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PIANO DI CLASSIFICAZIONE AC U STICA

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Academic year: 2022

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P I A N O D I C L A S S I F I C A Z I O N E AC U S T I C A

PARTE I

R ELAZIONE I LLUSTRATIVA

(2)

INDICE

PREFAZIONE…………..………...…...…...3 INTRODUZIONE………...…...…...4

1. Effetti dell’inquinamento acustico sull’uomo 2. Le sorgenti di rumore nella città

3. Esposizione a suoni e rumori in ambiente urbano 4. Sistemi di propagazione e contenimento del rumore

CAPITOLO I – RIFERIMENTI LEGISLATIVI, METODOLOGIA DI ANALISI…………..………10 1. Riferimenti legislativi

2. Metodologia di analisi

CAPITOLO II – UNITA’ ACUSTICAMENTE OMOGENEE ………..……..………18 1. Inquadramento generale

2. Individuazione e definizione unità acusticamente omogenee

CAPITOLO III – ZONIZZAZIONE ACUSTICA – Criterio qualitativo ex dpcm 14.11.1997..……….24 1. Inquadramento generale

2. Applicazione alle unità acusticamente omogenee individuate

CAPITOLO IV – ZONIZZAZIONE ACUSTICA – Criterio quantitativo………30 1. Inquadramento generale

2. Applicazione alle unità acusticamente omogenee individuate

CAPITOLO V – ZONIZZAZIONE ACUSTICA – Analisi infrastrutture di trasporto………..…37 1. Inquadramento generale

2. Classificazione acustica delle infrastrutture ferroviarie e portuali

CAPITOLO VI – ZONIZZAZIONE DEFINITIVA DEL TERRITORIO COMUNALE………...42 1. Analisi eventuali criticità

2. Individuazione aree destinate a spettacolo temporaneo

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P R E FA Z I O N E

Il Comitato di Coordinamento per l’attuazione del Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis Iglesiente, nell’ambito degli obbiettivi e degli interventi previsti dal piano medesimo, nella seduta del 30/09/2004 ha deliberato un finanziamento di 200.000,00 € in favore dell’Azienda USL n°7 di Carbonia per la realizzazione dell’intervento denominato “Integrazione laboratori organi di controllo” – Scheda di Piano Q1-3 / 2°

fase.

L’intervento è stato successivamente oggetto di approvazione della Giunta Regionale della Sardegna, con delibera n° 98 del 9/3/2005 recante “Spese per l’attuazione del Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis Iglesiente (DPCM 23/4/1993”.

Infine l’Assessorato Regionale Difesa Ambiente, con determinazione n. 881/11 del 17 Maggio 2005 ha formalmente delegato l’Azienda USL n. 7 di Carbonia per l’attuazione dell’intervento sopracitato.

L’intervento, a valere sui fondi del Piano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis Iglesiente, ha la finalità di integrare i laboratori degli organismi di controllo, e nello specifico il laboratorio strumentale dell’Area Fisico Geologica Ambientale del PMP, al fine di renderli adeguati ai controlli ambientali di competenza.

A sua volta il Presidio Multizonale di Prevenzione, e nello specifico l’Area Fisico Geologica Ambientale, ha assicurato la disponibilità professionale e strumentale per la realizzazione di una vasta indagine ambientale sui livelli di inquinamento indotti nei territori comunali dei cinque Comuni dell’Area a rischio di crisi ambientale, all’interno della quale ricomprendere anche i Piani di classificazione acustica dei Comuni medesimi.

Gruppo di lavoro:

Responsabile tecnico del progetto: Ing. Sergio Lisci - Responsabile Area Fisico Geologica Ambientale del Presidio Multizonale di Prevenzione – Portoscuso

Collaboratori:

Rilievi fonometrici: Geom. Marco Fiorentino, Geom. Augusto Medda - Tecnici della Prevenzione Area Fisico Geologica Ambientale del Presidio Multizonale di Prevenzione

Cartografia ed elab. CAD: Geom. Sergio Siddi -Tecnico della Prevenzione Presidio Multizonale di Prevenzione

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I N T R O D U Z I O N E

IL RUMORE:

- EFFETTI DEL RUMORE SULL ’ UOMO

- LE SORGENTI DI RUMORE NELLA CITTA ’

- MODALITA ’ DI PROPAGAZIONE E SISTEMI DI

CONTENIMENTO

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1. IL RUMORE IN AMBIENTE DI VITA

1.1 Effetti dell’inquinamento sonoro sull’uomo: l’inquinamento sonoro è un fenomeno che coinvolge tanto gli ambienti di lavoro che gli ambienti di vita.

All’interno degli ambienti di lavoro si manifesta con il rischio di perdita della facoltà uditiva in quanto vi si trovano condizioni di esposizione a valori superiori agli 80 dB(A) quotidiani e per decine di anni. Per i livelli di rumore riscontrabili in ambiente di vita non vi è evidenza epidemiologica di un rischio analogo; si osservano però degli altri effetti che, nel complesso, costituiscono un pericolo per la salute.

L’insieme delle sorgenti che nell’ambiente di vita producono energia sonora costituiscono “il panorama sonoro”, che possiamo fin d’ora definire come elemento costituente dell’ambiente umano; all’interno di questo panorama sonoro troviamo dei suoni che per la popolazione costituiscono l’identità sonora del loro ambiente e suoni non graditi che alterano tale identità sonora.

Vengono indicati come rumori quei suoni non graditi che degradano l’identità sonora dell’ambiente.

I rumori producono nelle popolazioni esposte degli effetti che, nel loro complesso, deteriorano la qualità della vita;

questi effetti sono di carattere extrauditivo o di alterazione dei comportamenti.

Quando i soggetti esposti a rumore non possono o non riescono a sottrarsi al fattore inquinante, il prolungarsi dell’esposizione dà luogo a quelli che vengono indicati come effetti extrauditivi, i quali possono avere come risultato ultimo ripercussioni negative sulla salute.

Gli effetti extrauditivi sono contraddistinti da conseguenze di ordine psicosomatico quali problemi al sistema

cardiovascolare, all’apparato digerente, a quello respiratorio nonché visivo e riproduttivo; tale effetti si originano in sede cocleare, là dove fluisce l’eccitazione nervosa che è direttamente e indirettamente connessa con il sistema nervoso. Il rumore quindi interagisce con numerosi organi ed apparati attraverso una complessa azione sui sistemi neuro – regolatori.

Gli effetti di alterazione del comportamento o annoyace sono riconducibili all’alterazione del panorama sonoro;

l’alterazione del panorama sonoro provoca sensazioni di fastidio al rumore, vissuto come responsabile di difficoltà o lentezza nell’addormentamento, risveglio durante il sonno, risveglio precoce, influenza sulle relazioni umane come interferenza alla comprensione della parola, difficoltà di concentrazione e quindi riduzione dell’efficienza sul rendimento lavorativo e sulla capacità di apprendimento.

I soggetti esposti a rumore e impossibilitati a sottrarsi a tale esposizione intraprendono delle azioni per liberarsi di questa condizione che sentono sgradita e pericolosa per la salute; tali azioni possono essere:

- invitare il responsabile della sorgente a desistere dall’attività rumorosa - adottare serramenti antirumore

- modificare le destinazioni d’uso dei locali all’interno degli appartamenti - cambiare abitazione o studio

- cercare protezione e tutela nelle autorità o organi istituzionali competenti - organizzarsi in comitati antirumore

- organizzare vigorose manifestazioni di protesta.

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1.2 Le sorgenti di rumore nelle città: negli ultimi decenni il disturbo causato dal rumore nelle aree urbane è gradualmente aumentato; sinteticamente si può dire che tale fenomeno si è manifestato in due fasi: nella prima fase si è riscontrato un incremento dei livelli di rumorosità, nella seconda si è invece assistito ad una estensione delle aree inquinate a fronte di una sempre maggiore espansione edilizia delle città.

Il rumore urbano è il risultato del contributo di molteplici sorgenti che possono essere così riassunti:

- traffico veicolare - traffico aereo - traffico ferroviario

- attività artigianali e/o industriali

- attività commerciali, professionali, ricreative e di servizi in genere

- attività temporanee facenti uso di attrezzature rumorose quali cantieri edili, spettacoli musicali ecc.

