Le concentrazioni di CO rilevate negli ultimi 5 anni risultano al di sotto della Soglia di Valutazione Inferiore (SVI) e sarebbe pertanto possibile, in base al DLgs 155/2010 utilizzare anche solo tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente.
Per tale motivo, In base al suddetto decreto sarebbe pertanto possibile utilizzare anche solo tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente. Per tale motivo, a seguito dell’adeguamento della rete regionale alle disposizioni del D. Lgs. 155/2010, il parametro CO non verrà più monitorato presso la centralina di Treviso via Lancieri di Novara bensì nella nuova centralina di Traffico che verrà attivata a Treviso in Strada Sant’Agnese.
Ozono (O3)
Nelle Tabelle 7 e 8 vengono confrontate le concentrazioni di O3 rilevate presso la stazione fissa di Treviso con i limiti di legge per i diversi tipi di esposizione. L’efficienza della rete, intesa come numero di dati orari attendibili sul numero teorico totale, è pari a 96%.
La valutazione della qualità dell’aria rispetto al parametro ozono si effettua mediante il confronto con gli indicatori stabiliti dalla normativa:
− per la protezione della salute umana:
o soglia di allarme;
o soglia di informazione;
o valore obiettivo;
o obiettivo a lungo termine.
− per la protezione della vegetazione:
o valore obiettivo;
o obiettivo a lungo termine.
Non viene effettuato nel presente caso il confronto con i valori limite per la protezione della vegetazione individuati dal D.Lgs 155/2010 in quanto tale valutazione va eseguita solamente nel caso in cui la stazione di rilevamento sia ubicata nel territorio secondo i criteri previsti dal decreto
Nell’anno 2014, presso la stazione fissa di Treviso, si sono osservati 24 superamenti (compresi in 8 giorni) della soglia d’informazione. Tale soglia viene definita come il livello oltre al quale sussiste un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione nel suo complesso ed il cui raggiungimento impone di assicurare informazioni adeguate e tempestive.
Il valore obiettivo viene calcolato rispetto alla soglia dei 120 µg/m3, da non superare per più di 25 giorni per anno civile come media su 3 anni. Per il triennio 2012-2014 il valore obiettivo è stato superato mediamente per 57 giorni rispetto ai 25 indicati dal DLgs. 155/2010.
Il valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana (media mobile di 8 ore) è stato superato per un totale di 36 giorni. In base all’Art 8 del DLgs 155/2010, essendo stato superato l’obiettivo a lungo termine previsto all’allegato VII del decreto, risulta obbligatorio provvedere al monitoraggio dell’inquinante con rete fissa al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente.
Nella Tabella 9 e nel Grafico 12 vengono confrontati il numero di superamenti rilevati per l’ozono negli anni dal 2003 al 2014.
Il Grafico 13 riporta i valori medi mensili dell’inquinante osservato nel 2014 a Treviso. Come tipicamente avviene, dal grafico si osserva che nel periodo tardo-primaverile ed estivo, le particolari condizioni di alta pressione, elevate temperature e scarsa ventilazione favoriscono il ristagno e l’accumulo degli inquinanti e il forte irraggiamento solare innesca una serie di reazioni fotochimiche che determinano concentrazioni di ozono più elevate che nel periodo invernale.
Benzene
Il Grafico 14 riporta il trend dal 1990 al 2010 delle emissioni di Benzene stimate a livello provinciale in base all’inventario nazionale dell’ISPRA aggiornato al 29/10/2014. Nel caso in cui nel grafico non venga riportato il contributo di uno o più macrosettori s’intende che lo stesso è trascurabile rispetto al totale.
Si osserva che il contributo all’emissione di benzene da parte del Macrosettore 07 si è ridotto notevolmente dal 1990 al 2010 grazie all’utilizzo di migliori tecnologie adottate nel settore dei
Nella Tabella 10 vengono confrontate le concentrazioni di benzene rilevate presso la stazione fissa di Treviso con i limiti di legge.
Il valore medio annuale osservato di 0.6 µg/m3 è nettamente inferiore al valore limite di 5.0 µg/m3 indicato dal D.Lgs 155/2010. Nel Grafico 15 sono messe a confronto le concentrazioni annuali rilevate a Treviso negli anni dal 2001 al 2014 rispetto al limite di legge previsto dal D.Lgs 155/2010.
Si sottolinea che la frequenza di campionamenti per la determinazione di benzene in aria dal 2001 al 2010 è tipica delle misurazioni indicative previste all’Allegato I del D.Lgs 155/2010 in quanto sono stati utilizzati dei campionatori passivi che hanno fornito valori medi settimanali.
Il campionamento passivo tuttavia non viene considerato nella vigente normativa tra i metodi utili per la valutazione della qualità dell’aria e pertanto i dati storici disponibili non sono stati valutati per la classificazione dell’area trevigiana nella revisione della zonizzazione come aggiornamento del PRTRA.
A partire dall’anno 2011 i campioni di benzene sono stati determinati presso la centralina di via Lancieri di Novara tramite campionamento attivo su fiale, metodo previsto dal DLgs 155/2010, che ha fornito valori medi giornalieri dell’inquinante. Si ricorda che, a partire dal 2011, sarà necessario disporre di 5 anni di dati per poter confrontare le concentrazioni rilevate con le Soglie di Valutazione indicate dal DLgs 155/2010.
Gli inquinanti toluene, etilbenzene, xileni sono stati monitorati nel 2014 unitamente al benzene.
Il Grafico 16 riporta i valori medi mensili di ciascuno dei composti rilevati nell’anno 2014. La normativa non impone dei limiti sulla loro presenza in aria. Quando il rapporto tra toluene e benzene è compreso tra 3 e 4, è possibile collegare la presenza del toluene all’inquinamento da traffico veicolare. Se tale rapporto raggiunge valori maggiori, come spesso accade, è ipotizzabile la presenza di altre molteplici e diffuse sorgenti di solventi e prodotti commerciali come pitture o prodotti per la pulizia.
Dai dati rilevati a Treviso nel 2014 risulta che tale rapporto varia tra 1 e 26.
Idrocarburi Policiclici Aromatici Totali (IPATot)
Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) sono una classe d’idrocarburi la cui composizione è data da due o più anelli benzenici condensati. La classe degli IPA è perciò costituita da un insieme piuttosto eterogeneo di sostanze, caratterizzate da differenti proprietà tossicologiche. Gli idrocarburi policiclici aromatici sono molto spesso associati alle polveri sospese.
Si sottolinea che la normativa nazionale non prevede un limite per la concentrazione per gli IPA, ma il D.Lgs 155/2010 indica quelli considerati di rilevanza tossicologica (Benzo(a)pirene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(a)antracene, Benzo(ghi)perilene, Crisene, Dibenzo(ah)antracene, Indeno(123-cd)pirene) e il valore obbiettivo per la concentrazione media annuale di Benzo(a)Pirene rilevata sui campioni di PM10 pari a 1.0 ng/m3.
Pertanto l’informazione ottenuta tramite l’analizzatore in continuo di IPA, espressa come somma totale di tutti gli IPA adsorbiti sulle superfici degli aerosoli carboniosi aventi diametro aerodinamico compreso tra 0.01 e 1.5 µm, non è confrontabile con quella ottenuta, e di seguito descritta, dalla determinazione analitica di alcuni IPA, previsti dal DLgs 155/2010, sul particolato PM10 avente diametro inferiore a 10 µm.
La valutazione delle informazioni già disponibili su tali IPA è riportata nella relazione tecnica che riassume i risultati delle campagne di monitoraggio eseguite nel 2011 e 2012 in provincia di Treviso, scaricabile dal sito dell’Agenzia all’indirizzo http://www.arpa.veneto.it/arpav/chi-earpav/file- e-allegati/dap-treviso/aria/IPA%20relazione%202001_2012.pdf.
Il Grafico 17 riporta, in base alle informazioni ISPRA, il trend dal 1990 al 2010 delle emissioni di IPA stimate a livello provinciale. Nel caso in cui nel grafico non venga riportato il contributo di uno o più macrosettori s’intende che lo stesso è trascurabile rispetto al totale.
