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L aeroporto Canova raddoppia Zaia esulta: impulso per il turismo

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LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

L’aeroporto “Canova” raddoppia Zaia esulta: impulso per il turismo

«È una tappa fondamentale verso la creazione di un vero sistema aeroportuale regionale a servizio delle imprese, del turismo e della internazionalizzazione del Veneto». Il governatore del Veneto Luca Zaia commenta così l’ottenimento da parte della AerTre - gruppo Save - della tanto attesa concessione quarantennale per la gestione dell’aeroporto Canova di Treviso: dopo la pubblicazione di lunedì sul sito dell’Enac (ente nazionale aviazione civile), che annunciava il via libera, ieri la veneziana Save, proprietaria di AerTre, ha confermato l’anticipazione di ieri del nostro giornale: «Il Canova ha ottenuto in via definitiva la gestione totale quarantennale. È stata infatti registrata la convenzione alla Corte dei Conti, ultimo passaggio:

dopo un lungo iter, quindi, AerTre ha ottenuto in via definitiva la concessione quarantennale».

Le tappe di una vicenda lunga e intricata: il 14 ottobre 2010 Enac (ente nazionale aviazione civile) e AerTre sottoscrivono la convenzione per la gestione totale che prevede lo sviluppo dello scalo attraverso un investimento di 130 milioni di euro. Ma il rilascio del decreto da parte del ministero dell’Economia e dei Trasporti, necessario per l’applicazione dell’accordo, subisce pesanti rallentamenti. Fino all’11 settembre scorso, quando il decreto viene finalmente registrato alla Corte dei Conti, portando così a conclusione una storia infinita. E ora, che succederà? «L’ottenimento della concessione», dice AerTre, «permette di avviare il piano di sviluppo infrastrutturale dello scalo, per il quale si attende solo la Valutazione di impatto ambientale da parte del ministero dell’Ambiente». Che farete al Canova? «Svilupperemo il terminal e la manutenzione della pista, amplieremo i parcheggi e le aree commerciali del terminal e i servizi ausiliari. Ma ci occuperemo anche delle mitigazioni ambientali in modo da garantire la sostenibilità ambientale del Piano di sviluppo». Ma il comitato contro l’ampliamento dello scalo trevigiano alza le barricate: «Save si preoccupi prima dei 12 milioni di opere di mitigazione che deve fare subito», dice il coordinatore Dante Faraoni, «La concessione quarantennale era un atto dovuto, ma la società sembra non volerci sentire dal punto di vista della salvaguardia di chi sotto l’aeroporto ci vive. Quinto si è dotato di un piano di rischio: stabilisce che la società deve realizzare opera di mitigazione per 12 milioni, interventi che vanno però fatti subito, non essendo legati all’ampliamento». Mentre il Master Plan (piano di sviluppo) da 130 milioni di euro è al vaglio della commissione Via, di recente Faraoni ha chiesto ai Nas di eseguire carotaggi: «Dopo lo scandalo Mestrinaro siamo preoccupati: la ditta nel 2011 ha realizzato il sottofondo della nuova pista», una ditta indagata per utilizzo di rifiuti tossici. (a.z.) e (fe.cip.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Impegno Civile idee ecologiche per il nuovo Pat

Impegno Civile ha presentato lunedì alcune decine di osservazioni al piano di assetto territoriale (Pat) firmate da cittadini sulla base delle proposte di modifica presentate dalla lista

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Impegno Civile con Franchin in campagna elettorale, che poi ha vinto le elezioni con Manildo.

Ecco le principali: che venga rivisto il calcolo dell’incremento di volume degli edifici ad uso residenziale, e che, di conseguenza, vengano ridotte anche le volumetrie dei piani di lottizzazione già deliberati e non ancora realizzati, concentrando solo nelle zone già urbanizzate le nuove realizzazioni (utilizzando anche i crediti edilizi) ed evitando di cementificare altre aree verdi; che il Pat preveda la progressiva pedonalizzazione del centro storico nella zona corrispondente alla città medievale e la realizzazione di una rete di vere piste ciclabili in tutta la città; che il Pat preveda l’ampliamento del verde pubblico, anche programmando la creazione di una fascia verde che partendo dall’ex consorzio agrario e il Ponte della Gobba, risalga fino al parco della Storga a Sant’Artemio. E ancora: che il Pat preveda la realizzazione in centro storico e nei quartieri di sedi, sale per conferenze, laboratori per i gruppi giovanili e le associazioni, per le attività culturali.

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Raccolta porta a porta Ecco i bidoni casalinghi

Rifiuti e differenziata: da novembre scatta la distribuzione di materiali e guida Città in 3 fasce e calendario dei

conferimenti. Dal primo luglio servizio a regime

di Alessandro Zago Raccolta differenziata spinta “porta a porta”: dal primo luglio 2014 anche i residenti nel capoluogo, come gli altri 94 comuni della Marca, pagheranno con la Tares (poi Service Tax) solo i rifiuti che produrranno. Sarà una rivoluzione per la città, dato che oggi i suoi residenti pagano invece la tassa rifiuti in base ai componenti del nucleo familiare e ai metri quadrati dell’abitazione. Un cambio radicale, che vedrà la scomparsa delle attuali isole ecologiche e dei cassonetti per lasciare il posto a bidoni e bidoncini per secco, umido, carta, vetro-plastica-lattine e vegetali-ramaglie che tutte le famiglie (a partire da novembre) riceveranno da Contarina, che gestirà il servizio, e dovranno tenere in casa in attesa degli svuotamenti settimanali. Ieri a palazzo Rinaldi il sindaco Manildo ha siglato l’accordo per l’ingresso nel sistema Contarina. La raccolta differenziata porta a porta per le utenze domestiche e non domestiche verrà introdotta gradualmente tra il prossimo mese di novembre e il luglio 2014. Il capoluogo è stato suddiviso in tre zone: Centro Storico, Fuori Mura e Cintura Urbana, ognuna delle quali godrà di un apposito tipo di servizio. A breve verranno organizzati incontri pubblici per spiegare il porta a porta. Prima in tutte le case e attività, a scaglioni, arriverà una lettera che avvertirà della visita di un addetto Contarina. Ma prenderà presto il via anche una campagna affissioni. Gli incontri pubblici di spiegazione toccheranno tutti i quartieri, a partire dal 29 ottobre, alla Pro Loco di Canizzano, dato che il servizio partirà dai quartieri di Sant’Angelo, Canizzano e Santa Maria del Sile. Il 24 ottobre, intanto, arriverà in città il “Palacomieco”, speciale punto informativo. Quando gli addetti di Contarina arriveranno nelle case - dopo aver esibito il tesserino di riconoscimento - consegneranno i contenitori o i sacchetti per le abitazioni del centro o di piccole dimensioni (che non possono ospitare i bidoni), ma anche un fondamentale manuale d’uso per differenziare i rifiuti in modo corretto e un calendario dei giorni di raccolta. Se l’incaricato non troverà nessuno a casa,

