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La Pasqua sulla strada per Emmaus

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Academic year: 2022

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Aprile | Maggio 2021 No. 375

Missione Cattolica Italiana

Missione Cattolica Italiana Portuguesa Portuguesa Española Española

La Pasqua sulla strada per Emmaus

Carissimi lettori della Voce, riflettendo sulla Pasqua ormai imminen- te desidero proporvi alcune suggestioni a partire dal racconto dei due discepoli diretti a Emmaus secondo il Vangelo di Luca. In quel mattino di trambusto, mentre Pietro e le donne scoprono il sepolcro vuoto con i teli abbandonati, accade che due discepoli camminano diretti da Gerusalemme verso Emmaus. Sono stati giorni difficili per loro, avevano lasciato ogni cosa per seguire Gesù, e fino all’ultimo momento avevano creduto alle sue promesse, ma si erano illusi, e adesso il loro cuore è arido e triste. Mentre camminano si avvicina loro un forestiero che non conoscono, quell’uomo è un osservatore attento, e capisce che qualcosa non va, fa loro domande, li interro- ga sull’origine del loro malessere, e i due discepoli gli raccontano della loro delusione.

I tre camminano fino a sera, conversano sul significato di quei giorni, e il forestiero spiega loro tutte le scritture in riferimento a Cristo, mentre i discepoli ascoltano affascinati le sue parole.

Poi si fa sera, arriva il tramonto, e i due discepoli chiedono al forestiero di rimanere con loro a cena. Una volta seduti a tavola il forestiero spezza il pane insieme a loro, ed è in quel preciso momento che i due discepoli lo riconoscono, ma a quel punto, nel culmine del momento più significativo della storia, Gesù scompare, li abbandona, lasciandoli in mano un pezzo di pane.

I due discepoli allora si guardano commossi, e si rivolgono l’un l’altro queste parole: “Non ci ardeva forse il cuore mentre lo ascoltavamo parlare?”.

Questo racconto con cui si conclude il Vangelo di Luca, indica una strada precisa, che dà il via a tutta la successiva storia della cristianità, perché tutte le strade sono la strada per Em- maus. Cristo cammina ogni giorno insieme a noi ma non si rivela mai, lascia a noi la libertà di riconoscerlo e di seguirlo. Ma è in quell’ardere del cuore che rivela la sua presenza in mezzo a noi, e indica che tutto quello in cui abbiamo sperato è vero, che in tutte le nostre tristezze, in tutti i momenti di smarrimento, noi non siamo mai soli.

La storia dei discepoli sulla via di Emmaus è la storia dell’uomo. È una storia di libertà, in cui Dio si rivela a noi lungo la strada dell’umanità, perché lui è proprio come un amico che cam- mina con noi, ci affianca, ascolta le nostre confessioni, e non pretende niente in cambio, ma ci fa una semplice domanda: “Perché sei triste?”. Il suo amore è disinteressato e libero, ma il suo sguardo è affascinante, ci apre la mente alla fede, fa ardere il nostro cuore e rasserena la nostra inquietudine.

La Risurrezione festeggiata nella Pasqua non è tanto una lezione di Dottrina o un concetto difficile, ma ha più la sembianza di un incontro o una camminata sul far della sera tra amici, in cui si sente il cuore ardere di commozione e di gioia!

P. Paolo

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Ss. Messe e avvisi mese di Aprile 2021

Giovedi Santo 01/04/2021

Celebrazione della Cena del Signore ore 20.00 Mollis

Venerdì Santo - 02/04/2021 ore 15.00 Mollis

Liturgia della Passione e Morte del Signore

ore 20.00 Via Crucis nella chiesa di Glarus

Sabato Santo - 03/04/2021 Solenne Veglia Pasquale ore 21.00 Mollis (it/pt/es) I Domenica – 04/04/2021 ore 09.00 Luchsingen (d/it) ore 11.00 Niederurnen

ore 18.30 Glarus Pasqua di Risurrezione Con il canto dell’Alleluia accogliamo

la gioia che Cristo Risorto ci dona.

