SISTEMA STATISTICO NAZIONALE
ISTITUTO NAZIONALE DI STATISTICA
o TO
La situazione del Paese
1992
Istat, Roma 1993
Si autorizza la riproduzione, la diffusione e l'utilizzazione del contenuto del volume con la citazione della fonte.
Centro Diffusione - Libreria Istat Via Cesare Balbo, lla
00184 Roma
SOMMARIO
SINTESI DEL RAPPORTO ... Pago 13
CAPITOLO 1 - ATTESE E RISULTATI ECONOMICI
Le attese sul 1992: previsioni e clima d'opinione ... . I consuntivi dell'anno nei principali paesi ... ; ... . Aspettative e comportamenti delle famiglie ... ... . La convergenza dei livelli dei prezzi nelle economie europee ... . I risultati dell'economia italiana ... .
CAPITOLO 2 - DINAMICA DEI REDDITI E FINANZA PUBBLICA
Le retribuzioni contrattuali e di fatto ... . L'aumento del carico fiscale ... . La contrattazione nazionale negli anni '90 ... . La dinamica del reddito disponibile ... . La distribuzione del reddito nel 1991 ... . La finanza pubblica ... .
ApPROFONDIMENTI
Lo slittamento salariale ... , ... .
CAPITOLO 3 - LA DOMANDA DI BENI E SERVIZI
I consumi privati ... . Tipologia familiare e spesa per consumi ... . Gli investimenti ... . La crisi delle opere pubbliche ... : ... . Caratteristiche merceologiche e geografiche dell'interscambio commerciale ... . Apertura internazionale e specializzazione industriale ... .
CAPITOLO 4 - IL SISTEMA PRODUTTIVO
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65
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Il settore primario ... ... ... ... ... ... ... ... ... Pago 83 La riforma Mac Sharry: principali caratteristiche e prevedibili effetti sull'agricoltu-
ra italiana ... ...
84Il settore industriale ... 86
Il calcolo del costo del lavoro per unità di prodotto... ... 88
Dimensione d'impresa, propensione all'esportazione e redditività... 90
Dimensione aziendale e concentrazione nella seconda metà degli anni '80... 101 Struttura e risultati economici degli esercizi commerciali di medie e grandi dimensioni 107 Il settore dei servizi nel" dibattito attuale... 113
CAPITOLO 5 - LA MOBILITÀ E IL TERRITORIO
Popolazione e territorio ... . I movimenti di popolazione nelle grandi aree urbane ... . L'ambiente nelle aree
urbane.~... ... . Aspetti della realtà rurale ... .
ApPROFONDIMENTI
Pago 123 126 130 132
Consistenza e caratteristiche della presenza straniera in Italia... 135
CAPITOLO 6 - LE INSICUREZZE DELLA SOCIETÀ
Invecchiamento demografico e riforma dello Stato sociale ... . Alcune caratteristiche della povertà ... . La medicina non convenzionale ... . Scoraggiamento e mercato del lavoro ... : ... . La situazione" ambientale ... . Incidentalità nelle attività umane ... . La giustizia e la criminalità ... . La criminalità minorile ... .
ApPROFONDIMENTI
La recente dinamica della sopravvivenza in Italia ... ..
La criminalità organizzata ... : ... .
CAPITOLO 7 - STRATEGIE E RISPOSTE NELLA
~CERCADI NUOVI EQUILIBRI
Le reti familiari e informali ... , ... . Le organizzazioni di volontariato .. ... ..
L'impegno delle donne nelle reti informali ... . Le donne, l'istruzione e il lavoro ... ..
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Lo scambio tra le generazioni ... . Donne e uomini nella divisone del tempo per il lawro fqmiliare ... . Anziani e famiglia ... .
ApPROFONDIMENTI
Pago 194 196 198
Caratteristiche ed evoluzione della fecondità in Italia... 201
TAVOLE STATISTICHE
1.
