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Verbale n. 136 Seduta del 15 maggio 2012

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X LEGISLATURA

VI COMMISSIONE PERMANENTE

(Ricerca scientifica e tecnologica, istruzione, beni e attività culturali, identità linguistiche e culturali, spettacolo e manifestazioni, attività ricreative e sportive, politiche giovanili, politiche della pace, della solidarietà e dell’associazionismo e ordinamento della comunicazione)

Verbale n. 136

Seduta del 15 maggio 2012

Presenti Assenti

Piero CAMBER Presidente

Enore PICCO Vicepresidente

Paolo MENIS Vicepresidente

Roberto NOVELLI Segretario

Enio AGNOLA

Roberto ANTONAZ

Roberto ASQUINI

Edouard BALLAMAN - -

Massimo BLASONI

Giorgio BRANDOLIN

Paride CARGNELUTTI

Paolo CIANI

Franco CODEGA

Pietro COLUSSI

Franco DAL MAS - -

Luigi FERONE

Igor GABROVEC

Danilo NARDUZZI

Alessia ROSOLEN - -

Edoardo SASCO

Alessandro TESOLAT - -

Piero TONONI

Edouard BALLAMAN sostituito da FERONE

Alessia ROSOLEN sostituita da FERONE

Franco DAL MAS sostituito da CAMBER

Alessandro TESOLAT sostituito da SASCO

TOTALE 18 5

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Il giorno 15 maggio 2012, alle ore 14.30 nell’Aula del Consiglio regionale, si riunisce la VI Commissione per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno:

- audizioni in merito al testo unificato proposto dal Comitato ristretto e ai relativi progetti di legge n.

158, 165 e 189 riguardanti le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e l’associazionismo

Il PRESIDENTE CAMBER, accertata la sussistenza del quorum costitutivo, apre la seduta alle ore 14.45, ricordando che sono a disposizione i verbali delle sedute precedenti i quali in mancanza di osservazioni saranno da considerarsi approvati. Sono presenti, oltre all’Assessore Molinaro, i seguenti soggetti (si allega il foglio presenze):

ANFASS FVG ANTEAS FVG Arci Nova

Associazione Il focolare

Associazione rappresentativa delle Proloco regionali, UNPLI Centro Servizi Volontariato

Coordinamento Associazioni disabili di Udine e Gorizia Coordinamento Regionale Associazioni Down

Movimento di volontariato italiano FVG Nuovi oratori italiani

Giorgio Volpe, componente del Comitato regionale volontariato Elisa Barazzutti, componente del Comitato regionale volontariato

Prende la parola il rappresentante dell’ANFASS che dà lettura della memoria allegata.

Interviene il rappresentante dell’ANTEAS secondo il quale i tre progetti di legge e il testo unificato non chiariscono le modalità di esercizio delle funzioni da parte del Comitato. In particolare anche le funzioni appaiono ridotte in rapporto alle stesse previste dalla legge 12. E’ indispensabile che il comitato si raccordi e collabori con le reti di volontariato. Per quanto concerne il registro, osserva che la validità di tre anni dell’iscrizione al registro è un termine che non dovrebbe sussistere visto che ogni associazione autodetermina la propria esistenza e non pone a priori alcun momento in cui cessa di esistere. Il problema dell’aggiornamento del registro con dati certi deve dipendere dalle associazioni stesse le quali devono essere corresponsabili assieme alle istituzioni.

E’ la volta della rappresentante dell’Arci Nova la quale concorda con quanto detto dall’ANTEAS e chiede perché è stato previsto un terzo registro oltre ai due dedicati alle associazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale. Un terzo registro significherebbe dare anche a tutte le altre associazioni gli stessi vantaggi delle associazioni di volontariato.

Prendono quindi parola i rappresentati dei seguenti soggetti che danno lettura delle rispettive memorie allegate:

- Associazione rappresentativa delle Proloco regionali, UNPLI - Centro Servizi Volontariato

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- Associazione Il focolare

- Giorgio Volpe, componente del Comitato regionale volontariato - Coordinamento Associazioni disabili di Udine e Gorizia

- Coordinamento Regionale Associazioni Down - Movimento di volontariato italiano FVG

Il rappresentante dei Nuovi oratori italiani spiega che era loro intenzione partecipare solo come uditori.

Terminate le audizioni e non essendoci altri interventi il PRESIDENTE chiude la seduta alle ore 16.30.

Il PRESIDENTE Piero Camber

IL CONSIGLIERE SEGRETARIO Roberto Novelli

IL RESPONSABILE DELEGATO DI P.O.

