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La situazione del, Paese 1993

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RAPPORfO ANNUATJE

La situazione del, Paese 1993

ISTAT

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ISTAT - Biblioteca

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Inventario N ... . Data ••••••••. ~::Zc-.~.e.~

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Jstat, Roma 1994

Si autorizza la riproduzione, la dtffusione e l'utiltzzazione del contenuto del volume. Si ringrazia per la ettazione della fonte.

Finito di stampare nel mese di luglio 1994

ISTITIITO POUGRAFICO E ZECCA DELLO STATO

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CAPITOLO 1 - TENDENZE E PRINCIPAli RISULTATI DEL 1993

Concertazione internazionale e tendenze alla divergenza ... . Iniziative internazionali per le politiche immigratorie e di integrazione ... . La rideflnizione delle politiche strutturali dell'Unione Europea ... . Il quadro macroeconomico internazionale ... . Il quadro macroeconomico interno ... . L'avvio del Mercato Unico Europeo e le statistiche sul commercio estero ... ..

CAPITOLO 2 - IL SISTEMA PRODUTTIVO TRA RECESSIONE E OPPORTUNITÀ DI SVILUPPO

Il settore primario ... . L'impresa agricola ad un anno dalla rifonna della Politica Agricola Comune ... . Il settore industriale ... . L'orientamento delle esportazioni verso le diverse aree geografiche ... . Le opere pubbliche: tra crisi e nuove regole .. ... . Il settore terziario ... .

ApPROFONDIMENTI

L'apparato produttivo italiano alla luce dei dati censuari ... . Caratteristiche strutturali e risultati economici delle imprese di "business services" di medie e grandi dimensioni ... . Il sistema turistico-ricettivo in Italia ... . Prezzi relativi e costi variabili nell'industria in senso stretto e nei servizi privati ... .

CAPITOLO 3 - L'AZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE:

ASPETTI ECONOMICI E RIFLESSI SOCIALI

Recenti tendenze del quadro normativo ... . L'infonnazione sui servizi pubblici: il punto di vista dei cittadini.. ... ..

La finanza pubblica ... . La soddisfazione dei cittadini per alcuni seroizi pubblici ... ..

Soddisfazione e costi delle imprese nei rapporti con gli uffici pubblici ... . La Sanità: modifiche normative e riflessi sociali ... ..

Visti dal cittadino: il medico di base, l'ospedale, la U~l ... . Lo stato della Giustizia e l'andamento della criminalità ... .

ApPROFONDIMENTI

I conti delle Amministrazioni pubbliche e della protezione sociale ... .

Pago 45 46 50 52 56 60

Pago 67 68 71 76 78 80

87 102 107 112

Pago 121 123 125 128 132 137 142 144

151

5

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CAPITOLO 4 - LA CRISI DELL'OCCUPAZIONE

La caduta della domanda di lavoro ... . Struttura e dinamica dell'occupazione per professione nel settore dei servizi.. ... ..

Occupazione, ore di lavoro e retribuzioni nelle grandi imprese ... ..

Le interazioni tra domanda e offerta di lavoro ... ..

Disoccupazione e mobilità nel mercato del lavoro ... ..

Le tendenze recenti della disoccupazione ... . Le politiche del lavoro. nell'accordo del luglio 1993 ... . Disoccupazione, sottoutilizzo delle risorse lavorative e disagio economico ... ..

ApPROFONDIMENTI

Dinamica occupazionale e fattori strutturali nelle medie e grandi imprese di servizi:

un'analisi dei dati censuari per il periodo 1986-1991 ... . Alcuni aspetti delle politiche del lavoro negli anni novanta ... .

CAPITOLO 5 - STIU E QUAUTÀ DELLA VITA TRA MUTAMENTO E CONTINUITÀ Reddito e consumi delle famiglie ... .

Il reddito delle famiglie di fronte alla crisi.. ... ..

Abitudini e preferenze nella scelta delle vacanze e dell'impiego del tempo libero ... ..

Qualità nella vita quotidiana: alimentazione, alcol, fumo ... ..

La sopravvivenza degli anziani nel periodo 1970-90 ... . Gli spostamenti e il disagio da traffico ... ..

L'incidentalità nelle aree urbane ... . La qualità dell'ambiente ... ..

La protezione della natura e gli incendi boschivi ... .

ApPROFONDIMENTI

Caratteristiche della presenza straniera in alcune città italiane ... . La criminalità urbana ... .

CAPITOLO 6 -SCELTE INDIVIDUALI E FASI DELLA VITA FAMILIARE Le trasformazioni dei comportamenti ... .

Le caratteristiche strutturali della famiglia: due regioni a confronto ... ..

I cambiamenti nel modello di formazione e di scioglimento delle coppie ... ..

I cambiamenti nel modello procreativo ... . Le misure di sostegno alla famiglia nei paesi dell'Unione Europea ... ..

L'evoluzione della permanenza dei figli in famiglia ... ..

Il passaggio dal sistema educativo al mercato del lavoro ... .

ApPROFONDIMENTI

I comportamenti demografici dei cittadini stranieri ... ..

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Pago 169 170 174 177 180 182 184 186

191 199

Pag.209 210 219 222 224 227 228 234 242

249 257

Pag.263 264 266 269 272 273 276

281

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Tavola 1.1 - Principali indicatori, dell'economia italiana ... ..

Tavola 1.2 - Fonnazione e distribuzione del reddito ... . Tavola 1.3 - L'attività produttiva, costi e prezzi.. ... . Tavola 1.4 - Prodotti industriali ... ..

Tavola 1.5 - Il sistema dei prezzi ... ..

