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ASPETTI GEOGRAFICI E AMBIENTALI

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Academic year: 2022

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PREMESSA - INCARICO

Con determina n° 467 del 13 DICEMBRE 2019 il Comune di Taino (VA) ha dato in carico al sottoscritto dott. Alessandro Nicoloso, dottore forestale iscritto all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Milano al n° 620, con studio in Legnano (MI), viale Cadorna 27 – p. IVA n° 11975440154 – di procedere alla stesura del progetto denominato “Progetto di sistemazione di dissesto in località Cheglio”.

L’intervento di sistemazione idraulico-forestale riguarda una porzione del bacino del torrente sito in località Cheglio, a valle del tombotto situato in via Pasubio a Taino (VA), sulla base del relativo progetto di fattibilità tecnica ed economica presentato nel luglio 2016. L’inquadramento generale è pertanto estrapolato dal precedente elaborato anch’esso curato dal sottoscritto.

La presente relazione è parte del progetto definitivo-esecutivo elaborato con il principale obiettivo di minimizzare il rischio di aggravamento dei fenomeni franosi in porzioni di versante sottostanti a zone urbanizzate correlati ai processi di erosione innescati lungo l’asta torrentizia e alla natura geolitologica dell’area.

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ASPETTI GEOGRAFICI E AMBIENTALI

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO E TERRITORIALE

L’alveo oggetto di intervento si sviluppa a valle del tombotto situato in via Pasubio 84, coordinate 45.771866 – 8.615665, verso via Valle dei passeri 10, coordinate 45.774016 – 8.614078. Il torrente oggetto di regimazione recapita le sue acque poco più a valle dell’area di intervento nel torrente Vepra.

Il bacino idrografico di riferimento per il presente progetto è stato identificato manualmente attraverso le isoipse elaborate dalla Provincia di Varese e a seguito del posizionamento dalla sezione di chiusura immediatamente a monte del tratto intubato sito in via Valle dei passeri, a quota di circa 225 m s.l.m. Il bacino si estende principalmente in destra idrografica comprendendo parte del territorio appartenente alla frazione di S. Damiano, fino ad una quota di circa 245 m s.l.m. dove ha origine l’asta torrentizia.

Quest’ultima si protrae linearmente verso ovest fino all’uscita dal tombotto di via Pasubio, a seguito del quale cambia direzione verso nord-ovest per poi confluire nel torrente Vepra. La superficie attinente al bacino idrografico è pari a 69.162,87 m2, ossia circa 7 ettari.

L’asta torrentizia si sviluppa per circa 687,38 m ed è stata individuata attraverso i dati del reticolo idrico minore, per la parte da via Valle dei passeri fino a via Pasubio e, manualmente, da confronto degli elementi riportati in cartografia con quanto rilevato in campo per la porzione di bacino più a monte.

Immagine 1 – Identificazione delle due vie di riferimento per la localizzazione dell’area di intervento (in giallo)

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3

PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA

L’area è inserita nel PGT vigente come area definita “Areale Boschivo” entro il quale pertanto valgono le previsione dettate dalla normativa forestale.

Immagine 2 - estratto del piano delle Regole del vigente PGT

L’indagine paesistica di supporto al PGT definisce l’area di sensibilità molto elevata nel tratto inferiore più pianeggiante e di sensibilità media nel tratto più dissestato in direzione dei nuclei residenziali.

Immagine 3 - estratto dello studio paesaggistico del PGT

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4

VINCOLI

L’intervento è intrinsecamente finalizzato al miglioramento ambientale benché prioritariamente indirizzato al contenimento dei fenomeni dissestivi legati all’asta torrentizia ed alle sue naturali dinamiche. Sull’area gravano i seguenti vincoli:

VINCOLO FONTE SPECIFICA SI NO

Vincolo forestale LR 31/08 X

Vincolo paesistico D.lgs. 42/’04

Art.142 comma 1 lettera a (300 m costa) X

Art.142 comma 1 lettera b (300 m laghi) X

Art.142 comma 1 lettera c (150 m fiumi) X Art.142 comma 1 lettera d (quota superiore a

1200/1600m) X

Art.142 comma 1 lettera e (ghiacciai e circhi glaciali) X Art.142 comma 1 lettera f (parchi e riserve nazionali

e regionali) X

Art.142 comma 1 lettera g (boschi) X

Art.142 comma 1 lettera h (università o usi civici) X

Art.142 comma 1 lettera i (zone umide) X

Art.142 comma 1 lettera i (vulcani) X

Bellezze d’insieme X

Vincolo

idrogeologico RD 3267/’23 ART. 1 X(p)

Vincolo per altri

scopi RD 3267/’23 ART. 17 X

PAI

Deliberazione del Comitato Istituzionale n.