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lascerà un avviso, con le indicazioni per chiedere un nuovo appuntamento. E chi abita in centro storico, ossia entro mura e nelle immediate vicinanze, in zone in cui non è possibile la mattina lasciare in strada i bidoni per lo svuotamento? Avrà a disposizione gli EcoBus e gli EcoStop, automezzi itineranti che sosteranno dalla mezz’ora alle due ore in vari punti del centro: sarà il cittadino a portare agli Ecobus o EcoStop i rifiuti con i sacchetti o i contenitori. Dopo due settimane dalla consegna dei bidoni o dei sacchetti in una zona, spariranno i vecchi cassonetti dalle strade e partirà la raccolta porta a porta, con le frequenze settimanali che riportiamo nella tabella. Per interrogativi e dubbi sarà presto possibile chiamare un apposito numero verde, rivolgersi a un Infopoint itinerante o andare all’EcoSportello alla TrevisoServizi (via Santa Barbara). Quartiere dopo quartiere quindi, dal primo luglio 2014 la raccolta porta a porta entrerà a regime. E quindi, dal secondo semestre 2014, verrà applicata a tutti una tariffa rifiuti precisa, commisurata all’effettiva produzione di rifiuti, calcolata dal numero degli svuotamenti del “secco non riciclabile” effettuati. Ogni bidone del “secco non riciclabile” sarà infatti personalizzato per ogni utente: quando verrà a prelevarlo l’operatore, con un palmare leggerà il microchip installato nel bidone. Impossibile bluffare. E così sarà anche messa la parola fine al fenomeno dei “portoghesi”, ossia chi dai Comuni già con la differenziata viene oggi in città per buttare i rifiuti nei cassonetti per pagare meno .

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Avis Paese e Gubbio Foto in concorso per il calendario

PAESE Le Avis comunali di Paese e Gubbio organizzano il concorso fotografico “Scatti di sport”. Il tema può essere sviluppato con piena libertà nella scelta del soggetto “e nella valutazione sarà data priorità agli scatti che avranno la capacità di comunicare le emozioni e i valori positivi che lo sport rappresenta e di cui deve riappropriarsi”, fanno sapere gli organizzatori. Possono partecipare al concorso tutti i fotografi, professionisti e fotoamatori, con numero massimo di tre opere. Le dodici fotografie che saranno ritenute a pari merito le migliori verranno premiate con la pubblicazione sul calendario 2014 delle Avis e agli autori verrà consegnata una targa. Il concorso scade l’1 novembre. Le Avis utilizzeranno gratuitamente le immagini inviate per le proprie pubblicazioni, su siti internet, su eventuali depliant pubblicitari e calendari; oppure per esposizioni in mostre fotografiche. I risultati del concorso verranno comunicati entro il 19 novembre 2013 e la premiazione avverrà a Gubbio, in occasione della “Giornata del donatore 2013”. La partecipazione al concorso è gratuita.

(f.cip.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Sicurezza stradale, la giunta vara un piano

PAESE Un vero e proprio piano per la sicurezza stradale. È quello che predisporrà la giunta Pietrobon nelle prossime settimane. Un lavoro che servirà in primis a partecipare a un bando regionale per la sistemazione della viabilità, ma che allo stesso tempo scatterà una fotografia dettagliata sulla condizione delle strade e della mobilità all’interno del territorio comunale. «È

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un documento di cui quasi nessun Comune è dotato», spiega l’assessore Martino De Marchi,

«ma che è necessario per avere i contributi regionali. In un mese dovremmo riuscire a realizzarlo». Anche perché i tempi sono stretti. Senza piano i soldi non potranno arrivare, e per partecipare la domanda con tanto di progetto dovrà essere presentata al massimo in un paio di mesi. E visto che di soldi i Comuni ne hanno sempre meno, lasciarsi scappare 200 mila euro vorrebbe probabilmente dover dimenticare molti interventi sulla viabilità. «L’intenzione è quella di intervenire sulle piste ciclabili. Nel territorio ci sono molti tronconi», prosegue l’assessore, «bisognerebbe riuscire ad unirli». Il Comune poi potrebbe intervenire in altre zone colorando il fondo delle strisce pedonali, come già fatto su alcuni incroci pericolosi. A breve inoltre verranno posizionate alcune fioriere all’inizio e alla fine dei passaggi pedonali più pericolosi, in modo da dare un minimo di protezione ai cittadini e da impedire che le auto parcheggino sopra le strisce. Negli ultimi anni a Paese sono arrivati sei autovelox mobili.

Eccezion fatta per quello sulla Castellana, poco dopo il centro di Villa. Gli ultimi ad essere installati sono stati quelli di via IV Novembre e via Roncalli, prima erano arrivati quelli di viale Biasuzzi, via Treforni, via San Luca, via Roma. (f.cip.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Oli esausti nel canale del Terraglio

MOGLIANO Ancora sversamenti illegali di idrocarburi nei canali dell’hinterland moglianese.

Venerdì sono intervenuti i vigili del fuoco e la polizia locale moglianese per l'ennesimo atto in sfregio all'ambiente. Nel fosso laterale del Terraglio si è improvvisamente riempito di chiazze maleodoranti e dalle sfumature colorate, probabilmente oli esausti. «È stato l'effetto di uno sversamento abusivo» spiega l'assessore all'ambiente Davide Bortolato «forse un atto avvenuto nella notte. È stato necessario intervenire con le apposite panne per evitare che il liquido confluisse nel vicino fiume Zero». Subito sono partite le indagini da parte dei vigili di Mogliano, ma come nei casi precedenti sarà estremamente difficile risalire al responsabile.

Non rimane che tenere la guardia alta e segnalare eventuali movimenti sospetti che potrebbero ripetersi. Stimato in 14mila euro il costo della bonifica. (m.m.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Abbandona carne nel park: preso

Macellaio islamico denunciato dai vigili: “smaltiva” scarti di animali in sacchi lasciati in via Nugoletti

di Daniele Quarello CASTELFRANCO Scarica all'aperto rifiuti pericolosi, denunciato. Nei guai un cinquantenne marocchino, residente in città e titolare di una macelleria islamica. La polizia locale l'ha beccato per ben 3 volte a scaricare su una via pubblica rifiuti speciali.

Ovvero scarti di lavorazione della macelleria abbandonati sul territorio. Il macellaio “distratto”

è stato denunciato per abbandono di rifiuti. I controlli della polizia locale si sono svolti a luglio e hanno portato all'accertamento di tre abbandoni di rifiuti della macelleria. Gli scarti di

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lavorazione della macelleria, parti di animali, carta sporca di sangue e altri rifiuti organici venivano raccolti in sacchi neri da rifiuti. Anziché smaltirli nella maniera prevista dalla legge, il cinquantenne metteva i sacchi in macchina e senza farsi notare raggiungeva il parcheggio di via Nugoletti, nei pressi dell'ufficio postale. I sacchi venivano abbandonati nelle vicinanze dell'area dove vengono posizionati i cassonetti di un vicino condominio. La polizia locale, dopo aver monitorato la situazione, ha accertato che si trattava di rifiuti classificati come pericolosi. Gli scarti appunto della macelleria. Le indagini hanno portato all'identificazione del cinquantenne, ora denunciato per abbandono di rifiuti. La sua macelleria islamica era già stata oggetto di controlli da parte della polizia locale. «Oltre che di un abbandono illecito», spiega la comandante della polizia locale, Laura Lorenzetto, «si tratta di un gesto estraneo al buonsenso, dato che si tratta di rifiuti speciali». Nei confronti del cinquantenne ora procederà l'autorità giudiziaria.