Ladinamica dell'economia italiana
Tavola 1.1 - Principali indicatori dell'economia italiana ... . Tavola 1.2 - Formazione e distribuzione del reddito ... . Tavola 1.3 - L'attività produttiva, costi e prezzi... ... . Tavola 1.4 - Prodotti industriali ... ; .. . Tavola 1.5 - Investimenti per branca produttrice ... . Tavola 1.6 - Formazione, distribuzione ed impieghi del reddito delle famiglie consumatrici Tavola 1.7 - Consumi delle famiglie ... . Tavola 1.8 - Conti economici consolidati dalle Amministrazioni pubbliche ... .
2. La popolazione
Tavola 2.1 - Indicatori demografici ... . Tavola 2.2 - Saldo migratorio per ripartizione. geografica ... . Tavola 2.3 - Permessi di soggiorno rilasciati a stranieri per area di cittadinanza e per mo-
tivo al 31 dicembre 1992 ... . Tavola 2.4 - Movimento anagrafico dei cittadini stranieri per cittadinanza ... . Tavola 2.5 - Popolazione cancellata dall'Anagrafe per trasferimento di residenza all'estero
secondo il titolo di istruzione e il continente di destinazione ... .
3. I servizi alla popolazione: struttura ed efficienza L'istruzione
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Pago 254 257 257 257
258
Tavola 3.1 - Spesa pubblica per l'istruzione ... Pago 259 Tavola 3.2 - Unità scolastiche, alunni, studenti e insegnanti, variazione percentuale degli
iscritti allo anno per tipo di scuola... 260 Tavola 3.3 - Licenziati e ripetenti allo anno della scuola dell'obbligo e della secondaria su-
periore ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... ... 261
Tavola 3.6 - Distribuzione delle pensioni... ... ... ... ... ... 266
L'assistenza
Tavola 3.7 - Conto economico consolidato dell'assistenza - Totale istituzioni ... Pago 266 Tavola 3.8 - Prestazioni assistenziali in denaro, numero dei trattamenti pensionistici e im-
porto medio unitario... 267 Tavola 3.9 - Indicatori dell'attività degli Enti assistenziali ... ... ... 268
La sanità
Tavola 3.10 - Attività sanitaria pubblica ... .. .
Tavola 3.11 - Spesa sanitaria pubblica e privata di parte corrente ... . Tavola 3.12 - Consumi sanitari delle famiglie ... ..
Tavola 3.13 - Struttura del personale dipendente degli Istituti pubblici e privati ... . Tavola 3.14 - Indicatori dell'attività degli Istituti di cura pubblici e privati ... ..
Tavola 3.15 - Posti letto, degenti, giornate di degenza e dipendenti degli Istituti di cura pubblici e privati ... . Tavola 3.16 - Durata media della degenza in giorni negli Istituti di ricovero e cura, per ca- tegoria e qualifica degli Istituti ... . Tavola 3.17 - Medici del Servizio sanitario nazionale, per categoria ... . Tavola 3.18 - Strutture sanitarie pubbliche, comunità terapeutiche residenziali perla cura
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della tossicodipendenza e tossicodipendenti in trattamento ... 275
L'attività giudiziaria, di ordine pubblico e penitenziaria
Tavola 3.19 - Uffici giudiziari secondo
iltipo di organi e addetti alla giustizia, per qualifica ... . Tavola 3.20 - Presenza sul territorio delle Forze dell'ordine ... . Tavola 3.21 - Procedimenti esauriti su carichi di lavoro sopravvenuti presso gli Uffici giu-
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diziari civili, durata media dei procedimenti giudiziari per fase processuale 277 Tavola 3.22 - Procedimenti esauriti su carichi di lavoro sopravvenuti presso gli Uffici giu-
diziari penali, durata media dei procedimenti giudiziari per fase processuale 278 Tavola 3.23 - Delitti denunciati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dal Cor-
. po della Guardia di Finanza ... 280
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Tavola 3.24 - Imputati giudicati prosciolti e condannati ... . Tavola 3.25 - Movimento dei detenuti negli Istituti di prevenzione e pena ... . Tavola 3.26 - Attività dei detenuti. ... .
