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L’ANALISI CONOSCITIVA

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 1

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1.1

Il territorio comunale ed il paese

L’edificio attualmente utilizzato come biblioteca decentrata delle frazioni e del museo archeologico e quello verso cui si ipotizza lo spostamento di tali servizi culturali comunali si trovano in pieno centro urbano di Orentano, nel Comune di Castelfranco di Sotto, uno dei centri più importante del Valdarno inferiore pisano. Il territorio comunale ha una notevole estensione territoriale, con una superficie di 48,32 km2, ed una popolazione di 11.807 abitanti alla fine del 20031.

Figura 1: Stemma del Comune di Castelfranco di Sotto2

Figura 2: Foto storica della facciata del Palazzo Comunale alla fine del XIX secolo3

Il Comune di Castelfranco confina a Nord con Altopascio, in provincia di Lucca, ad Est con Fucecchio, in provincia di Firenze, e con Santa Croce sull’Amo, in provincia di Pisa, a Sud con Montopoli Val d’Amo, ad Ovest con Santa Maria a Monte e Bientina, anch’essi in provincia di Pisa.

Il territorio comunale è per il 20% circa pianeggiante e per l’80% collinare, con la presenza di sette tra fiumi e torrenti; la parte pianeggiante è costituita dalla pianura alluvionale dei Fiume Arno, che costituisce il confine Sud del Comune, mentre la parte collinare è costituita dalle prime propaggini delle colline delle Cerbaie, che si sviluppano a nord del Canale Usciana, e proseguono sotto forma di altopiano verso la valle del Serchio in direzione di Altopascio/Lucca.

1Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

2

www.comune.castelfranco-di-sotto.pi.it/localizzazione.asp

3G. Ciampoltrini, E. Abela, a cura di: Castelfranco di Sotto, Archeologia delle origini dalla Preistoria

al Rinascimento, Guida alla mostra, Comune di Castelfranco di Sotto (PI), D.S.L. Biblioteca

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Figura 3: Pianta del 1770 della Toscana Inferiore, con localizzazione di Castelfranco di Sotto (nel cerchio) e di Orentano (in rosso), da Relazioni d’alcuni viaggi fatti in diverse parti della

Toscana, di G. Targioni Tozzetti, vol. I4

4 G. Ciampoltrini, E. Abela, a cura di: La “Piazza del Comune” di Castelfranco di Sotto: lo scavo

archeologico di Piazza Remo Bertoncini e la nascita di un antico castello del Valdarno Inferiore,

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Il Capoluogo, Castelfranco di Sotto, domina con i suoi insediamenti residenziali e produttivi la parte pianeggiante, che si estende tra la riva destra dell’Arno e il corso del canale Usciana, ai piedi delle colline delle Cerbaie.

Figura 4: Estensione del Comune di Castelfranco di Sotto e localizzazione di Orentano5

La parte collinare, detta ”il poggio”, collocata oltre il sistema ambientale della foresta demaniale di Montefalcone, è invece dominata dai centri di Orentano, Villa Campanile, Chimenti e Galleno, oltre al piccolo nucleo di Staffoli; questi ultimi tre centri sono condivisi con altri Comuni, Staffoli con Santa Croce sull’Arno, Galleno con Fucecchio e Santa Croce, Chimenti con Fucecchio; ad ovest di Orentano si estende la piana del padule di Bientina, bonificata alla metà del XIX secolo per il prosciugamento del Lago di Sesto6.

All’interno del sistema ambientale boscato che copre le pendici del sistema collinare oltre il canale Usciana si trova la frazione di Staffoli, facente parte del Comune di Santa Croce sull’Amo, che con la sua enclave interrompe la continuità territoriale del Comune, relegandola a due piccole strisce di territorio ad Est e ad Ovest, attraversate dai due collegamenti interni al Comune in direzione Nord-Sud7.

5www.comune.castelfranco-di-sotto.pi.it/localizzazione.asp

6Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

7S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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Tale particolare conformazione territoriale-amministrativa è derivata dall’aggregazione al Comune di Castelfranco di Sotto della frazione di Orentano, facente parte fino al 1910 del Comune di Santa Croce8.

L’assetto prevalentemente pianeggiante ed un discreto funzionamento dei trasporti favoriscono i collegamenti con le grandi reti di traffico; le vie di comunicazione più importanti che attraversano il territorio comunale sono9:

• la Strada Provinciale Francesca, che attraversa il Sistema della Pianura in senso Est-Ovest e percorre centralmente l’abitato di Castelfranco;

• la Strada Provinciale Nuova Francesca, che corre a Nord degli insediamenti residenziali e produttivi del capoluogo, parallelamente alla Strada Provinciale Francesca, a poca distanza dal canale Usciana;

• la Strada Provinciale Bientina-Altopascio, che lambisce a Nord il territorio comunale nelle vicinanze di Orentano;

• la Strada Provinciale per Altopascio, che attraversa Orentano;

• la Strada Provinciale Lucchese-Romana, porzione dell’antico tracciato della famosa via Francigena, che permetteva ai pellegrini di raggiungere Roma in epoca medievale, che attraversa i centri abitati di Galleno e Chimenti;

• la Strada Provinciale della Val di Nievole, che attraversa Galleno. In totale il territorio comunale è servito da 22,50 km di strade provinciali, mentre le strade comunali hanno un’estensione complessiva di 78,50 km e quelle vicinali di circa 130 km10.

Sono inoltre ubicati a poca distanza dai confini comunali la Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, con gli svincoli di Montopoli e di Santa Croce a circa 4 km, e la linea ferroviaria Firenze - Pisa, con la stazione ferroviaria di San Romano-Montopoli a soli 2 km.

Altre reti di trasporto, strade di collegamento di interesse regionale o grandi infrastrutture portuali e aeroportuali facilmente raggiungibili sono le seguenti 11:

8

S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

Miniato (PI), 1998

9www.comune.castelfranco-di-sotto.pi.it/localizzazione.asp 10

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

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• l’autostrada A11 Firenze - Mare, con il casello di Altopascio a circa 18 km dal capoluogo e soli 5 km dalle frazioni di Orentano e Villa Campanile;

• la linea ferroviaria Firenze-Lucca-Viareggio, con la stazione di Altopascio a 5 km da Orentano;

• l’aeroporto di Pisa, a 30 km dal capoluogo; • il porto di Livorno, a 43 km dal capoluogo.

Il capoluogo, al centro della pianura dell’Arno, abitata fin da tempi antichissimi, fu fondato intorno al 1253, anno in cui la popolazione sparsa nei quattro villaggi originari (S. Martino a Catiana, S. Michele in Caprugnana, S. Pietro a Vigesimo e S. Bartolomeo a Paterno) confluì nell’attuale sede dell’abitato e vi costruì un castello, di impianto quadrato come gli antichi castra romani, che garantiva l’esenzione delle tasse (da cui il nome Castellofranco)12.

Il castello, che si assoggettò a Firenze nel XIV secolo, fu avvantaggiato da un periodo di tranquillità e fertilità economica durato per tutta la dominazione medicea, grazie al notevole incremento della navigazione e del commercio fluviale causati dalla costruzione nel XIV secolo del Molino del Callone, un grande complesso idraulico-architettonico che permetteva di far scorrere le pale dei mulini della comunità e di far transitare contemporaneamente le barche.Sotto la dominazione granducale, Castelfranco accrebbe la sua importanza diventando Podesteria ed estendendo la sua dominazione anche su Santa Maria a Monte e Montopoli.

Nel 1923, con il riordinamento delle province toscane, Castelfranco, che aveva nel frattempo esteso il suo territorio comunale con l’aggregazione nel 1910 del territorio di Orentano (amministrato dal 1418 congiuntamente col Comune di Santa Croce sull’Arno)13, abbandonò definitivamente la Provincia di Firenze, entrando a far parte della Provincia di Pisa.

