• Non ci sono risultati.

COMUNE DI AGRIGENTO PIANO DI AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ED IL CLIMA REDATTO DA: Dott. Ing. Guido DONATO MOZER MESSINA Studio Termotecnico Ingegn

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2022

Condividi "COMUNE DI AGRIGENTO PIANO DI AZIONE PER L ENERGIA SOSTENIBILE ED IL CLIMA REDATTO DA: Dott. Ing. Guido DONATO MOZER MESSINA Studio Termotecnico Ingegn"

Copied!
185
0
0

Testo completo

(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
(8)
(9)
(10)
(11)
(12)
(13)
(14)
(15)

COMUNE DI AGRIGENTO

P IANO

DI A ZIONE

PER L’ E NERGIA

S OSTENIBILE ED IL C LIMA

REDATTO DA:

Dott. Ing. Guido DONATO MOZER

REVISIONE: Rev. 0 del 09/12/2020

MESSINA Studio Termotecnico Ingegneria Ambientale

(16)

1

Sindaco del Comune di Agrigento

Dott. Francesco MICCICHÈ

Coordinamento

Ing. Gerlando Principato - Assessore

Arch. Ivano Agostara - Esperto in attività tecniche - settore III - sezione I Energia

Elaborazione PAESC

Dott. Ing. Guido DONATO MOZER

certificato Ingegnere esperto in Energetica - Specializzato in Energy Management, n.certif. MEB-3330-IT20 certificato Energy Manager - EGE (UNI 11339) Civil & Industrial sectors, n.certif. P170028EM certificato Energy Auditor (EN 16247-5) Civil & Industrial sectors, n.certif. P170003AE

certificato Training Provider for Energy Managers’ and Energy Auditors’ certification, n.certif. F17005-FQ BACS Expert (EN 15232) Civil & Industrial sectors

(17)

2 SOMMARIO

TERMINOLOGIA, ACRONIMI E ABBREVIAZIONI ...5

PREMESSA ...7

VISION ...8

1. IL QUADRO NORMATIVO ...10

1.1 NORMATIVA NAZIONALE ... 10

1.2 NORMATIVA REGIONALE ... 13

2. IL PATTO DEI SINDACI ...14

2.1 L’EVOLUZIONE DEL PATTO DEI SINDACI... 14

Lo sviluppo del piano ... 16

3. IL CONTESTO TERRITORIALE ...18

3.1 INQUADRAMENTO GEOGRAFICO ... 18

3.2 URBANIZZAZIONE ... 21

Sistema insediativo e infrastrutturale ... 21

Sistema rurale ... 26

Urbanizzazione comunale ... 28

P.R.G. ... 30

Aree verdi ... 32

Superficie abitativa ... 33

Siti “Rete Natura 2000” ... 33

Aree di riequilibrio ... 35

Oasi di protezione ... 35

Aree di dissesto ... 36

3.3 INQUADRAMENTO CLIMATICO ... 47

Le temperature ... 47

La radiazione solare ... 48

La ventosità ... 50

3.4 ASSETTO DEMOGRAFICO ... 52

3.5 SISTEMAECONOMICOLOCALE ... 63

Quadro provinciale ... 63

Patrimonio edilizio nel territorio ... 66

3.6 SISTEMADELLAMOBILITÀ... 67

La rete ciclabile ... 67

Zone a traffico limitato (ZTL) ... 68

Il trasporto pubblico locale ... 69

La mobilità privata ... 71

Salute e sistema di welfare ... 72

Acqua ... 73

Rifiuti ... 75

(18)

3

4. STRUMENTI DI PIANIFICAZIONE TERRITORIALE ...77

4.1 REGOLAMENTOEDILIZIOCOMUNALE... 77

4.2 PIANO STRATEGICO ... 77

4.3 AUDIT DEGLI EDIFICI COMUNALI ... 82

5. LA STRUTTURA DEL PAESC ...83

5.1 PERCORSO DI PIANIFICAZIONE ... 83

5.2 INVENTARIO BASE DELLE EMISSIONI E ANNO DI RIFERIMENTO ... 84

5.3 FATTORI DI EMISSIONE ... 84

Scelta dell’approccio ... 84

Fattori di emissione per i carburanti ... 85

Fattore di emissione locale per l’energia elettrica ... 85

5.4 MODALITÀ DI RACCOLTA DATI ... 86

6. CONSUMI DI ENERGIA ED EMISSIONI ...89

6.1 UTENZE COMUNALI ... 90

Consumi di Energia Elettrica ... 90

Consumi di gas metano per il riscaldamento ... 92

Consumi di gasolio per il riscaldamento ... 92

6.2 ILLUMINAZIONE PUBBLICA ... 93

6.3 PARCO MEZZI COMUNALE ... 94

6.4 SETTORE RESIDENZIALE ... 96

6.5 SETTORE TRASPORTI ... 97

Trasporto pubblico urbano ... 97

Trasporti privati e commerciali ... 98

6.6 TERZIARIO ... 102

6.7 INDUSTRIA ... 103

6.8 AGRICOLTURA ... 104

6.9 PRODUZIONE LOCALE DI ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI ... 105

Fotovoltaico ... 105

Eolico ... 108

7. INVENTARIO BASE CONSUMI ED EMISSIONI ... 110

8. STRATEGIE DEL PIANO ... 113

8.1 SINTESI DELLE AZIONI PREVISTE ... 113

8.2 LE AZIONI PER AGRIGENTO ... 114

Riepilogo delle Azioni di piano ... 133

8.3 IL PIANO DI MONITORAGGIO ... 135

9. ADATTAMENTO AI CAMBIAMENTI CLIMATICI ... 136

9.1 PREMESSA ... 136

9.2 APPROCCIOMETODOLOGICO ... 141

9.3 CARATTERIZZAZIONECLIMATICAATTUALE... 143

CONTESTO INTERNAZIONALE ... 143

CONTESTO NAZIONALE ... 145

(19)

4

SITUAZIONE CLIMATICA IN SICILIA ... 146

INDICATORI CLIMATICI A SCALA LOCALE... 150

INDICI DI ESTREMI DI TEMPERATURA E PRECIPITAZIONI ... 153

EVENTI ESTREMI ... 154

9.4 SCENARICLIMATICIFUTURIABREVE/MEDIOTERMINE ... 156

9.5 ANALISIDELLAVULNERABILITÀALCAMBIAMENTOCLIMATICO ... 159

RISCHIO CLIMATICO ... 159

ESPOSIZIONE ... 161

SENSITIVITÀ ... 161

IMPATTI POTENZIALI ... 163

CAPACITÀ DI ADATTAMENTO ... 164

9.6 AZIONIDIADATTAMENTO ... 164

(20)

5

TERMINOLOGIA, ACRONIMI E ABBREVIAZIONI

AEV Acquisti di elettricità verde da parte dell’autorità locale AIE Agenzia Internazionale per l’Energia

CCS Cattura e stoccaggio del carbonio

CH4 Metano

CLC Consumo locale di calore

CLC_CT Consumo locale di calore con correzione di temperatura CO Monossido di carbonio

CO2 Anidride carbonica

CO2AEV Emissioni di CO2 dovute alla produzione locale di elettricità verde certificata acquistata dall’autorità locale

CO2CE Emissioni di CO2 dovute al calore esportato al di fuori del territorio del territorio dell’autorità locale

CO2CI Emissioni di CO2 dovute al calore importato dal di fuori del territorio dell’autorità locale

CO2CPCCE Emissioni di CO2 dovute alla produzione di calore in un impianto di cogenerazione CO2EPCCE Emissioni di CO2 dovute alla produzione di elettricità in un impianto di

cogenerazione

CO2TPCCE Emissioni totali di CO2 in un impianto di cogenerazione CO2PLC Emissioni di CO2 dovute alla produzione locale di calore CO2PLE Emissioni di CO2 dovute alla produzione locale di elettricità CO2-eq Equivalenti di CO2

CTE Consumo totale di elettricità nel territorio dell’autorità locale ELCD European Reference Life Cycle Database