Tavola 1.6 - Interscambio commerciale con l'estero secondo la classificazione Nace/Clio Tavola 1.7 - Interscambio commerciale con l'estero per gruppi di paesi.. ... . Tavola 1.8 - Investimenti per branca produttrice ... . Tavola 1.9 - Formazione, distribuzione ed impieghi del reddito delle famiglie consu-

matrici ... . Tavola 1.10 - Consumi delle famiglie ... . Tavola 1.11 - Conti economici consolidati delle Amministrazioni pubbliche ... . Tavola 1.12 - Indicatori territoriali ... . Tavola 1.13 - Popolazione in età lavorativa per area geografica, sesso e classe di età ... . Tavola 1.14 - Popolazione in eta' lavorativa per area geografica, classe di eta' e titolo di studio ... ..

Tavola 1.15 - Occupati per area geografica, posizione nella professione, sesso e settore economico ... .

2. La popolazione

Tavola 2.1 - Indicatori demografici ... . Tavola 2.2 - Saldo migratorio per ripartizione geografica ... ..

Tavola 2.3 - Pennessi di soggiorno degli stranieri secondo la ripartizione territoriale di insediamento, per area di cittadinanza e per motivo al 31 dicembre 1993 .. . Tavola 2.4 - Movimento anagrafico dei cittadini stranieri per cittadinanza ... . Tavola 2.5 - Popolazione cancellata dall'Anagrafe per trasferimento di residenza all'este-

rosecondo il titolo di studio e il continente di destinazione ... .

3. I servizi alla popolazione: struttura ed efficienza L'istruzione

Pago 288 289 290 318 326 328 329 330 330 331 332 334 336 338 342

pag. 344 347 347 347 348

Tavola 3.1 - Spesa pubblica per l'istruzione ... Pago 349

Tavola 3.2 - Unità scolastiche, alunni, studenti, insegnanti, variazione percentuale per tipo

di scuola... ... ... 350 Tavola 3.3 - Licenziati e ripetenti allo anno della scuola dell'obbligo e della secondaria

superiore ... 351

La previdenza

Tavola 3.4 - Conto economico consolidato della Previdenza. Totale istituzioni.. ... . Tavola 3.5 - Prestazioni previdenziali ... . Tavola 3.6 - Distribuzione delle pensioni per settore ... ..

Pago 352 353 357

7

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-

L'assistenza

Tavola 3.7 - Conto economico consolidato dell'assistenza. Totale istituzioni ... Pago 357 Tavola 3.8 -Prestazioni assistenziali in denaro, numero dei trattamenti pensionistici e im-

porto medio unitario ... ... ... ... ... ... ... ... ... .... ... ... 358 Tavola 3.9 - Indicatori dell'attività degli Enti assistenziali ... ... ... ... ... ... 359

La sanità

Tavola 3.10 - Attività sanitaria pubblica ... . Tavola 3.11 - Spesa sanitaria pubblica e privata di parte corrente ... . Tavola 3.12 - Consumi sanitari delle famiglie ... . Tavola 3.13 - Struttura del personale dipendente degli Istituti di cura pubblici e privati .. . Tavola 3.14 - Indicatori dell'attività degli Istituti di cura pubblici e privati ... . Tavola 3.15 - Posti ~e!t0' d~ge~ti, giornate di degenza e dipendenti degli Istituti di cura pubbltcl e pnvati ... . Tavola 3.16 - Durat;a media .della de~e~ il? giorni negli Istituti di ricovero e cura, per ca-

tegona e qualifica degli Istituti ... . Tavola 3.17 - Medici del SelVizio sanitario nazionale per categoria ... ..

Tavola 3.18 -Strutture sanitarie pubbliche, comunità terapeutiche residenziali per la cura della tossicodipendenza e tossicodipendenti in trattamento ... . L'attività giudiziaria, di ordine pubblico e penitenziaria

Tavola 3.19 - Uffici giudiziari secondo il tipo di organi e addetti alla giustizia per qualifica Tavola 3.20 - Presenza sul territorio delle Forze dell'ordine ... . Tavola 3.21 -Procedimenti esauriti su carichi di lavoro sopravvenuti presso gli Uffici giu-

diziari civili, durata media dei procedimenti giudiziari per fase processuale Tavola 3.22 - Procedimenti esauriti su carichi di lavoro sopravvenuti presso gli Uffici giu- diziari, durata media dei procedimenti giudiziari per fase processuale ... . Tavola 3.23 - Delitti denunciati all'Autorità Giudiziaria da Polizia di Stato, Arma dei Cara-

binieri e Guardia di Finanza ... . Tavola 3.24 -Imputati condannati e prosciolti ... . Tavola 3.25 -Movimento dei detenuti negli Istituti di prevenzione e pena ... . Tavola 3.26 - Attività dei detenuti ... : ... .

Tavola 4.1 Tavola 4.2 Tavola 4.3 Tavola 4.4 Tavola 4.5 Tavola 4.6 Tavola 4.7 Tavola 4.8 Tavola 4.9

8

4. I soggetti: percorsi di vita e disuguaglianze I minorenni e i giovani

- Famiglie per numero di figli minorenni e giovani, madri lavoratrici con figli minorenni ... . - Minorenni presenti nei presidi residenziali socio-assistenziali.. ... . - Po~tori . di ~~icap minorenni e giovani presenti nei presidi residenziali soclo-asSiStenztalt ... . - Asili nido: posti disponibili, addetti e tasso di frequenza ... . - Iscritti alle scuole secondarie superiori per tipo di scuola e tasso di scolarità - Famiglie cori figli minorenni e giovani al di sotto della soglia di povertà, mi-

n~ri e gi~vani po~e~ ... : ... : .. : ... . - Mmorenru denunCIati per classe dI deltttt ... . - Quozienti di criminalità per i delitti commessi da minorenni... ... . -!d?~er;tto dei dt:;tenuti minorenni e giovani negli Istituti per minori e negli tS1itutt di prevenzIone e pena ... .