18 del 26 aprile 2001 (e successive modifiche e integrazioni)

Fasce fluviali X

Aree dissestate X

Aree protette LR 86/’83

Parchi/riserve nazionali X

Parchi/riserve regionali X

PLIS X

SIC X

ZPS X

PTCP

Core areas principale X

Core areas secondaria X

Corridoio ecologico e fascia di completamento X

Fascia tampone X

Varchi X

Reticolo idrico DGR 7/7868 e smi X

Tabella 1 – Elenco dei vincoli

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5

INQUADRAMENTO AMBIENTALE

ASPETTI CLIMATICI

Dal punto di vista pluviometrico l’area d’indagine si colloca all’interno di una regione a clima temperato fresco continentale di transizione, con precipitazioni abbastanza uniformemente distribuite nel corso dell’anno, con leggero massimo primaverile.

Immagine 4 - andamento termico e pluviometrico

Immagine 5 - distribuzione regionale delle precipitazioni medie annue (centro meteorologico lombardo) Medie mensili stazioni di riferimento

0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 200

GENNAIO FEBBRAIO

MARZO APR

ILE MAGGIO

GIUGNO LUGLIO

AGOSTO SETT

EMBR E

OTTOBRE NOVEMBR

E

DICEMBRE Mese

Precipitazioni (mm)

0 5 10 15 20 25

Temperatura (°C)

Precipitazioni media Ispra Precipitazione media Varese Temperature medie Ispra Temperatura media Varese

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6

Le temperature medie risultano attorno ai 12°C. Dall’analisi delle precedenti immagini né deriva per l’area in esame una precipitazione media attorno ai 1600 mm annui distribuiti abbastanza omogeneamente nel corso dell’anno, fatto salvo la presenza di un minimo invernale. La seguente immagine conferma anche la netta suscettibilità dell’area a fenomeni di rilevante intensità oraria, esattamente quelli che mandano in sofferenza i bacini minori.

Immagine 6 - distribuzione regionale del coefficiente di precipitazione oraria (centro meteorologico lombardo)

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA

La valle si presenta piuttosto incisa nel tratto mediano, grossomodo fra quota 245 m e quota 235 m s.l.m., sotto la quale l’asta torrentizia è confinata prevalentemente in sinistra idrografica mentre in destra si apre sulle aree prative. Viceversa, a monte del tratto intubato di via Pasubio lungo alcune decine di metri, la valle tende a diminuire l’incisione fino a confondersi con il versante stesso.

Nel tratto considerato ai fini del presente progetto, il torrente, dopo una prima deviazione secca di quasi 90° in direzione nord-ovest, ha un andamento sostanzialmente rettilineo con elevato grado di confinazione.

Le dinamiche di versante, attivate in gran parte da erosioni al piede, sono quelle che hanno determinato e tutt’ora determinano l’innesco di processi di meandrizzazione. Di fatto, il forte grado di imbibizione del terreno e la formazione di falde sospese per effetto della presenza di lenti argillose, anche in bancate discretamente potenti di 1 m e più, determina il cedimento localizzato di porzione di versante, specie in destra idrografica, con conseguente spostamento del “talweg” in direzione del versante opposto. Questo comporta un significativo incremento erosivo al piede del versante con conseguenti frane tra le quali, almeno una, di discrete dimensioni e il cui peggioramento potrebbe determinare un significativo arretramento del ciglio superiore, con possibili ripercussioni sul livello di sicurezza delle abitazioni limitrofe all’alveo.

Il tratto più inciso vede la presenza di residuati ormai marcescenti di brigliette in legname e pietrame realizzate in tempi relativamente recenti. I manufatti hanno ormai perso del tutto la loro funzione regimatoria e, in occasione del prossimo cedimento, rilasceranno il materiale detritico accumulatosi a monte determinando l’innesco di colate di fango che non risultano particolarmente pericolose per la sostanziale assenza di beni danneggiabili. Tuttavia, il materiale in movimento in alveo potrebbe occludere le tubazioni che convogliano le acque al di sotto della strada campestre, ossia la via Valle dei passeri, in località Colombera, a quota 225 m s.l.m., limitandone la funzionalità idraulica con possibili fenomeni di sovralluvionamento della sede stradale, quindi dell’accesso allo chalet, nonché dei prossimi fondi agricoli.

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7

ASPETTI VEGETAZIONALI

Il bosco è costituito in prevalenza da Robinieti misti che, nel tratto medio e superiore lasciano il posto ad un prevalente Acero- Frassineto. La vicinanza con le case ha favorito la proliferazione di rinnovazione della palma e bambù; quest’ultimo assume carattere invasivo soprattutto nella porzione superiore dell’area di intervento.

Il piano arbustivo è mediamente denso e continuo con prevalenza di Sambuco, Nocciolo e, in minor misura, di Ligustro. L’acidità del suolo è ben dimostrata dalla presenza di uno strato erbaceo di graminacee e, nei tratti più ombrosi, di felce. Nuclei densi di Equiseto testimoniano e sottolineano la presenza di fenomeni di ristagno idrico e di venute d’acqua, rilevabili soprattutto in destra idrografica lungo le spalle morfologiche e, nel tratto pianeggiante più esterno, in prossimità dei cigli erosi.