Durante la Seconda Guerra Mondiale il paese subì notevoli danni, con la distruzione del 60% delle abitazioni del centro a causa dei bombardamenti, ma all’indomani del conflitto la volontà e la capacità della popolazione hanno avviato una fase di attiva ricostruzione con importanti trasformazioni economiche e sociali.

12

G. Ciampoltrini, E. Abela, a cura di: La “Piazza del Comune” di Castelfranco di Sotto: lo scavo

archeologico di Piazza Remo Bertoncini e la nascita di un antico castello del Valdarno Inferiore,

D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Lalli Editore, Monteriggioni (SI), 2002

13S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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Infatti, dopo secoli di attività nel costruire e condurre le barche, fabbricare terraglie e tessere canapa e lino, a partire dagli anni 1960 si è sviluppata una vocazione industriale nel settore calzaturiero, commercializzato in tutto il mondo, che ha concesso al paese di raggiungere una buona prosperità economica. Attualmente l’abitato, con una popolazione di oltre 8.600 abitanti, ha ampiamente superato il confine delle mura medievali, che delimitano ancora oggi il centro storico, ed è insediata in un ampio tratto del territorio circostante14.

Figura 5: Mappa di Castelfranco di Sotto, dal Catasto Leopoldino (fine XVIII secolo) 15

14Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

15G. Ciampoltrini, E. Abela, a cura di: La “Piazza del Comune” di Castelfranco di Sotto: lo scavo

archeologico di Piazza Remo Bertoncini e la nascita di un antico castello del Valdarno Inferiore,

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La porzione centrale del territorio comunale è prevalentemente occupata dalla vasta area boschiva corrispondente alle colline delle Cerbaie, in cui la vegetazione dominante è rappresentata da pinete miste a querceti ed altre essenze autoctone.

L’area naturale più significativa del territorio è costituita dalla Riserva Naturale di Montefalcone, con superficie di 503 ha, istituita con DM 13 luglio 1977 (Riserva Naturale Biogenetica) e DM 28 aprile 1980 (Riserva Naturale di Popolamento animale) sulle ultime propaggini delle Cerbaie; è caratterizzata da un’alternanza di rilievi e piccole valli, con un’altitudine compresa tra i 45 ed i 114 m s.l.m.

La vegetazione prevalente è rappresentata da pinete a pino marittimo, miste a cerro, rovere, roverella, farnia e carpino; la fauna è costituita da cervi, caprioli, daini, cinghiali, volpi, faine, donnole e ghiri, mentre nelle zone umide sono presenti anche il germano reale, la folaga, la gallinella d’acqua, l’airone cinerino e l’alzavola16.

La zona è intersecata da un fitto reticolo di strade, corrispondenti ad una porzione dell’antico tracciato della famosa via Francigena, che permetteva ai pellegrini di raggiungere Roma fin dal periodo medievale, ed a numerose strade vicinali.

Mediante la tutela e l’attrezzatura di alcune tra le più significative di queste strade, è stata recentemente realizzata una rete sentieristica adeguatamente segnalata, utilizzata per percorrenze pedonali e ciclabili, per complessivi 15 km; sono state inoltre realizzate nuove aree attrezzate e potenziate quelle esistenti, mediante la posa in opera di cartelli di indicazione ed elementi di arredo urbano, che consentono una regolare apertura annuale nel periodo primaverile-estivo dell’Area in Gestione della Riserva, in località Fonte del Leone e del Sasso presso Orentano, per una superficie di circa 10 ha17.

Il territorio delle frazioni (che comprende, oltre ad Orentano, Villa Campanile, Galleno e Chimenti), diviso dalla pianura di Castelfranco dalle colline delle Cerbaie, geograficamente e fisicamente fa parte del sistema ambientale della pianura lucchese, come testimoniano i numerosi edifici a corte sparsi nelle campagne delle frazioni18.

16

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

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Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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Dal punto di vista dei collegamenti viari, le frazioni risultano collegate al Valdarno ed al capoluogo tramite le due direttrici costituite dalla Strada Provinciale di Bientina e dalla Strada Provinciale Lucchese-Romana, che attraversano longitudinalmente il territorio comunale in direzione Nord-Sud19.

Il territorio di Orentano, per i suoi caratteri di omogeneità che lo contraddistinguono dai paesi circostanti, può essere definito come un piccolo comune, con confini ben delineati grazie alla particolare morfologia del terreno: a Nord risulta delimitato dal Rio del Valico e dalla Via Romana, a Est dalla valle e Rio dei Ponticelli, a Ovest dal Padule di Bientina, alveo dell’antico lago di Sesto20. Da sempre la notevole distanza di Orentano dal capoluogo Castelfranco è stata causa di considerevoli disagi, soprattutto di carattere amministrativo, per la popolazione delle frazioni, e di conseguenza per gli amministratori castelfranchesi, che non sempre recepivano le istanze degli orentanesi.

Figura 6: Vista del centro di Orentano

Oltre che di distanza fisica, si tratta ancora maggiormente di distanza culturale, dal momento che il dialetto, i rapporti economici e sociali degli orentanesi sono piuttosto orientati a Nord, verso Altopascio e la Valdinievole, che non verso il Valdarno, tanto che molti si sono chiesti se non sarebbe stato più logico e conveniente per Orentano restare amministrativamente sotto Altopascio, e quindi in provincia di Lucca.

19Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

20S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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In realtà le ragioni dell’insolita ripartizione territoriale delle Cerbaie, che vede coinvolti anche i vicini paesi di Staffoli e Galleno, sono molto antiche, e spiegano anche la curiosa presenza dell’enclave di Staffoli, separata dal suo capoluogo Santa Croce e interamente racchiusa all’interno del territorio del Comune di Castelfranco, e il caso abbastanza problematico del Galleno, diviso a metà fra due province e ben tre comuni.

Nonostante l’attuale assetto dei confini amministrativi a Nord di Orentano e la sproporzione di territorio esistente tra i Comuni di Castelfranco e di Altopascio, il Comune di Altopascio non ha acquisito in passato una maggiore estensione territoriale nei confronti di Orentano perché, come istituzione amministrativa, ha un’origine abbastanza recente, essendosi staccato dal comune di Montecarlo solo nel 188121.

Il castello di Altopascio non aveva infatti una reale indipendenza, essendo stato costituito nel Medioevo principalmente come Spedale, con particolari mansioni di assistenza ai viandanti, e riorganizzato nel secolo XVI come centro direttivo della fattoria medicea.

Figura 7: Pianta del territorio di Orentano, con indicazione delle corti, in una carta del Lago di Sesto del 1778 22

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S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

Miniato (PI), 1998

22 M. Bartolesi, L. Chiari, A. Orsini, S. Ruglioni: Sacra, nella terra del pane e del companatico: i

luoghi della devozione popolare a Castelfranco – Fucecchio - Santa Croce, Rotary Club Fucecchio

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Di conseguenza l’antica chiesa romanica, nonostante l’incremento della popolazione e la presenza di un curato, gravitava sulla pieve di Montecarlo e per molto tempo non ebbe una vera parrocchia, caratterizzata dalla presenza di un fonte battesimale e di una conseguente precisa definizione di un territorio in cui amministrare la cura delle anime, come esisteva invece contemporaneamente ad Orentano23.

Mentre la chiesa di Orentano, il cui nucleo primordiale risale al periodo della costruzione del castello (XIII secolo), aveva il fonte battesimale già nel 1580, la parrocchia di Altopascio vide riconosciuti precisamente i propri confini solamente nell’anno 1784, quando dalla Diocesi di San Miniato passò a far parte della Diocesi di Pescia; in particolare in direzione di Orentano essi vennero a coincidere con quelli fra le comunità di Montecarlo e Castelfranco, precedentemente fissati nel XV secolo, e rimasti invariati fino ad oggi24.

