENTIVI AL RISPARMIO

Gli incentivi/disincentivi fiscali influiscono sul mercato dei fondi mutuabili

Per esempio, se si riducono le imposte sulle rendite finanziarie, aumentano gli incentivi al risparmio: la curva di offerta si sposta (O1), e nel nuovo equilibrio la quantità di fondi mutuabili scambiati aumenta, mentre il tasso di interesse si riduce.

Un incentivo al risparmio dunque fa

aumentare l’offerta di fondi mutuabili, e questo si traduce in una diminuzione del tasso di interesse; al contrario, se si

aumentassero le imposte sulle rendite finanziarie, si ridurrebbe l’incentivo al risparmio, e quindi l’offerta di fondi

mutuabili si ridurrebbe, conducendo ad un incremento del tasso di interesse

(10)

INCENTIVI ALL’INVESTIMENTO

Se si concedono detrazioni di imposta sulle spese per

investimento, si aumentano gli incentivi ad investire.

La domanda di fondi mutuabili

aumenta, e dato che l’offerta non si è modificata, il tasso di interesse nel nuovo punto di equilibrio è più elevato.

La quantità di fondi mutuabili

scambiata nel nuovo equilibrio è aumentata, e così il tasso di

interesse di equilibrio

(11)

AUMENTO DEL DEFICIT PUBBLICO

Quando lo Stato vende titoli del

debito pubblico, assorbe parte della liquidità esistente nei mercati dei fondi mutuabili; quindi l’offerta di fondi mutuabili diminuisce (la curva trasla verso sinistra), e si crea un nuovo equilibrio con tasso di

interesse più alto e quantità più

ridotta di fondi mutuabili scambiati sul mercato finanziario.

In pratica l’intervento dello Stato ha determinato un effetto di

“spiazzamento” degli investitori privati sul mercato finanziario.

(12)

ISTITUZIONI FINANZIARIE: MERCATI E INTERMEDIARI

Le istituzioni finanziarie possono essere ricondotte a due ampie categorie:

1. MERCATI FINANZIARI

I mercati finanziari sono istituzioni

attraverso cui i risparmiatori scelgono direttamente il soggetto da finanziare.

I principali MERCATI FINANZIARI sono:

• Il Mercato Obbligazionario

• Il Mercato Azionario

2. INTERMEDIARI FINANZIARI I risparmiatori non scelgono direttamente ma cedono i loro

risparmi agli intermediari finanziari:

sono loro che decidono quali soggetti finanziare.

I principali INTERMEDIARI FINANZIARI sono:

• Le Banche

• I Fondi di Investimento

(13)

MERCATI FINANZIARI

1. MERCATO OBBLIGAZIONARIO

• Le obbligazioni sono certificati di debito che specificano l’obbligo del debitore verso il creditore:

fondamentalmente, si specifica l’ammontare del debito (il capitale prestato), il tasso di interesse pagato

periodicamente prima della scadenza, ed il periodo di maturazione del debito.

(14)

MERCATI FINANZIARI

Caratteristiche delle obbligazioni:

Durata: periodo di tempo tra emissione e scadenza.

Rischio: probabilità di default del debitore. Se il rischio di insolvenza è elevato, i creditori dovranno essere incentivati a prestare il proprio denaro con tassi di interesse più elevati.

Titoli a basso rischio (bund tedeschi);

Titoli ad alto rischio (titoli debito pubblico Italia, Spagna, Portogallo);

Titoli spazzatura (Grecia).

Differenziale tra i tassi di interesse: spread

(15)

MERCATI FINANZIARI

Sono le agenzie di rating a definire i livelli di rischio di molti titoli obbligazionari, compresi i titoli del debito pubblico.

Sono società private, ed in alcuni periodi sono state accusate di intervenire sul rating di certi titoli a scopi speculativi.

Anche le imprese emettono titoli obbligazionari, ed anch’esse sono soggette al rating.

La raccolta fondi attraverso obbligazioni viene detta

«finanziamento mediante emissione di debito».

(16)
(17)
(18)

MERCATI FINANZIARI

2. MERCATO AZIONARIO

Le azioni sono titoli di proprietà di quote dell’impresa.

L’azionista ha diritto ad incassare una parte dei profitti (dividendo) che la società decide di assegnare per

remunerare il capitale finanziario (la quota dei dividendi viene sottratta agli investimenti produttivi).

La raccolta fondi attraverso vendita di azioni (quote

della proprietà) viene detta “finanziamento con capitale di rischio”.

(19)

MERCATI FINANZIARI

L’investimento in azioni è più rischioso dell’investimento in

obbligazioni: è infatti legato all’andamento dei profitti della società, mentre le obbligazioni sono un titolo di debito che deve essere pagato comunque.