ESCo Energy Service Company

ETS Sistema comunitario per lo scambio di quote di emissioni FEC Fattore di emissione per il calore

FEE Fattore di emissione locale per l’elettricità

FENEE Fattore di emissione nazionale o europeo per l’elettricità FER Fonti Energetiche Rinnovabili

FORSU Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani FV Impianto solare fotovoltaico

GES Gas a effetto serra

GGR Gradi giorni di riscaldamento

GGRMED Gradi giorni di riscaldamento in un anno medio GWP Potenziale di riscaldamento globale

(21)

6

IBE (BEI) Inventario Base delle Emissioni (Baseline Emission Inventory) ICLEI Local Governments for Sustainability

IEAP International Local Government Greenhouse Gas Emissions Analysis Protocol ILCD International Reference Life Cycle Data System

IME Inventario di Monitoraggio delle Emissioni

IPCC International Panel for Climate Change (Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico)

JRC Centro Comune di Ricerca della Commissione europea LCA Life Cycle Assessment (Valutazione del ciclo di vita) LED Light-Emitting Diode

N2O Ossido di azoto

PA Pubblica Amministrazione

PAES Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile

PAESC Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima PdS Patto dei Sindaci

PCCE Produzione combinata di calore ed elettricità PCI Potere calorifico inferiore

PCPCCE Calore prodotto in un impianto di cogenerazione PEPCCE Elettricità prodotta in un impianto di cogenerazione PLE Produzione locale di elettricità

PO FESR Programma Operativo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale SAP Sodio ad Alta Pressione

UE Unione europea

UNFCCC Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici WBCSD Consiglio mondiale delle imprese per uno sviluppo sostenibile WRI Istituto delle Risorse Mondiali

hc Rendimento tipico della produzione separata di calore he Rendimento tipico della produzione separata di elettricità

(22)

7

PREMESSA

L’iniziativa “Patto dei Sindaci”, promossa dalla Commissione Europea nel 2008, ha l’obiettivo di coinvolgere i Comuni e i territori europei in un percorso virtuoso di sostenibilità energetica e ambientale.

Dall’iniziale traguardo fissato in una riduzione delle emissioni di CO2 del 20% entro il 2020, nel 2015 il raggio di azione viene ulteriormente ampliato con il nuovo Patto dei Sindaci integrato per il Clima e l’Energia, lanciato in occasione della cerimonia congiunta del Covenant of Mayor e Mayors Adapt dell’Unione Europea: l’impegno relativo all’abbattimento della CO2 viene infatti rafforzato con l’obiettivo di raggiungere una riduzione del 40% delle emissioni entro il 2030, attraverso lo sviluppo di politiche locali che aumentino il ricorso alle fonti di energia rinnovabile e stimolino il risparmio energetico negli usi finali (azioni di mitigazione); a queste azioni, si affiancano quelle di adattamento ai cambiamenti climatici per rendere i nostri territori più resilienti; il Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia propone inoltre una portata globale, aprendo la partecipazione alle autorità locali di tutto il mondo.

Al fine di tradurre il proprio impegno politico in strategie concrete sul territorio, i firmatari del Patto si impegnano a predisporre e a presentare alla Commissione Europea il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC), un documento di programmazione energetica e di adattamento climatico, nel quale sono delineate le azioni principali che essi intendono realizzare per raggiungere gli obiettivi assunti e gli strumenti di attuazione delle stesse.

(23)

8

VISION

Con l’adesione al “Patto dei Sindaci” il Comune di Agrigento si candida a diventare una città che focalizzata le sue attenzioni sul miglioramento della qualità della vita, sul rilancio dell’efficienza energetica e sul perseguimento dello sviluppo sostenibile del territorio.

Aderendo al Patto dei Sindaci, Agrigento si propone di ridurre i fabbisogni energetici, produrre energia ricorrendo alle fonti di energia rinnovabile, promuovere il trasporto a basse emissioni locali di carbonio, mantenendo qualità e quantità del servizio per cittadini e aziende.

Agrigento intende rappresentare un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico: innovando e generando meno inquinamento, può creare occupazione e delineare il suo quadro economico in una nuova veste sostenibile.

Con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 49 del 09/04/2013 il Comune di Agrigento manifestava l’adesione al “Patto dei Sindaci” ed alla campagna (SEE) Italia “Sustainable Energy Europe” (Energia sostenibile per l’Europa).

Il percorso virtuoso di pianificazione si compirà passando attraverso la chiara consapevolezza dello stato attuale e una precisa visione futura, la condivisione delle prospettive, l’individuazione delle azioni di sviluppo protese al raggiungimento dell’obiettivo comune.

(24)

9

Con il voto unanime dei presenti, il Consiglio Comunale ha deliberato l’adesione del Comune di Agrigento al Patto dei sindaci per il clima e l’energia.

Con questa adesione il Comune si impegna a ridurre le emissioni di CO2 sul proprio territorio di almeno il 40% entro il 2030, accrescere la propria resilienza, adattandosi agli effetti del cambiamento climatico.

Al fine di tradurre tali impegni in azioni concrete, l’autorità locale si impegna a realizzare un inventario di base delle emissioni e una valutazione dei rischi e delle vulnerabilità indotti dal cambiamento climatico, presentare un Piano d’azione per l’energia sostenibile e il clima (PAESC) entro due anni dalla data della decisione del Consiglio Comunale, da sottoporre a verifica e monitoraggio biennale.

L’adesione ci permetterà di accedere alle risorse della programmazione regionale, inaccessibili in passato per assenza dello strumento, e sin da subito ad un avviso regionale che finanzia la redazione del PAESC.

Il Comune era stato infatti destinatario nel 2013 di analoghe risorse per la Redazione del Piano d’azione per l’energia sostenibile, ma non aveva colto questa opportunità.

L’ attuale Amministrazione ha subito, sin dalla firma del decreto di approvazione dell’avviso, e prima ancora della sua pubblicazione in GURS, fornito direttiva agli uffici per predisporre gli atti per l’adesione al patto dei sindaci e per la partecipazione all’avviso della Regione, grazie al quale il comune potrà finalmente dotarsi del PAESC e di un Energy manager qualificato esperto in gestione dell’energia (EGE) ai sensi della norma UNI CEI 11339.

Atto di produttiva responsabilità del Consiglio Comunale, che permette di superare una gravissima lacuna, dovuta a trascuratezza del passato amministrativo di questo Comune, che non ha consentito di poter sinora accedere a risorse necessarie sui temi della sostenibilità energetica.

(Comunicato - 18 gennaio 2019 “Agrigento aderisce al Patto dei sindaci per clima ed energia”)

(25)

10

1. IL QUADRO NORMATIVO

La normativa su efficienza energetica ed energie rinnovabili ha una storia più che quarantennale, sia in Italia che in Europa. Nonostante la profonda attenzione che Europa e Italia hanno da tempo portato a queste tematiche, norme, leggi, e decreti si sono rapidamente susseguiti negli anni in maniera talvolta confusa, con non poche sovrapposizioni, talvolta scarsamente coerenti, tra i diversi livelli di governo.

In questa sezione del documento si presenta una selezione del quadro normativo attuale negli ambiti dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, al fine di creare un quadro d’insieme del contesto in cui il presente PAESC si colloca.

1.1 Normativa nazionale

Legge 10/91 "Norme per l’attuazione del Piano Energetico Nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo delle fonti rinnovabili di energia": introduce la figura del Responsabile per la Conservazione e l’Uso Razionale dell’Energia, anche noto come "Energy Manager".

