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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016

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CASCHI BIANCHI: INTERVENTI UMANITARI IN AREE DI CRISI – Ecuador 2016 SCHEDA ECUADOR- FOCSIV

Volontari richiesti : N 2

SEDE DI REALIZZAZIONE DEL PROGETTO: AMBATO INTRODUZIONE

FOCSIV è la più grande Federazione italiana di ONG che da oltre 40 anni lavora nei sud del mondo realizzando progetti di cooperazione internazionale. Punto fermo di tutti gli interventi è stato ed è quello di contribuire, attraverso il lavoro di partenariato e la promozione dell’autosviluppo al superamento di quelle condizioni di ingiustizia che potenzialmente sarebbero potute essere, sono o sono state fonte di conflitti e di maggiori ingiustizie, costruendo percorsi di pace. Per dare continuità al lavoro di prevenzione dei conflitti (intesi nel senso sopra descritto), volendo offrire la possibilità ai giovani italiani di sperimentarsi come operatori privilegiati della solidarietà internazionale, FOCSIV in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, la Caritas Italiana e il GAVCI ha ripresentato nel febbraio del 2007, all’UNSC il progetto madre “Caschi Bianchi” che intende collocare la progettualità relativa al servizio civile all’estero come intervento di costruzione di processi pace nelle aree di crisi e di conflitto (armato, sociale, economico, religioso, culturale, etnico..) con mezzi e metodi non armati e nonviolenti attraverso l’implementazione di progetti di sviluppo tenendo presente che i conflitti trovano terreno fertile dove la povertà è di casa, i diritti umani non sono tutelati, i processi decisionali non sono democratici e partecipati ed alcune comunità sono emarginate. Il presente progetto di servizio civile vuole essere un ulteriore testimonianza dell’impegno della Federazione nella costruzione della pace nel mondo e vuol far sperimentare concretamente ai giovani in servizio civile che la migliore terapia per la costruzione di una società pacificata è lottare contro la povertà, la fame, l’esclusione sociale, il degrado ambientale; che le conflittualità possono essere dipanate attraverso percorsi di negoziazione, mediazione, di riconoscimento della positività dell’altro.

DESCRIZIONE DEL CONTESTO SOCIO POLITICO ED ECONOMICO DEL PAESE DOVE SI REALIZZA IL PROGETTO:

ECUADOR – FOCSIV

La situazione politica del Paese è caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, nonostante dal 1996 si siano succeduti alla guida del Paese otto presidenti, destituiti da colpi di stato o da proteste popolari, che hanno rallentato, ma non fermato, la programmazione politico-economica e l’attuazione di riforme strutturali di cui lo Stato necessita. Il 30 settembre 2007 si sono tenute le elezioni per un'Assemblea Costituente così come chiesto dagli elettori con il referendum del 15 aprile dello stesso anno. Tali elezioni, le più complesse nella storia del Paese, hanno visto un enorme numero di liste (nazionali, provinciali e di emigrati) e sancito una larghissima vittoria per il socialista Rafael Correa, che si è garantito 80 dei 130 seggi in palio. Il Presidente Correa, riconfermato dopo le elezioni del 2009 e del 2013, si è autodefinito un rappresentante della politica di confronto con gli Stati Uniti, dichiarando che non firmerà il Trattato di libero commercio con gli USA e che chiederà una moratoria sul debito estero. Inoltre, è apertamente contrario alla “dollarizzazione” del paese - ovvero all'uso del dollaro come moneta nazionale, entrata in vigore il 9 gennaio del 2000 come freno agli effetti devastanti della crisi economica - pur non auspicando un ritorno al sucre, la moneta nazionale. Il suo progetto politico vede invece l'adozione di una moneta unica per tutti i paesi andini, nonostante sia consapevole della difficoltà di eliminare il dollaro in pochi anni.

Secondo il rapporto UNDP 2014, l’indice di sviluppo umano nel Paese è pari a 0,711, dato che colloca l’Ecuador all’98° posto nella classifica mondiale.

Le disuguaglianze sociali presenti nel Paese sono particolarmente evidenti in riferimento alle comunità indigene e afro-ecuadoriane, la cui situazione è abbastanza preoccupante sia dal punto di vista economico, che per la tutela dei loro diritti sociali e culturali. Queste popolazioni vivono in condizioni più disagiate rispetto al resto della popolazione e con maggiori difficoltà per l’accesso ai servizi. Nel Paese sono presenti infatti 11 diverse etnie indigene, concentrate principalmente nelle zone rurali (dove vive circa il 40% della popolazione), dove risulta evidente una maggiore percentuale di povertà rispetto ai centri urbani.

L’economia ecuadoriana continua ad essere fortemente dipendente dalle sue risorse petrolifere che rappresentano oltre la metà delle entrate finanziarie provenienti dalle esportazioni del Paese, dipendenza che comporta la vulnerabilità dell’economia del Paese alle fluttuazioni del prezzo del petrolio sul mercato internazionale. Se negli ultimi anni il Paese ha potuto beneficiare del rincaro del prezzo del petrolio, questo trend positivo non è stato accompagnato

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da una più equa distribuzione delle ricchezze tra la popolazione, per cui risultano ancora molto forti le divisioni sociali ed i differenti livelli di povertà presenti nel Paese. Nonostante ciò gli effetti positivi della crescita economica e della rinegoziazione del debito estero iniziano a farsi sentire: la spesa pubblica sta aumentando, mentre diminuiscono povertà (che si attesta attualmente intorno al 30%, dopo aver toccato il picco del 52% alla fine degli anni’90) e disoccupazione (al 6,3% nel 2011, al 4,8% all’inizio del 2014).