Pag.361

• 361 361 362 363 364 365 366 366

Pago 367 367 368 369 370 371 371 371

Pag.372 372 373 373 374 374 375 376 377

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Le donne

Tavola 4.12 - Tasso di femminilizzazione della popolazione scolastica e universitaria... Pago 379 Tavola 4.13 - Età media della madre al parto, parti cesarei, posti letto e tasso di occupa-

zione per unità di ostetricia negli Istituti di cura pubblici e privati... 379 Tavola 4.14 - Struttura dei consumi delle famiglie con persona di riferimento della fami-

glia in età fmo a 65 anni, per sesso e per grandi voci di spesa... 380 Tavola 4.15 - Famiglie con persona di riferimento donna in età fmo a 65 anni per alcune

tipologie al di sotto della soglia di povertà ... 381 Tavola 4.16 - Donne entrate, uscite e presenti negli istituti di prevenzione e pena ... 381

Gli anziani

Tavola 4.17 - Anziani per sesso ed età assistiti nei presidi residenziali socio-assistenziali.. 382 Tavola 4.18 - Struttura dei consumi delle famiglie di anziani... 383 Tavola 4.19 - Ar:Wat;li per c!asse di età sul complesso delle persone al di sotto della so-

glia dI povertà... 383 Tavola 4.20 - Suicidi e tentativi di suicidio degli anziani... 384

Gli stranieri

Tavola 4.21 - Studenti stranieri per tipo di scuola e ripartizione geografica ... ..

Tavola 4.22 - Studenti stranieri nelle Università per area di origine e sesso ... ..

Tavola 4.23 - Stranieri extracomunitari iscritti al collocamento per paese di origine ... ..

Tavola 4.24 - Stranieri extracomunitari iscritti al collocamento per sesso e classe di età .. . Tavola 4.25 - Stranieri extracomunitari avviati al lavoro per alcuni paesi di origine ... . Tavola 4.26 - Stranieri entrati, usciti e presenti negli Istituti di prevenzione e pena ... .

5. L'ambiente

Tavola 5.1 - Concentrazione di biossido di zolfo nell'aria ... . Tavola 5.2 - Concentrazione di particelle sospese nell'aria ... . Tavola 5.3 - Acque marine secondo la balneabilità e per regione ... . Tavola 5.4 - Aree protette per regione ... . Tavola 5.5 - Superficie forestale per zona altimetrica e regione ... ..

Tavola 5.6 - Alberi danneggiati nella superficie forestale per classe di danno e regione ..

Pago 385 385 385 386 387 387

pag. 388 391 394 395 396 397

9

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Il Rapporto Annuale sulla situazione del Paese giunge alla seconda edizione. In un momento in cui l'Amministrazione Pubblica è chiamata sempre più a rendere conto dell'efficienza e dell'efficacia della sua azione, anche la statistica ufficiale si pre- senta all'appuntamento con il Paese.

Nel primo volume del Rapporto viene presentato un qua- dro della situazione del Paese nei suoi diversi aspetti, da quelli economici a quelli demografici e sociali, da quelli istituzionali a quelli ambientali. L'Istituto, entrato onnai da diversi anni fra gli Enti di ricerca, testimonia, anche in questa occasione, il suo impe- gno nell'analisi e nell'interpretazione, oltre che nella produzione, dei dati statistici, alimentando l'interazione scientifica con altre sedi pubbliche e private della ricerca, per migliorare la quantità e la qualità dell'informazione offerta.

Nel secondo volume del Rapporto si dà conto, con dati ed analisi, delle attività svolte, del grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati, delle risorse utilizzate e delle modalità del loro impiego. Vengono fornite indicazioni sulla quantità di dati tratta- ti, sulle pubblicazioni e gli altri prodotti forniti all'utenza, sugli studi e le ricerche svolte, sulle iniziative prese per garantire rigo- re metodologico e qualità dell'informazione statistica, sui guadagni di efficienza conseguiti.

La statistica ufficiale si trova a dover affrontare quattro sfide Le sfide

rilevanti. La prima riguarda lo sviluppo delle attività internazionali. della statistica ufficiale

Il 1993 ha visto un deciso rafforzamento della presenza dell'Istat in questo ambito. Un forte impulso è stato dato alle attività di coo- perazione statistica a favore dei paesi dell'Europa dell'Est e di talu- ni paesi in via di sviluppo. Contributi importanti sono stati por- tati alla costruzione del Sistema Statistico Europeo, una delle opportunità più significative per la statistica ufficiale in questo scor- cio di secolo. L'anno si è aperto con la definitiva approvazione, da parte della Commissione Statistica delle Nazioni Unite, del nuovo Sistema di Conti Nazionali (Sna), che prevede significative innova- zioni nei concetti e nei 'modi di calcolo del Prodotto Interno Lordo e che sarà introdotto anche nel nostro Paese nei prossimi anni. Il 1993 si è chiuso con la costituzione, su iniziativa italiana, del

"Gruppo di Siena sulle statistiche sociali", che ha il compito di pro- muovere e coordinare l'attività internazionale in questo settore emergente dell'infonnazione statistica ufficiale.

L'impegno di collaborazione offre non soltanto opportunità di confronto scientifico e di scambio di esperienze con gli Istituti di statistica di altri paesi, ma risulta sempre più necessario in rela-

ISTAT • RAPPORTO ANNUALE 1993 13

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più ne avranno l'unificazione monetaria e quella politica. Gli ope- ratori economici e i cittadini hanno bisogno di disporre, in misu- ra sempre maggiore, di informazioni aggiornate e confrontabili che coprano l'intera realtà dell'Unione Europea. Senza un deciso impulso nella direzione della costruzione del Sistema Statistico Europeo, la statistica ufficiale, in Italia come negli altri paesi, rischia di perdere autorevolezza e presa rispetto ai processi di integrazione in atto nella società e nei mercati, sempre più aper- ti ed interdipendenti.