I soggetti arborei appaiono in incipiente ribaltamento che, nel caso dei tratti morenici, diventa concausa di dissesto e apertura di nicchie erosive oltre che di ostruzione al naturale deflusso superficiale con grave rischio di innesco di fenomeni di “dam-break”. Il fenomeno è particolarmente rilevante quando interessa le piante di maggiori dimensioni difficilmente amovibili che, ribaltandosi, danno luogo all’apertura di rilevanti nicchie erosive. Il bacino, come peraltro quasi tutto il versante sul quale insiste, è quasi completamente interessato da una copertura forestale riconducibile a formazioni di latifoglie mesofile.

Immagine 7 – Collasso di alcune robinie presenti sul versante in destra idrografica e rinnovo di palma e bambù

Immagine 8 – Collasso di alcune robinie in alveo e rinnovo di palma

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IDROLOGIA

GENERALITA’

Le dinamiche dissestive in atto e che formano oggetto del presente progetto sono essenzialmente legate alla saturazione e alla natura litologica dei terreni e all’erosione di fondo indotta dal corso d’acqua. Ai fini progettuali pertanto, posta l’impossibilità di agire in modo determinante sulla componente geolitologica, occorre approcciare il consolidamento ipotizzando interventi regimatori che contengano l’energia della corrente mediante la definizione di un profilo di sistemazione che verrà ottenuto mediante la creazione di un sistema di saliti di fondo.

A tal fine si ritiene utile procedere alla determinazione delle portate in gioco mediante approccio afflusi/deflussi con impiego del metodo SCS-USDA.

LINEA DI POSSIBILITA’ PLUVIOMETRICA

Il bacino idrografico, quale riferimento per lo studio idrologico, occupa una superficie pari a 69.162,87 m2, approssimata a 0,07 km2, con sezione di chiusura a quota 225 m circa, colmo a quota 305 m circa s.l.m. ed è in gran parte boscato. La delimitazione del bacino a monte è stata fatta coincidere con il limite superiore dei terrazzamenti del vigneto sito in località S. Damiano: tale scelta è motivata dal fatto che l’assenza di crinali netti porterebbe alla delimitazione di un bacino idrografico con due linee parallele molto ravvicinate fino alla confluenza sommitale e con innaturali tempi di corrivazione, in quanto eccessivamente lunghi.

La precipitazione lorda è stata determinata a seguito dell’analisi pluviometrica eseguita con i parametri della LSPP (Linea Segnalatrice di Possibilità Pluviometrica) forniti dal portale idrologico di Regione Lombardia per il punto di coordinate 1470180 – 5068850, considerando un evento critico con tempo di ritorno pari a 100 anni.

Immagine 9 – LSPP con T100 considerata per il presente progetto

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STIMA DEL VALORE DI CN

Il valore di CN (II) è stato determinato in fase preliminare attraverso i coefficienti applicati in relazione alla tipologia di uso del suolo verificato da remoto con le immagini satellitari più recenti fornite da Google Heart e riportati nella tabella sottostante opportunamente confrontate con documentazione pianificatoria ufficiale (PGT, PIF etc):

Uso suolo Sup. (ha) Estremi CN adottato CN pesato

Bosco 3.326 45-83 66 32.21

Urbanizzata 1.110 72-89 82 13.35

Prato-pascolo 1.120 30-78 58 9.53

Vigna 1.260 62-81 71 13.13

6.916 68.22 CN (II)

Tabella 2 – Calcolo del valore di CN

A favore di sicurezza, tale valore è stato convertito in CN (III) attraverso la seguente formula:

𝐶𝑁(𝐼𝐼𝐼) = 𝐶𝑁(𝐼𝐼)

0,43 + 0,0057 ∙ 𝐶𝑁(𝐼𝐼)

Il CN adottato per i seguenti calcoli è pertanto pari a 83,14.

Tale correzione è ampiamente giustificata dagli aspetti climatici richiamati in precedenza in quanto l’elevata piovosità tipica dell’area suggerisce come estremamente probabile che un evento intenso si possa manifestare in condizioni di elevata umidità antecedente l’evento, normalmente indicata come AMCIII (Antecedent Moisture Content).

IL TEMPO DI CORRIVAZIONE

Il calcolo dei tempi di corrivazione in bacini oltremodo piccoli si presta a grandi incertezze che giustificano la presenza di una grande varietà di formule, per lo più empiriche e di valore strettamente locale. Molte di queste inoltre si appoggiano a soli dati geometrico/morfologici e, come tali, non tengono in adeguato conto l’effettivo uso del suolo che invece assume nel presente caso un valore rilevante per la presenza di porzioni urbanizzate che incidono percentualmente in modo rilevante.