Come in tutti i Paesi sottosviluppati, la popolazione è giovane, il 30% ha meno di 15 anni. Il 25,6% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, e il 16,3% è sottonutrita (fonte: Deagostinigeografia). Come negli altri paesi dell’America Latina, in Ecuador ci sono numerosi bambini di strada, che vivono in condizioni di povertà estrema. Il 6,4% dei bambini è sottopeso (dato del 2014). Essi provengono da famiglie non in grado di sostenere le spese per cibo, alloggio, istruzione e cure mediche, di conseguenza questi bambini non vanno a scuola e 227.599 bambini di età compresa tra i 5 e i 14 anni, pari all’8% del totale, sono costretti a lavorare. In un Paese che sta lottando contro sottoccupazione e disoccupazione, spesso la sola occasione di guadagno è il lavoro informale e la prostituzione, che li espone allo sfruttamento da parte di trafficanti e turisti sessuali. Inoltre, ci sono circa 250.000 profughi colombiani nel Paese, la maggioranza di questi non ha uno stato legale, e di conseguenza un lavoro fisso. Questo comporta le diffi- coltà all’accesso scolastico duraturo per i loro figli e ai servizi sanitari.

Una fonte di preoccupazione ulteriore è rappresentata dalla condizione della donna: la società ecuadoriana è ancora pervasa da un forte sentimento machista, che ne ostacola il percorso di totale emancipazione e di piena partecipazione alla vita sociale, economica e politica. I primi interventi statali in questo senso vennero attuati nel 1994 con la creazione delle prime “Commissioni per le donne e la famiglia”, che hanno portato poi nel 1995 alla prima legge sulla violenza domestica. Il fenomeno della violenza sulle donne varca la soglia domestica e viene presentato e condannato nella sua interezza solo tra il 2007 e il 2008, con il “Piano di sradicamento della violenza di genere su bambine, adolescenti e donne” e con la nuova Costituzione. Nonostante questi sforzi il fenomeno è ancora radicato:

negli anni 2012 e 2013, secondo i dati forniti dal Municipio di Quito, sono avvenuti in Ecuador quasi 150.000 episodi di abusi familiari e sessuali ai danni di donne e bambini. Secondo l’INEC, (Instituto Nacional de Estadìsticas y Censos) 6 donne su 10 hanno subito almeno una volta una violenza di genere, e il 76% delle donne, abusi da parte dei loro partner. Solo a Guayaquil, nel 2012, si sono verificati 40 casi di donne brutalmente assassinate all’interno del nucleo familiare. Nella stessa città, le denunce di violenza domestica, hanno registrato una preoccupante escalation, 15.800 nel 2010, 19.000 nel 2011, 22.000 nel 2012. E parliamo solo di denunce ufficiali; molte violenze sono soffocate nel silenzio, per paura di vendette. La riforma del Còdigo Integral Penal Ecuatoriano, approvata a marzo, che ha intro- dotto tra l’altro l’art. 146 contro la malpratica sanitaria dei medici, ha inserito anche el feminicidio e la violenza contro le donne in genere, nell’elenco dei delitti contro la persona, al pari della tratta degli esseri umani e il traffico di immi- grati clandestini. Ora l’obiettivo finale è quello di applicare questa nuova legge in tutto il territorio nazionale, vincendo pregiudizi e resistenze culturali. Resta una delle tappe più difficili da perseguire, nel cammino delle riforme, tenendo anche conto delle difficoltà logistiche legate al territorio. Il fatto che la maggior parte delle donne, continui a dipendere dal reddito dei propri partner, incide molto, soprattutto nel caso di relazioni vissute all’interno delle famiglie di rispettivi mariti e compagni.

Un discorso a parte meritano i fenomeni migratori che dagli anni ’80 interessano il Paese e in particolare la capitale: la migrazione interna permanente dalle zone rurali ai centri urbani, conseguenza diretta di un sostenuto processo di urbanizzazione; la migrazione internazionale, caratterizzata dai flussi sud-nord, dai paesi in via di sviluppo a quelli industrializzati (secondo i dati 2,2 milioni di ecuadoriani vivono all’estero); l’immigrazione, soprattutto di cittadini peruviani e colombiani in cerca di migliori condizioni di vita (il Paese riceve circa 1000 domande di asilo ogni mese).

Quello dell’emigrazione, in particolare, è un fenomeno drammatico che include sempre più anche le donne e che vede coinvolto circa il 25% dell’attuale popolazione ecuadoriana, con conseguenze gravi sul tessuto sociale del paese.

Molte associazioni e istituzioni si stanno occupando del problema, tramite eventi di sensibilizzazione e un costante lavoro di networking, che ha permesso di creare reti anche extra nazionali per orientare le politiche pubbliche in tema di migrazione e tratta di esseri umani. Il governo Correa sta cercando di rispondere a quest’emergenza seguendo due direttrici: la prima tramite la diffusione di strumenti di integrazione e di tutela legale per i rifugiati (come ad esempio una nuova legge sulle vittime di tratta); la seconda, proponendo l’Ecuador come un paese mediatore tra i richiedenti asilo e paesi terzi disposti ad accogliere la popolazione sfollata.

L’Ecuador è inoltre un Paese ad “emergenza sanitaria” continua, come afferma lo stesso Presidente Correa, dove è possibile ricevere cure adeguate solamente previo pagamento. Questo a causa della carenza di strutture pubbliche adeguate e del proliferare di cliniche private, che danno vita ad un vero e proprio “mercato della salute”, in cui spesso vengono negate cure mediche fondamentali a chi non può permettersele. Il 17% della popolazione non ha ancora accesso a servizi igienico-sanitari adeguati.

