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(1)

-

.

T!TISTICA INDUSTRIALE.

, . _ . ,

-'LOMB'ARDIA.

\ ,

ROMA

,

ISTAT ...

Si5?,

1l1,otaça

I

In_tarlo

S.S.N.

L.;;j.J..~

Data ... . ~... • • J __ lI • '

... - . . o .. __ ... _._~~ '1'lJ'OGH.4F1A NAZIONALE Dl G. B~Rl'En.O

(2)

STATIS'rICA INDUSTRIALE DELLA LOMBARDIA.

CENNI GENERALI.

(

Pagina 4!vertenz~ preliminari - Divisi,one amministrativa - Condizioni geografiche -Superficie -

Oro-grafia - Idrografia - Geologia - Superficie, circoscrizione amministrativa e .:iDPolazione - Emigrazione all'estero - Istruzione - Sta.mpa. periodièa Uffici postali e telegrafici -Movimento d~lle cprrispondenze' e prodotti del servizio postale - Movimento dei tele-grammi - Linee telefoniche - Finanzé dèi comuni e delle provincie - Sconti ed anticipa-zioni, -, MovimentO dei depositi a risparmio - Società industriali - Viabilità. - Stabilimenti idroterapici ed aèque minera.li - Porti e navigazione lacuale - Conceseioni di derivazioni di &:cque pubbliche -.-"forze motrici idrauliche - Caldaie a vapore - Motori a gas. • XI,

NOTIZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI BERGAMO.

- ' . ,rA/

Pagina.

I .. lndustrle, minerarie, mecoaniche .. e

chi-miche:' .

Miniere~ • • • • . • , , . • • • .

"Offici~e metallurgiche -Officin~ della ghiaa - Officine del ferro e dell'qpciaio - Officine dello zinco. • • • .'. • , , -OffiCine meccaniche e' fonderie.

·Officine per l'illUIninaziO'ue - Gas Luce elettrica . . " . • . • Cavj . • ," • • • . . . . • . • "Fornaci - Calce, gés80, cementi e lalet'izi

" - Fub1)richeili oggetti di cemento - For-1

2

7 8

" "ac~ da ter,·aglie. " • . • .' • • • I l Industrie accessorie alle cave o alle

for-naci - Maci"azione della calce e del-l'anidride - Lavor, in sabbia e calce, grès, ecc. - Sme1'i'gliafura e disegm BuI

vetro.· •• '. • • . • • • • . • . 13 Fa'bbriobe di prodotti chimici

-Polve-rifici - F1tochi a..tificiaU.- Fiammiferi in legno - Sapone, candele di cet'a e di 'sego - Amido • Ooncimi artificiali,.

colla e acido solforico • • . . • U

Il. IndustrIe alimentari:

Macinazione dei cereali • 17 Brillatura del riso 19

Pagina.

Fabbriche di paste da minestra, , , Latterie e caseifici. . . • Estrazione dell'olio dai semi e dalle

19 22 ulive. . . . • . . . ivi l!'abbriche di liqnori e confettQre • 24 Fa bbriohe di spirito . . . , 25 Fabbriche di aceto ricavato dallo

spi-rit&. . . . . . ' . 26 Fabbriche di birra . . . • ivi 'Fabbriche di aequo gassose ivi

III. IDdustrle tessi li :

Industria della seta - Traltura - Torci-tura e incannaggio - OardaTorci-tura dei

ca-scami - Tessitura. • • • . . . . • 27 /Illdustria della lana - Filatul'U -

Tessitf4ra Filatura e tessitura riullite -Gllalchie,"e. . • • • . • • • • . . 36 Industria del cotone - FtlatUl'a e

rilorci-tura - Tessirilorci-tura - Filarilorci-tura., , f'itorci-tU"a e tessitwa riuriite. . . • • . • 39

Industria di'lI lino e della. canapa - Fi->latura - Tessitura. • • . • . . • . 42 Tessitura dei nastri e fabbricazione di .... tessuti elastici. • . • • . . . •• 44 Tessitura di pizzi e merletti. • , . . ivi Fabbricazione delle reti da caccia e da.

pesca . . . . .. . . • . . . ivi

fi~l

,,', ;>;

(3)

\

, :... ',P4ig,n&

Tintura, )mbianohiménto El. stinnpa dei , 1il&~f e dei tessuti.. • • : • • ' U

Fabbriéaiaione delle ma.glierie. '. Fabbriohe d~ feltri 'per cartiere. Industria tessile negli stabilimenti

pe-nali • .. • • . • .. ~. . ivi Industria. tessile easa.1ing~. ivi

IV. Indu8trie diver8e:

Fabbriohe di cappelli. • • . • • . • ·54t Ooncerie di pelli. . • • . . • • ivi Oa.rtiere e fabbriche di pasta di legrto . 55 Industrie tipografiche e poli grafiche. • 56 Segherie da legname". . . • '.' 58 I Tomérle fnlaghe; .• • Fabbriche di :l&voii tn pavi~enti,· boUi,'6oè;}. .Fabb!Ìchedi carrozze. .•.• .'. • ; . Fabbriche di,organi da. ohieéa. e dipia.tìi

1\ oilindro . '. . . • • . '. • . Fa.bbriohe di bottoni e dlspaz20lè Fabbriche di stuoie e persiaue ..

V. Rlepilo~o . . . • ': . . • ; Elenco alfabetico deipQmuni della

provin-cia di Bergamo: nei qÌlali sÌ eserci-tano le industrie considerate. . • .

NOTJZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLA. PROVINOIA. DI

BRESCIA.

Pagina I. Industrie mlnerarle,meecanlche e

Ohi-... iche:

Miniere, . , .' . . . 76 Torbiere. • . . • . • 77 Maoinazione del solfo. ivi Alti forni. • , . • •

Fonderie di ghisa. . •

Officine del ferro El dell'a.eciaio. • Ma.gli per la seconda lavorazione del

ferro e dol rame (Att1'ezzi rurali, utetJ'

8ili per U80 domestico, cerchi ed assi

per carri, chiodi e bullette, eoc.). . •

Fili di ferro, di acciaio, si velli e punte di Parigi. . . • .'. Regia fab brio a d'armi. . . .

Fabbriohe d'armi, proiettili, ooltem, forbici, ecc.. . . • . . .

OfflcÌl.le del r~me e sue leghe. Officine meccaniche con o senza

f~-deria. . • • • • • . . • Fabbrica di mobili in ferro . • . • ~ Fabbrioa di pesi e misd~e . • . .. • .' Officine per l'illuminazione -Ga8 - Luce,

elettri~a . . •

.'

Oa.ve . • . • . • ..segherie di pietre

Macinazion:~ della baritina e, dell'a.ni~

drite. • • • . • • . • .

For~aci -Calce, gesso, cemento e late"i:d

- jI'abbriche di oggetti di cemento -

Ter-t'agUe ti maioliche . . ' • • • . • . •

Fabbriche di prodotti ohimioi -Sali di , magnesia- Acido 801(oricQ, concimi

ar-'/;fir:iali e coUa - Co/m'j-Fuochi

artifi-cia,li - Fiammiferi in legno - Candele

di cera e di 8'gO - Sapone - Acqua di

cedro' - OUodi la~ro, - A.cido

piro-le-gn080 •• ivi ivi 78 80 82 ivi ivi 85 . 86 87 8S ivi 89 91 ivi 92 94

n.

Industrie aliMentari :,

Ma,cinazione dei éereali; Brillatura del riso . . .

Fabbriche di paste da minestra. • Panifici militari • . . . • •. '. • La.tteritl e caseifici. . . . . Estrazione dell'olio dai semi e dalle

olive. . '. • • • •• Fabbriche di dolci, oonfetture e

mo-starda . . . • . Fabbriche di liquori Fabbriche di spirito Fabbriche di aoeto ricavato

rito . . • • . '., . • • 1abbriche di birra. • '. • Fabbriche di acque ga.ssose Fabbriéhe di ciooria •

III. Industrie tessili :

,

da.llo

'spi-Industria. della seta -l','attura -

Torci-tura e incannaggio -Filatura dei ca~

Bcami - Tessitura. • • • • . , • •

Industria.dell& lana - lljlatù"a -Te8si·

tl4ra • FilaturtJ e te8situt'a riunite • •

Industria del cotone - Filatura e torci ..

tura -Te88itu1,à -'Filatura, ritorcitu1'a

Il te88itu,ra riunite. • • • • •. • • •

Industria. del lino e' della c,adapa -

To,.-citura del lino - Te8Bitura d~l lino 6

della canapa. • • • • • • , • • • ~ Fabbricazione di reti da pesca e da caccia . • • . • • . • • • • . . Tintura, imbia.nchi~ento e stam.pa. dei

filati e dei tessuti • • .'.

~abbricazione delle maglierie Fabbricazione dei corda..mi. • Industria tessile casalinga.

