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3. LA FONDAZIONE PAOLO CRESCI

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Academic year: 2021

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3. LA FONDAZIONE PAOLO CRESCI

Nel 1998, ad un anno dalla scomparsa del fotografo fiorentino Paolo Cresci (1943 - 1997), l'amministrazione provinciale di Lucca si preoccupò di acquisirne l'archivio privato e di renderlo fruibile al pubblico. L’interesse della Provincia per la collezione del Cresci fu motivato dal fatto che essa è costituita in gran parte da documenti legati all’emigrazione dalla Lucchesia, in particolare dalla Garfagnana.

Le complesse operazioni di organizzazione, riordino e catalogazione del materiale documentario – consultabile oggi presso la sede dell'archivio, nonché parzialmente disponibile su supporto informatico – impegnarono alcuni ricercatori fino al marzo 2001 quando l'archivio fu inaugurato. Ad un anno di distanza nasceva la “Fondazione Paolo Cresci per la storia dell'emigrazione italiana”, cui seguirà nel 2004 l'apertura dell'omonimo museo.

Come suggerisce la sua stessa denominazione, la Fondazione Cresci ha come obiettivo precipuo quello di incentivare lo studio dell'emigrazione italiana e delle tematiche ad essa inerenti, fornendo una ricca gamma di materiali e strumenti di lavoro. Le iniziative realizzate dalla Fondazione Cresci fino ad oggi si sono mosse in varie direzioni: conservazione/valorizzazione del materiale documentario posseduto e ampliamento della raccolta attraverso donazioni e contributi esterni; approfondimento dello studio del fenomeno migratorio a livello locale, nazionale e internazionale; promozione di rapporti culturali con le comunità di italiani all'estero, soprattutto in Brasile ed Argentina; collaborazione costante e proficua con altri enti culturali ed istituzionali del territorio e con centri di documentazione stranieri; raccolta di interviste filmate a emigrati dal comprensorio provinciale rientrati o ancora residenti all'estero; attività di didattica museale rivolta alle scuole medie e superiori di Lucca e delle province limitrofe.

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Paolo Cresci (Scandicci 1943 – Signa 1997) ha svolto la sua attività professionale come fotografo scientifico presso l'Università di Firenze. Appassionato collezionista di documenti sull'emigrazione, iniziò la raccolta negli anni Settanta intraprendendo rapporti con antiquari e vecchi fotografi, perlustrando librerie antiche, mercatini dell'usato, archivi privati e pubblici della Lucchesia e della Garfagnana. Ben presto il suo interesse si estese anche ad altri territori e regioni del resto d'Italia e gli permise di mettere insieme un archivio ricco di migliaia di lettere, fotografie, passaporti, cartoline, locandine, libri, riviste e quotidiani d'epoca, documenti pubblici e privati ed oggetti vari. Avere anche solo un'idea della pluriennale e meticolosa attività di ricerca del materiale sull'emigrazione compiuta da Paolo Cresci è fondamentale per comprendere la vastità e l'eterogeneità della collezione miscellanea che oggi costituisce l'archivio.

Il materiale acquisito dalla Fondazione Paolo Cresci è organizzato in cinque particolari sezioni1:

1. l'archivio; 2. la biblioteca; 3. il fondo riviste; 4. le collezioni di lettere; 5. il fondo quotidiani. 1

Per la descrizione del posseduto della Fondazione Cresci mi ha aiutato la dettagliata analisi di S. Bernardi, Le fonti locali dell’emigrazione lucchese con

particolare riferimento agli anni della Grande emigrazione: 1876-1914,

Università degli Studi di Pisa, Facoltà di Lettere e Filosofia – Corso di Laurea in Storia, a.a. 2004/2005, relatore Prof.ssa Giuliana Biagioli.

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3.1 L’ARCHIVIO

L'archivio della Fondazione Paolo Cresci comprende una gran quantità di materiale documentario di vario tipo relativo all'emigrazione italiana tra Ottocento e Novecento.

Al fine di preservare l'impronta data da Cresci alla raccolta è stato seguito l'ordine da lui stesso adottato, utilizzando però princìpi uniformi ed analitici rispetto alle nuove esigenze venutesi a creare riguardo alla divulgazione e alla fruibilità del materiale archivistico. A tal fine è stato approntato un database2, dove ogni singolo pezzo è stato schedato secondo precise categorie e può essere continuamente richiamato e visualizzato tramite particolari funzioni del programma3. La “scheda tipo” si compone dei seguenti campi:

 ID SCHEDA

Corrisponde alla collocazione progressiva del documento nell'archivio ed è un parametro necessario per poterlo rintracciare.

 N° SECONDARIO

È un numero presente solo in alcune schede ed è stato attribuito dagli archivisti in fase di riordino della collezione. Generalmente indica un rapporto di parentela tra il documento base, identificato attraverso l'ID SCHEDA, e quello cui fa riferimento il campo N° SECONDARIO. Pur non essendo sistematicamente utilizzato, questo parametro permette di individuare associazioni funzionali tra alcuni documenti fisicamente molto lontani fra loro.