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Infine si registra un interessante processo di sensibilizzazione della società rispetto alle tematiche ambientali: negli ultimi anni sono nate diverse organizzazioni territoriali che si battono per la difesa della Pacha Mama, la madre terra, e contro i grandi gruppi nazionali e internazionali che invece vorrebbero sfruttare le risorse naturali del Paese (petrolio e altre materie prime come oro e argento), sede di una biodiversità che lo rende uno tra i 17 paesi cosiddetti megadiversi, con la più alta concentrazione di biodiversità per km. Tra i più conosciuti patrimoni ambientali del Paese, il Parco Nazionale di Yasuni che si estende su un'area di 9.820 km (noto per avere in 1 ettaro, ben 644 specie di alberi diversi) e le Isole Galapagos con la riserva marina. La richiesta di maggiore difesa e protezione ambientale si è intensificata anche a seguito della decisione del Governo Correa del 15 Agosto 2013, di abbandonare l’iniziativa Yasuni ITT, per la quale l’Ecuador si impegnava a non sfruttare le risorse naturali (in particolare il petrolio) di questa regione, a patto di ricevere dalla comunità nazionale il 50% delle entrate previste in caso di sfruttamento

DESCRIZIONE DELLE ONG E DEI PARTNER TERRITORIALI CHE COLLABORANO CON LE ONG:

FOCSIV - Volontari nel mondo è un’ONG di cooperazione e presente in 86 Paesi tra Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e Oceania, con 641 interventi di sviluppo e con 817 volontari coinvolti in prima persona nella realizzazione di progetti nei settori socio-sanitario, agricolo, formativo e di difesa dei diritti umani. Nata nel 1972, opera per la promozione di una cultura della mondialità e la cooperazione con le popolazioni dei Sud del mondo, contribuendo alla lotta contro ogni forma di povertà e di esclusione, all’affermazione della dignità della persona, alla tutela dei diritti umani e della pace, alla crescita delle comunità e delle istituzioni locali. Presente in Ecuador a partire dal 2002 con diversi progetti di cooperazione, FOCSIV ha acquisito una conoscenza approfondita delle problematiche e del contesto del Paese anche grazie agli accordi di collaborazione con molte realtà locali istituzionali e non. Gli accordi realizzati a partire dal 2002 con i diversi partner locali (l’ambasciata dell’Ecuador presso la Santa Sede, la Conferenza Episcopale Ecuadoriana, il Governo dell’Ecuador, il Ministero dell’Ambiente, la Segreteria Nazionale del Migrante – SENAMI, la Segreteria Tecnica per la Cooperazione Internaziole allo Sviluppo - SETECI ) sono diretti alla messa in atto di azioni congiunte al fine di appoggiare lo sviluppo portato avanti dalle stesse istituzioni, organizzazioni e governi locali che intervengono sui seguenti settori prioritari: ambiente (sviluppo rurale, turismo comunitario e agro – ecologia); migrazioni e rifugio; volontariato e formazione. FOCSIV ha operato inoltre tramite un progetto del Fondo Italia Ecuador per la riconversione del debito estero – FIE - a Muisne per lo sviluppo del settore agro ecologico, la sovranità alimentare e la creazione di mercati alternativi locali. A partire da Giugno 2015 inoltre FOCSIV è l’organizzazione capofila di un progetto di cooperazione internazionale, cui obiettivo è lo sviluppo umano integrale, sia esso in ambito sanitario, educativo ed economico, nel rispetto delle linee guida della cooperazione e dello sviluppo previste all’interno del Piano Nazionale del Buen Vivir 2012-2017 promosso dal governo dell’Ecuador. Il progetto, finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana, vede per la prima volta la creazione di una rete alla quale fanno parte oltre che otto ONG della federazione FOCSIV, i loro partner locali e la rete nazionale Caritas. Obiettivo del progetto è proprio quello di unificare gli sforzi di vari attori fraterni, creando sinergie per creare un impatto di scala rispetto agli obiettivi e risultati attesi dallo stesso intervento di cooperazione.

Dal 2003 FOCSIV svolge in Ecuador progetti di impiego per volontari in Servizio Civile ad Ambato, Cuenca, Puerto Francisco de Orellana- El coca-, Puerto Lopez, Quito, Salinas de Guaranda, Santo Domingo de los Colorados e Tena.

I Partner di FOCSIV nei diversi progetti sono rispettivamente: Asylum Access nell’ambito diritti umani e sviluppo sociale, occupandosi della protezione delle vittime di tratta e dei richiedenti asilo. Sempre tramite la Conferenza Episcopale Ecuadoriana collabora con la Fundacion Don Bosco ad Ambato nell’ambito di un progetto di reinserimento scolastico di minorenni lavoratori. Altro partner di progetto, sempre tramite la CEE, è il Vicariato Apostolico di Orellana (El Coca) dove dal 2015 si è avviata la prima e positiva esperienza di servizio civile in ambito di buon governo e cittadinanza.

Partner

¾ Partner ad Ambato (FOCSIV) in base ad un accordo di collaborazione dal 2003 è la Conferenza Episcopale Ecuadoriana (CEE), che supporta il progetto Fondazione Don Bosco portato avanti dalla Diocesi di Ambato.

Tramite il progetto Don Bosco, la Diocesi di Ambato si occupa di 250 bambini/adolescenti lavoratori e/o vittime di sfruttamento, abusi e maltrattamenti familiari. La Fondazione per il Progetto Don Bosco è stata creata nel 1998 dalla Diocesi per offrire assistenza e una possibilità per il futuro a bambini e adolescenti che provengono da famiglie disagiate e che trascorrono la maggior parte della giornata in strada. La mission della Fondazione Progetto Don Bosco è di entrare ogni giorno in un rapporto più “intimo” e di educazione informale con i ragazzi, in modo da poterli aiutare a porsi nuovi obiettivi secondo le loro esigenze e possibilità, avvicinando i ragazzi con la gestione di una mensa, borse di studio, attività ludico ricreative.

FOCSIV e la Conferenza Episcopale Ecuadoriana hanno firmato nel 2002 un accordo per la realizzazione di progetti di impiego per il servizio civile nel progetto Don Bosco di Ambato.

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NUMERO ORE DI SERVIZIO SETTIMANALI DEI VOLONTARI: 35 GIORNI DI SERVIZIO A SETTIMANA DEI VOLONTARI: 5

MESI DI PERMANENZA ALL’ESTERO:

I volontari in servizio civile permarranno all’estero mediamente dieci (10) mesi.