(4)

, f

Pagina IV. Industrie dlv~rse:

fabbriche di cappelli di feltro e di lana. 12~

Concerie di pelli. . • ivi Cartiere . . .' • •• . • • . • • .. 129 Tipografie e litografie. . • • . . . . 181 Lavorazione del legname -Seghe1'ie da , legttame - Fabbriche di mobili,

pavi-menti ed altri lavori in legno - Fabbri-che di botti e barili • FabbriFabbri-che di

ma-nichi da fruste. • • • • • • 182

Fabbriche di carrozze e veicoli. 185 Fabbriche di bottoni. , • . , 11\6

v

Pagina Fabbriche dì ventagli. • . • . • . • 186 Fabriche di bauli e di articoli da viaggio 187 Fabbriche di corde armoniohe e di

or-gani da. chiesa, , • , . ivi Fabbriche di spazzole. , . • • • ivi

~abbriche di fiori artificiali . , ivi Fabbriche di panieri in vimini, ivi V. Riepilogo. . • . . .'. . . . " 188

Elenco alfabetico dei comuni della provin-' eia di Brescia, nei quali si esercitano le industrie oonsiderate, . , , , • HO

NOTIZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI COMO.

Pagina

I. Industrie minerarie, meccaniche e

chi-mich~,:

Miniere. 152

. Offioine metallurgiche, mecoaniche e fonderie -OfficitlP del fetTo - Fonde1'ie di ghisa - Magli per la lavorazione del ferro - Tt'afilerie e fabbl'iche di pUtitp, chiodi e bulloni - LavoI'azione dell'ame e delle 8ue lfUhe • Tele metallichf

-Mercet';e itl metallo '(scatole di latta,

fibbie) - Officine meccaniche con o serlza

fondet'ia • i vi

Offi(Jine per l'illuminazione -Gas - Luce

elettrica. 160

Cave. 168

Fornaci -Calce, Cfmento e laterizi - Te/'·

raglie e maioliche - Vetre"ie 165

Fabbriche di prodotti ohimici - Polve-rifici, fabbriche ,di fuochi artificiali e di altri prodotti esplodenti - Fiammi-fl'ri - Cera e candelp, - Sapone - Vernici

- Ct'emor di ta,'laro -Altri prodotti

chimici. 168

. II. Industrie alimentari:

Macinazione dei çereali. 172 Brillatura del riso . 173 Fabbriche? di pil.ste da minestra. 174 Latterie e caseifici • 177 Estrazione dell'olio dai semi e dalle

olive. 178

Fabbriche di ciocco13ta, confetture e

liquort, . 180

Stabilimenti per la. fabbricazione e la vaporizzazione dei fusti da vino 181 Fabbriche di spirito ivi Fabbriche di birra. 183 Fabbriche di aoque gassose ivi

111. Industrie tessili:

Industria. de~la seta -Stabilimenti baco-logici - Trattllra - Torcitura - Car-datura dei cascami - Tessitura • Tes-situra dei cascami - Stagionalura ed

{/8saggio deqe sete. 184

Pagina.

Industria della lana - Tessitura -

Gual-chiere 209

Industria del cotone - Filatura· Te8si. tltra FitatuI'a e te8situra riunite

-Lavatru'a e ca,'datura dei cascami 209

Tessitura di materie miste. 216 Tessitura del lino e della canapa. ivi Tessitura di nastri, passamani e fabbri·

cazione di tessuti elastici. ivi Tessitura dei veli e dei merletti 218 Tintura, imbianchimento,

apparecchia-tura e sta.mpa dei filati e dei tessuti. ivi Fabbricazione delle maglierie 220 Fabbricazione dei cordami. 221 Industria. tessile casalinga. ivi

VI. Industrie diverse:

Fabbriche di cappelli. 228 Concerie e lavorazione del cuoio e delle

pelli. 229

Macinazione di materie concianti. 231 Cartiere e fabbriche di pasta di legno. ivi Tipografie e litografie. 234 Segherie e lavorazione del legname. 236 Tornerie in legno 237 Lavori in legno (Mobili, botti, barche il

fonne per scarpe). 238

Fabbriche di carri e carrozze 239 Fabbriche di pill.noforti, armoniums ed

organi da chiesa. 240 Fabbriche di ombrelli. 241 Fabbriche di cartucce ivi Fabbriche di panieri in vimini e delle

stuoie ivi

Fabbriche di pettini per tessitura, per capelli, portapenne, listini per indi-rizzi, corone funebri ivi

V. Riepilogo 244:

(5)

,,'

VI .',

NOTIZlE SULLE CONDIZIONI

INDUSTRIALI

DELLA PROVINCIA DIOREMUNA •.

-Pagina

l. IÌldustrie meccaniche e chimiche:

Officine meccaniche, fonderie e fabbri-che di apparecohi per risoaldamento ed illuminazione'. • : . . . . f . • 260 Offioine per l'illuminazione' Gas - Luce

elettrica. • • • • • • • • • . • • 262 Fornaci - Calce e laterit:i, fabbriche di

og,qetti in cemento, fornaci da vetri e cristalli e fabbriche di stoviglie . . • 264: Fabbriche di prodotti chimici - Acido

801fo.·jco e concimi artificiali - Fiam' miferi di le,qno - Saponi - Candele di cera e di sego Fabb,{che di colla -Torce a vento - Lucido da 8,carpe e ver-nici . . . . • . J • • • • • • • • 268

II. Industrie alimentari:

Maoinazione dei cereali . Brillatura del riso . . • Fabbriche di paste da minestra. Latterie e caseifici. . • . . Estrazione'dell'olio dai semi. Lavorazione dei salumi. . . Fabbriche di torrone 6 mostarda • Fabbriche di spirito . . • Fabbriohe di birra . . • . ' . . Fabbriche di acque gaesose Fabbrichtl di cicoria

III. Industrie tessili:

Industria della. seta - Stabilimenti

bacò-IO,qici - T,'attura - Torcitura ed incan-270 271 278 ivi 277 ' 280 ivi 281 ivi ivi ivi nag,qio • • • • • . . . • . . 28 ~ Pagina Tòrcituradel cotone

Filatura della juta. e ; tessitura. ,del Uno e della canapa. • . • • • . • . . Tessitura dei nastri, dei passamani,

cor-doni e stringhe • . '. • . • • • . Tintura, imbianchimento e stampa dei

filati e dei tessuti • • • Fabbricazione dei cordami.

Industria tessile casalinga. •

.

'

..

IV. Industrie diverse:

Fabbriche di cappelli. . • . . ' , ' .' Concerie di pelli e lavorazione del ouoio

e delle pelli.

Cartiere . • . • • • • Tipografie . . . • . Segherie da legname .

Fabbriche di organi da chiesa ed altri strumenti musicali. • • .:. . , Fabbriche di aste dorate . . . . Fabbriche di carrozze e finimenti. Verniciatura delle carrozze e delle

in-segne . • . . • • . • . • . Industrie varie· Pietre dure pe"sostegno

d'assi per orologi - Rivestimento . di dam;giam - Articoli per bacologia Ghiacciaie portatili •

V. Riepilogo . . . . . .

Elenco alfabetico dei comuni della provin-cia di Cremona, nel quali si eserci-tano le industrie considerate. • . ' .

286 ivi ivi 287 ivi 288 292 ivi" 298 ivi .294: ivi ivi 295' ivi ivi/ 296 298

NOTIZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLÀ PROVINCIA DI MANTOVA.

Pagina

I. Industrie minerarie, meccaniche e ohi·

miche:

Torbiere • 804

Offioine meccaniche e fonderie. . . . ivi Officine per l'illuminazione - Gas - Luce

elettrica. '; . • . • . • • . . . 806 Cave. . . . • • • • . • . . . . 807 Fornaci Laterizi Calce Cementi

-Stoviglie • • • • • • • • • ; . i vi Fabbri.che di ,prodotti chimici -

Fiammiferi Cremor di tat·taro • Concimi -Saponi e candele di 'sego - Raffinerie di petrolio - Fabb";che di Usciva - Fab-bt'iche di ghiaccio. • • • . • . • • 309

II. Industrie alimentari:

Macinazione dei cereali. . '. • • 311 Brillatura del riso • .' • 315 Fabbriche di paste da minestu. • 316

III.

Lavorazione' del Hitos. Latterie e ca.seifici. • Estrazione dell'olio dai semi. Fabbriche di sRlumi

Fa.bbriche di conserva di pomidoro . Fabbriclle di torrone e mostarda. Fabbriche di spirito Pagina 818 ivi 820 ivi ivi ivi 821 Fabbriche di aceto ricavato dallo spirito 822

, Fabbrich~ di acque gassose ivi

Industrie tessili:

Industria, della seta - StabiUmenti baco-logici - Trattura - Torcitura 823 Tintura. e stampa dei filati e dei tessuti 324 Fabbricazione delle ma.glierie 325 Fabbricazione dei oordami. ivi. Industria tessile casalinga. 826

(6)

-

,,-, ,,-,Pagina·

, Oonderie di pelli e pel1i~cerie 330 ll'abbriohe di cuoio artificiale.,. 831 Oartiere • • • • • • • • . i vi Tipografie • • • • • • . • • ivi

Fabbri~he di carte da. giuoco. • • 338

La~orazione del legname Seghèrie

-F(Jbbriche di mobili e parquets -

Fab-brichedi botti • • • . • • ivi

Fabbriche di ca.rri e carrozze 3M

.. ' VII

Pagina

. Fabbriche di giuocattoli. • 335 Fabbriche di busti da. donna. . '; i vi La.vorazione delle treccie di truciolo i vi Fabbricazione delle stuoie è 'scope,

sporte, graticci e panieri in viminl 336 V. Riepilogo,. . . • . • . . . 338

Elenco alfabetico dai comuni della provin-cia di Mantova, nei quali si eserci-t.ano le industrie considerate. • • ; 340

NOTIZlffi SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALI DELLA PROVINOIA DI MILA.NO.

