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2021_07_02_C4_Relazione impatti (8398 KB)

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(1)

via Ferrovia, 28 c\o Villa Liccer 31020 San Fior (TV) - Italia t. 0438.1710037 - f. 0438.1710109 info@d-recta.it - www.d-recta.it

GRUPPO DI PROGETTAZIONE

d-recta srl PROGETTO ARCHITETTONICO STUDIO IMPATTO AMBIENTALE

arch. Dino De Zan arch. Marco Pagani pian. terr. Marco Carretta

PROGETTO OPERE DI URBANIZZAZIONE

arch. Sandro Burigana

PROGETTO IMPIANTI

per. ind. Liviano De Zolt - studioDeZolt

COMMITTENTE

F.lli Lando s.p.a.

via degli Scrovegni, 1 35131 Padova

rev data descrizione

Comune di

OGGETTO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A V.I.A.

Progetto di inserimento grande struttura di vendita in riferimento a P.U.A. denominato "Iperlando"

SUSEGANA

GRUPPO INTERDISCIPLINARE COMPETENZE SPECIALISTICHE

VALUTAZIONE DI IMPATTO ACUSTICO

VALUTAZIONE DI INCIDENZA AMBIENTALE (V.Inc.A.)

dott. chim. Stefano Donadello - d-recta srl pian. terr. Silvia Ballestini - d-recta srl

STUDIO DI IMPATTO SULLA VIABILITÀ

dott. Paolo Galbiati - mob-up srl

STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDRAULICA

ing. Marco Paissan - Climosfera srl

VALUTAZIONE IMPATTI SU ATMOSFERA

dott. Paolo Galbiati - mob-up srl

STUDIO INDAGINE GEOLOGICA

geol. Celeste Granziera ing. Luca del Furia

redatto controllato codice

scala

ELABORATO

EMISSIONE

DR20120030UAD00PRI00

C4

STUDI SPECIALISTICI

Relazione impatti sull'atmosfera

derivanti dall'incremento di traffico

-

(2)

INDICE

1 PREMESSA ... 1

2 L’AREA OGGETTO DI STUDIO ... 2

3 CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA ... 3

3.1 LE CARATTERISTICHE CLIMATICHE DELL’AREA DI STUDIO ... 3

3.2 LA ZONA D’INTERVENTO ... 4

4 LA QUALITA’ DELL’ARIA NELL’AMBITO DI INTERVENTO ... 11

4.1 LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO ... 11

4.2 LA RETE DI MONITORAGGIO ... 12

4.3 IL CONFRONTO DEI DATI DELLE CENTRALINE CON LA NORMATIVA ... 15

5 IL QUADRO DELLE EMISSIONI COMUNALI ... 30

5.1 COMUNE DI SUSEGANA ... 30

5.2 COMUNE DI CONEGLIANO ... 32

6 STUDIO DELLA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI ... 35

6.1 IL MODELLO DI CALCOLO ... 35

6.2 DATI METEO ... 35

6.3 IL DOMINIO DI CALCOLO ... 36

6.4 GLI SCENARI DI ANALISI ... 36

6.5 STIMA DEL CARICO EMISSIVO ... 37

6.6 STIMA DEGLI IMPATTI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA ... 42

7 CONCLUSIONI ... 49

ALLEGATO 1 - MAPPE DELLA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI IN ATMOSFERA

(3)

Pagina lasciata intenzionalmente bianca

(4)

1 PREMESSA

La presente relazione contiene lo studio di dispersione degli inquinanti in atmosfera relativo al progetto di realizzazione di una Grande Superficie di Vendita (GSV)

“IperLando” in comune di Susegana, provincia di Treviso.

In particolare, il presente documento contiene la descrizione, l’analisi e la valutazione dei possibili effetti sulla qualità dell'aria dovuti all’esercizio della nuova GSV che si prevede di insediare, in termini di emissioni da traffico veicolare aggiuntivo.

La valutazione operata ha previsto:

- l’acquisizione e l’analisi dei dati meteorologici orari;

- la predisposizione dell’input meteorologico per il modello di dispersione;

- la costruzione dell’inventario delle emissioni derivanti dal parco circolante;

- l’acquisizione della rete viabilistica e dei relativi flussi di traffico arco per arco;

- la simulazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera e il calcolo delle ricadute in termini di impatto sulla qualità dell’aria mediante il SW di calcolo CALPUFF.

Il presente documento contiene gli esiti dello studio effettuato ed è organizzato come segue:

- Il capitolo 2 riporta un inquadramento dell’area oggetto di studio;

- Il capitolo 3 riporta la caratterizzazione climatica e meteorologica dell’area di intervento;

- Il capitolo 4 riporta l’analisi dello stato di qualità dell’aria, dedotto dai dati rilevati dalla rete di rilevamento della qualità dell’aria regionale;

- Il capitolo 5 descrive il contesto emissivo ricavato dai dati dell’INventario delle EMissioni ARia del Veneto (ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021).

INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera);

- Il capitolo 6 contiene la descrizione dello studio della dispersione degli inquinanti in atmosfera e illustra il modello di calcolo utilizzato, il dominio di calcolo e gli esiti delle simulazioni;

- Il capitolo 7 riporta le conclusioni dello studio.

(5)

2 L’AREA OGGETTO DI STUDIO

L’area oggetto di studio è collocata nel comune di Susegana, in provincia di Treviso, lungo la SS13 (Via Conegliano). In Figura 2-1 si riporta un inquadramento dell’area di intervento e dell’ambito territoriale in cui si colloca.

Figura 2-1 – Inquadramento dell’area di intervento (in rosso) e del suo ambito territoriale

(6)

3 CARATTERIZZAZIONE METEOCLIMATICA

3.1 LE CARATTERISTICHE CLIMATICHE DELL’AREA DI STUDIO

L’area di studio è situata nel comune di Susegana, a 20 km nord da Treviso, in regione Veneto. Nel seguito si riportano le principali caratteristiche climatiche regionali (Fonte:

ARPA Veneto).