Michela Boscolo

IL VERBALIZZANTE Enrico Tracanzan

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AGESCI – Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia

Memoria predisposta per l’audizione del 15.05.2012 inerente i disegni di legge riguardanti le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e l’associazionismo.

Ringraziamo innanzitutto per l’opportunità offertaci da questa audizione, rammaricandoci di non poter essere fisicamente presenti, causa impegni di lavoro.

Nel preparare questa breve memoria, ci siamo a più riprese confrontati con gli amici del MoVi Regionale, condividendo pensieri e conclusioni. In generale, ci riteniamo in accordo rispetto il loro intervento, ed intendiamo sottolineare con questo documento solo alcune particolari attenzioni che più ci coinvolgono come Associazione. La nostra identità al momento è particolare perché – mentre a livello nazionale l’Agesci Comitato regionale Friuli Venezia Giulia è iscritta al registro APS come articolazione territoriale dell’Agesci – a livello regionale questo passaggio è ancora in divenire, e – per una serie di motivi – l’Agesci Comitato Regionale FVG risulta iscritta nel registro delle organizzazioni di volontariato.

Di seguito, in sintesi, alcune osservazioni che desideriamo portare alla vostra cortese attenzione, ordinate per temi:

1. Settori del registro delle organizzazioni di volontariato (capo II, art. 4 c.2 testo unificato) e finalità della promozione sociale (capo III, art. 19 c. 2 testo unificato).

Questi articoli costituiscono una sorta di “elenco” delle competenze riconosciute alle OdV e alle APS: in entrambi risulta assente il settore o la finalità “educativi” (educazione e formazione della persona), che sono invece la peculiarità della nostra associazione. Riteniamo utile suggerire l’inserimento, almeno nell’articolo 19, dell’l’ambito di attività “educativo”, il cui scopo è ben distinto da tutti gli altri elencati e di fondamentale importanza dal punto di vista umano e sociale.

Inoltre sull’ articolo 18 , ci sembra opportuno modificare, ampliando, la descrizione del punto “g”

facendola divenire:

“g) sostenere le attività di carattere sociale, di tutela dei diritti civili secondo i principi di non discriminazione e pari opportunità.”

Crediamo infatti che le pari opportunità debbano essere garantite non solo tra uomini e donne, ma tra tutti gli esseri umani, indipendentemente dalle differenze di genere, di condizioni di salute, stato sociale, credo religioso, etc.

2. Rappresentanza

Condividiamo la proposta di un Comitato Unico di OdV e APS, che avrebbe a nostro avviso due vantaggi:

a. creare una rete costruttiva tra OdV e APS, costituendo quindi un valore aggiunto all’interazione tra le due realtà.

b. permettere una riduzione di comitati e in generale di “tavoli” e luoghi decisionali, che ci paiono “abbondare”in questo disegno di legge, rischiando di portarci a un’eccessiva frammentazione.

Apprezziamo molto e sosteniamo la proposta di una Presidenza “diarchica” (art. 5 comma 7 bis dell’ipotesi alternativa), che preveda un esercizio paritario e collegiale delle funzioni di Presidenza del Comitato congiunto tra un rappresentante della Giunta Regionale e un rappresentante delle

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associazioni. Con l’attenzione che la presidenza possa essere prevista alternativamente le OdV che per le APS (per i quali al momento è prevista la sola carica di VicePresidente).

Se permarrà invece l’ipotesi di Comitati distinti, chiediamo una revisione della rappresentanza nel Comitato delle APS (art. 21 testo unificato), che non ci pare adeguata se lasciata come è ora in capo a tre “esperti” nominati dall’Assessore.

In generale, inoltre, chiediamo che a questi Comitati sia riconosciuto un reale ruolo propositivo e costruttivo di politiche condivise, e non un mero ruolo consultivo.

3. Iscrizione e permanenza nei Registri

Rispetto all’iscrizione e alla conferma di iscrizione nei registri, proponiamo che siano pensate modalità semplici (soprattutto per la riconferma triennale), che non costituiscano un appesantimento burocratico né per gli uffici regionali, né per le stesse OdV e APS.

4. Capo IV

Condividiamo con molte altre associazioni le perplessità rispetto a questa parte della legge:

crediamo che l’inserimento di questo Capo apra una serie di problematiche che non possano essere affrontate in una legge che è soprattutto finalizzata a garantire la solidarietà e la cooperazione sociale.

Per tutto quanto non esplicitato, condividiamo e sottoscriviamo l’intervento del rappresentante del MOVI FVG, sig. Giorgio Volpe.