4. I soggetti: percorsi di vita e disuguaglianze
I minorenni e i giovani
tavola 4.1 - Famiglie per numero di figli minorenni e giovani, madri lavoratrici con figli minorenni ... . Tavola 4.2 _ Minoreni nei presidi residenziali socio-assistenziali ... .
Tavola 4.3 - Minorenni e giovani portatori di handicap presenti nei presidi residenziali
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socio-assistenziali ... 283
Tavola 4.4- - Asili nido: posti disponibili, addetti e tasso di frequenza ... 283 Tavola 4.5 - .Iscritti alle scuole secondarie superiori per tipo di scuola e tasso di
scolarità... 284 Tavola 4.6 - .Minorenni e giovani per tempo dedicato giornalmente alle attività domesti-
che e alle cure dei familiari e ad alcune attività del tempo libero... 284 Tavola 4.7 - .Famiglie con figli minorenni e giovani al di sotto della soglia di povertà, mi-
norenni e giovani poveri ... 285 Tavola 4.8 - Minorenni denunciati per classe di delitti... 285 Tavola 4.9 - Quozienti di criminalità per i delitti commessi da minorenni ... 286 Tavola 4.10 - Movimento dei detenuti minorenni e giovani negli Istituti per minori e ne-
gli Istituti di prevenzione e pena... 287 Tavola 4.11 - Minorenni e giovani condannati per traffico e spaccio o detenzione di stu-
pefacenti e deceduti per assunzione di droga... 287 Tavola 4.12 - Decessi per Aids, droga, suicidio e incidente stradale sul totale dei decessi
per alcune classi di età ... ,... 288
Le donne
Tavola 4.13 - Tasso di femminilizzazione della popolazione scolastica e universitaria ...
Tavola 4.14 - Età media della madre al parto, parti cesarei, posti letto e tasso di occupa- zione per unità di ostetricia negli Istituti di cura pubblici e privati ... ..
Tavola 4.15 - Condizione di salute dichiarata dalla popolazione per sesso e per classe di età ... . Tavola 4.16 - Fumatori ed ex fumatori per sesso e per età ... . Tavola 4.17 - Numero medio di giorni di assenza per malalL<l e percentuali di malati per posizione nella professione e per sesso ... .
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,l'Tavola 4.20 - Famiglie con persona di riferimento donna in età fino a 65 anni per alcune
tipologie al di sotto del1:i soglia di povertà... 293 Tavola 4.21- Donne tra i 18 e i 64 anni per condizione socio-economica secondo il tem-
tempo dedicato giornalmente alle attività domestiche, alle cure familiari e
alle attività del tempo libero... 294 Tavola 4.22 - Donne entrate, uscite e presenti negli Istituti di prevenzione e pena... ... 294
Gli anziani
Tavola 4.23 - Indici di vecchiaia, di dipendenza e di ricambio della popolazione attiva .... . Tavola 4.24 - Anziani per sesso, età e caratteristiche strutturali della famiglia ... . Tavola 4.25 - Anziani per sesso ed età assistiti negli Istituti di assistenza con pernotta-
mento ... . Tavola 4.26 - Struttura dei consumi dene famigliè di anziani ... . Tavola 4.27 - Anziani per classe di età sul complesso delle persone al di sotto della soglia di povertà ... . Tavola 4.28 - Anziani per tempo dedicato giornalmente alle cure familiari, alle attività do-
domestiche e al tempo libero ... . Tavola 4.29 - Condizioni di salute della popolazione anziana per sesso e classe di età ... . Tavola 4.30 - Suicidi e tentativi di suicidio degli anziani (65 anni e più) ... .
Gli stranieri
Tavola 4.31 - Studenti stranieri per tipo di scuola e ripartizione geografica ... ..
Tavola 4.32 - Studenti stranieri nelle Università per area di origine e sesso ... ..
Tavola 4.33 - Stranieri extracomunitari iscritti al collocamento per alcuni paesi di origine ... . Tavola 4.34 - Stranieri extracomunitari iscritti al collocamento per sesso e classe di età ..
Tavola 4.35 - Stranieri extracomunitari avviati al lavoro per alcuni paesi di origine ... ..