Il Veneto presenta specifiche caratteristiche climatiche che sono il risultato dell’azione combinata di un insieme di fattori che agiscono a diverse scale. Un ruolo chiave lo gioca anzitutto la collocazione della regione alle medie latitudini, da cui derivano caratteristici effetti stagionali. Oltre a tali effetti stagionali, bisogna considerare la collocazione della regione in una zona di transizione fra l'areale centro-europeo, in cui predomina l’influsso delle grandi correnti occidentali, e quello sud-europeo, dominato dall’azione degli anticicloni subtropicali e mediterranei. A scala regionale diventa rilevante anche la sua appartenenza al bacino padano, confinato fra Alpi, Appennini e Mar Adriatico e la presenza di un vasto areale montano ad orografia complessa e del Lago di Garda ad Ovest.

Analizzando i valori medi delle temperature medie e delle precipitazioni annue sul territorio regionale a partire dalla data di attivazione delle stazioni ARPAV (dal 1985 in poi) e fino al 31 dicembre 2009, si ottengono le mappe delle isoterme medie (immagine a sinistra) e delle isoiete medie (immagine a destra) riportate in Figura 3-1. Le isoterme e isoiete sono delle curve che graficamente visualizzano, attraverso differenti colori, rispettivamente aree caratterizzate dalle stesse temperature medie e dalle stesse quantità media di precipitazioni. L’area di intervento è evidenziata con un cerchio rosso.

Figura 3-1 – Mappe delle temperature medie (isoterme) e delle precipitazioni annue medie (isoiete) – Periodo 1985-2009 – Dati ARPAV

Fonte: ARPA Veneto

(7)

In base agli andamenti deducibili dalle due mappe e alle considerazioni in merito ai fattori a macroscala, a mesoscala e a microscala influenti sul clima nella regione, è possibile evidenziare in Veneto tre zone mesoclimatiche principali:

- Pianura;

- Prealpi;

- Settore alpino.

L’area di intervento ricade all’interno del mesoclima della pianura. La pianura (compresi il litorale, la fascia pedemontana e le zone collinari berica ed euganea) è caratterizzata da un certo grado di continentalità, con inverni relativamente rigidi ed estati calde. Le temperature medie di quest'area son comprese fra 13°C e 15°C. Le precipitazioni sono distribuite abbastanza uniformemente durante l’anno e con totali annui mediamente compresi tra 600 e 1100 mm, con l'inverno come stagione più secca, le stagioni intermedie caratterizzate dal prevalere di perturbazioni atlantiche e mediterranee e l'estate con i tipici fenomeni temporaleschi.

In base alla classificazione termica di Pinna (1978), ispirata allo schema generale di Koeppen, il clima prevalente in Veneto è "clima temperato subcontinentale" (temperature medie annue comprese fra 10 e 14.4 °C), interessando tutto l'areale della pianura, le valli prealpine e la Valbelluna. Le zone montane, se si escludono le valli prealpine, si collocano in prevalenza entro il "clima temperato fresco-freddo" (temperature medie annue comprese fra 6 e 9.9 °C il fresco, fra 3-5.9°C il freddo) e, solo le aree alpine culminali entro il "clima freddo" (temperature medie annue inferiori a 3 °C).

In considerazione, inoltre, della sua peculiare posizione di transizione, come visto in precedenza, influenzata sia dall’area continentale euro-asiatica che da quella mediterranea, il clima del Veneto presenta alcune caratteristiche sia di mediterraneità (limitate ad un certo influsso mitigatore del Mediterraneo sulle aree costiere) che di continentalità.

3.2 LA ZONA D’INTERVENTO

3.2.1 ANALISI DEI DATI METEOROLOGICI

Di seguito viene riportata un’analisi della situazione meteorologica locale, riferita all’anno 2020, basata sui dati meteorologici che sono stati utilizzati per la simulazione della dispersione degli inquinanti in atmosfera.

Per ricostruire le grandezze meteorologiche del sito sono stati utilizzati i dati meteo generati dal modello prognostico WRF (versione 4.0, core ARW), inizializzato tramite gli NCEP FNL (Final) Operational Global Analysis data preparati operazionalmente ogni 6 ore, su griglia di 1x1 gradi. È stato utilizzato un nesting con 3 livelli di griglia e un fattore di nesting pari a 3: risoluzione di griglia di 27 km per il dominio più esterno, di 9 km per il dominio centrale, e di 3 km per il dominio più interno. A partire dall’output del modello prognostico è stato creato il file meteo in formato CALMET per CALPUFF, utilizzando i dati relativi all’orografia e uso del suolo con risoluzione di 200 m (cfr. Figura 3-2).

(8)

Figura 3-2 – Orografia (in rosso è evidenziata l’area oggetto di studio)

I dati, relativi all’intero anno 2020, sono costituiti dai valori medi orari dei seguenti parametri:

- temperatura;

- direzione di provenienza del vento;

- intensità del vento;

- radiazione solare;

- classe di stabilità;

- lunghezza di Monin-Obukov;

- velocità di attrito;

- altezza dello strato di rimescolamento.

Nel seguito sono riportati alcuni grafici relativi ai parametri meteo sopra elencati, valutati in corrispondenza dell’area oggetto di studio ad una quota di 10 m dal suolo.

In Figura 3-3 è riportata la rosa dei venti relativa all’intero anno 2020, dalla quale emerge che la direzione prevalente di provenienza dei venti è dal quadrante nord-est.

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Figura 3-3 – Rosa dei venti (direzione di provenienza) – Anno 2020

In Figura 3-4 è riportata la distribuzione di frequenza delle classi di velocità del vento nell’anno 2020. La classe di velocità più frequente è quella con velocità comprese tra 0,50 e 2,10 m/s (frequenza quasi del 50%), seguita dalla classe con velocità tra 2,10 e 3,60 m/s (frequenza circa del 30%). Velocità superiori ai 6 m/s si verificano con frequenza intorno al 6,5%, mentre le calme di vento hanno una frequenza inferiori al 5%.

Figura 3-4 – Distribuzione di frequenza delle classi di velocità del vento

Come mostrato in Figura 3-5, la distribuzione di frequenza delle classi di stabilità atmosferica (dalla A, la più instabile, alla G, la più stabile) non mostra una netta

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circa e dalla classe neutra D con una frequenza di circa il 20%. Non si verificano condizioni estreme.

Figura 3-5 – Distribuzione di frequenza delle classi di stabilità

Al fine di caratterizzare le differenze stagionali, nelle figure seguenti si riportano le rose dei venti, la distribuzione di frequenza delle classi di velocità del vento e delle classi di stabilità valutate in ogni stagione.