Il tipo di rumore che coinvolge la maggior parte della popolazione europea è il rumore prodotto dal traffico autoveicolare urbano; tale rumore è causato da veicoli pesanti (camion, autotreni, autobus ed in genere veicoli di peso superiore a 35 quintali), veicoli leggeri (automobili, furgoni e in generale veicoli di peso complessivo inferiore a 35 quintali) e motocicli.

La rumorosità prodotta dai veicoli ha origine da diverse componenti, ed in particolare da: motore, resistenza dell’aria, rotolamento dei pneumatici, motorizzazioni accessorie quali impianto di climatizzazione, ventola di raffreddamento del radiatore ecc., nonché l’azionamento dei freni.

Il motore è sede di compressioni, scoppi e decompressioni che producono una quantità di rumore in funzione diretta e proporzionale al numero dei giri.

Il rotolamento dei pneumatici sull’asfalto è fonte di rumore a seguito dell’intrappolamento e successivo rilascio di aria dalle cavità, nonché di vibrazioni trasmesse alla carrozzeria.

Il rumore derivante dalla resistenza dell’aria risulta rilevante in genere solo a velocità superiori a 200 km/h, quindi in un ambito estraneo al normale flusso del traffico stradale urbano.

Infine l’azione dei freni, che si manifesta attraverso la compressione e sfregamento tra ferodo e disco; se la pressione fra i due elementi è elevata si può addirittura provocare il trascinamento del pneumatico sull’asfalto, che costituisce, a sua volta, causa di elevati livelli di rumorosità.

Il rumore prodotto dal motore degli autoveicoli risulta, alle basse velocità, superiore a quello prodotto dal rotolamento dei pneumatici sull’asfalto; mano a mano che la velocità cresce, la rumorosità di rotolamento si fa più intensa fino a prevalere su quella prodotta dal motore.

Diversamente, per i mezzi pesanti, la componente motore predomina sempre sulla componente pneumatici.

In generale si osserva una stretta relazione tra il valore del livello equivalente rilevato ed il numero dei veicoli, pesanti e leggeri, transitanti lungo un tratto stradale.

È inoltre da considerare quel particolare componente del rumore urbano costituito dal suono delle sirene che informano dell’attività di vari servizi di pubblica utilità (ambulanze, polizia, carabinieri, vigili del fuoco ecc.); i livelli sonori generati dal transito di una sirena sono sempre dell’ordine dei 100/106 dB(A)Fmax ed hanno il potere di alterare significativamente ed in maniera casuale il valore del livello equivalente.

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1.3 Esposizione a suoni e rumori in ambiente di vita: in ogni momento della giornata lavorativa e non lavorativa siamo normalmente immersi in un universo di suoni e rumori originati da attività umane e naturali, suoni e rumori che ci trasmettono informazioni utili, senza le quali difficilmente potremmo vivere, e che costituiscono in generale

l’identità sonora di un dato sito o ambiente.

Rapporto fra rumore e intensità dei livelli sonori: la semplice misura dei livelli sonori non è sufficiente in generale a fornirci informazioni sulla presenza di rumori .

L’esposizione ai livelli sonori di una persona in una generica giornata trascorsa in ufficio, senza far uso di attrezzature rumorose quali stampanti ad aghi ecc., rivela in genere un valore medio del livello equivalente misurato per l’intera giornata lavorativa intorno a circa 70 dB(A); l’andamento dei livelli è essenzialmente controllato dai dialoghi fra la persona ed i colleghi di lavoro, dai dialoghi intercorsi durante la pausa pranzo e dai dialoghi intercorsi durante le comunicazioni telefoniche.

Tale clima sonoro non può essere considerato rumore, ma comunicazione; il fatto che un’attività socialmente utile produca valori di Livello equivalente dell’ordine di 70 dB(A) sta a dimostrare quanto già affermato, e cioè che la semplice misura dei livelli sonori non ci fornisce informazioni sulla presenza di rumori

Anche l’esposizione ai livelli sonori di una persona in una giornata festiva rivela in genere valori medi di livello equivalente misurato per l’intera giornata intorno a circa 70 dB(A); l’andamento dei livelli è controllato essenzialmente dal dialogo intercorso con i familiari, dai suoni ascoltati alla radio o alla televisione, da altre attività accessorie tipiche dei giorni festivi quali spostamenti in automobile o mezzi pubblici, partecipazione ad eventi quali partite di calcio allo stadio, concerti musicali, serate danzanti in discoteca o semplici passeggiate nelle strade affollate del centro.

Un’esposizione a livelli sonori dell’ordine di 70 dB(A) non è pertanto in alcun modo da considerare esposizione al umore, ovvero i soli valori di livello equivalente da esposizione a sorgenti sonore non sono rappresentativi di condizioni di disturbo; a tal fine è infatti importante stabilire un collegamento, una dipendenza fra i livelli sonori misurati e la natura delle sorgenti che li generano, integrando le valutazioni con considerazioni di tipo qualitativo oltre che quantitativo.

Al riguardo l’Organizzazione Mondiale della Sanità – OMS definisce il rumore come “suono non gradito”, non tenendo in alcun conto elementi connessi al livello sonoro assoluto.

Le condizioni perché possa sussistere un problema di esposizione al rumore sono dunque:

- la percettibilità di un suono

- il giudizio che ne fa il soggetto percepente - la reazione che tale suono provoca.

Limiti specifici per tipologia di sorgente sonora: individuare dei limiti specifici per ciascuna tipologia di sorgente sonora quale traffico veicolare, aereo, ferroviario, sorgenti fisse, attività temporanee ecc., significa riferire tali limiti a indagini socioacustiche sulle reazioni delle comunità.

Le indagini socioacustiche producono dei risultati che rappresentano, di regola, la percentuale dei fortemente disturbati (%FD) per un dato livello equivalente LAeq,T controllato da una specifica tipologia di sorgente.

Dall’analisi della letteratura internazionale sull’argomento risulta con evidenza il fatto che, a parità di LAeq,T si riscontrano % FD molto diverse a seconda della natura della sorgente che controlla il valore di LAeq,T .

A parità di Laeq,T, su una scala di % FD decrescente, troviamo la seguente gerarchia nel potenziale disturbante delle sorgenti:

• sorgenti fisse impulsive

• sorgenti fisse non impulsive

• traffico aeromobile

• traffico autostradale

• traffico autoveicolare urbano

• traffico ferroviario e tramviario

Da quanto esposto risulta evidente che la presenza di un dato valore del livello sonoro quale LAF o LAeq,T non dimostra di per se la presenza di un rumore; quando, oltre ad un dato valore di LAeq,T, conosciamo anche la natura

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disturbante della sorgente, dobbiamo andare a verificare in quale misura quel rumore potrà alterare i comportamenti degli esposti.

Sulla base dei criteri ora esposti la legge quadro 447/1995 ed i successivi decreti attuativi hanno fissato valori limite assoluti di immissione e valori limite differenziali di immissione per ciascuna tipologia di sorgente sonora, valori limite che sono alla base della zonizzazione acustica operata.

1.4. Sistemi di propagazione e di contenimento del rumore: nel momento in cui vengono individuate le aree con livelli di rumorosità elevata e quantificata l’entità del superamento dei limiti di accettabilità, è necessario passare alla fase di risanamento attraverso l’adozione di una serie di sistemi di contenimento del rumore; i sistemi di contenimento del rumore possono essere del tipo:

• Interventi attivi: sono l’insieme degli accorgimenti adottati direttamente sulla sorgente;

• Interventi passivi: quelli che ostacolano o riducono la propagazione del rumore nell’ambiente circostante;

• Iniziative di prevenzione che consistono essenzialmente in attività di educazione del cittadino quale primo attore nella vita quotidiana della città.

Nel seguito verranno esposti brevemente alcuni sistemi di contenimento del rumore, anche con riferimento agli eventuali piani di risanamento che dovessero rendersi necessari.