Tavola 4.36 - Stranieri entrati, usciti e presenti negli Istituti di prevenzione e pena ... ..
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La situazione del Paese
SUfiESIDELRAPPORTO
Premessa
Con la legge di riforma del 1989, l'Istituto Nazionale di Statistica ha visto notevolmente am- pliati i propri compiti. Alla tradizionale attività di produzione di informazioni statistiche, infatti, è stata affiancata quella di coordinamento e promozione dell'attività statistica svolta da altre Isti- tuzioni, nonché di sviluppo della ricerca, sia metodologica, sia applicata. La trasformazione dell'Istituto in Ente di Ricerca rappresenta un momento intermedio di un processo iniziato die- ci .anni fa e che richiederà un certo tempo, ci auguriamo più breve, per completarsi, essendo necessari profondi cambiamenti nella professionalità del personale ed impegnative modifiche degli assetti organizzativi interni e dei rapporti con l'esterno.
D'altra parte, la domanda di informazione è in continuo sviluppo, sia quantitativo, sia quali- tativo. Sempre più frequentemente l'opinione pubblica richiede statistiche intese non più come elenco "inerte" di cifre, ma come informazioni, ossia come un "prodotto" complesso, nel quale la rigorosa elaborazione e presentazione dei risultati venga accompagnata da analisi e spunti in- terpretativi utili per comprendere la società nei suoi diversi aspetti e nella sua dinamica. La ne- cessità di una tale integrazione viene ormai riconosciuta da tutti i principali Istituti nazionali di statistica, nella piena consapevolezza che questa attività debba necessariamente essere realiz- zata con imparzialità, indipendenza e rigore metodologico.
La
scelta di qualificare lo sviluppo dell'attività di ricerca sulle tematiche maggiormente rile- vanti per la vita del Paese come uno dei quattro obiettivi "strategici" e prioritari del programma _- triennale 1992-94 dell'Istat ha consentito di intensificare l'impegno nella ricerca da parte del per- sonale dell'Istituto, attraverso l'avvio e la realizzazione di specifici progetti di studio su diverse tematiche di carattere demografico, sociale ed economico. A questi obiettivi l'intero Istituto ha dato una risposta piena e convinta.
Il desiderio di offrire un contributo alla conoscenza dell'odierna situazione italiana, e per questa via rispondere, almeno in parte, alla domanda di informazione prima ricordata, ha spin- to il presidente dell'Istat ad avviare la redazione di un "Rapporto Annuale", nel quale illustrare, da un lato, alcuni degli aspetti più rilevanti intervenuti nell'anno trascorso in campo demogra- fico, sociale, economico ed ambientale, dall'altro, lo stato dell'informazione statistica ufficiale.
Esso si pone come naturale evoluzione dell'usuale "Relazione del Presidente", attraverso la qua- le negli anni scorsi è stata evidenziata e sintetizzata l'attività dell'Istituto.
Una delle caratteristiche più salienti della realtà odierna è la sua estrema complessità ed ete- rogeneità ed in un momento in cui l'insicurezza cresce e pervade i comportamenti dei vari sog- getti, il ruolo dell'informazione assume una assoluta centralità nei processi decisionali, sui qua- li rischiano di influire sempre più negativamente "falsi" segnali o affermazioni di parte. In una situazione come questa al Sistema Statistico Nazionale (Sistan) si chiede una corrispondente ca- pacità di risposta in termini di articolazione, tempestività, qualità e interpretabilità dell'informa- zione prodotta. Ciò implica necessariamente una crescente integrazione dei processi di produ- zione del dato e, pertanto, uniformità delle metodologie di raccolta delle informazioni di base e confrontabilità degli schemi di lettura e di analisi.
Tale capacità può essere assicurata soltanto da un apparato statistico caratterizzato da flessi-
bilità ed articolazione, in grado di rispondere tempestivamente alle esigenze di conoscenza di
un universo di decisori sempre crescente. Ogni centro decisionale per operare correttamente ha
questo modello, all'Istat viene assegnata una funzione strategica fondamentale, quale polo
"esponenziale" del Sistema con compiti di referente metodologico, supervisore e formatore per tutti gli altri soggetti interessati, oltre che, naturalmente, di produttore in proprio di alcune fon- damentali rilevazioni di interesse nazionale.