II Domenica - 11/04/2021 ore 09.00 Bilten (pt/es) ore 18.30 Glarus

III Venerdì – 16/04/2021

ore 19.00 Linthal (d/it) - sospesa III Domenica - 18/04/2021 ore 11.00 Oberurnen

ore 18.30 Glarus

IV Sabato - 24/04/2021 ore 19.00 Näfels

IV Domenica - 25/04/2021

ore 09.30 Engi (Liturgia della Parola) ore 11.00 Glarus (pt)

ore 17.00 Schwanden ore 18.30 Glarus

Il Signore è risorto Egli ha vinto la morte.

Alleluja!

Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi,

anche voi dovete lavarvi

i piedi gli uni gli altri”.

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Numeri importanti

Missione Cattolica Italiana Portuguesa Española, Glarus Zaunstrasse 8, 8750 Glarus Fax 055 640 40 89

glarus@missioni.ch · Tel. 055 640 39 10

Orari di segreteria:

martedì 08.00 – 12.00 mercoledì 08.00 – 12.00 giovedi 08.00 – 12.00 Suore, Idaheim Näfels 055 612 28 00

Ss. Messe e avvisi mese di Maggio 2021

I Domenica – Landsgemeinde - 02/05/2021 ore 09.00 Luchsingen (d/it)

ore 11.00 Niederurnen

ore 18.00 Glarus – Recita del S. Rosario ore 18.30 Glarus

II Domenica – 09/05/2021 ore 09.00 Bilten

ore 18.00 Glarus – Recita del S. Rosario ore 18.30 Glarus

III Domenica – 16/05/2021

Festa de Nossa Senhora de Fatima ore 11.00 Glarus S. Messa

III Venerdì – 21/05/2021 ore 19.00 Linthal (d/it) IV Sabato - 22/05/2021 ore 19.00 Näfels

IV Domenica – 23/05/2021 Sollenità della Pentecoste

ore 09.30 Engi (Liturgia della Parola) ore 11.00 Glarus (pt)

ore 17.00 Schwanden ore 18.30 Glarus

V Domenica – 30/05/2021

ore 18.00 Glarus – Recita del S. Rosario ore 18.30 Glarus

Mese di giugno

Domenica 13 – Festa degli Anniversari di Matrimonio.

Alle ore 18.30 nella Parrocchia di Glarus celebrazione della Santa Messa di ringra- ziamento, benedizione e consegna delle pergamene ricordo. Per motivi organizza- tivi i partecipanti comunichino i loro nomi alla Missione Cattolica entro il 30 maggio 2021.

O Vergine Santa, Madre di Gesù e Madre nostra, che sei apparsa a Fatima

ai tre pastorelli per recare al mondo un messaggio di pace e di salvezza, abbi pietä di

noi peccatori. Porta tutte le nostre preghiere dinnanzi a tuo Figlio affinché

le accolga e le esaudisca.

– Cuore Immacolato di Maria,

prega per noi.

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La Diocesi di Coira ha un nuovo Vescovo

Dopo due anni e nove mesi dalle dimissioni di Vitus Huonder per ragioni di età, la Diocesi di Coira ha un nuovo Vescovo: Papa Francesco ha nominato a ricoprire questa carica Joseph Bon- nemain, 72 anni.

Bonnemain è stato per anni il principale Giudice al Tribunale Ecclesiastico della Diocesi di Coira.

Era già stato inserito dal Papa nella lista delle tre persone tra le quali il Capitolo della Cattedrale avrebbe dovuto eleggere il nuovo vescovo lo scorso novembre.

Joseph Bonnemain è nato il 26 luglio 1948 a Barcellona da madre catalana e padre originario di Les Pommerats (JU). In Spagna ha effettuato tutte le scuole fino alla maturità. In seguito ha studiato medicina all’Università di Zurigo, poi te- ologia a Roma.