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Il giallo del pioppo sparito «Vendetta contro il cane»

Il caso a borgo Mas di Fregona, la proprietaria ha sporto denuncia ai carabinieri «Ero in Alta Savoia per il

gemellaggio, al mio ritorno l’albero non c’era più»

di Alberto Della Giustina FREGONA È giallo per un grande pioppo sparito nel nulla da una proprietà privata in pieno centro a Fregona: l’imponente albero, con il fusto di un diametro di circa 30 centimetri, si è completamente volatilizzato da un terreno in zona borgo Mas senza che la proprietaria, la 54enne Andreina Zanella, né il vicinato, si fossero accorti di nulla. La donna è sconvolta da quanto accadutole mentre si trovava in Alta Savoia, impegnata come volontaria con il progetto di gemellaggio del Comune. E temendo che si tratti di un atto intimidatorio nei suoi confronti, a causa di un pastore tedesco di sua proprietà che può aver dato fastidio a qualcuno, ha presentato denuncia ai carabinieri. Ciò che maggiormente colpisce di tutta la vicenda è che la grossa pianta è letteralmente sparita dal suo terreno, un lotto edificabile totalmente recintato che si trova circondato da ben otto case, senza che nessuno si sia accorto di nulla e senza lasciare la minima traccia. «Passando dal mio campo, a circa 50 metri dalla mia casa, mi sono accorta che l’albero era stato tagliato. Ho dovuto guardare bene, poiché l’erba è alta ed era stato segato a circa 20 cm da terra con una motosega, e a parte un po’ di segatura, nulla c’era più» racconta la donna «Ho chiesto a tutti i vicini che abitano nel circondario se avevano visto qualcosa ma nessuno ha visto né sentito niente. Il mio campo è fabbricabile ma per scelta l’ho lasciato verde, è una piazza recintata e verde in mezzo a otto case». Una disavventura della quale la vittima dello strano gesto non riesce a darsi alcuna spiegazione. La donna teme si tratti di un’intimidazione a causa del pastore tedesco, affidatole dal figlio che si trova lontano per lavoro: «Il cane a volte esagera nel proteggermi, abbaiando, e a volte cerca di attaccare le persone che mi avvicinano, di conseguenza è sempre chiuso in un recinto. Sinceramente la cosa non mi è piaciuta, l’ho avvertito come un’intimidazione per qualcosa che non so capire, perché a parte il cane che abbaia e cioè fa da guardia un po’ a tutti, non ritengo di meritare un tale gesto». La donna, da anni attiva nel volontariato locale, aveva

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trascorso alcuni giorni in Alta Savoia con il comitato fregonese per il gemellaggio, con lei c’erano altri 50 cittadini. Al suo ritorno l’incredibile scoperta del taglio avvenuto nel bel mezzo del borgo senza che nessuno si accorgesse di nulla e l’amara sensazione di aver subito un’intimidazione del tutto immotivata.

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Realacci in visita al Castello «Contro una deturpazione»

CONEGLIANO Ristorante ai piedi del Castello: l’onorevole Ermete Realacci si reca in visita nell’area in cui sorgerà l’opera e ribadisce il suo “no” all’intervento. Sarà discussa prossimamente alla Camera l’interrogazione presentata da Realacci al ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, per chiedere che s’intervenga nei confronti della variante al piano regolatore generale del Comune di Conegliano, che consentirà la realizzazione di un ristorante e di un parcheggio ai piedi del Castello. «L’area in oggetto è peraltro a grave rischio franoso e classificata come boscata dal Prg e come tale inedificabile», aveva detto il presidente della VIII Commissione ambiente della Camera annunciando la sua interrogazione. «La visita», affermano in una nota i membri del comitato del parco del Castello, «non ha potuto che rafforzare la convinzione sulla necessità di investire del problema il ministro ed il Parlamento per evitare la deturpazione del patrimonio artistico e ambientale della città di Conegliano». E il Comitato annuncia anche che proseguirà il suo impegno «per coinvolgere quanti più cittadini possibile sia con la raccolta delle firme nei banchetti in centro città che su internet, consapevoli che l’ambiente ed i beni artistici ed architettonici, come dimostrano le adesioni anche di personalità della cultura, vanno conservati non solo per i cittadini di Conegliano ma anche per tutti coloro che hanno visitato e continuano a visitarla». (r. z.)

LA TRIBUNA DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Inerti in discarica, l’iter in Provincia

VITTORIO VENETO Chiesto un nuovo ampliamento dello spettro dei materiali conferibili alla discarica di Forcal: la richiesta alla Provincia è arrivata dal Comune e dal gestore Centro Recuperi Piave. È cominciato, quindi, un nuovo iter di valutazione per questa ulteriore possibilità. Procedono a rilento il recupero e la bonifica della discarica, finita al centro di uno scandalo ecologico alcuni anni fa che portò al sequestro dell’area, con estromissione della precedente gestione, a causa della elevata concentrazione di alcuni metalli come piombo, zinco, cadmio, nichel, mercurio e altri. Negli anni non sono mancate le proteste da parte dei residenti della zona, e la chiusura definitiva della discarica sono molto attese. Ora i lavori di bonifica sono curati da altro gestore, il Centro Recuperi, ma procedono a rilento, a causa della crisi dell’edilizia e quindi della conseguente mancanza di materiali inerti. Qualche tempo fa era già stato concesso un ampliamento dello spettro dei materiali conferibili, per alcuni tipi di fanghi, ora arriva la richiesta per un altro ampliamento: sempre di inerti si tratta, visto il tipo di discarica. La decisione ultimativa sulla nuova concessione spetta alla Provincia. (a.d.g.)

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IL GAZZETTINO NORDEST DEL 9 OTTOBRE 2013

Bufera sulle opere del Passante

Polemica sulle opere complementari del Passante di di Mestre: a sentire il Pd, la giunta regionale vuole disfarsi degli accordi di programma siglati a suo tempo con le amministrazioni provinciali di Venezia e di Treviso e con i sindaci dei Comuni interessati dal tracciato della nuova autostrada. Da Palazzo Balbi spiegano che si tratta solo di un cambiamento tecnico, "ragionieristico", e che gli interventi attesi dalle popolazioni non sono in discussione.Per capire chi ha ragione non resta che attendere la riunione della Seconda commissione consiliare che si riunirà questa mattina a Palazzo Ferro Fini. Ma il tema è già stato affrontato in via preliminare ieri dalla Prima commissione dove è stata presentata la proposta di legge di iniziativa della Giunta. Titolo incomprensibile ai più:

"Modifica dell'articolo 24 (Interventi di sviluppo del sistema infrastrutturale viario veneto) della legge regionale 12 gennaio 2009, n. 1 "Legge finanziaria regionale per l’esercizio 2009" e successive modificazioni". Un solo articolo. La relazione ricorda che con la realizzazione del Passante erano previste delle opere complementari per razionalizzare la viabilità delle aree interessate e che alcune di queste opere - che devono essere realizzate da Veneto Strade - erano state individuate da un Protocollo di intesa sottoscritto con gli enti locali il 27 agosto 2004. Opere suddivise in due categorie: quelle di fascia A (finanziate) e quelle di fascia B (da finanziare e progettare). Le opere prioritarie erano quelle di fascia A, ma - recita la relazione al disegno di legge della giunta regionale - "nel corso dello sviluppo progettuale alcune opere di fascia B si sono rivelate di valenza tale da disporne un’anticipata realizzazione alla pari degli interventi di fascia A, prevedendone il finanziamento nell’ambito delle risorse dedicate alle opere complementari del Passante". In pratica - spiegano in Regione - di alcune opere, "indipendentemente dal fatto che siano inserite in fascia A o in fascia B", si è fatto un progetto unico. E siccome la legge Finanziaria del 2009 che stanziava 35 milioni prevedeva distinti e autonomi finanziamenti tra fascia A e fascia B, si è "adattata" la normativa sulla base dell’evoluzione tecnico-progettuale". Puntualizza la relazione: "la norma non va ad incidere sugli stanziamenti a suo tempo previsti ma ne consente solamente una gestione più coerente con quanto previsto nel protocollo".Chiaro? Tutto a posto?