Pagi?

l. Industrie minerarie, meccaniche e chi-miche:

Torbiere 344

Fabbriche di combustibili agglomerati. ivi Officine met,allurgiche -Officine dell'oro

e del t'a me ivi

Fonderie -Fonderie d,i acciaiu" di ghisa, bronzo e ottone - Fonderie di campane - Fonderie di cat'aiteri drt stampa-Fonderie di tubi di p;o,mbfJ, pallini da caccia, arpioni, bollO/Ii, d'ldi, viti, chiòdi, lime e nlbinetti - Fondàie

an-nesse ad officine meccaniche • • • • 345

Officine meccaniche con o senza fonde-ria. -Produzione del felTo vuoto e sa-gomato -Loeom'Jtive, vagoni e catTi da .ferrovie e da tramvie - Caldaie a

va-pore il motori a qas e idraulici -

Mac-chine pel' l'indnstl·ja, - Apparecfti da

illuminazione e da riscaldamel -

Costruziot.i in fetTo Pesi e m;su,re --Macchinario da illuminazione elettrica,

appm'ati elettrici, strumenti di ottica, di fisica e di calcolo, di chil'urgia e di

m'topedia - Prodotti metallici va-r; 348

Lavorazione dei metalli preziosi 357 Officine per l'illuminazione -Gas -Luce

elettrica. ivi

Cave. 360

Lavorazioni <li> pietre, marmi, asfalto e pulitura di pietre preziose. 361 Fornaci -Calce, ,qesso, cemento, lat,wizi

e terre cotte - Fabbriche di f)ggl'Ui di

ceménto - Fornaci da tet'rffglie, m{(,io-lièhe e porcellane - Fornaèi da vetri,

cristalli e lavor.lzione del v~tro 362

Fabbt1che di p'rodotti chimici -Acidi mine/'ali, p,-epal'ati chimici e galenici. Concimi chimici, acido 801foric6 e colla - Saponi, candide di sego, di cera,

stea-Pagina riche, 100'ce a vento e amido - Polve!'i pidche - fuochi artificiali -

}i'iammi-fetO; • FalJbl'iche di acqu,e minemli ar-tificiali - Prodotti. chimici vari. Il. Industrie alimentari:

Macinazione dei cereali . Brillatura del riso

Fabbriche di paste da minestra. F'abbriche di biscotti.

Panifici meccanici e ~fici militari. Latterie e caseifici. . .... . . . . Estrazione dell'olio dai semi. Lavorazione meccanica delle C&l'Oi suine Fabbriche di liquori, confetture,

cioc-366 373 374 377 378 ivi 384: 386 colata e conserve alimentari. 387 Fabbriche di vini spumanti (tipo

Cham-pagne) e vini rossi gassificati. 388 Fabbriche di spirito ed opifici di

retti-ficazione ivi

Fabbriche di aceto ricavato dallo

spi-rito 390

Fabbriche di birra. 391 Fabbriche di acque gassose ivi Fabbriche di cicoria. preparata ed altri

Hurrogati del caffè 3\!2 Fabbriche di glucosio. 394

III. Industrie tessili:

Industria della seta -Stabilimenti bac(,~

IO,qici -Tratlura - Tm'citura -

Carda-t~wa e filatura dei cascami - Tessitut'u - Preparazione delle sete cltcirine per l/I minut{I vendita e per tessitut'a -

Sta-gionaturel ed assa{/g;f) delle <~ete 395

Industria. della lana· Filatu,I'a - T6ssi~

tura - Filatut'a e t"ssitlu'a riunite 406

Industria del cotone -Filatlua e rito,.· Citun~ - Tessitunl - Filatura,

t'i1orci-tura e teHsitl4t'a riunite - Fabb/'iche di

cotone idrofilo 408

'"

(7)

VIII

. -.~ '. '

Pagina Industri~del lino. (}ella oana)?a e della

Juta -Fillltut'a -. Tts8itura.·. . . : . 416

Te!,!situra di materie miste. • • • . . 418

Tessitura 'dei nastri, fascie, passa.-mani, e,ec., e fabbricazione di tessuti elasti<v, • • • • . • .'. • ~ • . 420

Tessitur&. dei pizzi e tende e deami a. macchina. -Tessitura dei pizzi e te1lde

- Ricami a macchina • .'. .. • • .' 422

Tintura, imbianchimento, apparecchia-tura li) stampa dei filati e dei tessuti. 423 Fabbriche di busti, cravatte e

bian-cherie. . • • . . . . • 431 Fabbricazione delle maglierie 'ivi Fabbricazione dei cordami. 432

La.vori in pelo e crine. . . Industria tessile casalinga.

438

, ivi

IV. Industrie diverse:

Fabbriche di cappelli. . . 437

Industria. delle pelli -Concia e rifi»i-z;o1le dell, pelli - Lavot'azione del cuoio

e delle pelli'. • . • . • • .'. . . 489

Industria della carta. - Cartiere - Lavo-razione della carta. . . , . . . . 441 Tipografie, tipo-litografie e litografie . - 444

Segherie di legnami e trancie da im-piallacciatura, 7. . . U 7

Fabbriche di mobili iu ,legno. • • •

Fa.bbricazione di serramente. in legno.. e dipq,"quet8 • • • •

Altri lavori in legno • • ò • •

Fabbriche di carrozze. . . • • Fabbriche di tura.ccioli di sughero • • Fa.bbriche di strumenti musicali • Fabbriche di bottoni, gioca.ttoli, pen.

nelli, pettIni, pipe di radica e spaz-zole • . • • • . • • . . . • • . Lavorazione di metalli preziosi. •• . Fabbriche di attrezzi per filatura e teso sHura . • • . • • . . • . • . . Lavorazione della gomma, guttaperca,

a.mianto e dei tessuti impermeabili .' Fabbriche di fiori artificiali, lavora-... zioae, candeggio e tintoria di' piume.

Fabbriehe di ventagli. . • : . • . .. FlJ.bbriche di trecciato per ca.ndele

stea-riche . • • • . . . Lavorazione delle spugne. Manifattura dei tabacchi

V. Riepilogo . .'. . . • . .

Elenco alfabetico dei comuni della provin-cia. di Milano, nei quali si esercita.no le industrie considerate 4:51 452 ' ivi 458 451) ivi 456 457 i"i ivi 458 ivi. 459 462

NOTIZIE SULLE CONDIZIONI INDUSTRIALl DELLA PROVINCIA DI PAVIA.

Pagina

J. Industrie minerarie, meccanIche e chi-miche:

Miniere . .

Fonderie -Fondel'ie di ghisa - Fonde1';e di ottone . • • • • • • . • • • .

Officine meccaniche e fonderie -Offièi1/e meccaniche con o /lenza fondet'ia - Fabb,'iche di seghette Officine del rame -Fe10ri chirul'gici - Fabbriche di pesi e misure Officinl' del Genio militare -Offici116 ferroviat·ie. • . ' . . • • •

Officine per l'illuminazione -Gas -Ll4c~

eldtr;ca. • • • . • •

Cave . . . • • . . . . • . . . Fornaci - Calce, late,'izi e p"od8t/i

re-ft·aUa,·i. • • • • • • • • • • ' , '

Fabbriche di oggetti in cemento . . ... Fabbriche di prodotti chimicI -Fuochi artificiali - Concimi artificiali -

Fiam-mife"; in legno e in cet'a - Candele di

480 ivi ivi 486 487 ivi 488

Ce1'a Sapone e stearina 8apom

-Prepa"ati antisettici. • • • • • • • 490

II. Industrie alimentari:

M acinazione dei cereali . Brillatura del riso • . . Fa.bbriche di paste da minestra. Latterie e caseifici. • . • . . Estrazione dell'olio dai semi. .

Pagina. .492 49~ 495· 49S 501 Fabhriche di cioccolata,

torrone,mo-starda., liquori, ecc. • • . . • • . 508

. Fabbriche di spirito • • • . • • • . 50 ~

Fabbriche di aceto ricavato dallo spirito ivi Fabbriche di birra. . • . • ivi Fabbriche di acque gassose .• 505

III. Industrie tessili:

Industria della seta -Stabilim~tlti

baco-logici - Trattut'a -Torcitt~ra e

incan-naggio • ~ • •• • • • • • • • • 506

Industria del cotone -Filatura e ritor-' citura - Tessitura - Filatw'a e ussi-tura riunite • • • • •

Tessitura. del lino .' . . Tessitura dei pa88amani.

(8)

J

Pagina

Fabbricatione delle maglierie Tintuta, ltÌlbianehimento e stampa. dei

filati e dei tessuti • . • • Fabbricazione dei oordami. . Industria tessile oasalinga • IV. Ihdustrlediverse:

510 511

51~ ivi

• Fabbriche di cappelli di feltro e di lana 515 Concerie e opifici di refinizione di pelli 516 Fabbriche di oalzature • • • . .'. . 517 Tipografie.. . . • • . • • • • . • ivi LlLvorazione del legname -Seghe,.ie da

, legname - Fabbriche di m9,.bi[i ed altri

IX

PagiD& lavori in legno - Fabbriche di botti. e bat'iU . Fabbriche di sèale meccaniche

a-ponte. . • . . • • • • 518

Fabbricbe _di carrozze, c,rri ed altri veicoli. . . • . 521 Fabb"riche di organi da chiesa. e di

fisar-moniche . • . . . i vi Lavorazione dei panieri in vimini .