La seconda sfida riguarda l'articolazione territoriale delle informazioni statistiche e il sostegno che esse potranno fornire, da un lato, alle decisioni, dall'altro, al controllo dei loro effetti da parte dei cittadini e degli operatori a livello regionale e locale. Il Paese, anche grazie all'informazione fornita dall'Istat, sta scopren- do la varietà e la ricchezza delle sue realtà territoriali. Queste richie- dono dati sempre più articolati e disaggregati, me consentano di mettere a pieno profitto le autonomie e le capacità decisionali. Il Sistema Statistico Nazionale offre un quadro istituzionale appro- priato per dialogare con tutti i soggetti che, nei diversi ambiti ter- ritoriali, hanno responsabilità e poteri di governo. Occorre avvia- re, in collaborazione con questi soggetti, un'iniziativa volta ad arricchire le basi infonnative, a migliorare la qualità di quelle attua- li, assicurando la confrontabilità nazionale ed internazionale attra- verso il rispetto delle norme statistiche e degli standard.

La terza sfida investe il rapporto con la statistica offerta da soggetti privati, individuali o collettivì, come, ad esempio, le imprese e le organizzazioni imprenditoriali e professionali. La sta- tistica sta vivendo una fase fortemente dinamica anche nel setto- re privato e di mercato: lo sviluppo delle reti di telecomunica- zioni, dell'informazione multimediale e interattiva offrono possi- bilità straordinarie e rappresentano un veicolo di promozione dell'informazione assolutamente fondamentale. L'Istat, in quanto depositario della funzione pubblica di "magistratura del dato" e di garante della qualità dell'informazione resa dal sistema statisti- co, intende seguire da vicino questo processo, stabilendo e raffor- zando i legami di cooperazione con altri soggetti; predisponen- do metodi e norme, offrendo assistenza tecnica, nel rispetto più rigoroso della riselVatezza dei dati individuali.

La quarta sfida riguarda l'ulteriore impegno nel campo delle statistiche sociali. Il Rapporto documenta i notevoli progressi che

ISfAT - RAPPORTO ANNUALE 1993

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produrre dati ed elaborare indicatori capaci di segnalare tempe- stivamente le aree e i fenomeni di tensione, di consentire agli individui e agli operatori economici di orientare consapevol- mente le proprie decisioni, di fornire sostegno informativo agli interventi pubblici.

Tendenze spontanee e azioni correttive

. Il primo Rapporto Annuale, presentato a maggio dell'anno scorso, sottolineava come nel 1992 si fossero determinati un rapi- do deterioramento della situazione economica e l'avvio di una crisi di ampie proporzioni, che avevano inciso diffusamente sul clima di fiducia delle famiglie e degli operatori economici. Le preoccupazioni~ sul futuro dell'occupazione e i riflessi delle diffi- coltà finanziarie del settore pubblico, che avevano imposto inter- venti incisivi per aumentare le entrate e ridurre le spese (parti- colannente nei settori della sanità e della previdenza), rendevano il quadro sociale denso di insicurezza, ponendo quesiti fonda- mentali sullo stato dei rapporti intergenerazionali e sulle pro- spettive del Welfare State.

In aggiunta a questi elementi, venivano indicate due altre pre- minenti fonti di insicurezza, legate all'evoluzione della criminalità e al degrado ambientale. Eventi di alta drammaticità avevano, infat- ti, messo in luce il rilievo e la pericolosità della criminalità orga- nizzata, in particolare di stampo mafioso, sollecitando nuove e più ampie iniziative da parte dell'autorità giudiziaria e delle forze dell'ordine, volte alla repressione degli eventi delittuosi. D'altra parte, il tema dell'ambiente era venuto all'attenzione generale per la frequente adozione di provvedimenti di restrizione del traffi- co privato nelle aree urbane di maggiori dimensioni ed era ripre- so vivace il dibattito sui costi ambientali dello sviluppo econo- mico e sulla sua sostenibilità nel lungo periodo.

Nel 1993 le tendenze emerse nell'anno precedente si sono accentuate, rendendo ancora più evidente una polarizzazione di comportamenti da parte dei diversi soggetti economici e socia- li. In altri tennini, se il 1992 era stato caratterizzato dall'espres- sione dell'insicurezza, l'anno appena trascorso ha visto delinear- si gli effetti derivanti dalla capacità di reazione spontanea dei sog- getti al mutato quadro economico e sociale, con il conseguente aumento dei differenziali strutturali, settoriali e territoriali e, quin- di, dei rischi di divaricazione e frantumazione della società. La

ISTAT • RAPPORTO ANNUALI! 1993

L'aumento dell'insicurezza nel 1992

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blici, con risultati significativi in alcune aree di governo dei feno- meni economici e sociali, il permanere di numerosi problemi ancora irrisolti e l'emergere di nuove contraddizioni.

Le risposte "divaricanti" L'anno che si è appena chiuso ha rappresentato per il Paese

del 1993 uno dei periodi più difficili dal dopoguerra, come testimoniano i negativi risultati economici, il drastico calo dell'occupazione, la crisi sociale e politica. Eppure, il 1993 ha visto migliorare la pro- fittabilità delle imprese e i conti della Pubblica Amministrazione, ha segnato una tappa importante nel contenimento dell'inflazio- ne, ha visto rovesciarsi in senso straordinariamente positivo la posizione commerciale con l'estero (in passato indicata come un vincolo al conseguimento di una crescita produttiva più rapida), ha espresso una svolta nelle relazioni tra le parti sociali, ha visto i primi passi del Mercato Unico Europeo. Molti di questi succes- si, tuttavia, non hanno prodotto vantaggi diretti e immediati per le famiglie, le quali hanno sopportato l'aumento della disoccupa- zione, la diminuzione del proprio potere d'acquisto, l'aumento della pressione fiscale, il ridimensionamento della protezione sociale. A dicembre 1993, il 37% delle famiglie intervistate nell'ambito dell'indagine Multiscopo segnalava un peggioramento (più o meno marcato) della propria situazione economica rispet- to ad un anno prima e la percentuale saliva al 45% per le fami- glie con più di quattro componenti.