Interventi attivi: premesso che nel caso del rumore da traffico urbano per sorgente di rumore è da intendere l’intero tratto stradale (sorgente lineare) su cui transitano più sorgenti puntiformi (i veicoli), gli interventi attivi possibili si possono riassumere in:

Interventi sui veicoli: sono attuabili riducendo, per le varie categorie di veicoli, i limiti di rumorosità consentiti, introducendo vincoli sempre più restrittivi alle case costruttrici.

In sede europea sono già state emanate diverse direttive CEE che impongono alle aziende automobilistiche valori massimi di emissione sonora gradualmente più restrittivi; in seguito a queste iniziative i camion e gli autobus

“silenziosi” sono già una realtà che ha già portato ad una notevole riduzione del rumore urbano e ulteriori benefici sono attesi per i prossimi anni dalla naturale e progressiva sostituzione del parco esistente di vecchi autoveicoli.

Interventi sulla circolazione: sono costituiti essenzialmente da interventi mirati a limitare la velocità o il flusso di autoveicoli e non comportano in generale, almeno a livello urbano, riduzioni significative del rumore complessivo;

infatti la riduzione della velocità che pure consente notevoli miglioramenti in ambito extraurbano, dove la velocità è alta e la rumorosità è originata principalmente dal rotolamento del pneumatico sulla pavimentazione stradale, la stessa soluzione in ambito urbano non comporta risultati altrettanto apprezzabili in quanto la velocità è già ridotta ed il rumore prevalente risulta prodotto dal rumore anziché dai pneumatici.

Una soluzione più incisiva quale può essere una riduzione importante della circolazione autoveicolare non produce una altrettanto rilevante riduzione della rumorosità; interventi di questo tipo vanno pertanto assunti, nell’ambito di un quadro più complessivo, con riferimento anche alle connesse problematiche di qualità dell’aria e di organizzazione complessiva della circolazione urbana.

Interventi sulla sede viaria: gli interventi sulla sede viaria sono essenzialmente legati all’impiego di pavimentazioni assorbenti le quali, in relazione alla loro porosità, consentono una drastica riduzione del rumore da rotolamento prodotto dai pneumatici.

Tali pavimentazioni, comunque, per quanto già detto sopra, non danno grossi vantaggi in ambito urbano ma piuttosto trovano amplia applicazione sulle vie di scorrimento sulle quali sono consentite alte velocità.

In relazione agli interventi sulla sede viaria è comunque utile precisare fin d’ora che:

a) da letteratura tecnica risulta che la riduzione del rumore che si riesce ad ottenere con gli specifici asfalti di tipo drenante è di circa 10 dB(A);

b) in considerazione del fatto che l’effetto di riduzione del rumore è conseguenza della porosità della

pavimentazione, è da rilevare tuttavia che le cavità con il tempo si ostruiscono a causa di polveri e detriti e conseguentemente l'effetto fonoassorbente si riduce drasticamente, passando nel giro di alcuni anni ad una diminuzione reale di circa 3-4 dB(A).

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Interventi passivi: possono essere classificati e ricompresi in tre grandi raggruppamenti: pianificazione ed organizzazione urbanistica, tipologie edilizie, barriere antirumore.

Pianificazione urbanistica

In molte occasioni ci si trova di fronte a scelte urbanistiche errate che consentono la costruzione di edifici anche in luoghi eccessivamente vicini a sorgenti di rumore o in posizione non sufficientemente schermata; una corretta pianificazione urbanistica consente in generale di ridurre in modo consistente la propagazione del rumore aereo all’interno delle aree edificate.

Alcuni criteri basilari per una corretta pianificazione acustica possono essere così riassunti:

a) allontanamento della viabilità principale dalle aree residenziali

b) strade di accesso e penetrazione nei quartieri con tracciati e caratteristiche tali da imporre bassa velocità ai veicoli c) aree di parcheggio protette da alberi o altri ostacoli alla propagazione del rumore

d) inserimento di edifici di protezione o schermo, quali negozi, uffici, garage ecc, fra le strade ad alto traffico e le aree residenziali; questo accorgimento consente la protezione dal rumore delle aree residenziali a scapito di quelle commerciali e di servizio per le quali la quiete non costituisce un requisito primario.

e) Variazione dell’orografia del terreno col risultato che le aree da salvaguardare risultino ribassate rispetto alle sorgenti di rumore, quali la realizzazione di terrapieni con funzione di barriera

f) Suddivisione del territorio in aree a diversa utilizzazione e sensibilità al rumore Tipologie edilizie

Insieme ad una corretta pianificazione urbanistica, per garantire un’adeguata protezione degli spazi destinati alle attività umane, con particolare riferimento al riposo, sono normalmente utilizzati degli accorgimenti tecnici che nel seguito si espongono:

a) le facciate rivolte verso la sorgente di rumore devono essere di spessore elevato e prive il più possibile di aperture e balconi;

b) se è inevitabile posizionare finestre rivolte verso la sorgente di rumore, è necessario almeno che siano dotate di serramenti ad elevato isolamento, garantendo altresì sufficiente ventilazione ed eventuale condizionamento, al fine di evitare di doverle aprire per far cambiare l’aria o rinfrescare l’ambiente interno;

c) gli edifici vicini alla strada è bene che siano progettati in modo da costituire uno schermo continuo in modo da proteggere l’area cortilizia interna;

d) le tipologie a corte o a schiera sono, in generale, più idonee per realizzare giardini protetti dal rumore della strada;

e) le recinzioni murarie sono molto più efficienti delle cancellate e ringhiere per la protezione e schermatura del rumore stradale;

f) la disposizione dei diversi ambienti all’interno degli appartamenti deve tener conto delle esigenze di quiete richieste da camere da letto e soggiorni, evitando di esporre tali ambienti direttamente sulla facciata più rumorosa;

g) nella costruzione dei balconi il parapetto in muratura piena è da preferire a quelli metallici aperti;

h) è utile prevedere dispositivi per il contenimento o attenuazione delle vibrazioni trasmesse alle fondazioni dell’edificio nel caso in cui si sia vicini a strade su cui transitano mezzi pesanti quali autocarri o autobus:

Barriere antirumore

Quando non sia possibile intervenire sulla sorgente di rumore né sugli edifici o sulle aree che da esso vengono investiti, non resta altra soluzione che inserire uno schermo, quale difesa passiva alla propagazione del rumore.

Le barriere antirumore sono installate con sempre maggior frequenza nelle vicinanze di strade, ferrovie o insediamenti industriali, a protezione di aree residenziali, aree protette o ricreative.

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C A P I T O L O I

R IFERIMENTI L EGISLATIVI , M ETODOLOGIA DI

A NALISI , I MPOSTAZIONE G ENERALE

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1. INQUADRAMENTO GENERALE

Con la legge quadro sull’inquinamento acustico del 26 Ottobre 1995 n° 447 l’Italia si è dotata di uno strumento normativo organico, che considera il “fenomeno rumore” nei suoi vari aspetti, dalle competenze alla definizione dei tipi di sorgente, dei limiti di emissione e di immissione, valori di attenzione e valori di qualità, modalità di rilievo, modalità di risanamento ecc.

Questa legge ha stabilito i principi fondamentali in materia di tutela degli ambienti di vita e dell’ambiente esterno dall’inquinamento acustico, demandando a Regioni, Province e Comuni le attività di pianificazione, controllo e vigilanza; in particolare all’art. 6, nel disciplinare le competenze dei Comuni, ha previsto l’obbligo, per questi ultimi, di predisporre la classificazione acustica del territorio comunale, secondo i criteri e linee guida emanate dalle singole Regioni.

Manca tuttora , in questo quadro normativo, un adempimento attribuito dalla Legge alle Regioni: la definizione dei criteri in base ai quali, attraverso proprie leggi, esse dovranno regolamentare (o meglio avrebbero dovuto, entro un anno dall’entrata in vigore della Legge – quadro) le attività comunali di classificazione delle zone, di verifica dell’impatto acustico di particolari attività, di redazione e attuazione dei Piani di risanamento acustico del territorio.

La Regione Sardegna, in assenza della prevista legge regionale di emanazione consiliare, ha finora provveduto mediante Deliberazioni di Giunta, ed in particolare per quel che riguarda la classificazione acustica dei territori comunali, la D.G.R. n. 30/9 del 08.07.2005 con la quale è stato emanato il Documento tecnico “Criteri e linee guida sull’inquinamento acustico”.