Il tempo di corrivazione (tc) è stato pertanto calcolato con la formula empirica proposta dal Soil Conservation Service (SCS, 1975), sotto riportata, che tiene conto dell’uso del suolo attraverso il medesimo parametro CN utilizzato ai fini dell’elaborazione della propensione alla produzione di deflusso. A tal fine i parametri adottati sono i seguenti:

Parametro Simbolo U.M. Valore

Lunghezza asta principale L m 682,03

Pendenza media bacino (Alvord-Horton) im m/m 0,03

Lunghezza totale delle linee di livello entro il bacino Lt m 455,22

Equidistanza tra le curve di livello e m 5,00

Area bacino idrografico A km2 0,07

(10)

10

𝑡

𝑐

= 0,00227 ∙ 𝐿

0,8

∙ ( 1000 𝐶𝑁 − 9)

0,7

∙ 𝑖

𝑚−0,5

𝑖

𝑚

= (𝐿

𝑡

∙ 𝑒) (𝐴 ∙ 10

6

)

Tabella 3 – Parametri di calcolo del tempo di corrivazione

Sulla base di tale approccio, Tc risultata pari a 0,50 ore, ossia 30 minuti, valore ritenuto consono con la tipologia di bacino in studio.

CALCOLO DELLA PORTATA DI PROGETTO

La portata di progetto è stata associata al picco di deflusso alla sezione di chiusura verificatosi con un evento di pioggia della durata pari al tempo di corrivazione precedentemente stimato e con tempo di ritorno di 100 anni (T100).

Immagine 10 – Perimetro del bacino idrografico (linea blu) e asta torrentizia (linea azzurra), con curve di livello e sezione di chiusura identificata con il punto giallo

L’entità del picco di portata alla sezione di chiusura è stata stimata con l’applicazione del modello afflussi-deflussi esposto in precedenza mediante il codice di calcolo HEC-HMS versione 4.3, nel quale sono stati impostati i parametri riassunti nella seguente tabella:

Parametro Simbolo U.M. Valore

Superficie bacino A km2 0,07

Initial abstraction Ia mm 10,34

CN value CN - 83,14

Lag time = 0,6*Tc Tlag min 18,00

Tabella 3 – Parametri e relativi valori impostati per la simulazione effettuata con il modello HEC-HMS

Su tale base, la pioggia efficace, cioè di quella parte di precipitazione che al netto delle perdite per intercettazione ed infiltrazione negli strati più profondi di suolo dà origine ai deflussi, viene elaborata come segue:

(11)

11

𝑃

𝑒

= (𝑃 − 𝐼

𝑎

)

2

𝑃 − 𝐼

𝑎

+ 𝑆 𝐼

𝑎

= 𝑐 ∙ 𝑆

𝑆 = 25,4 ∙ ( 1000

𝐶𝑁 − 10)

dove

Pe pioggia efficace (mm)

P pioggia lorda (mm)

Ia Initial abstraction (mm)

S volume specifico di saturazione potenziale (mm)

c compreso tra 0,1 e 0,3 che nel presente lavoro è stato assunto pari a 0,2

Alla luce delle precedenti formulazioni, ad integrazione dell’equazione primaria, l’equazione definitiva utilizzata dal modello per stimare la pioggia efficace è la seguente:

𝑃

𝑒

= (𝑃 − 0,2 ∙ 𝑆)

2

𝑃 + 0,8 ∙ 𝑆

La trasformazione afflussi-deflussi è stata simulata con il modello “SCS Unit Hydrograph”, anch’esso integrato in HEC-HMS 4.3.

La stima della precipitazione lorda corretta (Pc) ai fini della creazione dello ietogramma in ingresso al modello è stata calcolata in funzione dei parametri delle LSPP sopracitati applicati alla seguente formulazione, dove:

𝑃

𝑐

= 𝑎 ∙ (𝑑

𝑐

)

𝑛

dc = durata critica dell’evento di pioggia pari al tempo di corrivazione al quale è sommato il tempo di imbibimento del terreno, in questo caso di 7,70 minuti.

Data la limitata estensione areale del bacino e il tempo di corrivazione molto breve si è ipotizzato uno ietogramma a intensità costante con intensità oraria di 92,4 mm h-1 per una durata critica data dal Tc+Timbibimento per un totale di 37,86 minuti (0,63h).

Timbibimento è stato calcolato iterativamente in funzione della pioggia lorda e del volume specifico di saturazione potenziale sopra descritti.

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12

Immagine 11 – Output della simulazione affluassi-deflussi effettuata con HEC-HMS 4.3

La portata di picco modellata è pari a 0,8 m3 s-1 a distanza di circa 45 minuti dall’inizio dell’evento di pioggia considerato.

Nell’assunzione della portata di picco a portata di progetto si è ritenuto ragionevolmente approssimarla a 1 m3 s-1 per tenere in considerazione l’incertezza insita nella delimitazione del bacino e del possibile, nonché altamente probabile, recapito di acque meteoriche in alveo provenienti dalle porzioni di bacino urbanizzate.

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PROGETTO

INDIRIZZI GENERALI

Il presente progetto prevede la realizzazione di opere di sistemazioni idraulico-forestali al fine di ostacolare i processi erosivi verificati all’interno del bacino che hanno innescato nel tempo i fenomeni di dissesto oggi in condizioni di ulteriore aggravio. Più specificatamente, si vuole correggere la pendenza dell’asta torrentizia per ridurre la velocità della portata liquida e, in tal modo, i processi fenomeni erosivi al piede dei versanti.