La strategia di uscita dalla crisi, affidata essenzialmente all'apporto della domanda estera, alla compressione del costo del lavoro e al ridimensionamento dell'intervento pubblico in eco- nomia, ha contribuito ad ampliare le differenze territoriali, set- toriali ed individuali. La crisi ha colpito profondamente il Sud, povero di imprese orientate all'esportazione e fortemente dipen- dente dagli investimenti pubblici, mentre nel Nord, e special- mente nel Nord-est, la particolare struttura produttiva ha con- sentito di attenuare gli effetti della recessione sull' occupazione.

La ricerca di una migliore qualità della vita, già emersa come comportamento saliente nel 1992, è continuata da parte di ampi strati della popolazione, i quali, seppure colpiti nella disponibi- lità di reddito, hanno cercato di mantenere stili di vita ed espri- mere scelte caratterizzate dalla "qualità". Ciò appare in modo evi- dente nelle scelte alimentari, nei comportamenti relativi alla salu- te, all'uso del tempo libero e, infine, nella maggiore attenzione ai problemi ambientali.

In questa stessa chiave possono essere lette anche alcune ten- denze riguardanti scelte e comportamenti di carattere demogra-

16 ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 1993

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scelte tendono a fronteggiare le difficoltà derivanti dal peggiora- mento della situazione economica,- dal mancato inserimento dei giovani nel mercato del lavoro, da un'offerta abitativa inadeguata.

La scena internazionale

Il nostro Paese non rappresenta un caso isolato; in quasi tutto L'economia mondiale tra crisi

il resto dell'Europa e in Giappone si sono manifestate tensioni e ripresa

sociali e difficoltà economiche talora anche più gravi. Nel com- plesso, la scena internazionale è stata caratterizzata, ai diversi livel- li, dalla contrapposizione tra l'esigenza di offrire una risposta glo- baie· alla complessità dei problemi sul tappeto e la tendenza a difendere il proprio particolare.

Sul piano economico, l'anno è stato segnato dal consolida- mento della ripresa produttiva nei paesi anglosassoni, al quale si è contrapposta la prosecuzione della fase recessiva nei paesi dell'Europa continentale e una sostanziale stagnazione in Giappone. All'interno della prima area, il Prodotto Interno Lordo (Pii) è cresciuto del 3,0% negli Stati Uniti, del 2,4% in Canada e del 2,1% nel Regno Unito. In assenza di Significative spinte inflazionistiche, la ripresa economica non ha, tuttavia, con- sentito il riassorbimento della disoccupazione; soltanto negli Stati Uniti, la quota di coloro che cercano lavoro è tornata sui livelli del 1991 (6,7%).

Negli altri paesi dell'Unione Europea sono prevalse le spin- te depressive. Nella media dei primi tre trimestri del 1993, il Pil espresso in Ecu delle sette principali economie dell'Unione (compresa, quindi, la Gran Bretagna) si è ridotto in termini reali dello 0,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Nella media del 1993, la Francia ha registrato una contrazione del reddito dello 0,7%, la Germania (senza i Uinder orientali) dell'1,9%. La disoccupazione è ulteriormente cresciuta, raggiun- gendo in dicembre un livello superiore al 6% in Germania (cor- rispondente a circa quattro milioni di unità) e pari al 12% in Francia, valore quest'ultimo maggiore di un punto di quello medio dell'Unione.

In Giappone il reddito reale è risultato stazionario nella media dell'anno. Nei paesi asiatici di nuova industrializzazione è, invece, proseguita la tendenza a una crescita sostenuta. In parti- colare, la Cina ha mostrato segnali di grande dinamismo, con una variazione tendenziale della produzione vicina al 14% nell'ultimo trimestre dell'anno. Il significativo sviluppo dei paesi dell'America

ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 1993 17

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orientale. Sempre molto contenuta, invece, è risultata la dinami- ca del reddito reale nei paesi africani (+1,6% secondo il Fmi), insufficiente anche per assicurare la stazionarietà del reddito pro- capite.

Gli accordi internazionali Dal punto di vista delle relazioni internazionali, il 1993 ha visto la conclusione di importanti accordi in materia economica e l'avvio del Mercato Unico Europeo. Verso la fme dell'anno è stato raggiunto l'accordo sul commercio internazionale all'inter- no dell'Uruguay Round del Gatt. Gli effetti espansivi sul com- mercio internazionale si faranno sentire in un lasso di tempo rela- tivamente ampio, ma fm d'ora va sottolineata l'importanza stra- tegica dei risultati raggiunti in sede negoziale, con la costituzione di un'autorità per il controllo e la promozione degli scambi, immaginata fin dalla fme della seconda guerra mondiale. Nell'area nord-americana è stato costituito il Nafta (North American Free Trade Agreement), un'area di mercato comune tra Stati Uniti, Canada e Messico, . paesi che presentano eterogeneità notevoli per sviluppo economico e struttura produttiva.

In Europa, accanto all'avvio del Mercato Unico, vanno segna- late la ratifica da parte di Gran Bretagna, Danimarca e Germania e l'entrata in vigore del Trattato di Maastricht. In realtà, al di là delle adesioni formali alle strategie dell'Unione, i paesi europei e le autorità comunitarie inviano segnali talora contraddittori riguar- do al prospettato processo di coesione e concertazione. Le modi- fiche intervenute nel Sistema Monetario Europeo all'indomani delle crisi valutarie della seconda metà del 1992 hanno fatto sì che si allargassero notevolmente le bande di oscillazione delle valute aderenti, rendendo il Sistema molto meno vincolante per le poli- tiche economiche e, quindi, meno adatto a favorire la conver- genza monetaria.