V. Riepilogo . . .' . . . . • . \ •

Elenco alfabetico dei comuni della provin-cia. di Pavia, nei quali si eseroita.no le industrie considera.te .

ivi 522

521

NOTIZIE SULLE CONDIZiONI INDUSTRIALI DELLA' PROVINCIA DI SONDRIO.

Pagina

L Industrie minerarie, meccaniche e chi-miche:

Miniere e torbiere . . . . • . . • • 530 Officine mineralurgiche e metallurgiche

- Officine del ferl'o - Officine per la

mar.inazione del sol(o • • • . • . • 531

Officine per la seconda lavorazione del ferro. . . '. ivi FQnderie di campane • • • . . . ivi Officine per l'illuminazione a luce

elet-trica. . • .. • . . . ivi Cave. • • . • . • . . . • . . . . 582, Fornaci -Calce,ges8o e laterizi. • • . 533 Fabbriche di prodotti chimici -

Polve-t'ifici'- Candele di cera - Saponi. 534

II. Industrie alimentari:

Macìnazione dei cereali . 536 Fabbriche di past.e da minestra. • 537 Latterie e caseifici • • • . . . ivi Fabbriche per la prepara.zione dei

fun-ghi in conserva . 540 Fabbriche di spirito· ivi

Fabbriche di birra. . " " Fabbriche di acque gassose III. Industrie tessili:

Pagln&

541 ivi

-Industria della seta - Tl'attum -

Torci-tUI'a e incannaggio -Tes8itura . • . 54~

Industria del cotone -Filatura e

rit01"-citul'a - Fabbriche di ovatte. 543

Tintorie . . • . . . 544 Industria tessile casalinga. 541>

IV. Industrie diverse:

Concerie di pelli. " Cartiero . . . • . • Tipogra.fie e litografie. Segherie da legpame . Fabbriche di barili. . Fabbriche di tnraccioli 54& 547 ivi ivi 548 ivi La.vori in legno ed in vimini. ivi V. Riepilogo . • . . . . • . • 550

(9)

(

STATISTICA INDUSTRIALE DELLA

LGMBARDIA.

CENNI 8ENÉRAli

(1)

Avvertenze preliminari -- Divisione amministrativa - Condizioni geografiche - Superficie -

Oro-grafia - Idrografia - Geologia - Superficie, circoscrizione amministrativa e

popolazione-Emigrazione all'estero - Istruzione - Stam{>a periodica - Uffici postali e telegrafici -

Movi-mento delle cOI'l'ispondepze e prodotti del servizio postale - MoviMovi-mento dei telegrammi- Linee

telefoniche - Finanze dei comuni e delle provincie - Sconti ed anticipazioni -- Movimento

dei depositi a risparmio - Società. industriali - Viabilità - Stabilimenti idroterapici ed acque

minerali - Porti e navigazione lacuale - Concessioni di derivazione di acque

pubhliche-Forze motrici idrauliche - Caldaie a vapore - Motori a gas.

Avvertenze preliminari. -

Questo volume riunisce e rifonde le notizie pubblicate

intorno alle condizioni industriali delle otto provincie della Lombardia, nei fasci-coli VII, VIII, XIV, XXXVIII, XLIII, XLIV, XLV e LH della StaUstica

illdu-striale. (Annali di Statistica, serie IV, volumi 15, 18, 25·,56,63, 65 66 e 74 - Roma, tipo Eredi Botta), con quelle_aggiunte e correzioni che si sono potute introdurre in ~eguito a nuove ricerche fatte col concorso delle Camere di commerc!o e di altre 'rapprèsentanze ed enti amministrativi e di private pers<?ne competenti nelle diverse

materie (2).

Ilvolurhe si- àpre con notizie di carattere generale relative all'intera Lombardia. Esse riguardano le' divisibni amministrative, le condizioni geografiche, la superficie, . l'orografia, l'idrografia, la geologia, la pop~lazione, l'emigrazione, l'istruzione, la stampa periodica, il movimento delle corrispondenze postali e telegrafiche, le finanze dei comuni e delle proyincie, gli sconti, le anticipazioni, i depositi a risparmio, le Società industriali, la viabilità, le acque minerali, le forze motrici, ecc.

Indi si espongono, in separati capitoli, le condizioni industriali delle singole pro-vincie, coll'aggiunta per ciascuna provincia di un riassunto degli operai occupati

(1) Le notizie sulle varie materie di questi Cenni generali non si riferiscono tutte alla medesima data; per le une rappresentano la sitrtazioneo il movimento del 1893, per le altre quelle di anni ante-riori: per ogni paragrafo si è creduto opportuno di· riprodurre i dati più recenti conosciuti.

(2) Oltre alle Camere di comme~cio fornirono utili suggerimenti ed element.i di fatto gli Uffici di Prefettura e Sotto-Prefettura, i Verificatori dei pesi e misure, l'Ufficio dell.~ miniere del distretto di Milano, l'onorevole prof. Giovanni Marinelli, deputato al Parlamento, e specialmente per l'orografia e la geologia l'ingegnere capo nel Real Corpo delle miniere P. Zezi e per l'idrografia il compianto G. Zoppi, pure ingegnere capo' delJe miniere.

(10)

, ,J'

XII

nelle diverse industrie e di unindit!e alfabetico dei comuni, contenenle ,l'indicaiiope--, delle industrie ivi esercitate.

Al termine delle otto monografie si dà uno s:pecchio genetale, del numero degli ()perai occupati,

déI1a

forza mob:ice impiegata e del I).umero dei telai casàlinghi, per tutte l,e provincie- della Lomhdrdia, colla divisione delle industrie per grandi gruppi.'

,

,

Divisioni amministrative - Con~;z;oni geografiche - Superficie. - Ammini~ str~tivamente' la Lombardia si compo'be delle ott-o provincie di Milano, Como, Son-drio, Bergamo, Brescia, Mantova, Cremona e Pavia; geograficamente la regione è .

quella posta fra lè Alpi, il Po, il Ti~ino ed il Mincio, che comprende anche parte dr

territorii esteri, ma etnografica mente italiani, quali il Canton Ticino (colla Val Me-socco), l'alta Val Bregaglia e la valle di Poschiavo nella Confederazione elvetica, le Giudicarie nel Trentino. Non è possibile trattare di orografia, idrografia e geologia della Lombardia senza considerare anche queste l'egioni, che, sebbene politicamente separate, formano con essa un unico sistema, ed è quanto "faremo nelle pagine se- .

guenti: ad esse agginngerem~ anche le zone sulla destra del Ticino, sulla destra del Po e sulla sinistra del Mincio che furono aggregate a qualche provincia lòmbarda per ragioni amministrative, qual~ sono il cIrcondario di Mortara (Lomellina),. parte. di quello di Pavia, quelli di Voghera e di Bobbio, i distretti manto vani ,d'o~tre Mincio (~fantova in parte e Ostiglia) e que1li d'oltre Po (Gonzaga, Revere e Sermide).

La Lombardia, intesa nel senso ora indicato, si presenta in forma di un parallelo--gramma, avente due lati (lo spartiacque ~lpino ed il Po) all'incirca in direz~one da Ovest ad Est, e gli altri due (il Lago Maggiore col Ticino ed il Lago di Garda col' Mincio) da Nord a Sud, con l'aggiunta di una lunga appendice verso il suo angolo Sud-Ovest (provincia di Pavia in parte) per la quale raggiunge quasi lo spartiacque appenninico e di minori zone sulla destra del Ticino, sulla sinistra del Mincio e sulla destra del Po a Sud-Est, come fu già accennato.

La lunghezza in linea retta dei quattro Iati del parallelogramma è appro~simati­ vamente di 160 ehilometri ciascuno, e la sup~rficie racchiusa oltrepassa di poco i ,;

~4,OOO chilometri quadrati, mentre quella sommata aalle anzidette otto provincie è .

di 24,317, cioè all'incirca la stessa, compensandosi da~na parte e dall'altra le aree aggiunte (1).

(1) Qualora si volesse comprendere oltre alle otto provincje attuali anche la superficie dei terri-tori, i quali sono geograficamente lombardi, benchè politicamente svizzeri, la superficie della Lom-bardia sarebbe di chilometri quadrati 27,717 e cioè:

Canton Ticino (compresa la Val Mesocco ed escluse quelle parti che si possono. ritenere spettanti al Piemonte). . . . Alta Val Bregaglia. . . .

Valle di' Poschiavo. . . . Superficie delle otto provincie lombarde .

Totale. Cq.·' 2,960 257 183 24,317 Cq. 27,717

Questa cifra rappresenterebbe dunque la superficie della Lombardia intesa nel suo più ampio si· :gnitìca~o, cio~ ammi!listrativa e geografica insieme, fatta eccezione però'per quella parte d~l T~ent~no -che puo conSIderarsI come appartenente orograficamente alla Lom.hal'dJa e che ha un'area di chilo-metri quadrati 1250 circa, per cui si avrebbe in cifra tonda un totale di chilochilo-metri quadrati 29,000.