Lo scorso novembre, i 22 Canonici della Diocesi di Coira si sono riuniti per eleggere il nuovo ve- scovo, ma senza successo. La lista di tre nomi proposta dal Papa non è stata accettata. Il Papa doveva quindi proporre una nuova lista o nomi- nare lui stesso il nuovo Vescovo.

Vitus Huonder ha lasciato la funzione di Vescovo nel maggio 2019 dopo 12 anni di mandato. Una soluzione transitoria è stata trovata in attesa di nominare il nuovo Vescovo: Papa Francesco ha nominato Peter Bürcher dell’Alto Vallese come Vescovo di Coira Ad Interim. Quest’ultimo pen- sava che il suo mandato sarebbe durato solo po- chi mesi. Alla fine, è rimasto in carica per quasi due anni.

La Diocesi di Coira è una delle sei Diocesi della Chiesa Cattolica in Svizzera. Copre i cantoni dei Grigioni, Svitto, Uri, Glarona, Obvaldo, Nidvaldo e Zurigo.

Preghiera.

O Dio grande e misericordioso, Ti be- nediciamo per la Santa Chiesa, Popolo adunato dal Padre, dal Figlio e dallo Spi- rito Santo sotto la guida dei Pastori. Tu effondi lo Spirito su coloro che chiami e scegli a guidare il tuo popolo perché sia- no segno e strumento di salvezza per tutti gli uomini. Effondi la tua benedizione sul Vescovo Giuseppe Maria: sappia leggere con gli occhi della fede e del cuore le at- tese e i bisogni dei figli di questa terra per condurli a diventare offerta a Te gradita.

Donagli un cuore grande perché possa discernere i segni dei tempi ed accogliere le istanze dei poveri, dei sofferenti e degli ultimi; fa’ che tutti, convocati come san- ta Assemblea del tuo popolo, nutriti dal pane della Parola, dell’ Eucarestia e della Carità, formiamo un solo corpo al servi- zio del Vangelo per la missione apostoli- ca della Chiesa nel mondo. A Te, Padre, la gloria, la potenza e l’onore, per Cristo, con lo Spirito Santo, nella santa Chiesa, ora e nei secoli dei secoli. AMEN

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Il profeta Ezechiele racconta ciò che gli è stato rivelato da Dio in una visione. Egli guarda il po- polo schiavo dei Babilonesi dopo la catastrofe per la caduta di Gerusalemme e constata morte e desolazione: la valle è piena di ossa di morti che tolgono ogni speranza. Ma Dio gli fa vedere che su quelle ossa soffia il suo Spirito, Spirito creatore, Spirito che dà vita: c’è una resurre- zione del popolo di Dio, una liberazione ormai prossima. Così gli dice il Signore: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vo- stre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nella terra d’Israele. Riconoscerete che io sono il Si- gnore, quando aprirò le vostre tombe e vi farò uscire dai vostri sepolcri… Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete; Saprete che io sono il Si- gnore. L’ho detto e lo farò» (Ezequiele 37, 12-14)

Lazzaro muore e ritorna in vita

L'evangelista Giovanni, riferisce che, mentre Gesù si trovava fuori dalla Giudea, gli era sta- to recapitato un messaggio di Marta e Maria, sorelle di Lazzaro, le quali lo informavano che il fratello era molto ammalato. Gesù non era par- tito subito per Betania, villaggio a due miglia cir- ca da Gerusalemme dove Lazzaro abitava con la famiglia, e si era trattenuto ancora là dove si trovava. Trascorsi due giorni, preannunciò ai suoi discepoli che Lazzaro era morto e che egli lo avrebbe risvegliato, e si mise in viaggio.

Giunse così a Betania quando Lazzaro era or- mai morto da quattro giorni. Gesù incontrò per prima Marta, che gli andò incontro fuori dal villaggio e gli manifestò tutto il suo dolore per l’opportunità mancata di guarire Lazzaro e ciò provocò in Gesù la commozione ed il pianto sincero per la perdita dell’amico scomparso. In un breve dialogo, Gesù le annunciò che Lazza- ro sarebbe risorto e aggiunse: “Io sono la re- surrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno.“ (Giovanni 11,25-26.)