D'altra parte, si è registrato un sostanziale consenso sulla necessità di porre la disoccupazione al primo posto tra gli obiet- tivi della politica economica, dopo che per molto tempo tale pri- mato era stato riservato alla stabilità monetaria. La presentazione del "Libro bianco" della Commissione sull'occupazione (il cosid- detto "Piano Delors") è stata l'occasione per manifestare tale mutamento. Strumenti concreti per lo svilu ppo delle aree depresse e per la creazione di nuova occupazione sono stati indi- viduati attraverso la ridefmizione delle strategie dei cosiadetti

"Fondi strutturali", i quali metteranno a disposizione di talunì set- tori e delle aree territoriali più disagiate circa 141 miliardi di· Ecu, fra il 1994 e il 1999.

18 ISTAT - RAPPORTO ANNUALE 1993

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li, però, emergono crescenti eterogeneità di comportamento, basate su ~odelli concettualmente diversi e, per alcuni versi, opposti.

Fenomeni di polarizzazione nell'economia italiana

Il caso italiano non si è sottratto alle spinte verso la pola- I risultati dell'anno

rizzazione. Sul piano economico, l'anno si è chiuso con una ridu- zione del Prodotto Interno Lordo, la prima dal 1975, pari allo 0,7% in termini reali. La domanda interna, al netto della variazio- ne delle scorte, ha subito una caduta del 3,5% e solo l'ecceziona- le aumento delle esportazioni di beni e servizi (+10%), cui si è associata una contrazione del 7,3% delle importazioni, ha impe- dito di conseguire un risultato ancora più negativo. Per la prima volta negli ultimi venticinque anni, i consumi privati si sono ridot- ti in volume (-2,1%). Gli investimenti fissi lordi hanno subito una contrazione dell' 11, 1%.

La recessione ha toccato la massima intensità tra la seconda metà del 1992 e il primo trimestre del 1993, quando la caduta ten- denziale del Pil ha raggiunto 1'1,30/0. In tale arco temporale, i con- sumi privati sono diminuiti in termini congiunturali dell'l % ogni trimestre e gli investimenti hanno registrato una riduzione media trimestrale del 3,5%. Nell'ultimo scorcio dell'anno il quadro sem- bra essersi modificato: il reddito ha segnato un certo recupero nel quarto trimestre ed analoghe indicazioni provengono dagli investimenti ftssi lordi; i consumi sono apparsi in ripresa a par- tjre già dal terzo trimestre.

Il valore aggiunto in termini reali è diminuito del 3,2%

nell'agricoltura, dell'1,6% nell'industria in senso stretto e del 2,1%

nelle costruzioni. Un contributo positivo alla crescita è venuto dal terziario privato (+1,3%), ma questo risultato è stato dovuto quasi interamente alla branca del credito e assicurazioni, al netto della quale il settore avrebbe presentato una sostanziale stazionarietà del valore aggiunto.

La marcata svalutazione della lira, seguita alla sospensione degli Accordi di cambio, non ha prodotto spinte inflazionistiche di rilievo. Rispetto ad un aumento dei prezzi all'importazione di beni e servizi del 12%, il deflatore dei consumi privati è aumen- tato nell'anno del 4,8O.t6. Si è inoltre sostanzialmente chiusa la for- bice tra evoluzione dei prezzi nell'industria e nel terziario, anche a motivo del rallentamento della domanda di servizi e, in parti- colare, della componente dei servizi alle famiglie.

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L'asricoltura dopo la riforma della Pac

precedenti occasioni. Le difficoltà di carattere congiunturale sono andate, infatti, ad aggiungersi a una tendenza di natura strutturale di uguale segno, iniziata per alcuni settori, ed in particolare per l'industria, già a partire dal 1991. Particolannente colpita è risul- tata la componente dei lavoratori indipendenti, che si è ridotta di quasi 400.000 unità (-5,4%).

La diminuzione del numero di occupati non si è riflessa in un corrispondente aumento di quello di disoccupati: il tasso di disoccupazione è salito, tra ottobre 1992 e ottobre 1993, dal 9,7%

all'11,3%. A tale crescita si è accompagnato un forte aumento del fenomeno dello "scoraggiamento", che ha detenninato il manca- to ingresso sul mercato del lavoro di persone inattive e la ridu- zione di intensità nella ricerca di lavoro da parte di coloro che erano già presenti sul mercato.

La contrazione dell'occupazione ha consentito un significa- tivo recupero della produttività. Il valore aggiunto reale per unità di lavoro è aumentato nel 1993 del 2,5% per il complesso dei set- tori, dell'l,SOI& nell'industria e del 3,6% nei servizi privati. In pre- senza di un evidente contenimento della retribuzione media per unità di lavoro dipendente e di un limitato aumento dell'inciden- za degli oneri sociali, il costo del lavoro per unità di prodotto ha presentato la variazione più contenuta dall'inizio degli anni'80 (+1,7010). Ciò ha favorito un recupero di profittabilità, pari a 1,5 punti percentuali per il complesso delle imprese che produco- no beni e servizi destlnabili alla vendita, a 1,1 punti per l'indu- stria (che, però, non ha ancora recuperato i livelli raggiunti prima della fase recessiva) e a 1,7 punti per il terziario, che consegue un risultato superiore a quello registrato nel 1985.

Nel corso del 1992 si erano intravisti segilali di differenzia- zione tra i diversi segmenti del sistema produttivo. Il 1993 ha segnato una netta polarizzazione tra i vari comparti, non' soltan- to a motivo della diversa esposizione sui mercati internazionali,

ma anche in funzione di caratteristiche strutturali (tecnologiche e organizzative), dimensionali e di localizzazione territoriale.

Per l'agricoltura, silvicoltura e pesca, il 1993 ha rappresenta- to il primo anno di applicazione della rifOfQla "Mac Sharry" della Politica Agricola Comunitaria (Pac), la quale ha influito in modo evidente sia sui risultati produttivi' conseguiti 'nell'anno, sia sull'evoluzione dei redditi degli agricoltori. Nel complesso, la caduta della produzione è risultata pari al 2,7% in tennini reali: la riduzione dei livelli produttivi è stata limitata al comparto delle produzioni vegetali, mentre quelle zootecniche hanno mostrato

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lare l'olivo).