Attualmente Orentano costituisce la frazione più importante del Comune di Castelfranco di Sotto, con una popolazione di oltre 2.000 abitanti, ma il suo territorio, che costituisce il riferimento anche dei servizi culturali oggetto della presente tesi, si estende fino a comprendere, come già evidenziato, tutte le frazioni comunali.

La popolazione complessiva delle quattro frazioni del Comune di Castelfranco (Villa Campanile, Chimenti, Galleno, oltre ad Orentano), che evidenzia da anni un trend positivo soprattutto grazie al saldo migratorio, attualmente supera i 3.000 abitanti.

Dati demografici nelle frazioni 25

Popolazione 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 Numero nati 22 31 34 23 30 24 25 24 27 Nuclei familiari 1.046 1.044 1.059 1.065 1.080 1.089 1.102 1.109 1.145 Saldo naturale -13 1 -1 -6 -14 -24 -9 -18 0 Saldo migratorio 45 34 53 25 42 16 12 72 78 Totale popolazione residente 2.850 2.885 2.937 2.956 2.984 2.986 2.989 3.043 3.121

23

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

24S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

Miniato (PI), 1998

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Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

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L’aumento costante della popolazione delle frazioni negli ultimi anni è riconducibile soprattutto all’aumento dei nuclei familiari ed al valore positivo dl saldo migratorio positivo; l’andamento del saldo naturale è invece negativo, poiché, a partire dall’anno 1966, il numero dei decessi è stato quasi sempre superiore al numero delle nascite, che risulta comunque sempre superiore alle 20 unità26.

Attualmente il nucleo centrale del paese non è costituito da un reale centro storico, come negli altri paesi vicini (come Altopascio, Montecarlo, Bientina, Castelfranco, S. Croce), ma da un abitato sviluppatosi solo nel XIX secolo lungo il principale tracciato stradale.

Questa particolare configurazione urbanistica è causata in primo luogo dalla specifica evoluzione dell’insediamento, che è avvenuta in età rinascimentale in forma sparsa e diacronica, legata ad un progetto di riorganizzazione del territorio agricola, che ha trascurato completamente le strutture medievali preesistenti27.

Figura 8: Planimetria del centro di Orentano con indicazione del lotto in oggetto

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Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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Di conseguenza il centro del paese è attualmente caratterizzato da insediamenti residenziali, costituiti da edifici plurifamiliari ad uno o due piani di altezza, con le relative zone verdi pertinenziali, e dalle attrezzature ad essi connesse, prevalentemente a carattere pubblico, che sono ancora oggi concentrate quasi esclusivamente lungo la direttrice che attraversa il paese in direzione Nord-Sud. Il nucleo abitato conserva ancora in parte la sua vocazione di centro agricolo, mentre negli ultimi decenni ha sviluppato una fiorente attività nel settore della ristorazione, favorita anche dalle manifestazioni delle Sagre della Pizza e del Bignè, che durano per tutto il periodo estivo 28.

Conserva invece ancora oggi la struttura urbanistica più antica la porzione di territorio circostante, che è ancora oggi caratterizzata da insediamenti a corte, derivate dagli edifici costruiti al centro dei loro poderi di appartenenza nel XVI secolo, durante la fase di riorganizzazione agricola della zona successiva all’emanazione nel 1538 degli “Statuti dei Poderi di Cerbaie”29.

Figura 9: Vista della strada principale del centro di Orentano

28Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

29S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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1.2 Caratteristiche

fisico-strutturali del territorio

Dal punto di vista geo-litologico, il territorio comunale di Castelfranco di Sotto è contraddistinto dalle seguenti cinque differenti tipologie geologiche30:

• depositi alluvionali e parti terrazzate, nella fascia pianeggiante a Sud, intorno al capoluogo;

• terreno palustre, nella porzione Nord-Ovest nei pressi di Orentano, corrispondente alla pianura del padule di Bientina, alveo dell’antico Lago di Sesto;

• sabbie arrossate, conglomerati e depositi ciottolosi in terrazzi, con varia presenza di affioramenti di tufo vulcanico, nella fascia collinare da Poggio Adorno fino a Galleno ed Orentano, in posizione baricentrica rispetto all’estensione del territorio comunale.

Il territorio di Orentano, oggetto della presente tesi di laurea, si colloca alla sommità del margine occidentale dei rilievi delle Colline delle Cerbaie, a Nord-Ovest del capoluogo comunale Castelfranco di Sotto; il terreno, con andamento pseudopianeggiante, in posizione lontana da scarpate, ha quota media di circa 27-30 m s.l.m., sopraelevato di oltre 20 m rispetto alla sottostante piana dell’ex alveo del lago di Bientina.

Il terreno, composto prevalentemente da terreno palustre e sabbie arrossate, dalle buone caratteristiche geotecniche, presenta basso rischio di dissesto geomorfologico, e, per la conformazione plano-altimetrica favorevole, rischio idraulico e possibilità di alluvionamento da parte dei corsi d’acqua vicini irrelevanti.

La zona è caratterizzata da una forte urbanizzazione, in una zona sostanzialmente sub-pianeggiante, con quote medie di 28 m circa sul livello medio marino, in leggero declivio verso Nord, e verso Ovest, con pendenze medie dell’ordine del 1 ÷ 2 %.

La morfologia è sostanzialmente modificata nel suo aspetto originario dall’azione antropica, caratterizzata da opere d’urbanizzazione di tipo civile e di tipo viario; allo stato attuale, la prevalente destinazione d’uso del suolo delle porzioni di territorio non urbanizzate è rappresentato da campi incolti e colture di tipo seminativo.

30 M. Bartolesi, L. Chiari, A. Orsini, S. Ruglioni: Sacra, nella terra del pane e del companatico: i

luoghi della devozione popolare a Castelfranco – Fucecchio - Santa Croce, Rotary Club Fucecchio

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Date le blande pendenze che caratterizzano queste colline, l’assenza di scarpate e la lontananza da zone di raccordo con versanti, non si evidenziano fenomenologie geomorfologiche di tipo gravitativo né passate né tantomeno attuali, né fenomeni importanti d’erosione del suolo.

Geologicamente, i terreni affioranti sono di origine continentale e di età quaternaria ed appartengono prevalentemente alla Formazione delle Cerbaie, del pleistocene medio.

Le caratteristiche stratigrafiche e geotecniche del terreno sono determinate mediante due prove penetrometriche statiche CPT, eseguite con penetroemtro PAGANI 100 kN con punta meccanica tipo Begemann.

La stratigrafia presenta prevalentemente strati di argille e limi sabbiosi di colore dal beige al rosso ocra intenso, intercalati con livelli di ghiaia in matrice limo-sabbiosa; le caratteristiche geotecniche, molto variabili in relazione alla suddetta alternanza stratigrafica, presentano nei primi metri al di sotto del piano di campagna valori della coesione non drenata Cu di circa 67 kPa.

Dal punto di vista idrogeologico i terreni affioranti nell’area di Orentano, scarsamente permeabili, sono sede di modeste circolazioni idriche, che fanno capo alla locale presenza di livelli continui sabbioso-ciottolosi, più permeabili31. Il livello della falda in zona, sulla base del censimento di pozzi, si attesta su una quota di non meno 20 metri dal piano campagna attuale, evidenziando, nella zona, una struttura idrogeologica complessa costituita da più orizzonti acquiferi sovrapposti; tra queste falde (le più produttive delle quali si ritrovano in genere tra 20 e 40 m di profondità), le più superficiali si presentano con caratteristiche ora freatiche ora artesiane, mentre le più profonde risultano spiccatamente artesiane.

I livelli piezometrici delle varie falde risalgono a quote diverse tra loro, e generalmente si nota che gli acquiferi profondi presentano dei livelli idrici più bassi degli acquiferi superficiali.

In particolare, nella zona del centro di Orentano, corrispondente approssimativamente al lotto in oggetto, le misurazioni del livello piezometrico effettuate a più riprese durante il periodo di Gennaio 2006 non hanno evidenziato la presenza d’acqua.