L’adozione della “Classificazione del territorio comunale in zone acustiche” è il primo passo di una serie di attività che porterà il Comune a dotarsi di vari strumenti di previsione, valutazione, controllo, risanamento del

territorio; alcune delle conseguenze più immediate dell’adozione del piano di classificazione acustica sono:

- la definizione dei livelli di qualità delle diverse porzioni del territorio a cui dovranno attenersi gli interventi relativi ad attività potenzialmente rumorose, i cui gestori sono tenuti a presentare la documentazione di impatto acustico in sede di richiesta di concessione edilizia, di certificazione di agibilità o di autorizzazione all’esercizio;

- la definizione del livello di qualità acustica perseguito per le diverse parti del territorio, livello di qualità che sarà in futuro la base per ogni decisione urbanistica riguardante la localizzazione di una serie di attività che richiedono particolare protezione quali scuole e asili, case di cura e di riposo, parchi, insediamenti residenziali prossimi a fonti inquinanti;

- l’identificazione dei luoghi di intervento, dei criteri e delle priorità del Piano di risanamento acustico.

Il processo di zonizzazione acustica non costituisce pertanto “una semplice fotografia dell’esistente” bensì, tenendo conto delle scelte di pianificazione urbanistica e di traffico e degli obiettivi di qualificazione ambientale del territorio, deve prevedere una classificazione in base alla quale vengano attuati tutti gli accorgimenti volti alla migliore protezione dal rumore dell’ambiente abitativo.

Si tratta quindi di un “progetto” in cui vengono indicati gli obiettivi di qualità del territorio – i valori di qualità indicati dalla Legge quadro 447/1995 e successivamente definiti dal DPCM 14.11.1997, insieme ai valori limite di emissione e di immissione – a cui si dovrà tendere nel breve, medio e lungo periodo attraverso un complesso di interventi di pianificazione e di risanamento.

Il carattere specificamente progettuale della classificazione acustica, secondo cui i valori di qualità costituiscono obiettivi da conseguire nel breve, medio e lungo periodo, è riaffermato dalla prescrizione legislativa secondo cui

“qualora nell’individuazione delle zone, nelle aree già urbanizzate, non sia possibile rispettare tale vincolo a causa di precedenti destinazioni d’uso, si prevede l’adozione dei piani di risanamento acustico di cui all’articolo 7.”

2. METODOLOGIA DI ANALISI

Parte prima - Individuazione di criteri operativi idonei alla definizione delle zone a diversa sensibilità al rumore sulla base delle normative nazionali e regionali vigenti in materia di inquinamento acustico ambientale ed elaborazione

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specifica di criteri atti a trattare il problema delle sorgenti mobili, alla luce delle suddette normative e secondo recenti ed accreditate interpretazioni di studiosi della questione.

1. Inquadramento generale. In questa Parte vengono esposti alcuni orientamenti e sviluppate alcune riflessioni sulla problematica della zonizzazione acustica, orientamenti che derivano sostanzialmente dall'analisi della normativa nazionale e delle linee guida elaborate dalla Regione Sardegna relativamente alla materia in oggetto, al fine di chiarire aspetti metodologici e procedurali utili ai fini della esecuzione della zonizzazione stessa.

La classificazione in zone del territorio secondo la tabella A del D.P.C.M. 14.11.1997 "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore" è una suddivisione basata sulle differenti tipologie di insediamenti cui corrispondono diversi valori di rumorosità ambientale e pertanto è una zonizzazione acustica.

Gli obiettivi di fondo di una zonizzazione acustica sono sostanzialmente quelli di prevenire il deterioramento delle zone non inquinate o comunque poco rumorose e di risanare quelle dove, al momento di partenza, sono riscontrabili livelli di rumorosità ambientale che potrebbero comportare possibili effetti negativi sulla salute della popolazione residente; la zonizzazione viene a costituire pertanto il quadro di riferimento sia per la tutela e la prevenzione dell’inquinamento acustico, che per la correzione di quelle situazioni ritenute inaccettabili.

La zonizzazione acustica consente una pianificazione del futuro sviluppo di un territorio nel rispetto anche delle esigenze sonore, introducendo il fattore "rumore" tra i parametri di progetto dell'uso del territorio; in particolare, consente alle imprese di conoscere i valori massimi di immissione di rumore in una determinata zona, sia in caso di primo insediamento di un'azienda, che all'atto della predisposizione di interventi di protezione; parimenti, nelle scelte di organizzazione e distribuzione dei servizi e della residenza, nonché di pianificazione della mobilità urbana,

l'esistenza di valori di riferimento massimi da non superare per il rumore che potrà derivarne consente di evitare l'instaurarsi di situazioni compromesse o, per lo meno, di ridurre al minimo i casi di criticità.

La zonizzazione acustica del territorio può quindi essere interpretata alla stregua di uno strumento urbanistico di settore; la sua funzione è inoltre anche quella di fornire ai pianificatori a livello superiore gli elementi necessari per valutare le scelte di gestione e di sviluppo del territorio sul piano del rumore ed inoltre consentire la definizione di vincoli ed obblighi per l'adeguamento delle situazioni esistenti, per autorizzare l'attività di nuove iniziative ed impianti, nonché per valutare e fronteggiare i problemi di inquinamento derivanti dalle sorgenti mobili. In definitiva il fattore acustico inizia a contribuire su di un piano logico alla definizione dell'organizzazione urbana.

Una volta operata una suddivisione del territorio in zone a rumorosità omogenea sarà possibile procedere ad un

"controllo" efficace, anche se graduato nel tempo, della rumorosità ambientale; si disporrà infatti di un quadro di riferimento per capire quali aree sono da salvaguardare, quali presentano livelli di rumore accettabili, quali sono inquinate, dove può essere permesso lo sviluppo di attività rumorose e dove è necessario programmare interventi di risanamento ambientale.

La zonizzazione acustica, costruita su di una solida base conoscitiva della realtà locale ed in armonia con le scelte di gestione del territorio operate dall'Amministrazione, potrà così costituire lo strumento di riferimento e di partenza per elaborare, prevedere, controllare e gestire la tutela ed il risanamento acustico del territorio; essa dovrà in particolare consentire il raggiungimento dei due obiettivi sotto indicati:

1) Riportare entro determinati limiti le emissioni e le immissioni rumorose di sorgenti esistenti.

2) Stabilire un limite alle emissioni ed immissioni rumorose di sorgenti future.

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2. Problematiche connesse alla zonizzazione acustica

Un primo problema del quale è indispensabile prendere atto riguarda il fatto che la zonizzazione acustica va operata nei confronti di realtà urbane il cui sviluppo non ha quasi mai compreso la valutazione degli aspetti di acustica e rumore ambientale.

La situazione più frequente è quella in cui insediamenti a diversa destinazione d'uso, caratterizzati da diversa

sensibilità al rumore, si trovano in stretta contiguità; ciò comporterebbe, a tutta prima, il risultato di una zonizzazione estremamente frammentata, zonizzazione tuttavia assolutamente incongruente con le leggi fisiche di propagazione del rumore.

E’ inoltre opportuno riflettere sulle diversità esistenti tra "sorgenti fisse" e "sorgenti mobili"; infatti, mentre si può ipotizzare che, in tempi più o meno brevi, potrà essere reso compatibile l'esercizio delle sorgenti fisse con l'ambiente e gli insediamenti circostanti (sono infatti già stati realizzati e sono in corso di predisposizione e realizzazione, da parte di numerose imprese, interventi per il contenimento delle emissioni sonore, secondo le prescrizioni della legge 447/95 e dei successivi decreti di attuazione), ben diversa è la situazione delle sorgenti mobili e soprattutto di quelle costituite dal traffico stradale. Vi è per lo meno una considerazione che sorge immediata: la loro estrema diffusione, difficile controllabilità e forti implicazioni che i provvedimenti mirati a ridurne la diffusione ingenerano sugli schemi di mobilità e fruibilità urbana, rendono oggettivamente ed operativamente complessa un'azione estesa ed efficace di contenimento sonoro nei loro confronti.