In contrasto ai localizzati dissesti più attivi, è prevista la realizzazione di gabbionate spondali e/o palificate doppie di sostegno in legname e pietrame. A conclusione dell’opera sistematoria dei versanti, è previsto il rimboschimento e/o inerbimento delle aree interessate da movimento terra nonché delle superfici che presentano fenomeni estensivi di dissesto; dove necessario, verrà posata ed ancorata una biostuoia in fibre naturali, totalmente degradabili nel medio periodo, a contrasto dell’erosione superficiale del suolo.

OPERE DI REGIMAZIONE

La soluzione progettuale si concentra a monte dell’intera area di intervento, evidenziata con tratteggio rosso nell’immagine sottostante, dove l’alveo risulta profondamente inciso con diversi fenomeni localizzati di erosione e cedimento del versante, soprattutto in destra idrografica, che potrebbero compromettere la stabilità delle strutture antropiche e dei suoli ad uso agricolo- boschivo afferenti all’asta fluviale.

Immagine 12 – Area di intervento evidenziata con tratteggio in rosso, localizzata nella parte inferiore del bacino

L’intervento previsto da progetto ha lo scopo principale di effettuare una correzione delle pendenze dell’asta torrentizia con effetti benevoli sulla stabilità dei versanti anche grazie al riassetto morfologico del talweg a difesa dell’erosione al piede oggi particolarmente evidente in sinistra idrografica.

La correzione della pendenza in alveo sarà ottenuta con la realizzazione di 5 briglie in gabbioni lungo l’asta torrentizia che, coadiuvate da opere realizzate con tecniche di ingegneria naturalistica su versante, contribuiranno al contrasto dei fenomeni erosivi di dissesto. Data la natura geologica del suolo e la forte presenza di venute d’acqua lungo i versanti, si prevede la realizzazione di gabbioni in linea interrati posizionati in modo da intercettare le acque di ristagno recapitandole direttamente nell’alveo attivo, con la duplice funzione di stabilizzare i fenomeni franosi rilevati in campo. In ostacolo al dissesto, sarà eseguito un intervento selvicolturale di svecchiamento del bosco che grava sui versanti con ceduazione sostanzialmente totale e successivo rimboschimento denso con arbusti in grado di stabilizzare le terre senza aggravi di carico o fenomeni di schianto e ribaltamento che sembrano aver già provocato danni ad una linea aerea telefonica e/o elettrica presente nella parte superiore dell’alveo.

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14

L’intervento, date anche le modeste dimensioni dell’area, dovrà essere realizzato in un unico lotto e periodo, al fine di garantire la piena funzionalità progettuale.

PENDENZA DI SISTEMAZIONE

La determinazione della pendenza compensativa è il problema tecnico centrale della sistemazione del suddetto bacino. Attualmente la porzione di asta torrentizia soggetta a intervento ha una pendenza media del stimata 6,88 %, localmente anche dell’8,3 %.

Posto che un eccesso sistematorio, cioè una sistemazione troppo conservativa, è in generale più rischiosa di una sistemazione poco conservativa, si è inteso progettare secondo pendenze non eccessivamente blande in modo che non venga del tutto annullato il trasporto solido e non si rischi così di innescare, a valle del tratto sistemato, un aggravamento dei processi erosivi al fondo.

È stato pertanto assunto di progettare la sistemazione adottando una pendenza media del 4%, valore consono per la tipologia di bacini ed in linea con quello ottenuto applicando la formula di Della Lucia (et al.), seguitamente riportata, con “k” assunto pari a 0,59 adatto in caso di substrati altamente erodibili, stimando così una pendenza di compensazione del 4,13%.

𝑖

𝑐

= 𝑘 ∙ 𝑖

BRIGLIE

Numero e posizionamento delle briglie in gabbioni sono stati adeguati alle esigenze di sistemazione rilevate in campo rispetto a quanto stimato in fase preliminare e/o da remoto, come da tavola allegata.

DIMENSIONAMENTO IDRAULICO

Il dimensionamento idraulico è stato condotto sulla base della sola portata liquida in considerazione del fatto che durante i rilievi non è stata evidenziata la tendenza del bacino a generare trasporti di massa (mudflow).

Tutte le briglie presentano gàveta con sezione trapezoidale e sono state dimensionate cercando di contenere il più possibile il valore della larghezza rispetto all’attuale sezione trasversale dell’alveo, al fine di limitare il rischio d’innesco di erosioni spondali laterali al paramento di valle. Allo stesso modo, nei tratti a sezione più stretta è prevista una risezionatura dell’alveo nell’entità che compendi le esigenze di non addivenire ad altezze eccessive della gàveta e, contestualmente, non determinare eccessivi incrementi di pendenza delle spalle morfologiche portandole troppo oltre un limite prossimo all’angolo di natural declivio.