(11)

XIII

; ,·Orogralla. '-'

Cominciamo col dividere la regione lomparda in due grandi parti

I· ...

nettamente distinte perla loro

~ondizione

altimetrica, la pianura e la montagna. La

. t ~ prima non è chè la porzione settentrionale della valle centrale dcI Po, formante una

zona dena larghezza variabile da 50 a 70 chilometri, divisa 10ngitudinaJmente, cioè . da Est ad .ovest, in due parti: l'alta pianura o regione asciutta alla base dei ~onti, e la bassa pianura irrigua lungo il Po; la linea di confine fra le due regioni passa nel mezzo della pianura lombarda, poco al Nord di Milano. La montagna, apparte-·nente alla parte centrale della catena alpina, versante meridionale, occupa a Nord . della -p.Ìanura una zona di maggiore larghezza (100 chilometri in media), divisa a

sua~olta longitudinalmenie in Alpi propriamente dette e in Prealpi.

La pian1.tra. - È un vasto piano inclinato, solcato più o meno pl'ofondamente

dai fiumi e torrenti che scen'dono dalle Alpi al Po, ed avente la sua linea di mas-sima pendenza in difèzione da Nord-Ovest a Sud-Est, cioè dall'estremità

meridio-nale del Lago Maggiore alla foce del Mincio. I punti altimetrici principali di tale linea sono: Sesto Calende (metri 198), Milano (metri 123), Crema (metri 78), Vero-lanuova (metri 63), Asola (metri 42), Mantova (metri 21) e foce del Mincio in Po

(metri 15).

· . Nel senso trasversale, cioè da Sud-Ovest a Nord-Est, dalla foce del Ticino in Po alla ,estremità meridionale del Lago di Garda, abbiamo una quota quasi costante di metri 70 all'incirca sul mare.

Detto piano non è cosÌ uniforme e regolare, co~ne può sembrare a prima vista, ma presenta brusche variazioni di livello, dipendenti da cause diverse. Prima dì tutto sono gli alvei dei fiumi che formano talora, e in particolare nella pianura

al~a, depressioni notevolissime, a pareti assai ripide, della profondità sino a 10 metri

e più sotto il livello medio della pianura; tali depressioni vanno diminuendo di 'profondità, ma si allargano notevolmente, a misura che si avvicinano al Po; ed anche questo, primo tra i fiumi lombardi, corre sul fondo di una depressione, talora della larghezza di parecchi chilometri, e sottostante di alcuni metri alla pianura. In se-condo luogo vi esistono altre depressioni minori, dovute ad antiche paludi ora prosciugate, ovvero ad antichi" alvei dì fiumi, e in particolar modo del Po, ora abbandonati.

Qu.sto per le depressioni: in quanto alle elevazioni, ne abbiamo di molto estese ed importanti, dovute: 1° ad una antica alluvione glaciale (ferretto) che ha ricoperto grandi tratti dell'alta pianura di un mantello detritico, talvolta alto sino a m. 50

sopra il piano generale, anch'esso talora eroso profondamente dai fiumi; 2° alle IDorene ed agli antichi anfiteatri morenici allo sbocco delle grandi valli alpine, for-manti intiere regioni di colline detritiche, elevate talora sino a quote di m .. 300 e più sul livello del mare; 3° ad alcune collinette isolate di formazione più antica della pianura ed elevantesi sulla medesima per parecchie diecine di metri, come la collina

di San Colombano (144m

) ad Est di Pavia, quellà di Castenedolo (146m ) presso

(12)

XIV

Alla destra del Ticino e alla sinistra,della Sesia"abbiamo il piano uniforrpédella Lomellina (circondario di Mortara e parte di q?elloAi Pavia) parimen~eiri'c]!naio'da Nord-Ovest

e

Sud-Est, coIi le quote estreme.di m. 130 e m:62 (focé del TicinQ 'in 'Po) e con leggi,eri rialzi d~vuti a frammenti isolati della antica alluvio~e glaciale di cui , sopra .. Questo piano continua a Sud-Est con la pianura dell'Oltrepò pavese (circon ..

dario di Vbghera) sino a toccare le prime colline subappenniniche1 con. quote che

variano daim. 100 ai m. 57 nel senso da Sud-Ovest a Nord-Est.

Il territorio manto v ano sul~a sinistra del Mincio forma pure un piano inclinato nel senso da Nord-Ovest e Sud-Est, cioè dà Pozzolo (m. 50) a Ostiglia (m. 13), e quello sulla destra del Po. un altro piano pùre inclinato da Ovest ad Est, con gli estremi di m. 20 em. 10 sul mare. Quest'ultima sarebbe la quota minima di tutta la regi()ne considerata:

La montarJna.- Il sistema montuoso del~a Lombardia si estende sul versante

meridionale delle Alpi Lepontine e delle Retiche, formante un grande arco di circ"olo nella par,te centrale della catena al~na,-dalle sorgenti del Ticino al . Pizzo Venezia nel bacino dell' Adige, con una lunghe;?:za di circa 200 chilometri calcolata suno spartiacque ed una larghezza media di circa 100. Dividiamo quest'ampia zona montuosa in Alpi, propriamente dette, ed in Prealpi.

Le Alpi Lepontine corrono dal passo del Sempione (m. 2010) a quello del San Bernardino (m. 2063), sono in gran parte comprese nel territorio svizzero e ràcchiu-dono il -grande bacino idrografico del Ticino col Lago Maggiore. In esse ]e più alte cime, da Ovest ad Est, sono il Monte Leone (m. 3554), la punta d'Arbola (m. 3237), il Pizzo Lucendro(m. 2959), il Pizzo Central~(m. 3002), il Monte Adula (m. 3398)~

I colli o passi principali, che mettono in questo tràtto dall'uno all'altro versante delle Alpi, sono 9uelli del Sempione (m. 92010), del San Gottardo (m. 2093), del Lu-comagno (m. 1917) e del San Bernardino (m. 2063), tutti attraversati da strade che congiungono il bacino del Ticino con quelli del Rodano e del Reno.

Le Alpi Retiche vanno dal passo del San Bernardino a quello dello Stelvio, e segnano col loro spattiacque, il confine italiano con la Svizzera (Cantone dei Gri- ) gioni), fatta eccezione per le valliji L'ei, Bregaglia, dI Poschiavo e di Livigno, nelle quali la linea di fronti.era passa or da una parte, ora dall'altra di quella di displuvio: esse comprendono il grande bacino dell'Adda col Lago di Como. I loro punti cuI;.. minanti sono, da Ovest ad Est, il Pizzo Tambò (m. 3276), il Pizzo EmetQ (m. 3201), il pizzo Stella (m. 3162), il Monte della Disgrazia (m. 3683), il Pizzo Bernina (m.4052), il Pizzo Verona (m. 3462), il Pizzo Scalino (m. 3323), la Cima Dosdè (m. 3232), la Cima di Campo (m. 3305), la Cima di Piazzi (m; 3439), il Monte Braulio (m. 2980). Molti sono i passi in questo lungo tratto delle Alpi, fra i quali quelli car-reggiabili dello Spluga (m. 92117), della Maloja (m. 1811), del Bernin~ (m. 2334) e dello Stelvio (m. 2756); essi mettono in' ~omunicazìone il bacino dell'Adda con quelli del Reno, dell'Inn e dell' ~dige.

Passando alle Prealpi, vi distinguiamo tre grandi gruppi, le Ticinesi, leOrobiche ~

(13)

xv

Le prealpi Ticinesi sono le più occidentali e comprendono l'alto bacino del 'Ti-. ~ino e del .Lago Maggiore: esse constano di due catene, che diremo occidentale ed

()rientale, rispetto al corso del fiume. La prima ha origine al passo di Nufenen (Ti-eino-Rodano), si dirige prima a Sud-Est per il passo di Gries e quello di San Gia--como, e quindi verso Sudi6bn un'a.mpia distesa di monti fra la Valle Leventina (Ti-cinQ) e,la Valle Antigorio (Toce), intersecata da valli secondarie, fra cui la Val Mag--gia che sbocca nel Lago Maggiore a Locarno. Le cime più elevate di questa prima

'catena SQno: il Monte Basodine (m. 3276), il Campo Teucca (m. 3044), il Monte

Zucchero (m. 2731), il Pizzo Monastero (m. 2640), la Cima Gagnone (m. 2516), la . rioda di Crana (m. 2431) e il Monte Zeda (m. 2157). Il passo più importante di essa

, -è quello che, dà Locarno, per S. M. Maggiore (m. 808) conduce a Domodossola nella

Val di Toce. \.

La catena orientale, o Mesolcina, si stacca dallo spartiacque alpino fl'a il Monte Adula ed il TamIro, e separa l'alto bacino del Ticino da quelli dell' Adda a levante

e del Lago di Lugan~ ~ Sud. Essa corre dapprima in direzione Sud, indi piega a

Sud-Ovest e a~ Ovest per finire al Lago Maggiore presso Pino; e nella sua parte più set-tentrionale è divisa in due rami comprendenti fra di loro la Val Mesocco, o del San Bernardino, confluente in quella del Ticino sopra Bellinzona. Le punte principali di ·questa seconda catena sono: il Pizzo Muccia (m. 2963), la Cima Nanco]a (m. 2867),

il Monte Pizzaccia(m. 2589), il Pizzo Campanile (m. 2454), la Marmontana (metri

~313), il Pizzo di Gino (m. 2244), iLMonte Garzirola (m. 2111) e il Monte Tamaro (m. 1961). Pa.ssi principali ne sono quello di San Jorio (m. 1971) fra Dongo sul Lago <li Como e Bellinzona e quello del Monte Ceneri (m. 552) per dove passa la strada _ Lugano-Bellinzona. Più a Sud formano appendice a questa catena i monti sulla

si-nistra del Lago Maggiore col Campo dei Fiori (m. 1226), quelli del bacino di Lugano col Monte Generoso (m. 1701), e quelli della sponda destra del Lago di Como, cul-minanti nél Monte Galbiga (m. 1697): ne dipende pure orograficamente il gruppo ,del Monte San Primo (m. 1685) e dei Palanzolo (m. 1435), situato fra i due rami <leI Lago di Como.