Rimaniamo a disposizione per future collaborazioni, e disponibili a integrare queste brevi osservazioni con ulteriori proposte.

Saluti cordiali

Udine, 15.05.2012

I Responsabili Regionali AGESCI FVG

Barbara Chivilò Mario Padrin

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CLUB DI PAPILLON DEL FRIULI VENEZIA GIULIA VIALE VENEZIA 281/A 33100 UDINE

Alla c.a. Presidente VI Commissione permanente Regione FVG, Pietro Camber

Nota Scritta osservazioni sul testo unificato progetti legge organizzazioni di volontariato.

In qualità di Delegato del Club di Papillon del Fvg, mi pregio mandarVi alcune note relative al progetto di legge riguardante le organizzazioni di volontariato. Il Club di Papillon è un’associazione nazionale che ha come finalità la riscopertadell’originalità di una cultura popolare attraverso il gusto. Il Club è stato fondato dal critico

enogastronomico Paolo Massobrio e oggi è un movimento di consumatori con migliaia di e decine di sedi dislocate nelle principali regioni italiane. Ogni club locale ha vita propria e organizza, nell’ottica di favorire un legame sempre più stretto con il territorio, incontri dedicati al gusto a 360°: dai corsi di cucina e di degustazione di vini, a serate culturali e tematiche incentrate su argomenti enogastronomici.

Un gruppo di amici della nostra regione si è trovato a partecipare ad un convegno di enogastronomia proposto dal Club di Papillon al Meeting di Rimini, nel quale

emergeva la ricerca del gusto dettato non da una istintività, ma da una passione per tutto ciò che è più vero e saporito. Visto che questa era un approccio che ci colpiva, ci siamo detti: perché non proporre ad altri nostri amici questo “metodo”?

Ci è parso bello e intelligente proporlo indistintamente a tutte le persone che abitano nella nostra bella regione; in ogni provincia ci sono luoghi, uomini, prodotti da valorizzare e gustare assieme.

I momenti aggregativi dei Club di tutta Italia si chiamano “Giornate di Resistenza Umana” sono organizzati nelle diverse regioni e costituiscono un omaggio a quelle persone che “resistono” nel produrre la qualità enogastronomica in luoghi spesso poco conosciuti o poco frequentati dal turismo e dal grande pubblico. Anche nella nostra regione esistono questi luoghi. Le “Giornate” così intese hanno anche la finalità di evocare la bellezza di un luogo, la storia, l’arte, la musica, la poesia: tutto ciò che un territorio ispira accanto al gusto.

Un altro appuntamento fisso per i soci del Club è costituito da Golosaria, che è un evento nazionale dedicato al meglio delle segnalazioni recensite su il Golosario.

A questa manifestazione partecipano gli espositori che per Papillon esprimono il massimo della qualità del piccolo artigianato alimentare italiano; ha lo scopo di favorire l’incontro tra il mondo della produzione e i consumatori, che sono sempre più attenti a capire il lavoro che sta dietro le quinte delle produzioni di qualità. Il Friuli Venezia Giulia partecipa ogni anno con decine di aziende.

I soci del Club di Papillon ricevono una serie di originali pubblicazioni sempre sul tema della ricerca del gusto in cucina e a tavola.

Da anni è in atto una mutazione delle forme organizzative delle pubbliche amministrazioni a qualsiasi livello, da quello centrale a quello locale: amministrazione di risultati, partnership pubblico-privati, amministrazione per accordi, sono solo alcune delle parole chiave di questo processo.