La costruzione del Sistan è ancora in corso, con le difficoltà naturali che la messa a punto di un progetto di questa complessità comporta. Particolarmente laboriosa risulta la costruzione del Sistema sul territorio, soprattutto in alcune aree del Paese, anche perché l'adesione alla norma- tiva di legge da parte delle Amministrazioni locali non sempre è sufficientemente tempestiva e convinta. D'altra parte, la creazione degli uffici di statistica in tutte le Amministrazioni centrali e negli Enti pubblici, l'adesione completa delle Prefetture al Sistan, la partecipazione ad esso fin dalla sua costituzione delle Camere di Commercio, la recentissima definizione di uno schema di indirizzo per la creazione degli uffici di statistica delle Regioni - approvato dalla Conferenza Sta- to/ Regioni - attestano la realizzazione delle linee forti del Sistema. L'adozione di atti formali di adesione al Sistan da parte di circa mille enti locali testimonia l'esistenza di un processo di svi- luppo che interessa l'intero sistema, anche se richiede ancora un notevole impegno per la sua crescita diffusa sull'intero territorio nazionale.
È indispensabile che il dialogo tra i produttori dell'informazione statistica ufficiale ed i suoi principali utilizzatori pubblici e privati, già avviato con la Prima Conferenza Nazionale di Stati- stica, sia sempre più diretto e continuo nel tempo affinché, all'interno delle aree ritenute più ri- levanti ai fini dell'indagine statistica, vengano stabiliti i necessari equilibri sia a livello settoriale, sia a livello territoriale. L'ambiente, il territorio, gli accadimenti sociali saranno sicuramente gli , aspetti che maggiormente impegneranno i futuri programmi del Sistema Statistico N azionale co-
sì come hanno, finora, caratterizzato le strategie di ricerca e di indagine dell'Istat, fatto questo di cui il presente Rapporto ne è piena testimonianza. In tutti i settori (demografico, sociale, eco- nomico, ambientale) l'impegno del Sistema sarà comunque quello di dare, in modo coordina- to, informazioni statistiche complete, coerenti, integrate, validate, tempestive e facilmente ac- cessibili anche a livello locale, esigenza quest'ultima, sempre più avvertita per uno sviluppo del- la Società che abbia piena coscienza di realtà difformi e mutevoli nel tempo.
Dinrunica economica e incertezza
L'anno trascorso appare dominato da una elevata e crescente incertezza. Tale fattore, evi- dentemente presente anche nel recente passato (si pensi, ad esempio, all'impatto economico e psicologico della crisi Mediorientale del biennio 1990-1991), nel 1992 è cresciuto significativa- mente, essendo apparsa più evidente l'estrema complessità dei problemi e la difficoltà di indi- viduare soluzioni praticabili ed efficaci per molti di essi. D'altra parte, fin dal suo inizio il 1992 si era configurato, sul piano internazionale e su quello interno, come un anno di cerniera tra due fasi e, come sempre accade di fronte ad un mutamento "sistemico", l'incertezza diviene non solo inevitabile, ma assume un ruolo chiave nel determinare i comportamenti concreti dei di- versi agenti.
Sul piano internazionale, nell'anno trascorso erano previsti alcuni eventi di carattere istitu-
zionale ai quali l'opinione pubblica ed i soggetti economici attribuivano grande rilevanza: l'ele-
zione del nuovo Presidente degli Stati Uniti era vista, ancor più che nel passato, come un pas- saggio destinato ad incidere profondamente non solo sul futuro di quel Paese, ma anche sugli sviluppi immediati del processo di ridefinizione del quadro internazionale; grande attesa vi era per la prosecuzione dell'Uruguay Round del Gatt, nel quale affioravano ormai chiaramente ten- denze di resistenza protezionistica non solo di natura tattica, ma strategica; infine, erano pro- grammati i primi adempimenti di carattere politico per la ratifica da parte dei paesi europei del Trattato di Maastricht.