Non per Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd in consiglio regionale, che è andato a fare le pulci all’unico articolo della leggina e non gli è piaciuto per niente il fatto che una riga della Finanziaria del 2009 sarà cancellata. Testuale: "Le parole "per nuovi interventi da definirsi anche sulla base di accordi di programma con le provincie interessate" sono soppresse". Di qui la mobilitazione. «In modo del tutto unilaterale - dice Tiozzo - molte opere complementari del Passante, concordate con gli enti locali, rischiano di saltare. La Giunta vuole far approvare un disegno di legge con il quale sopprime i protocolli di intesa stipulati con le Province di Venezia e Treviso e con i Comuni attraversati dall’opera». La richiesta è che l’assessore alle Infrastrutture Renato Chisso si presenti in commissione e chiarisca. Ma Tiozzo non intende fare sconti: «È un provvedimento inaccettabile, sconfessa gli impegni assunti dalla Regione nei confronti dei cittadini». Alda Vanzan

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Lettere in ogni casa e riunioni il "porta a

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porta" accelera

TREVISO - (zan) Foto, strette di mano, persino il taglio del nastro per i primi bidoncini nuovi fiammanti. È iniziata ieri con la simbolica consegna al sindaco Giovanni Manildo dei cinque contenitori per le diverse tipologie di rifiuti («Questi li mettiamo in Municipio così iniziamo subito a far pratica») l'operazione raccolta "porta a porta" a Treviso.Le tappe sono note: le lettere, a firma del sindaco e di Franco Zanata, presidente di Contarina (la società che gestisce la raccolta), per annunciare il nuovo sistema, verranno spedite in questi giorni nelle case di tutti i trevigiani. La missiva conterrà anche data e luogo delle varie assemblee informative: la prima si terrà il 29 ottobre, nelle sede della Pro Loco di Canizzano, per i quartieri Canizzano, S. Angelo, Santa Maria del Sile. E da quest'area comincerà, dai primi di novembre, anche la distribuzione di bidoncini e materiale vario. Poi via via si procederà con le altre zone: in primavera si dovrebbe arrivare in centro e il nuovo metodo dovrebbe entrare a regime entro giugno. Dal primo luglio, sostengono da Contarina, inizierà la fatturazione con la nuova tariffa puntuale, basata su quota fissa e parte variabile sugli svuotamenti del «secco». Informazioni potranno essere richieste anche al numero verde, in un punto informativo itinerante e all'Ecosportello.«In questi anni, mentre gli altri comuni aderivano al sistema porta a porta, il capoluogo restava isolato - sottolinea Manildo -. La nostra amministrazione, la cui azione si fonda sul progetto smart city, non poteva che ricorrere ad un sistema attento all'ambiente». Franco Zanata rassicura i trevigiani: «All'inizio forse ci sarà un pò di sorpresa per il cambio di abitudini, ma, come successo in tutti gli altri comuni, i cittadini si abitueranno in fretta. E soprattutto diventeranno orgogliosi dei risultati che riescono ottenere con la differenziata» .

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Save per 40 anni: il grande Canova può decollare

Le bandiere di AerTre e Save continueranno a sventolare anche per i prossimi quarant'anni sull'aeroporto di Treviso. Ci sono voluti tre anni giusti ma, alla fine, è arrivato l'ok definitivo al rinnovo della concessione quarantennale per la gestione totale del "Canova" alla società controllata dal gruppo veneziano Save (che a sua volta governa il Marco Polo di Venezia).

Il primo effetto sarà l'avvio del piano di sviluppo infrastrutturale dello scalo trevigiano: 130 milioni di euro per terminal, pista, ampliamento dei parcheggi, potenziamento delle aree commerciali e dei servizi ausiliari, nonché - sottolineano da Save - «un significativo importo dedicato alle mitigazioni ambientali» (il piano stesso, peraltro, ora dovrà superare la Valutazione di impatto ambientale).L'iter è stato piuttosto laborioso: Enac (l'Ente nazionale aviazione civile) e AerTre avevano firmato la convenzione per la gestione il 14 ottobre 2010. Il decreto dei ministeri dell'Economia e di Trasporti, però, si è fatto attendere, impantanato tra burocrazia e crisi di governo. Tanto che, scaduta nel frattempo le precedente licenza ventennale, AerTre ha proseguito a gestire il Canova in proroga. L'11 settembre scorso, alla fine, l'atto è stato registrato alla Corte dei

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conti. La durata della concessione decorre a partire dal 14 aprile scorso. «L'ottenimento della concessione segna un importante traguardo del sistema aeroportuale Venezia - Treviso - ribadiscono i vertici Save - anche in vista dell'auspicata ripresa del trasporto aereo». Pure il presidente della Regione, Luca Zaia, accoglie con soddisfazione l'autorizzazione: «Una tappa fondamentale verso la creazione di un vero sistema aeroportuale regionale a servizio delle imprese, del turismo e della internazionalizzazione del Veneto». E, oltre alle potenzialità per l'occupazione, il governatore conferma di guardare «con grande favore allo svilupparsi in regione di forti sinergie nel settore aeroportuale e del trasporto aereo». Mattia Zanardo

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Faraoni: «Uno spot La partita è aperta»

TREVISO - (zan) «Solo uno spot per rassicurare i mercati e l'opinione pubblica e per coprire le grosse difficoltà di Save, ben note a tutti, dopo la decisione di Generali di vendere il proprio pacchetto azionario». Per Dante Faraoni (nella foto), rappresentante del comitato che si batte contro l'ampliamento del Canova, la concessione quarantennale è poco più che un atto dovuto. Anzi, secondo Faraoni l'iter non sarebbe ancora concluso. «Ma, anche ammesso che l'abbiano ottenuta - ribadisce -, questo non significa affatto che siano autorizzati a procedere con il piano di sviluppo dell'aeroporto. È necessaria la Valutazione di impatto ambientale da parte del ministero dell'Ambiente: l'ampliamento è inchiodato dalla marea di osservazioni, tutte legittime e documentate, presentate dal Comune di Quinto e dalle associazioni di cittadini, in attesa di quelle di Treviso. Allo stato, l'unico documento ufficiale, è la diffida inviata lo scorso maggio dallo stesso ministero per il superamento del limite di voli. Non a caso, già mesi fa, Save aveva annunciato la concessione e poi non ha fatto nulla».