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In tale contesto, i servizi persona occupano certamente un ambito di rilevante interesse per le amministrazioni locali, tenuto conto della mutata composizione sociale della nostra società e di una richiesta sempre maggiore, sia per quantità che per qualità dei tradizionali servizi di welfare e non solo. I cambiamenti in corso e la crisi attuale, suggeriscono, a tutti i livelli di governo e segnatamente a quelli titolari delle relative funzioni amministrative, di innovare e sperimentare recependo il patrimonio di esperienza che è presente e attivo sul proprio territorio e valorizzando le reti del privato sociale che si vanno strutturando. E’ urgente quindi ripensare agli strumenti di raccordo tra terzo settore e pubblica amministrazione nell’attuazione delle politiche sociali tenendo conto della specificità di tali servizi; occorre in altri termini, innanzitutto, rinsaldare quell’alleanza strategica con il privato sociale cosicché amministrazioni pubbliche e terzo settore concorrano responsabilmente, ciascuno secondo i propri compiti, funzioni e autonomia e preservando le proprie specificità, nell’attuazione delle politiche per il bene comune. Le linee guida hanno come obiettivo la valorizzazione del terzo settore, nell’ambito della gestione, della sperimentazione e della promozione dei servizi alla persona, a maggior ragione quando ciò avvenga attraverso forme di regolazione delle reti locali composte da attori diversi (enti locali, aziende sanitarie, terzo settore, ma anche soggetti for profit). Il principio della sussidiarietà orizzontale deve trovare la sua più ampia espressione, interessando anche i livelli della programmazione, progettazione e realizzazione della rete delle unità di offerta sociali e sociosanitarie. Uno degli strumenti per l’affermazione di questo ruolo è dato dalla costituzione dei tavoli appositamente regionale e locali di consultazione del terzo settore. Anche il comparto agro-alimentare e le associazioni di consumatori di cui Club di Papillon del Fvg fa parte, ha lo scopo di rendere uniformi sul territorio regionale le forme di collaborazione tra aziende e enti locali con i soggetti del terzo settore nell’ambito dei cosiddetti “servizi alla persona”. E’ auspicabile che, in un sistema di welfare sempre più orientato alla domanda e modellato sui bisogni della persona e della famiglia, venga promossa e sviluppata sia a livello regionale che locale una sussidiarietà circolare finalizzata a dare risposte appropriate mirate ai bisogni, realizzando nuove forme di collaborazione tra gli enti profit, non profit e pubblica amministrazione che consentano di reperire nuove risorse per lo sviluppo del sistema e dei soggetti del Terzo settore.

Ed è proprio nella materia delle collaborazioni tra terzo settore e pubblica amministrazione ( e parti sociali) che possono già trovare concrete attuazioni prime forme di sperimentazioni di sussidiarietà circolare, caratterizzate dalla partecipazione attiva dei diversi ruoli della Pubblica amministrazione, dei soggetti non profit e dei soggetti profit.

I principi generali comunitari a tutela della concorrenza del mercato e per il mercato si applicano anche nel settore dei servizi sociali e sociosanitari tutte le volte che il soggetto pubblico si avvale nell’erogazione del servizio di soggetti privati che operano in un potenziale mercato.

Le collaborazioni tra pubbliche amministrazioni e Terzo settore deve inevitabilmente fare i conti con la riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione, attuata attraverso le riforme costituzionali del 1999 e del 2001, da cui discendono rilevanti novità che assegnano non più soltanto al legislatore statale le maggiori responsabilità per determinare la crescita del Terzo settore, ma pongono le premesse perché sia sempre la dimensione regionale il luogo privilegiato per sperimentare nuove ed originali modalità di intervento dei soggetti del Terzo settore e per razionalizzare, semplificare e regolamentare i rapporti tra soggetti del Terzo settore e Pubblica amministrazione.

Uno degli aspetti centrali della riforma del Titolo V è rappresentato dal capovolgimento dell’originario impianto costituzionale di ripartizione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Allo Stato, infatti, è riservata la potestà

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esclusiva e quella concorrente con le Regioni in relazione ad un elenco espresso di materie; questo comporta anzitutto una «restrizione» dell’area della legislazione sta- tale alle sole norme indicate nell’articolo 117, secondo comma della Costituzione.

I rapporti tra la pubblica amministrazione ed i soggetti del terzo settore sono finalizzati alla corresponsabile costruzione di un sistema di risposte alle esigenze di servizi e di interventi espressi dalle persone, dalle famiglie e dalla comunità nel contesto della programmazione e delle scelte compiute a livello regionale, locale e sovra comunale all’interno dei piani di zona.

Il Club di Papillon, attento sempre alle esigenze vere che emergono dalla società e dalle persone che hanno a cuore il bene comune, vede favorevolmente ogni iniziativa atta a favorire la collaborazione tra enti e pubblica amministrazione.

Enrico Berti

Delegato Regionale Club di Papillon del FVG Udine 14 maggio 2012

udine@clubpapillon.it

tel cel. Delegato Regionale Berti Enrico 348/1466429

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e-mail: comprovcoorddisabud@yahoo.it

Osservazioni e proposte Comitato Provinciale di Coordinamento delle Associazioni delle persone Disabili sulla proposta di Legge Regionale

sul Volontariato.

Il volontariato in Friuli Venezia Giulia rappresenta una realtà di grande rilevanza sia sotto il profilo quantitativo sia, soprattutto, per quanto riguarda il ruolo sociale svolto nella nostra regione.