La particolare importanza che tale problematica riveste merita pertanto alcuni cenni di orientamento, che riguardano il rumore da traffico autoveicolare urbano, notoriamente in evidenza percettiva alla stragrande maggioranza della popolazione.

Nell'affrontare questo aspetto dell'inquinamento da rumore è necessario tener conto che è disponibile, a livello internazionale ed anche nazionale, una massa notevole di studi e ricerche che hanno oramai consolidato la conoscenza del rapporto fra rumore da traffico autoveicolare e risposte della popolazione; in particolare è oramai acquisito il differente rapporto tra livelli sonori e sensibilità dei soggetti esposti a seconda del tipo di sorgente.

Queste correlazioni mettono in evidenza come di fatto, e nella generalità delle situazioni, il rumore da traffico determini reazioni meno marcate, a parità di livelli, rispetto a talune altre sorgenti, specificatamente quelle fisse; ciò non significa che esso va maggiormente "tollerato", ma se ne deve tener conto all'atto della zonizzazione e nella valutazione dei provvedimenti di difesa.

Alla luce di quanto esposto, e con la finalità di ottenere una valida base conoscitiva circa questo tipo di inquinamento acustico, in modo da poter individuare soluzioni efficaci e percorribili, nei confronti delle sorgenti mobili, è stato privilegiato il rilevamento di dati sul rumore da traffico, statisticamente indipendenti ed utilizzabili per confronti futuri; a tale scopo, e tenendo presente il costo di misure statisticamente indipendenti, si è fatto uso di rilevamenti del rumore su aree campione tipologicamente rappresentative, che potranno costituire i nuclei di riferimento per futuri controlli volti a verificare lo stato di questo tipo di inquinamento, in seguito alla sua evoluzione naturale o per effetto di iniziative organizzative del traffico poste in atto dalla Amministrazione.

In definitiva, considerato che il rumore da traffico autoveicolare rappresenta per sua natura una tipologia di sorgente diversa, sia per effetti sulla popolazione che per implicazioni sociali, dalle sorgenti fisse, e che pertanto

abbisognerebbe di una sua regolamentazione specifica, in coerenza con le Linee Guida emanate dalla Regione Sardegna la zonizzazione è stata sviluppata, in una prima fase, a prescindere dalla presenza di questa sorgente sul territorio, facendo a ciò seguire un'analisi attenta del ruolo che le arterie viarie giocano sul panorama della rumorosità urbana e, contemporaneamente, della loro importanza funzionale nella quotidiana vita della città. Da queste

considerazioni sono stati, successivamente e di volta in volta, riconosciuti ed ammessi determinati, limitati e giustificati stati di fatto acustici storici, che si andranno a sovrapporre alla zonizzazione di prima fase e contribuiranno alla suddivisione definitiva.

Operativamente ciò significa che a talune arterie urbane, di preminente interesse funzionale per la mobilità cittadina, è stata attribuita la classe IV alle sedi viarie ed alle facciate degli edifici prospicienti le arterie stesse, ricomprese nella fascia di pertinenza di 30 metri, anche quando tali infrastrutture si trovavano ad attraversare aree appartenenti a classi inferiori; tale scelta, che va comunque operata in stretta armonia con gli orientamenti assunti nell'ambito della

(14)

pianificazione del traffico cittadino, nonché verificata alla luce delle politiche di contenimento dell'inquinamento atmosferico, va specificatamente concordata con l'Amministrazione.

In ogni caso, il riconoscere a determinati assi viari e alle loro fasce di pertinenza e/o pertinenze fisiche (quali facciate prospicienti, cortili aperti sulle vie, spazi di parcheggio e piazze comunicanti con esse, per una profondità di 30 metri secondo le indicazioni del DPR 142/2004 e coerentemente con i meccanismi di propagazione del rumore in ambito costruito), classi acustiche superiori a quelle delle zone attraversate, può comportare, per alcune arterie, il superamento anche dei limiti di zona IV.

Ciò può verificarsi sia partendo dall'esistente sistema di gestione del traffico che, tanto più, in conseguenza di una futura riduzione del numero di arterie ritenute essenziali e, quindi, a seguito dell'attuazione di provvedimenti miranti a disincentivare l'utilizzo di alcune delle strade suddette (fatto che comporterà un aumento di flusso su quelle rimaste).

Tale superamento anche dei limiti di zona IV potrà essere affrontato:

- in chiave storica di cadenza decennale

- attuando interventi di gestione del traffico stradale, nell'ambito della pianificazione della mobilità - a livello di bonifica presso i ricettori, nei casi di maggior sensibilità al rumore (tipicamente in caso di

destinazioni d'uso degli edifici prospicienti proprie della zona I)

- o ancora attraverso la naturale riduzione della rumorosità del parco dei veicoli circolanti, mediante campagne di sensibilizzazione degli utenti della strada.

3. Criteri generali per la predisposizione della zonizzazione acustica: in relazione alle indicazioni legislative di cui al DPCM 14.11.1997, DPR 142/2004 ed alle Linee Guida emanate ai fini delle zonizzazioni acustiche comunali dalla Regione Sardegna, nel seguito si indicano alcuni criteri adottati per la predisposizione della "zonizzazione acustica definitiva del territorio urbano":

a) La classificazione è stata attuata avendo come riferimento le attività insediate e quelle previste dagli strumenti urbanistici vigenti.

b) Gli obiettivi finali della zonizzazione sono stati quelli di individuare, ove esistenti, e risanare le aree attualmente degradate sul piano del rumore ambientale e di prevenire l'instaurarsi di ulteriori situazioni compromesse; non si tratta quindi soltanto di fotografare l'esistente, ma di individuare da subito, tenendo conto della pianificazione urbanistica e delle specifiche situazioni locali, gli obiettivi del successivo risanamento dal rumore ambientale. La zonizzazione quindi come scenario logico e coerente di tutela dell'ambiente dall'inquinamento acustico.

c) Nella suddivisione del territorio in zone acusticamente omogenee si è ricercato un ragionevole compromesso tra il diritto della popolazione di beneficiare di condizioni di rumorosità accettabili e proprie delle caratteristiche tipologiche e funzionali della zona, e le esigenze di lavoro, di mobilità ed in generale di fruizione della struttura urbana.

d) La zonizzazione ha tenuto conto, per lo meno a livello di una valutazione di massima, dei meccanismi di propagazione del rumore in ambiti costruiti, in modo da ridurre, a parità di obiettivi di risanamento, i casi in cui il rispetto dei limiti di zona possa essere ottenuto facendo esclusivo ricorso a provvedimenti di bonifica di tipo "passivo" ovvero ottenibili soltanto con interposizione o rafforzamento di ostacoli tra sorgenti e realtà sensibili; a questo riguardo, si è cercato di evitare un frazionamento eccessivo del territorio urbanizzato, con zone a differente valore limite, al fine di rendere operativamente attuabile l'organizzazione delle attività e possibile il controllo della rumorosità.

L'obiettivo finale deve infatti essere quello di ottenere la compatibilità tra zone a diversa destinazione d'uso sulla maggior parte possibile di territorio; ciò è stato in particolare perseguito nelle aree di espansione, ove è ancora possibile attuare una difesa dal rumore di tipo "attivo" ovvero basata sullo sfruttamento intelligente dei meccanismi di attenuazione sonora ottenibili con la pianificazione urbanistica e con la progettazione architettonica.

e) È’ stata perseguita la compatibilità tra i diversi tipi di insediamento tenendo conto di aspetti economici e tecnologici, della estensione degli insediamenti rumorosi, della necessità di interventi di risanamento e dei loro possibili costi;

a questo scopo è stata sempre evitata la contiguità di zone caratterizzate da limiti massimi di esposizione al rumore che differiscono per più di 5 dB(A) di livello equivalente e, nell'impossibilità di individuare soluzioni tecniche fattibili secondo questo principio, sono state definite fasce di rispetto di ampiezza commensurata alle modalità di propagazione del rumore, con un’ampiezza media di 100 mt in ambiente libero.

f) Nella fase di acquisizione delle informazioni di partenza è stata prestata particolare attenzione all'ottenimento di dati

(15)

derivanti da indagini, studi o piani di risanamento predisposti dalle imprese, che consentissero di arricchire il quadro conoscitivo storico dei luoghi.