La riduzione del valore aggiunto del 4,9% in tennini nomi- nali è stata parzialmente compensata (secondo i dettami della nuova Pac) da un forte aumento dei contributi e degli aiuti al red- dito (+22,8%). Ciononostante, la flessione del reddito netto dell'attività agricola è stata pari al 6,5%. Ad essa siè accompagnata la contrazione degli investimenti fissi lordi (con punte di -8,9% in termini reali per trattrici e macchine agricole) e dell'occupazio- ne (-6,9%). Il restringimento della base occupazionale, il più forte dall'inizio degli anni '80, ha interessato sia le unità di lavoro indi- pendenti (-6,1%), sia quelle dipendenti (-8,9%) ed appare causato dal progressivo invecchiamento e conseguente uscita della forza lavoro e dalle politiche di contenimento dei costi perseguite dalle medie e grandi imprese del settore.

L'applicazione della riforma è stata realizzata con significati- ve differenziazioni da parte delle imprese. La difficoltà delle azien- de agricole di minori dimensioni ad accèdere ai ftnanziamenti previsti dalla nuova Pac ha comportato una perdita valutabile intorno a 600 miliardi di lire, pari a circa 1'1% del valore della pro- duzione lorda vendibile. Due terzi del possibile contributo avreb- bero dovuto raggiungere imprese meridionali.

In effetti, nell'area nord-occidentale, quasi il 95% dei piccoli produttori ha fatto richiesta di aiuti compensativi, mentre nelle regioni meridionali difficoltà di carattere amministrativo, la man- canza di un'adeguata informazione e le basse rese realizzate negli scorsi anni (dato, questo, rilevante per detenninare l'importo compensativo della messa a riposo obbligatoria dei terreni) hanno fatto sì che le domande presentate abbiano riguardato sol- tanto un terzo della superncie ammessa e che gli agricoltori abbia- no preferito procedere comunque alle coltivazioni, piuttosto che sfruttare le compensazioni connesse al set-as,ide.

L'aggravamento della crisi del settore industriale nel corso del 1993 è testimoniato dalla riduzione del valore aggiunto in ter- mini reali dell'1,6% per l'industria in senso stretto e del 4,6% per le costruzioni. Particolannente pronunciate sono risultate le con- trazioni per le imprese estrattive, siderurgiche e chimiche (-4,90/0)

e per quelle meccaniche (-3,2%), mentre nel comparto energeti- co e nelle produzioni più tradizionali (alimentari, tessili, cuoio e calzature, carta, gomma) il valore aggiunto è leggennente aumen- tato (+0,1% e +0,6% rispettivamente).

La brusca caduta della domanda interna è stata compensata soltanto parzialmente dall'aumento delle esportazioni, cresciute

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I risultati delle imprese industriali: il posiziona mento sull'estero come fattore discriminante

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nei primi undici mesi del 1993 del 7% in volume per la compo- nente dei beni prodotti dall'industria. I maggiori incrementi delle vendite all'estero si sono registrati per i minerali ferrosi e non ferrosi (+20,6%), per i prodotti metalmeccanici (+10,7%) e per il comparto del legno, carta, gomma e altri prodotti (+12,6%). In presenza di aumenti delle importazioni contenuti in valore e di una variazione media dei prezzi all'esportazione dei beni del 10,9%, i saldi settoriali della bilancia commerciale hanno mostra- to formidabili miglioramenti. Nel settore metalmeccanico, il sur- plus è passato da 22.500 miliardi del 1992 a 41.100 miliardi del

1993; in quello tessile e dell'abbigliamento l'attivo è stato di 29.400 miliardi (22.800 miliardi nel 1992), nei comparti tradizionalmen- te in deficit si è registrata una sensibile riduzione del disavanzo, nonostante l'aumento dei prezzi all'importazione indotto dalla svalutazione.

Sul piano geografico, l'interscambio con l'estero ha subito un certo riorientamento: la quota di esportazioni verso i paesi svi- luppati si è ridotta di quasi tre punti percentuali, attraverso la con- trazione di quattro punti di quella calcolata con riferimento all'Unione Europea e l'aumento di un punto del peso di Stati Uniti e Canada, considerati congiuntamente. Un aumento di più di un punto percentuale viene registrato nel peso delle esportazioni verso i paesi di nuova industrializzazione, a fronte di una sostan- ziale stabilità della quota di acquisti dagli stessi. Accresciuta di oltre un punto percentuale appare l'incidenza delle importazioni dai paesi del Centro e dell'Est dell'Europa, a scapito di quelle pro- venienti dall'Unione Europea, la cui quota è scesa di quasi tre punti e mezzo.

Contrariamente a quanto si era verificato nel 1992, nell'anno trascorso le imprese medio-grandi (con 200 addetti e più) hanno conseguito risultati produttivi relativamente migliori di quelli rea- lizzati dalle medio-piccole (20-199 addetti): l'indice della produ- zione industriale per le prime è diminuito, infatti, del 2,6% (-1,1%

nel 1992), mentre le seconde hanno registrato una contrazione dell' output superiore al 3%, dopo essere rimaste stazionarie nell'anno precedente. La differenza di risultato legata alla dimen- sione delle imprese è maggiormente evidente nel settore ener- getico (+4,7% nel 1993 per imprese più grandi e -1,4% per le medio-piccole), in quello meccanico (-4,70/0 e -6,90/0 rispettiva- mente) e nei settori tradizionali (+0,2% e -0,8010).