All’interno del Piano di bacino stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.), adottato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno in data 11/11/04, l’area oggetto di studio, in riferimento alla Pericolosità da Processi

31

Relazione Tecnica del Regolamento Urbanistico del Comune di Castelfranco di Sotto, approvato con D.C.C. n° 23 del 18-06-2003 e n° 24 del 19-06-2003

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Geomorfologici di Versante e da Frana, è inquadrata in Aree a pericolosità media e moderata da processi geomorfologici di versante e da frana di Fondovalle e/o Pianeggiante (P.F.2) art. 12. - Norme di Attuazione e Allegati.

Nelle aree P.F.2 è consentita ogni tipologia di intervento prevista dagli strumenti di governo del territorio, purché l’intervento garantisca la sicurezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi negativamente le condizioni ed i processi geomorfologici nell’area e nella zona potenzialmente interessata dall’opera e dalle sue pertinenze.

Per quanto riguarda la Pericolosità Idraulica, l’area oggetto di studio non è caratterizzata da nessun grado di pericolosità previsto nelle “Carte di perimetrazione delle aree a pericolosità del rischio idraulico”.

In questa zona l’edificabilità è condizionata ai vincoli esistenti sul territorio ed alla esecuzione di indagine geologica e geotecnica nei casi previsti dalla normativa vigente e/o dallo Strumento Urbanistico 32.

Per quanto riguarda la valutare della fattibilità geologica delle opere secondo le vigenti normative nazionali e regionali, gli elaborati geologici a supporto del R.U. del Comune di Castelfranco di Sotto, rappresentati da una Carta di Pericolosità sintetica, evidenziano il grado di rischio prevalente risultante dall’incrocio delle diverse carte di pericolosità, affiancata da una tabella riportante le classi di fattibilità per l’intervento massimo ammissibile in ciascuna zona omogenea. Nello specifico, per il lotto in oggetto, che ricade in zona omogenea “B2 Aree di completamento a prevalente carattere residenziale”, il rischio deriva dalla pericolosità geomorfologia.

Dall’incrocio delle classi di pericolosità geomorfologoica, che per il lotto in oggetto perimetrato in classe di pericolosità geomorfologica 3b (Pericolosità media) e della zona omogenea, si individua una classe di fattibilità pari a 3, ovvero Fattibilità Condizionata.

La fattibilità geologica dei progetto non viene vincolata dai vari strumenti di programmazione e pianificazione redatti dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno, relativamente alle misure di salvaguardia per le aree a pericolosità e a rischio idraulico e di frana.

32

Relazione Tecnica del Regolamento Urbanistico del Comune di Castelfranco di Sotto, approvato con D.C.C. n° 23 del 18-06-2003 e n° 24 del 19-06-2003

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1.3

Gli spazi attualmente utilizzati

L’edificio attualmente sede della biblioteca decentrata delle frazioni e del museo archeologico è ubicato in pieno centro urbano, lungo via Martiri della Libertà, che è la strada principale di Orentano, poiché attraversa il paese per tutta la sua estensione e costituisce la prosecuzione di un’arteria di fondamentale importanza, poiché collega il paese al capoluogo comunale.

Figura 10: Vista esterna dell’edificio attualmente utilizzato come biblioteca e spazio espositivo

Il lotto, ricadente nel Regolamento Urbanistico comunale, approvato con D.C.C. n° 23 del 18-06-2003 e n° 24 del 19-06-2003, in zona urbanistica B2 “di completamento a prevalente carattere residenziale”, è inserito in un contesto prevalentemente residenziale, circondato da edifici plurifamiliari ad uno o due piani di altezza, con le relative zone verdi pertinenziali; l’intera frazione è infatti caratterizzata da insediamenti edilizi e dalle attrezzature ad essi connesse, prevalentemente a carattere pubblico.

Sono ubicati infatti a poca distanza dall’edificio in oggetto (al massimo 200 m) i seguenti servizi pubblici:

• la Palazzina Comunale, sede degli Uffici Comunali distaccati di Castelfranco;

• l’edificio che ospita la Scuola Elementare e Media di Orentano, attualmente in fase di ampliamento;

(18)

• la palestra polivalente della Scuola (attualmente in fase di ampliamento), utilizzata anche da società sportive di pallavolo, ginnastica, pallacanestro, karate e per attività motorie per anziani33; • l’Ufficio Postale della frazione;

• un distaccamento socio-sanitario;

• i due parchi comunali “Giorgio Banti” (adiacente alla Palazzina Comunale) e “Giovan Battista Donati” (sul retro della palestra).

Figura 11: Vista esterna dell’Ufficio Postale di Orentano

L’area è attualmente soggetta a trasformazioni qualitative, come la nuova lottizzazione lungo via Morandi, o la costruzione degli ampliamenti della Scuola Elementare-Media e dell’adiacente palestra, oltre al recente intervento comunale sulla viabilità in via Martiri della Libertà, consistente nel completo rifacimento dei marciapiedi e della pubblica illuminazione.

L’edificio, con uno dei lati corti prospiciente direttamente la strada comunale, dal livello della quale è sollevato di alcuni scalini, è un fabbricato a due piani fuori terra, adiacente lateralmente a due edifici costruiti a pochi metri di distanza; ha accesso direttamente da via Martiri della Libertà mediante tre ampie aperture sul fronte principale ed un passaggio sia pedonale che carrabile situato sul lato sinistro dell’edificio.

33

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality S.r.l., Pistoia, 2004

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Figura 12: Vista del parco comunale Giorgio Banti e degli insediamenti residenziali

Il piano terra del fabbricato, in passato utilizzato come piccolo teatro del paese, attualmente è quasi interamente occupato dalla sede dello Spazio Giovani, che ospita tutti i servizi culturali comunali delle frazioni; tali servizi culturali, benché di pubblico interesse, sono gestiti da associazioni esterne al Comune (l’Associazione Athor di Orentano per quanto riguarda il Museo, e l’Associazione Teatrino dei Fondi di San Miniato per quanto riguarda la Biblioteca e l’Informagiovani), in collaborazione con il Servizio Bibliotecario e Museale e dai Servizi Sociali Comunali34.

La collaborazione tra questi due Servizi Comunali, non sempre di facile attuazione, si traduce nella seguente ripartizione degli oneri economici di gestione:

• le spese relative al canone di affitto sono a carico dei Servizi Sociali; • le spese telefoniche del Museo a carico del Servizio Museale e

Bibliotecario;

• tutte le altre spese vengono ripartite a metà.

Questa collaborazione tra due Servizi Comunali e tra questi ultimi e le due associazione extra-comunali è attualmente complicata dall’operazione in atto, consistente nell’alienazione delle competenze per i Servizi Sociali dall’Ufficio Comunale Scuola-Cultura e nel loro accorpamento a livello territoriale, con sede a San Miniato.

34

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

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Figura 13: Vista di via Martiri della Libertà, con i marciapiedi e l’impianto di pubblica illuminazione di recente realizzazione

I servizi culturali comunali presenti, con accessi separati al piano terra dell’edificio di via Martiri della Libertà, nei cosiddetti “Locali del Vecchio Teatro”, sono i seguenti35:

• il museo archeologico, situato nella porzione dell’edificio prospiciente il fronte stradale, con accesso da via Martiri della Liberta mediante tre ampie porte vetrate;

• la biblioteca comunale (con spazi destinati anche ai servizi sociali), posta nella porzione retrostante dell’edificio, con accesso dal lato sinistro del lotto mediante un’ampia reception che funge anche da collegamento con i locali del museo.

L’informagiovani, che fino a poco tempo fa ubicato in un locale attiguo alla biblioteca, ha attualmente sede in ambiente apposito all’interno della Palazzina Comunale.