D.P.R. 412/93 "Regolamento recante norme per la progettazione, l’installazione, l’esercizio e la manutenzione degli impianti termici degli edifici ai fini del contenimento dei consumi di energia, in attuazione dell’articolo 4/IV della Legge 9 gennaio 1991, n. 10", poi modificato e integrato dal D.P.R. 551/99: introduce norme sui rendimenti degli impianti termici nonché sulle modalità di controllo e verifica da parte delle Province e dei Comuni. In particolare:

- suddivide il territorio nazionale in sei zone climatiche in funzione dei "gradi giorno", stabilendo per ognuna durata giornaliera di attivazione e periodo annuale di accensione degli impianti di riscaldamento;

- classifica gli edifici in otto categorie a seconda della destinazione d’uso e stabilisce per ogni categoria di edifici la temperatura massima interna consentita;

- stabilisce il rendimento stagionale medio minimo per impianti termici nuovi o ristrutturati, da calcolare in base alla potenza termica del generatore installato;

- definisce i valori limite di rendimento per i generatori di calore ad acqua calda e ad aria calda;

- prevede una periodica manutenzione e verifica formale degli impianti termici.

"Decreti gemelli" D.M. 20 luglio 2004: introducono in Italia il sistema dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE), noti anche come "certificati bianchi". Esso prevede che i distributori di energia elettrica e di gas naturale raggiungano annualmente determinati obiettivi quantitativi di risparmio di energia primaria, espressi in Tonnellate Equivalenti di Petrolio (TEP) risparmiate. Un certificato equivale al risparmio di una tonnellata equivalente di petrolio (TEP). Le aziende distributrici di energia elettrica e gas possono assolvere al proprio obbligo realizzando progetti di efficienza

(26)

11

energetica che diano diritto ai certificati bianchi oppure acquistando i TEE da altri soggetti sul mercato dei TEE.

D.Lgs. 192/2005 di attuazione della Direttiva 2002/91/CE, poi integrato dal D.Lgs.

311/2006 e dalla L. 90/2013: introduce metodologie di calcolo del fabbisogno energetico di un edificio, requisiti prestazionali minimi e modalità di certificazione energetica. Vengono fissati livelli minimi più elevati di isolamento termico, si promuove ‘utilizzo di apparecchiature a maggior rendimento; si introduce l’obbligo di certificazione energetica per le nuove costruzioni.

D.P.R. 59/2009, attuazione del D.Lgs. 192/2005: metodologie di calcolo, i criteri ed i requisiti minimi relativi alla climatizzazione invernale, alla produzione di acqua calda sanitaria, alla climatizzazione estiva.

D.M. 26/06/2009 "Linee Guida Nazionali per la certificazione energetica degli edifici":

si applica alle regioni ed alle province che non hanno provveduto ad adottare propri strumenti di certificazione energetica. Parallelamente alcune regioni italiane emanano specifiche direttive (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Puglia, Toscana).

D.Lgs. 28/2011, recepimento della Direttiva 2009/28/CE "Promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili”: semplifica le procedure autorizzative degli impianti a fonti rinnovabili di energia, esclude dagli incentivi gli impianti fotovoltaici eccedenti 1 MW su terreni agricoli; prevede il riordino degli oneri economici e finanziari per gli impianti a fonte rinnovabile di energia.

D.M. 28 Dicembre 2012, "Conto termico": regime di sostegno introdotto dal D.Lgs. 28/2011 per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili.

Decreto del Ministero dello Sviluppo Economico 28 dicembre 2012, "Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2013 al 2016 e per il potenziamento del meccanismo dei certificati bianchi": introduce importanti modifiche al meccanismo dei TEE, passandone la gestione al GSE.

D.Lgs. 102/2014, recepimento della Direttiva Europea 2012/27/UE, successivamente integrato dal D.Lgs. n. 141 del 18 Luglio 2016: istituisce il fondo nazionale per l’efficienza energetica; definisce in modo rigoroso le competenze e gli schemi di certificazione per gli operatori professionali e le società coinvolte nel settore dell’efficienza energetica, civile ed industriale; introduce l’obbligo di audit energetico periodico per le grandi imprese e per le imprese ad alti consumi energetici.

Circolare 18 Dicembre 2014 del Ministero dello Sviluppo Economico: introduce importanti novità riguardanti la nomina degli Energy Manager, assegnando loro nuove specificità professionali.

Decreto interministeriale 26 giugno 2015 "Applicazione delle metodologie di calcolo delle prestazioni energetiche e definizione delle prescrizioni e dei requisiti minimi degli edifici":

(27)

12

definisce le nuove modalità di calcolo della prestazione energetica ed i nuovi requisiti minimi di efficienza per i nuovi edifici e quelli sottoposti a ristrutturazione e/o riqualificazione energetica.

Decreto interministeriale 26 giugno 2015, "Adeguamento del decreto del Ministro dello sviluppo economico, 26 giugno 2009 – Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici": nuove regole per la redazione dell’APE, con un nuovo modello valido su tutto il territorio nazionale, e la possibilità di confrontare la qualità energetica di unità immobiliari differenti.

Conto termico 2.0, DM 16 febbraio 2016 "Aggiornamento della disciplina per l’incentivazione di interventi di piccole dimensioni per l’incremento dell’efficienza energetica e per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili": revisione del precedente "conto termico", in vigore dal 31 maggio 2016.

D.M. 11 gennaio 2017, “Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2017 al 2020 e per l’approvazione delle nuove Linee Guida per la preparazione, l’esecuzione e la valutazione dei progetti di efficienza energetica”:

aggiornamento delle linee guida per la presentazione dei progetti nel meccanismo dei TEE;

confermata la necessità, per i soggetti che partecipano al meccanismo, di nominare un EGE certificato . Altre importanti novità riguardano i progetti ammissibili alle modalità di valutazione dei risparmi, le procedure di controllo e verifica e gli strumenti di supporto al meccanismo stesso.

Decreto del Ministero dell’Ambiente D.M. 27 settembre 2017 “Criteri Ambientali Minimi per l’acquisizione di sorgenti luminose per illuminazione pubblica, l’acquisizione di apparecchi per illuminazione pubblica, l’affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica”: aggiorna i criteri ambientali minimi per gli acquisti pubblici relativi all’illuminazione pubblica.

D.M. n. 186 del Ministero dell’Ambiente, “Regolamento recante la disciplina dei requisiti, delle procedure e delle competenze per il rilascio di una certificazione dei generatori di calore alimentati a biomasse combustibili solide”: in vigore dal 2 Gennaio 2018, stabilisce requisiti, procedure e competenze per il rilascio di una certificazione ambientale dei generatori di calore alimentati con legna da ardere, carbone di legna e biomasse combustibili; individua le prestazioni emissive di riferimento per le diverse classi di qualità (da 2 a 5 stelle), i metodi di prova e le verifiche ai fini del rilascio della certificazione.

Legge Finanziaria 2018 (Legge 27 dicembre 2017, n. 205): proroga fino al 31/12/2018 la detrazione fiscale al 65% per gli interventi volti al risparmio ed all’efficienza energetica e quella al 50% per gli interventi di ristrutturazione edile.

D.M. 11 dicembre 2017, SEN (Strategia Energetica Nazionale): stabilisce obiettivi al 2030 quali riduzione dei consumi finali da 118 a 108 Mtep, aumento della quota di energie rinnovabili dal 17,5 al 28%, contenimento del differenziale di costo fra il gas naturale italiano e quello del Nord Europa, cessazione della produzione di energia elettrica da centrali alimentate a carbone, evoluzione

(28)

13

verso le bioraffinerie ed uso crescente di biocarburanti sostenibili e del GNL nei trasporti pesanti e marittimi, diminuzione delle emissioni climalteranti del 39% al 2030 e del 63% al 2050, promozione della mobilità sostenibile.

D. M. dello Sviluppo Economico 2 marzo 2018, "Promozione dell’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti": incentivo all’uso del biometano e degli altri biocarburanti avanzati nel settore dei trasporti.

D.M. Ambiente 29 marzo 2018, "Riconoscimento agli impianti geotermici dei premi e delle tariffe premio": stabilisce le modalità di verifica delle condizioni per il riconoscimento di premi e tariffe speciali per gli impianti geotermici che utilizzano tecnologie avanzate con prestazioni ambientali elevate.