Marta andò quindi a chiamare Maria, che si get- tò ai piedi di Gesù e pianse. Gesù si recò al se-

polcro e ordinò di togliere la pietra che chiudeva l'ingresso della tomba. Tolta la pietra, ringraziò Dio ad alta voce in modo che tutti i presenti lo sentissero, quindi gridò: “Lazzaro, vieni fuori!”

Lazzaro uscì dal sepolcro, ancora avvolto nelle bende funebri. Gesù ordinò di liberarlo dai le- gacci e di lasciarlo andare.

“Lazzaro, vieni fuori!” è l’ordine impartito da Gesù a gran voce; è il grido del trionfo della vita sulla morte; è l’urlo di vittoria; è la sfida vinta da Gesù sull’inimicizia dei giudei presenti che tra- mavano la sua morte; è la sconfitta eterna della morte, immagine del peccato, in favore della re- surrezione, certezza e simbolo di salvezza.

Con Gesù risorgerà chi crede in Lui

Gesù, con la sua parola efficace che compie ciò che dice, aveva annunciato: “Verrà l’ora in cui coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio di Dio e ne usciranno” (cf. Gv 5,28- 29). Ecco una anticipazione: Lazzaro, morto e sepolto, esce dalla tomba ancora avvolto dalle bende e con la sua resurrezione profetizza la re- surrezione di Gesù.

La resurrezione di Lazzaro, “colui che Gesù ama”, manifesta la ragione profonda per cui il Padre richiamerà Gesù dai morti alla vita eter- na: nel duello tra vita e morte, tra amore e mor- te, vince la vita, vince l’amore vissuto da Gesù.

Gesù è la vita, è l’amore che strappa alla morte chi crede in lui. Se Gesù ama e ha come amico chi crede in lui, non permetterà a nessuno, nep- pure alla morte, di rapirlo dalla sua mano!

L’amore, l’amicizia di Gesù, dunque, vince la morte. Questa pagina ci rivela che non siamo soli e che anche nella morte egli sarà accanto a noi per abbracciarci nell’ora in cui varcheremo quella soglia oscura e ci richiamerà definitiva- mente alla vita con il suo amore. Ecco il dono estremo fatto da Gesù a quanti credono in lui e si lasciano coinvolgere dalla sua vita: la morte non ha l’ultima parola, e chiunque aderisce a lui, lo ama e si lascia da lui amare, non morirà in eterno!

La Resurrezione promessa

CONOSCIAMO LA BIBBIA

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Breve catechesi sul peccato.

Riconoscersi peccatori

Chiamati a camminare secondo lo Spirito, seguendo Cristo, per andare al Padre, dobbiamo uscire e allontanarci sempre più dalla schiavitù del peccato e progre- dire nella libertà dei figli di Dio. Innanzi- tutto dobbiamo riconoscerci peccatori.

«Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se riconosciamo i nostri peccati, egli che è fedele e giusto ci perdonerà i pec- cati e ci purificherà da ogni colpa» (1Gv 1,8-9). Siamo tutti peccatori, di fatto o potenzialmente. Riconoscersi peccatori è già un dono di Dio, un atto possibile solo alla luce della fede.

Tra la nostra gente il senso della colpa morale è ancora assai diffuso; ma riguarda solo alcuni peccati, come la vio- lenza, la calunnia, la bestemmia. La men- talità razionalista e secolarizzata tende a ridurre molti disordini morali a devia-

zioni dalle convenzioni sociali, a errori da guardare con indulgenza, a debolezze da comprendere. Irride volentieri a quelli che considera tabù ereditati dal passato.

Esalta la trasgressione come afferma- zione di libertà.

Elenco dei peccati

La fede ci fa riconoscere molte forme di peccato che sfigurano l’uomo, immagine di Dio. Nella Bibbia troviamo vari elenchi di peccati, piuttosto dettagliati.