I due servizi igienici (distinti con WC anche per i disabili), posti all’estremità a Sud-Est dell’edificio, sono utilizzati in comune dai tre servizi culturali, mentre i locali per la centrale termica sono due distinti.

Il primo piano è invece destinato a residenze, con accesso indipendente mediante un androne con scala interna, che si apre sullo stretto passaggio situato sul lato sinistro dell’edificio.

35

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

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Figura 14: Pianta locali del “Vecchio Teatro”

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Il Museo archeologico, che occupa la porzione più estesa dell’edificio, per una superficie totale di circa 115 m2, è collocato in una grande sala interrotta solo da alcuni pilastri, a cui è affiancato un piccolo magazzino per la conservazione dei reperti.

Figura 16: Vista dell’interno del museo archeologico

La sala è organizzata con pannelli esplicativi alle pareti e numerosi espositori vetrati posti prevalentemente al centro dell’ambiente; l’illuminazione della sala e dei reperti è di tipo puntuale, realizzata mediante faretti e luci a parete.

(23)

L’allestimento, che non segue l’ordine cronologico, è essenziale, ma molto accurato nel posizionamento dell’illuminazione e nella scelta dei colori, prevalentemente tenui, su cui spiccano i pannelli esplicativi rossi, ed efficace, poiché consente al pubblico un’agevole e personale fruizione del materiale esposto.

Attualmente il Museo archeologico, gestito dall’Associazione Culturale Athor di Orentano, ma dipendente dalla sede di Lucca, in collaborazione con i Servizi Culturali Comunali, è aperto regolarmente per due ore tre mattine a settimana, per complessive sei ore settimanali36.

La Biblioteca, che occupa una superficie totale di circa 65 m2, è ospitata in due ampi locali, separati da una parete apribile, scorrevole su apposite guide per formare un esteso spazio utilizzabile anche per raccolte conferenze o la presentazione di libri.

Figura 18: Vista dell’interno della biblioteca e particolare della parete apribile

La biblioteca è quindi composta dai seguenti vani:

• il locale retrostante, che funge da contenitore e luogo di consultazione della piccola raccolta libraria della biblioteca, di circa 2.000 volumi, tutti per bambini, ed ospita anche attività di tipo sociale; gli arredi consistono in ampie scaffalature addossate alle pareti e tre tavoli per quattro persone per la consultazione dei libri;

36

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

(24)

• il locale più ampio, quasi completamente privo di arredi, collegato al precedente dalla suddetta parete apribile, su guide a scomparsa dietro gli scaffali;

• un piccolo ripostiglio, annesso al locale precedente, per i libri per adulti, attualmente fuori catalogo.

Gli spazi della biblioteca sono ristretti, ma organizzati in modo abbastanza razionale, tanto da poter ospitare in modo soddisfacente tutte le attività previste, a volte anche molto eterogenee; si presentano dei problemi per la tutela dei libri solo relativamente alle attività sociali, che spesso non sono rispettose del patrimonio librario, ospitato in contenitori a scaffale aperto.

L’illuminazione è diffusa, concentrata sopra le postazioni di consultazione; gli arredi sono in numero esiguo, ma di recente realizzazione ed idonei alle esigenze dei bambini per le dimensioni, i colori ed i materiali (prevalentemente legno e formica).

Figura 19: Vista degli arredi della biblioteca

Dopo alcuni mesi di chiusura a causa della mancanza di coordinamento con gli altri servizi culturali, è stata recentemente riattivata l’apertura regolare della Biblioteca (dal 1 dicembre 2005); la biblioteca, attualmente gestita dall’Associazione Teatrino dei Fondi di San Miniato in collaborazione con i Servizi Culturali Comunali, è quindi aperta per tre ore due pomeriggi a settimana, per complessive sei ore settimanali37.

37

Successo del Festival della Lettura, in “Colleg@ti al Comune, Bollettino informativo del Comune di Castelfranco di Sotto”, Anno 1 Numero 1, Dicembre 2005

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L’Informagiovani fino a poco tempo fa era ubicato in un piccolo locale annesso alla biblioteca, di superficie di circa 20 m2, ma con accesso indipendente, in relazione all’orario di apertura, diverso per i due servizi, ed era gestito come la biblioteca dall’Associazione Teatrino dei Fondi di San Miniato in collaborazione con i Servizi Culturali Comunali.

Attualmente l’informagiovani di Orentano, in concomitanza con il recente ingresso nella Rete di Informagiovani del Valdarno Inferiore, con sede centrale a Fucecchio, è gestito dai Servizi Scolastici Comunali ed ha trasferito la propria sede in un locale apposito della Palazzina Comunale.

L’edificio, ad un piano fuori terra, con accesso da Piazza Roma, è sede degli Uffici distaccati del Comune di Castelfranco di Sotto, e ricade nel R.U. comunale, approvato con D.C.C. n° 23 del 18/06/2003 e n° 24 del 19/06/2003, in zona urbanistica F2 ”aree destinate a verde ed attrezzature di interesse collettivo ai sensi del D.M. 1444/68”.

Lo spazio utilizzato, di superficie di circa 25 m2, prima adibito ad ufficio del Sindaco, è ubicato nell’angolo Nord-Ovest della Palazzina Comunale, in un ambiente spazioso e molto luminoso, che offre le condizioni ottimali di accoglienza del pubblico e di svolgimento del servizio da parte del personale addetto.

L’informagiovani, oltre a fornire le informazioni tipiche del servizio (lavoro e formazione professionale, consulenza ed orientamento, scuola ed Università, concorsi pubblici, borse di studio e Master, servizio civile e militare, ecc.) 38, consente di aderire all’iniziativa di CartaGiovani, una carta, rilasciata ai giovani di età compresa tra i 14 e i 30 anni residenti nei Comuni del Comprensorio Empolese-Valdelsa e del Valdarno Inferiore, agli studenti fuori sede ed ai ragazzi che svolgono il servizio civile, che permette di usufruire di sconti in oltre 400 esercizi convenzionati 39.

Attualmente l’informagiovani è aperto regolarmente, anche alla luce di questa nuova iniziativa, per tre ore tre volte a settimana, per complessive nove ore settimanali, con un’affluenza di almeno tre visitatori per giornata di apertura.

38Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality

S.r.l., Pistoia, 2004

39

Ecco CartaGiovani

, in “

Colleg@ti al Comune, Bollettino informativo del Comune di Castelfranco di Sotto”, Anno 1 Numero 1, Dicembre 2005

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1.4

L’analisi storica del paese

Orentano si trova ai piedi del sistema collinoso delle Cerbaie, che, incuneato tra la valle dell’Arno e l’antica valle del Serchio (attuale depressione dell’ex-lago di Bientina), è formato da una potente massa di depositi alluvionali, provenienti da Nord-Ovest per l’attività di trasporto del Serchio e terrazzati già in età pleistocenica.

Le prime tracce umane nella zona di Orentano risalgono a 400.000 anni fa, al periodo dell’Homo erectus, e sono rappresentate da numerosi raschiatoi laterali convessi, schegge non ritoccate e nuclei, ritrovati sui due versanti della Valle Fontana, mentre una successiva fase del Paleolitico inferiore è testimoniato dal ritrovamento di vari strumenti, nuclei, schegge e residui di lavorazione, raccolti in località Villa Lupitana40.

Col sopraggiungere nel territorio dell’Homo sapiens neandertalensis, si assiste ad una notevole proliferazione dei giacimenti, poiché probabilmente le alture della zona costituivano una specie di osservatorio per seguire gli spostamenti delle copiose mandrie di animali selvaggi che percorrevano le pianure circostanti; la concentrazione di manufatti litici in aree abbastanza circoscritte rivela la localizzazione degli insediamenti paleolitici, costituiti da gruppi di capanne con struttura portante in pali e copertura in frasche o pelli di animali.