Dal grafico si osserva un aumento di emissioni di IPA dal 1990 al 2010 e nel 2010 in particolare si osserva che le emissioni di IPA sono attribuite in gran parte al macrosettore relativo alla combustione non industriale M02 (84%).
Il Grafico 18 riporta le concentrazioni medie giornaliere di IPA totali determinate con analizzatore automatico installato presso la centralina di Treviso durante il 2014.
Come per la maggior parte degli inquinanti si osserva che le maggiori concentrazioni si rilevano nel periodo freddo dell’anno in funzione della diversa prevalenza delle condizioni di rimescolamento atmosferico che durante il periodo freddo non favoriscono la dispersione degli inquinanti.
Polveri inalabili (PM10)
Il Grafico 19 riporta il trend dal 1990 al 2010 delle emissioni di PM10 stimate a livello provinciale in base all’inventario nazionale dell’ISPRA aggiornato al 29/10/2014. Nel caso in cui nel grafico non venga riportato il contributo di uno o più macrosettori s’intende che lo stesso è trascurabile rispetto al totale.
Il Grafico 20 riporta in base alle informazioni INEMAR 2010, il carico emissivo di PM10 stimato nel territorio comunale di Treviso.
L’efficienza della rete, intesa come numero di dati giornalieri attendibili sul numero teorico totale, è pari a 99%.
Dalla Tabella 11 si osserva che il numero di superamenti del Valore Limite di 24 ore previsto dal D.Lgs 155/2010 è stato superato per più di 35 volte durante l’anno 2014 (58 superamenti). Non risulta superato il Valore Limite annuale di 40 µg/m3 essendo riscontrato come media annuale il valore di 30 µg/m3.
Le concentrazioni giornaliere di PM10 rilevate presso la stazione fissa di Treviso durante l’anno 2014 sono riportate in Allegato A. Si sottolinea che in data 12 gennaio 2014 e 15 marzo 2014 si è raggiunto il più elevato valore giornaliero pari a 130 µg/m3.
La Tabella 12 e i Grafici 21 e 22 riassumono i valori di PM10 medi annuali, la percentuale di dati validi ed il numero di superamenti del Valore Limite giornaliero pari a 50 µg/m3, da non superarsi per più di 35 giorni all’anno, rilevati negli anni dal 2004 al 2014 nel Comune di Treviso.
Le concentrazioni di PM10 rilevate negli ultimi 5 anni presso la centralina di Treviso risultano al di sopra della Soglia di Valutazione SUPERIORE (SVS) per quanto riguarda la media annuale e superiore al VALORE LIMITE per quanto riguarda i valori medi giornalieri.
Nel Grafico 23 e in Tabella 13 sono indicate le concentrazioni medie mensili ed i superamenti del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 osservati durante ciascun mese del 2014.
Si osserva come la presenza dell’inquinante sia fortemente influenzata dalle condizioni meteorologiche ed in particolare i valori maggiori si riscontrino durante il periodo freddo dell’anno mentre i valori minori nel periodo caldo, in funzione della diversa prevalenza delle condizioni di rimescolamento atmosferico che durante il periodo freddo non sono favorevoli alla dispersione degli inquinanti.
Polveri respirabili (PM2.5)
Il Grafico 24 riporta il trend dal 1990 al 2010 delle emissioni di PM2.5 stimate a livello provinciale in base all’inventario nazionale dell’ISPRA aggiornato al 29/10/2014. Nel caso in cui nel grafico non venga riportato il contributo di uno o più macrosettori s’intende che lo stesso è trascurabile rispetto al totale.
Il Grafico 25 riporta in base alle informazioni INEMAR 2010, il carico emissivo di PM2.5 stimato nel territorio comunale di Treviso.
Con il DLgs 155/2010, il PM2.5 si inserisce tra gli inquinanti per i quali è previsto un valore limite (25 µg/m3), calcolato come media annuale da raggiungere entro il 1° gennaio 2015, aumentato del margine di tolleranza dal 20% allo 0% del valore limite, dall’11 giugno 2008 (30 µg/m3) fino al 1 gennaio 2015.
Nella Tabella 14 e nel Grafico 26 vengono messe a confronto le concentrazioni medie annuali di PM2.5 rilevate dal 2005 al 2013 presso la stazione di via Lancieri di Novara e confrontate con il Valore Limite aumentato del Margine di Tolleranza dell’anno di riferimento. Il Valore Limite pari a 25 µg/m3, che entra in vigore dal 2015, è stato superato durante ciascun anno di monitoraggio dal 2005 al 2012 mentre è stato rispettato nel 2013 e nel 2014.
Nella stessa tabella viene indicata la percentuale di dati validi. A causa del verificarsi di alcuni malfunzionamenti strumentali, i dati disponibili relativi agli anni 2007 e 2008 non raggiungono la percentuale minima del 90% rispetto al teorico e pertanto l’elaborazione degli stessi è da considerarsi indicativa.
Relativamente ai dati disponibili di PM2.5 per l’anno 2014, il rapporto medio tra PM2.5 e PM10 risulta pari a circa 0.61 ovvero circa il 61% delle polveri PM10 sono costituite da PM2.5.
Si sottolinea che il rilevamento di PM10 presso la centralina di Treviso viene eseguito con strumentazione automatica certificata secondo il metodo di riferimento UNI EN 12341 e si basa sul principio dell’attenuazione della radiazione beta. Lo strumento ha un’accuratezza del 5%. Il rilevamento PM2.5 viene eseguito con campionatore sequenziale e successiva pesata manuale del filtro campionato. A tale metodo è associata un’incertezza pari al 2%.
Allo stato attuale, ai fini delle elaborazioni e per la valutazione della conformità al valore limite si utilizzano le “Regole di accettazione e rifiuto semplici”, ossia le regole più elementari di trattamento
Il Grafico 27 mette a confronto i valori medi annuali di PM10 e PM2.5 dal 2005 al 2014 nel comune di Treviso. Si osserva che i valori medi annuali di PM2.5 variano dal 61% al 88% del PM10 medio del medesimo anno.
LA CARATTERIZZAZIONE CHIMICA DEL PARTICOLATO
La speciazione chimica del particolato atmosferico campionato presso la centralina di Treviso è stata condotta al fine di disporre di indicazioni utili alla valutazione della tossicità degli inquinanti sulla salute umana e sull’ambiente.
Si ricorda che il particolato rappresenta un insieme estremamente eterogeneo di sostanze la cui origine può essere primaria (emesso come tale) o secondaria ovvero derivata da una serie di reazioni fisiche e chimiche.
Tra i composti primari che compongono il PM10 vi sono le particelle di origine naturale, industriale o veicolare derivate dalla combustione e dalle diverse azioni meccaniche quali ad esempio l’usura di freni, gomme, asfalto stradale; nella seconda categoria, cioè tra i composti prodotti da reazioni secondarie, rientrano le particelle carboniose originate durante la sequenza fotochimica che porta alla formazione di ozono, di particelle di solfati e nitrati derivanti dall’ossidazione di SO2 e NO2
rilasciati in vari processi di combustione.
L’identificazione delle diverse sorgenti di particolato atmosferico è molto complessa a causa della molteplicità dei processi chimico-fisici che le particelle subiscono durante la permanenza in atmosfera, che può variare da qualche giorno fino a diverse settimane, e alla possibilità delle stesse di venire veicolate dalle correnti atmosferiche per distanze fino a centinaia di Km dal punto di origine.
La caratterizzazione chimica del particolato atmosferico prevede l’individuazione, sul PM10, delle seguenti frazioni:
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) ed in particolare del Benzo(a)Pirene, frazione inorganica (Metalli)
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)
Le concentrazioni di Benzo(a)Pirene sono state ricercate su 123 campioni giornalieri di PM10 prelevati nell’arco dell’anno 2014. La percentuale di campioni analizzati su quelli giornalieri teorici è stata pertanto del 34% a fronte del 33% previsto come minimo dal D.Lgs 155/2010 per una corretta valutazione della qualità dell’aria.