Questo implica che i rendimenti attesi delle azioni devono essere superiori rispetto alle obbligazioni.

Il più importante mercato azionario europeo è la Borsa di Londra (London Stock Exchange).

A livello mondiale: Wall Street (la Borsa di New York) e Tokyo per i mercati asiatici.

(20)

MERCATI FINANZIARI

Gli INDICI AZIONARI sono indicatori dell’andamento di una selezione dei migliori titoli quotati in una Borsa:

• Il Dow Jones è basato sulle 30 maggiori società negli USA;

• Il Financial Times Stock Exchange sulle 100 maggiori società quotate al London Stock Exchange;

• Il NIKKEI sulle 100 maggiori della Borsa di Tokyo.

(21)

INTERMEDIARI FINANZIARI

1. BANCHE

Raccolgono i depositi delle famiglie e li usano per prestiti ad imprese e famiglie per investimenti reali oppure per acquistare prodotti finanziari (azioni e

obbligazioni).

Il tasso di interesse che un cliente della banca riceve sui depositi è diverso da quello che paga per il mutuo concesso dalla banca

E’ importante sottolineare che le Banche offrono anche un altro servizio oltre a

quello di intermediazione finanziaria: contribuiscono a creare moneta, cioè offrono dei mezzi di pagamento come gli assegni, le carte di pagamento (anche le carte di credito sono in genere collegate ad un deposito bancario).

Dunque permettono di avere più liquidità: per questi servizi paghiamo oneri e commissioni sul conto corrente.

(22)

INTERMEDIARI FINANZIARI

2. FONDI DI INVESTIMENTO

Sono istituzioni che vendono quote di partecipazione ai privati, e usano i fondi per acquistare azioni e obbligazioni, con diversi gradi di rischio.

I piccoli risparmiatori aderendo ad un fondo di investimento possono diversificare il loro portafoglio.

(23)

Portafoglio di investimento

(24)

MONETA E POLITICHE

MONETARIE

(25)

LA MONETA

Si definisce MONETA l’insieme dei valori utilizzati in un sistema

economico dagli individui (famiglie, imprese) per acquistare beni e servizi.

La moneta ha tre funzioni fondamentali:

Mezzo di scambio

Unità di conto

Riserva di valore

(26)

FUNZIONI DELLA MONETA

Mezzo di Scambio

Il mezzo di scambio è un oggetto che i compratori danno ai venditori in cambio del bene o servizio ceduto.

Qualunque cosa sia accettata universalmente come pagamento, si deve considerare mezzo di scambio.

Unità di Conto

L’unità di conto è la misura di prezzi e di valori economici: il “numero” di Euro o di Dollari richiesti per cedere un bene o servizio indica il valore di quel bene relativamente ad altri.

Riserva di Valore

La riserva di valore è ciò che gli individui possono utilizzare per trasferire valore dal presente al futuro: è la ricchezza degli individui, che può essere conservata in diverse forme, monetarie e non monetarie.

(27)

MONETA

La moneta è caratterizzata da alta liquidità: è il modo di

detenere ricchezza più facilmente spendibile (è infatti il mezzo di pagamento).

Altre forme di conservazione della ricchezza presentano

diverse caratteristiche di liquidità:

l’oro è facilmente convertibile, le azioni e le obbligazioni lo sono in buona misura; gioielli, quadri ed immobili lo sono moto di meno.

Esistono due tipi di moneta:

MONETA MERCE: quando il denaro era fatto con metalli pregiati (oro, argento, ma anche bronzo e rame) la moneta aveva un suo valore intrinseco, a prescindere dal valore che veniva attribuito come mezzo di scambio.

MONETA-FIAT O MONETA A CORSO

LEGALE: non ha valore intrinseco (carta moneta, metalli non pregiati) ma viene utilizzata come denaro per decreto dello Stato (“fiat”: che sia).

• Moneta a corso legale: il circolante (banconote, monete)

• Altro esempio di moneta-fiat: i depositi bancari.

(28)

TIPI DI MONETA

Assegni, bancomat (carta di debito), bonifici:

sono strumenti attraverso cui si trasferisce denaro da un conto ad un altro (la moneta passa di mano).

Carta di credito: non è propriamente un mezzo di

pagamento, ma un mezzo per differire il pagamento.

Il consumatore prende denaro a prestito dall’istituto di credito (la banca che ha emesso la carta), e lo restituisce con gli interessi.

(29)

IL RUOLO DELLA BANCA CENTRALE

La Banca Centrale di un sistema economico ha il compito di

regolamentare il sistema monetario: deve cioè controllare il sistema bancario e l’offerta di moneta (ovvero la quantità di moneta presente nell’economia).