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Italia Nostra: «Ora un parcheggio per il terminal sull’area Marazzato»

TREVISO - Un parcheggio multipiano nell'area Marazzato-Sartori-Sperotto. Al posto dei capannoni che sorgono proprio davanti al terminal dell'aeroporto e che da un pò di tempo a questa parte sono vuoti. E’ questa la proposta avanzata da Italia nostra per modificare il piano urbanistico della città.

«Quelle - scrive Romeo Scarpa, presidente del gruppo e consigliere dell'ente Parco del Sile - sono aree che dovrebbero essere vendute a forza e a peso d'oro ad AerTre e Save. E non in vista dell’ampliamento. Ma per mantenere il volume di passeggeri che c'è oggi». L'osservazione al Pat targata Italia nostra, infatti, prevede l'inserimento nell'area Marazzato-Sartori-Sperotto di un

«vincolo obbligatorio di costruzione di un parcheggio multipiano su almeno il 40 per cento della

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superficie». Per quanto riguarda la vicina zona Pagnossin, invece, l'associazione domanda di cancellare del tutto la possibilità di realizzare case e appartamenti. Così da consacrare l'ex azienda di piatti a centro commerciale, direzionale e turistico. Non è tutto. Perché Italia nostra chiede al Comune di prevedere direttamente nel piano urbanistico per la stessa zona anche degli interventi di mitigazione del rumore e dell'inquinamento causato dal traffico. Oltre alla realizzazione di nuovi sistemi di collegamento con il centro città a carico di Save/AerTre. Così da non dover attendere il via libera al master plan dedicato al raddoppio del Canova. Mauro Favaro

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Resti di carni abbandonati dal macellaio marocchino

CASTELFRANCO - Quei pezzi di carne li poteva avere solo lui: così lo smaltitore abusivo è stato scoperto dalla Polizia locale di Castelfranco. Si tratta di E.R., marocchino titolare di una macelleria islamica in città, denunciato per abbandono di rifiuti. Un'indagine che a impegnato i vigili per qualche settimana, quando fu trovato un sacchetto nero pieno di rifiuti, scarti di lavorazione animale ma anche oggetti vari, in un angolo in via Nuvoletti in zona stadio. Gli agenti hanno così effettuato un accurato controllo del materiale. «Nel prosieguo delle indagini -spiega la comandante della Polizia locale Laura Lorenzetto- abbiamo trovato altri due sacchetti smaltiti abusivamente nello stesso luogo». L’ingrato compito di controllare le tracce lasciate nei sacchi, soprattutto relativamente ai pezzi di carne, portavano ad una conclusione: solo una macelleria in città poteva averli. Così gli agenti sono andati a colpo sicuro e hanno denunciato per abbandono di rifiuti il marocchino, peraltro già noto agli uffici della polizia locale per altre vicende analoghe. «Stiamo effettuando vari servizi in tutto il Comune -conclude la comandante- per cercare di smascherare questi smaltitori abusivi».Gabriele Zanchin

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Il destino della cava Zapparè racchiuso tra sport e spettacoli

MONTEBELLUNA -(L.Bon) Sport o spettacoli nella cava Zapparè: scatta una indagine del Comune. Risulta difficile, anche se suggestivo, immaginare una manifestazione sportiva dentro ad una cava, come pure una culturale, anche se gli antichi teatri greci sfruttavano, in realtà, proprio le pendenze del terreno. Ed è proprio qualcosa di simile ciò a cui, probabilmente, sta pensando la giunta comunale. Che ha deciso di emettere un avviso con il quale, entro il 20 ottobre, tutti gli interessati potranno suggerire un eventuale utilizzo della superficie della cava, che consenta di valorizzarla. «Attualmente -spiega il sindaco- questa viene concessa semplicemente per lo sfalcio dell'erba, che al Comune frutta pochissimo. È per questo che chiediamo ad associazioni o privati di

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farsi avanti, indicando eventuale interesse ad utilizzare l'area e le relative proposte.»

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Orrore: animali seviziati e uccisi

Conigli e un cagnolino mutilati, fatti a pezzi e abbandonati lungo una strada di campagna

Conigli ed un cane seviziati, seviziati e abbandonati in una via di campagna di Caerano San Marco.

La strada è percorsa spesso a piedi da cacciatori, dagli stessi proprietari dei terreni ed anche da persone che vogliono tranquillamente godersi una passeggiata rilassante in campagna. Brutto lo spettacolo che si è presentato agli occhi di chi ha dato l'allarme, raccontando ai carabinieri quello che stava vedendo. La scena doveva essere raccapricciante. Edecco quanto ha riferito. «Ho visto sul lato della strada dove ci sono colture di pannocchie quei poveri animali: saranno stati sei o sette, con le zampe mozzate. Li avevano sventrati gettando le interiora tutt’attorno. Sembrava di trovarsi di fronte ad una specie di rituale, opera di qualche setta». Sbalordita e disgustata, la persona che ha effettuato il ritrovamento, ha poi visto il resto: «Mi sono fermato per pochi minuti ed ho avuto il tempo di scorgere poco più avanti un altro animale di color bianco, forse un cucciolo di cane su cui avevanoinfierito. Una scena orribile, che mi ha fatto davvero star male. Questo accanimento così crudele nei confronti di animali piccoli e inoffensivi, non trovo le parole per definirlo».La mattanza, stando a quantoi appariva, sarebbe stata compiuta tra lunedì o martedì. Sull'episodio stanno indagando gli agenti della polizia locale di Caerano San Marco con i carabinieri di Montebelluna.

La strada vicinale di via Motte sarebbe, a detta di diversi residenti, frequentata soprattutto di notte da nomadi e gente poco raccomandabile. Precedenti sospetti: una roulotte che si trovava lì da tempo è stata incendiata e completamente distrutta. La gente è stanca di dover tollerare simili situazioni.

IL GAZZETTINO DI TREVISO DEL 9 OTTOBRE 2013

Arnie abusive nel bosco sequestro della Forestale

Arnie «abusive» tra le colline di Valdobbiadene e scatta il sequestro amministrativo per quattro casette che ospitano le colonie di api e il loro miele. Il sequestro è stato compiuto dal personale del Corpo Forestale dello Stato della stazione di Valdobbiadene e convalidato dal sindaco di

Valdobbiadene, Bernardino Zambon. Difficile risalire al proprietario delle quattro arnie che sono state rinvenute da un cittadino all'interno di un terreno di sua proprietà in località Madean. Il rinvenimento era stato subito segnalato al Corpo Forestale dello Stato, dando così avvio alle

ricerche dei proprietari delle api, rimasti ad oggi ancora ignoti, che installando le casette non hanno rispettato la normativa in materia.«Il nomadismo delle arnie, privo di autorizzazioni come previsto dalla legge regionale, è vietato - spiega il sindaco Bernardino Zambon - e il Comune ha provveduto

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ora a regolarizzare con una ordinanza-provvedimento il sequestro amministrativo. Il Corpo Forestale ha provveduto ad assegnare le arnie ad apicoltori del territorio». L'installazione delle casette di api, scovate tra i prati di Madean, non era stata comunicata né al Comune, né all'Usl 7, come pure non disponevano di tabelle di identificazione tali da permettere di risalire all'apicoltore, oltre a riportare la sede degli apiari e il numero degli alveari, e non rispettava la collocazione ad almeno un metro di distanza dal confine della proprietà. In mancanza del proprietario, le arnie sono così state ufficialmente affidate a un apicoltore valdobbiadenese. Con successivi provvedimenti verrà specificata anche la destinazione dei prodotti sequestrati, ovvero il miele prodotto all'interno delle arnie, che potrebbe essere oggetto di ulteriori indagini di laboratorio, si legge nell'ordinanza emessa dal sindaco Zambon.Quanto al legittimo proprietario di queste arnie, rimane suo diritto reclamare la proprietà di casette e api: chiaro è che, se uscisse allo scoperto, verrebbe multato per le mancate autorizzazioni così come previsto dalla normativa regionale. Una sanzione salata,

insomma.