g) Le attività sviluppate sul territorio ed in particolare quelle commerciali, artigianali ed industriali citate nella Tabella A allegata al D.P.C.M. 11/11/97, sono state valutate rispetto al tipo di sorgenti sonore che esse comprendono e non solo in termini di categorie economiche; nei confronti delle attività produttive caratterizzate da limitate emissioni sonore è stato infatti possibile inserirle in zone di classe inferiore alla VI ed applicare il criterio differenziale.

h) La rumorosità di una zona è quella strumentalmente rilevabile e derivante dal cumulo di tutti i contributi sonori esistenti ed il rumore esistente in una zona, da qualsiasi parte esso provenga, deve essere contenuto nei limiti massimi previsti per quella determinata zona; di conseguenza, le sorgenti devono rispettare i limiti di tutte le zone interessate dalle loro emissioni sonore.

i) Nella valutazione della rumorosità delle sorgenti sonore fisse, si è data importanza prevalentemente ad aspetti quali le tipologie di sorgenti utilizzate, i periodi di emissione del rumore, il traffico indotto dalle attività; non sono stati considerati eventi eccezionali o temporanei. La zonizzazione ha inoltre tenuto conto delle presumibili aree d'influenza.

j) Per quanto attiene alle sorgenti mobili si è proceduto ad individuare la valenza funzionale delle diverse arterie, in modo da orientare correttamente la classificazione sotto il profilo del rumore emesso dal traffico stradale.

k) Il parametro "densità abitativa", utilizzato nella determinazione delle zone, potrà essere utile anche per l'analisi delle priorità degli interventi.

l) Nella zonizzazione del o dei centri urbani la delimitazione del centro abitato è stata in generale ricavata dal PUC o analoghi strumenti urbanistici; là dove necessario si è proceduto ad operazioni di risagomatura di tale

delimitazione in base ai meccanismi di propagazione acustica o a specifiche scelte di zonizzazione.

(16)

Parte seconda - Prescrizioni tecniche particolari relative alla zonizzazione acustica urbana.

1.Disposizioni generali: nel rispetto degli orientamenti e prescrizioni indicate nella precedente Parte, l'iter

procedurale seguito ai fini della zonizzazione acustica, soprattutto con riferimento ai rilievi fonometrici, ha rispettato le indicazioni contenute nella presente Parte; in particolare l'impostazione del lavoro ha seguito le cinque seguenti fasi:

1. Individuazione delle Unità acusticamente omogenee

2. Applicazione del metodo qualitativo - zonizzazione preliminare cartografica secondo le disposizioni della legislazione nazionale e delle Linee Guida emanate dall’Amministrazione regionale, in accordo con gli strumenti urbanistici e sulla base delle caratteristiche morfologiche, tipologiche e funzionali del territorio.

3. Applicazione del metodo quantitativo – analisi dei parametri di densità di popolazione, di attività commerciali, artigianali e di servizio.

4. Rilievi fonometrici di verifica finalizzati alla dimostrazione della distribuzione attuale dei livelli del rumore.

5. Rappresentazione dei risultati delle misure.

6. Analisi critica delle scelte di cui al punto 2), rispetto ai risultati di cui al punto 3).

7. Zonizzazione cartografica definitiva

2. Disposizioni particolari relative alle fasi di cui alle disposizioni generali.

2.1. Fase 1. Zonizzazione preliminare cartografica secondo le disposizioni della legislazione nazionale e delle Linee Guida emanate dall’Amministrazione regionale, in accordo con gli strumenti urbanistici e sulla base delle caratteristiche morfologiche, tipologiche e funzionali del territorio.

2.1.1. Esame degli strumenti urbanistici vigenti allo scopo di delineare una prima zonizzazione sulla base delle destinazioni d'uso assegnate alle diverse zone; esame della documentazione cartografica relativa al centro abitato così come individuato dagli uffici comunali in ottemperanza alle prescrizioni del nuovo Codice della Strada ed

individuazione di uno o più ambiti urbani ove concentrare le indagini acustiche. Tali ambiti hanno compreso tutte le situazioni presumibilmente critiche sotto il profilo dell'inquinamento da rumore ambientale, allo scopo di una loro successiva analisi e verifica acustica, comprendendo, laddove opportuno, anche zone isolate dall'ambito principale, che richiedevano una specifica attenzione.

2.1.2. Reperimento di dati fonometrici già ottenuti ed elaborati sul territorio in esame e disponibili presso enti pubblici, esame degli stessi allo scopo di arricchire il quadro informativo generale, reperimento ed analisi di rapporti sul rumore immesso nell'ambiente e di Piani di bonifica già elaborati ed inviati ai competenti uffici dalle aziende in ottemperanza al D.P.C.M. 1.3.91 o legge quadro 447/95, allo scopo parimenti di arricchire il quadro informativo anche in merito a scenari futuri (ovvero una volta ultimati gli eventuali interventi di bonifica ad opera delle aziende).

2.1.3. Esame del Piano Urbano del Traffico (la dove adottato)e comunque di tutte le informazioni disponibili su tipologia e quantità del traffico veicolare, sulla sua distribuzione e densità, nonché sulla mobilità della popolazione, quali:

• Caratterizzazione funzionale, sulla base dei dati di traffico e sulle modalità del suo svilupparsi, delle infrastrutture stradali.

• Caratterizzazione funzionale delle altre infrastrutture di trasporto.

• Verifica di tali assunzioni con i competenti uffici comunali.

• Indicazione delle valenze funzionali delle infrastrutture di trasporto nell'ambito della relazione generale.

2.1.4. Raccolta di informazioni relative agli aspetti morfologici dell'ambiente di propagazione, a quelli urbanistici ed a quelli funzionali, secondo le prescrizioni di carattere generale contenute nella Parte precedente.

2.1.5 Individuazione preliminare di aree acusticamente unitarie da trattare individualmente e da indagare sia acusticamente, mediante specifici rilievi fonometrici, che in relazione alla presenza di attività commerciali, artigianali e di servizi, secondo la specifiche procedure di cui alle altre parti.

2.1.6. Zonizzazione acustica preliminare, sulla base delle destinazioni d'uso delle aree (sorgenti fisse) determinando gli orientamenti da seguire nella scelta delle classi in caso di situazioni conflittuali, in ciò rispettando le prescrizioni

(17)

generali contenute nelle precedenti Parti.

2.1.7. Sovrapposizione alla zonizzazione preliminare, di cui al precedente punto 2.1.5., della zonizzazione relativa alle sedi viarie principali ed alle loro pertinenze.

2.1.8. Elaborazione cartografica, della zonizzazione preliminare derivante dalla sovrapposizione di quella ottenuta con riferimento alle sorgenti fisse e di quella ottenuta con riferimento alle sorgenti mobili; individuazione grafica degli ambiti sede di possibili conflittualità e criticità.

2.1.9. Verifica con L'Amministrazione della correttezza e della coerenza della zonizzazione preliminare con gli indirizzi generali di gestione del territorio assunti dall'Amministrazione stessa, in base a conseguenze urbanistiche, economiche, sociali e giuridiche.

(18)

C A P I T O L O I I

U NITA ’ A CUSTICAMENTE O MOGENEE

(19)

1.

INQUADR AM ENTO GENERA LE

1.1. Aree territoriali di riferimento: unità acusticamente omogenee (u.a.o.) - Capitolo 10 delle Linee Guida Regionali

L’unità territoriale è la base di partenza per la definizione della zonizzazione acustica e più essa è piccola più precisa sarà la classificazione.

A tal proposito la scelta dell’unità censuaria quale unità di riferimento diventa quasi obbligatoria in quanto risulta difficile avere informazioni riferite a porzioni di territorio più piccole. Per ovviare al rischio di ottenere una

classificazione estremamente frammentata appare senz’altro opportuno in questo caso procedere all’individuazione di sezioni di censimento più vaste, purché acusticamente omogenee (u.a.o.).