La proposta di revisione della Legge Regionale n.12 del 1995 si configura come un'occasione per una riflessione condivisa sull'evoluzione che questo mondo ha vissuto nei 17 anni trascorsi. L'approvazione di questa normativa deve avere come approdo finale un quadro normativo aggiornato e capace di rispondere alle nuove esigenze, ma che salvaguardi e valorizzi i principi fondamentali alla base del volontariato: la gratuità, la solidarietà, la sussidiarietà e l'autonomia.

Muovendo da queste considerazioni, vi sono alcuni punti che, nel disegnare una nuova legge per questo settore, ci appaiono prioritari.

AUTONOMIA E RAPPRESENTANZA

Per favorire la partecipazione dei cittadini, salvaguardare il pluralismo

dell'universo associazionistico e garantire il ruolo di stimolo che il mondo del volontariato deve avere nei confronti delle istituzioni e dei servizi pubblici (rispetto ai quali non deve mai essere sostitutivo nell'erogazione dei servizi), appare indispensabile valorizzarne l'autonomia e l'autodeterminazione, al di fuori dell'influenza di logiche partitiche e di schieramento.

In quest'ottica il volontariato deve avere a tutti i livelli rappresentanze autonome, frutto di processi democratici partecipati e non di nomine dall'alto.

La composizione del Comitato regionale del volontariato e le regole del suo funzionamento (così come quelle degli altri organismi di governance del settore) devono assicurare pari dignità tra le rappresentanze istituzionali e quelle espressione del mondo del volontariato.

Va garantita una gestione più partecipata dei Centri di servizio per il volontariato, potenziando il ruolo delle associazioni nella fase di programmazione e di controllo dell'attività.

PROMOZIONE DI RETI

La normativa deve favorire e incentivare la collaborazione tra associazioni e

Comitato Provinciale Coordinamento fra Associazioni Disabili di Udine.doc

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Comitato Provinciale Coordinamento fra Associazioni Disabili di Udine.doc

tra associazioni e istituzioni pubbliche, stimolando la costruzione di progetti condivisi tra più realtà e la messa in rete di competenze e risorse.

ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE

Appare opportuno che all'interno della normativa quadro sul volontariato venga disciplinato anche il tema delle associazioni di promozione sociale che, pur avendo una propria specificità, rappresentano una realtà vicina e affine a quella del volontariato.

Inoltre il Comitato ritiene necessario e opportuno fare una ulteriore distinzione tra Associazioni di volontariato libero e Associazioni di volontariato che offrono servizi in convenzione.

Diffidiamo, altresì, da grosse organizzazioni eterogenee che sotto la dicitura del volontariato mirano a ben altre finalità.

Trieste, 15 maggio 2012

(Audizione presso la VI Commissione Permanente del Consiglio Regionale.)

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FORUM DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI

DELLA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA - ONLUS via Treppo, 3 - 33100 UDINE

Al Presidente della VI Commissione Permanente del Consiglio Regionale del Friuli Venezia Giulia

PIERO CAMBER Piazza Oberdan, 6 Trieste

Il Forum delle Associazioni familiari della regione Friuli Venezia Giulia ha preso in esame il contenuto del Testo Unificato proposto dal comitato ristretto, istituito in seno alla VI Commissione Consigliare, relativo ai progetti di Legge n. 158, 165 e 189 riguardanti le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e l’associazionismo e ha espresso le seguenti considerazioni.

Giustamente vengono individuate due categorie ben distinte di associazioni, quelle di Volontariato e quelle di Promozione Sociale precisandone compiti e valori. Tutto ciò, nel rispetto dei singoli ruoli, rappresenta un punto importante per promuovere lo sviluppo e la coesione sociale.

Si giudica positivamente l’istituzione dei due specifici Fondi, quello per il Volontariato e quello per la Promozione Sociale, destinati a finanziare le iniziative di formazione, aggiornamento e utilità sociale e si auspica nel contempo l' estensione dell' utilizzo del Fondo di Rotazione, così come ideato per il volontariato, anche per l' Associazionismo di Promozione Sociale.

Per il miglioramento del testo, vengono formulate alcune proposte in particolare modo riguardo il CAPO III - LE ASSOCIAZIONI DI PROMOZIONE SOCIALE

1)

Art.19 (Valore della promozione sociale) punto 1.

Si propone di integrarlo con il seguente testo:

La Regione Friuli Venezia Giulia riconosce il ruolo dell'associazionismo come

espressione di impegno sociale e di autogoverno della società civile.

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La Regione favorisce il pluralismo e l'autonomia delle associazioni e ne sostiene le attività, sia quelle rivolte agli associati che quelle rivolte all’intera collettività.