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Il Comune "blinda" il traforo

Affidato a un avvocato il compito di rispondere alle osservazioni per evitare ulteriori beghe legali

Il Comune incamera la consulenza legale sul traforo e rilancia il grido di battaglia: «Cantiere al via entro l'anno». La giunta Da Re ha speso 3mila euro per un incarico di consulenza giuridico - amministrativa sulle osservazioni e opposizioni alla variante urbanistica 55, quella che reitera il vincolo per gli espropri finalizzati alla costruzione del traforo di Sant'Augusta.La vicenda è nota:

scottato dall'avere perso parte della battaglia al Consiglio di Stato contro un comitato di espopriati, il Comune ha deciso d'intesa con l'Anas di riproporre un progetto riveduto e corretto (e soprattutto più completo) sul primo stralcio dell'opera pubblica. A fine agosto il comitato «no traforo» ha sostenuto, citando la Corte dei Conti, che «chi vota atti illegittimi può essere chiamato a risarcire conseguenze dannose», paventando l'ipotesi di danni erariali e nuovi ricorsi al Tar. Frasi che hanno messo sul chi va là alcuni consiglieri di maggioranza, i quali hanno sollecitato la giunta a entrare in possesso di tutte le rassicurazioni necessarie a votare favorevolmente il progetto nel prossimo consiglio comunale, che potrebbe essere convocato di sabato mattina (la data non è ancora decisa).La giunta, che già aveva deciso di avvalersi di un supporto legale esterno, si è rivolta all'avvocato Guido Zago dello studio Domenichelli di Padova, specializzato nel diritto amministrativo. Tra i settori seguiti in prevalenza dallo studio patavino spiccano i procedimenti espropriativi, il diritto ambientale e i procedimenti di responsabilità erariale e contabile. Anche grazie alla consulenza dell'avvocato Zago, già assistente dei promotori del passante di Mestre, le osservazioni pervenute in municipio nei tempi utili avrebbero trovato risposte sostenibili sotto l'aspetto giuridico. «Abbiamo voluto fare le cose in assoluta trasparenza anche perché sollecitati da alcuni consiglieri preoccupati dalle esternazioni del comitato - spiega il vicesindaco e assessore agli affari legali Giuseppe Maso - crediamo che in consiglio comunale tutti potranno esprimere un voto consapevole e che entro fine anno i lavori potranno iniziare».Riguardo alle osservazioni giunte in

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municipio, Maso osserva: «Ho la sensazione che a parte il gruppetto che fa riferimento ad Alessandro Mognol la gente voglia capire ciò che accadrà più che opporsi al traforo. E non bisogna vergognarsi di dire che tutti gli interessati sono stati ben retribuiti dall'Anas».

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Quello spago tra becco e ala: l’airone ferito non ce l’ha fatta

VITTORIO VENETO - (l. a.) Non ce l'ha fatta l'airone cenerino trovato debilitato da alcuni passanti venerdì mattina lungo la pista ciclabile a San Giacomo con uno spago che gli univa becco e ala.

L'animale è morto sabato nonostante il prodigarsi del Centro di recupero fauna selvatica della Provincia a cui era stato affidato. Le condizioni del volatile erano apparse subito molto gravi: la coppia che lo aveva trovato aveva allertato la polizia locale e quella provinciale, che ne hanno deciso il trasferimento al Sant'Artemio. Il troppo tempo trascorso senza potersi nutrire non ha lasciato scampo all'airone. Secondo gli esperti del Centro di recupero è stato l'animale a bloccarsi da solo becco e ala recuperando lo spago a ridosso del fiume Meschio. Nella morte dell'airone non ci sarebbe dunque la mano dell'uomo, come ipotizzato in un primo momento dai passanti - soccorritori.

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Incidente di caccia: Scottà rischia l’occhio

Si trova ricoverato in osservazione nel reparto di oculistica dell'ospedale di Conegliano l'eurodeputato e consigliere comunale Giancarlo Scottà, rimasto ferito domenica in seguito a un incidente di caccia dalla dinamica ancora poco chiara che gli ha lesionato l'occhio destro, sul quale non è escluso un intervento chirurgico. Anche ieri, come per l'intera giornata di lunedì, le notizie sulle condizioni di salute dell'ex sindaco della città si sono rincorse in maniera un pò confusa. Fatto sta che l'esponente leghista ieri ha dovuto rinunciare a raggiungere Strasburgo per le consuete attività del Parlamento europeo, dove siede dall'estate del 2009 dopo avere amministrato per un decennio la città. Il ricovero di Scottà in quello che fu l'ospedale De Gironcoli si è reso necessario per consentire ai medici di eseguire accertamenti e approfondimenti sul suo occhio destro, colpito secondo la tesi più accreditata nelle ultime ore da un pallino vagante esploso da un fucile (che al momento rimarrebbe ignoto) nel corso di una battuta di caccia che si è svolta nel primo mattino di domenica nei campi di Cozzuolo, a una manciata di chilometri dall'abitazione dell'eurodeputato.

Secondo fonti vicine alla famiglia dell'ex sindaco i medici dovranno decidere se intervenire chirurgicamente per rimuovere frammenti del pallino rimasti conficcati nell'occhio destro dell'onorevole - cacciatore. I corpi estranei avrebbero lievemente lesionato la retina dell'occhio, ma

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non al punto da scongiurarne la funzionalità. «Il rischio - spiega il consigliere comunale della Lista Scottà Gianluca Posocco, che nell'emiciclo siede accanto all'ex sindaco - è che i frammenti del pallino provochino un'infezione. Un'eventualità che i medici stanno cercando di scongiurare».