D.M. Ambiente 28 marzo 2018, "Criteri ambientali minimi per l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica": in vigore il 26 agosto 2018, riguarda la gestione degli impianti, i censimenti, le forniture di energia elettrica per l’alimentazione di questi sistemi. Tratta inoltre anche gli aspetti riguardanti la riqualificazione e la gestione degli impianti di segnaletica luminosa.

Direttiva 2018/844/UE, che modifica la Direttiva 2010/31/UE: da recepire per gli Stati membri entro il 10 marzo 2020. Tra le novità introdotte: rafforzamento della strategia a lungo termine per sostenere la ristrutturazione del parco nazionale di edifici residenziali e non residenziali, sia pubblici che privati, al fine di ottenere un parco immobiliare decarbonizzato e ad alta efficienza energetica entro il 2050; uso delle tecnologie ICT e delle tecnologie smart per garantire che gli edifici funzionino in modo efficiente; realizzazione di infrastrutture per la mobilità elettrica in tutti gli edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazioni importanti, con requisiti per l’installazione di un numero minimo di punti di ricarica per tutti gli edifici non residenziali con più di venti posti auto entro l’1 Gennaio 2025 e con obblighi anche per gli edifici residenziali con più di dieci posti auto;

introduzione di un "indicatore di intelligenza", per misurare la capacità degli edifici di utilizzare nuove tecnologie e sistemi elettronici per adattarsi alle esigenze del consumatore, ottimizzare il suo funzionamento e interagire con la rete; mobilitazione di finanziamenti e investimenti pubblici e privati.

1.2 Normativa regionale

Decreto del presidente della Regione siciliana 9 marzo 2009. Emanazione della delibera di Giunta regionale n. 1 del 3 febbraio 2009, relativa al Piano energetico ambientale regionale siciliano (P.E.A.R.S.)

Legge Regionale n. 11 del 2010, articolo 105

Rapporto Ambientale: valutazione strategica degli effetti ambientali del nuovo Piano energetico ambientale della Regione Siciliana (PEARS 2018-2030); primo aggiornamento del precedente PEARS, varato nel 2009, con strategie ed obiettivi al 2012.

(29)

14

2. IL PATTO DEI SINDACI

2.1 L’evoluzione del patto dei sindaci

Nel 2008, dopo l’adozione del Pacchetto europeo su clima ed energia EU 2020, la Commissione europea ha lanciato il Patto dei Sindaci per avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel campo dell’energia sostenibile.

Il Patto dei Sindaci è un movimento "dal basso" che è riuscito con successo a mobilitare un gran numero di autorità locali e regionali, spronandole a elaborare piani d’azione e a orientare i propri investimenti verso misure di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Gli obiettivi per il 2020 del Pacchetto Clima Energia dell’Unione Europea, da applicare anche a livello locale, erano i seguenti:

- 20% di riduzione delle emissioni di CO2; - 20% di aumento dell’efficienza energetica;

- raggiungimento della quota del 20% di fonti rinnovabili per la produzione di energia.

Con il Consiglio Europeo del 23 ottobre 2014, è stato stabilito il nuovo accordo politico riguardante gli obiettivi climatici ed energetici da raggiungere entro il 2030:

- riduzione del 40% delle emissioni di CO2, rispetto ai livelli del 1990;

- aumento del 27% dell’efficienza energetica per possibile target al 30% al 2030 (da aggiornare nel 2020);

- quota del 27% di energia derivante da fonti rinnovabili sul totale dei consumi;

- aumento delle interconnessioni della rete elettrica del 10% entro il 2020, target 15% al 2030.

Inoltre, con la Roadmap al 2050 dell’Unione Europea, vengono determinate le percentuali di riduzione di CO2da raggiungere nei successivi tre decenni:

- 40% di CO2entro il 2030;

- 60% di CO2entro il 2040;

- 80% di CO2entro il 2050.

Il 15 ottobre 2015, in occasione della cerimonia congiunta del Covenant of Mayors e Mayors Adapt (Patto dei Sindaci per l’Adattamento ai Cambiamenti Climatici), è stato istituito il nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia, nato dall’unione del Patto dei Sindaci e Mayors Adapt.

A seguito dei nuovi obiettivi della politica europea verso una società low-carbon e resiliente agli impatti dovuti al cambiamento climatico, anche il Patto dei Sindaci si è rinnovato e ha fissato i nuovi impegni a cui le amministrazioni locali possono aderire, attraverso l’adozione del nuovo Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile ed il Clima (PAESC).

I tre pilastri del nuovo Patto dei Sindaci sono:

(30)

15

1. accelerare la decarbonizzazione dei propri territori attraverso l’impegno di ridurre le emissioni di CO2 del 40% entro il 2030;

2. rafforzare la capacità di adattamento agli inevitabili effetti dei cambiamenti climatici attraverso la valutazione dei rischi e della vulnerabilità del territorio e la proposta di azioni di adattamento climatico;

3. garantire ai cittadini l’accesso a un’energia sicura, sostenibile e alla portata di tutti, attraverso la produzione di energia in loco da fonti rinnovabili.

Il ruolo dell’ente locale

Con la predisposizione del Piano e il compimento del processo di pianificazione l’Amministrazione intende:

- Favorire l’utilizzo di prodotti e servizi efficienti sotto il profilo energetico;

- Stimolare il cambiamento negli utilizzi energetici in tutti i settori responsabili della emissione di gas climalteranti (terziario, residenziale, industriale, pubblico, mobilità);

- Stimolare lo sviluppo di sistemi per la produzione mediante il ricorso a fonti di energia rinnovabile;

- Promuovere strategie a medio e lungo termine per favorire la riduzione dei consumi energetici e le conseguenti emissioni nocive.

Gli impegni prevedono sinteticamente:

1. L’obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 di almeno il 40% entro il 2030, 2. L’integrazione delle politiche di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici.

Figura 2-1 Evoluzione del Covenant of Mayors - Fonte: Guidebook ‘How to develop a Sustainable Energy and Climate Action Plan (SECAP)’, Part 1 - JRC

(31)

16

Lo sviluppo del piano

Sulla scorta dell’Inventario Base per le Emissioni (IBE), elaborato sull’anno 2011 di riferimento, il Piano si concentra su azioni volte a ridurre i consumi finali di energia e le emissioni di CO2, prevedendo interventi che riguardano sia il settore pubblico che privato

Il Piano costituisce il documento di riferimento per i comportamenti che impattino in modo diretto e indiretto sugli usi finali di energia e relative emissioni.

L’Amministrazione ha il dovere di proporre modelli comportamentali e di azione virtuosi e di favorire e sostenere la partecipazione della società civile ai processi conoscitivi e decisionali.

Le azioni previste nel Piano troveranno copertura nelle risorse umane ed economiche appositamente individuate; i processi di azione rispetteranno i tempi previsti di attuazione, il monitoraggio dei risultati e favoriranno forme di coinvolgimento mediante campagne di informazione e formazione. Il Piano sarà implementato dopo l’approvazione da parte del Consiglio Comunale.

Figura 2-2 Il processo di adesione al PAESC - Fonte: Linee guida del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia per la presentazione dei rapporti di monitoraggio

L’iniziativa del Patto dei Sindaci adotta un approccio olistico per l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico. Rispetto alla mitigazione del clima le amministrazioni locali sono guidate a relazionarsi con tutte le tipologie di consumatori presenti sul loro territorio (si veda la Figura 2).

(32)

17

Settori quali il settore “residenziale”, “terziario”, “municipale” e “trasporti” sono considerati i settori chiave per la mitigazione.

Figura 2-3 L’approccio territoriale del Patto dei Sindaci per la mitigazione del clima e l’energia - Fonte: Linee guida del Patto dei Sindaci per il Clima e l’Energia per la presentazione dei rapporti di monitoraggio

(33)

18

3. IL CONTESTO TERRITORIALE 3.1 Inquadramento geografico

Il territorio comunale di Agrigento occupa una vasta area di 24532 ettari per una densità abitativa di 237.53 abitanti per chilometro quadrato ed è posto ad un’altezza sopra il livello del mare di 230 m.