A voler raccogliere in un quadro le princi- pali indicazioni, si ottiene una lista impres- sionante, peraltro ancora esemplificativa e non esaustiva: incredulità, idolatria, stregoneria, bestemmia, spergiuro, apo- stasia, oltraggio ai genitori, infanticidio, omicidio, odio, dissolutezza, orgia, forni- cazione, adulterio, furto, avarizia, traffico di persone, tradimento, inganno, calun- nia, turpiloquio, cuore spietato, orgoglio insensato. Questi peccati sono consi- derati gravi, incompatibili con la vita di

Peccato e conversione

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comunione con Dio.

Purtroppo il triste elenco si allunga con altre esperienze negative della nostra epoca: genocidio, terrorismo, traffico delle armi, aborto, eutanasia, tortura, carcera- zione arbitraria, deportazione, razzismo, sfruttamento dei paesi poveri, condizioni indegne di vita e di lavoro, violenza sui minori, mercato delle donne, commercio pornografico, traffico di droga, corruzione politica e amministrativa, speculazione finanziaria, evasione fiscale, speculazione edilizia, inquinamento ambientale...

Il peccato mortale

La fede ci rivela la malizia profonda del peccato. Esso è infedeltà all’alleanza, rifiuto dell’amore di Dio, ingratitudine, idolatria. Gli uomini non accolgono la propria esistenza come un dono, non ren- dono grazie al loro Creatore e Padre. A Dio preferiscono un valore parziale asso- lutizzato, una qualche figura del potere, dell’avere, del sapere, del piacere. Fanno a meno di lui, come fossero autosuffi- cienti. E dire che ogni energia viene da lui, anche quella che occorre per ribellarsi!

«Hanno abbandonato me, sorgente di acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne

screpolate, che non tengono l’acqua»

(Ger 2,13). Il danno ricade sui peccatori:

«Forse costoro offendono me - oracolo del Signore - o non piuttosto se stessi?»

(Ger 7,19). Perdendo la comunione con Dio, l’uomo si mette in contraddizione con la propria tendenza originaria al bene, subisce la ribellione delle passioni e l’o- scuramento della coscienza, deforma il modo di rapportarsi agli altri e alle cose, produce conflittualità sociale e strutture di peccato, che a loro volta opprimono le persone e ostacolano il loro sviluppo. Se lo stato di separazione da Dio non viene ritrattato con la conversione, conduce alla perdizione eterna. Devastando l’uomo, il peccato ferisce anche Dio: «Dio viene offeso da noi in quanto operiamo contro il nostro proprio bene» Intangibile nella sua infinita perfezione, si è reso vulnerabile legandosi a noi con l’alleanza, con amore appassionato. Il peccato è contro di lui, perché è contro l’uomo.

Per una così grave malizia si caratterizza il peccato “mortale”, che distrugge la vita di comunione con Dio: un atto di ribellione alla volontà di Dio, in qualche suo con- tenuto importante, con piena avvertenza e deliberato consenso. Esso produce o conferma uno stato di peccato, cioè un atteggiamento fondamentale di chiusura nei confronti di Dio.

Il peccato veniale

Essenzialmente diverso è il peccato

“veniale”, che non comporta un rifiuto di Dio, ma solo un’incoerenza nel cammino verso di lui. È un atto di disobbedienza alla sua volontà in qualche contenuto di minore importanza, o in qualche conte- nuto importante ma senza piena avver- tenza e deliberato consenso. Sebbene non paragonabile al precedente, pos- siede una sua triste serietà: sciupa energie preziose, ostacola la crescita personale e

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il progresso sociale, mette in pericolo di cadere nel peccato mortale.