A tal fine la Regione, in armonia con i principi della Costituzione e della Legge 7 Dicembre 2000 n. 383, con la presente legge detta norme per la valorizzazione dell'associazionismo di promozione sociale quale espressione d'impegno e pluralismo della società civile.

Con la presente legge, la Regione detta altresì i principi generali che favoriscono i rapporti tra le istituzioni pubbliche e le associazioni di promozione sociale, nella salvaguardia dell'autonomia delle associazioni stesse.

2)

Art. 21 (Comitato regionale delle associazioni di promozione sociale)

Al fine di valorizzare i ruoli e le specificità dei soggetti, si auspica il mantenimento del testo che ipotizza la costituzione di un distinto Comitato delle Associazioni di Promozione Sociale, prevedendo nella sua composizione la partecipazione di cinque rappresentanti delle associazioni di promozione sociale indicati dalla loro Assemblea regionale.

3)

Art.36 (Accesso alle strutture e ai servizi pubblici) Migliorarlo/integrarlo con il seguente testo:

Le Regione, le Province, gli Enti Locali e gli altri soggetti pubblici possono concedere in comodato d’uso gratuito alle associazioni di volontariato e di promozione sociale iscritte ai rispettivi Albi regionali beni mobili ed immobili di loro proprietà sia per attività inerenti la vita associativa, sia per lo svolgimento di attività statutarie specifiche.

Cordiali saluti

Il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari del FVG Giancarlo Biasoni

Udine, 27 aprile 2012

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Il FOCOLARE onlus 34170 Gorizia Via C. Favetti, 24 Cod. Fisc. 01051480315

Spett.

VI Commissione permanente del Consiglio regionale

OGGETTO: audizione dd. 15.5.2012 in merito al testo unificato e ai relativi progetti di legge riguardanti le organizzazioni di volontariato, le associazioni di promozione sociale e l’associazionismo.

1. Preliminarmente, pare opportuno rendere nota a questa Commissione permanente del Consiglio regionale l’attività del Focolare o.n.l.u.s. con sede, attualmente, a Gorizia.

La predetta associazione è stata creata nel 2004 da un gruppo di amici spinti dal desiderio di dare una risposta concreta al problema dei bambini che vivono in situazioni familiari critiche.

A tal fine, abbiamo promosso la conoscenza dell’affido familiare, della possibilità dell’accoglienza giornaliera e ci siamo attrezzati per la gestione delle urgenze, a sostegno di diverse fasce d’età, dai bambini appena nati a ragazzini un po’ più grandi.

Abbiamo ricevuto in donazione, inoltre, una grande casa posta al centro di Tapogliano (UD), situata nella piazza principale del paese, che stiamo ristrutturando grazie anche ad un prezioso contributo della Regione. Tale casa verrà abitata da famiglie facenti parti dell’Associazione che riceveranno (o che già hanno) in affido uno o più bambini (oltre ai propri, naturalmente), sarà a disposizione anche per gli affidi giornalieri (ovvero, per il solo pomeriggio, generalmente dalla fine delle lezioni alla sera), al fine di garantire a questi bambini e ragazzi il calore di una famiglia e di una casa, in un contesto diverso da quello degli istituti e, inoltre, vi sarà un piccolo appartamento da destinarsi alla gestione delle situazioni di emergenza.

L’associazione è al fianco delle famiglie affidatarie (non soltanto quelle che abiteranno a nella casa di Tapogliano) con operatori volontari e con uno staff di professionisti (psicologi, pedagogisti ed educatori), per sostenerle nelle occasioni di difficoltà che ogni percorso di affido incontra e per promuovere attività di sensibilizzazione e di formazione permanente sui temi dei bisogni delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi.

Tale attività richiede, inevitabilmente, un lavoro “di rete” che implica il coinvolgimento dell’Associazione con i Servizi sociali territoriali e la partecipazione ai vari piani di zona.

1

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2 2. Premesso un tanto, Focolare o.n.l.u.s. ritiene apprezzabile l’intervento del Consiglio regionale nella stesura di una nuova legge sul volontariato che persegua i valori di cui all’art. 2 del Testo Unificato delle proposte di legge nn. 158, 165 e 189, che preveda la formazione dei volontari (ex art. 7 del predetto Testo Unificato), la possibilità di ricevere contributi (ex art. 8 T. Un.), di concludere convenzioni con la Regione (ex art. 15 T.Un., ma anche ex art. 26) e che riscontri l’attenzione di quest’ultima nelle forme previste dall’art.

28.

L’Associazione, inoltre, ritiene necessario esporre quanto segue.