Le sue coordinate geografiche sono 37° 19’ 38N, 13° 35’ 36E. Confina a Nord con 12 comuni:

Aragona, Cattolica Eraclea, Favara, Joppolo Giancaxio, Montallegro, Naro, Palma di Montechiaro, Porto Empedocle, Raffadali, Realmonte, Sant’Angelo Muxaro, Siculiana.

È il comune capoluogo di provincia della omonima provincia siciliana.

DATI GENERALI Comune Superficie

km2

Popolaz. resid.

ab.

Densità ab./km2

Zona climatica Classificazione sismica Altimetria m s.l.m.

Agrigento 245,32 58.273 237.53 B 2 230

Comuni confinanti (o di prima corona) distanza popolazione

Porto Empedocle 6,3 km 16.300

Favara 6,5 km 31.751

Joppolo Giancaxio 7,9 km 1.151

Aragona 9,3 km 9.195

Raffadali 10,4 km 12.550

Realmonte 11,3 km 4.485

Siculiana 14,9 km 4.313

Sant’Angelo Muxaro 18,1 km 1.241

Naro 18,4 km 7.346

Palma di Montechiaro 21,1 km 22.262

Cattolica Eraclea 21,9 km 3.491

Montallegro 22,5 km 2.484

Comuni di seconda corona (confinanti con la prima corona) distanza popolazione

Comitini 10,8 km 896

Santa Elisabetta 13,0 km 2.267

Grotte 13,6 km 5.466

Castrofilippo 14,6 km 2.786

Racalmuto 16,0 km 7.943

Camastra 19,7 km 2.012

San Biagio Platani 21,7 km 3.088

Canicattì 23,5 km 35.530

Campofranco (CL) 23,8 km 2.854

Casteltermini 24,9 km 7.738

Cianciana 26,1 km 3.322

Alessandria della Rocca 29,8 km 2.717

Campobello di Licata 30,0 km 9.616

Delia (CL) 30,4 km 4.106

Ravanusa 34,2 km 11.108

Ribera 34,8 km 18.492

Sommatino (CL) 36,1 km 6.672

Licata 39,6 km 36.113

CALTANISSETTA 44,4 km 61.331

(34)

19

La provincia di Agrigento, successivamente provincia regionale di Agrigento (fino al 1929 provincia di Girgenti, provincia di Girgenti in siciliano), è stata una provincia italiana della Sicilia.

Si estendeva su una superficie di 3 052,59km² e comprendeva 43 comuni.

In ottemperanza alla legge regionale del 24 marzo 2014, n. 8, recante il titolo “Istituzione dei liberi Consorzi comunali e delle Città metropolitane” [2] e disciplinata poi con la successiva legge regionale n. 15 del 4 agosto 2015, "Disposizioni in materia di liberi Consorzi comunali e Città metropolitane"[3], la provincia regionale di Agrigento è stata sostituita dal libero consorzio comunale di Agrigento[4].

Confinava ad ovest con la provincia di Trapani, a nord con la provincia di Palermo, ad est con la provincia di Caltanissetta, a sud si affacciava sul Canale di Sicilia.

Si estendeva, da est a ovest, dal mare di Licata alle spiagge di Menfi, in prossimità delle rovine greche di Selinunte; da nord a sud si estendeva dalla catena montuosa dei Sicani al canale di Sicilia; un suo lembo di terra, corrispondente all’arcipelago delle Pelagie (Lampedusa, Linosa e Lampione), appartiene geologicamente al continente africano.

Oggi invece il territorio comunale è diviso in tre circoscrizioni:

- circoscrizione del "Centro": comprende tutti i quartieri del centro della città, Bonamorone, Quadrivio Spinasanta, Agrigento Bassa, Calcarelle, Rupe Atenea e Capu Cimuzzu;

- circoscrizione della "Costa": comprende i quartieri del Villaggio Mosè, San Leone, Villaggio Peruzzo, Cannatello, Zingarello, Fiume Naro, Maddalusa;

- circoscrizione dell’"Entroterra": comprende Fontanelle, San Michele, San Giusippuzzu, San Benedetto, Favara Ovest, Zona Industriale, Aragona Bassa, Montaperto, Giardina Gallotti, Borsellino e Capu Misuzzu.

Strade:

I collegamenti stradali tra Agrigento e le altre città principali dell’isola sono assicurati tramite strade extraurbane secondarie:

- La strada statale 189 collega Agrigento con il bivio Manganaro.

- La strada statale 115 collega Siracusa con Trapani, passando esternamente ad Agrigento.

- La strada statale 640 collega Porto Empedocle, passando nei pressi della Valle dei Templi, a Caltanissetta e all’A19 Palermo-Catania.

- La strada statale 118 Agrigentina Corleonese costituisce il vecchio collegamento con Palermo passando per Bivona e Corleone.

- La strada statale 122 Agrigentina costituisce il vecchio collegamento con Caltanissetta e Enna passando per Favara e Canicattì.

Ferrovie:

Ad Agrigento sono presenti tre stazioni ferroviarie: La Stazione di Agrigento Centrale, la Stazione di Agrigento Bassa e la Stazione Tempio Vulcano, gestite da RFI. Da tutte le stazioni partono i treni turistici, organizzati da Fondazione FS Italiane, che percorrono la Ferrovia turistica dei templi. Il

(35)

20

servizio è attivo prevalentemente nei mesi estivi e collega il capoluogo con la città di Porto Empedocle ed il Parco archeologico.

Porti:

Nella frazione balneare di San Leone è presente il porticciolo turistico intitolato a Cesco Tedesco.

Elisuperficie:

In contrada Consolida, posizionata a pochi metri dall’ospedale S. Giovanni di Dio, si trova un’elisuperficie di metri 33 x 33 utilizzata per il servizio di elisoccorso. La struttura è attrezzata per avere operatività sia diurna che notturna. Nel complesso dell’ex ospedale San Giovanni di Dio è presente un’ulteriore elisuperficie.

Mobilità urbana:

I trasporti urbani nella città di Agrigento vengono svolti con autoservizi di linea gestiti da T.U.A.

(Trasporti Urbani Agrigento), che assicura un servizio di trasporto pubblico urbano con 12 linee.

Sono inoltre garantite 2 linee turistiche con bus scoperti, una delle quali consente di collegare il centro anche con il terminal del porto di Porto Empedocle e con il sito naturalistico di Scala dei Turchi, nella vicina Realmonte.

Occasionalmente, è garantito un servizio ferroviario, su un itinerario che consente di collegare la stazione di Agrigento Bassa - Agrigento Centrale - Vulcano (Valle dei Templi) - Porto Empedocle Centrale.

I collegamenti extraurbani sono garantiti da autoservizi di linea gestiti da operatori privati.

Figura 3-1 – Agrigento con indicazione confini territoriali - Fonte: http://www.comune.agrigento.sitr.it/geoportale

(36)

21

Figura 3-2 Ortofoto del territorio di Agrigento con indicazione dei confini territoriali – Fonte Google Earth.

3.2 Urbanizzazione

Sistema insediativo e infrastrutturale

Il Comune di Agrigento fa capo ad un territorio di elevatissimo pregio per gli aspetti storico- archeologici e culturali che, pur ponendolo in potenziale posizione di eccellenza nel contesto siciliano e mediterraneo, sconta invece forti ritardi e carenze sul versante infrastrutturale, rispetto alla organizzazione di servizi e imprese e complessivamente rispetto alla capacità di mettere in valore il complesso dei beni storici e naturalistici presenti nel territorio vasto.

L’organizzazione insediativa della città, stratificata nel tempo, si è progressivamente consolidata intorno ad una serie di nuclei ed aree spazialmente separate tra loro. Tale processo ha prodotto un assetto territoriale nell’apparenza disarticolato e frammentato, costituito dalla somma di interventi di diversa natura, spesso a carattere spontaneo e quasi mai pensati nel contesto generale del territorio (sia nel caso di interventi abusivi sia nel caso di interventi legittimi, pubblici o privati) con conseguenze precise sia sul piano quantitativo che su quello qualitativo: gli agglomerati urbani presentano infatti caratteristiche assai differenti per quanto riguarda pesi insediativi, consistenza edilizia, livello di consumo di suolo, tipologia e dotazione dei servizi, caratteristiche morfologiche e tipologiche.