Il dimensionamento idraulico della gàveta è stato fatto sulla scorta della seguente formula, basata sul principio di Bernoulli, che fissa H in funzione di Q e della larghezza dello stramazzo:

𝐻 = 0,7 ∙ 𝑞

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Fissando la larghezza dello stramazzo a 1,5 m compatibilmente con la morfologia dell’alveo attuale e quella prevista a seguito dell’intervento, risulta necessaria un’altezza della gàveta pari a 0,53 m, approssimata per eccesso in via precauzionale a 0,6 m.

Trattandosi di gàvete trapezoidali e, considerato che la formula è ottimale per gàvete rettangolari, il dimensionamento adottato è di carattere conservativo.

Per il rilevante rischio d’innesco di erosioni legate allo stramazzo su substrati geologicamente fragili è prevista la realizzazione del corpo briglia collegato e posizionato sopra un gabbione modificato (tipo “Reno”) sporgente dal paramento di valle come specificato nelle tavole allegate, così che si possa disperdere l’energia cinetica accumulata nel salto compiuto dall’acqua dallo stramazzo al piano a valle del corpo briglia, senza la necessità di realizzare controbriglie.

I gabbioni dovranno essere a scatola, in rete zincata, riempiti a mano con pietrame a spigolo vivo previo posizionamento di tessuto non tessuto in corrispondenza delle intestazioni per evitare fenomeni di svuotamento laterale.

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La gàveta dovrà essere protetta da una lastra preformata in acciaio corten, dimensionata come da particolare tipologico, posizionata prima della disposizione dei gabbioni dello strato superiore alla base che, una volta riempiti, graveranno con il loro peso sul bordo della lastra a margine della gàveta, a favore della stabilità della stessa.

BRIGLIE IN GABBIONI

La correzione della pendenza dei versanti in occasione dei fenomeni di dissesto più evidenti è operata attraverso la realizzazione di gabbionate realizzate come da particolari costruttivi allegati.

La scelta di tale modalità costruttiva è legata alla plasticità dell’opera che tende ad adattarsi meglio di opere rigide a piccoli movimenti differenziali e al fatto che essendo drenante garantisce ad un tempo, in condizioni di portata minima, sia una pur minima continuità biologica sia lo svuotamento del bacino retrostante riducendo la possibilità di avere acqua stagnante per tempi lunghi.

Il pietrame deve essere sistemato a mano, ponendo attenzione, durante il riempimento, all’inserimento dei tiranti di collegamento della facciata di valle con quella di monte per evitare eventuali deformazioni del gabbione.

ALTRE OPERE

PALIFICATE DI SOSTEGNO

È prevista la realizzazione di palificate spondali doppie con funzione principale di sostegno dei versanti, impiegando legname di robinia o, subordinatamente, di castagno o larice, come da dettagli costruttivi e dimensionamenti specificati nelle tavole allegate.

Al fine della piena funzionalità dell’opera si raccomanda di realizzare la palificata posizionando i correnti di ordine superiore al primo rientranti, verso il versante e rispetto al profilo esterno del corrente inferiore, nella misura del diametro dei tronchi utilizzati, così da garantire una corretta inclinazione del paramento di valle verso il versante stesso.

È previsto l’inserimento tra pali correnti di talee di salice lignificate di 1 – 2 m di sviluppo.

OPERE COMPLEMENTARI REALIZZATE CON TECNICHE DI INGEGNERIA NATURALISTICA

Data la difficoltà a configurare esattamente le condizioni di scopertura dei terreni lungo i versanti a posteriori degli interventi intensivi/regimatori, si prevede di intervenire sulle superfici denudate con interventi di stretta ingegneria naturalistica riconducibili a:

 palizzate

 fascinate

 gradonate con talee

Il rimboschimento e/o l’inerbimento effettuati per il presente progetto devono prevedere l’utilizzo di specie vegetali del contesto prealpino e delle cenosi del cingolo QTA. Gli arbusti dovranno essere recuperati nella forma di pane di terra e/o fitocella.

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MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI

L’intervento è essenzialmente rivolto a ridurre i fenomeni di dissesto e mitigarne gli effetti. Viene condotto in area semi-naturale con ampia adozione di tecniche a basso o nullo impatto. La scelta di regimare il corso d’acqua con manufatti di dimensioni molto contenute mira minimizzare gli impatti paesaggistici e quelli naturali nei riguardi della continuità biologica. Non è prevista alcuna perdita di suolo per effetto di una sua impermeabilizzazione.

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PIANO DI OCCUPAZIONE

L’intero intervento di cui al presente esecutivo riguarda superfici interne al torrente facente parte del reticolo idrico minore.