Non di minor conto, peraltro, erano le attese su un mutamento strutturale della situazione ita- liana: le elezioni politiche generali previste in primavera erano considerate un possibile mo- mento di cambiamento degli assetti preesistenti; evidente era la necessità di procedere con mag- giore decisione al risanamento della finanza pubblica, visti i vincoli imposti dal Trattato di Maa- stricht e sussistevano le premesse per realizzare una qualche modifica del quadro normativo inerente la struttura del costo del lavoro. Ciascuno di questi aspetti veniva visto come un pre- requisito per conservare, ed anzi accrescere, la fiducia degli investitori internazionali sul "siste- ma Italia", che a sua volta era ritenuta condizione necessaria, ancorché non sufficiente, per con- tenere il livello dei tassi di interesse ad un livello compatibile con il sentierQ di rientro della fi- nanza pubblica ipotizzato e con uno sviluppo economico coerente con una politica di conteni- mento della disoccupazione.
In effetti, gli eventi intervenuti nel corso dell'anno hanno contribuito a rendere la situazione sociale ed economica ancora più complessa e densa di difficoltà, al punto che l'incertezza si è gradualmente trasformata in insicurezza. Le crescenti difficoltà di carattere economico hanno im- posto modifiche di natura strutturale nei campi della previdenza e della sanità, le quali hanno re- so evidente l'insostenibilità nel lungo termine delle regole poste alla base dei trasferimenti inter- generazionali. Ciò ha reso le famiglie più incerte sul proprio benessere futuro, mentre l'acuirsi della crisi occupazionale ed il contenimento del reddito disponibile reale ha provocato una bru- sca revisione dei comportamenti di consumo.
Disegnato all'inizio del 1991 come un anno nel quale le principali economie industrializzate sarebbero cresciute a tassi compresi tra il 2,5% ed il 3% (con una punta di quasi il 4% per il Giappone), il 1992 è invece apparso, con il passare del tempo, come un periodo di crescita bas- sa ed incerta fino al manifestarsi, nella seconda parte dell'anno, di segnali tipicamente recessivi in diversi sistemi economici, che si rifletteranno, probabilmente, nel corso del 1993 nella cre- scita media del reddito più contenuta degli ultimi dieci anni. A fronte di una tendenza general- mente decrescente dell'inflazione, con la sola, ma importante; eccezione della Germania, si è così confermata l'incapacità strutturale delle economie più sviluppate di contenere la crescita della disoccupazione.
L'inversione della fase ciclica è avvenuta in presenza di una brusca modificazione del clima
di opinione degli operatori economici a partire dapprima dal referendum danese di giugno e,
successivamente, dalla crisi valutaria di settembre. La caduta delle attese sull'evoluzione dei di-
versi sistemi economici formulata dalle famiglie e dagli imprenditori europei è stata la più am-
pia degli ultimi anni. In particolare, la sospensione della partecipazione della lira e della ster-
lina agli Accordi di cambio, la svalutazione di altre valute e la successiva instabilità dei cambi
sono state accompagnate da un'ondata di sfiducia sulla possibilità di proseguire nell'integra-
zione europea, almeno con i tempi e le modalità previste nel Trattato di Maastricht. Nonostante
l'approvazione di quest'ultimo da parte di diversi membri della Comunità, è emersa in manie-
ra evidente la consistenza di un movimento contrario ad esso, variegato e contraddittorio, ma
con significative radici in vasti segmenti della popolazione europea. Tendenze xenofobe da
sempre latenti hanno trovato nuovo slancio, alimentate da isolate campagne d'opinione e dal
D'altra parte, già nella prima parte dell'anno era apparsa evidente la diversità tra le strategie dichiarate e quelle praticate dalle autorità di politica economica dei paesi europei da un lato, a cui si era aggiunta l'esigenza di mediare tra gli interessi nazionali e quelli tipici dei soggetti in- ternazionali, fossero essi istituzioni o singoli agenti economici. Se, infatti, nella fase di massima pressione speculativa sulle monete ritenute più deboli del Sistema Monetario Europeo ha tro- vato conferma la disparità (del resto ben nota anche in passato) tra l'ampiezza dei capitali in grado di mutare in poche ore divisa di impiego e quella delle riserve valutarie delle autorità mo- netarie europee, non si può non riconoscere che il Sistema ha ceduto anche a causa dell'etero- geneità degli obiettivi perseguiti da queste ultime. Di fronte ad un conflitto evidente tra le esi- genze, pur comprensibili, di stabilità interna di alcuni paesi e quelle altrettanto fondate della di- fesa di un Accordo europeo di cambio, è stato facile prevalere per chi operava senza vincoli di localizzazione, perseguendo unicamente l'obiettivo di breve periodo di un incremento di valo- re delle proprie attività.