La creazione di due distinte sezioni del Registro generale del volontariato, di cui “una per le organizzazioni di volontariato e una riservata esclusivamente alle reti di volontariato” (ex artt. 4 e 10), di un Registro regionale delle associazioni di promozione sociale (ex art. 20) e di un ulteriore Registro regionale delle associazioni (ex art. 29) non avrebbe nessun fondamento pratico.

In primo luogo, il volontariato tout court si identifica solamente per l’attività svolta nei confronti della società (ovvero, a vantaggio di persone, famiglie, comunità) e non in relazione alla fonte legislativa dell’associazione (Codice civile, L. 266/91, L. 398/91, ecc.).

In secondo luogo, le singole associazioni sono consapevoli che la propria attività statutaria può essere meglio realizzata mediante il coinvolgimento di altre associazioni.

Simile eventualità, di per sé sempre mutevole e sempre in continua evoluzione, non necessita tuttavia di alcuna istituzionalizzazione nei cd. Tavoli di rete di cui all’art. 10 del T.

Un.. Qualora l’obiettivo del legislatore regionale sia quello di “favorire la realizzazione di progetti congiunti nei settori in cui si articola il registro” (art. 10, co. 1) si fa presente che esso può essere ugualmente perseguito mediante esplicita indicazione fra i capitolati del bando di finanziamento.

In terzo luogo, la dispersione di tutti i soggetti che - a vario titolo e con varie modalità - perseguono scopi altruistici avrebbe la conseguenza indiretta di indebolire il variegato mondo del volontariato.

Da ultimo, le previsioni di costituire l’Assemblea regionale delle organizzazioni di volontariato (ex art. 6), i Tavoli di rete (ex art. 10), l’Assemblea regionale delle associazioni di promozione sociale (ex art. 22) comporterebbero duplicazioni inutili di organismi, tenuto conto che lo stesso Testo Unificato prevede la creazione del Comitato regionale dell’associazionismo (ex art. 33) che fa espresso riferimento “all’ambito del volontariato, delle associazioni di promozione sociale e delle altre associazioni operanti in regione”.

Un tanto dovevo.

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FEDERAZIONE REGIONALE Friuli Venezia Giulia

Mo.V.I. - Movimento di Volontariato Italiano - Federazione Regionale del Friuli Venezia Giulia Via Tiro a Segno 3/A, 33170 Pordenone – Tel. 0434 366746

Sede Operativa: Via Garibaldi 23, II Piano - 33038 San Daniele del Friuli (Ud) Tel. 0432 943002 – Fax 0432 943911 - segreteria@movi.fvg.it - www.movi.fvg.it C.F. 91012830930 - Iscritta al n. 336 del Registro generale delle organizzazioni di volontariato Prot R-I-97/2012

Contributo del MoVI per l’audizione in VI commissione del Consiglio Regionale del FVG del 15 maggio 2012

Ringraziando per l’occasione dell’audizione, do lettura del contributo del Movimento di Volontariato Italiano, Federazione Regionale del FVG, coordinamento di 80 associazioni di volontariato, diffuse nelle quattro province e attive nei più diversi ambiti di intervento.

Le riflessioni che presento, oltre ad essere state confrontate in diverse occasioni con le principali reti del volontariato e con il Comitato Regionale del Volontariato, sono frutto di un percorso di studio e confronto sulla riforma della Legge 12-95 che ha impegnato il nostro movimento negli ultimi anni e che si è concluso con 3 incontri regionali di studio, organizzati negli ultimi mesi dalla nostra federazione provinciale di Pordenone.

Abbiamo accolto con piacere l’interesse per il volontariato espresso dalla Giunta e dal Consiglio Regionale nell’avviare il processo legislativo di riforma della LR 12-95, espressione di

un’attenzione positiva e significativa in particolare in questo momento di profondi cambiamenti e di difficoltà di dialogo tra cittadini e mondo politico istituzionale.

Abbiamo visto con favore anche l’intenzione di varare una normativa concorrente anche sulla materia dell’Associazionismo di Promozione Sociale, in particolare nella misura in cui questo servirà a far chiarezza distinguendo queste importanti realtà del mondo della solidarietà organizzata dalle Organizzazioni di Volontariato.

Nel merito del testo di legge unificato che abbiamo ricevuto e analizzato, riteniamo senz’altro positivo e da confermare il riconoscimento e il sostegno alle reti del volontariato. Come tutti affermano è infatti fondamentale promuovere una sempre maggior capacità di lavoro in rete, di coordinamento e di collaborazione tra le OdV, per superare una certa tendenza alla

frammentazione e alla disgregazione delle nostre realtà. Le reti del volontariato sono organizzazioni di volontariato che come interlocutori delle istituzioni possono garantire maggiore sintesi e rappresentatività e sostenere le reti vuol dire sostenere la crescita e la maturazione del volontariato.