EVENTUALI PARTICOLARI OBBLIGHI DEI VOLONTARI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO:

Ai volontari in servizio, su tutte le sedi, si richiede:

¾ elevato spirito di adattabilità;

¾ flessibilità oraria;

¾ eventuale svolgimento del servizio anche durante alcuni fine settimana;

¾ attenersi alle disposizioni impartite dai responsabili dei propri organismi e dei partner locali di riferimento, osservando attentamente le indicazioni soprattutto in materia di prevenzione dei rischi sociali, ambientali e di tutela della salute;

¾ comunicare al proprio responsabile in loco qualsiasi tipo di spostamento al di la quelli già programmati e previsti dal progetto;

¾ partecipazione a situazioni di vita comunitaria;

¾ rispettare i termini degli accordi con le controparti locali;

¾ partecipare a incontri/eventi di sensibilizzazione e di testimonianza ai temi della solidarietà internazionale al termine della permanenza all’estero;

¾ scrivere almeno tre (3) articoli sull’esperienza di servizio e/o sull’analisi delle problematiche settoriali locali, da pubblicare sul sito “Antenne di Pace”, portale della Rete Caschi Bianchi;

¾ partecipare ad un modulo di formazione comunitaria e residenziale prima della partenza per l’estero.

¾ partecipare alla valutazione finale progettuale

Inoltre, per le sedi di attuazione di seguito riportate, si elencano i seguenti obblighi aggiuntivi:

AMBATO (FOCSIV)

¾ Disponibilità a lavorare durante i fine settimana, in occasione di campagne o eventi particolari;

¾ Attenersi alle politiche interne delle organizzazione, rispettando i codici di condotta sottoscritti dalle organizzazioni.

¾ Obbligo di partecipazione alle tappe di formazione intermedia e finale predisposte dall’ente di avvio (siano esse in Ecuador o in Italia)

PARTICOLARI CONDIZIONI DI RISCHIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

AMBATO (FOCSIV )

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari in servizio civile impiegati nel progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di rischio:

¾ Rischi politici e di ordine pubblico:

Nonostante ad Ambato la situazione politica sia caratterizzata da una sostanziale dose di stabilità, esiste in particolare nelle ore notturne un livello di insicurezza derivante da fenomeni di microcriminalità. Per esperienza dell’Ente sul territorio, gli eventi di furto e rapina a danno di operatori o volontari sono stati comunque poco frequenti e privi di particolari conseguenze in quanto di piccola entità. L’avvicinarsi delle elezioni politiche presidenziali del 2017, ha visto un riaccendersi delle contrapposizioni politiche. Nello specifico nei mesi di Maggio e Giugno, si sono segnalate all’interno delle maggiori città ecuadoriane numerose manifestazioni, cortei, scioperi in opposizione al governo Correa. Tutte le manifestazioni si sono svolte in maniera pacifica e senza nessun problema collegato all’ordine pubblico.

Si segnala un aumento dei sequestri lampo a scopo di rapina, per i quali vengono utilizzati taxi gialli, del tutto simili a quelli muniti di licenza.

Da evitare la zona di confine con la Colombia, soprattutto le aree rurali, dove opera la guerriglia colombiana (FARC) ed dove il rischio di sequestro di cittadini stranieri è elevato.

Sono state inoltre denunciate violente aggressioni nelle vicinanze della piattaforma di osservazione del teleferico nel Pichincha.

¾ Rischi sanitari:

L’assistenza sanitaria pubblica non è sempre affidabile, e le buone strutture sanitarie private si trovano nelle principali città turistiche.

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Le principali malattie endemiche sono: colera, epatite, amebiasi, dengue emorragico, dengue classico, tifo, difterite, leptospirosi, rabbia, aids, epatite A e B, febbre gialla e tubercolosi. Inoltre, si registrano casi di malattie infettive tipiche dell’area amazzonica (malaria, febbre tifoide, infezioni intestinali).

Si segnala inoltre la presenza della epidemia della chikunguña (o chikungunya).

¾ Altri Rischi:

L’Ecuador è un Paese ad alto rischio sismico e vulcanico. Ambato si trova nella valle principale della Cordigliera Centrale, la più alta delle montagne andine. Il Tungurahua si trova circa 40 chilometri a sud-est della città ed è costantemente monitorato. L’ultima eruzione significativa è avvenuta lo scorso 16 maggio 2006, quando l'eruzione del Tungurahua ricoprì la città con uno spesso strato di cenere.

Possibilità di inondazioni a causa dei fenomeni naturali dei fiumi Niño e Niña.

Sono frequenti incidenti automobilistici causati dal cattivo stato delle strade.

Inoltre, dallo scorso 14 agosto, in seguito ad un incremento dell’attivita’ vulcanica del Vulcano Cotopaxi, nel Paese vige lo stato di emergenza nazionale. Da allora il vulcano si trova in stato eruttivo di livello moderato- intenso con emissione di ceneri e vapore.

ACCORGIMENTI ADOTTATI PER GARANTIRE I LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA E DI TUTELA DEI VOLONTARI:

Considerazioni e accorgimenti Generali Rischi per la sicurezza

¾ Unità di crisi - Ministero Affari Esteri

Per permettere al Ministero degli Affari Esteri, ed in particolare all'Unità di Crisi, nell'eventualità che si verifichino situazioni di grave emergenza, di rintracciare i volontari con la massima tempestività consentita e di pianificare con maggiore celerità interventi di evacuazione e soccorso, gli stessi saranno registrati sul sito

"Dove siamo nel mondo", prima della partenza per l’estero.

¾ Ambasciate/consolati

Sarà cura delle controparti locali, in collaborazione con la sede italiana, dare comunicazione scritta alle Rappresentanze Italiane Locali (Ambasciate e Consolati), dell’inizio servizio e del periodo di permanenza nel paese dei volontari, ed ogni eventuale spostamento, nonché del referente della sicurezza dell’associazione. Inoltre, nei paesi dove questo è possibile, i volontari saranno presentati alle autorità consolari o diplomatiche italiane. Sarà cura delle controparti locali aggiornare costantemente l’autorità consolare/diplomatica italiana sugli eventuali rientri e/o spostamenti dei volontari.