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Per la descrizione degli strumenti di consultazione informatica messi a

disposizione dalla Fondazione Cresci, ho utilizzato alcuni lemmi tipici dei modelli delle basi di dati, come ENTITÀ – corrispondente ai campi della scheda (ID SCHEDA, CRONOLOGIA, NOTE…), cioè a quello che si vuole descrivere –, e PROPRIETÀ o ATTRIBUTO – cioè il valore effettivo di ogni entità (4423, 17 gennaio 1942, foto originale di donna…).

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In realtà il materiale contenuto in archivio non è stato interamente

informatizzato. A fronte di 12.120 documenti reali sono state redatte 9.214 schede catalografiche. Gli ultimi 35 fascicoli infatti – costituiti per lo più da lettere legate alle varie corrispondenze epistolari da Cresci volontariamente isolate (cfr. paragrafo 3.4 “Le collezioni di lettere” pag. 92) – sono stati fisicamente collocati solo di recente e non ancora schedati su database.

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 TIPO DOCUMENTO

Questo campo, necessario per capire con cosa abbiamo a che fare, può presentare molti attributi. L'estrema eterogeneità dell'archivio ha imposto, come urgenza prioritaria, quella di identificare almeno approssimativamente il “genere” di appartenenza dell'unità descritta. In tal senso troveremo, nella scheda catalografica, numerose sigle:

- Fo per foto originale; - Fr per foto riprodotta;

- C per corrispondenza (accanto alla lettera maiuscola C viene specificato se lettera, cartolina o altro);

- O per oggetto (accanto alla lettera maiuscola O viene indicato il tipo di oggetto, che può essere portafoglio, moneta, gagliardetto o altro);

− D per documento. È questa la proprietà più articolata perché presenta un'enorme varietà. Anche in questo caso, accanto alla lettera maiuscola D, viene chiarito se si tratta di un manifesto, di una patente di guida, di una ricevuta, di un pieghevole, di una rivista, di un francobollo, di un passaporto, di una poesia eccetera.

 RIF. MOSTRA

Alcuni documenti dell'archivio sono stati utilizzati per allestire mostre interne alla Fondazione o presso altri enti e associazioni. Ad ogni evento è stato attribuito un codice che viene riportato in questo spazio.

 CRONOLOGIA

È un campo particolarmente complesso vista la difficoltà di datare un documento con esattezza. Si pongono poi altre questioni relative alla “durata” di un documento, come nel caso di un passaporto o di un permesso di espatrio. In questi casi, per uno studioso, può risultare utile conoscere non solo la data di emissione, ma anche l’estensione di validità del

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documento stesso. In linea di massima, la ratio catalogatoria della Fondazione Cresci individua la “data simbolica”, quella cioè più immediatamente deducibile dal documento stesso, espressa se possibile in giorno, mese ed anno o, più genericamente, indicando il periodo di appartenenza sulla base delle conoscenze dell'archivista (periodo fascista, tardo Ottocento...). Qualsiasi altro tipo di osservazione sulla cronologia e la dimensione temporale del documento in senso lato è inserita nel campo finale “NOTE”.

 INTESTAZIONE FASCICOLO

Questa entità può definirsi come il “titolo” del documento e di fatto ne è una descrizione sintetica. In questo campo sono stati immessi i nominativi degli emigranti, in carattere maiuscolo (per esempio Arch12604 che è una lettera di Giuseppe Luti alla moglie ha come Intestazione “Giuseppe LUTI”), o ciò che permette di individuare immediatamente il documento (per esempio Arch3531 che è un opuscolo di propaganda antifascista nel quale si esalta la presenza di emigrati italiani in America ha come intestazione “Agli italiani”). Come si può intuire, vista la varietà dei documenti catalogati e vista soprattutto la difficoltà di scegliere cosa mettere in evidenza tramite l'INTESTAZIONE FASCICOLO per poi utilizzare la stessa chiave per documenti affini, il campo considerato risulta essere solo parzialmente funzionale. Esso acquisisce un valore descrittivo più efficace se messo in relazione con tutte le altre informazioni fornite dalla scheda catalografica, in particolare con quelle contenute nel campo NOTE.

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Ogni unità documentaria citata nel presente lavoro è identificata dal numero di

catalogazione che la contraddistingue preceduto senza spazio dal fondo di appartenenza (Arch per archivio, Bibl per biblioteca, Riv per riviste). Per quanto riguarda le collezioni di lettere, raccolte in filze ma non ancora inventariate, si farà riferimento solo al numero della filza seguito dalla data del documento.

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 REGIONE DI PARTENZA  PAESE DI ARRIVO

Anche se può sembrare banale ritengo utile sottolineare che queste parti fanno riferimento all'area di partenza e di arrivo dell'emigrante e non del documento che è catalogato. In altre parole, questi due parametri descrivono la “mobilità” del soggetto migrante e non dell'oggetto nella cui scheda catalografica compaiono. Questa osservazione è utile soprattutto se si considera che gran parte del materiale contenuto in archivio è costituito da lettere e cartoline. È il caso, ad esempio, della cartolina Arch4280 inviata nel 1905 dal Rogioni, emigrato toscano a Botucatù in Brasile, alla nipote Teresa residente a Firenze. Nella scheda catalografica – poiché si fa riferimento all'emigrante e non alla cartolina - come REGIONE DI PARTENZA compare “Toscana, Firenze” e come PAESE DI ARRIVO “Brasile, Botucatù”.