Osservando le rose dei venti stagionali (cfr. Figura 3-6) emerge che la direzione prevalente di provenienza del vento rimane tendenzialmente il quadrante nord-est, seppur in primavera risultino predominanti i venti provenienti da est e risulti più forte la provenienza da sud. Le principali differenze tra stagioni si riscontrano in ogni caso nella velocità e nella frequenza con cui si manifestano i venti.

Figura 3-6 – Rose dei venti stagionali

(11)

Dalla distribuzione di frequenza delle classi di velocità del vento riportata in Figura 3-7 si osserva che in inverno e autunno risulta più marcata la predominanza della classe di vento con velocità compresa tra 0,50 e 2,10 m/s.

Figura 3-7 – Distribuzione di frequenza delle classi di velocità del vento per stagione

Osservando i grafici riportati in Figura 3-8 emerge che non si hanno sostanziali differenze nella distribuzione di frequenza delle classi di stabilità per stagione.

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Figura 3-8 – Distribuzione di frequenza delle classi di stabilità per stagione

Infine, nella figura seguente sono riportati alcuni esempi di campo di vento a differenti quote in corrispondenza dell’ambito di studio.

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Figura 3-9 – Campi di vento il 1° febbraio (sinistra) e il 1° luglio (destra) a 10, 35 e 125 m

(14)

4 LA QUALITA’ DELL’ARIA NELL’AMBITO DI INTERVENTO

4.1 LA CLASSIFICAZIONE DEL TERRITORIO

La valutazione della qualità dell’aria si effettua mediante la verifica del rispetto dei valori limite degli inquinanti, ma anche attraverso la conoscenza delle sorgenti di emissione e della loro dislocazione sul territorio, tenendo conto dell’orografia, delle condizioni meteoclimatiche, della distribuzione della popolazione, degli insediamenti produttivi. La valutazione della distribuzione spaziale delle sorgenti di emissione fornisce elementi utili ai fini dell’individuazione delle zone del territorio regionale con regime di qualità dell’aria omogeneo per stato e pressione.

Il Decreto Legislativo n. 155/2010 stabilisce che le Regioni redigano un progetto di zonizzazione del territorio regionale sulla base dei criteri individuati in Appendice I al decreto stesso.

L'attuale zonizzazione, in vigore dal 1° gennaio 2021, è stata approvata con Delibera di Giunta Regionale 1855/2020 e aggiorna l'assetto zonale previgente, che era stato ratificato con DGRV 2130/2012.

La metodologia utilizzata per la zonizzazione del territorio ha previsto la definizione degli agglomerati e la successiva individuazione delle altre zone. Come indicato dal Decreto Legislativo n.155/2010, ciascun agglomerato corrisponde ad una zona con popolazione residente superiore a 250.000 abitanti, ed è costituito da un'area urbana principale e dall'insieme delle aree urbane minori che dipendono da quella principale sul piano demografico, dei servizi e dei flussi di persone e merci.

L'analisi della meteorologia e della climatologia tipiche della regione e della base dati costituita dalle emissioni comunali dei principali inquinanti atmosferici, stimate dall'inventario INEMAR riferito all'anno 2015, elaborato dall'Osservatorio Regionale Aria (ora Unità Organizzativa Qualità dell'Aria), sono state alla base della definizione delle zone al di fuori degli agglomerati. Le informazioni meteorologiche ed emissive sono state incrociate con i dati di qualità dell'aria del quinquennio 2015-2019, per ottenere una fotografia completa dello stato di qualità dell'aria della Regione.

Pertanto, sono stati individuati i seguenti 5 agglomerati:

- Agglomerato Venezia: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni contermini;

- Agglomerato Treviso: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni contermini;

- Agglomerato Padova: oltre al Comune Capoluogo di provincia, comprende i Comuni dell'area metropolitana;

- Agglomerato Vicenza: oltre al Comune Capoluogo di provincia, include i Comuni della Valle del Chiampo, caratterizzati dall'omonimo distretto della concia delle pelli;

- Agglomerato Verona: oltre al Comune Capoluogo di provincia, comprende i Comuni inclusi nell'area metropolitana;

e le seguenti zone:

- Pianura;

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- Zona Costiera e Colli;

- Zona Pedemontana;

- Prealpi e Alpi;

- Fondovalle.

In Figura 4-1 si riporta la suddivisione del territorio regionale nelle diverse zone individuate dal provvedimento regionale.

L’area di intervento è localizzata nel comune di Susegana, che appartiene alla zona IT0524 – Zona Pedemontana. Si evidenzia, inoltre, che il limitrofo comune di Conegliano ricade anch’esso all’interno di tale zona.

Figura 4-1 –Zonizzazione della qualità dell’aria approvata con DGRV 1855/2020 in vigore dal 1°

gennaio 2021

4.2 LA RETE DI MONITORAGGIO

Per la caratterizzazione della qualità dell’aria si è fatto riferimento a quanto presentato nel Relazione Regionale sulla Qualità dell’Aria – Anno di riferimento: 2019, pubblicato a cura di ARPA Veneto.

La rete di rilevamento della qualità dell’aria del Veneto, rappresentata in Figura 4-2, è il risultato del processo di adeguamento alle disposizioni del Decreto Legislativo n.155/2010. Oltre alle 35 stazioni del Programma di valutazione, indicate con colore blu, sono riportate anche le "altre stazioni" gestite da ARPAV sulla base di convenzioni con gli Enti Locali (indicate in azzurro) o con aziende private (indicate in rosso); queste ultime sono finalizzate alla valutazione dell'impatto di attività industriali specifiche.

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Figura 4-2 – Distribuzione geografica delle stazioni di rilevamento della qualità dell’aria

Fonte: Relazione Regionale sulla Qualità dell’Aria (ai sensi della L.R. n. 11/2001 art.81) – Anno di riferimento: 2019

In Tabella 4-1 si riporta un elenco delle stazioni appartenenti al Programma di Valutazione, in cui è indicata la tipologia di stazione e le specie di inquinanti monitorati, infatti, non tutte le stazioni sono dotate della medesima strumentazione analitica.