L’insieme di misure prese dalla Banca Centrale per controllare l’offerta di moneta si definisce Politica Monetaria.

(30)

LA BANCA CENTRALE EUROPEA

La Banca Centrale Europea (BCE) è l’istituzione che gestisce la politica monetaria dei Paesi dell’area Euro.

È stata creata il 1 giugno 1998 e ha sede a Francoforte.

Agisce con la collaborazione delle Banche Centrali dei 17 Paesi aderenti al sistema Euro (Eurozona).

L’obiettivo primario della BCE è quello di promuovere la stabilità dei prezzi nell’Eurozona.

La BCE è indipendente dai governi dei singoli stati e dalle istituzioni politiche e di governo europee.

(31)

BANCA CENTRALE EUROPEA

La Banca Centrale Europea (BCE) è l’istituzione che gestisce la politica monetaria dei Paesi dell’area Euro.

È stata creata il 1 giugno 1998 e ha sede a Francoforte.

Agisce con la collaborazione delle

Banche Centrali dei 17 Paesi aderenti al sistema Euro (Eurozona).

L’obiettivo primario della BCE è quello di promuovere la stabilità dei prezzi

nell’Eurozona.

La BCE è indipendente dai governi dei singoli stati e dalle istituzioni politiche e di governo europee.

(32)

OFFERTA DI MONETA

Tutti gli istituti bancari hanno delle riserve monetarie, ovvero

depositi di denaro che sono

conservati e non impiegati per prestiti.

In un sistema bancario con riserva frazionaria, le banche tengono

una frazione dei depositi che

ricevono come riserva, il resto lo impiegano per finanziamenti di diverso tipo.

Il Rapporto di Riserva è la

frazione di depositi che le banche sono obbligate a tenere come

riserva, dietro indicazione della Banca Centrale.

Quando una banca eroga un prestito, l’offerta di moneta nel sistema economico cresce.

Quindi l’offerta di moneta è influenzata:

da una parte, dalla quantità di depositi;

dall’altra, dalla quantità di prestiti erogati dalla banca.

(33)

OFFERTA DI MONETA

Per esempio:

• la banca accetta 100 € di depositi

• mantiene una quota (10%) di riserva;

• utilizza il resto per prestiti.

Attivo Passivo

Riserve

€10.00 Prestiti

€90.00

Depositi

€100.00

Totale Attività

€100.00

Totale Passività

€100.00

Quando una banca eroga un prestito, questo viene in genere depositato in un altro conto corrente. Quindi si crea un altro deposito, e di qui un’altra riserva di denaro da cui si può erogare un prestito. La quantità di moneta aumenta, di un ammontare determinato dal moltiplicatore monetario.

(34)

OFFERTA DI MONETA

Attivo Passivo

Prima Banca

Riserve

€10.00 Prestiti

€90.00

Depositi

€100.00

Totale Attivo

€100.00

Totale Passivo

€100.00

Attivo Passivo

Seconda Banca

Riserve

€9.00 Prestiti

€81.00

Depositi

€90.00

Totale Attivo

€90.00

Totale Passivo

€90.00

Offerta di Moneta = €190.00

(35)

MOLTIPLICATORE MONETARIO

Depositi Riserve Prestiti Moneta in

circolo

Fase 1 100

Fase 2 100 10 90 190

Fase 3 90 9 81 271

Fase 4 81 8.1 72.9 343.9

Fase 5 72.9 7.29 65.61 409.51

.. .. .. .. ..

Ad ogni passaggio il valore del circolante aumenta, anche se con incrementi sempre

inferiori dato il “prelievo”

determinato dall’obbligo di riserva.

Al quarto passaggio il

circolante è aumentato da 100€ a 409.51€.

(36)

IL MOLTIPLICATORE MONETARIO

• Se continuassimo a calcolare la quantità di moneta messa a deposito, diminuita della quota di riserva, e messa in circolazione come prestiti,

otterremmo, con i dati del nostro esempio, una quantità totale di moneta pari a 1000 Euro.

• Questa quantità è calcolata per mezzo di una formula matematica:

𝑀 = 𝐷0 × 𝑚

Dove 𝐷0 è il deposito iniziale, mentre 𝑚 , il moltiplicatore monetario, è il reciproco della quota di riserva: 𝑚 = 1

𝑅 , quindi possiamo anche scrivere 𝑀 = 𝐷0

𝑅

(37)

IL MOLTIPLICATORE MONETARIO

• Nel nostro esempio, la quota di riserva è il 10%, quindi 𝑚 = 1

0.10 = 10

Quindi la quantità di moneta generata da un deposito di 100 Euro, se la quota di riserva è del 10%, sarà:

𝑀 = 𝐷0 × 𝑚 = 100 × 10 = 1000 Se invece avessimo avuto una quota di riserva del 4%

𝑚 = 1

0.04 = 25

𝑀 = 𝐷0 × 𝑚 = 100 × 25 = 2500

(38)

Esercizio. Moltiplicatore monetario, R=5%

Depositi Riserve Prestiti Moneta in circolo

Fase 1 5000

Fase 2 5000 250 4750 9750

Fase 3 4750 237.5 4512.5 14262.5

Fase 4 4512.5 225.62 4286.87 18549.37

Fase 5 4286.875 214.344 4072.53 22621.91

.. .. .. .. ..