Sinteticamente sono leggibili:

- l’area urbanizzata direttamente legata al centro storico - l’area centrale del PRG del 1978

- la fascia costiera da S. Leone verso sud

(37)

22 - la fascia intermedia collegata a villaggio Mosè

- insediamenti isolati (Montaperto e Giardina Gallotti) o correlati a centri esterni (verso Porto Empedocle e Favara soprattutto).

Come detto tali insediamenti si caratterizzano per differenti specializzazioni funzionali, condizioni di giacitura, tipologie urbanistiche, livelli di offerta di servizi.

Le diverse unità insediative sono connesse attraverso una rete viaria che ha caratteristiche promiscue (regionale, provinciale, locale) che si è sovrapposta parzialmente a quella storica e determina condizioni di accessibilità differenziate, interferenze, ecc.

La prevalente “spontaneità” del processo insediativo ha determinato:

- una molteplicità di nuove direttrici di sviluppo, prive ancora di un adeguato livello di organicità;

- una sensibile alterazione delle caratteristiche insediative originarie sia del territorio urbanizzato che di quello non urbanizzato;

- la perdita di centralità e di identità del centro antico e del contesto territoriale nel suo complesso.

Sulla estesa e ramificata rete viaria, diffusa intorno ad Agrigento e alla Valle dei Templi, si è quindi sviluppato un organismo che i tecnici che hanno redatto il PRG hanno definito “pluricefalo squilibrato” (cfr. Relazione illustrativa del nuovo Piano Regolatore Generale) in cui il Centro Storico, peraltro gravato dal traffico veicolare e dalla pressione insediativa delle zone di completamento, ha perso la storica centralità funzionale esercitata sul territorio fino alle fasi precedenti, mentre talune funzioni “redditizie” si sono allocate in ambiti più ricettivi, determinandone la crescita dell’intorno.

Altri agglomerati recenti sono viceversa rimasti privi di funzioni extraresidenziali qualificate ed emarginati rispetto ai principali centri di servizio.

Il tessuto urbanizzato è quindi formato dai diversi insediamenti cresciuti in modo squilibrato secondo le principali direttrici di sviluppo, lungo le quali si alternano agglomerati di tipo compatto (con tessuto consolidato ormai saturo, con prevalenza di tipologie edilizie di dimensione medio - grande) ad agglomerati di tipo diffuso a carattere estensivo (con tipologie edilizie prevalentemente isolate unifamiliari).

La principale direttrice di espansione trae origine dal legame organico, consolidatosi nel tempo, tra il triplice organismo che forma il Centro Urbano e il Quadrivio Spinasanta, dove si interseca un

“asse” di servizi pubblici in direzione est-ovest con un asse residenziale pubblico-privato che da Quadrivio Spinasanta, attraverso S. Giusippuzzo e Fontanelle arriva a S. Michele (correlandosi con l’area industriale consortile a Favara).

Altra direttrice importante è quella del complesso Villaseta - Monserrato che tende a saldarsi con l’edificato di Porto Empedocle formando una unica conurbazione; inoltre tra l’edificato di Villaseta e la costa si sono formate piccole e medie lottizzazioni spontanee in località Caos e Maddalusa,

(38)

23

mentre in direzione ortogonale alla SS.115 sudoccidentale, tra Villaseta e il fiume S. Anna si sta formando un’altra lottizzazione spontanea in località Colle Indelicato.

Particolare rilevanza, sia per le dimensioni sia per le ricadute sul territorio circostante sia per le funzioni insediate, assume l’asse terziario - direzionale di Villaggio Mosè che forma un sistema lineare quasi continuo, incentrato sulla SS n° 115 e relative fasce laterali, lungo la quale si sono insediate le attività commerciali, alberghiere e congressuali di maggiore consistenza; all’asse centrale si allaccia tutta una serie di trasversali di espansione che, attraverso Contrada Cannatello, e tende a saldarsi al nucleo di S. Leone, che costituisce a sua volta il terminale compatto di una direttrice formata anche da Villaggio Peruzzo e dalle lottizzazioni laterali.

Agli agglomerati di tipo compatto collocati lungo le direttrici principali si aggiunge un tessuto fortemente diffuso, totalmente privo di centralità, di riferimenti urbani e di collegamenti sufficienti, costituito da micro e macro lottizzazioni che si sviluppano in tutta l’area a sud-est del fiume S. Biagio da Poggio Muscello fino a C.da Cipolluzze (Zingarello).

Uno dei nodi irrisolti, ma per il quale sono previsti interventi inscritti a vario titolo nella programmazione regionale e nazionale di settore, è quello dell’accessibilità all’area agrigentina; una accessibilità che vede ancora tre fronti principali di intervento:

- uno alla scala globale e internazionale, con forti e positive implicazioni con la futura area di libero scambio del Mediterraneo, rispetto la quale Agrigento può porsi come base in collocazione strategica rispetto al bacino (il Sistema Portuale Meridionale previsto dal Piano dei Trasporti della Regione Siciliana comprende l’insieme dei porti collocati sulla costa meridionale dell’isola basato su Porto Empedocle);

- uno alla scala regionale, rispetto alla quale l’area può assumere il ruolo di avanzato fronte di ingresso/uscita dall’isola sul versante meridionale, rispetto al quale intervengono in previsione il completamento dell’anello autostradale regionale e i potenziamenti delle direttrici trasversali;

- infine, quello alla scala locale, ove la articolata orografia rende difficoltose (ovvero legate essenzialmente all’uso del mezzo privato) le relazioni tra centri, ambiti e quartieri o contrade dell’intorno agrigentino.

(39)

24

Figura 3-3 Sistema della viabilità nel quadro provinciale

La situazione delle infrastrutture di trasporto in provincia di Agrigento si presenta problematica:

Agrigento soffre in particolare le inefficienze e i deficit strutturali della rete di trasporto stradale, ferroviaria, la relativa marginalità delle infrastrutture portuali e la distanza dai principali scali aeroportuali siciliani.

Riguardo il vettore ferroviario Agrigento è stazione di testa, terminale di una rete ferroviaria che nel nodo di Aragona si divide in due direttrici: la linea “Aragona-Roccapalumba”, che confluisce nell’importante nodo di Fiumetorto (sulla Palermo-Messina); la linea “Aragona-Canicatti- Caltanissetta”, che si immette sulla Roccapalumba-Enna nel nodo di Xirbi (da cui prosegue per Catania). Si tratta di una rete ferroviaria elettrificata, a binario unico nelle tratte di convergenza su Agrigento, resa vieppiù marginale rispetto alle prevalenti direttrici dell’isola oltre che dal sempre maggiore squilibrio modale a favore del trasporto su gomma, anche dalla posizione terminale di Agrigento. Esisteva, inoltre, una tratta costiera a scartamento ridotto (a binario unico non elettrificato), oggi dismessa che, in prosecuzione della tratta “Agrigento Bassa-Porto Empedocle”, raggiungeva Castelvetrano attraverso Ribera.

Diversa è la situazione dell’accessibilità viaria: Agrigento è un nodo di intersezione fra tre direttrici stradali principali, la costiera SS. 115 “Gela – Agrigento - Castelvetrano” e la trasversale SS. 640

“Agrigento - Caltanissetta”, a scorrimento veloce, oggi collegata alla trasversale SS. 189 “Agrigento - Palermo”.

(40)

25

La mobilità comunale ed intercomunale agrigentina ha influito in misura non marginale sull’armatura insediativa e sullo sviluppo dei processi di urbanizzazione ed è di conseguenza affidata quasi esclusivamente alla rete stradale.