Di seguito vengono elencate alcune precauzioni indispensabili per aumentare la tutela degli operatori:

¾ Tenersi costantemente aggiornati sugli sviluppi delle eventuali crisi nel paese e sui suoi possibili sblocchi

¾ Tenersi in contatto con l’Ambasciata ed informare di eventuali cambi di indirizzo / spostamenti all0interno e all’esterno del Paese, nonché cambi di recapito

¾ Seguire attentamente le direttive impartite dalle Autorità Locali

¾ Curare di essere costantemente reperibili

¾ Limitare al massimo le uscite di casa, in particolare nelle ore notturne

¾ Mantenere un atteggiamento orientato alla massima prudenza durante tutti gli spostamenti, evitando dove possibile la partecipazione a manifestazioni e assembramenti

¾ Non portare con sé documenti in originali ma solo fotocopie

¾ consultare sempre il referente locale in caso di incertezza o indecisione sulle norme di sicurezza da porre in atto (es: visite non previste a istituzioni governative e/o religiose)

¾ Nel caso di spostamenti in automobile l’ente e/o il partner locale verifica la piena efficienza del mezzo e se necessario effettuare scorte di carburante

¾ Nel caso la situazione lo renda necessario, lente e/o il partner locale, predisporrà eventuali sistemi di protezione supplementari agli accessi alle abitazioni dei volontari.

Di seguito si elencano gli accorgimenti specifici adottati dall’Ente per garantire i livelli minimi di sicurezza e tutela dei volontari:

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi Politici e di ordine pubblico

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RISCHIO ACCORGIMENTO

MICROCRIMINALITÀ

¾ ogni spostamento locale del volontario/a sarà pianificato con gli operatori responsabili;

¾ ai volontari saranno sconsigliati spostamenti in orari notturni e in zone isolate della città.

¾ i volontari saranno invitati a non circolare da soli e a non portare con sé oggetti di valore (Ipad, macchine fotografiche,...) o grossi quantitativi di denaro;

¾ i volontari saranno invitati a dotarsi di copie autenticate dei propri documenti personali ed a custodire in luogo sicuro gli originali.

¾ Raccomandiamo gli spostamenti con mezzi pubblici riconosciuti/legali e taxi registrati. Seguendo le indicazioni del sito viaggiareinformati, si raccomanderà ai volontari in SC di prenotare i taxi telefonicamente.

SEQUESTRI

¾ Si raccomanda ai volontari in SC di non fermare taxi lungo le strade, ma di prenotarli telefonicamente e di realizzare escursioni guidate rivolgendosi ad agenzie turistiche specializzate e conosciute.

¾ I volontari saranno invitati a non circolare da soli e dovranno operare a stretto contatto con gli operatori locali e con i personale del partner locale di progetto, seguendo le direttive specifiche da questi emanate.

¾ Si suggerirà ai ragazzi in SC di evitare le zone di confine con la Colombia

¾ L’Ente mantiene costanti contatti con le istituzioni che presidiano il territorio (partner locali di progetto, istituzioni locali e nazionali del Paese ospitante, Rappresentanza diplomatica/consolare italiana nel Paese)

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione a rischi sanitari:

RISCHIO ACCORGIMENTO

PROFILASSI E VACCINAZIONI Colera, epatite, amebiasi,

malaria, dengue (anche emorragico), tifo, difterite,

leptospirosi, rabbia, aids, febbre gialla

¾ Si consiglia di evitare di consumare pasti in luoghi dove l’igiene non è assicurata (chioschi lungo le strade, venditori ambulanti ecc.); mangiare verdure crude, succhi di frutta fresca; consumare solo bibite o acqua in bottiglia e senza l’aggiunta di ghiaccio in quanto é possibile contrarre infezioni;

¾ Si consiglia, previo parere medico, la vaccinazione contro l’epatite A e B e l’antitifica;

¾ Sono di facile reperibilità tutti i medicini base, sia quelli con il principio chimico originale, che farmaci generici. La facilità di reperibilità dei farmaci è dovuta alla diffusione di grosse catene di farmacie con diffusione in tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle grandi città (Cruz Azul, Farmacity, SanaSana)

¾ Si raccomanda, inoltre di non sostare in prossimità di acque stagnanti, per evitare malattie trasmesse da zanzare infette e di evitare il contatto con animali randagi.

¾ Si consiglia di indossare calzature adeguate, guanti se si entra a contatto con ferite altrui, e di mantenere comportamenti adeguati onde evitare la contrazione di malattie sessualmente trasmissibili.

¾ In caso di particolare complessità sanitaria, si prevede il trasferimento d’urgenza con l’auto dell’Organismo nella capitale del Paese, dove si trovano strutture sanitarie più fornite.

CENTRI DI ASSISTENZA MEDICA

¾ Dal punto di vista sanitario, il centro di riferimento rispetto alla sede di progetto è l’Hospital Metropolitano, il cui Pronto soccorso è attivo H24 e raggiungibile in 5 minuti con macchina, 10 a piedi.

Per garantire livelli minimi di tutela e sicurezza dei volontari in relazione ad altri rischi:

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RISCHIO ACCORGIMENTO

TERREMOTO/ ERUZIONE VULCANICA

¾ Ai volontari viene fornito un piano di azione in caso emergenza terremoto con una lista di contatti da utilizzare, luoghi di riferimento e cose da fare in caso si verifichino scosse di terremoto.

¾ Contattare l’Unità di Crisi italiana per attivare in maniera coordinata un eventuale piano di evacuazione dei volontari dalla zona colpita;

¾ L’Ente identifica eventuali sedi alternative in cui spostare i volontari in caso quella accreditata non sia ritenuta sicura, in accordo con l’Ufficio Nazionale per il servizio Civile;

¾ L’ente, di concerto con l’UNSC ed il personale di riferimento locale, individua un eventuale modifica del piano di impiego in relazione, sia in ordine ai motivi di sicurezza che ai bisogni del contesto ed alla possibilità di risposta agli stessi da parte delle sedi e dei volontari

PARTICOLARI CONDIZIONI DI DISAGIO PER I VOLONTARI CONNESSE ALLA REALIZZAZIONE DEL PROGETTO:

Nello svolgimento del proprio servizio, i volontari impiegati all’estero nelle sedi del presente progetto sono soggetti alle seguenti condizioni di disagio:

¾ il disagio di ritrovarsi immersi in una realtà diversa da quella conosciuta e non avere le giuste coordinate per comprenderla, per capire come relazionarsi e comportarsi sia nei confronti delle controparti locali che delle istituzioni locali;

¾ il disagio di dover utilizzare quotidianamente particolari accorgimenti sanitari resi necessari dal vivere in territori in cui sono presenti patologie endemiche (malaria, aids e/o tubercolosi, ..)