Da un punto di vista formale nel primo campo vengono inseriti nell'ordine: la regione, la provincia, il comune e/o la frazione di partenza; nel secondo campo compare, sempre in un'ottica geo-descrittiva che procede dal macro al micro, lo stato nazionale, la regione e la singola località, o, in mancanza di dati precisi, la sola indicazione del territorio continentale.

 ATTIVITÀ LAVORATIVA

Questo campo, come i due precedenti, fa ovviamente riferimento alla persona emigrata e non all'oggetto della scheda catalografica. Non è chiaro se l'attributo di questa entità corrisponda all'esperienza lavorativa del migrante in terra natìa, prima di partire, o all'estero. Tuttavia ritengo che nella maggior parte dei casi si tratti dell'attività svolta all'estero, come fanno presagire le informazioni contenute nello stesso documento catalogato o le preziosissime

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annotazioni a mano del Cresci. Nel caso dei passaporti o delle richieste di espatrio la situazione è diversa dato che il valore del campo è rintracciato nei dati forniti dal documento stesso. Ma, e qui sta il punto, il passaporto o la richiesta di espatrio, sono tracce che “fotografano” la situazione di una persona in patria, nell’area di partenza. Chi può assicurarci che un uomo partito bracciante non potesse poi, all'estero, diventare operaio o muratore o altro ancora?

 NOTE

In questo campo, quasi sempre presente, possono comparire molte informazioni di vario genere non presenti nelle altre aree della scheda. Esse sono desunte o ipotizzate dall'archivista, o, molto più spesso, dal Cresci. Può trattarsi, nel caso di un estratto o di un articolo, del titolo, numero, anno di pubblicazione della rivista o del quotidiano in cui compaiono5; a proposito di un emigrante può trattarsi di una breve sintesi della sua esperienza migratoria o di notizie di vario genere sul suo eventuale rientro in Italia; se si tratta di una lettera generalmente riporta sinteticamente il percorso della stessa6; molto di frequente, se la scheda catalografica è quella di una foto o di una cartolina, nel campo considerato compare la descrizione dell'immagine stessa. Talvolta le informazioni sono di natura tecnica per attestare la qualità del documento, nel caso di una fotocopia, o l'eventuale riproduzione dello stesso anche su diapositiva, oppure l'indicazione dell'uso che è stato fatto del pezzo, per esempio se è stato già pubblicato o utilizzato a fini scientifici.

Il campo NOTE è indubbiamente uno dei più significativi. Il

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Per esempio il ritaglio di giornale Arch2017 presenta nel campo NOTE la descrizione: “Articolo estratto da "The News-Week in Business", vol. IV, n° 23; […]”.

6

La lettera Arch5519 inviata da Maria Lucchesi emigrata in Brasile, ad esempio, riporta nel campo NOTE: “Spedita alla figlia Francisca in Italia [...]”.

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suo carattere “residuale” lo rende indispensabile per rendere la descrizione il più esauriente possibile.

In tutte le dieci parti descrittive considerate, tutto quello che compare scritto tra parentesi quadre [] indica le note di Paolo Cresci, aggiunte talvolta a lato del documento originale, mentre un asterisco * segnala considerazioni personali degli archivisti; nel caso in cui si sia verificata l'impossibilità di riempire alcuni campi, essi sono stati lasciati vuoti.

Alla luce di queste osservazioni è chiaro come l'archivio informatico risulti un indispensabile strumento per effettuare ricerche mirate e “muoversi” con profitto tra le oltre 10.000 unità documentarie inventariate.

L'archivio materiale – cui le schede catalografiche informatizzate fanno sempre riferimento alla voce ID SCHEDA – è raccolto in fascicoli che rispettano la catalogazione originaria del collezionista, effettuata secondo l'ordine di reperimento dei pezzi. Questo, come già anticipato, spiega l'eterogeneità del contenuto dell'archivio, una miscellanea di documenti estremamente interessanti di cui si elenca sommariamente la tipologia di seguito:

− Lettere. Costituiscono la parte più consistente della raccolta; si tratta per la maggior parte di corrispondenza privata tra emigranti e loro familiari o amici cari7. Anche se in numero esiguo, vi sono lettere scritte su carta intestata di ditte e negozi italiani all'estero a testimonianza dell'attività economica svolta dagli espatriati. Ad oggi oltre i tre quarti delle lettere contenute in archivio è stato trascritto su fogli di Word cui si accede tramite un link presente nella scheda catalografica di ogni epistola. In effetti, ogni lettera contenuta in archivio è inventariata su due mezzi di supporto informatico diversi: una descrizione molto sintetica del pezzo con tutti i limiti già

7 Altro sottogenere molto particolare è costituito dalle lettere di raccomandazione. Esse, molto numerose in archivio, rappresentano una fonte popolare particolarmente interessante.