Nella Tabella 15 viene confrontata la concentrazione media annuale di Benzo(a)Pirene rilevata sui campioni di PM10 con il Valore Obiettivo previsto dal D.Lgs 155/2010. Si osserva che per il 2014 è stato rispettato il valore limite come media annuale di 1.0 ng/m3.
Nel Grafico 28 vengono confrontati i valori medi annui di B(a)P rilevati dal 2006 al 2014.
Le concentrazioni di B(a)P rilevate negli ultimi 5 anni presso la centralina di Treviso risultano al di sopra del VALORE OBIETTIVO fissato dal DLgs 155/2010.
Nel Grafico 29 vengono messe a confronto le concentrazioni medie mensili di Benzo(a)pirene determinate nei campioni di PM10 e le concentrazioni di quest’ultimo inquinante.
Si riportano nel Grafico 30 le concentrazioni mensili di IPA determinati sul PM10 intese come la somma delle concentrazioni di alcuni dei composti IPA presenti nel PM10 che sono stati quantificati in quanto considerati di rilevanza tossicologica dal D.Lgs 155/10 ovvero Benzo(a)pirene,
Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(a)antracene, Benzo(ghi)perilene, Crisene, Dibenzo(ah)antracene, Indeno(123-cd)pirene.
Il Grafico 31 riporta il confronto delle concentrazioni medie mensili di IPA totali determinati con analizzatore automatico e IPA determinati sul PM10. Si osserva una buona correlazione tra i dati e un andamento simile. Si ricorda che, come illustrato in precedenza, le due metodiche determinano un set molto differente di IPA.
Metalli
Alla categoria dei metalli pesanti appartengono circa 70 elementi, anche se quelli rilevanti da un punto di vista ambientale sono solo una ventina. Tra i più importanti ricordiamo: Ag, Cd, Cr, Co, Cu, Fe, Hg, Mn, Pb, Mo, Ni, Sn, Zn.
Le fonti antropiche responsabili dell'incremento della quantità naturale di metalli sono varie:
l’attività mineraria, le fonderie e le raffinerie, la produzione energetica, l’incenerimento dei rifiuti e l’attività agricola. I metalli pesanti sono presenti in atmosfera sotto forma di particolato aerotrasportato; le dimensioni delle particelle a cui sono associati e la loro composizione chimica dipendono fortemente dalla tipologia della sorgente di emissione. La concentrazione in aria di alcuni
applicare una frequenza di campionamenti per la determinazione dei metalli in aria tipica delle misurazioni indicative previste all’Allegato I del D.Lgs 155/2010.
I campioni giornalieri di PM10 prelevati per la determinazione dei metalli sono stati 58 nell’arco dell’anno 2014. La percentuale di campioni che sono stati analizzati su quelli giornalieri teorici è pertanto del 16%, a fronte del 14% previsto come minimo dal D.Lgs 155/2010 per una corretta valutazione della qualità dell’aria.
La Tabella 16 e i grafici a seguire riportano i valori medi di concentrazione in aria dei metalli pesanti rilevati nelle polveri inalabili PM10 relativi agli anni dal 2006 al 2014. I metalli ricercati sono quelli per i quali la normativa prevede dei limiti in aria ambiente.
CONCLUSIONI
Nella presente relazione vengono elaborati i dati relativi al monitoraggio della qualità dell’aria condotto nell’anno 2014 tramite stazione fissa posizionata in via Lancieri di Novara. Per quanto riguarda il monossido di carbonio (CO) e il biossido di zolfo (SO2) e i metalli determinati sulle polveri inalabili PM10, ossia piombo (Pb), arsenico (As), cadmio (Cd) e nichel (Ni), i valori registrati nel 2014 sono risultati inferiori ai rispettivi limiti di riferimento normativo, non evidenziando particolari criticità per il territorio comunale. Le concentrazioni rilevate negli ultimi 5 anni risultano al di sotto della Soglia di Valutazione Inferiore (SVI) per ciascuno degli inquinanti e sarebbe pertanto possibile, in base al DLgs 155/2010 utilizzare anche solo tecniche di modellizzazione o di stima obiettiva al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente.
Per tale motivo, a seguito dell’adeguamento della rete regionale alle disposizioni del D. Lgs.
155/2010, i parametri SO2 e CO non verranno più monitorati presso la centralina di Treviso via Lancieri di Novara bensì nella nuova centralina di Traffico che verrà attivata a Treviso in Strada Sant’Agnese.
Le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) registrate nel 2014 sono risultate inferiori ai limiti di legge. I valori relativi agli ultimi 5 anni sono tuttavia al di sopra della Soglia di Valutazione Superiore (SVS) indicata dal DLgs 155/2010 ed è pertanto necessario provvedere al monitoraggio dell’inquinante con rete fissa al fine di valutare la qualità dell’aria ambiente.
La concentrazione di Benzo(a)pirene determinato sulla frazione inalabile delle polveri ha rispettato l’obiettivo di qualità di 1.0 ng/m3 previsto come media annuale raggiungendo un valore pari a 1.0 ng/m3. Tale rispetto è da considerarsi tuttavia un’eccezione dovuta alle particolari condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato l’anno 2014 e che sono state favorevoli alla dispersione degli inquinanti. Il medesimo parametro inquinante è stato infatti superato presso la centralina di Treviso ogni anno dal 2009 al 2013.
Per quanto riguarda l’inquinamento da benzene la concentrazione media annuale relativa all’anno 2014 è risultata inferiore al limite indicato dal DLgs 155/2010. Pur avendo 12 anni di dati disponibili, non è attualmente possibile confrontare tali dati con le Soglie di Valutazione indicate dal DLgs 155/2010 essendo il metodo di campionamento utilizzato dal 2002 al 2010 non contemplato nella recente normativa. Per tale motivo dal 2011 il campionamento dei BTEX, ed in particolare del benzene, è stato eseguito tramite campionamento attivo su fiale secondo le indicazioni del DLgs 155/2010. Solamente nel 2016 sarà possibile confrontare i risultati ottenuti con le Soglie per la valutazione della qualità dell’aria relativa a questo tipo di inquinante.
Durante l’anno 2014 si sono osservati superamenti dei VALORI LIMITE attualmente vigenti per l’ozono e il particolato.
Ozono (O3): si sono osservati alcuni superamenti della Soglia di Informazione, del Valore Obiettivo e del Valore Obiettivo a lungo termine per la salute umana previsti dal D. Lgs.
155/2010. Le maggiori concentrazioni riscontrate sono state come sempre strettamente correlate alle condizioni meteorologiche che hanno caratterizzato l’estate 2014;
Polveri inalabili (PM10): nel 2014 si è osservato per 58 giorni il superamento del Valore Limite giornaliero di 50µg/m3 da non superare per più di 35 volte l’anno. Non si è invece verificato il superamento del Valore Limite annuale di 40 µg/m3, previsto dal D.Lgs 155/2010, raggiungendo una concentrazione pari a 30 µg/m3.
Nel 2014 le concentrazioni di polveri respirabili PM2.5 non sono risultate critiche ed è stato rispettato il Valore Limite pari a 25 µg/m3 che entrerà in vigore dal 2015; si segnala tuttavia che tale limite è stato superato durante ciascun anno di monitoraggio dal 2005 al 2012.
Al fine di rappresentare in maniera sintetica lo stato di qualità dell’aria rilevato negli ultimi anni presso la stazione di rilevamento di Treviso via Lancieri di Novara, si riporta di seguito il calcolo dell’indice di qualità. Tale indice è una grandezza, che tiene conto contemporaneamente del contributo di molteplici inquinanti atmosferici, viene associato ad una scala di 5 giudizi sulla qualità dell’aria come riportato nella tabella seguente.
Il calcolo dell’indice, che può essere effettuato per ogni giorno di monitoraggio, è basato sull’andamento delle concentrazioni di 3 inquinanti: PM10, Biossido di azoto e Ozono.
Le prime due classi (buona e accettabile) informano che per nessuno dei tre inquinanti vi sono stati superamenti dei relativi indicatori di legge e che quindi non vi sono criticità legate alla qualità dell’aria in una data stazione.