Purtroppo la natura fortemente acida del terreno non ha consentito la conservazione, per questo periodo, né di resti scheletrici umani, né di avanzi della ricchissima fauna che rappresentava la principale fonte alimentare di queste popolazioni41.

Nonostante la relativa ricchezza dei ritrovamenti delle tracce di accampamenti preistorici, la cui frequenza è dovuta soprattutto al lunghissimo spazio di tempo coperto dalla civiltà paleolitica, i gruppi umani che percorrevano i territori delle Cerbaie nella Preistoria dovevano essere numericamente esigui, poiché si calcola che per assicurare i mezzi di sussistenza ad un gruppo tribale di una cinquantina di individui fosse necessario un territorio di 1.550 chilometri quadrati42.

40

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

41

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

42

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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Con la fine del Paleolitico medio e l’estinzione dell’Homo sapiens neandertalensis, avvenuta circa 30.000 anni fa, si assiste ad una netta rarefazione delle testimonianze, che prosegue anche con il Paleolitico superiore e l’avvento dell’Homo sapiens sapiens, in contrasto con i numerosi giacimenti uluzziani nelle colline a Sud dell’Arno, per cause ancora ignote43.

Durante il Mesolitico si assiste ad un ripopolamento dell’area a seguito della grave crisi economica e spirituale dei popoli di cacciatori dell’intera fascia climatica temperata, che, a causa dell’estinzione di alcune specie animali ed al ritrarsi di altri verso i paesaggi di steppa dell’Europa centro-settentrionale per l’esaurirsi della glaciazione di Würm, avevano trovato nuovi mezzi di sussistenza nella caccia della piccola selvaggina dei boschi, nella raccolta di molluschi e dei prodotti vegetali spontanei del suolo44.

Con le successive età preistoriche lo spopolamento della zona, preannunciatosi alla fine del Paleolitico medio e solo temporaneamente interrotto, diventa pressoché totale, come testimoniato dalla quasi totale assenza di ritrovamenti databili fra il Bronzo finale e la prima età del Ferro, a causa dello spostamento di massa verso le aree della pianura, più adatte alla nuove attività produttive, incentrate sull’allevamento del bestiame e l’agricoltura.

Nelle successive età etrusca e romana, la particolare posizione geografica e la natura del suolo fecero del territorio orentanese il polmone verde dell’insediamento, che, tra gli albori del primo millennio a.C. ed il periodo segnato dall’emergere nella zona della prima documentazione scritta, nell’VIII secolo d.C., fu catalizzato dalle pianure, prevalentemente ai piedi delle colline, con nuclei di modesta o modestissima consistenza.

La progressiva affermazione del sistema di insediamento etrusco è testimoniato dal ritrovamento in tre distinti insediamenti di recipienti ceramici, utensili di metallo, cippi funerari e oggetti votivi, databili tra il V e il III secolo a.C45.

Nel periodo romano si verifica il dissolversi del sistema dell’insediamento etrusco, formato da una fitta rete di abitati d’altura e perifluviali della prima età ellenistica, a seguito di un cinquantennio di guerre fra Romani ed Etruschi di Pisa loro alleati contro i Liguri dell’Appennino e delle Apuane46.

43

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

44

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

45

Il bilancio sociale del Comune di Castelfranco di Sotto 1995-2004, a cura di Business & Quality S.r.l., Pistoia, 2004

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Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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Con la successiva pacificazione, segnata dalla fondazione della colonia Latina di Luca, a cui è conferita, insieme a tutto il territorio sulla destra dell’Arno, anche la zona dell’odierna Orentano, si assiste alla rapida occupazione delle pianure ed al consolidamento dell’occupazione del margine e del piede del sistema collinare47. Durante il dominio romano, i territori pianeggianti furono organizzati in coloniae per lo sfruttamento agricolo, mentre le colline divennero ager compascuus degli insediamenti distribuiti nell’agro centuriato, acquisendo il ruolo di grande polmone verde, che offre pascolo e legname, che le connoterà fino all’età moderna48. I recenti ritrovamenti archeologici, costituiti dall’affioramento nel 2002 di un compatto strato di frammenti di laterizi, di relitti di pavimentazione o rivestimento di vasca in cocciopesto (probabilmente utilizzata per la viticoltura, molto importante nell’economia agricola delle colline e delle pianure), sembrano individuare un abitato dislocato con un nucleo principale, posto al piede della collina, coronato da unità minori distribuite sui fianchi del rilievo, fino ad una quota intorno ai 40 m s.l.m.

Figura 20: Pianta dei ritrovamenti archeologici nel territorio del Valdarno nei periodi preistorico, etrusco, romano e medievale 49

47

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

48

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

49 G. Ciampoltrini, E. Abela, a cura di: Castelfranco di Sotto, Archeologia del Territorio dalla

Preistoria al Rinascimento: Guida della Mostra, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di

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La maggiore evidenza degli insediamenti d’età romana nell’intero territorio delle Cerbaie è costituita dagli scavi effettuati negli anni Ottanta in Corte Carletti ad Orentano, con sedimenti risalenti a due diverse unità insediative50:

• la “struttura A”, una tettoia a pianta rettangolare, aperta su un’aia, con ghiaia ottenuta da macerie della prima età imperiale, probabilmente utilizzata nel III secolo d.C. come ricovero per pastori, come segnalano le corpose restituzioni ceramiche;

• la “struttura B”, realizzata tra il IV ed il V secolo d.C. e frequentata probabilmente come capanna di pastori, in base alla consistente quantità di ceramiche fornite.

Dopo la caduta dell’Impero Romano e per tutto l’Alto Medioevo vi furono sporadiche frequentazioni umane nella zona, sempre in forma molto sparsa, come si può ipotizzare dalla mancanza di reperti archeologici riferibili a quel periodo; con la fine delle invasioni barbariche ed il conseguente ripopolarsi delle campagne toscane, si assiste alla diffusione del cristianesimo ed al sorgere delle prime pievi, allora unica forma di aggregazione sociale51.

Al VII-VIII secolo risale il primo stanziamento nel territorio dell’odierna Orentano, quando i primi abitatori, verosimilmente pescatori nell’antico lago di Sesto e pastori, che vivevano in capanne isolate, fatte di legno e paglia, si aggregarono in villaggio, probabilmente nei pressi di un porticciolo di barche sul lago di Sesto. Come luogo per la formazione di questo nucleo abitato fu scelto per ragioni strategiche quello dell’attuale chiesa parrocchiale, che era un promontorio naturale proteso su tre lati sul lago di Sesto, con una scarpata naturale a forma di ferro di cavallo, sottolineata dall’antico fossato (o “carbonaia”), ben visibile ancora oggi nelle foto aree52.

La prima notizia storica in assoluto nella quale compare il nome di “Orentano” risale all’anno 848, nel documento (perduto) in cui i suoi abitanti, forse per tutelarsi contro le mire dei vari potentati lucchese in lotta tra loro, si posero sotto la giurisdizione dell’Abbazia benedettina di Sesto, una signoria feudale che aveva notevole influenza politica ed economica su tutto il lago ed i suoi dintorni, per poter continuare ad esercitare la pesca, forti della protezione dell’Abate53.

50

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

51

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

52

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

53

E. Repetti: Dizionario Geografico Fisico Storico della Toscana, vol. III, Firenze, 1839, ristampa anastatica dell’edizione originale, Soc. Multigrafica Editrice, Roma

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Nei secoli successivi il problema principale degli orentanesi sarà invece quello di affrancarsi dal legame stretto con l’Abbazia e dalle vessazioni con cui annualmente l’Abate li gravava, pretendendo da essi il pagamento di una cospicua rendita in cambio del diritto di pesca nel lago54.