Dal Corno dei Tre Signori (Alpi Tirolesi) si stacca, in direzione di Sud-Ovest, una :alta catena m'ontuosa che divide l'alta valle dell'Adda da quella dell'Oglio e, piegando

-quindi verso ponente,dopo il passo d'Aprica, forma le prealpi Orobiche che terminano

alla parte superiore del Lago di Como, separando il bacino superio .. ·e dell' Adda {Valtellina) dalle vallate bergamasche. Le cime più elevale di questa catena sono da levante a ponente: Il Pizzo Trivigno (m. 2309) presso il passo d'Aprica, la Cima

~rorsoleto (m. 2708), il Monte Venerocolo (m. 2589), il Monte Gleno (m. 2883), il

Pizzo

eli

Coca (m. 3052), il Monte Redorta (m. 3037), il Pizzo del Diavolo (m. 2915), il Corno Stella (m. 2618), il Monte Azzarini (m. 2430), il Pizzo dei Tre Signori (m. 2554) e il Monte Le~none (m. 2611) sulla sponda sinistra del Lago di Como. Pochi e difficili sono i passi praticabili in questa elevata catena, e fra essi solo quello già eitato dell'Apriça (m. 1181) è attraversato da una strada carrozzabile che unisce la Valtellina alla Valcamonica, ossia il bacino dell'Adda con quello dell'Oglio.

(14)

XVI

,Dalle pl:ealpi Orobiche şitaccano div~rse catene secondarie i~ùirezione 'di Su<J. ' e cioe: quella che divide la Valcamonka .dalla Val,Sèriana, col M()nte Camino:

(ID.

2492), la Presolana (m~2511) e il PIzzo Formico (m. 1634); quella fra Val Se-l'iana e Val Brembana, col Monte Corte (m. 2493), Monte Arera. (m. 2510) e Monte· Suchell0 (m. 1540) ; quella fra la Val Brembana' ed il Lago di Como, con 'la Grigna. (m. 2410) e il Resegone (m. 1875): dipendono' orograficamente da quest'ultigla i

monti orientali della Vallassina, culminanti nei Corni di Canzo (m. 1372).

Dallo stesso Corno dei Tre Signori staccansi le prealpi Camonie o Bresciane che,. discendendo in direzione quasi Sud vanno a. formare la gran massa del Monte-Adamello e quindi la intiera regione montuosa che divide il bacino dell'Oglio cot 'Lago di Iseo dal bacino del Garda, spingendosi a mezzogiorno sino a Brescia. La. porzione settentrionale di questo gruppo è formata in gran parte dal predetto Ada-mel10 (m .. 3555), cui fanno corona altre cime elevatissime, quali il Mon'te Tonale; (m. 2694), la Presanella (m. 35(1), la Cima Pisganna (m. 3166), ,il Monte Mandrone'

(rri. 3050), il Monte Baitone (m. 3331), il Monte Carè (m. 3461). L'unico

passopra-ticato da strada carrozzabile ne è quello del Tonale (m. 1884), che dalla Valcamo-nica conduce nella Val di Sole confluente nell'alta valle dell'Adige.

Dal gruppo dell' Adam.ello scendono diverse catene secondarie, ·e cioè: quel1a che-costeggia a levante la Valcamonica ed il Lago d'Iseo, col Monte Castello (m, 2890),. Monte Frerone (m. 2673), Monte Stabile Solato (m. 2012), monte MuffeUo (m. 2071} e mon!e Guglielmo (m. t949); l'altra fra la Val Trompia e il bacino del Chies-e, col Monte Bruffione (m. 2666), Monte Mignolino (m.'2208), Monte Dasdana (m. 2201),. il Dosso Alto (m. 2065), Monte Ario (1757) e il Monte Prealba(1271); la terza infine· tra il bacino del Chiese e quello del Garda, con la Cima Danerba (m. 2844), il Monte Lavino (m. J 838), la Cima Spessa (m. 1813), il Monte Puria (m. 1476), il Monte De-nervo (m. 14(0) e il Monte Spino (m. 1486).

Passando dalle Alpi all'Appennino, abbiamo nell'Oltrepò pavese una estesa re-gione di coBine e di monti che a Sud raggiungòno q:uasi lo spartiacque della catena; .

è la parte alta del circondariO' di Voghera con tutto quello di Bobbio nella provincia di Pàvia. In essa distinguiamo due zone, la collina e la montagna. La prima, a rilievi arrotondati ed a· falde poco inclinate,' a causa della nàtura erodibile del terreno, si estende dalla pianura vogherese per, una ventina di chilometri sino alla linea Varzi-Zavattarello, con altitudini che non raggiimgono i m. 700 sul mare. Vi fa seguito la montagna propriamente detta, formata ~a materiali· più resistenti e quindi più . ripida, e comprendente gli alti bacini d'ella Staffora, detTidone e parte di quello della. Trebbia: la. sua estensione è superi,ore a quella della coÌlina, e si può calcolare su di un'area di 16 chilometri di larghezza per 36 in-lunghezza.

Le punte più elevate di questo Appennino pavese sono: alla sinistra della Treb-bia, sopra uno sperone che sìaccasi dallo spartiacque al Monte Antola, i Monti Oarm6 (m. 1642), CavaImurone (m. 1671), Alfeo (m. 1651),Lesima (m. 1727); e, alla destra· dello stesso fiume, fra questo e' il confluente Aveto, i Monti Hoccabt:una (m. 1419),. I

Oramala (m.J523), Dego (m. 1407) e Veri (m. 1224): nel centro'poi della regione

..

I

(15)

'XVII

, ,ho,bbiese si innalza il Monte Peni ce' (m. 1462), d'a ,cui çlip,endono a Nord il Monte' d1Alpe (m. 1252) ed a Sud la Cima di Vallescura (m. 1226). La strada-

Voghera-Bobbio', la sola carrozzabile che attraversa questa regione montuosa, supera il Passo _ di Bobbio fra Monte d'Alpe e Monte Penice ad una altitudine di m. 1096 sul mare.

Idrografia. - Diremo prima dei fiumi; quindi dei laghi, da ultimo dei canali, che 'sono tanta parte della ricchezza agricola della Lombardia. \

Fiumi. - Il fiume Po, il gran collettore delle acque della Lombardia, nasce nen~ Alpi Cozie, sul versante nord del Monviso, a m. 2041 sul mare, attraversa il Piemonte, toccando Torino, Chivasso, Casale e Valenza, per entrare alla foce del Ticino nella Lombardia propriamente detta (provincia di Pavia) e segnarne poscia il limite meridionale sino òltre alla foce del Mincio. I suoi affluenti principali nella regione piemontese sono, a destra, la Varaita, la Maira, il Tanaro e la Scrivia; a sinistra, " il Pellice, la Dora Riparia, l'Orco, la Dora Baltea e la Sesia.

Tra la foce della Sesia e quella del Ticino il Po scorre in provincia di Pavia,' . segnando in parte il limite meridionale deUà Lomellina o circondario di Mortara. In questo tratto, della lunghezza, calcolata sul corso molto tortuoso del fiume, di ben 100 chilometri circa sopra 51 in linea retta, esso riceve sulla sinistra: l'Agogna, che ha origine in provincia di Novara dai monti fra il Lago d'Orta ed il Lago Maggiore, raccoglie le acque dell' Arbogna, che viene pure dal Novarese e si getta in Po di contro a Cornale; e il Terdoppio', che ha ugualmente origine in provincia di Novara, nelle' colline moreniche a Sud del La:go Maggiore, e si scarica in Po presso Mezzana Ra-battone. Alla destra vi hanno foce nello stesso tratto i seguenti torrenti appenninici:

. il Curone, che viene dal Monte Ebro (m. 1701), scorre in gran parte nella provincia

di Alessandria e sbocca in Po presso Cornale; la Staffora, che nasce dal Monte Le-sima già cita~o, tocca Voghera e si scarica in Po pre3SO Cervesina; cui fanno seguito gli altri torrenti dell'OItrepò pavese, inferiori alla foce del Ticino, quali: il Versa, che nasce nelle colline subappennine a Sud di Soriasco e sbocca in Po a Pori' Al-bera; il Bardonezza, che segna il confine tra le provincie di Pavia e di Piace~za e ha foce in Po presso Parpanese; il Tiàone, che ha solo la parte più alta del suo corso in provincia di Pavia e sbocca in Po presso Veratto; e la Trehbia, che nasce in provincia di Genova dal Monte Prela (m. 1407) presso Torriglia, entr~poco dopo nel circondario di Bobbio, dove ha la parte media del suo corso, per poi passare nella provincia di Piacenza e scaricarsi in Po a ponente di questa città.

Proseguendo verso levante, nella regione emiliana, i. confluenti di destra del Po, dopo la Trebbia, sono: la Nure, la Chiavenna e l'Arda, provenienti dall'Appennino piacentino; il Taro e la Parma da quello parmense; l'Enza, che segna il confine tra Parma e Reggio; il Crostolo, proveniente dal subappennino reggiano; la Secchia, che naSce in quel di Reggio, bagna la provincia di Modena e, si scarica in Po poco sotto la foce del Mincio, dopo avere attrav.ersato i distretti ~antovani d'Oltrepò.