(17)

Tabella 4-1 - Elenco delle stazioni appartenenti al Programma di Valutazione e dei relativi inquinanti monitorati

Fonte: Relazione Regionale sulla Qualità dell’Aria (ai sensi della L.R. n. 11/2001 art.81) – Anno di riferimento: 2019

Nella Figura 4-3 si riporta una mappa in cui sono localizzate tutte le stazioni di rilevamento site in provincia di Treviso ed è evidenziata la posizione dell’area di intervento (cerchio azzurro). La stazione più vicina all’area di intervento è la stazione di Conegliano (cod. 502604).

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Figura 4-3 - Localizzazione delle stazioni di rilevamento in provincia di Treviso

Fonte: ARPAV – Mappa navigabile delle stazioni

4.3 IL CONFRONTO DEI DATI DELLE CENTRALINE CON LA NORMATIVA

Nel seguito si riportano i dati di qualità dell’aria per tutte le stazioni della regione Veneto, estratti dalla Relazione Regionale sulla Qualità dell’Aria – Anno di riferimento: 2019, redatta da ARPAV.

La stazione di rilevamento più vicina all’area oggetto di studio è la stazione di Conegliano (cod. 502604), stazione di fondo localizzata in contesto urbano, che dista circa 5 km dall’area di intervento. Le stazioni di fondo sono ubicate in posizione tale che il livello di inquinamento non sia influenzato prevalentemente da emissioni da specifiche fonti (industrie, traffico, riscaldamento residenziale, etc.), ma dal contributo integrato di tutte le fonti poste sopravento alla stazione rispetto alle direzioni predominanti dei venti nel sito.

4.3.1 BIOSSIDO DI ZOLFO

Per il biossido di zolfo (SO2) non vi sono stati superamenti della soglia di allarme di 500 μg/m3, né superamenti del valore limite orario (350 μg/m3) e del valore limite giornaliero (125 μg/m3). Il biossido di zolfo si conferma, come già evidenziato nelle precedenti edizioni della Relazione, un inquinante primario non critico; ciò è stato determinato in gran parte grazie alle sostanziali modifiche dei combustibili avvenute negli ultimi decenni (da gasolio a metano, oltre alla riduzione del tenore di zolfo in tutti i combustibili, in particolare nei combustibili diesel).

AREA DI INTERVENTO

(19)

4.3.2 BIOSSIDO DI AZOTO

Nel 2019, il valore limite annuale (40 µg/m3) per il biossido di azoto non è stato superato in alcuna delle centraline della rete (cfr. Figura 4-4 e Figura 4-5). Presso la stazione di Conegliano è stata registrata una concentrazione media annua di 22 µg/m3.

Per quanto riguarda un’analisi delle variazioni annuali, in Figura 4 6 e Figura 4 7 sono confrontati i valori medi annui di biossido di azoto nel periodo 2015-2019, rispettivamente per le stazioni di fondo e per quelle industriali e di traffico. Per le stazioni di fondo, a differenza di quelle di traffico e industriali, si può osservare che nessuna stazione ha superato il limite di legge negli ultimi 5 anni.

Le concentrazioni rilevate presso la stazione di Conegliano nell’ultimo quinquennio

Figura 4-4 – Medie annuali di Biossido di azoto nelle stazioni di fondo - Anno 2019

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Figura 4-5 - Medie annuali di Biossido di azoto nelle stazioni di traffico e industriali - Anno 2019

Figura 4-6 - Medie annuali di biossido di azoto nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2015-2019

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Figura 4-7 - Medie annuali di biossido di azoto nelle stazioni di traffico e industriali, durante il periodo 2015-2019

In merito agli altri indicatori, nel 2019 non si sono verificati superamenti del valore limite orario di 200 μg/m3 (da non superare più di 18 volte in un anno) e non ci sono stati casi di superamento della soglia di allarme di 400 μg/m3.

4.3.3 MONOSSIDO DI CARBONIO

Le concentrazioni di CO non destano preoccupazioni a livello regionale, e, nel 2019, in tutti i punti di campionamento non ci sono stati superamenti del limite di 10 mg/m3, calcolato come valore massimo giornaliero su medie mobili di 8 ore.

Si evidenzia che, considerati i livelli di CO registrati nel corso degli anni, si sono gradualmente ridotti i punti di campionamento per questo inquinante, essendo le concentrazioni rilevate inferiori alle soglie di valutazione inferiore (8 μg/m3, dove il calcolo della soglia è fatto a partire dal valore limite per la protezione della vegetazione).

4.3.4 OZONO

L’analisi dei dati di ozono parte dall’esame della valutazione dei superamenti della soglia di informazione (180 µg/m3), definita come il livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana, in caso di esposizione di breve durata, per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione. Raggiunta tale soglia è necessario comunicare al pubblico una serie dettagliata di informazioni inerenti il luogo, l’ora del superamento, le previsioni per la giornata successiva e le precauzioni da seguire per minimizzare gli effetti di tale inquinante.

I superamenti della soglia di informazione sono illustrati in Figura 4-8. In provincia di Treviso i superamenti sono stati contenuti, con un numero pari a 12 presso la stazione di

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Inoltre, in Figura 4-9 sono posti a confronto i superamenti della soglia di informazione registrati nell’ultimo quinquennio nelle stazioni della rete, escluse quelle di traffico. Anche in questo caso i superamenti in provincia di Treviso sono stati contenuti.

Figura 4-8 – Ozono - Numero di superamenti orari della soglia di informazione per la protezione della salute umana - Anno 2019

Figura 4-9 – Ozono - Confronto del numero di superamenti della soglia di informazione per la protezione della salute umana registrati nel quinquennio 2015-2019

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Il Decreto Legislativo n.155/2010, oltre alle soglie di informazione e allarme, fissa anche gli obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione. Tali obiettivi rappresentano la concentrazione di ozono al di sotto della quale si ritengono improbabili effetti nocivi diretti sulla salute umana o sulla vegetazione e devono essere conseguiti nel lungo periodo, al fine di fornire un’efficace protezione della popolazione e dell’ambiente.

L’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana si considera superato quando la massima media mobile giornaliera su otto ore supera 120 μg/m3; il conteggio è effettuato su base annuale.

In Figura 4-10 si evidenzia che nel 2019 tutte le stazioni considerate hanno fatto registrare superamenti della soglia di 120 μg/m3, presso la stazione di Conegliano si sono verificati 37 superamenti.