Nel caso italiano, dopo un primo trimestre nel quale, grazie alla vivace dinamica delle espor- tazioni (in particolare quelle verso i paesi extra Cee), il Prodotto interno lordo in termini reali era cresciuto ancora dello 0,5%, un tasso vicino a quello dei trimestri precedenti, la situazione si è rapidamente deteriorata. Esaurita la breve ripresa degli investimenti nella seconda metà del 1991 (concentrata nei settori dei servizi destinabili alla vendita e nella Pubblica Amministrazio- ne), l'acquisto di beni capitali si è andato riducendo sensibilmente (-2,1% e -2,2% nei primi due trimestri del 1992), mentre le esportazioni hanno denunciato crescenti difficoltà, in presenza di una forte crescita della penetrazione delle importazioni, soprattutto nel settore dei beni di con- sumo, la cui domanda appariva ancora sostenuta. La situazione si è aggravata ulteriormente nel- la seconda parte dell'anno, nella quale la domanda interna si è ridotta a tassi medi trimestrali dell'1,4%, a causa non solo dell'ulteriore caduta degli investimenti, ma anche della riduzione dei consumi delle famiglie, fenomeno questo che non avveniva dal 1982. Nonostante una qualche ripresa della domanda estera, il Prodotto interno lordo si è così ridotto sia nel terzo, sia nel quarto trimestre dell'anno, facendo registrare nella media del 1992 il peggiore risultato degli ul- timi dieci anni (+0,9%).
Il consuntivo degli investimenti fissi lordi (-1,4% nell'anno in termini reali) appare molto più negativo se si tiene conto degli ammortamenti, al punto che gli investimenti netti, dopo essere diminuiti del 3,6% nel 1991, si sono contratti nel 1992 dell'8,8%. A concorrere a tale dinamica sono stati diversi fattori: il peggioramento delle prospettive di domanda e l'alto costo del dena- ro possono aver scoraggiato gli acquisti di beni capitali delle imprese industriali, mentre sem- bra essersi esaurito il ciclo di accumulazione che ha caratterizzato il settore dei servizi privati per tutti gli anni '80. D'altra parte, significativi tagli alla spesa pubblica in conto capitale (-0,8%
in termini nominali per il complesso delle Amministrazioni pubbliche e -3,7% per gli investi- menti diretti) e le difficoltà aggiuntive del settore delle opere pubbliche hanno fatto mancare un sostegno alla domanda d'investimento analogo a quello che si manifestò nella crisi dei primi an- ni '80.