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I .

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retta; il. suo letto, ingombro in .molti luoghi da grosse isole e da bassifondi, rag-giunge in questo tratto le sue maggipri larghezze che, incominciando con,m. 475 alla foce del Ticino, arrivano siItt) ai In. "1500, massimo· che si verifica nelle vicinanze di Viadana, fra la foce della Parma e quella dell'Enza: le larghezze inter:-: medie sono di-In. 550 a Piacenza, m. 900 a Cremona, m. 1000 a Casalmaggiore, per ritornare a m. 500 circa alla foce del Mincio. Esso è sempre navigabile anche per'

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battelli di una certa portata, non avendo mai profondit~ minori di m. 1. 50, e rag-giungendo in molti luoghi i m. 10 e talora, in via eccezionale, i m. 24. La pendenza per chilometro varia dai 30 ai 15 centimetri e la sua portata è in media, .alla foce del Ticino di me. 600 e nell'ultima parte del tronco di mc. 1700, con un minimo di 214 (magra del 1817) ed un massimo di oltre 5000 nelle grandi piene.

Oltre ad un buon numerò di canali, naturali ed artificiali, che portano in Po gli scoli delle campagne poste sulla sua sinistra, esso riceve dalla stessa parte il tributo di grossi fiumi quali il Ticino, l'Olona, il Lambro,' l'Adda, l'Oglio ed ,il Mincio, dei ... 'quali diremo ora brevemente.

Il Ticino, il più occidentale ed il maggiore di essi, ha origine nelle Alpi Lepontine dal ghiacciaio del Gries presso il Passo di Nufenen in Svizzera; percorre in tutta la sua lunghezza il Cantone omonimo, formando la valle Leventina e, dopo 90 chi-lometri di percorso, si getta nel Lago Maggiore per u~cirne a Sesto Calende: scorre quindi dapprima incassato entro alte rive, poscia in' ampio letto dove di;vaga in numerosi canali soggetti a continue mutazioni, finchè' si restringe di nuovo e sbocca in Po sotto Pavia dopo un corso tortùoso di f04 chilometri dal lago suddetto sopra 80 in linea retta. La sua portata media all'uscita del lago è di 370 mc. e alla foce di 410 in acque ordinarie. La portata massima è di mc. 5400 e la minima asso-luta dal lago di mc. 71.

Nella sua parte montuosa il Ticino riceve molti confluenti, fra cui principali a sinistra il Rio Brenna che proviene dal Lucomagno e il fiume Moesa proveniente dalla Valle Mesocco. Attraversando' il Lago Maggiore riceve poi le acque di molti corsi fra cui principali la Maggia, la Toce e la Tresa emissario del lago di Lugano. N el corso inferiore non riceve che colatori della campagna, ma alimenta grossi ca-nali artificiali come vedremo in appresso.

L'Olona nasce nelle prealpi a Nord-Ovest di Varese, scorre dapprima entro pro,... fonda valle, quindi in aperta pianur~ sino a Rho d'onde, deviato artificialmente, volge a Milano per scaricarsì nella Darsena di Porta Ticinese e quindi nel Cavo Vettabbia (antico letto del torrente Seveso) confluente del Lambro. Il corso naturale dell'Olona ritrovasi a Sud-Ovest di Milano fra Gaggiano e .Binasco, donde, alimen-tato da uno scaricatore del Naviglio Grande e dagli scoli della campagna, si dirige a 'Sud-Est per geUarsinel Po presso San Zenone. L'Olona misura all'incirca, coi suoi due tronchi, 100 chilometri di lunghezza, e riceve alla sinistra il principale suo af-fluente, la Lura, che prpviene dai colli a ponente di Como.

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. Monza, passa a levante di Milano, e gettasi in Po presso Cantonale' dopo un corso di 130 chilometri. Nella sua parte inferiore ricev'e sulla destra il suddetto Cavo Vet-tabbia ed il Lambro meridionale (antico corso del fiumicello Nirone, artificialmente , deviato) e sulla sinistra lo scaricatore ·del canale Muzza detto l'Addetta.

L'Adda nasce nelle Alpi Retiche da alcuni laghetti sotto il passo di Alpisella (m. 2233) presso San Giacomo di Fraele, percorre tutta la Valtellina per 123 ehil.o-metri di lunghezza e si getta nel Lago di Como, separando col suo delta il ramo settentrionale di questo dal laghetto di Mezzola che ne era la continuazione. Esce dal lago pel ramo di Lecco, formando subito dopo tre lagheUì; quindi scorre raccolto entro alte sponde e con corrente talvolta impetuosa, finchè, raggiunta la bassa pianur8, prende dapprima l'aspetto di fiume vagante entro ampio .letto con numerose isole, poi si raccoglie in un solo ramo e con corbO serpeggiante va

H gettarsi in Po a ponente di Cremona: la lunghezza del suo corso inferiormente

allago è di 137 chilometri sopra 88 in linea retta. La sua portata ordinaria alla uscita dal lago è di 180 mc. e di 244 alla foce.

Nel suo corso superiore l'Adda riceve molti confluenti dalle Alpi Retiche e dalle Prealpi Orobiche, e fra essi vanno notati il fiume Poschiavino ed il Mallero sulla destra, il quale ha un modulo di mc. 10, con una portata minima di mc. 3 e mas-sima di mc. 200. Nel corso inferiore l'Adda riceve il canale Muzza sulla destra,

il Brembo ed il Serio sulla sinistra.

Il Brembo nasce nel versante meridionale dellè Prealpi Orobiche, percorre la

valle omonima ricevendovi molti confluenti, sbocca nella pianura a Ponte San Pietro presso Bergamo, e va a gettarsi nell' Adda presso Canonica dopo un percorso di 50 chilometri circa: la sua portata media è di 23 mc.

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Serio ha origine nelle stesse Prealpi, forma la valle omonima nella quale riceve molti influenti, sbocca nella pianura a levante di Bergamo e si scarica nell' Adda sotto Montodine dopo un percorso totale di 124 chilometri: la sua portata alla foce è di 22 mc.

L'Oglio nasce dal lago di ErcavalJo (a 2621 m.) nelle Prealpi Camon~e fra il Corno dei Tre Signori ed il Monte Tonale, percorre tutta: la Valcamonica e si getta nel Lago d'Iseo, donde esce a Sarnico: scorre quindi per buon tratto incassato entro una valle profonda prima di entrare nell'aperta pianura, per poi raggiungere, con andamento molto tortuoso, il Po a Scorzarolo. Il suo corso totale, compresa l'attraversata del lago (chilometri 25) è di 280 chilometri: la sua portata media alla foce in Po è di 137 mc., e la minima è di mc. 36.

Fra i confluenti dell'Oglio nella sua parte bassa meritano speciale menzione il

C~erio proveniente dalla Val Cavallina sulla destra, il Mella e il Chiese sulla ·sua sinistra.

Il Mella nasce nelle Prealpi Bresciane, percorre tutta la Val Trompia, esce nella pianura a ponente di Brescia e si scarica nell'Oglio presso Ostiano dopo un corso di 96 chilometri. La sua portata ordinaria è di mc. 17.

Il Chiese proviene dal Monte Adamello nel v· 'rsante delle Giudicarie (Trentina), ed entrato nel territorio italiano si getta nel Lago d'Idro, all'uscita del quale percorre

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la Val Sabbia: sboccato nella pianura, vi ha un letto incassato per breve tratto; quindi scorre libero sino all'Oglio che raggiunge sotto Canneto. La sua lunghezza, -compresa la traversata del lago, è di 160 chilometri e la sua portata di mc. 37.

; Viene da ultimo il Mincio che, col nome di Sarca, nasce dal' Lago Scuro sotto

il

Monte Castellaccio nello st.esso gruppo dell' Adamello, all'alt~zza di 2500 metrÌ circa, e}lopo un corso di 7S chilometri si getta nel. Lago di Garda: ne esce a Peschiera e, dopò breve tratto, prende corso rapido e fra alte sponde attraversa una regione . di colline moreniche insino a Goito: quindi incomincia a rallentare e con

anda-mento tortuoso raggiunge i laghi di Mantova, e pòco lungi il Po presso Governolo. Il Mincio non riceve .confluenti di qualche importanza, se si eccettua alla su~ destra rOsone proveniente dai dintorni di Castiglione delle Stiviere e che vi ha foce presso Mantovà, mentre un tempo procedeva isolato al Po. La lunghezza del corso inferiore del Mincio, compresa la traversata dei laghi rnantovani, è dì 75 chilometri circa sopra 47 in linea retta: la sua portata media è di SO mc. circa.

Laghi (1). -- La Lombardia è la regione dei grandi laghi prealpini, di cui i prin-cipali sono, procedendo da ponente a levante: il Lago Maggiore o Verbano, il Lago di Lugano o Ceresio, il Lago di Como (:) Lario, il Lago d'Iseo o Sehino, e il Lago di Garda o Benaco. I minori vi sono in gran numero e i più notevoli sono quelli del Varesino, della Brianza, il lago di Spinone nella Val Cavallina (Bergamo) e quello d'Idro nella Val Sabbia (Brescià). A questi si aggiungono nella bassa pianura i laghi di Mantova.