Nel grafico in Figura 4-11 si riportano le medie su tre anni dei giorni di superamento del valore obiettivo per la protezione della salute umana registrati nelle stazioni di fondo (triennio 2017-2019), per un confronto con il valore obiettivo (media nel triennio inferiore a 25 superamenti). Il valore obiettivo è stato rispettato solo in una stazione (Area Feltrina), indicando che, in generale, le concentrazioni medie di fondo dell’ozono su scala regionale sono più elevate rispetto agli standard imposti dalla Comunità Europea.

Figura 4-10 – Ozono - Numero di giorni di superamento dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana - Anno 2019

(24)

Figura 4-11 - Verifica del rispetto del valore obiettivo per la protezione della salute umana per il triennio 2017-2019

L’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione è stabilito in 6000 μg/m3.h, elaborato come AOT40 (Accumulated Ozone exposure over a Threshold of 40 ppb); tale parametro si calcola utilizzando la somma delle concentrazioni orarie eccedenti i 40 ppb (circa 80 μg/m3) ottenuta considerando i valori orari di ozono registrati dalle 8.00 alle 20.00 (ora solare) nel periodo compreso tra il 1° maggio e il 31 luglio. L’AOT40 deve essere calcolato esclusivamente per le stazioni finalizzate alla valutazione dell’esposizione della vegetazione, assimilabili in Veneto alle stazioni di tipologia “fondo rurale”.

Nel grafico in Figura 4-12 si riportano i valori di AOT40 di ciascuna centralina. L’obiettivo a lungo termine di 6000 μg/m3.h non è stato rispettato in nessuna delle stazioni considerate.

(25)

Figura 4-12 – Ozono – AOT40 per le stazioni di fondo rurale

Nel semestre estivo 2019 la rete di monitoraggio ARPAV della qualità dell’aria ha rilevato 175 episodi di superamento della soglia di informazione. Le ore totali di superamento della soglia di informazione sono state 653.

Nel 2019, il mese più critico per l’ozono è stato luglio, con 93 episodi di superamento. Il resto degli episodi sono avvenuti nei mesi di giugno (82), senza alcun superamento registrato in aprile, maggio, agosto e settembre.

Complessivamente si può dire che l’estate 2019 ha fatto registrare il più alto numero di superamenti della soglia di informazione dell’ultimo quadriennio per i mesi di giugno e luglio, mentre, a differenza degli scorsi anni, non si sono verificati episodi critici di ozono nel mese di agosto.

Per quanto riguarda la distribuzione spaziale dei superamenti della soglia di informazione, dai dati si evidenzia, analogamente agli anni precedenti, una maggiore frequenza di episodi nel Veneto centro-occidentale.

4.3.5 BENZENE

In Figura 4-13 si riportano le concentrazioni medie annuali di Benzene nel 2019, mentre in Figura 4-14 le medie annuali nel periodo 2015-2019.

In generale, in tutte le centraline le concentrazioni medie annuali sono di molto inferiori al valore limite di 5.0 μg/m3 e sono anche al di sotto della soglia di valutazione inferiore (2.0 µg/m3).

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Figura 4-13 – Medie annuali di benzene – Anno 2019

Figura 4-14 - Confronto tra le medie annuali di benzene nel quinquennio 2015-2019

4.3.6 PARTICOLATO SOTTILE

4.3.6.1 PM10

Per quanto riguarda il PM10, nei grafici in Figura 4-15 e Figura 4-16, differenziati per tipologia di stazione, si riportano i superamenti del limite giornaliero di 50 μg/m3 (sono consentiti 35 superamenti l’anno) per l’anno 2019, mentre nella Figura 4-17 e Figura 4-18 si riportano i superamenti del periodo 2015-2019.

Per le stazioni di fondo, nel 2019, solo 6 stazioni su 19 hanno rispettato il valore limite giornaliero (tra cui la stazione di Conegliano, con 19 superamenti). Invece, per le stazioni

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In generale, nel 2019 in tutte le stazioni si registra un aumento del numero di superamenti rispetto all’anno precedente. Questo indicatore della qualità dell’aria resta il più critico tra quelli normati.

Figura 4-15 – Numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 per la protezione della salute umana (anno 2019) registrati nelle stazioni di fondo

Figura 4-16 - Numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 per la protezione della salute umana (anno 2019) registrati nelle stazioni di traffico e industriali

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Figura 4-17 - Numero di superamenti annuali del valore limite giornaliero di PM10 nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2015-2019

Figura 4-18 - Numero di superamenti annuali del valore limite giornaliero di PM10 nelle stazioni di traffico e industriali durante il periodo 2015-2019

In Figura 4-19 e Figura 4-20 si riportano i grafici delle medie annuali del 2019, mentre in Figura 4-21 e Figura 4-22 si riportano i grafici delle medie annuali nel periodo 2015-2019.

Nel 2019 il valore limite annuale di 40 μg/m3 è stato rispettato sia nelle stazioni di fondo che in quelle di traffico e industriali della rete. Nella stazione di Conegliano è stata

(29)

Dall’analisi delle serie annuali si evidenzia che le concentrazioni sono state tendenzialmente in linea con quelle dell’anno precedente. Le concentrazioni registrate presso Conegliano hanno sempre rispettato il limite sulla media annua.

Figura 4-19 – Medie annuali di PM10 nelle stazioni di fondo – Anno 2019

Figura 4-20 - Medie annuali di PM10 nelle stazioni di traffico e industriali – Anno 2019

(30)

Figura 4-21 - Medie annuali di PM10 nelle stazioni di fondo, durante il periodo 2015-2019

Figura 4-22 - Medie annuali di PM10 nelle stazioni di traffico e industriali durante il periodo 2015- 2019

4.3.6.2 PM2.5

Il particolato PM2.5 è costituito dalla frazione delle polveri di diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm. Tale parametro ha acquisito, negli ultimi anni, una notevole importanza nella valutazione della qualità dell’aria, soprattutto in relazione agli aspetti sanitari legati a questa frazione di aerosol, in grado di giungere fino al tratto inferiore dell’apparato

(31)

In Figura 4-23 sono riportate le medie annuali registrate nel 2019, mentre in Figura 4-24 le medie annuali nel periodo 2015-2019.