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evidenziati sopra è presente nel database dell'archivio; un'altra descrizione più dettagliata con possibilità di accedere alla trascrizione della lettera è presente invece nel database Archivio Cresci Lettere8.

È a questo punto necessario fare un’altra precisazione. Il Cresci decise di “isolare” dal resto dell'archivio alcune collezioni epistolari o parti di esse ritenute particolarmente interessanti (cfr. paragrafo 3.4 “Le collezioni di lettere” pag. 92), inserendole in 29 filze autonome il cui contenuto non è ancora stato trascritto né schedato su supporto informatico. Pertanto è possibile che lo studio di un epistolario o di un carteggio fra due persone risulti operativamene poco lineare e piuttosto macchinoso, in quanto la collocazione dell'intero fondo considerato potrebbe aver sede in luoghi fisici diversi.

− Fotografie. Sono un'altra componente cospicua dell'archivio e provengono spesso dalla stessa corrispondenza cui erano allegate. Alcune sono immagini del CSER (Centro Studi sull'Emigrazione di Roma) con cui Cresci collaborava, mentre molte altre sono state raccolte o donate successivamente dai parenti degli emigranti. Le foto ritraggono tutte le fasi dell'esperienza migratoria: la partenza, il viaggio, l'arrivo, la

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Questo strumento di ricerca (ArchLettere) permette di visualizzare la scheda catalografica di ciascuna lettera inventariata. Le entità descrittive sono: 1. ID SCHEDA, è il numero progressivo delle lettere trascritte attribuito dagli archivisti; 2. RIF. ARCHIVIO, corrisponde all’ID SCHEDA del pezzo considerato e ne indica la collocazione effettiva in archivio; 3. DATA; 4. INTESTAZIONE, come per l’archivio è una specie di “titolo” che identifica la lettera o il gruppo di lettere affini e generalmente corrisponde al nome del mittente; 5. DESTINATARIO; 6. LUOGO DI PROVENIENZA; 7. LUOGO DI DESTINAZIONE, diversamente dal sistema di catalogazione utilizzato per l’archivio, nel campo 6 e 7 ci si riferisce alla lettera, cioè all’oggetto considerato, e non al mittente; 8. PRIMO AUTORE, di fatto il mittente, colui che scrive in primis la lettera; 9. ALTRI AUTORI; 10. DESCRIZIONE FISICA, vale a dire numero di pagine costituenti l’epistola (1C, 2C eccetera); 11. DESCRIZIONE CONTENUTO, attraverso parole-chiave come: Saluti, Partenza, Viaggio, Rimesse, Guerra, Vita in Francia eccetera; 12. DOC. WORD, contiene il link alla trascrizione della lettera; 13. NOTE, campo residuale di notevole importanza in quanto permette agli archivisti di inserire osservazioni utili sul documento descritto, come per esempio la presenza di timbri, la carta intestata (caratteristiche talvolta riportate nel campo 11 DESCRIZIONE CONTENUTO), l’intervento della censura eccetera.

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sistemazione all'estero, l'eventuale ritorno. Vi sono ritratti in studio, foto di famiglia, di matrimoni, ma anche di ristoranti, di negozi, di aziende e di città e paesaggi che si trasformano. Per la loro vastità e specificità le fotografie rappresentano una testimonianza e un luogo di indagine unici.

− Cartoline e locandine. Le prime, molto numerose, attestano le caratteristiche e i mutamenti di molti centri urbani e rurali sorti o sviluppatisi grazie ai flussi migratori. Le seconde testimoniano vari aspetti del costume e della società, oppure – e questa categoria è molto consistente – sono locandine delle compagnie di navigazione, recanti le rotte delle navi, i tempi ed i prezzi della traversata.

− Documenti. L'esperienza migratoria è fatta anche di documenti e pratiche burocratiche. In questo archivio, dunque, non possono mancare passaporti, richieste di espatrio e richiami, visti temporanei, stati di famiglia, certificati di vita, certificati sanitari, di lavoro, di nascita, di matrimonio, di morte, d'indigenza e povertà, di buona condotta, di nazionalità, di residenza e di cittadinanza, permessi di soggiorno e di rientro, patenti di guida e di circolazione, carte di identità eccetera.

− Oggetti vari. Portafogli, monete e banconote, medaglie, gagliardetti di associazioni italiane all'estero, volantini politici, articoli di giornale, numeri di riviste, vignette, poesie, racconti, libretti bancari, fatture, assegni, rimesse, vaglia postali, atti notarili di vario tipo, biglietti di imbarco, diari di viaggio, biglietti della lotteria e di spettacoli teatrali o cinematografici, ricami, biglietti da visita e di auguri, inviti, ciocche di capelli, valigie, scarpe, bandiere eccetera. In questa categoria funzionale di “oggetti vari” rientra una variegata gamma di unità documentarie particolarmente importante per gli spaccati di vita sociale che riesce a descrivere con estrema immediatezza e trasparenza.