Le altre tre classi (mediocre, scadente e pessima) indicano invece che almeno uno dei tre inquinanti considerati ha superato il relativo indicatore di legge. In questo caso la gravità del superamento è determinata dal relativo giudizio assegnato ed è possibile quindi distinguere situazioni di moderato superamento da altre significativamente più critiche. Per maggiori informazioni sul calcolo dell’indice di qualità dell’aria si può visitare la seguente pagina web:
http://www.arpa.veneto.it/temi-ambientali/aria/indice-di-qualita-dellaria-iqa
Di seguito sono riportate le frequenze percentuali di giorni ricadenti in ciascuna classe dell’IQA per gli anni dal 2011 al 2014.
Dal grafico si osserva che negli ultimi tre anni, dal 2012 al 2014, si è ridotta la frequenza di giorni con IQA mediocre, scadete e pessima ed è aumentata di conseguenza la frequenza dei giorni classificati con IQA buona e accettabile.
Si sottolinea che nel periodo invernale dell’anno 2014 le condizioni meteorologiche sono state particolarmente favorevoli alla dispersione degli inquinanti (Allegato D) e il periodo estivo è stato sfavorevole alla formazione di ozono. Tali condizioni hanno permesso di riscontrare livelli di qualità dell’aria migliori rispetto agli anni precedenti in tutto il territorio provinciale di Treviso.
Oltre al monitoraggio con stazione fissa di Treviso – via Lancieri di Novara, sono state realizzate alcune campagne di monitoraggio del PM10 con campionatori rilocabili presso tre diversi siti di traffico del territorio comunale (Allegato C) individuati dall’Amministrazione Comunale di Treviso.
Le concentrazioni rilevate presso i siti di traffico individuato lungo Strada San Pelajo e in Strada Sant’Agnese, dove verrà posizionata la nuova centralina fissa di monitoraggio della qualità dell’aria, sono risultate mediamente superiori rispetto a quelle osservate nel medesimo periodo presso la stazione fissa di via Lancieri di Novara. Presso il sito di via Castello D’Amore, presso la sede della Polizia Locale le concentrazioni di PM10 sono risultate confrontabili a quelle del sito di background della stazione fissa.
Al fine di valutare lo stato della qualità dell’aria del comune di Treviso rispetto ad un più ampio contesto territoriale, viene riportato in Allegato B un breve confronto dei dati rilevati nel 2014 presso tutte le stazioni fisse della rete provinciale.
Dai dati rilevati presso le stazioni della rete provinciale emerge quanto segue. Per quanto riguarda il biossido di azoto, le concentrazioni medie annuali nel 2014 sono risultate presso tutte le stazioni leggermente inferiori rispetto al 2013.
Per quanto riguarda l’ozono, presso ciascuna delle tre centraline della rete fissa, si sono osservati anche nel 2014, come negli ultimi anni, alcuni superamenti della Soglia di Informazione, del Valore Obiettivo e del Valore Obiettivo a lungo termine per la salute umana previsti dal D. Lgs.
155/2010.
Per quanto riguarda il PM10, risulta ancora critico il rispetto del valore limite giornaliero, superato presso le stazioni di Treviso e Mansuè mentre in quella di Conegliano è stato rispettato. Il valore limite calcolato sulla media annuale è stato invece rispettato in tutte le stazioni nell’anno 2014.
Nell’anno 2014 il limite di legge previsto dal DLgs 155/2010 per il PM2.5, che entra in vigore nel 2015, è stato rispettato presso tutte le centraline posizionate a Treviso, Conegliano e Mansuè.
Nel seguente grafico vengono riassunte, relativamente all’anno 2014, le frequenze percentuali di giorni ricadenti in ciascuna classe dell’IQA per ciascuna delle centraline fisse della rete presente nel territorio provinciale di Treviso.
Si riportano di seguito i risultati del “Monitoraggio della qualita’ dell’aria in prossimità dell’aeroporto “Antonio Canova” di Treviso”, condotto da ARPAV e basato sulla campagna eseguita dal 1 settembre al 3 ottobre 2012 e dal 14 novembre al 19 dicembre 2012. Esso risulta lo studio più recente e validato rispetto all’immediato intorno dell’area di Progetto, frequentemente monitorato a causa della presenza dell’aeroporto internazionale di Treviso.
Lo studio contiene inoltre le valutazioni conclusive riguardo le campagne 2010, 2011 e 2012, mettendole a confronto tra di loro per individuare un trend di evoluzione.
Si riporta di seguito un estratto dello studio.
Il piano di monitoraggio è stato sostanzialmente sviluppato secondo i medesimi principi delle campagne eseguite negli anni 2010, 2011 e 2012 e di seguito riportati.
Scelta degli inquinanti da monitorare
Sono stati monitorati alcuni degli inquinanti prodotti dalla sorgente emissiva come emerso dalla valutazione dei dati INEMAR Veneto 2005 scaricabili all’indirizzo http://89.96.234.242/inemar/webdata/main.seam, ovvero COV e NOx.
Il monitoraggio dei composti organici volatili (COV) e degli ossidi di azoto (NOx) è stato eseguito tramite campionatori passivi esposti per tre settimane consecutive in ciascuno dei siti individuati.
Questa tecnica ha permesso di fornire valutazioni sulle concentrazioni determinate nei siti monitorati posti in aree influenzate da molteplici fonti di pressione presenti nel territorio.
Il campionamento passivo è una tecnica di monitoraggio così definita in quanto la cattura dell’inquinante avviene per diffusione molecolare della sostanza attraverso il campionatore. Il tipo di campionatore adottato è denominato Radiello ® ed è un sistema dotato di simmetria radiale al cui interno viene inserita una cartuccia adsorbente specifica per l’inquinante da ricercare.
E’ stato inoltre monitorato l’inquinante particolato inalabile (PM10), nonostante dalla banca dati
INEMAR il contributo primario dell’aeroporto risulti minimo rispetto ad altre fonti emissive, in quanto mediamente le concentrazioni dell’inquinante nel territorio superano i limiti di legge.
I campioni giornalieri sono stati prelevati con strumentazione rilocabile. Su alcuni campioni sono state eseguite le analisi degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e Metalli.
Scelta dei siti di monitoraggio
Visto il contributo di diverse sorgenti emissive, sono stati individuati n.7 siti tra il territorio comunale di Treviso e di Quinto di Treviso, situati rispettivamente sopra e sottovento rispetto all’aeroporto nonché in vicinanza di arterie di traffico ed in siti di background in modo da disporre di maggiori informazioni possibili.
I siti sono stati classificati secondo le indicazioni della Decisione 97/101/EC “Exchange of Information” (EOI), e secondo quanto stabilito nei “Criteria for Euroairnet” (febbraio 1999). Tale classificazione stabilisce che i siti di misura debbano rientrare in una delle seguenti tipologie:
Sito di traffico (T - Traffic) Sito di fondo (B - Background) Sito industriale (I - Industrial)
A loro volta le stazioni vengono classificate in base all’area in cui si trovano in:
urbana (U) suburbana (S) rurale (R)
La Figura 1 e la tabella 2 riportano rispettivamente il posizionamento dei siti di monitoraggio e la descrizione del tipo di monitoraggio effettuato.
Il sito n. 1 Treviso - scuola Appiani è stato individuato in vicinanza della SS 515 Noalese, ovvero in un sito di Traffico Urbano, sopravento rispetto all’Aeroporto Canova.
Il sito n. 2 Treviso - SS515 Noalese, in vicinanza dell’aeroporto, è stato individuato lungo la strada statale.
Il sito n.3 Treviso - mulino di Canizzano è stato individuato in vicinanza dell’aeroporto Canova ma lontano da archi stradali trafficati (Background Urbano).
Il sito n.4 Treviso - via San Trovaso è stato individuato lontano dalle sorgenti emissive oggetto di valutazione, ovvero l’aeroporto e le arterie trafficate, allo scopo di disporre di informazioni sul valore di fondo degli inquinanti.