Nel 2019 il valore limite (25 µg/m3 ) è stato superato solo in 1 stazione della rete (VI- Quartiere Italia), anche se in diverse stazioni i valori registrati risultano prossimi al limite.

Presso la stazione di Conegliano è stato registrato un valore pari a 19 µg/m3.

Nel 2019 si osservano livelli di PM2.5 sostanzialmente comparabili con le concentrazioni del 2018. Nonostante ciò, il PM2.5 rappresenta una criticità in Veneto, soprattutto negli agglomerati urbani.

Figura 4-23 – Media annua di PM2.5 – Anno 2019

Figura 4-24 - Medie annuali di PM2.5 durante il periodo 2015-2019

(32)

4.3.7 IL BENZO(A) PIRENE NEL PM10

In Figura 4-25 si riportano le medie annuali di Benzo(a)pirene determinate sul PM10, registrate nelle diverse tipologie di stazioni, mentre in Figura 4-26 si riportano le medie annuali nel periodo 2015-2019 (per le stazione dove il dato è presente per almeno 5 anni).

Nel 2019 si osservano superamenti del valore obiettivo di 1.0 ng/m3 presso diverse stazioni, tra cui l’unica stazione di rilevamento del Benzo(a)pirene presente in provincia di Treviso (TV-Via Lancieri con 1,2 ng/m3 ). Anche nel del quinquennio 2015-2019 si osservano diversi superamenti dei limiti, in particolare, nella stazione di Treviso il limite risulta sempre superato.

In generale questo inquinante, identificato dal D.Lgs. 155/2010 come marker per gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), presenta diffuse criticità in Veneto.

Figura 4-25 – Medie annuali di Benzo(a)pirene – Anno 2019

Figura 4-26 - Confronto tra le medie annuali di Benzo(a)pirene nel quinquennio 2015-2019

(33)

5 IL QUADRO DELLE EMISSIONI COMUNALI

Per caratterizzare l’ambito di intervento dal punto di vista delle emissioni, sono stati considerati i dati delle emissioni comunali dell’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera INEMAR. I dati considerati sono gli ultimi disponibili, relativi all’anno 2017 (Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017.

ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera).

Nell’ambito di tale inventario la suddivisione delle sorgenti avviene per attività emissive: la classificazione utilizzata fa riferimento ai macrosettori definiti secondo la metodologia CORINAIR (CORe INventory of AIR emissions) dell’Agenzia Europea per l’Ambiente:

- Produzione energia e trasformazione combustibili;

- Combustione non industriale;

- Combustione nell'industria;

- Processi produttivi;

- Estrazione e distribuzione combustibili;

- Uso di solventi;

- Trasporto su strada;

- Altre sorgenti mobili e macchinari;

- Trattamento e smaltimento rifiuti;

- Agricoltura;

- Altre sorgenti e assorbimenti.

Per ciascun macrosettore vengono presi in considerazione diversi inquinanti: sia quelli che provocano effetti sulla salute, sia quelli per i quali è posta particolare attenzione come gas ad effetto serra:

- Biossido di Zolfo (SO2);

- Ossidi di Azoto (NOX);

- Composti Organici Volatili non Metanici (NMCOV);

- Metano (CH4);

- Monossido di Carbonio (CO);

- Biossido di Carbonio (CO2);

- Ammoniaca (NH3);

- Protossido di Azoto (N2O);

- Polveri Totali Sospese (PTS), PM10 e PM2.5.

5.1 COMUNE DI SUSEGANA

Nel presente paragrafo sono riportate le emissioni del comune di Susegana, all’interno del quale ricade l’area di intervento.

(34)

parte degli inquinanti. In particolare, il settore “Agricoltura” contribuisce alla quasi totalità delle emissioni di NH3 (90% circa) e N2O (oltre 80%) e a quasi il 60% delle emissioni di CH4. Il settore “Combustione non industriale” è la principale sorgente di polveri, costituendo oltre il 60% delle emissioni di PM10 e PM2.5, mentre il settore “Combustione nell’industria” è il responsabile di oltre il 70% delle emissioni di NOx e del 50% delle emissioni di SO2. I “Processi produttivi” sono responsabili della maggior parte delle emissioni di CO2 (quasi l’80%). Si evidenzia, inoltre, che il settore “Uso di solventi”

costituisce il 45% circa delle emissioni di COV.

I contributi degli altri settori sono in generale più contenuti. In particolare, si osserva che il settore “Trasporto su strada” contribuisce alle emissioni di NOx e CO con una percentuale intorno al 15% e alle emissioni di PM10 e PM2.5 con una percentuale inferiore al 10%.

Infine, si evidenzia che in comune di Susegana non sono state individuate emissioni riconducibili al settore “Produzione energia e trasformazione combustibili”.

In Tabella 5-1 è riportato il contributo percentuale delle emissioni totali per i diversi inquinanti, mentre in Tabella 5-2 sono riportati i valori assoluti delle emissioni.

Figura 5-1 - Contributi percentuali alle emissioni per settore nel comune di Susegana

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

(35)

Tabella 5-1 - Emissioni di inquinanti in atmosfera nel comune di Susegana per macrosettore (valore %)

MACROSETTORE SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS

Produzione energia e trasformazione combustibili

0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

Combustione non

industriale 27,63% 5,00% 6,13% 9,42% 49,69% 7,59% 10,34% 0,64% 65,85% 62,58% 52,95%

Combustione

nell'industria 50,73% 74,10% 0,50% 0,25% 22,61% 9,74% 1,48% 7,76% 2,84% 3,69% 3,79%

Processi produttivi 19,93% 0,11% 1,25% 0,00% 11,37% 77,97% 0,00% 0,00% 13,53% 12,75% 20,50%

Estrazione e distribuzione combustibili

0,00% 0,00% 1,56% 29,91% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

Uso di solventi 0,00% 0,00% 44,46% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 5,29% 5,35% 6,80%

Trasporto su strada 0,98% 16,35% 6,32% 0,70% 14,90% 8,17% 4,90% 0,80% 7,40% 9,62% 9,99%

Altre sorgenti mobili e

macchinari 0,64% 4,08% 0,55% 0,02% 1,27% 0,66% 1,35% 0,00% 1,88% 1,78% 1,45%

Trattamento e

smaltimento rifiuti 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,01% 0,00% 0,00% 0,03% 0,04% 0,04% 0,04%