Conversione fondamentale

Mentre smaschera il peccato, la fede ci fa conoscere la misericordia di Dio;

mentre abbatte l’orgoglio e la presun- zione, ci solleva dallo scoraggiamento e dalla disperazione. Dio ama i peccatori, prima ancora che si convertano. Li va a cercare, come il pastore cerca la pecora smarrita. Li converte e li rende giusti. Da soli non riuscirebbero mai a liberarsi dal peccato, prigionieri di un egoismo tenace e di una logica tutta terrestre, immersi in un contesto sociale corrotto, non potreb- bero mai rovesciare il proprio centro di interesse e i propri criteri di valutazione;

morti alla vita di comunione con Dio, non potrebbero mai risuscitare se stessi. Ma lo Spirito Santo li raggiunge con la sua forza e li guida sulla via del ritorno: coo- perando con la sua grazia, essi prendono coscienza dei loro peccati, ne provano rimorso, si aprono alla fiducia, al deside- rio di riconciliarsi con Dio.

Finalmente viene il momento in cui rinne- gano il peccato, assumono un progetto di vita conforme al vangelo ed entrano in un atteggiamento filiale verso Dio e fra- terno verso il prossimo. È la conversione fondamentale, la giustificazione. Per i cri- stiani avviene solo in connessione con il Sacramento della Riconciliazione: o nella celebrazione di esso o prima della cele- brazione mediante il dolore perfetto, che include il proposito di confessarsi al più presto. Come Pietro, «anche tu, se vuoi meritare il perdono, cancella le tue colpe con le lacrime: in quel momento Cristo ti guarda. Se incappi in qualche colpa, egli, testimone presente di tutta la tua vita segreta, ti guarda per ricordarti l’errore e spingerti a confessarlo»

La luce della fede ci fa riconoscere la gra-

vità del peccato, che è rifiuto dell’amore di Dio e rovina dell’uomo; nello stesso tempo ci manifesta la misericordia di Dio, che rende possibile la nostra conversione e santificazione.

La nostra assistente legale MLaw (laureata in giurisprudenza)

MLaw Laura Marty

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UN RACCONTO PER RIFLETTERE

Passata la grande porta sulle mura di Roma, i due percorsero solo due stadi della via consolare Ardeatina quando ini- ziarono a vedere i legni usati per le cro- cefissioni. “Ma qui ci sono solo i legni,”

osservò uno dei due. “Aspetta e vedrai”.

Camminarono ancora per poco, quando giunsero ai loro orecchi rantoli e lamenti di dolore, poi videro le croci con i corpi che pendevano. I due si soffermarono ad osservare un condannato, impressio- nati dal fatto che non riusciva a respirare.

Aveva la bocca aperta e cercava dispera- tamente l’aria. Corpo e braccia erano tutto un fremito; era bagnato di sudore, con le gambe cercava di aiutarsi a sostenere il peso del suo corpo, ma i piedi inchiodati gli davano pochissima possibilità di movi- mento. Il sangue e il sudore scendevano a rivoli fino ai suoi piedi.

Tolsero lo sguardo da quell’uomo per pudore e andare oltre, quando dietro di loro apparvero due soldati pretoriani.

“Cosa fate voi due a quest’ora della sera fuori delle mura?” chiese il più anziano. Il pretoriano capo riconobbe Acacius, suo vicino di casa. “Cosa ci fai qui? Non è più interessante passeggiare giù in città che stare a guardare gente in croce?”. “É stata la curiosità del mio amico Gaius che mi ha portato qui”.

In quel momento, dietro di loro si alzò un urlo di dolore disperato. I quattro si gira- rono verso l’uomo crocefisso. Il pretoriano fece allora un cenno verso il suo subal- terno, un tipo alto e robusto, sicuramente un Gallo. Portava un bastone nodoso ed una frusta sulle cui strisce di cuoi erano applicate taglienti schegge d’ossa di pecora. Catianus si rivolse all’aiutante:

“Non farlo soffrire oltre”. Quello si avvicinò al condannato e con il bastone gli colpi con forza le gambe. Si sentirono le ossa frantumarsi come legno secco, mentre l’uomo urlò talmente forte da lacerare l’a- ria ed il suo capo si piegò esanime. Gaius si era coperto le orecchie con le mani cer- cando di non sentire. Il centurione volle tranquillizzare i due: “Adesso è sicura- mente morto. “Sapete, lo faccio per non

far soffrire troppo questi disperati. La cro- cefissione è la peggior morte che ci sia”, commentò.