¾ il disagio di ritrovarsi in territori in cui le condizioni climatiche possono, in certe situazioni, ostacolare o/e ritardare le attività previste dal progetto

¾ il disagio di vivere in territori dove le comunicazioni telefoniche ed il collegamento internet non è sempre continuo ed assicurato.

DESCRIZIONE SEDE

DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE:

ECUADOR – AMBATO

Con circa 389.000 abitanti, capoluogo della provincia di Tungurahua, Ambato è una cittadina commerciale molto animata collocata ad una altitudine di 2.800 metri, in prossimità del vulcano Tungurahua. Secondo i dati dell’ultimo censimento nazionale del 2010, il tasso di povertà rispetto alle necessità basiche soddisfatte (avere una casa dignitosa, igiene, salute, presenza di bambini che frequentano una scuola e lavoro) raggiunge nella città il 19.93%, mentre la povertà in generale colpisce il 39% della popolazione. Il tasso di alfabetizzazione raggiunge il 92.5%. Questi dati si aggravano però nelle zone rurali della città, con un tasso di abbandono scolastico 20.9% nella fascia 15-17 anni e del 4% in quella 5-14 anni. Il fenomeno del lavoro minorile è ancora molto forte all’interno della città: esempio tipico sono i cosiddetti “betoneros” – lustra scarpe – che quotidianamente si possono incontrare nella Parque de la 12, luogo del più grande mercato comunale, e nel pieno centro della città nel parco Montalvo. A tal proposito le statistiche del censimento del 2010 rivelano come su una popolazione totale di 41.824 in età fra i 5-17 anni (età della scuola d’obbligo) il 6.6% in età 15-17 e il 2.1% in quella 5-14, non studia e lavora, mentre i bambini e adolescenti che aiutano le famiglie economicamente, pur frequentando degli istituti scolastici sono il 5.9% in età 15-17 ani e il 2.3% in quella 5- 14.

L’agricoltura costituisce la principale attività economica della zona nella quale è impiegato il 40,3% della popolazione economicamente attiva (21.9% donne e 18.4% degli uomini). Circa il 40% delle terre è destinato ad attività agricole e al pascolo. La varietà del suolo ed il clima temperato permettono una produzione agricola diversificata e abbondante, soprattutto di cereali, ortaggi, tuberi, fiori e frutta. Per tale ragione, Ambato è conosciuta nel Paese come la città dei fiori e della frutta e rifornisce più del 55% del mercato ecuadoriano ortofrutticolo.

Il territorio di Ambato costituisce inoltre il secondo blocco industriale più importante del paese, con circa cento stabilimenti industriali e un numero considerevole di piccole e medie imprese. Le attività industriali più diffuse sono il tessile e il conciario, che garantiscono circa il 30% della ricchezza di Ambato. La vita commerciale è dunque molto attiva e ne consegue che il tasso di crescita demografico sia in costante aumento, raggiungendo in città il 3,34%.

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Questa crescita è dovuta in particolare anche alle forti migrazioni interne da parte degli indigeni, che abbandonano i campi e gli altipiani andini che offrono scarsi servizi basici ed infrastrutture, per insediarsi nella città, dove perdono parte della propria identità originaria e svolgono i mestieri più umili e informali, come lustrascarpe, spazzini o venditori ambulanti. Questo fenomeno migratorio verso la città di Ambato e la sua zona periurbana interessa circa il 60% della popolazione rurale. Il guadagno percepito da questi migranti spesso non basta nemmeno per la sola sussistenza (la percentuale di popolazione che vive sotto la soglia di povertà nel territorio è del 38,3%), motivo per cui alcuni hanno fatto della strada la propria casa, con gravi conseguenze sociali, economiche e culturali, in particolare per i minori.

Nel territorio di Ambato FOCSIV interviene nel settore TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA DESCRIZIONE DEL CONTESTO SETTORIALE:

TUTELA INFANZIA E ADOLESCENZA

Nella città di Ambato le condizioni di vita dei minori sono particolarmente difficili. Secondo i dati raccolti nel corso del censimento 2011, il 23% della popolazione costretta ad emigrare dalle zone rurali alle periferie più povere del territorio è costituita da bambini e adolescenti, che appartengono a nuclei familiari poveri e che sono alla ricerca di un lavoro che permetta loro di sopravvivere e di aiutare la famiglia. Le zone urbane dove si concentra la migrazione dalle zone rurali sono, naturalmente, quelle più isolate e meno fornite di servizi basici essenziali: il 31.8% delle “case o alloggi di fortuna” non è collegato al sistema di drenaggio urbano e il 21.2% all’acquedotto pubblico. Le difficili condizioni di vita, le difficoltá economiche e sociali delle famiglie in questione, si rispecchia anche sulla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza.

Nella città di Ambato il 4.4% della popolazione inferiore ai 17 anni, secondo i dati del 2010, non frequenta le scuole, e un altro 5.8% non lavora né studia. Se si considerano invece i dati sul lavoro minorile il 6.6% in età 15-17 e il 2.1% in quella 5-14, non studia e lavora, mentre i bambini e adolescenti che aiutano le famiglie economicamente, pur frequentando degli istituti scolastici sono il 5.9% in età 15-17 ani e il 2.3% in quella 5-14. Di questi che né lavorano e studiano, il 13% vive in strada. Si stima che nella sola città di Ambato circa 500 bambini (su un totale di 41.824 nella fascia d’etá 5-17 anni) vivano in strada, in evidenti condizioni di disagio sociale e familiare. Questi bambini e adolescenti, durante il giorno frequentano i mercati e le strade trafficate della città, dove vengono impiegati come lustrascarpe o venditori di caramelle, con un guadagno giornaliero medio di 3 dollari al giorno – in un Paese in cui lo stipendio mensile minimo, secondo l’ultima riforma approvata dal governo ecuadoriano, è di 360 dollari. Nella città di Ambato risultano ancora alti i tassi di denutrizione globale – il 7.6%- secondo i dati offerti dal Ministero di Salute Pubblica risalenti al 2012.