Il Lago Maggiore, il più occidentale di tutti; occ'upa una superficie di 212

chilo-metri quadrati; ha una quota media sul mare di 194 m. ed 4na profondità massima

di 372 m.: la sua lunghezza totale è di 65 chilometri, la'larghezza massima di 10. 9, il perimetrò di 172. 1. Oltre che dal Ticino, esso è alimentato a destra dal fiume Maggia che scende dalle Prealpi Ticinesi occidentali, e dalJa Toce che proviene dalla Valle Antigorio e riceve e scarica anche le acque del Lago d'Orta;

a

sinistra -dal fiume Tresa, scaricatore del Lago di Lugano, e dai fiurnicelli Bardello e AcqQanegra pei quali hanno sfogo i laghi varesini. Il bacino alimentatore di questo lago è estesis -simo, toccando da una parte quello della Sesia c dall'altra quello dell'Adda; il che~ insieme alla sua posizione relativamente ai venti meridionali, contribuisce a renderne in determinate stagion.i altissime le piene non ostante la sua vastità: il Ticino che ne deriva è, per gli stessi motivi, il più ricco di acqua fra gli influenti del Po.

Il Lago di Lugano ha una superficie di 50. 5 chilometri quadrati; la sua altitudine media è di 271 metri sul mare, con una profondità di 2'S8 metri. Questo lago ha forma molto irregolare e con rami diversi la cui lunghezza complessiva è di 32. 5 chi-lometri, con una largl !ezza massima di chilometri 3 ed un perimetro di 93. 6. Il suo 1?acino è molto limitato, per cui non riceve che torrenti di poca entità, ed ha per emissario il fiume Tresa, il quale, dopo un corso di cifca chilometri 12 sÌ scarica nel Verbano presso Luino con una portata media di mc. 25.

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(1) I dati numerici relativi ai laghi lo).~bardi sono stati riveduti dall'Istituto geografico militare, dal prof. Cora e dal prof. Marinelli (Yed3;~Ji Annua'J'io statistico del 1899).

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, Il Lago di Como ha un' area di 145.9 chilometri quadrati ed una altitudine media di 198 metri, con una profondità m~ssima di 414 metri; la sua lunghezza ~ fotale, misurata pel ramo di Como, è di chilometd 50 circa e, per quello di Lecco di 198; ha unalarghezza massima di chilometri 4.40 ed un perimetro totale di 18~. 5, ... ·-esclusoperò il lagheUo di Mezzola ehe ne dipende al Nord (chilometri quadrati 5. 85), alimentato dal fiume Mera, proveniente dalla Val Bregag1ia, e separato dal bacino principale dalle alluvioni, deltali dell' Adda. Il bacino del Lario, benchè meno ,esteso di quello del Verbano, comprende però un tratto della catena alpina molto .elevato e quindi ricco di ghiacciai alimentanti grossi torrenti perenni; da ciò la -elltità delle sue piene, al cui effettò concorrono sensibilmente i molti delta (armati dai torrenti impetuosi che vi confluiscono su àrùbedue le sponde. All'infuori del-l'Adda e del Mera (emissario del lago di Mezzola) il Lario non riceve fiumi di -qualche importanza; fra i torrenti va però citata la Pioverna che vi sbocca sulla sponda sinistra presso Bellano.

Il Lago d'Iseo occupa una estensione di 61 chilometri quadrati ed è alla quota di 185 metri sul mare; la sua profondità massima è di 250 metri, la lunghezza di '24. 8 chilometri, la larghezza massima di 4. 8 ed il perimetro di 63. G. Esso è alimen-tato da un bacino che si estende su tutta l'ampia Val camonica tOl} le due valli di

Scalve e di Clusone e, oltre all'Oglio, riceve il Borlezza presso Castro èd altri tor-renti minori. Le sue piene non sono molto elevate, ma le rive meridionali del lago sono così basse ehe vengono inondate facilmente.

Il Lago di Garda, il maggiorp, dei laghi italiani, si estende per 370 chilometri -quadrati; la sua altitudine media è di soli 65 metri e la profondità massima di 346; la sua lunghezza misura 52 chilometri e la massima larghezza 17, con un perimetr:o ·di 164. 6. Oltre il Sarca, che ne è il confluente principale, non rjceve che torrenti di poco conto stante la prossimità delle linee laterali di displuvio: le sue piene .quindi, a causa anche della sua vastità, sono poco elevate e di portata relativamente

piccola; è suo emissario il Mincio.

Fra i làghi minori I citeremo: quello di Varese, tributario del Verbano, alla quota

·di m. 239, con una superficie di 15 chm. q. e una profondità ma~sima di m. 26. Il Lago di Comapbio, prossimo al precedente, e come esso tributario del Verbano, alla .quota di m. 236, con una superficie di chm. q. 3. 6 e profondità di m. 7. 7. Il lago ,di Pusiano, nella Brianza, alimentato dal Lambro, alla quota di m. 258, con

super-ficie di ehm. q. 5.25 e profondità di ,m. 24. 3. Il lago di Oggionno

°

di Annone nella stessa regione, influente al Lario, alla quota di

Iil.

226, con una superficie di

,ehm. q. 5.7, e profondità di m. 15. Il lago di Spinone, nella Val Cavallina, tributario -dell'Oglio, all'altezza di m. 338 sul mare, con 11,na superficie di chm. q. 2.20 ed ,una profondità massima di circa m. 10. Finalmente il lago d'Idro, nella Val Sahbia, alimentato dal Chiese, all'altezza di m. 368, con una superficie di ehm,. q. 11, ed una profondità massima di m. 122; esso è lungo circa 10 chilometri e largo sino a 2.

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m. 700, una superficie complessiva 'd,i chilometri quadratI 8. 25 ed una profondità. massima di m. 8. 50; essi sonD divisi per mezzo di un sostegno o diga. in due

bacinir-il superiore a m. 18 e l'inferioré a,m.)5 di ~ltezza sul mare.

,Sui monti poi e nell'interno delle valli alp.ine si conta più di un centinaio di la-·'· ghetti, tutti minori d'un chilometro quadrato .. di superficie ed aventi poca o nessuna .. importanza per le condizioni idrografiche della regione. Il principale ne è forse-quello di '-Piano presso Porlezza, influente nel Ceresi,o, all'a~tezza di 279 m. sul mare, .. e con un perimetro di 4 chilometri circa.

Canàli. --'La Lombardia è riccamente provvista di canali artificiali eseguiti in

diverse epoche per l'irrigazione, per la navigazione, e per scopi industriali o promi-seui; e ciò indipendentemente dalle molte deviazioni di corsi d'acqua naturali, fatte per migliorarne l'andamento o per altro scopo. Numerosissimi poi sono nella pia-nura i canali qi scolo destinati a raccogliere le acque provenienti dai terreni supe-riori e avviarle al Po o ad altro fiume. A questi vanno aggiunti i cosÌ detti scarica-tori aventi per iscopo di ricevere , il soverchio delle acque di canali naturali od arti-/

ficiali e scariearle in basso nel Po od in altro fiume o canale. Fra questi. ultimi' cite-remo come più importanti: il rpicinello, antico scaricatore del Naviglio Grande nel corso inferiore dell'Olona; il Lambro mel'idionale (in parte alveo dell'antico fiume· Nirone) che, oltre al raccogliere molti altri colatori, riceve pure le acque soverchie del Naviglio Grande e del Naviglio di Pavia e le porta al Lambro; il lledefossi il

quale riceve presso Milano le acque soverchie del Naviglio della Martesana e quelle· del torrente Seveso e le scariC!l pure nel Lambro presso Melegnano; l'Addetta che·· versa nello stesso fiume parte delle acque del Canale Muzza.

Fra i grandi canali navigabili ed irrigatori meritano speciale menzione i seguenti: ..

Naviglio Grande. - Questo g~andioso e antico canale che, oltre a servire alla'

irrigazione e alla industria, mette in comunicazione navigabile Milano col Lago· Maggiore, deriva l'acquà dal Ticino presso Tornavento: nella prima parte del suo corso è sostenuto artificialmente lungo la sponda del fiume per chilometri 17, si ìl1cassa quindi nell'altipiano e dopo. altri 6 chilometri raggiunge il livello della pianura. Il suo tracciato è per 30 chilometri quasi parallelo al fiume sino a Castel-o letto di Abbiategrasso, piega quindi bruscamente verso 'levante per.giungere dopo altri 20 chilometri a Milano, dove si versa nella Darsena di Porta Ticinese insieme-col fiume Olona deviato. La ~ua caduta tòtale è di metri 33. 4, ~d ha quindi ua corso assai rapido: la portata all'origine ne è di mc. 65.

Navi,qlio di B.,ereguardo . .--: È una derivazione del precedente fatta presso

Ab-biategrasso in direzione Sud, che, dopo un percorso di 19 chi'lometri, si scarica neL basso Ticino sotto Bereguardo. Ha una portata di quasi mc. 5, ed una caduta totale di m. 24, distribuiti in gran parte fra 12 sostegni o conche, essendòchè questo ca-o naIe era fin da,ll'origine adibito alla navigazione.

Naviglio

di

Pavia. - Ha principio dalla Darsena di Porta Ticinese a Milano e,..

seguendo la strada Milano-Pavia, termina nel, Ticino sottd quest'ultima città; è

quasi la continuazione del Naviglio Grande e serve a completare la comunicazione

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