Riteniamo anche positiva l’introduzione di modalità di raccordo e coordinamento tra APS e Volontariato e tra i diversi organismi regionali.

Importante l’introduzione dei tavoli di rete, se possono divenire uno strumento di costruzione partecipata e davvero sussidiaria, tra istituzioni e volontariato, di progetti e azioni di sviluppo del volontariato regionale.

Troviamo invece insoddisfacente il testo di legge dal punto di vista della rappresentanza del volontariato e della proposta relativa agli organismi ove tale rappresentanza dovrebbe essere riconosciuta e valorizzata.

Il Comitato Regionale del Volontariato, previsto dall’attuale normativa è stato pensato, anticipando più recenti indirizzi normativi, come una cabina di regia paritetica ove le

rappresentanze del volontariato si confrontano con le direzioni regionali per costruire politiche integrate e favorire un dialogo tra società civile e istituzioni. Sappiamo che tale ruolo non è stato mai del tutto riconosciuto nella pratica anche perché non sono mai stati affidati al comitato mezzi e strumenti per poter efficacemente svolgere le funzioni previste.

Nel testo unificato, da una parte si riconosce “il ruolo di rappresentanza al comitato intero”, dall’altra lo si svuota di funzioni e compiti relegandolo meramente ad un ruolo consultivo e propositivo sulle sole materie che lo riguardano direttamente.

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Oltre ciò, si affida la presidenza del Comitato al rappresentante istituzionale, non riconoscendo al volontariato neppure la capacità di autogestire il funzionamento dei propri organismi.

Ancor più singolare quanto proposto in merito al Comitato delle APS, anch’esso pensato con un ruolo di rappresentanza delle associazioni nei confronto della regione, che però non possono neppure scegliersi autonomamente i propri rappresentanti, sostituiti da “esperti nominati dall’assessore competente”.

Perché il testo di legge possa davvero rappresentare un miglioramento nei confronti della normativa vigente, è certamente necessaria una radicale revisione di questi aspetti.

In merito al Capo IV del testo Unificato, che introduce un terzo “registro regionale delle associazioni” notiamo che non era previsto all’avvio del percorso partecipato proposto dalla Giunta regionale ormai più di un anno fa e rappresenta un inserimento alquanto problematico in un testo già piuttosto controverso. L’effetto finale sembra a molti un piccolo groviglio di organismi e registri che invece di fare più chiarezza e semplificare lo scenario, rischia di aumentare le aree d’ombra e la confusione, senza favorire invece l’emergere di chi opera per l’interesse generale e per il bene comune ma favorendo vecchie logiche clientelari e di controllo politico.

Ci sembra infatti che il testo di legge, nel suo insieme, sembri in qualche modo banalizzare l’intervento della regione quando invece è richiesto sempre più un ruolo alto e impegnativo delle istituzioni in particolare nel momento che stiamo attraversando di revisione profonda del sistema di welfare regionale, in assenza di un piano sociale e in fase di riordino del sistema sanitario.

La crisi in aggiunta ci interpella perché venga rafforzata la coesione sociale e si promuovano al massimo le forme della solidarietà organizzata di cui volontariato e promozione sociale sono la più matura espressione. Per questo, pur riconoscendo la positività dell’intenzione di monitorare e valorizzare ( e non indirizzare come si dice nell’introduzione del testo unificato) tutto

l’associazionismo, riteniamo vada fatto in un secondo momento e in un altro contesto

legislativo, concentrandosi invece in questo disegno di legge sulle forme associative che hanno un particolare rilevanza nel sistema di protezione sociale e favorendo piuttosto l’iscrizione ai due registri del volontariato e delle APS anche delle altre realtà associative.

Non ultimo è necessario ricordare, che in un momento di ristrettezze economiche che già hanno portato al taglio di organico nell’ufficio del volontariato e alla riduzione del fondo per il volontariato, va calcolato con anticipo quante energie servirebbero per gestire un registro generale dell’associazionismo che potrebbe contare anche 10.000 organizzazioni aderenti.

Ricordiamo che pur essendo prevista nella vigente legge 12 del 1995 la verifica annuale del registro del volontariato, questa non è ancora mai stata completata per intero neppure in quindici anni a causa della mancanza di risorse dell’ufficio a questo deputato.

15 maggio 2012

Il presidente Regionale

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