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3.2 LA BIBLIOTECA

La biblioteca della Fondazione Cresci, attualmente in fase di riordino e normalizzazione, è composta da circa 1.000 libri. Alcuni sono stati acquistati negli ultimi anni dalla Fondazione, tuttavia i libri più antichi e ormai fuori commercio sono il frutto della paziente ricerca di Cresci presso antiquari, mercatini dell'usato e librerie specializzate. Molte sono le donazioni, a riprova dell'ampiezza delle relazioni umane del fotografo fiorentino e della serietà dell'indagine conoscitiva da lui condotta.

Per quanto riguarda la catalogazione, anche in questo caso informatizzata su database, si è mantenuto il criterio adottato dal Cresci in base all'ordine di reperimento del libro, proseguendo poi progressivamente la numerazione per le acquisizioni successive alla sua scomparsa. Ciascuna unità è descritta nei suoi seguenti aspetti:

 NOTE

In fase di riordino e riorganizzazione del patrimonio librario del Cresci, ci si è resi conto che circa 90 dei volumi censiti dal collezionista su un elenco cartaceo non erano fisicamente presenti. Sottrazioni, perdite, o più semplicemente materiale mai restituito impediscono ad oggi la fruizione potenzialmente totale della preziosa raccolta documentaria. Ad ogni modo, i ricercatori hanno ritenuto necessario non eliminare le informazioni bibliografiche dei pezzi scomparsi, peraltro catalogati dallo studioso fiorentino attraverso il

consueto numero progressivo di acquisizione

(COLLOCAZIONE), ma bensì integrarle con la dicitura “Non presente”. Di alcuni volumi acquisiti dal Cresci o successivamente alla sua scomparsa esistono più copie identificate dal medesimo numero COLLOCAZIONE. In questi casi, nel database l'entità NOTE riporta l'attributo “Doppia copia”, “Tre copie”, e così via. Nel caso in cui il catalogatore

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abbia individuato alcune foto interessanti riprodotte nel libro descritto, nel campo NOTE comparirà la dicitura “Foto”. “Allegati” è invece scritto quando siano stati rinvenuti documenti di vario tipo tra le pagine della pubblicazione (fotografie, cartoline, buste da lettera, opuscoli, brochures…)9.

 COLLOCAZIONE

Come per l'ID SCHEDA dell'archivio (cfr. paragrafo 3.1 “L’Archivio”, pag. 77), questo campo attribuito in origine dal Cresci in base all'ordine di acquisizione del materiale, corrisponde effettivamente alla posizione progressiva del libro negli scaffali ed è un'indicazione necessaria per poterlo rintracciare. Purtroppo, per motivi che restano ignoti, alcuni numeri di collocazione – 82 per l'esattezza - mancano all'appello anche nel catalogo della biblioteca redatto a macchina dal Cresci che costituisce una sorta di “canovaccio” e traccia per quantificare e descrivere l'esistente.

 ID LIBRO

È un numero secondario “di servizio” che non è mai riportato all’interno del libro ma solo sulla scheda catalografica.

 AUTORE  TITOLO  LUOGO DI PUBBLICAZIONE  EDITORE  ANNO DI EDIZIONE  PAGINE

Questi sei campi sono quelli “classici” per la catalogazione del libro moderno. Considerando la specificità di questa raccolta libraria può essere utile sottolineare che molti autori dei volumi considerati sono essi stessi emigrati all'estero oppure

9 L’attenzione al materiale iconografico e a quello non convenzionale contenuti nei volumi della biblioteca, si deve all’opera di riorganizzazione e riordino finora effettuata dalla Dottoressa Marilì Silvestrini ed ancora in via di svolgimento.

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sono italiani di seconda, terza, o addirittura quarta generazione. Non mancano inoltre monografie pubblicate all'estero (Toronto, New York, Buenos Aires...) o edite da enti ed associazioni strettamente interessati al fenomeno migratorio (CSER, Fondazione Agnelli, Commissariato dell'Emigrazione, Italiani nel Mondo, Museo degli usi e dei costumi della gente trentina, Società Nazionale Dante Alighieri...). Per quanto riguarda l’estensione temporale del materiale considerato si parte dalla fine degli anni Venti del XIX secolo10 per arrivare sino ai giorni nostri.

 ARGOMENTO

Questa entità è stata inserita nel database della biblioteca Cresci senza però essere stata sistematicamente utilizzata come criterio descrittivo. In effetti, soltanto un centinaio di volumi presentano il campo ARGOMENTO soddisfatto.

Per quanto riguarda il materiale della biblioteca, esso è molto vario. Come già accennato, a pubblicazioni piuttosto recenti11, si affiancano esemplari rari e attualmente difficili da reperire perché fuori commercio 12 o perché realizzati in occasione di eventi remoti13. I volumi risalgono principalmente al secolo XX e, tra questi, molti hanno visto la luce fuori dai confini italiani. Oltre a monografie specifiche sull'argomento e utili libri di studio (atti di convegni, statistiche, annuari, manuali...), la biblioteca conserva testi di narrativa di viaggio e di memorie, sempre legati al tema dell'emigrazione 14 . Vista questa estrema eterogeneità del

10

Il libro in questione – Bibl656 - è: M. Sabatier, Histoire de la législation sur les

femmes publiques, Paris, J. – P. Roret Libraire, 1828.