La necessità di dover badare alla propria sussistenza, fa sì che il fenomeno della dispersione scolastica sia allarmante. Nel 2009 si stimava che ad Ambato circa l’60% dei minori che vivono in strada non studia o è iscritto a scuole “a distanza”, con una frequenza concentrata durante i fine settimana e con conseguenti difficoltà di apprendimento. La causa di questa situazione è dovuta principalmente all’abbandono da parte dei genitori: solo il 50%

dei minori può fare affidamento infatti sulla presenza di almeno uno dei genitori per la cura e sostentamento.

Questi giovanissimi lavoratori di strada, marginalizzati dalla società e abbandonati dalle proprie famiglie, sono esposti a situazioni di sfruttamento e abuso. Il fenomeno della tratta di minori finalizzata allo sfruttamento sessuale, al commercio illegale di organi o allo sfruttamento del lavoro coinvolge circa 1000 bambini sul territorio. La DINAPE, il Dipartimento Nazionale della Polizia Ecuadoriana incaricata della protezione dell’infanzia, parla di un 10% di sparizioni forzate di minori, di cui l’80% per sfruttamento sessuale.

Oggi la situazione è in lento ma progressivo miglioramento, sia grazie all’impegno del governo per estirpare questa piaga sociale, sia grazie al lavoro di recupero e sensibilizzazione portato avanti da realtà presenti sul territorio, come la Fondazione Progetto Don Bosco che, attraverso la gestione del Centro Don Bosco, realizza attività di recupero in favore di bambini e adolescenti provenienti da famiglie disagiate. Il primo contatto coi minori avviene tramite la mensa, dove con appena 0,20$ viene offerto un pranzo caldo, nonché l’assistenza igienico-sanitaria e educativa di cui i ragazzi hanno bisogno. La Fondazione Don Bosco opera anche a favore delle famiglie, offrendo oltre al supporto educativo-medico-sociale, di ricostruire il tessuto familiare necessario all’armonico sviluppo dei minori.

INDICATORI MISURABILI:

¾ Nella sola città di Ambato vivono 41.824 bambini e adolescenti in età 5-17 anni;

¾ Il tasso di abbandono scolastico della città è del 4% nella fascia d’età 5-11 e del 20.9% in quella 12-17;

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¾ Il 6.6% degli adolescenti in età 15-17 non frequenta nessun istituto scolastico e lavora, il 2.1% nella fascia 5-14 anni;

¾ Il 31.4% della popolazione in età scolastica non frequenta per ragioni economiche, il 15.9% perché lavora, il 15.5% perché non è interessato e il 37.2% per altri motivi;

¾ Nella città di Ambato la media di alunni per professore è di 25.6.

¾ Il 5.9% dei 41.824 studia e lavora -fascia d’età 15-17 anni- il 2.3% in quella 5-14 anni;

¾ Nella Città di Ambato esistono 105 scuole fra private, pubbliche e miste;

¾ Di queste 105, solo 85 sono complete ossia offrono tutti i gradi di istruzione;

¾ Le associazioni stimano che esistano circa 500 bambini che vivono per strada;

¾ Il 60% dei minori che lavorano e studiano, sono iscritti a scuole a distanza;

¾ 7.6% dei bambini e adolescenti soffrono di denutrizione globale.

SERVIZI ANALOGHI E DELLA RELATIVA OFFERTA PRESENTE NEL CONTESTO DI RIFERIMENTO

¾ Il sistema scolastico ecuadoriano prevede la possibilità di frequentare le 6 ore diarie o nella mattina o nel pomeriggio, questo crea per i bambini in situazioni disagiate o per chi hanno dei genitori con lavori informali, che spesso si trovano abbandonati a loro stessi. Per questa ragione esistono fondazioni come la Don Bosco che offrono durante tutto l’arco della giornata la possibilità di accedere su due turni ai propri servizi;

¾ Nella città di Ambato troviamo altre 2 fondazioni che offrono lo stesso servizio: Centro San Anian, Fundacion Jovenes por el Futuro.

Ad Ambato, la Fondazione Don Bosco, grazie al sostegno della Diocesi di Ambato, da anni offre un servizio di dopo scuola ai bambini in età 5-16 anni, garantendo loro la possibilità di una sana e corretta alimentazione e un supporto psicologico.

Nel settore Tutela Infanzia e Adolescenza FOCSIV interviene nel territorio di Ambato (6201) con il partner Fondazione Don Bosco con i seguenti destinatari diretti e beneficiari.

Destinatari diretti:

¾ 150 bambini e adolescenti, di cui 15 lavoratori, ricevono quotidianamente un pranzo completo, che assicura loro una corretta alimentazione e periodiche visite psicologiche e di accompagnamento;

¾ 150 bambini, ricevono quotidianamente supporto nelle attività del dopo scuola e partecipano alla messa in atto di attività ludico ricreative (cinema, tornei sportivi, gite scolastiche);

Beneficiari:

¾ Le famiglie dei ragazzi coinvolti all’interno del progetto, stimate in un numero di 95 nuclei familiari e all’incirca 600 persone in totale.

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO DI IMPIEGO:

AMBATO - (FOCSIV)

¾ Garantire una corretta alimentazione e supporto psicologico per 150 bambini (di cui 15 lavoratori) che frequentano il Centro Don Bosco.

¾ Ridurre dello 0.36% il tasso di denutrizione tra i bambini e adolescenti di Ambato.