Per quanto riguarda, in particolare, la rete viaria comunale Agrigento è gravata da una duplice serie di problemi locali legati:

- alle interferenze con la viabilità intercomunale che si identifica con la viabilità principale comunale;

- all’attraversamento di significative zone edificate da parte di tratti di viabilità intercomunale (che in parte si sovrappone anche a quella di distribuzione locale).

La viabilità del comune di Agrigento è infatti il risultato dello sviluppo “forzato” della viabilità storica su cui si sono sovrapposti i nuovi tracciati descritti, senza peraltro dividerne razionalmente le funzioni. Il Centro Storico è tuttora attraversato dalla SS. 189 mentre le frazioni e i diversi agglomerati del sistema insediativo sono serviti in parte da tracciati storici, in parte da nuovi tracciati della viabilità generale e intercomunale. La struttura viaria che ne risulta, oltre a subire il peso del traffico di attraversamento e di distribuzione, risulta eccessivamente estesa e disarticolata; diversi nuclei e agglomerati sono serviti in modo insufficiente o improprio, in ciò favoriti dalla spontaneità dei processi di urbanizzazione e dallo scarso grado di attuazione del PRG vigente; notevole impatto, infine, sussiste fra la viabilità e le parti più sensibili del territorio (Parco e zone archeologiche).

Con riferimento alle infrastrutture portuali regionali, Porto Empedocle rappresenta la struttura portuale di supporto di Agrigento; essa, insieme con Marsala, Trapani, Siracusa, Milazzo, fa parte di un gruppo di strutture commercialmente meno utilizzate, in quanto collocate in aree con domanda di trasporto nautico assai più debole di quella di altre aree “forti” della Sicilia.

Il bacino d’utenza di Agrigento, per quanto riguarda passeggeri e merci, si limita al territorio provinciale e ad un limitato tratto della costa meridionale, dove forte è la concorrenza di Gela legata al polo petrolchimico.

(41)

26

Figura 3-4 Elementi significativi territoriali

Sistema rurale

Notevolissime sono le trasformazioni avvenute nel paesaggio agrario agrigentino negli ultimi 40 - 50 anni. Da un lato la città di Agrigento ha aumentato notevolmente il territorio urbanizzato espandendosi verso nord, in contrada Fontanelle; ad est è avvenuta, a partire dagli anni ’60, la grossa espansione residenziale di Villaseta e, soprattutto, nella piana tra la Valle dei Templi ed il mare c’è stata una edificazione significativa di edifici sparsi nella campagna, che si è quindi trasformata in un unico grande agglomerato urbano che va da San Leone a Villaggio Mosè, con la presenza residuale di coltivazioni tra i lotti edificati. Da rilevare una trasformazione di notevole interesse paesaggistico ed ambientale avvenuta a seguito dei rimboschimenti realizzati attorno alla città, con finalità di presidio idrogeologico, attorno agli anni ’70.

Elemento di forte evoluzione dell’utilizzazione del suolo, avvenuto presumibilmente negli ultimi anni, è l’intensivazione agronomica delle coltivazioni. Nei territori più vocati alle colture ortofrutticole (aree pianeggianti e vicine alle principali vie di comunicazione) si è avuta una riduzione

(42)

27

dei seminativi, caratterizzati soprattutto dalla coltivazione del frumento, con l’incremento dei nuovi impianti a coltura specializzata di vite ed ulivo, oltre alle coltivazioni di ortaggi in pieno campo, spesso in coltura protetta (tunnel).

Mentre nel resto del territorio comunale sono pressoché scomparse quelle forme di organizzazione territoriale che ricordano il paesaggio del Giardino mediterraneo e della Piantagione meridionale (Sereni, 1961), nell’area della Valle dei Templi, probabilmente protetto dai vincoli dovuti al Parco archeologico, si è mantenuto l’uliveto misto (con mandorli, fichi, carrubi, ecc.) che, insieme ai limitati agrumeti presenti nei pressi dei corsi d’acqua, costituisce un elemento di rilevantissima importanza, sia ambientale che storico-culturale.

Le aree di interesse naturalistico sono limitate pertanto a ristretti ambiti del territorio. Si tratta degli alvei dei fiumi e dei torrenti, dove questi risultano inaccessibili e quindi indisturbabili dalle attività antropiche, delle zone rupestri, delle colline e dei monti dell’interno dove si ritrova una vegetazione che conserva un discreto grado di naturalità.

Anche la costa presenta alcuni luoghi di interesse, ma la condizione prevalente è quella del degrado e della completa distruzione e frammentazione dei caratteri naturali presenti fino a 20 - 30 anni fa quale conseguenza dell’intensa attività edilizia spontanea che ha prodotto l’urbanizzazione di gran parte di essa.

In particolare, conservano aspetti interessanti le aree dei Monti Faggebba e Giafaglione, situati nella parte nord-occidentale del territorio comunale, perché, sebbene da lungo tempo sottoposte a pascolo, in alcuni valloni è possibile osservare esemplari sporadici di Genista aetnensis, Spartium junceum e Chamaerops humilis e le zone più inaccessibili sono colonizzate da lembi di macchia ad euforbia arborea. Tali relitti si ritrovano anche nell’area della Valle dei Templi, immersi nella matrice paesistica del “Bosco di mandorli ed ulivi” che risulta essere l’elemento di interesse maggiore, anche se di origine prettamente antropica.

Lungo la costa, oltre ai relitti di duna già citati precedentemente, risulta particolarmente interessante la zona della foce del fiume Naro, sia dal punto di vista vegetazionale (per la presenza di comunità alofile a prevalenza di Halimione portulacoides) sia da quello faunistico, dato che rappresenta l’unico ambito costiero del territorio comunale che possa offrire rifugio a specie ornitiche migratorie, molte delle quali sottoposte a pesanti prelievi venatori.

L’area di Punta Bianca, probabilmente la meno antropizzata di tutto il territorio costiero agrigentino, che ospitava un poligono di tiro militare per carri armati, risulta molto significativa sia come emergenza geomorfologica e paesaggistica, per la particolare conformazione assunta dalle rocce (trubi), sia per la presenza di formazioni vegetali naturali riconducibili alla macchia a palma nana.

In sintesi, le trasformazioni che hanno cambiato il volto del paesaggio agrario agrigentino si possono quindi così sintetizzare:

- elevatissima crescita urbana con riduzione delle superfici disponibili per l’agricoltura;

(43)

28

- riduzione dei lembi di paesaggio agrario tradizionale: uliveto misto ed agrumeto (paesaggio del Giardino mediterraneo che, dal secolo XVI, caratterizza con giardini e “starze di viti, di ulivi, di agrumi”, gli ambiti dei “territori suburbani e rivieraschi” della Sicilia e dell’Italia meridionale);

- notevole intensivazione delle coltivazioni nei suoli agricoli rimasti;

- ampia fascia di rimboschimenti (eucalipti) attorno alla città;

- interessante naturalizzazione di terreni marginali, anche se di superficie limitata.

Urbanizzazione comunale

La formazione della attuale città di Agrigento si fa risalire, in generale, al periodo di dominazione araba nell’Isola: i Berberi, infatti, nell’828 occuparono la collina di Girgenti. La presenza della cultura berbera è ancor oggi rilevabile in alcuni toponimi di quartieri, porte e vie e nella specifica conformazione dello spazio pubblico nella quale può riconoscersi un retaggio dell’urbanistica islamica.

Le strade del Centro Storico, infatti, piuttosto anguste, hanno un andamento dedalico, sono interrotte da vicoli ciechi e assumono spesso la forma di gradinate per superare le zone di massima pendenza. Questa particolare configurazione, che non è estranea a tanti centri storici siciliani (basti pensare al quartiere della Graziella ad Ortigia, a qualche frammento del tessuto urbano settecentesco di Catania, alle città di Marsala e Sciacca, al nucleo più antico di Pozzallo, ecc.) qui è resa particolarmente complicata dalla orografia che rende una parte consistente del sistema residenziale inaccessibile ai mezzi di trasporto contemporanei, anche i più leggeri.