Agricoltura 0,00% 0,34% 26,03% 59,67% 0,00% 0,00% 81,92% 90,77% 1,09% 2,22% 2,93%

Altre sorgenti e

assorbimenti 0,10% 0,01% 13,21% 0,02% 0,15% -4,13% 0,01% 0,00% 2,08% 1,96% 1,57%

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

Tabella 5-2 - Emissioni di inquinanti in atmosfera nel comune di Susegana per macrosettore (valori assoluti)

SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno Produzione energia e

trasformazione

combustibili - - - - - - - - - - - Combustione non

industriale 2,0637 16,3165 23,2565 21,1689 249,2971 15,3486 1,1994 0,6378 25,9353 26,2094 27,5800 Combustione

nell'industria 3,7883 241,6458 1,8784 0,5650 113,4417 19,7012 0,1712 7,6765 1,1204 1,5468 1,9740 Processi produttivi 1,4880 0,3700 4,7583 - 57,0407 157,7000 - - 5,3274 5,3404 10,6766 Estrazione e

distribuzione

combustibili - - 5,9020 67,2129 - - - - - - - Uso di solventi - - 168,6952 - - - - - 2,0837 2,2401 3,5405 Trasporto su strada 0,0730 53,3310 23,9820 1,5810 74,7350 16,5150 0,5690 0,7900 2,9160 4,0300 5,2020 Altre sorgenti mobili e

macchinari 0,0476 13,3033 2,0776 0,0377 6,3914 1,3405 0,1569 0,0028 0,7406 0,7470 0,7539 Trattamento e

smaltimento rifiuti 0,0001 0,0019 0,0007 0,0023 0,0336 0,0002 0,0001 0,0257 0,0147 0,0149 0,0190 Agricoltura - 1,1154 98,7594 134,0580 - - 9,5050 89,8304 0,4289 0,9311 1,5254 Altre sorgenti e

assorbimenti 0,0075 0,0354 50,1448 0,0561 0,7494 - 8,3531 0,0015 - 0,8188 0,8188 0,8188 TOTALE 7,4681 326,1192 379,4549 224,6819 501,6889 202,2524 11,6031 98,9632 39,3857 41,8784 52,0902 MACROSETTORE

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

5.2 COMUNE DI CONEGLIANO

Nel presente paragrafo sono riportate le emissioni del limitrofo comune di Conegliano. Si è scelto di includere anche questo comune nella trattazione perché circa metà della viabilità considerata nello Studio del traffico effettuato per il progetto, e di conseguenza nella stima del carico emissivo riportata al paragrafo 6.5, ricade al suo interno.

(36)

combustibili” e “Trasporto su strada” risultano responsabile di buona parte delle emissioni di inquinanti.

In particolare, il settore “Combustione non industriale” rappresenta la quasi totalità delle emissioni di SO2 (contributo del 90%), di polveri e CO (contributo intorno all’80%). Il settore “Agricoltura” rappresenta la maggior parte delle emissioni di NH3 (quasi l’80%) e quasi il 40% delle emissioni di N2O, il settore “Estrazione e distribuzione combustibili”

costituisce quasi il 70% delle emissioni di CH4 e il settore “Trasporto su strada” è responsabile di quasi il 60% delle emissioni di NOx. Si evidenzia, inoltre, che il settore

“Uso di solventi” costituisce il 45% delle emissioni di COV.

Infine, si evidenzia che anche per il comune di Conegliano non sono state individuate emissioni riconducibili al settore “Produzione energia e trasformazione combustibili”.

In Tabella 5-3 è riportato il contributo percentuale delle emissioni totali nel Comune di Conegliano per i diversi inquinanti nell’anno 2017, mentre in Tabella 5-4 sono riportati i valori assoluti delle emissioni.

Figura 5-2 - Contributi percentuali alle emissioni per settore nel comune di Conegliano

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

(37)

Tabella 5-3 - Emissioni di inquinanti in atmosfera nel comune di Conegliano per macrosettore (valore %)

MACROSETTORE SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS

Produzione energia e trasformazione combustibili

0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

Combustione non

industriale 90,41% 24,24% 13,54% 17,50% 81,22% 48,74% 34,15% 6,07% 84,91% 82,80% 79,62%

Combustione

nell'industria 4,87% 8,30% 0,33% 0,08% 0,43% 14,65% 0,82% 0,00% 0,48% 0,46% 0,44%

Processi produttivi 0,00% 0,00% 4,83% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,09% 0,13% 0,22%

Estrazione e distribuzione combustibili

0,00% 0,00% 5,88% 68,33% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%

Uso di solventi 0,00% 0,00% 45,05% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3,43% 3,35% 4,94%

Trasporto su strada 3,08% 59,97% 9,32% 0,90% 17,35% 35,93% 11,62% 6,85% 7,36% 9,62% 11,39%

Altre sorgenti mobili

e macchinari 1,24% 7,01% 0,44% 0,01% 0,74% 1,39% 1,88% 0,01% 1,03% 1,01% 0,94%

Trattamento e

smaltimento rifiuti 0,00% 0,00% 0,00% 5,79% 0,01% 0,00% 13,02% 0,00% 0,05% 0,05% 0,05%

Agricoltura 0,00% 0,43% 16,75% 7,35% 0,00% 0,00% 38,47% 87,07% 0,01% 0,02% 0,05%

Altre sorgenti e

assorbimenti 0,40% 0,05% 3,86% 0,05% 0,24% -0,70% 0,04% 0,00% 2,66% 2,57% 2,35%

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

Tabella 5-4 - Emissioni di inquinanti in atmosfera nel comune di Conegliano per macrosettore (valori assoluti)