Antichi documenti parlano di un castello situato sul poggio che si ergeva sulle sponde del lago, che era stato costruito per difendere gli abitanti dalle incursioni di bande armate, quando il territorio era spesso luogo di scontri fra le città di Lucca, Pisa e Firenze. La sua costruzione dovrebbe risalire all’inizio del XIII secolo, al tempo in cui Orentano apparteneva ancora al territorio di Lucca; in questi documenti si parla di una cinta di mura con due porte, una rivolta verso il lago e l’altra verso le Cerbaie, e poi di edifici stabili al suo interno, con una fossa che partiva da sotto le mura e, attraversando la zona palustre, raggiungeva così il lago aperto55.

Più che un castello, doveva trattarsi più semplicemente di un piccolissimo centro fortificato, al cui interno si trovavano delle abitazioni e una chiesa, dove si rifugiavano prontamente gli abitanti del villaggio, in caso di pericolo e di fugaci scorrerie di uomini armati; probabilmente, come è avvenuto per altri vicini luoghi fortificati, all’inizio la cinta doveva consistere in una palizzata in legno, che fu poi gradualmente sostituita con solida muratura, anche se non si hanno notizie storiche di prolungati assedi od espugnazioni di questo castello.

Figura 21: Il castello di Orentano in una carta del lago di Sesto del XVI secolo56

54

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

55

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

56

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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La chiesa di Orentano, certamente preesistente alla cinta muraria, è citata per la prima volta nell’anno 1065, in un atto di donazione in favore della Pievania di S. Maria a Monte; in esso viene nominata, fra le altre località, anche la chiesa di S. Giovanni di Orentano. La “cappellam de Urentano” viene rammentata poi nella bolla del papa Eugenio III, inviata nel 1150 a Gottifredo, pievano di Santa Maria a Monte, nella quale si elencano tutte le chiese e gli oratori soggetti a quella Pieve57.

Per tutto il secolo XIII si hanno notizie, in verità molto sparse, di una certa popolazione insediata a Orentano, che è stata stimata con sufficiente approssimazione intorno ai cento abitanti; nel frattempo stavano sorgendo nel Valdarno nuove comunità locali, come i borghi fortificati di Castelfranco e Santa Croce, che assieme a Fucecchio cominciarono ad estendere la loro influenza nel territorio boscato delle Cerbaie.

Orentano, che non aveva ancora del tutto risolto l’annoso conflitto con l’Abbazia di Sesto, per non trovarsi al centro di nuove contese fra i suddetti comuni, decise nel 1279 di assoggettarsi al Comune di Fucecchio, così come fecero successivamente gli altri centri di Cappiano, Galleno, Massarella e la Torre58.

Figura 22: Particolare di una carta della diocesi di Lucca del XIII secolo59

57

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

59

S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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Il villaggio mantenne però una certa autonomia, barcamenandosi tra un’autorità in decadenza, l’Abbazia, verso la quale rimase una dipendenza per lo più formale ed ecclesiastica, e un’autorità in fase emergente, Fucecchio, che offriva un’adeguata copertura politica; entrambe garantirono comunque il diritto degli orentanesi ad un governo locale, che essi non mancarono di esercitare ampiamente, così come attestato da un documento su un consiglio comunale del 128860.

Nel 1325 gli orentanesi, riunitisi in consiglio nella chiesa di S. Giovanni agli ordini di Vanni di Nuccio, vicario del Castrum di Orentano, si dettero un regolamento che disciplinava i boschi della comunità, in parte di proprietà comunale, in parte di privati; venne deliberato di conservare una vasta zona boscata di Orentano, detta “Tosce e Vaseri”, vietandovi per un periodo di dieci anni il taglio degli alberi, l’incendio e il danneggiamento del bosco, e furono previste sanzioni per i trasgressori61. Nel documento seguono i nomi dei partecipanti, circa una sessantina di orentanesi presenti, probabilmente i capi famiglia; da questo dato è possibile estrapolare, con una semplice formula, la popolazione insediata, che, esclusi i forestieri, poteva assommarsi in circa 300 persone, con un evidente incremento rispetto al secolo precedente62.

Il desiderio di autonomia degli orentanesi finì alla lunga col renderli servi di due padroni: ancora nel 1303 pagavano una consistente rendita annuale all’Abate di Sesto, nel 1308 furono addirittura scomunicati, e negli anni seguenti fioccarono le cause a Lucca contro orentanesi accusati di morosità nei confronti dell’Abbazia. Nel frattempo, intorno al 1329, al termine di una lunga guerra con Lucca, Firenze ottenne il controllo politico dei principali centri della Valdinievole e del Valdarno; Orentano seguì le sorti di Fucecchio, che con Santa Croce e Castelfranco si sottomise a Firenze nel dicembre del 1330, sancendo così il passaggio definitivo dallo Stato lucchese a quello fiorentino63.

A causa delle devastazioni della guerra, delle carestie e delle frequenti pestilenze, che produssero una profonda crisi economica e demografica in tutta la Toscana verso la metà del Trecento, sommati alle continue vessazioni da parte dell’Abate di Sesto, la popolazione di Orentano gradualmente si assottigliò, fin quasi a scomparire del tutto verso la fine del XIV secolo.

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

62

K.J. Beloch: Storia della popolazione d’Italia, Le Lettere, Firenze, 1994

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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Ma il castello andò in rovina anche a causa del mutato quadro politico, in conseguenza del quale Orentano cessò di rappresentare un importante avamposto strategico lucchese in funzione anti-fiorentina, ruolo che aveva ricoperto per almeno un paio di secoli, poiché con il passaggio sotto Firenze e con la fine del lungo periodo di guerra non vi furono più valide ragioni per tenere in efficienza una fortificazione che aveva perso ormai la sua ragione di essere; stessa sorte subirono contemporaneamente anche i villaggi di Staffoli e del Galleno, che rimasero spopolati 64.

Questi tre paesi divennero così la zona su cui si indirizzarono sempre più i progetti di espansione territoriale degli emergenti comuni di Castelfranco e Santa Croce, che poco alla volta cominciarono a ritagliarsi un loro spazio di pertinenza sulle Cerbaie, a danno soprattutto di Fucecchio e S. Maria a Monte, poiché vedevano infatti nei boschi e nelle terre incolte una grande risorsa, che cominciarono a sfruttare mediante la riscossione dei diritti di legnatico e di pascolo65.

Figura 23: Il castello di Orentano tra i due laghi di Sesto (o Bientina) e di Fucecchio, in una riproduzione settecentesca di una carta dell’anno 1450 66

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

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S. Ruglioni: Orentano: un paese, un popolo, una chiesa, Tipografia Marinari, Altopascio (LU), 2004

66

Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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A causa di questa politica di conquista insorsero presto lunghi conflitti tra i tre comuni di Fucecchio, Castelfranco e Santa Croce, per il possesso delle Cerbaie, fino a quando, nel 1418, il Podestà di Firenze, eletto a giudice di compromesso, assegnò alle tre comunità la loro porzione di Cerbaia; furono così tracciati i confini che in linea di massima coincidono con quelli odierni.

Venne assegnata a Fucecchio la parte orientale della Cerbaia, mentre la parte occidentale, comprendente i territori di Orentano, Staffoli e parte di Galleno, fu assegnata indivisa ai due comuni di S. Croce e Castelfranco, che la gestiranno congiuntamente per oltre cinque secoli, rimandando ad un secondo tempo la divisione tra loro con confini precisi (il paese tornò sotto l’amministrazione unica del Comune di Castelfranco solo nel 1911)67. I due comuni avviarono assieme una politica di sfruttamento della loro porzione di Cerbaie, mediante la concessione del diritto di pascolo, incassando dai pastori gli affitti annuali, che costituivano un’entrata non trascurabile per le casse comunali.