Nel 1864 la città assume la definitiva configurazione del borgo antico arroccato sulla collina di Girgenti, compresa fra il Vallone Nave (Sella di Empedocle), l’Addolorata, il complesso del Duomo e l’attuale Via Empedocle, lungo la quale correvano le mura medioevali le cui ultime tracce furono demolite negli anni ’30 durante i lavori di costruzione della Stazione ferroviaria.

Per quanto riguarda il centro storico il Piano Regolatore si è posto il problema di determinare le condizioni ottimali per il recupero urbanistico dell’intero sistema (edifici storici, attrezzature pubbliche, viabilità e residenza) recependo il Piano Particolareggiato, i cui quattro assi di intervento riguardano:

- la restituzione al Centro storico della sua dimensione di cuore pulsante della vita urbana, oggi disgregata in tanti quartieri periferici, ricreando il punto di riferimento principale della comunità cittadina, assicurando il potenziamento e l’integrazione di tutti quei servizi che ne consentono l’accessibilità e la fruizione.

- la valorizzazione del Centro storico quale polo di attrazione culturale, attraverso un complesso di attività capaci di attrarre visitatori es. Sono state ritenute necessarie due operazioni distinte:

la realizzazione di interventi generalizzati di riqualificazione funzionale e formale del tessuto edilizio; la formazione di un sistema di attrezzature culturali legate alla tradizione e al territorio agrigentino.

(44)

29

- la riqualificazione della residenzialità anche dotandola delle attrezzature atte a soddisfare il fabbisogno dei residenti per contrastare il sostanziale abbandono in cui versa il tessuto edilizio abitativo di molte aree del centro storico.

- la regolamentazione della progettualità ai fini della salvaguardia, della tutela e del recupero dei beni culturali, architettonici ed ambientali esistenti.

Al contempo i principali problemi evidenziati negli studi per la redazione del nuovo PRG afferenti il centro storico ed i tessuti consolidati erano costituiti da:

- Concentrazione delle maggiori funzioni di livello primario;

- Accessibilità da nord e da sud inadeguata rispetto al livello di servizio offerto dalla rete viaria storica;

- Inadeguata offerta di parcheggi;

- Impermeabilizzazione dei suoli molto elevata con conseguente scarsa qualità dell’ambiente urbano;

- Insufficienza di aree verdi, assenza di connessione con il bosco di mandorli e ulivi (nella Valle dei Templi);

- Incompatibilità dei flussi veicolari con il tessuto del centro storico;

- Inadeguatezza delle condizioni di margine nell’area di contatto con il Parco Archeologico;

- Inadeguata accessibilità ai poli principali del sistema monumentale (Rupe Atenea, Tempio di Demetra, Porta Seconda, ecc.);

- Frattura del tessuto determinata dall’area ferroviaria;

- Incompatibilità dell’innesto del viadotto Akragas con il tessuto abitativo.

Le soluzioni proposte riguardavano:

- la complessiva ristrutturazione viaria di accesso e di attraversamento;

- l’adeguamento del sistema di sosta ai margini;

- la definizione di un sistema del verde urbano, con elementi di connessione diretta al bosco di mandorli e alla valle dei templi;

- la definizione di soluzioni specifiche per i nodi urbani complessi (nodi di accesso, aree di sosta, parcheggi di scambio, verde urbano di riqualificazione);

- la definizione/adeguamento tecnico delle zone B.

La localizzazione dei servizi nel territorio agrigentino ricalca il modello insediativo, seppur con un tentativo di diversificazione dato dalla operazione in atto di decentramento di alcune funzioni pubbliche sull’asse nord-sud della città lungo la SS.189. Manca tuttora un modello organico complessivo che tenga conto della sempre maggiore necessità di integrare i servizi con punti di sosta, aree verdi, reti ciclopedonali e spazi pubblici qualificati, ecc. che ne garantiscano una fruizione qualitativa (nello spazio e nel tempo).

(45)

30

La forma urbana di Agrigento ha contribuito in buona parte al rafforzamento della condizione di perifericità di alcuni quartieri di edilizia residenziale. Le situazioni più problematiche interessano la direttrice nord verso la zona produttiva ASI. Segnatamente si evidenziano:

- il quartiere di edilizia economico popolare Fontanelle, costituito quasi esclusivamente da edilizia pubblica;

- il quartiere residenziale misto di San Giusippuzzo (compreso fra Casa Pitarrisi - Mass.

Salamone), caratterizzato da un tessuto spontaneo a funzioni miste (artigianato e residenza).

Tutti gli insediamenti del settore a nord del centro storico sono oggetto da parte del PRG adottato di previsioni di ristrutturazione e riqualificazione urbanistica al fine di creare un miglioramento sostanziale della loro qualità insediativa; in particolare per quanto riguarda Fontanelle e S.

Giusippuzzo, il piano affronta, soprattutto, il problema della mancanza dei servizi e il disordine esistente nel sistema insediativo.

P.R.G.

Con deliberazione del Consiglio comunale n. 18 del 1° febbraio 2012 veniva effettuata la presa d’atto del Piano regolatore generale, delle norme di attuazione e del Regolamento edilizio comunale, con le modifiche e le correzioni apportate dall’Assessorato regionale al territorio ed ambiente con i decreti di approvazione del Dirigente generale n. 1106/2009, n. 459/2000, n. 760/2010 e n 538/2011.

Il mutato scenario sociale ed economico e le raggiunte consapevolezze in materia di clima e ambiente, unite al mancato avveramento delle precedenti previsioni di incremento demografico e di sviluppo, richiedono una prospettiva di futuro in parte diversa da quella intrapresa, che sappia interpretare una diversificazione e integrazione delle attività economico produttive secondo forme e modalità sostenibili e capaci di adattarsi ai cambiamenti di scenario oramai sempre più veloci e frequenti.

Il Piano Regolatore Generale, in tale quadro, rappresenta lo strumento imprescindibile per creare le condizioni spaziali e funzionali utili per affrontare questa sfida.

Gli obiettivi di Piano possono essere riassunti come di seguito:

1. Ridefinire le scelte urbanistiche territoriali finalizzandole alla valorizzazione della vocazione turistica del territorio nella prospettiva della sostenibilità economica ed ambientale quale presupposto di ogni politica di sviluppo;

2. Valorizzare e tutelare il patrimonio artistico, culturale, paesaggistico, archeologico ed architettonico della Città nella sua interezza, mettendo in atto, tra Città in senso stretto e Valle dei Templi sinergie tra i due strumenti regolamentari principali, P.r.g. e Piano di gestione del Parco, che oggi sembrano agire su livelli di competenza diversi in uno a politiche e strategie di sviluppo condivise con l’Ente Parco;

Riferimenti

Documenti correlati

In questa direzione il percorso del Forum di Agenda 21, oltre a raccogliere proposte per migliorare e integrare la bozza del Piano, ha consentito di avviare concreti percorsi

↘ per il settore residenziale, invece, gli incrementi emissivi sono stati stimati a partire dalle emissioni procapite comunali per il vettore elettrico al

Figura 30 - Evoluzione dei sistemi di generazione e distribuzione dell'energia elettrica, del calore (del freddo) con micro-co(tri)-generazione distribuita che vada a sostituire

Il progetto per l’ adeguamento dell’impianto di pubblica illuminazione prevede, come punto caratterizzante, una serie di azioni volte al risparmio energetico, che viene

La terza ed ultima parte del presente documento fornirà una panoramica dei principali strumenti attraverso i quali è possibile la realizzazione effettiva degli investimenti

Così come consentito dalle linee guida del Patto dei Sindaci, si è optato, per tutti i Comuni dell’Unione, di programmare e realizzare le azioni finalizzate alla riduzione dei

Grazie alla collaborazione dell’Ufficio Tecnico Comunale è stato possibile individuare i punti di approvvigionamento di energia (elettricità, linea gas) e sono stati

•terreno in fase di preparazione della semina primaverile anticipata o autunnale posticipata. Dei 90 giorni di divieto di cui alla lettera a) di questo comma, 32