SO2 NOx COV CH4 CO CO2 N2O NH3 PM2.5 PM10 PTS

t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno kt/anno t/anno t/anno t/anno t/anno t/anno Produzione energia

e trasformazione combustibili

-

- - - - - - - - - -

Combustione non

industriale 5,0254 52,6615 70,3098 63,5444 749,2317 52,4358 3,6733 1,9075 77,4658 78,2856 82,3847 Combustione

nell'industria 0,2708 18,0372 1,7161 0,2800 4,0111 15,7594 0,0881 - 0,4342 0,4394 0,4600 Processi produttivi - - 25,0869 - - - - - 0,0812 0,1198 0,2269 Estrazione e

distribuzione combustibili

-

- 30,5236 248,0387 - - - - - - -

Uso di solventi - - 233,8754 - - - - - 3,1266 3,1635 5,1149 Trasporto su strada 0,1710 130,2860 48,3850 3,2490 160,0470 38,6530 1,2500 2,1530 6,7140 9,0950 11,7830 Altre sorgenti mobili

e macchinari 0,0691 15,2257 2,2780 0,0451 6,8174 1,4971 0,2019 0,0031 0,9369 0,9523 0,9689 Trattamento e

smaltimento rifiuti 0,0002 0,0057 0,0022 21,0067 0,0995 0,0007 1,4002 - 0,0435 0,0441 0,0563 Agricoltura - 0,9261 86,9667 26,6823 - - 4,1370 27,3530 0,0061 0,0202 0,0505 Altre sorgenti e

assorbimenti 0,0222 0,1048 20,0413 0,1664 2,2222 - 0,7532 0,0045 - 2,4279 2,4279 2,4279 TOTALE 5,5586 217,2471 519,1850 363,0125 922,4289 107,5928 10,7549 31,4166 91,2362 94,5477 103,4732 MACROSETTORE

Fonte: ARPA VENETO - REGIONE VENETO (aprile 2021). INEMAR VENETO 2017 - Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera in Regione Veneto, edizione 2017. ARPA Veneto – Dipartimento Regionale Qualità dell’Ambiente – Unità Organizzativa Qualità dell’Aria, Regione del Veneto – Area Tutela e Sicurezza

del Territorio, Direzione Ambiente – UO Tutela dell’Atmosfera

(38)

6 STUDIO DELLA DISPERSIONE DEGLI INQUINANTI

6.1 IL MODELLO DI CALCOLO

Il modello CALPUFF, realizzato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e del U.S. Environmental Protection Agency (US EPA) è un modello di dispersione non stazionario, che veicola i "puff" gaussiani di materiale emesso dalle sorgenti attraverso un approccio lagrangiano.

CALPUFF è specifico per gli inquinanti inerti o debolmente reattivi e può funzionare sia in modalità short-term, per studi d’impatto ambientale relativi ad uno specifico caso-studio, che in modalità long-term, nel caso si renda necessario stimare valori di concentrazione medi su periodi temporali rappresentativi (ad es. un anno). E’ adatto alla simulazione della dispersione di emissioni da sorgenti industriali, anche multiple. E’ in grado di calcolare la deposizione secca e umida, gli effetti di scia dovuti agli edifici, la dispersione da sorgenti puntiformi, areali o volumetriche, l’innalzamento graduale del pennacchio in funzione della distanza dalla sorgente, l’influenza dell’orografia del suolo sulla dispersione, la dispersione in casi di venti deboli o assenti.

I coefficienti di dispersione sono calcolati dai parametri di turbolenza, anziché dalle classi di stabilità di Pasquill-Gifford-Turner. Vale a dire che la turbolenza è descritta da funzioni continue anziché discrete. Durante i periodi in cui lo strato limite ha struttura convettiva, la distribuzione delle concentrazioni all’interno di ogni singolo puff è gaussiana sui piani orizzontali, ma asimmetrica sui piani verticali, cioè tiene conto della asimmetria della funzione di distribuzione di probabilità delle velocità verticali. Il modello simula gli effetti sulla dispersione dovuti ai moti ascendenti e discendenti tipici delle ore più calde della giornata e dovuti a vortici di grande scala.

Tra i principali input di cui il modello necessita vi sono:

- definizione delle sorgenti: posizione, ratei di emissione, temperatura di emissione, velocità di emissione, caratteristiche fisiche (altezza dei camini e loro diametro) - definizione della meteorologia;

- definizione dei parametri di controllo della simulazione: quali variabili produrre in output (concentrazioni, deposizioni), quali parametri di dispersione utilizzare (urbani, rurali), ecc.

- definizione dei recettori: posizioni in cui le variabili d’uscita devono essere calcolate.

CALPUFF appartiene alla tipologia di modelli descritti al paragrafo 3.1.2 delle linee guida RTA CTN_ACE 4/2001 “Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli di dispersione atmosferica per la valutazione della qualità dell’aria” Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, Centro Tematico Nazionale – Aria Clima Emissioni, 2001.

Il modello di dispersione CALPUFF, è classificato nella tipologia 2 della scheda 9 della norma UNI 1079:2000 “Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi – Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici”, ma ha alcune caratteristiche avanzate tali da classificarlo nella tipologia 3 della medesima scheda.

6.2 DATI METEO

Il modello prognostico WRF è stato utilizzato per generare i dati meteo necessari per ricostruire le grandezze meteorologiche del sito (si rimanda al Paragrafo 3.2 per maggiori dettagli). Infatti, partendo dall’output di tale modello è stato creato il file meteo in formato

(39)

CALMET per CALPUFF, utilizzando i dati relativi all’orografia e uso del suolo con risoluzione di 200 m.

6.3 IL DOMINIO DI CALCOLO

E’ stato utilizzato un dominio di calcolo di 6 km x 6 km centrato sull’ambito di studio (Figura 6-1).

Figura 6-1- Il dominio di calcolo CALPUFF (in rosso si evidenzia l’area di intervento)

Per il calcolo sono state utilizzate due griglie di ricettori innestate. La griglia più interna, i cui ricettori sono posti ad una distanza di circa 100 m l’uno dall’altro, si sviluppa uniformemente attorno alle sorgenti stradali considerate fino ad una distanza di circa 300 m da ciascuna sorgente. Il resto del dominio è coperto da una seconda griglia quadrata con ricettori posti ad una distanza di 600 m l’uno dall’altro. I ricettori sono tutti posti alla quota di 1,5 m dal suolo.

La rete viabilistica dello scenario simulato è stata modellizzata con delle sorgenti volumetriche poste ad un’altezza di 0,5 m dal suolo.

6.4 GLI SCENARI DI ANALISI

Gli scenari considerati in questa analisi derivano dallo Studio del traffico effettuato per il progetto, che ha preso in considerazione la rete stradale rappresentata in rosso nella figura seguente (cfr. Figura 6-2).

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