Il giovane Gaius, osservando il morto, chiese: “Ma il peso del corpo, attaccato a soli due chiodi, non dovrebbe strappare la carne delle mani?” “Sono due lustri che faccio questo mestiere”, rispose il preto- riano. “Altri hanno sistemi diversi, ma da quando li crocifiggo io non si è mai veri- ficato. Il chiodo deve schiacciare bene le mani sul legno”. Gaius volle ancora sapere:

“Impiegano molto tempo a morire?” “La loro morte dipende molto dalla flagella- zione che va fatta prima della crocifis- sione. Se con la flagellazione perde molto sangue, allora lo schiavo non vive a lungo.

Con il poco sangue che gli rimane le forze sono limitate. Però la legge prescrive che il condannato deve morire tra spasimi e dolori. Avrai notato che con le gambe ten- tano di sorreggersi. Gli sforzi che fanno li sfiniscono, ma cercano di sostenere il torace, perché il peso del corpo opprime il petto e la respirazione è faticosa, quasi nulla, e se viene a mancare l’aria il cervello si annebbia ed è la fine. Per chi ancora resiste, c’è poi il freddo e ci sono gli ani- mali qui intorno che, sentendo l’odore del sangue, vengono a sbranarli, ma i più muoiono per la perdita del sangue …

Anno 46 a.c.: la crocifissione

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PÁGINA PORTUGUESA

Jesus vive!

Ressuscitou!

Feliz Páscoa!

Aconteceu...

A epidemia do Covid 19 continua escravizando o mundo inteiro e cada um de nós, gerando medo, do- enças, lutos, sofrimentos, pobreza de todo tipo.

São muitas as iniciativas

promovidas pela Igreja Católica a favor das pessoas atingida direta ou indire- tamente: doações de recursos, vale refeição, disponibilização de estruturas, con- fecção de máscaras a ser doadas ...

E nós? Todos desejamos sair dessa situação que nos afasta uns dos outros... Vamos respeitar as normas para evitar contágios, mesmo quando isso requer algumas rinuncias, algus sacrificios, preservando nós mesmos e os outros. Vamos também unir nossas súplicas ao Deus misericordioso. Ele è o Deus da vida. Ele é bem mais poderoso do virus! Ele pode nos libertar!

Papa Francisco, de 5 a 8 de março foi no Iraq, na terra do nosso Pai Abraão, ve- nerado pelos Ebreus, pelos Cristãos e também pelos Musulmanos. Os chefes civis e religiosos e o povo das diferentes confissões do País o acolheram com grande respeito e carinho.

Ele foi como peregrino de Deus, mensageiro de paz, de diálogo, de reconciliação

naquela terra marcada por guerras destruidoras, por conflittos internos e atenta-

dos violentos em nome de Deus.

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Páscoa a caminho de Emaús

Caros leitores da “Voz da Linth”, refletindo sobre a Páscoa iminente, gostaria de ofere- cer algumas sugestões a partir da história dos dois discípulos que vão a Emaús, segun- do o Evangelho de Lucas. Naquela manhã movimentada, enquanto Pedro e as mulhe- res descobrem o túmulo vazio com os panos abandonados, acontece que dois discípulos caminham de Jerusalém para Emaús. Foram dias difíceis para eles que timham deixado tudo para seguir Jesus e até o último momen- to tinham acreditado em suas promessas, mas estavam desiludidos e agora seus corações estão secos e tristes.

Durante o caminho um estranho que eles não conhecem se aproxima deles. Aquele homem é um observador atento e percebe que algo os perturba. Ele faz perguntas, os questiona sobre a origem de seu desconforto, e os dois discípulos lhe falam sobre sua decepção. Os três caminham até à noite, conversando sobre o significado daqueles dias, e o estranho ex- plica todas as escrituras referentes a Cristo, enquanto os discípulos ouvem suas palavras fascínados. Então chega o pôr do sol, é noite e os dois discípulos pedem ao estranho para ficar com eles no jantar. Uma vez sentados à mesa, o estranho parte o pão com eles e é nesse exato momento que os dois discípulos o reconhecem, mas naquele momento, no auge mais significativo da história, Jesus desapa- rece, os abandona, deixando um pedaço de pão em suas mãos.