11

Per esempio, Bibl672: M. S. Balestracci, Arandora Star. Una tragedia

dimenticata, Pontremoli (MS), Il Corriere Apuano, 2003.

12

Per esempio, Bibl355: Z. Ciuffoletti e M. Degl'Innocenti, L'emigrazione nella

storia d'Italia 1868/1975. Vol. I, Firenze, Vallecchi, 1978.

13 Per esempio, Bibl313: L. Carnovale, Il secentenario dantesco negli Stati Uniti

d'America 1321-1921, Chicago, Blakely-Oswald Co., 1924.

14

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patrimonio librario sarebbe utile inserire come ulteriore campo descrittivo anche il GENERE, al fine di facilitare le ricerche permettendo un restringimento funzionale del campo di indagine. Occorre infine notare che alcuni pezzi presenti nella biblioteca sono numeri di periodici che il Cresci ha preferito inserire in questo spazio piuttosto che nel fondo riviste.

3.3 IL FONDO RIVISTE

Sono 552 i numeri di vari periodici conservati presso la Fondazione Cresci. Ogni pezzo, catalogato secondo il consueto ordine di acquisizione del Cresci, è stato schedato su database mettendone in evidenza:

• ID

È il riferimento necessario per trovare il pezzo negli scaffali. Corrisponde all’ID SCHEDA del database dell’archivio e alla COLLOCAZIONE del database della biblioteca. Il valore dell’ID è stato attribuito dal Cresci in ordine progressivo dall’1 al 484. Il “Bollettino dell’emigrazione” fa nucleo a sé, occupando 67 spazi catalogatòri (dal 941 al 1008).

• TITOLO

• DESCRIZIONE

Generalmente corrisponde al sottotitolo della rivista considerata riportato in copertina e sul frontespizio. Ad esempio, nel caso de “L’Africa Italiana”, presente per soli quattro numeri, la DESCRIZIONE è “Bollettino Bimestrale della SOCIETÀ AFRICANA D’ITALIA”.

• ENTE PROMOTORE

L’ente promotore è quell’associazione, ente, istituto eccetera che rende possibile la pubblicazione del periodico e ne è di fatto l’editore. Può essere la Società Nazionale Dante Alighieri, come

Ricciardi Editore, 1909, ed anche di Bibl56: F. Simoncini, Pane Amaro, Mulhouse, La voce d’Italia, 1927.

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nel caso di “Civiltà italiana nel Mondo” e “Pagine della Dante”, o il Touring Club Italiano per la rivista “Le vie d’Italia e dell’America Latina”, e così via.

• AUTORE

Ogni numero di ciascun periodico raccoglie numerosi contributi di vari giornalisti, pubblicisti e scrittori che talvolta restano nell’anonimato. I ricercatori hanno deciso di inserire il nome e cognome dell’autore solo nel caso di numeri, generalmente monografici, a firma di un’unica persona.

• DIRETTORE

• SEDE REDAZIONE

Visto che si tratta per lo più di periodici che hanno a che fare con l’esperienza italiana all’estero nell’arco di cento anni, molte redazioni avranno luogo non solo e non tanto in Italia, ma bensì negli Stati mète del flusso migratorio. È il caso per esempio del mensile “L’Idea” di San Paolo del Brasile.

• EDITORE

• LUOGO DI STAMPA • ANNO

Il più antico numero periodico originale 15 conservato in Fondazione Cresci è il numero 107 del dicembre 1900 (ma la rivista era pubblicata già da tre anni) di “Caras y Caretas” (Riv322), settimanale argentino di letteratura, arte e attualità. Il periodico più recente, invece, è “Italiani nel Mondo” rivista quindicinale diretta da Leonida Felletti e conservata in 114 numeri dal 1952 al 1962 con varie lacune (Riv89-204).

• NUMERO ANNO EDIZIONE

Parametro che, se presente, permette di calcolare da quanto tempo la rivista è edita e pubblicata. Come di norma è riportato

15

In effetti non tutti i numeri di periodici conservati dalla Fondazione Cresci sono

originali; alcuni sono fisicamente presenti come fotocopie organizzate in fascicoletti non rilegati. È il caso, ad esempio, dei diciassette numeri de “La Rassegna Nazionale” dal 1881 al 1898 (Riv225-241).

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in numeri romani. • DATA

Quando è stato possibile rintracciarla, indica la data di uscita del numero considerato (per esempio: 10 novembre) o il periodo di “estensione” dello stesso (per esempio: luglio-agosto; gennaio). • NUMERO

Quasi sempre presente sulla copertina e sul frontespizio del periodico, può essere riportato in numeri arabi o in numeri romani, in quest’ultimo caso talvolta preceduto – a seconda delle scelte editoriali e tipografiche – dalla dicitura “Vol.”.