L'intervento chirurgico potrebbe essere una soluzione in questo senso. Scottà e i suoi familiari attendono notizie dal personale del reparto coneglianese di oculistica, uno dei fiori all'occhiello dell'Usl 7.Nel frattempo si stanno moltiplicando i messaggi di affetto e di incoraggiamento giunti all'ex sindaco e alla sua famiglia. In attesa che si trovi una risposta alla domanda che tutti si fanno:

cosa è successo esattamente domenica a Cozzuolo? Luca Anzanello

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«Quel bacino è una vergogna»

Il leghista Pezzutto allarmato per la mancata pulizia delle casse di espansione di Rustignè

Le casse di espansione di Rustignè sono state dimenticate dal Comune. È l'accusa, pesante, che lancia Policarpo Pezzutto, consigliere comunale della Lega Nord. «Ci era stato assicurato- ha detto - che sarebbero state pulite le vasche di laminazione a servizio della strada Serenissima. Ma ciò non è accaduto». Si tratta delle casse di espansione realizzate diversi anni fa quando venne costruito il tratto di variante alla circonvallazione nord-ovest; quello che, dipartendo dalla grande rotatoria sulla strada regionale Postumia, raggiunge la strada provinciale che conduce ai caselli autostradali.«Questa cassa di espansione - ha detto con amarezza Pezzuto - per il 50% della superficie è riempita di erbacce, tronchi d'alberi, rami. È in pratica abbandonata a se stessa». È un grido d'allarme quello del consigliere: in altre parole non ci si lamenti poi se vengono allagate strade, campi ed abitazioni perché l'acqua non viene correttamente raccolta nei bacini che, guarda caso, esistono. «Ci era anche stato detto che sarebbero state collocate le paratie - ha aggiunto Pezzutto - ma anche questo non è avvenuto. E sì che basta mettere delle tavole».A preoccupare il consigliere leghista anche il fatto che essendo l'area lasciata allo stato brado ci sia un proliferare di bisce, pantegane e zecche. Secondo quanto riferito dal sindaco Pietro Dalla Libera la mancata esecuzione di parte della manutenzione è dovuta ad un problema di impraticabilità, essendo fangoso il fondo della cassa di espansione. Il primo cittadino ha riferito che se si entra con i macchinari in autunno o in primavera si corre il serio rischio di restare impantanati. «Bisogna perciò intervenire quando il fondo è perfettamente asciutto o ben ghiacciato. Gli operai hanno lavorato fin dove hanno potuto spingersi. In contempo - ha proseguito il sindaco - è pronta la nuova idrovora Paludei di Fratta». Si tratta di un lavoro idraulico di notevole portata, eseguito dal Consorzio di Bonifica Piave, che difenderà dagli allagamenti la zona industriale di Camino. Vicino alla nuova idrovora è stato realizzato un ampio bacino per la raccolta dell'acqua. Annalisa Fregonese

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Raccolta rifiuti "porta a porta": parte la consegna dei bidoni

Arriva anche in centro storico la differenziata spinta: da luglio 2014 si entra a regime

TREVISO - Arriva la raccolta differenziata spinta "porta a porta". Finalmente anche i cittadini del capoluogo si uniscono ai 94 comuni della Marca per la raccolta dei rifiuti porta a porta. Il via ufficiale della raccolta, avverrà il primo luglio 2014, quando spariranno dalla città i cassonetti e le isole ecologiche per lasciar posto ai bidoni verde, giallo e blu di secco, carte e plastica e il bidoncino marrone per l'umido che ogni famiglia avrà in dotazione. Con questo sistema, rivoluzionario per Treviso, ma già consolidato in molti comuni della Marca, anche i residenti del capoluogo pagheranno l'effettiva produzione di rifiuti razzie al calcolo del numero di svuotamenti del secco non riciclabile.La raccolta differenziata porta a porta per le utenze domestiche e non domestiche, che sarà gestita da Contarina, verrà introdotta un po' alla volta a partire dalla fine di questo mese fino a luglio 2014. Da fine ottobre infatti saranno organizzati degli incontri pubblici, suddivisi per zone e quartieri, per spiegare passo passo ai cittadini l'utilizzo dei bidoni, giorni e modalità degli svuotamenti e rispondere a tutti i dubbi dei cittadini. Il primo incontro il 29 ottobre alla Pro Loco di Canizzano riguarderà i quartini di Sant'Angelo, Santa Maria del Sile e Canizzano, da dove partirà il servizio di raccolta. Inoltre in tutte le case saranno inviati degli addetti Contarina, con tanto di tesserino di riconoscimento, che consegneranno alle famiglie i bidoni, con relativi sacchetti, l'eco calendario e una guida per differenziare i rifiuti in modo corretto. Per comunicare tutti gli appuntamenti, i cittadini saranno avvisati per tempo tramite lettera. A seguire partirà anche una campagna affissioni in città, mentre il 24 ottobre arriverà in città il

"Palacomieco", speciale punto di informazione e per qualsiasi dubbio sarà anche attivo un numero verde. L'obiettivo dell'azienda incaricata del servizio è di raggiungere e informare in maniera capillare tutti i cittadini suddivisi in scaglioni secondo le tempistiche previste.Il capoluogo, hanno spiegato ieri i vertici di Contarina, che hanno consegnato simbolicamente i bidoni al sindaco Manildo, è stato stato suddiviso in 3 zone: il centro storico, fuori mura e la cintura urbana. Ogni zona sarà caratterizzata da servizi specifici appositamente studiati per rispettare le particolarità dell'area. Per chi abita in centro storico o nelle immediate vicinanze, in zone dove non è possibile lasciare in strada i bidoni per lo svuotamento, saranno a disposizione i servizi di Ecobus e EcoStop: automezzi itineranti che sosteranno in apposite zone stabilite per un periodo di tempo che va dai 30 minuti alle 2 ore. In questo caso sarà il cittadino stesso a conferire i rifiuti agli Ecobus o EcoStop, con gli appositi sacchetti o con il proprio contenitore. Dopo due settimane dalla consegna dei contenitori,verranno eliminati i cassonetti dalla strade e comincerà la raccolta porta a porta con frequenze in base alla zona di appartenenza. A luglio 2014 la raccolta differenziata entrerà a pieno regime. Isabella Loschi |

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Aeroporti, per 40 anni lo scalo di Treviso in mano a Aer Tre

La società del Canova ottiene la concessione

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TREVISO - Dopo un lungo e complesso iter approvativo, Aer Tre, la società del 'Canova' di Treviso, ha ottenuto in via definitiva la concessione quarantennale di gestione totale dell'aeroporto.

Il 14 ottobre 2010 Enac e Aer Tre avevano sottoscritto la convenzione per la gestione totale che prevede, in particolare, lo sviluppo dello scalo attraverso la progettazione e realizzazione del piano investimenti, la gestione e manutenzione degli impianti e delle infrastrutture aeroportuali. Il rilascio del Decreto interministeriale del Ministero dell'Economia e del Ministero dei Trasporti, che conferisce efficacia al contratto sottoscritto tra Enac e Aer Tre, ha poi subito forti rallentamenti, anche a causa del succedersi di diversi Governi.Finalmente, l'11 settembre 2013 il Decreto è stato registrato alla Corte dei Conti, portando così a definitiva conclusione l'intero iter. La durata della concessione quarantennale decorre dalla data del 16 aprile 2013. L'ottenimento della concessione permette di avviare il piano di sviluppo infrastrutturale dello scalo - per il quale si attende ora la Valutazione di Impatto Ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente - che prevede investimenti per lo sviluppo del terminal, la manutenzione della pista di volo, l'ampliamento dei parcheggi, lo sviluppo delle aree commerciali del terminal e servizi ausiliari, nonché un significativo importo dedicato alle mitigazioni ambientali in modo da garantire la sostenibilità ambientale del piano di sviluppo approvato con la Concessione quarantennale. L'ottenimento della concessione quarantennale, per il gruppo Save, segna dunque un ulteriore importante traguardo del sistema aeroportuale Venezia-Treviso, anche in vista dell'auspicata ripresa del settore del trasporto aereo.