In mancanza delle unità censuarie si può procedere attraverso l’individuazione e numerazione degli isolati, intendendo per isolato un edificio o un insieme di edifici contigui, ovvero ogni costruzione organicamente strutturata ed eventualmente intervallata da cortili o giardini e che può essere circondata da:

• spazi destinati alla viabilità (vie, strade, vicoli, piazze, ecc.);

• limiti geomorfologici (fossi, canali, fiumi, crinali, ecc.);

• limiti individuati da opere infrastrutturali (ferrovie, ponti, recinzioni, ecc.);

La procedura di individuazione degli isolati dovrà pertanto essere seguita nei Comuni privi di unità censuarie di riferimento.

Si riportano di seguito alcune utili indicazioni:

• la suddivisione del territorio in u.a.o. deve coprire totalmente l’area comunale compresi i corsi d’acqua, laghi, le zone disabitate, ecc.;

• ogni u.a.o. deve essere costituita da un solo corpo di terreno delimitato sulla carta da una linea spezzata chiusa;

• in nessun caso una u.a.o. può comprendere territori di più località abitate;

• le zone di montagna disabitate, le paludi, i laghi devono costituire una u.a.o. a sé stante solo se di una certa consistenza territoriale;

• i limiti delle u.a.o. devono essere individuati in corrispondenza di entità cartograficamente definite (limiti di località abitata, aree di circolazione, corsi d’acqua, linee di displuvio, confini amministrativi, ecc.);

la suddivisione del territorio comunale in u.a.o. deve permettere la ricostruzione delle più rilevanti ripartizioni territoriali sotto il profilo socio economico, urbanistico o altro, quali ad esempio le zone urbanistiche, i quartieri, ecc.;

• i limiti delle u.a.o. devono essere tracciati seguendo la mezzeria delle strade, dei corsi d’acqua, dei ponti o comunque i particolari cartografici evidenti.

La suddivisione del territorio comunale in u.a.o., pur essendo il punto di riferimento per qualsiasi analisi e valutazione di zonizzazione acustica, consentirà in particolare di procedere all’applicazione del metodo quantitativo come nel seguito riportato.

1.2 Criteri operativi generali con particolare riferimento alle sorgenti mobili più significative.

1.2.1 Inquadramento territoriale. Preliminarmente alla individuazione e definizione delle Unità acusticamente omogenee è indispensabile una conoscenza approfondita dell’ambito oggetto d'intervento sotto una serie di profili.

Potendo effettuare misure di rumore capillarmente sul territorio ovvero realizzando una fitta mappatura delle condizioni acustiche, tale conoscenza preliminare potrebbe essere limitata all'acquisizione di elementi generali, ma, dovendo per contro ridurre il numero dei rilievi, appare indispensabile acquisire un elevato numero di informazioni collaterali relative al territorio nel quale si viene ad operare.

Gli elementi territoriali cui è necessario fare soprattutto riferimento sono di natura morfologica, urbanistica e funzionale. Per quanto riguarda i primi si fa osservare come l'orografia giochi un ruolo di primo piano nella propagazione delle onde sonore, per cui le aree d'influenza delle diverse sorgenti possonoestendersi in modi alquanto diversi rispetto a quelli teoricamente prevedibili, in caso di orografia omogenea e pianeggiante. Per quanto riguarda invece gli aspetti urbanistici, è necessario considerare che le sole destinazioni d'uso delle varie zone non sono

(20)

sufficienti ad orientare una suddivisione di tipo acustico, ma è opportuno fare riferimento alle diverse tipologie della parte edificata ed alla distribuzione e densità delle tipologie stesse, aspetti questi che, anch'essi, condizionano pesantemente gli effetti delle sorgenti sonore. Infine, particolare importanza rivestono gli aspetti funzionali, i quali devono assumere un ruolo importante sia nella valutazione stessa delle potenzialità delle sorgenti, che nelle successive scelte delle classi secondo il D.P.C.M. 14.11.1997.

a) Aspetti urbanistici. Le diverse epoche di sviluppo della città hanno dato luogo a diverse tipologie di organizzazione urbanistica ed architettonica, il che ha fatto sì che la città oggi appare composta da un discreto campionario di tessuti urbanizzati; è evidente che la considerazione delle diverse tipologie di edificato all'atto della zonizzazione acustica è un fatto importante, a motivo delle diverse modalità di propagazione del rumore. A puro titolo di esempio si consideri l'effetto schermante che gli edifici di grande dimensione rivestono nei confronti delle realtà retrostanti, come pure il rilevante abbattimento sonoro che si può riscontrare all'interno dei cortili racchiusi da fabbricati continui.

L'analisi delle diverse tipologie del costruito ha rivestito un ruolo significativo anche nella scelta delle postazioni di rilievo del rumore, specificatamente nel caso che esse debbano essere campionarie; in particolare, sono stati oggetto di indagine diretta delle condizioni acustiche tutti quegli ambiti che presentavano diversa tipologia urbanistica, in quanto la zonizzazione deve potersi basare su di una serie di situazioni-tipo che coprono l'intera casistica presente.

b) Aspetti funzionali: particolare attenzione è stata data agli aspetti funzionali che caratterizzano l'ambito urbano, le sue connessioni interne e con le zone limitrofe; la zonizzazione acustica deve scaturire infatti dal connubio tra qualità sonora dell'ambiente ed esigenze di funzionamento del sistema urbano.

Preso atto poi che le fonti di maggiore inquinamento acustico sono rappresentate dal traffico su strada, è logico riservare al rilievo, allo studio ed alla valutazione dell’inquinamento acustico da traffico la gran parte delle risorse messe a disposizione; tale analisi mirata ha un duplice obiettivo:

• acquisire lo stato esistente della rumorosità anche ai fini del controllo futuro dell'evolversi del fenomeno

• raccogliere le informazioni necessarie a supportare le scelte dei limiti da assegnare alle arterie stradali e relative fasce di pertinenza.

Mentre il primo obiettivo può, entro certi limiti, prescindere dall'analisi funzionale di un'infrastruttura, ilsecondo può soltanto essere perseguito una volta compreso chiaramente il ruolo che essa riveste all'interno del sistema urbano.

Si precisa a questo riguardo che il ruolo di un'arteria è stato determinato a partire dai dati di domanda di traffico che la riguardano, ma anche dalla comprensione delle polarità urbane che essa collega e delle connessioni che essa realizza con il territorio contermine; è stato pertanto indispensabile, ai fini di una zonizzazione oculata e gestibile, acquisire tutte le possibili informazioni riguardanti il sistema della mobilità cittadina.

Dall’analisi sopra indicata sono risultate di particolare attenzione le arterie sotto elencate:

- asse via Giulio Cesare – via De Gasperi – via Dante - asse via Nuoro – lungomare Cristoforo Colombo - asse viario a servizio del Polo industriale

Al suddetto elenco sono poi da aggiungere le strade statali, provinciali e comunali esterne al nucleo urbano.

La verifica del ruolo funzionale della maglia viaria è stata effettuata in accordo con le indicazioni emerse nel P.R.G.

adottato o in corso di adozione. Le valutazioni sono state altresì verificate con i competenti uffici comunali.

1.3 Le Unità acusticamente omogenee - Criteri operativi specifici In relazione al fatto che per il Comune in esame sono risultati non disponibili:

- i dati di attività commerciali, artigianali e di servizio, aggregati per sezioni censuarie;

- le stesse delimitazioni delle singole sezioni di censimento

non è stato possibile far riferimento alle sezioni censuarie come unità territoriali di base.

Peraltro il metodo proposto, nel far riferimento a semplici correlazioni di parametri numerici, senza alcun riferimento a parametri di rumorosità o a specifiche tipologie di attività, rischiava di risultare fuorviante se applicato a piccoli centri urbani quali quelli ricompresi nell’area a rischio di crisi ambientale.

Per l’individuazione di ciascuna area acusticamente omogenea si è fatto pertanto riferimento ai dati, analisi

socioeconomiche e ripartizioni territoriali del Piano Urbanistico Comunale, secondo la procedura nel seguito descritta:

(21)

a) una prima analisi della cartografia urbanistica, con particolare riferimento alle destinazioni d’uso del territorio, ed in particolare a:

- ricettori sensibili (scuole, ospedali, case di cura e di riposo, parchi pubblici ecc.) - aree esclusivamente o prevalentemente residenziali

- aree con presenza quasi esclusiva di attività commerciali o di servizi quali poli di uffici pubblici, istituti di credito, mercati civici, centri commerciali, supermercati, mercati all’ingrosso ecc.