Il quadro dei mappali interessate dall’intervento è stato generato a partire dai dati del geoportale di Regione Lombardia e fanno riferimento sia alle superfici prossime all’asta, sia a tutti i versanti corrispondenti. Le superfici sono identificate sulla cartografia proposta nelle tavole allegate e sono di seguito riportate:

 F2 P175

 F2 P176

 F2 P177

 F2 P251

 F2 P252

 F2 P547

 F2 P688

 F2 P711

 F2 P714

 F2 P1010

 F2 P1016

 F2 P1020

 F2 P1053

 F2 P1088

 F2 P1089

 F2 P1090

 F2 P1091

 F2 P1303

Immagine 13 – Estratto catastale del Comune di Taino con l’area oggetto i inervento

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18

PIANO DI MANUTENZIONE E MANUALE D’USO

PIANO DI MANUTENZIONE

Tutte le opere sono state progettate con tecniche di ingegneria naturalistica. In genere tali opere, diversamente per esempio da quelle in calcestruzzo, tendono a migliorare le loro caratteristiche di funzionalità con il tempo per effetto della progressiva radicazione della componente vegetale. In generale pertanto il piano di manutenzione prevede verifiche alle opere realizzate soprattutto nel primo periodo. Vanno tuttavia precisate le seguenti due cose:

 le opere in legno sono comunque destinate al degrado in un arco temporale variabile (10-20 anni) a seconda delle condizioni in sito e delle dimensioni del legname impiegato. A quella data la vegetazione se non compromessa per altre cause, dovrebbe aver comunque sostituito nella funzione statico-drenante il manufatto in legno

 le opere in pietrame sono teoricamente di durata illimitata. Tuttavia, l’integrazione del materiale naturale con elementi quali reti, graffe ed altro, limita l’efficienza dell’opera alla durata di tali materiali. Essi sono realizzati con leghe solitamente piuttosto durevoli (almeno superiori ai 50 anni) ma l’azione di spinte o urti possono ridurne sensibilmente l’efficacia. Per tale motivo è importante per i gabbioni, porre il materiale in maniera ordinata a modi muro a secco in modo tale da ridurre al minimo le spinte sulla gabbia esterna. Inoltre, nelle porzioni esposte al transito della corrente si dovrà porre un doppio strato di rete protettiva.

 l’evoluzione dei fenomeni geomorfologici rende ragione della necessità di un controllo puntuale e sistematico del bacino in particolare per quanto attiene:

o condizioni di deflusso;

o erosioni spondali;

o apporti di materiale detritico;

o condizioni del bosco;

o condizioni statiche e degradative dei manufatti esistenti;

o innesco di nuovi movimenti gravitativi.

Tale controllo, una volta operato direttamente dalla popolazione locale durante le quotidiane attività agro-forestali, andrebbe sistematizzato almeno due volte all’anno con compilazione di un report tecnico e relativa documentazione fotografica.

Si ritiene indispensabile svolgere un’azione di controllo ad intensità decrescente con il tempo nell’arco dei primi anni di vita delle opere secondo le seguenti specifiche.

OPERA OGGETTO VERIFICA SCADENZA

ULTIMA VERIFICA FREQUENZA NOTE

Palificate

Verifica della tenuta del materiale di

costipamento 1 anno 8 volte anno, mensile periodo fra

Aprile e Novembre compresi In aggiunta, dopo eventi intensi

Verifica dell’avvenuto pieno

attecchimento del materiale vegetale 1 anno

2 volte anno Maggio e Settembre del primo

anno vegetativo

Verifica del corretto funzionamento

dei drenaggi ove previsti 1 anno

2 volte anno Maggio e Settembre del primo

anno vegetativo

Opere di

regimazione Corretto deflusso, integrità opera Perenne

2 volte anno Primavera – autunno prima del

periodo più piovoso

In aggiunta, dopo eventi intensi

Drenaggi Verifica del corretto funzionamento Perenne

2 volte anno Primavera – autunno prima del

periodo più piovoso

(19)

19

OPERA OGGETTO VERIFICA SCADENZA

ULTIMA VERIFICA FREQUENZA NOTE

Opere di contenimento

dell’erosione

Verifica attecchimento del postime 1 anno

2 volte anno Maggio e Settembre del primo

anno vegetativo

Verifica corretto adattamento della biostuoia sul terreno e di tenuta delle

zanche di ancoraggio 1 anno 8 volte anno, mensile periodo fra

Aprile e Novembre compresi In aggiunta, dopo eventi intensi

MANUALE D’USO

Non trattandosi di opere destinate ad un uso non è prevista alcun manuale d’uso.

(20)

20

CRONOPROGRAMMA

OPERAZIONE SETTIMANA 1 SETTIMANA 2 SETTIMANA 2

Allestimento X X X

Interventi selvicolturali X X X X X X X

Briglie X X X X X

OPERAZIONE SETTIMANA 4 SETTIMANA 5 SETTIMANA 6

Briglie X X X X X X X X X X

Protezioni spondali X X X X X

OPERAZIONE SETTIMANA 7 SETTIMANA 8 SETTIMANA 9

Protezioni spondali X X X X X X X X X X X X

Opere di IN X X X

OPERAZIONE SETTIMANA 7 SETTIMANA 8 SETTIMANA 9

Opere di IN X X X X X X X X X X

Opere accessorie X X X X X

(21)