¾ Favorire l’educazione e l’integrazione dei bambini e adolescenti attraverso l’erogazione di un servizio di doposcuola e di animazione ludico-ricreativa per 150 bambini di Ambato

DESCRIZIONE DEL PROGETTO:

Complesso delle attività previste per il raggiungimento degli obiettivi AMBATO - (FOCSIV)

Azione 1. Rafforzamento dei servizi socio-educativi del Centro Don Bosco:

1. Somministrazione quotidiana di 150 pasti caldi ai bambini del Centro Don Bosco;

2. Svolgimento di 3 ore al giorno di corsi quotidiani di recupero/sostegno scolastico ai bambini del Centro Don Bosco in difficoltà didattica per lo svolgimento dei compiti;

3. Organizzazione e gestione di 4 Incontri di sostegno psicologico e orientamento educativo a 120 bambini che presentano difficoltà scolastica;

4. Organizzazione di colonie estive e invernali per i 150 bambini della fondazione (gite fuori porta di uno due giorni);

5. Organizzazione e implementazione di attività di educativa di strada in favore di 15 ragazzi lavoratori e raccolta dati aggiornati sulla presenza dei ragazzi di strada (indagine territoriale);

6. Organizzazione e realizzazione di attività pomeridiane ludico-ricreative;

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7. Organizzazione e implementazione di corsi mensili di inglese basico per 150 ragazzi;

8. Promozione e realizzazione di riunioni bimestrali di coordinamento dell’equipe tecnica di operatori e stesura di report sull’avanzamento delle attività;

Azione 2. Sensibilizzazione delle famiglie sulle temi dei diritti dell’infanzia:

1. Realizzazione di 4 incontri di sensibilizzazione su educazione familiare, diritti dei minori e gestione di conflittualità rivolti a 120 genitori dei bambini del Centro;

2. Realizzazione di 5 visite domiciliari mensili di monitoraggio delle condizioni familiari in cui vivono i bambini sul territorio;

3. Realizzazione di 4 incontri annuali, interni alla fondazione, per presentare ai 150 genitori l’andamento del percorso socio-educativo dei bambini e adolescenti;

4. Incontri pubblici mensili di sensibilizzazione sui diritti dell’infanzia;

5. Implementazione di un servizio di accompagnamento psicologico dei genitori richiedenti tale servizio;

6. Monitoraggio e verifica trimestrale delle attività.

Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attività previste, con la specifica delle professionalità impegnate e la loro attinenza con le predette attività

¾ 1 Presidente della Fondazione Don Bosco: Azione 1 e 2;

¾ 1 Direttrice generale e amministratrice: Azione 1 e 2;

¾ 6 Animatori giovani esperti di ragazzi di strada: Azione 1;

¾ 1 Contabile: Azione 1;

¾ 1 Avvocato: Azione 1 e 2;

¾ 2 Psicologi: Azione 1 e 2;

¾ 2 Assistenti Sociali: Azione 1 e 2;

¾ 1 Medico: Azione 1;

¾ 4 Educatrici professionali in pedagogia educativa: Azione 1 e 2;

¾ 3 Cuoche: Azione 1;

¾ 2 Inservienti del centro: Azione 1.

Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

AMBATO - (FOCSIV)

I volontari/e in servizio civile n°1-2 saranno di supporto nelle seguenti attività:

¾ Collaborazione all’organizzazione della mensa e distribuzione dei 150 pasti quotidiani, di cui 15 bambini lavoratori;

¾ Supporto all’organizzazione e gestione di 4 incontri di orientamento di 150 bambini che partecipano ai corsi pomeridiani;

¾ Collaborazione alla realizzazione di una lezione di sostegno scolastico pomeridiano per l’elaborazione dei compiti;

¾ Accompagnano Lo staff della fondazione durante la realizzazione delle colonie vacazionali e delle gite fuori porta (uno due giorni);

¾ Affiancamento nelle attività di educativa di strada in favore di 15 ragazzi lavoratori;

¾ Affiancamento nella realizzazione di attività pomeridiani ludico-ricreativi;

¾ Supporto nell’elaborazione di report bimestrali e riunioni sull’avanzamento delle attività;

¾ Collaborazione all’ideazione di corsi mensili d’inglese basico per 150 ragazzi;

¾ Collaborazione all’aggiornamento dati sulla presenza dei ragazzi di strada;

¾ Partecipazione alle riunioni dell’equipe tecnica degli operatori;

¾ Collaborazione alla visite domiciliari di monitoraggio delle condizioni familiari REQUISITI:

Si ritiene di dover suddividere tra generici, che tutti i candidati devono possedere, e specifici, inerenti aspetti tecnici connessi alle singole sedi e alle singole attività che i Volontari andranno ad implementare, preferibilmente i seguenti requisiti:

Generici:

¾ Esperienza nel mondo del volontariato;

¾ Conoscenza della Federazione o di uno degli Organismi ad essa associati e delle attività da questi promossi;

¾ Competenze informatiche di base e di Internet;

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Specifici:

AMBATO - (FOCSIV) Volontario/a n°1-2

¾ Discreta conoscenza dello spagnolo;

¾ Preferibile esperienza di animazione con bambini.

DOVE INVIARE LA CANDIDATURA

¾ tramite posta “raccomandata A/R”: la candidatura dovrà pervenire direttamente all’indirizzo sotto riportato.(Nota Bene: non farà fede il timbro postale di invio, ma la data di ricezione in sede delle domande)

ENTE CITTA’ INDIRIZZO TELEFONO SITO

FOCSIV Roma

Via San Francesco di Sales, 18 -

00165

06 68 77 867 www.focsiv.it

¾ tramite Posta Elettronica Certificata (PEC) di cui è titolare l'interessato, allegando la documentazione richiesta in formato pdf, a serviziocivile.focsiv@pec.it E avendo cura di specificare nell'oggetto il paese e il titolo del progetto (es. Caschi Bianchi: Interventi Umanitari in Aree di Crisi – Ecuador 2016 – Ambato - FOCSIV).

Nota Bene: per inviare la candidatura via PEC

• è necessario possedere un indirizzo PEC di invio (non funziona da una mail normale),

• non è possibile utilizzare indirizzi di pec gratuiti con la desinenza "postacertificata.gov.it", utili al solo dialogo con gli Enti pubblici.

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