- aree prevalentemente o esclusivamente industriali

b) una successiva analisi, limitatamente alle aree esclusivamente o prevalentemente residenziali, rivolta alla individuazione delle diverse tipologie edilizie e delle principali infrastrutture viarie;

c) un attento sopralluogo finalizzato, al di là della semplice correlazione di parametri numerici, all’accertamento delle effettive modalità di fruizione del territorio e delle strutture edilizie, in relazione alla eventuale presenza di

funzioni o attività commerciali, di servizio o artigianali, e del livello di rumorosità ad esse connesso;

d) rilievi fonometrici di verifica.

(22)

2 Individuazione e definizione delle unita’ acusticamente omogenee

La procedura di individuazione delle unità acusticamente omogenee, sviluppata a partire dalla procedura sopra descritta, ha portato alla individuazione delle u. a. o. sotto indicate:

UNITA’ CUSTICAMENTE OMOGENEE PORTOSCUSO - TERRITORIO COMUNALE

U.A.O.

DESCRIZIONE Note

1

Area costiera con assenza di residenze e limitato utilizzo dei fondi ai fini agricoli.

2

Zona “F” insediamento turistici nelle previsioni del Piano Urbanistico Comunale.

3

Aree agricole con presenza di insediamenti rurali ed utilizzazione intensiva dei fondi agricoli.

4

Discarica lavorazioni industria Ex SAMIM

5

Insediamento industriale EURALLUMINA

6

Insediamento industriale GLENCORD.

7

Centrale Termoelettrica ENEL “Portoscuso”.

8

Insediamento industriale ALCOA

9

Officine, manufatti in disuso e Servizi Comunali.

10

Area Portuale

11

Centrale Termoelettrica ENEL “Grazia Deledda”.

12

Insediamenti industriale ILA ex Metallotecnica e nuovi insediamenti produttivi.

13

Aree Discariche Fanghi Lavorazioni Eurallumina

14

Nuova area discarica Fanghi Lavorazioni Eurallumina

15

Area officine metalmeccaniche di manutenzioni industriali.

16

Frazione di Paringianu

17

Aree umide a ridosso del litorale dallo stagno Boi Cerbus a Bruncu Teula.

(23)

U. A. O.

UNITA’ ACUSTICAMENTE OMOGENEE

1

Aree di espansione e completamento residenziale, residenze turistiche e verde pubblico, con limitata presenza di attività commerciali.

2

Area nelle previsioni del Piano Urbanistico Comunale da destinare a servizi generali e insediamenti commerciali.

3

Area ad utilizzazione artigianale e insediamenti produttivi.

4

Aree costituenti il vecchio nucleo urbano e le aree di completamento con significativa presenza di attività commerciali e servizi.

5

Aree a servizi generali e verde pubblico con assenza di residenza e fasce di rispetto edificatorio per l’area industriale.

RICETTORI

R RICETTORI SENSIBILI

1

Edificio Scolastico in fase di ristrutturazione.

2

Edificio Scolastico destinato ad ospitare Istituto di Istruzione di secondo grado o professionale.

3

Area Cimiteriale.

4

Scuola Materna privata.

5

Edificio Comunale Polifunzionale

6

Chiesa Parrocchiale “Santa Maria d’Itria”.

7

Chiesa Parrocchiale “San Giovanni Battista”.

8

Scuole Elementari Statali.

9

Scuole Medie Statali.

10

Scuole Elementari

11

Scuola Materna

12

Edificio Scolastico Comunale nella Frazione di Paringianu

13

Area S1 nelle previsione del PUC per la frazione Paringianu

14

Chiesa Parrocchiale della frazione di Paringianu

(24)

C A P I T O L O I I I

Z ONIZZAZIONE A CUSTICA

C RITERIO Q UALITATIVO EX DPCM 14.11.1997

(25)

1.

INQUADR AM ENTO GENERA LE

1.1 Metodologia operativa

Lo studio di settore relativo alla classificazione acustica delle aree si è orientato in generale su due approcci

metodologici che potremmo definire qualitativo e quantitativo, i quali comunque convergono alla fine verso una comune politica di salvaguardia del territorio dall’inquinamento acustico.

Sintetizzando, il metodo qualitativo sfrutta l’indeterminatezza dei criteri contenuti nella legislazione nazionale in materia, introducendo, fin dalla prima fase di elaborazione della bozza di zonizzazione, gli indirizzi politici dell’Amministrazione comunale, desumibili dall’azione di raffronto e coordinamento con gli strumenti urbanistici vigenti.

Nel metodo quantitativo invece gli indirizzi comunali sono posposti ad una seconda fase successiva, utilizzando un metodo basato su indici oggettivi per elaborare una bozza di suddivisione del territorio.

L’esperienza ha mostrato l’efficacia del metodo quantitativo nei Comuni dove la compenetrazione tra le varie classi può maggiormente sfuggire ad una analisi qualitativa, in particolare per l’estensione del nucleo urbano. Tuttavia poiché le esperienze regionali sviluppate in questi anni hanno evidenziato in genere l’inadeguatezza, in alcune situazioni, di metodi sempre puramente qualitativi o quantitativi, si ritiene opportuno, pur privilegiando per quanto possibile l’oggettività del metodo quantitativo che il progettista si avvalga, a seconda delle circostanze, anche dei benefici del metodo qualitativo.(Capitolo 7 delle Linee Guida Regionali)

1.2 Metodo qualitativo

I principi di fondo che hanno costituito la base per la formulazione di un metodo qualitativo tengono conto delle seguenti considerazioni:

- lo spazio di autonomia ed il margine delle scelte per la gestione del territorio devono essere assolutamente lasciati alla singola Amministrazione Comunale, fatte comunque salve le determinazioni derivanti dalla pianificazione sovracomunale;

- i parametri quantitativi possono risultare non parimenti validi per territori comunali estremamente variabili per numero di abitanti;

- la necessità di valutazioni distinte per attività e insediamenti che, pur appartenendo alle stesse categorie economiche e tipologie produttive, evidenziano notevoli peculiarità ai fini dell’impatto acustico;

- la constatazione che la classificazione è pur sempre un atto basato su scelte politico-amministrative e di pianificazione del territorio, da correlare strettamente all’attività urbanistica e ai vincoli economici ed ambientali.

La classificazione del territorio è pertanto ottenuta come risultato di un’attenta analisi del territorio sulla base del Piano Regolatore vigente e delle destinazioni d’uso esistenti e previste.

Pur essendo l’applicazione ottimale del metodo qualitativo riservata principalmente all’individuazione delle aree da inserire nelle classi I, V, e VI in quanto più facilmente identificabili nei vigenti Strumenti urbanistici, si è ritenuto in prima battuta di estendere l’applicazione del metodo a tutto il territorio comunale.

1.3 Fasi della zonizzazione acustica

Per la predisposizione della prima bozza di zonizzazione si è pertanto proceduto nel seguente modo:

a) si analizzano a scopo conoscitivo gli strumenti urbanistici vigenti, il loro stato di attuazione ed ogni altra informazione utile sul territorio e si verifica la corrispondenza tra destinazione urbanistica e destinazioni d’uso effettive;

b) si individuano alcune localizzazioni particolari, quali zone industriali e artigianali, ospedali e case di cura, scuole, parchi, ecc. e si ipotizzano le zone di classe I, V e VI (aree protette e aree industriali);

c) per le aree intermedie, classi II, III, e IV, si procede ad una prima assegnazione delle classi, senza tenere conto del contributo delle infrastrutture di trasporto, applicando lo stesso metodo qualitativo attraverso l’analisi e raffronto con le classi di destinazione d’uso del territorio comprese nella tabella A del DPCM 14.11.1997; quindi si procede ad una verifica dei risultati ottenuti applicando un metodo di tipo quantitativo;

d) si sovrappone una griglia con la classificazione della viabilità principale e le relative fasce di pertinenze;

e) si definisce la bozza di zonizzazione quantificando l’apporto del rumore provocato dal traffico insistente nelle zone esaminate e si prende atto di eventuali necessità di variazione di classe sulla prima ipotesi di zonizzazione effettuata.

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