21

A) LAVORI

1) Lavori a misura 34,485.60

2) Lavori a corpo 35,540.33

3) Lavori in economia 0.00

a) IMPORTO LAVORI A BASE DI GARA 70,025.93

1) Oneri per i piani di sicurezza a misura 0.00

2) Oneri per i piani di sicurezza a corpo 3,471.62

3) Oneri per i piani di sicurezza in economia 0.00

b) IMPORTO ONERI PER ATTUAZIONE DI P.d.s. 3,471.62

A) IMPORTO LAVORI DA APPALTARE (a+b) 73,497.55

B) SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE

1) Imprevisti 1,237.30

2) Espropri 0.00

3) spese tecniche 12,750.00

a) progettazione esecutiva € 4,500.00 b) DL e contabilità lavori € 4,500.00 c) coordinamento sicurezza (PSC+CSE) € 2,000.00 d) prestazioni spec. ed access. € 1,500.00 e) contributo previdenziale 2% € 250.00

4) spese collaudi o certificato di regolare esecuzione 1,275.00

a) collaudo statico € 0.00 b) collaudo tecnico amm. in corso d'opera € 750.00

c) emissione del certificato di regolare esecuzione 500.00

d) contributo previdenziale 2% € 25.00

5) Spese per pubblicità 0.00

6) Fondo per accordi bonari 2,204.93

7) Incentivi e spese per la progettazione ex art. 18 L.109/94 e s.m.i. 1,469.95

8) IVA 19,254.96

a) IVA sui lavori al 22% € 16,169.46 b) IVA su spese tecniche e simili22% € 2,805.00 c) IVA sulle spese per collaudi al 22% € 280.50

B) TOTALE SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMMINISTRAZIONE 38,192.14

IMPORTO TOTALE DEL PROGETTO (A+B) 111,689.69

QUADRO ECONOMICO ESECUTIVO

(22)

22

VERIFICA STATICA BRIGLIA

RIFERIMENTO ALLA BRIGLIA N° 5 – VALUTAZIONE CORPO BRIGLIA E FONDAZIONE

peso sp. acqua (N/m3) 10000

peso sp. mat. (N/m3) 1620 altezza gaveta: h (m) 0,5 altezza corpo: z(m) 1,00

coronamento: s (m) 1

base corpo: B(m) 9

base fondazione: Bf (m) 4,00 altezza fondazione: zf (m) 0,30 sporto monte:sm(m) 0,5 sporto valle: sv(m) 1,50 coeff. attrito:fmur 0,70 coeff. attrito terreno: fterr 0,40 coeff. riduz.sottosp.: m 0,80

DATI

Forze (N) bracci (m) Momenti (N m)

P1 (N) 1620 2,00 3240,00

P2 (N) 6480 5,17 33480,00

P3 (N) 3333,333333 2,00 6666,67

P4 (N) 40000 7,83 313333,33

P5 (N) 40000 6,50 260000,00

P6 (N) 1944 2 3888,00

P7 (N) 7500 10,75 80625,00

ST (N) (neg.) 24000 - -

somma 76877,33 701233,00 stab.

S1 (N) 5000 0,80 4000,00

S2 (N) 5000 0,63 3166,67

ST (N) - 2,67 64000,00

somma 10000,00 71166,67 destab.

CORPO + FONDAZIONE

Gsc 3,08

Grib 9,85

u (m) 8,196

e (m) -3,696

b/3 (m) 1,333

sigma valle (MPa) -0,087 sigma monte (MPa) -0,019 sigma valle (MPa) 0,006 sigma monte (MPa) 0,000

CORPO+FONDAZIONE

RISULTATI

(23)

23

INDICE

PREMESSA - INCARICO ... 1

ASPETTI GEOGRAFICI E AMBIENTALI ... 2

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO e TERRITORIALE ... 2

PIANIFICAZIONE SOVRAORDINATA ... 3

VINCOLI ... 4

INQUADRAMENTO AMBIENTALE ... 5

ASPETTI CLIMATICI ... 5

GEOLOGIA E GEOMORFOLOGIA ... 6

ASPETTI VEGETAZIONALI ... 7

IDROLOGIA ... 8

GENERALITA’ ... 8

LINEA DI POSSIBILITA’ PLUVIOMETRICA ... 8

STIMA DEL VALORE DI CN ... 9

Il TEMPO DI CORRIVAZIONE ... 9

CALCOLO DELLA PORTATA DI PROGETTO ... 10

PROGETTO ... 13

INDIRIZZI GENERALI ... 13

OPERE DI REGIMAZIONE ... 13

PENDENZA DI SISTEMAZIONE ... 14

BRIGLIE ... 14

BRIGLIE IN GABBIONI ... 15

ALTRE OPERE ... 15

MITIGAZIONI E COMPENSAZIONI ... 16

PIANO DI OCCUPAZIONE... 17

PIANO DI MANUTENZIONE E MANUALE D’USO ... 18

PIANO DI MANUTENZIONE ... 18

MANUALE D’USO ... 19

CRONOPROGRAMMA ... 20

VERIFICA STATICA BRIGLIA ... 22

INDICE ... 23

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