Il sito n.5 Quinto di Treviso - via Contea è stato individuato sottovento rispetto all’aeroporto in un sito di Traffico.
Il sito n. 6 Quinto di Treviso - via Nogarè, non monitorato durante la campagna del 2010, è stato individuato sottovento rispetto all’aeroporto in un sito di Background.
Il sito n. 7 Quinto di Treviso - via Sile, non monitorato durante la campagna del 2010 e dell’estate 2011, è stato individuato sottovento rispetto all’aeroporto in un sito di Background.
Scelta del periodo di monitoraggio
La prima campagna di monitoraggio della qualità dell’aria in prossimità dell’aeroporto è stata sviluppata nel mese di novembre 2010 durante un periodo di normale attività aeroportuale.
La seconda e terza campagna sono state svolte in occasione della chiusura del traffico aereo dell’Aeroporto tra giugno e luglio 2011 e a novembre 2011.
Una quarta campagna di monitoraggio è stata svolta dal 23 febbraio al 9 aprile 2012 a seguito della ripresa dell’attività aeroportuale. Durante la campagna di novembre, della durata di una settimana dal 22 al 29/11/2011 sono stati monitorati gli inquinanti COV nei siti 3, 4 e 7. Nella quarta campagna tra febbraio e aprile 2012 sono stati monitorati gli inquinanti NOx e COV su tutti e sette i siti, PM10, IPA e Metalli su PM10 sul sito n°6.
La quinta campagna di monitoraggio, oggetto di questa relazione tecnica, si è svolta da settembre a dicembre 2012 e precisamente dal 01/09 al 03/10 e dal 14/11 al 19/12/2012 sono stati monitorati gli inquinanti PM10, IPA e Metalli su PM10 sul sito n°6, dal 24/11 al 09/12 è stato monitorato l’inquinante PM10 sul sito n°2, dal 22/11 al 13/12/2012 sono stati monitorati gli inquinanti NOx e COV su tutti e sette i siti.
… omissis…
Monitoraggio polveri inalabili (PM10)
Il problema delle polveri inalabili PM10 è attualmente al centro dell’attenzione poiché i valori limite previsti dal D.Lgs 155/2010 sono superati nella maggior parte dei siti monitorati. Ciò è dovuto al fatto che le polveri inalabili sono un inquinante atmosferico a carattere ubiquitario; nel Bacino Padano le concentrazioni tendono infatti ad essere omogeneamente diffuse a livello regionale ed interregionale con variazioni locali non molto significative. Le concentrazioni di PM10 dipendono in parte dal contributo delle sorgenti locali, come il traffico o le sorgenti industriali, e in misura notevole dal background regionale ed urbano.
Il campionamento di PM10 e le relative analisi di IPA e Metalli sono state eseguite nel periodo 01/09 – 03/10/2012 e dal 14/11 – 19/12/2012 presso il sito n.6 di background di Quinto di Treviso di Via Nogarè e dal 24/11 – 09/12/2012 presso il sito n°2 di traffico urbano di Treviso lungo la SS515 Noalese. I dati sono stati confrontati con quelli rilevati nel medesimo periodo presso la stazione fissa di monitoraggio di Treviso di Via Lancieri di Novara. Nei grafici 5, 6 e 7 e nelle tabelle 3 e 4 vengono riportate le concentrazioni giornaliere di PM10 rilevate nei tre siti.
Si sono osservati superamenti del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 previsto dal D.Lgs.
155/2010 da non superare per più di 35 volte l’anno.
I rilevamenti PM10 presso il sito di Quinto di Treviso di Via Nogarè e presso il sito di Treviso lungo la SS515 Noalese sono stati eseguiti con campionatore sequenziale e successiva pesata manuale del filtro campionato. A tale metodo è associata un’incertezza pari al 2%.
Allo stato attuale, ai fini delle elaborazioni e per la valutazione della conformità al valore limite si utilizzano le “Regole di accettazione e rifiuto semplici”, ossia le regole più elementari di trattamento dei dati, corrispondenti alla considerazione delle singole misure prive di incertezza e del valore medio come numero esatto. (“Valutazione della conformità in presenza dell’incertezza di misura”. di R.Mufato e G. Sartori nel Bollettino degli esperti ambientali. Incertezza delle misure e certezza del diritto/anno 62, 2011 2-3).
Sebbene non sia possibile fare un confronto diretto dei dati rilevati a Quinto di Treviso in Via Nogarè ed a Treviso lungo la SS515 Noalese con il limite di legge annuale, si ricorda che presso la stazione di Treviso di Via Lancieri di Novara nell’anno 2012 non è stato superato il valore limite della media annuale di 40 µg/m3 in quanto si è raggiunto il valore pari a 37 µg/m3 mentre è stato superato per 88 volte il valore limite giornaliero che secondo il DLgs 155/2010 non deve essere superato per più di 35 volte l’anno.
Si ricorda che il particolato può provenire da fonti naturali o antropiche e che rappresenta un insieme estremamente eterogeneo di sostanze la cui origine può essere primaria (emesso come tale) o secondaria ovvero derivata da una serie di reazioni fisiche e chimiche in atmosfera che coinvolgono alcuni inquinanti precursori. L’identificazione delle diverse sorgenti di particolato atmosferico è molto complessa a causa della molteplicità dei processi chimico-fisici che le particelle subiscono durante la permanenza in atmosfera, che può variare da qualche giorno fino a diverse settimane, e alla possibilità delle stesse di venire veicolate dalle correnti atmosferiche per distanze fino a centinaia di Km dal punto di origine.
Al fine di disporre di indicazioni utili alla valutazione della tossicità degli inquinanti sulla salute umana e sull’ambiente è stata condotta la speciazione chimica del particolato atmosferico.
La caratterizzazione chimica del particolato
La caratterizzazione chimica del particolato atmosferico prevede l’individuazione, sul PM10, delle seguenti frazioni:
Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) e in particolare del Benzo(a)Pirene;
frazione inorganica (Metalli).
Determinazione su PM10 di idrocarburi policiclici aromatici (IPA)
Gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono una classe di idrocarburi la cui composizione è data da due o più anelli benzenici condensati. La classe degli IPA è perciò costituita da un insieme piuttosto eterogeneo di sostanze, caratterizzate da differenti proprietà tossicologiche. Gli IPA sono
composti persistenti, caratterizzati da un basso grado di idrosolubilità e da una elevata capacità di aderire al materiale organico; derivano principalmente dai processi di combustione incompleta dei combustibili fossili, e si ritrovano quindi nei gas di scarico degli autoveicoli e nelle emissioni degli impianti termici, ma non solo.
Gli idrocarburi policiclici aromatici sono molto spesso associati alle polveri sospese. In questo caso la dimensione delle particelle del particolato aerodisperso rappresenta il parametro principale che condiziona l'ingresso e la deposizione nell'apparato respiratorio e quindi la relativa tossicità.
Presenti nell'aerosol urbano sono generalmente associati alle particelle con diametro aerodinamico minore di 2 micron e quindi in grado di raggiungere facilmente la regione alveolare del polmone e da qui il sangue e quindi i tessuti. Poiché è stato evidenziato che la relazione tra B(a)P e gli altri IPA, detto profilo IPA, è relativamente stabile nell'aria delle diverse città, la concentrazione di B(a)P viene spesso utilizzata come indice del potenziale cancerogeno degli IPA totali. L’attuale normativa prevede un valore obiettivo per il Benzo(a)Pirene nella frazione PM10 del materiale particolato calcolato come media annuale di 1.0 ng/m3.
Tra i composti IPA sono stati quantificati quelli considerati di rilevanza tossicologica dal D.Lgs 155/10 ovvero Benzo(a)pirene, Benzo(b)fluorantene, Benzo(k)fluorantene, Benzo(a)antracene, Benzo(ghi)perilene, Crisene, Dibenzo(ah)antracene, Indeno(123-cd)pirene.
Nella tabella 5 e nel grafico 8 vengono riportate le concentrazioni degli IPA determinati su alcuni campioni di PM10 prelevati nei due siti di monitoraggio (Quinto di Treviso di Via Nogarè e Treviso di Via Lancieri di Novara).
