INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
IPOOSSIEMIA: PaO2 < 55-60 mmHg IPERCAPNIA: PaCO2 > 45 mmHg
• In relazione ai gas coinvolti e al compenso metabolico possiamo parlare di:
• I.R parziale (ipoossiemia)
• I.R. globale (ipoossiemia ed ipercapnia)
• Compensata pH normale
• Scompensata pH acido
FISIOPATOLOGIA RESPIRATORIA
All’ipoossiemia può associarsi o meno l’ipercapnia (PaCO2 > 45 mmHg):
•
Ipoossiemia + Ipercapnia = Insufficienza respiratoria globale
•
Ipoossiemia senza Ipercapnia =
Insufficienza respiratoria parziale
Insufficienza Respiratoria→Terapia
•
Terapia farmacologica
•
Ossigenoterapia
•
Ventilazione meccanica (In particolare se
coesiste ipercapnia)
Cascata dell’Ossigeno
Pressione parziale di Ossigeno in mmHg
150
105
98
40 40
159,7
0 20 40 60 80 100 120 140 160
Atmosfera Trachea Alveoli Arteria Tessuti Vena
Curva di dissociazione dell’emoglobina
Ossigenoterapia
Obiettivo primario della Ossigenoterapia è
quello di correggere la severa ipoossiemia
arteriosa e prevenire il danno ipoossico
tissutale aumentando il contenuto in O
2nel
sangue arterioso e, nello stesso tempo,
ridurre il lavoro cardiopolmonare per
trasportare l’Ossigeno dall’atmosfera alle
cellule
.Ossigenoterapia
Per valutare l’effettiva entità dello scambio gassoso soprattutto in corso di Ossigenoterapia, è
necessario ricorrere al rapporto PaO2/FiO2 (P/F)
P/F Scambio gassoso
>400 Normale
300-400 Alterato
200-300 Molto alterato
<200 Gravemente alterato
Indicazioni alla Ossigenoterapia in acuto
PaO2<60 mmHg e SaO2<90%
Arresto cardiaco e/o respiratorio
Severo broncospasmo, insufficienza cardiaca o altra patologia cardiopolmonare instabile clinicamente
Bassa portata cardiaca e acidosi metabolica
• Da valutare:
– Infarto miocardico non complicato – Dispnea senza ipoossiemia
– Angina
Ossigenoterapia a lungo termine (in cronico)
Lo scopo della Ossigenoterapia a
lungo termine è quello di prevenire o
rallentare la progressione delle
complicanze indotte dalla ipoossiemia
sulle sezioni cardiache di destra.
Ossigenoterapia a lungo termine
CONTINUA
DURANTE SFORZO
NOTTURNA
Ossigenoterapia a lungo termine
Documentata e persistente ipoossiemia:
rilevazioni successive (GAA)
paziente in condizioni stabili ed a riposo da almeno 1 ora.
terapia medica ottimale
certificazione e prescrizione specialistica
Ossigenoterapia a lungo termine
CONTINUA (per almeno 18 ore/die)
PaO2 ≤ 55 mmHg o SaO2 ≤ 88%, oppure
PaO2 =56-59 mmHg o SaO2 ≤ 89%, con – Scompenso cardiaco dx recidivante
– Cardiopatia ischemica sottostante – Cuore polmonare cronico
– Ematocrito elevato (>56%)
Ossigenoterapia da sforzo
Il beneficio immediato dell’Ossigenoterapia è quello di ridurre la dispnea e migliorare la tolleranza allo sforzo.
Il flusso di O2 da erogare sarà determinato facendo effettuare uno sforzo corrispondente, per entità, alle normali attività quotidiane del Paziente e facendo in modo che la SaO
2sia
>90%.
Ossigenoterapia da sforzo
•L’INDICAZIONE E’ CONTROVERSA.
• WALKING TEST ( è l’esame più simile alle attività fisiche normalmente svolte dal paziente ed è il meglio tollerato). Per i pazienti già in Ossigenoterapia nei quali si rileva una desaturazione sotto sforzo, è opportuno incrementare il flusso di O2 erogato per mantenere la SaO2>90%.
COSTO = Spesa, Compliance paziente BENEFICIO Miglior prognosi e qualità di vita
6m-Walking test
Ossigenoterapia da sforzo
LA SOMMINISTRAZIONE DI OSSIGENO DURANTE ESERCIZIO FISICO:
•
aumenta la tolleranza allo sforzo
• riduce la dispnea
• riduce la richiesta ventilatoria
• previene l’incremento della pressione
arteriosa polmonare
Ossigenoterapia notturna
PaO2 ≤ 55 mmHg o SaO2 ≤ 88% durante il sonno ed evidenza di cuore polmonare, eritrocitosi, o dimostrazione di compromissione fisica o mentale attribuibile ad ipoossiemia notturna
Ipoossiemia correlata al sonno, corretta da somministrazione di Ossigeno
Ossigenoterapia notturna
Rilevare la saturazione emoglobinica durante il sonno tramite pulsossimetria notturna transcutanea
Sono considerati significativi episodi con SaO2 <
al 90%, che abbiano una durata di almeno 3 minuti e che interessino almeno il 10% della durata totale del sonno.