(39)

STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:

LA QUOTA DI RISERVA

La quota di riserva evidentemente incide sull’offerta di moneta:

maggiore è la quota di riserva, minori saranno gli impieghi della banca, minore sarà l’offerta di moneta (e viceversa).

Quindi uno strumento a disposizione della Banca Centrale per variare

l’offerta di moneta in un sistema

economico è quello della variazione dell’obbligo di riserva.

Attualmente la quota di riserva BCE è dell’1% (dal gennaio 2012) -

precedentemente era del 2%.

Le banche sono tenute ad avere riserve non inferiori alla quota di riserva, ma sono libere di detenere quote superiori alla quota di riserva (riserve discrezionali).

Questo accade quando le aspettative circa l’andamento economico sono negative o si percepisce un alto

rischio nelle attività (rischio aggregato).

(40)

STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:

OPERAZIONI DI MERCATO APERTO

Un altro strumento di Politica

Monetaria è dato dalle

operazioni di mercato aperto

Si riferiscono agli acquisti o vendite di Titoli di Stato da parte della Banca Centrale sul mercato privato.

Quando la Banca Centrale acquista titoli, li paga con moneta, e

aumenta la quantità di moneta nel sistema economico.

Viceversa, quando la Banca Centrale vende titoli di stato incassa moneta, e si riduce la quantità di moneta nel sistema economico.

(41)

STRUMENTI DI POLITICA MONETARIA:

IL TASSO DI RIFINANZIAMENTO Un altro strumento di Politica

Monetaria è dato dalle variazioni del Tasso di Rifinanziamento

Il Tasso di Rifinanziamento è il tasso di interesse che la BCE applica sui prestiti di breve periodo concessi al settore bancario dell’Eurozona.

Se una banca ha necessità di ottenere liquidità dalla Banca Centrale, può

vendere titoli (in genere, titoli di stato o obbligazioni di aziende «sicure») alla Banca Centrale, impegnandosi a

riacquistarli dopo un certo (breve) termine.

Questa operazione si chiama «PRONTI CONTRO TERMINE» (o «REPO»:

Repurchase agreement).

La differenza tra il prezzo a cui la

banca vende alla Banca Centrale e il prezzo a cui acquista, espresso in percentuale del prezzo di vendita, si chiama TASSO DI RIFINANZIAMENTO (o «REFI»: Refinancing)

(42)

TASSO DI RIFINANZIAMENTO

Per esempio, se la banca vende i titoli a 100 e si impegna a riacquistarli a 110, il Tasso di Rifinanziamento sarà del 10%.

Se il Tasso di Rifinanziamento aumenta, si riduce l’offerta di moneta: le banche sono meno incentivate ad acquisire liquidità attraverso le operazioni pronti contro termine.

Viceversa, se il Tasso di Rifinanziamento diminuisce, aumenta l’offerta di moneta.

Attualmente il tasso di rifinanziamento è dello 0.000%.

Riferimenti

Documenti correlati

mi in esame paiono di solare chiarezza letterale, anzi, nel primo comma sono quasi ridondanti laddove si specifi ca che il trattamento economico complessivo comprende

 Comprovata esperienza nell’ambito del settore della progettazione educativa, culturale e della promozione e valorizzazione del territorio. All the goodness of a

La Banca Depositaria è la banca presso la quale sono depositate fisicamente le somme degli iscritti Oltre a custodire il patrimonio, essa controlla tutte le operazioni disposte

1306 / 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 sul finanzi finanziamento , sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune.. NORMATIVA

- quanto alla retribuzione di posizione, l’art. Eventuali risorse che a consuntivo risultassero ancora disponibili nel citato fondo annuale sono temporaneamente

contribuire alla conservazione della natura e della biodiversità, alla formulazione e all’attuazione della politica e della legislazione comunitaria in materia di ambiente

Questi ultimi saranno determinati applicando al finanziamento di reimpiego, il tasso di interesse nominale annuo che la B.E.I., sulla base delle condizioni prevalenti del mercato

Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale FESR contribuisce al finanziamento del sostegno destinato a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale eliminando le