Le concentrazioni dei diversi composti IPA del sito di Quinto di Treviso sono risultate superiori rispetto a quelle rilevate a Treviso. Sebbene non sia possibile fare un confronto diretto dei dati rilevati durante la campagna con i limiti di legge, si ricorda che nell’anno 2012 l’Obiettivo di Qualità di 1.0 ng/m3 per il Benzo(a)pirene prefissato dal D.Lgs. 155/2010 è stato superato presso la stazione fissa di Treviso con un valore di 1.8 ng/m3.
Determinazione su PM10 di Metalli
Alla categoria dei metalli pesanti appartengono circa 70 elementi, anche se quelli rilevanti da un punto di vista ambientale sono solo una ventina. Tra i più importanti ricordiamo: Ag, Cd, Cr, Co, Cu, Fe, Hg, Mn, Pb, Mo, Ni, Sn, Zn.
Le fonti antropiche responsabili dell'incremento della quantità naturale di metalli sono principalmente l’attività mineraria, le fonderie e le raffinerie, la produzione energetica, l’incenerimento dei rifiuti e l’attività agricola. I metalli pesanti sono presenti in atmosfera sotto forma di particolato aerotrasportato; le dimensioni delle particelle a cui sono associati e la loro composizione chimica dipende fortemente dalla tipologia della sorgente di emissione. Le concentrazioni in aria di alcuni metalli nelle aree urbane e industriali può raggiungere valori 10-100 volte superiori a quelli delle aree rurali.
La tabella 6 riporta i valori medi di concentrazione in aria dei metalli pesanti, per i quali è previsto un limite di legge, rilevati nelle polveri inalabili durante la campagna di monitoraggio.
Per confronto qualitativo vengono riportati i valori medi rilevati presso la stazione fissa di Treviso nell’arco dell’intero anno 2012.
Sebbene non sia possibile fare un confronto diretto dei dati rilevati a Quinto di Treviso con i limiti di legge, si osserva che, come nella maggior parte dei siti monitorati, le concentrazioni degli
inquinanti risultano largamente al di sotto dei Valori Obiettivo e del Valore Limite previsti dal DLgs 155/2010. Tali inquinanti, anche in basse concentrazioni, possono tuttavia fungere da catalizzatori di reazioni radicaliche che stanno alla base della formazione dello smog fotochimico.
Monitoraggio composti organici volatili (COV)
Allo scopo di disporre di informazioni relativamente alla presenza di COV in prossimità dell’Aeroporto è stata effettuato un monitoraggio utilizzando dei campionatori passivi che hanno permesso di valutare le concentrazioni medie settimanali di alcuni COV e più precisamente per tre settimane consecutive nel periodo compreso tra il 22/11/2012 ed il 13/12/2012 in tutti i siti oggetto d’indagine.
Tra i composti determinati assume un’importanza rilevante il benzene (C6H6). Tale sostanza è stata classificata dal IARC (International Association of Research on Cancer) nel gruppo 1 dei cancerogeni per l’uomo (evidenza sufficiente nell’uomo). La presenza del benzene nell’aria è dovuta quasi esclusivamente ad attività di origine antropica (95-97% delle emissioni complessive). Oltre il 90% delle emissioni antropogeniche deriva da attività produttive legate al ciclo della benzina:
raffinazione, distribuzione dei carburanti e soprattutto traffico autoveicolare, che, da solo, rappresenta circa l’80-85% dell’emissione di benzene in ambiente atmosferico. Tale sostanza viene rilasciata sia attraverso i gas di scarico (75-80%) sia tramite le evaporazioni della benzina dalle vetture (20-25%).
Il benzene costituisce l’unico composto tra i COV per il quale è previsto un limite di legge. Infatti il D.Lgs. 155/2010 prevede un valore limite annuale di 5.0 µg/m3.
I grafici 9, 10 e 11 mostrano le concentrazioni medie settimanali dei COV rilevati con i campionatori passivi. Si sottolinea che, nel caso la concentrazione determinata fosse risultata inferiore al limite di rivelabilità strumentale, è stato posto convenzionalmente il valore pari a zero.
I valori di benzene sono risultati, in ciascun sito e in ciascuna delle quattro settimane di monitoraggio, inferiori al limite previsto dal D.Lgs 155/2010 pari a 5.0 µg/m3. Si ricorda inoltre che la concentrazione media di benzene del 2012 presso la stazione di Treviso è risultata di 1.5 µg/m3 ampiamente al di sotto del limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 pari a 5.0 µg/m3.
Monitoraggio ossidi di azoto (NOx)
La maggior parte degli ossidi di azoto (monossido di azoto NO e biossido di azoto NO2) sinteticamente riassunti nella formula NOx, vengono introdotti in atmosfera come NO. Questo gas inodore e incolore viene gradualmente ossidato a NO2 da parte di composti ossidanti presenti in atmosfera.
Si valuta che la quantità di ossidi di azoto prodotta dalle attività umane rappresenti circa un decimo di quella prodotta dalla natura, ma, mentre le emissioni prodotte da sorgenti naturali sono uniformemente distribuite, quelle antropiche si concentrano in aree relativamente ristrette.
L’uomo produce NOx principalmente mediante i processi di combustione che avvengono nei veicoli a motore, negli impianti di riscaldamento domestico, nelle attività industriali. Il biossido di azoto si forma anche dalle reazioni fotochimiche secondarie che avvengono in atmosfera.
Nell'arco della giornata le concentrazioni urbane di NO2 mostrano spesso una significativa correlazione con l’andamento dei flussi di traffico veicolare (WHO, 1999). In particolare i motori diesel producono più ossidi di azoto dei motori a benzina, poiché utilizzano miscele molto povere in termini di aria combustibile.
I livelli medi di concentrazione di biossido di azoto sono più elevati nel periodo invernale rispetto a quello estivo.
Il solo aumento delle emissioni dovuto all’utilizzo delle caldaie per riscaldare gli ambienti domestici e lavorativi non è sufficiente a spiegare una variazione stagionale delle concentrazioni medie di biossido di azoto così marcate.
E’ chiaro che oltre all’aumento delle emissioni di ossidi di azoto ci sono altri fattori che contribuiscono ad aumentare questa differenza. Importanti sono le condizioni di stabilità atmosferica e le condizioni meteorologiche durante l’inverno, caratterizzate da frequenti fenomeni di inversione termica che fanno si che l’altezza dello strato di rimescolamento diminuisca sfavorendo la diluizione del biossido di azoto in atmosfera, con conseguente aumento dei valori di concentrazione a basse quote.
I grafici 12, 13 e 14 mostrano le concentrazioni medie settimanali di NOx, espresse come NO2, rilevate con i campionatori passivi dal 22/11/2012 al 13/12/2012.
Dal monitoraggio emerge come le concentrazioni di NO2 siano maggiori presso i siti di traffico rispetto ai siti di Background Urbano e Rurale.
Il grafico 15 mette a confronto le concentrazioni medie di COV e NO2 rilevate in ciascuno dei siti monitorati in prossimità dell’aeroporto Canova dal 22/11/2012 al 13/12/2012 e, per confronto, le concentrazioni dei medesimi inquinanti rilevati presso la centralina fissa di Treviso via Lancieri di Novara. In figura 2 sono riportati i medesimi istogrammi su base cartografica.
A conferma di quanto già osservato durante le precedenti campagne, le concentrazioni degli inquinanti presso il sito di Traffico n.1 - Scuola Appiani risultano tra le più alte di quelle rilevate nella campagna di monitoraggio. Le concentrazioni medie degli inquinanti COV e NO2 rilevate nei due siti di Background Urbano n.6 Quinto di Treviso - via Nogarè e n.7 Quinto di Treviso - Via Sile risultano invece tra le più basse.