Os dois discípulos então se entreolham co- movidos e se dirigem a Jerusalem com estas palavras: "Não arderam nossos corações ao ouvi-lo falar?".

Este relato com que se conclui o Evangelho de Lucas indica um caminho preciso, que ini- cia toda a história posterior do cristianismo, porque todos os caminhos são o caminho para Emaús. Cristo caminha conosco todos os dias, mas nunca se revela, nos deixa a

“O reconheceram ao partir o pão!”

(Lucas 24, 30 e ss.)

liberdade de reconhecê-lo e segui-lo. Mas é nesse ardor do coração que ele revela a sua presença entre nós e indica que tudo o que esperamos é verdade, que em toda a nossa tristeza, em todos os momentos de perplexi- dade, nunca estamos sós.

A história dos discípulos na estrada para Emaús é a história de todo homem. É uma história de liberdade, na qual Deus se revela a nós ao longo do caminho da vida, é como um amigo que caminha conosco, nos apóia, ouve nossas confissões e não exige nada em troca, mas faz uma simples pergunta: "Por que você está triste?". O seu amor é desinte- ressado e livre, mas o seu olhar é fascinante, abre a nossa mente à fé, faz arder o nosso coração e alivia a nossa inquietação.

A Ressurreição celebrada na Páscoa não é tanto uma lição de doutrina ou um conceito difícil, mas tem mais o aspecto de um encon- tro ou de um passeio noturno entre amigos, em que se sente o coração a arder de emoção e alegria!

Pe. Paolo

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AGENDA: S. MISSA EM LÍNGUA PORTUGUESA

Mês de Abril

II Domingo, dia 11 09.00 hs - S. Missa em Português em Bilten.

III Domingo, dia 18 09.00 hs - Não vai ter a S. Missa em Português em Biltem, pois vai ter a S. Missa da Primeira Comunhão em lingua Suiça.

IV Domingo, dia 25 11.00 hs -.S. Missa em Português em Glarus.

Mês de Maio

II Domingo, dia 09 09.00 hs - S. Missa em Português em Bilten.

III Domingo, dia 16 11.00 hs - S. Missa da Festa de Nossa Senhora de Fátima na Igreja de Glarus.

IV Domingo, dia 23 11.00 hs - S. Missa em Português na Igreja de Glarus.

Mês de Junho

II Domingo, dia 13 18.30 hs – Santa Missa para os Aniversàriantes de Casamento , na Igreja de Glarus.

NB: Os Casais que desejam participar da celebração, tem que comunicar na secretaria os nomen e as datas antes do último domingo do mês de maio.

PROGRAMA DA SEMANA SANTA

O programa ajude as Comunidades Portuguesa, Espanhola, Italiana, a valorizar este tempo particu- larmente significativo para nós cristãos, celebrando juntas a paixão, a morte e a ressurreição de Jesus.

Quinta feira Santa, dia 01 20.00 hs - S. Missa da Ceia do Senhor em Mollis.

Sexta feira Santa, dia 02 15.00 hs - Celebração da Paixão e Morte de Jesus na Igreja de Mollis.

20.00 hs - Via Crucis, na Igrja de Glarus.

Sábado Santo, dia 03 21.00 hs - Vigília da Páscoa Santa Missa da Ressurreição - Igreja de Mollis.

Domingo de Páscoa, dia 04 18.30 hs - Santa Missa da Páscoa para as Comunidades Portuguesa, Italiana e Espanhola, na Igreja de Glarus.

La Missione Cattolica augura a tutti i lettori della

Voce una felice e santa Pasqua nel Signore Risorto!

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