Da ripetere la registrazione durante Ossigenoterapia per dimostrare la correzione degli eventi desaturativi
Ossigenoterapia domiciliare a lungo termine
Nei pazienti con ipoossiemia persistente sono necessari tempi di somministrazione quasi continui e, comunque, non inferiori alle 18 ore/die.
In quelli con desaturazioni notturne la O2T sarà limitata alle ore del sonno,
Nei pazienti con desaturazione sotto sforzo, sarà limitata alle fasi di sforzo, oppure se già in Ossigenoterapia, il flusso dovrà essere aumentato durante esercizio fisico.
Ossigenoterapia domiciliare a lungo termine
Aumenta la sopravvivenza
Riduce la poliglobulia secondaria
Aumenta tolleranza allo sforzo, riduce la dispnea, migliora la qualità di vita sia come prestazioni fisiche che come possibilità di vita di relazione.
Migliora le funzioni neuropsichiche
Permette la riduzione del numero e della frequenza dei ricoveri ospedalieri
Fonti di Ossigeno
Gassoso
Bombole contenenti Ossigeno gassoso compresso a 200 bar
Fonti di Ossigeno
Liquido:
gas liquefatto refrigerato possibilità di stoccare grosse quantità di prodotto rispetto al gassoso Un solo litro di gas liquefatto refrigerato,
evaporando genera centinaia di litri di gas.
1 LITRO DI GENERA
OSSIGENO liquido 870 litri di gas (0,87 metri cubi)
Fonti di Ossigeno
Liquido
I contenitori criogenici contengono ossigeno liquido (- 183°C) ma erogano ossigeno
gassoso a pressione e temperatura ambiente
Fonti di Ossigeno
LIQUIDO
Dispositivo portatile (stroller), autonomia in relazione a
flusso erogato, senza
dispersione e pieno al 100%.
Es: Capacità 1,2 L
L/min 0.5 1 2 3 4 5 6
Ore autonomia 22 11 8 6 4 3 2
Fonti di Ossigeno
Concentratori
Fonti di Ossigeno
Fonte Vantaggi Svantaggi
Gassoso Basso costo Poca autonomia.
Peso elevato, ingombrante.
Uso solo domiciliare Liquido Autonomia prolungata.
Dispositivo portatile
(Rete di rifornimento)
Concentratori Non rifornimento periodico Spostabile
Manutenzione (filtri)
Sistemi di erogazione
Occhialini
Maschere facciali
Maschere di Venturi
Cannule o “occhialini”
nasali
FiO2= 20 + (Litri di O2 x 4)
Maschera di Venturi
Valvole di Venturi
Valvole di Venturi
aria Ossigeno aria
Il flusso di Ossigeno passa attraverso una sezione ridotta con accelerazione delle particelle e riduzione della
pressione con conseguente richiamo di aria dall’esterno
Rischi dell’Ossigenoterapia.
La tossicità dell’O2 è legata alla produzione di radicali ossidanti altamente reattivi, la prolungata esposizione ad alti flussi di O2 determina una saturazione del sistema degli antiossidanti che sfocia in una serie di manifestazioni cliniche, variabili per gravità, che comprendono:
irritazione tracheobronchiale,
inibizione della clearance mucociliare, edema,
atelettasia da riassorbimento fino al danno alveolare diffuso.
Normalmente tale tossicità non si verifica quando vengono erogati bassi flussi di Ossigeno.
Rischi dell’Ossigenoterapia.
L’O2 può provocare ritenzione di gas carbonico fino all’acidosi respiratoria ed alla carbonarcosi.
Anche tale complicanza è poco comune quando vengono erogati bassi flussi di O2. E’ bene erogare un flusso di O2 che mantenga la PaO2 tra 60 e 65 mmHg, se presente ipercapnia occorre effettuare controlli emogasanalitici seriati per cercare un adeguato compromesso fra ritenzione di CO2 accettabile e SaO2>90%.
Ventilazione meccanica per incrementi pericolosi di CO2 ed acidosi
Rischi dell’Ossigenoterapia.
Incendio ed esplosione. Con i moderni metodi di somministrazione è possibilità remota, è comunque fondamentale educare i Pazienti, i familiari e gli operatori sanitari ad evitare assolutamente di fumare in presenza di fonti di Ossigeno.
Ventilazione meccanica
• Migliorare lo scambio gassoso e la ventilazione alveolare
PaCO2
PaO2
• Migliorare il pattern respiratorio
Frequenza respiratoria
Volume corrente
• Ridurre il lavoro dei muscoli respiratori