La riduzione della spesa per consumi privati avvenuta nella seconda metà dell'anno non ha
comunque impedito che questi ultimi aumentassero dell'1,8% in termini reali per il compIe so
del 1992. A sostenere tale aumento è stata in parte una modesta ripresa della propensione al
consumo, in presenza di un reddito disponibile delle famiglie cresciuto in termini nominali
del 7%. Questo incremento, però, si ridimensiona significativamente se si considerano le impo- ste sul patrimonio a carico delle famiglie, pari a circa 15.000 miliardi, ossia 1'1,3% del reddito an- nuale disponibile. Tale onere (concentrato nel secondo semestre del 1992) è andato, in realtà, ad incidere sulle decisioni di spesa corrente delle famiglie, già colpite, proprio nei secondi sei mesi dell'anno, da un forte contenimento dei redditi nominali da lavoro dipendente, solo par- zialmente compensato dall'aumento dei redditi da capitale. Coerentemente con gli accordi in- tervenuti nell'ultimo triennio tra le parti sociali, infatti, le retribuzioni non hanno beneficiato nell'anno né degli adeguamenti automatici all'inflazione passata, né (in generale) di emolumenti derivanti da nuovi contratti, né di accordi decentrati, facendo segnare la più contenuta crescita dei valori per unità di lavoro dipendente degli ultimi 30 anni (4,9%). Se poi si considerano le retribuzioni nette, l'aumento appare ancora più contenuto: la crescita delle retribuzioni contrat- tuali si abbassa di circa un punto per il totale del sistema economico passando dagli importi lor- di a quelli netti, a causa sia dell'aumento degli oneri sociali a carico dei lavoratori dipendenti (in una misura pari allo 0,6%), sia del ripristino delle aliquote Irpef vigenti nel 1989.
Favorita dalla debolezza dei corsi delle materie prime nella prima parte dell'anno, dal conte- nimento del costo del lavoro e dalla caduta della domanda interna nella seconda, è proseguita la tendenza al contenimento dell'inflazione. Il deflatore dei consumi delle famiglie è aumenta- to, nella media del 1992, dèl 5,4% (6,8% nel 1991), con un minimo del tasso tendenziale nel cor- so del quarto trimestre (4,7%) conseguito in presenza di un deprezzamento della lira nei con- fronti dell'anno precedente oscillante tra 1'11% (rispetto al dollaro) ed il 17% (cambio lira-mar- co). La variazione del deflatore del Prodotto interno lordo è stata del 4,7%, valore anch'esso estremamente contenuto rispetto all'esperienza dell'ultimo ventennio.
La mancata ripresa inflazionistica nei mesi successivi alla sospensione della lira dagli Accor- di di cambio non ha mancato di destare qualche sorpresa. In realtà, le analisi condotte all'in- terno dell'Istat fin da ottobre avevano segnalato come il deprezzamento avrebbe avuto effetti inflazionistici estremamente diversi da quelli registrati nel passato a causa della particolarità del- la fase ciclica attraversata dal sistema economico e della ristrutturazione intervenuta negli ultimi anni nel settore commerciale. In particolare, simulazioni di carattere econometrico indicano che, nell'ultimo quadrimestre del 1992, le imprese industriali hanno assorbito più che nel pas- sato l'aumento dei costi delle importazioni, ma la dinamica particolarmente favorevole del co- sto del lavoro per unità di prodotto (-2,5% nel quarto trimestre dell'anno rispetto al periodo pre- cedente nella trasformazione industriale), unitamente ad una politica di prezzo da parte degli importatori particolarmente attenta al mantenimento delle quote di mercato, ha consentito agli operatori nazionali di recuperare margini di profitto (+0,4% nel periodo ottobre-dicembre in ter- mini congiunturali) senza incidere più di tanto sui prezzi finali.
A contenere l'aumento dei prezzi al dettaglio sono stati soprattutto i margini d'intermedia- zione, in particolare quelli delle strutture distribùtive all'ingrosso. La caduta congiunturale dei margini commerciali si inserisce, comunque, in una tendenza di carattere strutturale caratteriz- zata dall'espansione della media e grande distribuzione. Il graduale "spiazzamento" degli eser- cizi commerciali di minori dimensioni (fenomeno questo tipico di tutte le economie più avan- zate) ha subito nel corso del 1992 una evidente accelerazione. Se nella media dell'anno, infatti, il fatturato della grande distribuzione è cresciuto ad un tasso quasi doppio di quello rilevato per le piccole e medie strutture, nel secondo semestre l'aumento del primo è stato pari a quasi tre volte quello del secondo.
La dinamica dei margini lordi delle imprese è stata comunque contenuta in quasi tutti i set- tori di attività economica: nell'agricoltura, il mark-up è diminuito nell'anno del 4,3%, nell'indu- stria in senso stretto dello 0,4%, nei trasporti e comunicazioni dello 0,3%. Solo nel credito ed as-
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