Il motivo di queste divergenze risiede essenzialmente nel diverso· grado di presenza sui mercati esteri delle unità di diffe- rente. dimensione. Secondo i dati .desumibili dal secondo stadio del Censimento dell'industria e dei servizi (che ha interessato le imprese industriali con oltre 9 addetti,· con riferimento all'attività svolta nel 1990), le aziende più grandi sonp maggiormente pre- senti sui mercati esteri. L'eterogeneità risulta vistosa: nel 1990, il

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Complessivamente, il 57,2% delle imprese produceva per il solo mercato interno, assorbendo il 32% dell'occupazione complessi- va e presentando, perciò, una dimensione aziendale inferiore a quella media.

Il segmento delle imprese maggiormente esportatrici si pre- senta ben caratterizzato anche sul piano gestionale e tecnologico (con un maggiore uso di funzioni terziarie e di processi produt- tivi avanzati, come quelli robotizzati).

La diversa presenza sui mercati esteri, e quindi il differente impulso indotto dalla svalutazione sui livelli produttivi, unitamen- te al grado di dipendenza dall'estero per l'approvvigionamento degli input di produzione hanno condizionato significativamente la politica di flSsazione dei prezzi di vendita da parte delle impre- se industriali e, quindi, la loro profittabilità. Il settore energetico, ad esempio, ha fatto registrare il più forte aumento dei prezzi dell'input (+10,9%), ma questo si è trasferito sui prezzi di vendi- ta in misura molto limitata (+5,8%), grazie anche ad una contenu- ta dinamica della fiscalità indiretta. Per le produzioni più tradi- zionali (alimentari, tessili, legno, ecc.) i prezzi alla produzione hanno presentato un aumento superiore di quasi due punti a quel- lo medio dell'ultimo triennio (4,3% contro 2,5%), nonostante una variazione dei costi unitari variabili del 2,7%, di poco superiore a quella media del triennio 1990-92.

La compensazione rispetto all'aumento dei prezzi dell'i~t

è venuta in larga misura dal contenimento del costo del lavoro:

l'ampia riduzione dell'occupazione, l'accentuato aumento della produttività, la contenuta dinamica del costo del lavoro per dipendente hanno prodotto una variaziòne dell'1,7% del costo del lavoro per unità di prodotto, che ha favorito un forte recupero della profittabilità delle imprese. Per il complesso dell'industria in senso stretto, il 1993 ha visto una redistribuzione del valore aggiunto a svantaggio dei redditi da lavoro dipendente. La quota ad essi distribuirà è risultata superiore al 63%, dopo aver toccato un minimo nel 1988 (60%) e raggiunto nell'ultimo biennio il livel- lo dei primi anni '80, pari al 65%.

Sul piano inflazionistico, è da segnalare il ruolo svolto dall'imposizione indiretta, aumentata significativamente a seguito dell'introduzione dell'Imposta Comunale sugli Immobili, la quale è considerata, secondo i criteri della Contabilità Nazionale, un'imposta su un fattore della produzione Ci fabbricati) e, come tale, è classificata tra le imposte indirette. All'aumento di queste ultime ha corrisposto una significativa riduzione dei contributi alla

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La crisi delle costruzioni La riduzione dei livelli produttivi nel settore delle costruZio- ni è risultata concentrata nei comparti dei fabbricati non resi- denziali (-10,90AI) e delle opere pubbliche e del Genio Civile (-15,8%), mentre per la componente residenziale la contrazione è stata limitata allo 0,8%. La profonda crisi del settore appare determinata dal simultaneo effetto depressivo esercitato dalla recessione nei riguardi degli investimenti per fini produttivi e dalle difficoltà amministrative e dalle inchieste giudiziarie nei con- fronti delle opere pubbliche. La volumetria "concessa" per i fab- bricati non residenziali è diminuita nell'anno del 10% (quella "pro- dotta" si è ridotta del 7%), con una punta di -16% per i fabbri- cati destinati all'industria e all'artigianato. Nell'ambito delle opere pubbliche (i cui investimenti sono diminuiti in termini reali del 14,5% rispetto al 1992), le spese per investimenti si sono ridotte del 57% nelle telecomunicazioni, del 15,4% nell'edilizia sociale e scolastica, del 17,8% nelle opere marittime ed idrauliche, del 15%

nelle autostrade e strade statali. Soltanto l'edilizia pubblica ha regi- strato una contrazione limitata (-1,6%).

La crisi dell'edilizia ha penalizzato soprattutto le regioni meridionali e i comuni capoluogo di provincia: in questi ultimi, le concessioni per nuovi fabbricati sono diminuite del 17%. Per il complesso delle opere pubbliche, la riduzione delle spese per investimenti appare molto più accentuata nel Sud: -21,6% a fron- te di -6,4% per le regioni del Nord.

Nel corso del 1993, il settore delle opere pubbliche è stato interessato da profonde revisioni nonnative. Altre sono state definite all'inizio del 1994: creazione di un'Authority degli appal- ti, imposizione per le imprese di garanzie e coperture assicura- tive per la partecipazione alle gare, nuove nonne in tema di finan- za locale. Si tratta di linee evolutive che potrebbero favorire la ripresa del settore su nuove e più chiare basi. I dati recenti, tut- tavia, non segnalano ancora una chiara inversione di tendenza. Le aspettative rilevate dall'lsco riguardo agli ordinativi e alla produ- zione, la specifica indagine dell'lstat, le indicazioni desumibili dall'indagine dell'Ance sui bandi delle gare d'appalto offrono un quadro ancora molto depresso, sul quale 'ha gravato altresì la ridu- zione del 4,80/0 (-8,9% in tennini reali) degli stanziamenti previsti per il settore dalla Legge fmanziaria per il 1994.

Grazie alla contenuta crescita del costo del lavoro per unità di prodotto (3,7%), i costi unitari variabili sono aumentati soltan- to del 2,5% (+5,6% nel 1992); l'aumento del mark-up, dopo tre anni di diminuzione, ha favorito un limitato recupero di profit-

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