• FASCICOLO

Anche questo campo, come il precedente, dipende strettamente dalle scelte tecnico-tipografiche dell’editore e pertanto non è sempre presente. Esso rappresenta una “frammentazione” del numero in base a criteri di coerenza tematica. Generalmente è indicato con numeri romani.

• NOTE

È un campo che resta spesso insoddisfatto. I ricercatori vi hanno inserito osservazioni utili per la migliore descrizione possibile del documento16.

Tra le riviste più significative della collezione, risalenti in gran parte alla prima metà del Novecento e spesso pubblicate all'estero, ricordiamo:

− “Italica Gens”, rivista fondata e diretta dall’Associazione Nazionale per i Missionari Cattolici italiani. Pubblicata a Torino. Presente in 22 numeri.

16

Ad esempio, “Arte y Artistas en los transatlanticos de la "Italia"” (Riv475), nel campo NOTE presenta la dicitura: “Scritto in lingua spagnola - Mostra le foto degli artisti di fama internazionale che attraversano l'oceano per esibirsi”. Per quanto riguarda “Rivista delle Colonie Italiane” (Riv271): “Successivamente diviene "Rivista delle Colonie"”. E ancora, “Almanacco delle Famiglie – Utile, istruttivo, dilettevole” (Riv448), precisa in NOTE: “Supplemento al n° 4 - Dicembre 1933”.

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- “Rivista d'Italia e d'America”, rassegna mensile illustrata di vita, cultura ed economia americana ed italiana. Presente in 24 numeri

− “Italiani nel Mondo”, quindicinale dell’emigrazione e delle collettività italiane all’estero. Presente in 121 numeri.

− “Le vie dell’Italia e dell’America Latina”, rivista mensile del Touring Club Italiano; pubblicata a Milano per l’Italia, a Rio de Janeiro e Buenos Aires per l’America Latina. Presente in 33 numeri.

− “La vita italiana all'estero”, rivista mensile di emigrazione, politica estera e coloniale. Presente in 7 numeri.

− “L'Italia all'estero”. Presente in 8 numeri

− “Il Carroccio. The Italian Review”, mensile di cultura, propaganda e difesa della comunità e della cultura italiana in America pubblicato a New York. Presente in 31 numeri.

Un discorso a parte merita la raccolta di vari numeri della rivista “Bollettino dell'emigrazione” pubblicata mensilmente dal 1901 al 1927 ad opera del Commissariato Generale dell'Emigrazione e del Ministero degli Affari Esteri. Questa prestigiosa pubblicazione periodica fornisce notizie sulla legislazione straniera del lavoro e sull'immigrazione nei paesi d'arrivo, sui decreti di naturalizzazione, sulle caratteristiche delle principali mète del flusso migratorio eccetera. Il dato interessante è che il Bollettino - presente nella sede della fondazione solo per alcuni anni – è interamente ripubblicato sul sito www.fondazionepaolocresci.it attraverso l'Indice Cordasco17. Nel database inserendo un termine o una frase sarà possibile

17

Francesco Cordasco ha meritoriamente compilato l’indice analitico di tutti i

numeri del Bollettino dell’Emigrazione. Cfr. F. Cordasco (a cura di), “Italian mass

emigration – The exodus of a latin people, A bibliographical guide to the Bollettino dell’Emigrazione 1902-1927”, Totowa (NJ), Rowman and Littlefield,

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individuare l'anno, il numero del bollettino, la pagina e l'indice corrispondente ad un articolo che sul Bollettino dell'emigrazione tratta quel particolare argomento18.

3.4 LE COLLEZIONI DI LETTERE

Una delle sezioni più interessanti del patrimonio documentario della Fondazione Cresci è indubbiamente costituita dai carteggi e dagli epistolari19. In realtà, come già accennato nel paragrafo 3.1 “L’archivio”, numerose lettere fanno fisicamente parte dell’archivio – circa 3.500 – e come tali sono state trascritte e rese fruibili attraverso database. Ma, ed è necessario ricordarlo ancora una volta, quasi altrettante lettere sono conservate al di fuori dell’archivio raccolte in 29 filze non ancora riordinate né trascritte. Ogni filza contiene uno o più carteggi o una parte di essi e reca sulla costola un “titolo” - generalmente il nome del mittente, o comunque dello scrivente principale - ed alcune utili indicazioni scritte a mano dal Cresci - se si tratta di corrispondenze ad una o più voci (missive e responsive), il periodo, i luoghi coinvolti nello scambio, il “genere” epistolare, valutazioni personali del collezionista eccetera -.

Il contenuto delle filze non risponde sempre ad un criterio di ordinamento cronologico; spesso la corrispondenza sembra semplicemente accumulata senza vincoli precisi. Questo può dipendere dal fatto che spesso parte della documentazione è collocata in archivio e quindi la coerenza del fondo risulta frammentata; può dipendere dal fatto che probabilmente le epistole costituenti un carteggio non sono state acquisite tutte insieme con

18 Da pochi mesi è stato attivato un progetto di collaborazione tra la Fondazione Paolo Cresci e la Biblioteca Universitaria di Pisa che prevede la pubblicazione

on-line di tutti i numeri del Bollettino dell’Emigrazione.