CONCLUSIONI RELATIVE ALLA CAMPAGNA DI MONITORAGGIO - AUTUNNO 2012
Il Dipartimento ARPAV di Treviso ha realizzato, tra il 1 settembre ed il 3 ottobre 2012 e tra il 14 novembre ed il 18 dicembre 2012, il monitoraggio oggetto della presente relazione tecnica, per valutare la qualità dell’aria in presenza del contributo della sorgente emissiva costituita dagli aeromobili.
prodotti dalla sorgente emissiva secondo quanto emerso dalla valutazione dei dati INEMAR Veneto 2005 ovvero COV e NOx. Il monitoraggio è stato eseguito contemporaneamente in n.7 siti individuati in prossimità dell’aeroporto e i dati sono stati confrontati con quelli rilevati presso la centralina fissa di Treviso – via Lancieri di Novara.
Il monitoraggio degli NO2 ha evidenziato le maggiori concentrazioni in prossimità dei siti di traffico n.1 presso la scuola Appiani e n.5 a Quinto di Treviso in Via Contea. I due siti di Background Urbano n.6 Quinto di Treviso - Via Nogarè e n.7 Quinto di Treviso - Via Sile mostrano invece i risultati più bassi della campagna di monitoraggio dell’NO2.
Le concentrazioni di COV non evidenziano invece differenze sostanziali tra i siti di monitoraggio e in particolare i valori di benzene sono risultati in ciascun sito e in ciascuna delle settimane di monitoraggio inferiori al limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 pari a 5.0 µg/m3. Si ricorda inoltre che la concentrazione media di benzene del 2012 presso la stazione di Treviso è risultata di 1.5 µg/m3 ampiamente al di sotto del limite previsto dal D.Lgs. 155/2010 pari a 5.0 µg/m3.
E’ stato inoltre monitorato l’inquinante PM10 presso il sito di background n.6 Quinto di Treviso – via Nogarè e presso il sito n.2 lungo la SS 515 Noalese. Su alcuni campioni del sito n.6 sono state eseguite le analisi di IPA e Metalli e i risultati sono stati confrontati con quelli rilevati nel medesimo periodo presso la centralina fissa di Treviso – via Lancieri di Novara.
Per quanto riguarda il PM10 si sono osservati superamenti del Valore Limite giornaliero di 50 µg/m3 previsto dal D.Lgs. 155/2010 da non superare per più di 35 volte l’anno sia presso il sito n.2 che il sito n.6.
La concentrazione media del periodo è risultata superiore sia presso il sito n.2 che presso il sito n.6 rispetto al sito di Background di Treviso. Sebbene non sia possibile fare un confronto diretto dei dati rilevati nei siti oggetto di indagine con il limite di legge annuale, si ricorda che presso la stazione di Treviso nell’anno 2012 non è stato superato il valore limite della media annuale di 40 µg/m3 raggiungendo il valore pari a 37 µg/m3 mentre è stato superato per 88 volte il valore limite giornaliero che secondo il DLgs 155/2010 non deve essere superato per più di 35 volte l’anno.
Le concentrazioni dei diversi composti IPA sono risultate più alte presso il sito n.6 di Quinto di Treviso rispetto a quello di Treviso in Via Lancieri di Novara. Anche in questo caso, sebbene non sia possibile fare un confronto diretto dei dati rilevati durante la campagna con i limiti di legge, si ricorda che nell’anno 2012 l’Obiettivo di Qualità di 1.0 ng/m3 per il Benzo(a)pirene prefissato dal D.Lgs.
155/2010 è stato superato presso la stazione fissa di Treviso con un valore di 1.8 ng/m3.
Le concentrazioni di Metalli sono risultate molto basse come nella maggior parte dei siti monitorati a livello provinciale. Tali inquinanti, anche in basse concentrazioni, possono tuttavia fungere da catalizzatori di reazioni radicaliche che stanno alla base della formazione dello smog fotochimico.
MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA NEI PRESSI DELL’AEROPORTO CANOVA - VALUTAZIONI CONCLUSIVE CAMPAGNE 2010, 2011, 2012
Sono state eseguite diverse campagne di monitoraggio in prossimità dell’aeroporto Canova nei siti e per gli inquinanti di seguito riassunti.
Novembre 2010: prima dei lavori di rifacimento della pista – Aeroporto aperto (Ante Operam)
Giugno – Luglio 2011 e Novembre 2011: durante i lavori di rifacimento della pista – Aeroporto chiuso (Corso d’opera)
Febbraio-Aprile 2012, Settembre 2012 e Novembre-Dicembre 2012: dopo il rifacimento della pista – Aeroporto aperto (Post Operam)
Si premette e sottolinea che le campagne di monitoraggio sono state eseguite in periodi diversi dell’anno con condizioni atmosferiche differenti e di conseguenza con diversa capacità dell’atmosfera di disperdere gli inquinanti. In particolare la campagna effettuata durante la chiusura dell’aeroporto è stata eseguita nel periodo estivo durante il quale tipicamente i moti termo convettivi favoriscono la dispersione degli inquinanti immessi. Le ridotte concentrazioni degli inquinanti riscontrate in tutti i siti monitorati non devono pertanto essere erroneamente correlate direttamente e unicamente all’assenza della fonte di pressione aeroportuale. Inoltre la campagna invernale eseguita tra Novembre e Dicembre 2012 è stata caratterizzata dalla presenza di condizioni atmosferiche instabili con il manifestarsi di frequenti fenomeni piovosi che hanno anche in questo caso influenzato l’accumulo degli inquinanti in atmosfera.
Ciò premesso, dalle diverse campagne eseguite risulta sostanzialmente quanto segue:
− le concentrazioni dei vari inquinanti sono mediamente maggiori presso i siti di traffico rispetto a quelli di background confermando che la fonte di pressione veicolare costituisce un elemento determinante sulla qualità dell’aria,
− nel sito di background rurale n.4 di Treviso-via San Trovaso, individuato come sito di fondo lontano dalle sorgenti emissive oggetto di valutazione, si sono osservate mediamente concentrazioni di COV e NOx solo leggermente inferiori rispetto a quelle osservate presso i
Si ribadisce pertanto quanto già valutato nelle precedenti relazioni tecniche ovvero che essendo l’aeroporto situato in prossimità di arterie molto trafficate risulta difficile distinguere il contributo di ciascuna sorgente emissiva sulla qualità complessiva dell’aria monitorata.
I grafici seguenti riassumono tutte le determinazioni ottenute nei vari siti di monitoraggio per i vari inquinanti, nelle condizioni di Ante Operam, di chiusura dell’attività aeroportuale per lavori di adeguamento della pista e di Post Operam.
4.4.3. Acqua.
4.4.3.1. Acque superficiali
Dall’Allegato al Rapporto Ambientale del PAT del Comune di Treviso è estratto il seguente passaggio, che chiarifica, secondo i dati più recenti, le dinamiche idrologiche e le caratteristiche quali- quantitative dei corpi idrici superficiali.
Il 70% della superficie terrestre è formata da acqua, tuttavia l’uomo può utilizzarne solamente l’1% in quanto è presente sotto forma di sorgenti, acque correnti, ghiacciai e laghi. Fondamentale è garantire la potabilità dell’acqua, sempre più scarsa in rapporto all’aumento della popolazione mondiale e per effetto dell’inquinamento. Pertanto è necessario adottare piani di monitoraggio di questa risorsa ai fini di tutelare la salute dell’uomo e dell’ambiente stesso dagli effetti dell’acqua inquinata. Una delle normative più importanti in questo ambito è la direttiva quadro in materia di acque.
… omissis…
Il Comune di Treviso è collocato sulla media pianura veneta in una zona ricca di risorse idriche ed è percorso da una fitta rete di torrentini e fiumi.
Tra i fiumi più importanti vi sono il Fiume Sile e il Fiume Botteniga (che nasce con il nome di Rio Fontanelle).
Il Fiume Sile è uno dei più lunghi (96 km) fiumi di risorgiva d'Europa. Nasce a Casacorba, a circa 15 km dalla citta di Treviso, assume con una certa sinuosità una direzione da Ovest verso Est per poi, una volta bagnata la citta della Marca, piegare in direzione Sud-Est verso la Laguna Veneta dove un tempo sfociava in località Portegrandi, A seguito delle opere attuate dai veneziani ai tempi della Serenissima (il famoso Taglio), oggigiorno sbocca direttamente nel mar Adriatico nei pressi di Jesolo.