Frattanto, a causa di eventi economici favorevoli con prolungati periodi di pace, a partire dalla seconda metà del Quattrocento cominciò a verificarsi un’inversione di tendenza del trend demografico. Nel 1464 venne concessa licenza per la costruzione di “... una casa overo capanna per vendere vino et pane et habitare…”68 in località Greppi vicino al Galleno, lungo la via Romana, allora importante arteria di comunicazione tra il Nord e il Centro Italia; l’osteria di Greppi sarà il primo esercizio pubblico in Cerbaia, pensato come servizio per i viandanti, ma rivolto anche ad una popolazione sparsa che stava gradualmente insediandosi sul territorio69.

Ai primi del Cinquecento iniziano in Cerbaia regolari affitti di poderi, e subito si denota un cambio di strategia da parte dei due comuni, che cominciarono a privilegiare la conduzione agricola nei confronti della pastorizia, in quanto non solo più remunerativa per le casse dell’erario, ma destinata a garantire meglio la continuità dei pagamenti; questa politica porterà alla formazione di insediamenti stabili sul territorio, con abitazioni destinate a durare nel tempo, invece di capanne stagionali, tipiche di una popolazione transumante e nomade.

Viene perfezionato anche l’accordo tra il Comune e i conduttori mediante l’assegnazione dei poderi con il contratto di livello, una sorta di affitto a scadenza

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Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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prefissata, in seguito anche in perpetuo, che legava maggiormente il conduttore al fondo coltivato, invogliandolo ad apportare continuamente dei miglioramenti, sia ai terreni coltivati che ai fabbricati70.

NeI 1538 le due Comunità di Castelfranco e Santa Croce, pressati da continue richieste di terre da appoderare, disciplinarono ulteriormente la conduzione dei poderi e le pratiche agro-pastorali mediante la formulazione di un apposito regolamento, detto “Statuti dei Poderi di Cerbaie”, in cui decisero di ristrutturare le primitive unità agricole già esistenti, organizzandole in unità poderali ben identificate, con estensione massima di 330 staiora (circa 18 ettari), e di crearne di nuove nei luoghi ritenuti più adatti, procedendo così a un graduale disboscamento.71 I terreni, in totale 38 poderi, sarebbero stati assegnati mediante asta pubblica ai conduttori risultati migliori offerenti con un contratto di durata minima di 15 anni, rinnovabile o tramandabile di padre in figlio; i coloni potevano praticare sui poderi anche l’allevamento del bestiame, ma con forti limitazioni, per la volontà politica di privilegiare le attività agricole rispetto al pascolo passivo72. Nel giro di una cinquantina di anni il territorio di Orentano andò quindi disseminandosi di nuove case, tutte rigorosamente posizionate al centro dei loro poderi di appartenenza, nuclei primordiali delle corti che oggi caratterizzano il paese. Anche il fatto che non vi esista un centro storico al pari degli altri paesi vicini (come Altopascio, Montecarlo, Bientina, Castelfranco, S. Croce), ma un nucleo sviluppatosi solo nel secolo scorso lungo il principale tracciato stradale, è dovuto al fatto che ad Orentano l’evoluzione dell’insediamento in età rinascimentale è avvenuta non sulla preesistenza di un sito castellano o all’interno di una cerchia muraria, ma piuttosto in forma sparsa e diacronica, legata a un progetto di riorganizzazione agricola del territorio che ha trascurato completamente le strutture medievali preesistenti73.

Ad abitare queste case costruite sui poderi fu una popolazione eterogenea, solo in parte di origine castelfranchese e santacrocese, in genere pastori passati poi all’agricoltura, che provenivano soprattutto da Montecarlo, da Vellano, dalla montagna pistoiese, dalla zona di Porcari, dalla Lucchesia e dalla Garfagnana. In questo periodo di intensa colonizzazione, assieme alle strade ed alle case, si

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cominciano a costruire anche arginature e sistemi di sgrondo delle acque, all’interno di un processo di riorganizzazione del territorio durato ben quattro secoli, che si esaurirà solo con l’avvento dell’era industriale74.

Verso il 1550 si era già insediata a Orentano una numerosa popolazione, che cominciò ad avanzare domanda ai due comuni affinché realizzassero al più presto un luogo di culto, con un sacerdote che dispensasse loro i Sacramenti, per il quale si pensò subito alla vecchia chiesa del castello, abbandonata da almeno due secoli.

Le ultime notizie di essa, infatti, risalivano alla metà del Trecento, dopo di che, spariti gli abitanti, nessuno si era più preoccupato della sua manutenzione; dell’intero complesso castellano era rimasto un mucchio di rovine, così come appare in una mappa del lago di Sesto della prima metà del Cinquecento, con la dicitura “Orentano disfatto“, nella quale si vedono i resti sbrecciati delle mura con le due porte.

Non esistono testimonianze della chiesa di Orentano neppure nelle relazioni delle frequenti visite pastorali, che i vescovi di Lucca effettuarono in Valdarno per tutto il Quattrocento, ma di certo la sua situazione doveva essere simile quella di Staffoli, che nel 1466 fu trovata dal Vescovo in rovina e senza un prete75.

La prima notizia della chiesa in età moderna è del 1510, allorché i comuni alluogano il podere del castello a un poderano, vietandogli di sottrarre i materiali edilizi presenti sul posto, che secondo le loro intenzioni dovevano servire per la ricostruzione della chiesa, che, seppure danneggiata e con il tetto crollato, doveva conservare ancora intatta la vecchia struttura muraria, tanto è vero che neI 1538 si pensò di ricostruirne la copertura. Nonostante i buoni propositi dei due comuni, i restauri non iniziarono fino al 1568, quando fu approvato un bilancio di spesa per pagare un primo lotto dei lavori; nel 1578 i lavori dovevano essere giunti alle finiture e nell’anno seguente si iniziarono i lavori alla canonica. Nel 1581 fu completato il restauro dell’antica chiesa, della quale esistevano ancora solo i muri perimetrali, con l’intitolazione a S. Lorenzo Martire e l’affidamento del patronato della chiesa ai due Comuni di Castelfranco e di S. Croce, che nominarono alternativamente i parroci di Orentano per oltre due secoli76.

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Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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Nel 1622, quando viene costituita la diocesi di S. Miniato, che comprendeva la parte occidentale dei territori fiorentini che erano ancora soggetti al Vescovo di Lucca, Orentano passa alla nuova diocesi, regolarizzando quindi una situazione incongrua rimasta in sospeso per tre secoli, che vedeva territori facenti parte politicamente del Granducato di Toscana, ma ancora dipendenti da Lucca dal punto di vista ecclesiastico77.

NeI 1745 lo studioso fiorentino Felice Valentino Mannucci, nobile decaduto con incarichi di podestà in vari centri del granducato, in un manoscritto con la descrizione dei principali beni storici e artistici di Castelfranco, S. Maria a Monte e dintorni, che aveva in precedenza visitato, lasciò una descrizione del paese: “…Orentano anticamente era Castello, ed ancora al presente si vedono le vestigia del fosso Castellano, al presente non vi è che la Pieve, la quale è situata vicino al padule di Bientina, la chiesa è di struttura di quella antichità, volta col suo Altare Maggiore ad Oriente, e la sua Porta principale l’Occidente riguarda, la grandezza della quale sarà braccia 30 di lunghezza e 14 di larghezza… Il Padronato di questa suddetta Chiesa una volta si appartenne alla Comunità di CastelFranco e una volta alla Comunità di Santa Croce come appare per istrumento rogato Ser Filippo Papini sotto dì 10 settembre 1670.”78

Figura 24: Pianta delle Strade Maestre Granducale e Lucchese, del XVIII secolo, con vista dell’intera area delle Cerbaie 79

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S. Ruglioni: Orentano e Villa Campanile dal XVI al XX secolo: storia delle frazioni del Comune di

Castelfranco di Sotto, D.S.L. Biblioteca Comunale di Castelfranco di Sotto, Tipografia Bongi, San

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Istituto Storico Lucchese – Sezione Valdarno: Le Cerbaie, la natura e la storia, a cura di Banca di Credito Cooperativo di Bientina, Pacini Editore, Pisa, 2004

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