19

I due termini – carteggio ed epistolario – non sono propriamente sinonimi

nonostante vengano entrambi utilizzati per indicare genericamente un insieme di lettere. In realtà, in sede di conservazione documentaria, il carteggio è una corrispondenza esclusiva fra due persone, l’epistolario, invece, si configura come una relazione scritta da uno a molti.

(19)

un unico versamento20; può infine dipendere dal fatto che il Cresci aveva appena iniziato il lavoro di riorganizzazione e razionalizzazione delle filze epistolari.

Non è detto che ogni filza contenga un unico carteggio od epistolario. È il caso ad esempio della filza 6 “EMIGRAZIONE”. In essa, come si evince dall’etichetta scritta dal Cresci sulla costola del raccoglitore, sono conservati lettere/documenti di varia provenienza. Riporto testualmente le notazioni in questione:

EMIGRAZIONE 6

a. TRIPOLITANIA 1926 PROGETTO DI

COLONIZZAZIONE/LETT. autografi DE BONO/TERRUZZI b. LETTERE A GIGI ORSINI (MILITARE IN AFRICA 1936)

spedite da Suvereto (LI) e dall’Africa (2 C.I. IL TELEGRAFO) (35 lettere)

c. LETTERE DA LOCK HAVEN (PA, USA) VANNUCCI (CARDOSO – Gallicano LU). Altro copioso materiale in archivio N° (17) anno 1952

d. LETTERE A PESTELLI (FI) COMMER. in telerie, ricami, tovaglie URUGUAY, ASMARA, TUNISIA, RODI, IL CAIRO, ITALIA (altro materiale archiviato) 27 lett. (vedi n° 7275-76).

e. LETTERE DA OAKLAND/S. FRANCISCO Dirette a Carlo PARENTI (Cancia LU) vedi arch. n° 6660 e precedenti. 17 e buste.

Come appare evidente da questo esempio, le brevi descrizioni del contenuto della filza ad opera del Cresci, pur telegrafiche e non rispondenti a criteri di sistematicità descrittiva, sono necessarie come fari di primo orientamento, in quanto forniscono dati

20

Del resto è assai difficile fare luce sulla dinamica dei vari versamenti e delle

acquisizioni documentarie relativi al patrimonio del Cresci. Le poche informazioni disponibili, generalmente riportate nella scheda catalografica di ogni pezzo, sono quelle scritte a pennarello o a lapis dal collezionista stesso ai margini del documento o, per quanto riguarda le lettere, sulla costola della filza di appartenenza.

(20)

significativi sull’argomento del carteggio (“PROGETTO DI COLONIZZAZIONE”), sul mestiere dell’emigrante (“COMMER. in telerie, ricami, tovaglie”), sulle connessioni con il materiale dell’archivio (“vedi Arch6660 e precedenti”). Oltre che sulla costola della filza, talvolta possiamo acquisire notizie interessanti anche aprendo la filza stessa. Il Cresci infatti ha spesso suddiviso in “camicie” o buste il materiale di ogni filza, soprattutto se si trattava di una miscellanea di carteggi relativi a persone diverse. Su ogni camicia o busta ha poi scritto con pennarello nero indelebile ulteriori informazioni sul contenuto della stessa.

Questo materiale, come detto, è ancora inesplorato; nessuno cioè vi ha ancora messo mano, e manca ad oggi una valutazione effettiva del suo valore e della sua consistenza. La frammentarietà della collocazione fisica di varie corrispondenze epistolari, in parte raccolte nelle filze, in parte diluite in archivio, è un dato di fatto incontrovertibile ma potrebbe essere superato ancora una volta grazie alla tecnologia, trascrivendo e digitalizzando il contenuto dei carteggi, intersecandolo con quello delle lettere d’archivio e procedendo così ad una “ricostruzione storica” dell’intero fondo epistolare. L’estrema ricchezza e varietà di queste collezioni reperite e conservate dal ricercatore fiorentino meriterebbe, a mio avviso, un’attenzione costante e sistematica. A Paolo Cresci va attribuito il grande merito di aver pazientemente raccolto numerose testimonianze scritte di natura essenzialmente popolare tentando di organizzarle in filze coerentemente suddivise; agli studiosi e ai ricercatori che vorranno approcciarsi a questo tipo di fonte storiografica resta invece il compito faticoso, ma stimolante, di aprire le varie filze ed indagarne analiticamente il contenuto.

(21)

3.5 IL FONDO QUOTIDIANI

In realtà i quotidiani raccolti dal Cresci in vari anni di attività non sono stati ancora né riordinati né catalogati. La totale assenza di qualsivoglia strumento di corredo, regesto o semplice elenco di consistenza, impedisce ad oggi la valutazione qualitativa e quantitativa del fondo in oggetto. In attesa di trovare una collocazione fisica adeguata all’insieme dei quotidiani, essi sono conservati in due scatole di cartone sigillate poste nei locali della fondazione.

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