Il fiume presenta una portata a medio corso con un minimo pari a 33 m3/s, una media di 55 m3/s e un massimo pari a 76 m3/s, la velocità si attesta a circa 2 m/s mentre le temperature dell’acqua registrano in inverno + 8/9 °C e in estate +14/15 °C.
canale esterno Nord-orientale che si sviluppa lungo i bastioni cittadini. Tutti i rami sfociano da ultimo nel fiume Sile di cui sono tributari.
Altri fiumi rilevanti, tutti affluenti del Sile, sono lo Storga, il Limbraga (da sinistra) e il Dosson (da destra).
Il Fiume Storga, fiume di risorgiva, attraversa da Nord verso Sud, il territorio del Comune di Treviso, ad Est della città. Si tratta di un affluente del Fiume Sile sul quale sfocia, in prossimità del mulino Mandelli, verso Silea. Nello Storga, il fiume che da il nome anche ad un parco naturale, sono facilmente visibili risorgive naturali.
Il Fiume Limbraga rappresenta l’affluente di sinistra del Sile ed è alimentato dalle acque di risorgiva. E' lungo circa 7 km, nasce in località Lancenigo in Comune di Villorba e si immette in sinistra del Sile in località Fiera, con una portata che in condizioni normali è dell'ordine di 0.5 m3/s.
Soprattutto nel tratto terminale, il suo corso è interessato da una serie di scarichi della fognatura di Treviso.
Il fiume Dosson è ugualmente alimentato inizialmente dalle acque sorgive affioranti nel territorio dei comuni di Morgano e Zero Branco. Dopo u n percorso di circa 16 km, parallelo all'alto corso del Sile, caratterizzato da una accentuata sinuosità, il Dosson si immette in destra del ramo abbandonato del Sile nei pressi di S. Antonino, a valle di Treviso.
In situazioni normali la sua portata è dell'ordine d i 0.5 m3/s. Il territorio attraversato è pressoché pianeggiante ed è costituito prevalentemente d a terreni agrari, ed in parte da aree densamente urbanizzate.
L’Autorità di bacino del Sile ha previsto, a completamento delle opere del Genio Civile, la ricalibratura dell’alveo, il potenziamento dei rilevati arginali e le sistemazioni di sponda per questo fiume.
Il bacino idrografico, insieme alle sue caratteristiche topografiche, geologiche e vegetazionali, è un elemento fondamentale per comprendere la tipologia ed il comportamento dei corsi d‘acqua che in esso vi scorrono.
Dal punto di vista strettamente idrografico, il territorio comunale di Treviso appartiene complessivamente a un bacino di riferimento che è il bacino del fiume Sile.
In particolare il bacino del Sile è da sempre strettamente legato a quello del Piave. Le acque del bacino del Piave costituiscono infatti l’alimentazione delle risorgive del Sile. Il Piave inoltre, nei suoi non rari cambiamenti di rotta, particolarmente all’altezza di Nervesa, divagava in direzione di Treviso e, seguendo I a naturale pendenza dei terreni, utilizzava il fiume Sile come raccoglitore di gronda delle acque di piena.
La connessione idrologica tra Piave e Sile è stata ulteriormente accentuata dagli interventi antropici connessi con l’attività agricola. In questo territorio, alla rete idrografica naturale si sovrappone ora un’estesa rete di canali artificiali di drenaggio e di irrigazione, con molti punti di connessione con la rete idrografica naturale. La portata del fiume Sile è quindi alimentata principalmente dalle acque di risorgiva, ma in seconda battuta anche dalle acque irrigue. Tra i vari canali presenti si ricordano ad esempio la Brentella di Pederobba e la Piavesella.
A monte della confluenza con il Giavera-Botteniga, il Sile scorre a ridosso della fascia delle risorgive senza ricevere alcun rilevante affluente. Dalla città di Treviso al confine provinciale, in sinistra idrografica la rete naturale è costituita da un insieme di affluenti, disposti con un andamento da Nord a Sud. I contributi maggiori vengono dal Giavera-Botteniga, alimentato nel tratto iniziale del suo corso da acque di origine carsica affioranti al piede del Montello, dal Musestre, a sua volta alimentato da acque di risorgiva e confluente nel Sile poco a monte del Tagli o e secondariamente da Limbraga, Storga, Melma, Nerbon.
Meno importanti sono gli apporti degli affluenti di destra idrografica come il Canale Dosson e gli scoli Bigonzo e Serva che drenano la zona d i pianura compresa tra lo Zero-Dese e il Sile.
Il Sile a Portegrandi si immette nel canale realizzato alla fine del ‘6OO nel quadro delle opere che tutelano la laguna di Venezia dai deflussi liquidi e dalle torbide trasportate dai corsi d’acqua dell’entroterra. Sono rimasti peraltro due collegamenti, sia pur regolati, tra Sile e Laguna: il Siloncello, uno dei rami dell’antico delta, ed il sostegno detto del Businello ubicato a ridosso della conca di Porte grandi. A questi si è aggiunto in epoca recente un taglio arginale di circa 150 m praticato sulla sponda destra del taglio del Sile, che consente di laminare in Laguna fino a 70 m3/s della portata di piena del fiume.
Il susseguirsi ln questi ultimi anni di eventi meteorici critici ha portato all’evidenza la fragilità del territorio del Comune di Treviso nel legame tra i suoi caratteri fisici e i fenomeni d’antropizzazione.
A tale stato di fatto bisogna contrapporre una serie di interventi "forti" diversamente mirati, ma con l’obbiettivo comune di limitare il rischio idraulico, sia per l’immediato sia per il futuro. Per riassumere in maniera sommaria le possibili azioni occorre intervenire soprattutto attraverso: moderazione delle piene dei corsi d‘acqua a monte di Treviso; ottimizzazione del deflusso dei canali esistenti con creazione di alcune vasche di laminazione puntuali e risezionamento dei canali esistenti;
approvazione di una normativa idraulica per tutti i futuri interventi, conseguente ad una valutazione di compatibilità idraulica del territorio di Treviso; manutenzione ordinaria.
Considerata inoltre la notevole estensione della rete di corsi d’acqua e dei canali nel territorio come sopra ampiamente descritti, è importante sottolineare come questa sia particolarmente vulnerabile in esito a possibili fenomeni di inquinamento che si possono registrare, data la numerosità di fonti di pressione variamente presenti nel territorio.
Per fornire quindi una prima indicazione sulla situazione generale della risorsa idrica dal punto di vista qualitativo, nei paragrafi che seguo no vengono analizzati i dati riguardanti la qualità delle acque superficiali raccolti dalle stazioni dell’ARPAV, localizzate all’interno del territorio comunale di Treviso.
Il D.Lgs. 152/99 ha infatti previsto l’obbligo per le Regioni di monitorare le caratteristiche delle acque superficiali (per ciascun corpo idrico significativo) e di definire per essi una suddivisione in classi di qualità dal punto di vista chimico e biotico.
In particolare, sono stati analizzati i dati raccolti da ARPAV in località S. Angelo Ponte Ottavi a monte dell’ingresso del fiume Sile in città (staz. n° 66), in località Fiera Ponte ospedale regionale a valle della confluenza del Sile i n città (staz. n°79), e in località ponte di Viale F.lli Cairoli, per un tratto del Fiume Botteniga (staz. n° 330) per un totale di tre stazioni, qui nel seguito graficamente individuate.
I dati riportati sono i risultati del monitoraggio dei parametri che forniscono gli indici LIM (Livello di Inquinamento da Macrodescrittori) e IBE (In dice Biotico Esteso) per gli anni dal 2000 e rispettivamente al 2010 e al 2009. Sono in oltre descritti, unitamente ai suddetti indici, anche il SECA (Stato Ecologico dei Corsi d’Acqua superficiali) e SACA (Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua superficiali) del periodo 2000-2008. E' inoltre analizzata la distribuzione delle principali fonti di pressione puntuali in un primo tentativo di metterle in relazione ai livelli di qualità riscontrati nel 2009.