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Il caso Paccagnella in Parlamento. Ermete Realacci al parco

L'onorevole fa visita al sito. E conferma: "Il progetto va fermato"

CONEGLIANO - Zambon ha stupito (in negativo) l'onorevole Ermete Realacci. Che alla notizia del ristorante che dovrebbe sorgere ai piedi del Castello di Conegliano, come risarcimento al proprietario dell'area Adriano Paccagnella da parte del comune, è rimasto sbigottito. E, in quanto presidente della Commissione Ambiente alla Camera, ha deciso di portare il caso in Parlamento.

L'interrogazione sarà discussa prossimamente alla Camera. Intanto, Realacci ha voluto vedere il sito con i suoi occhi, e lo scorso 5 ottobre ha fatto una visitina a Conegliano. Insieme all’onorevole Roger De Menech, e accompagnato dai consiglieri comunali del Partito Democratico Isabella Gianelloni e Alessandro Bortoluzzi, Realacci si è recato sul luogo dove il comune vorrebbe autorizzare la costruzione di ristorante e parcheggio. "La visita non ha potuto che rafforzare la convinzione sulla necessità di investire del problema il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Parlamento - rende noto Gianfranco Losego del Comitato per il Parco del Castello di Conegliano - per evitare la deturpazione del patrimonio artistico e ambientale della città di Conegliano. Nel frattempo - spiega Losego - proseguirà l’impegno del Comitato per il Parco del Castello per coinvolgere quanti più cittadini possibile sia con la raccolta delle firme nei banchetti in

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centro città che su internet, consapevoli che l’ambiente e i beni artistici e architettonici, come dimostrano le adesioni anche di personalità della cultura, vanno conservati non solo per i cittadini di Conegliano ma anche per tutti coloro che hanno visitato e continuano a visitare Conegliano".

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"Bellussi non vuole il casello A27 nei suoi campi. Ma altrove sì"

Il sindaco Szumsky commenta l'espulsione della capogrupo dal consiglio comunale

SANTA LUCIA - Bellussi fuori dal Consiglio Comunale. Andrea Zanoni in mezzo alla battaglia. Il Casello A27 motivo di divergenze. E il sindaco di Santa Lucia Riccardo Szumsky (in foto), che dopo aver vinto la causa, sottolinea: "Un consigliere non può stare in conflitto con l'amministrazione". Per il primo cittadino di Santa Lucia, "la capogruppo di Alleanza Democratica Loretta Bellussi non era contraria al casello esclusivamente per motivi ambientali. Era contraria che fosse fatto anche sui suoi terreni, ma era disponibile a che fosse realizzato presso il paese di Santa Maria in comune di Mareno". "E' tutto scritto nel suo programma - fa notare Szumsky - ognuno può verificare". "Bellussi - puntualizza il sindaco - Inoltre ha fatto ricorso non solo contro la Provincia come incautamente afferma il subentrante consigliere Bariviera, ma anche e sempre contro il comune di Santa Lucia"."Quanto all'eurodeputato - Szumsky fa riferimento all'interesse che ha dimostrato Zanoni per la faccenda - il suo affannarsi contro qualsiasi opera si voglia tentare di realizzare nel nostro territorio, nessuna esclusa, ci pare esprima una vena di sadismo contro le persone che quotidianamente scontano arretratezze e limiti del nostro sistema infrastrutturale e quindi si leggono come azioni contro il sistema produttivo che già sopporta molte difficoltà . Non abbiamo letto - conclude il sindaco - analogo fervore propositivo per soluzioni che contrastino licenziamenti, fallimenti e decadimento economico e competitivo del sistema occupazionale".

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Erbicidi, "A Farra ridotti del 92%"

Il sindaco Nardi si difende dalle accuse del Wwf

FARRA DI SOLIGO - IL Wwf accusa: "Erbicidi a tutto spiano sulle strade". E il Comune di Farra di Soligo si difende: "Ne abbiamo ridotto l'utilizzo del 92%". Dopo l'allarme "Glyphosate" lanciato dal presidente dal Wwf Alta Marca, il sindaco di Farra di Soligo Giuseppe Nardi (in foto), accusato dagli ambientalisti di essere "contraddittorio e anti costituzionale", prende la parola. Per specificare che, il Glyphosate in questione, nel suo Comune viene spruzzato "con molta parsimonia, solo lungo le strade, e non nelle aree pubbliche quali parchi e giardini"."L’ Amministrazione Comunale ha ridotto drasticamente l’utilizzo di dissecanti, - fa sapere il sindaco - passando da un quantitativo totale acquistato di 195 litri nel 2010 a 15 litri nel 2012, con un abbattimento quindi di oltre il 92%

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nell’arco di due anni”. “Purtroppo – aggiunge Nardi - le esigue disponibilità di cui dispongono gli enti locali impongono di limitare i costi dei servizi. È necessario quindi, per mantenere il decoro del territorio comunale, trovare un giusto e ragionevole equilibrio tra il ricorso alla manodopera, a impatto nullo sull’ambiente, e l’uso di altre metodologie più economiche, pur mantenendo in ogni caso il riguardo per la sicurezza e la salute pubblica”“Per questo – conclude il sindaco - saranno benvenuti tutti coloro che, interessati e attivi sui temi della difesa dell’ambiente e della salute, vorranno candidarsi a prestare la loro opera di volontari per contribuire allo sfalcio dell’erba e alla pulizia delle strade”.

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Architetti, l’obiettivo è l’ecosostenibilità

BELLUNO Valorizzare il ruolo dell’architetto nella società, dar vita a una serie di iniziative volte a sensibilizzare i cittadini verso un futuro di costruzioni più “smart” ed ecosostenibili, perseguire la strada che porta a una semplificazione burocratica e soprattutto alla maggiore chiarezza normativa. Sono solo alcuni degli obiettivi che il nuovo Consiglio dell’Ordine degli architetti di Belluno si prefigge di portare avanti nei prossimi quattro anni. Il Consiglio, rinnovato per oltre metà dei suoi membri, si è insediato nei giorni scorsi e rimarrà in carica fino al 2017. I nove consiglieri eletti sono i componenti della lista “Ordine 2.0”, formata da quattro donne e cinque uomini provenienti da aree diverse della provincia e con un'età media di 40 anni, che si ripropone di continuare il lavoro di cambiamento ed innovazione portato avanti nell'ultimo quadriennio. Alla presidenza è stato riconfermato Alessandro Sacchet, vice Giampaolo Zanon, segretario Arianna Guadagnin, tesoriere Sara Zandanel e consiglieri Amelia Cassol, Giuseppe Peruz, Valeria Ruaro, Stefano Cicuto, Luca Mares. Obiettivo del gruppo è quello di lavorare fattivamente alla riorganizzazione dell’Ordine in linea con le direttive del nuovo quadro normativo, dando vita a un soggetto con ruoli, obiettivi e compiti più vicini alla realtà atttuale e alle esigenze degli iscritti. Nel programma del prossimo quadriennio troviamo anche l’impegno nel promuovere il concorso (anche in ambito privato) quale metodo virtuoso per l’affidamento di incarichi professionali e strumento per elevare la qualità architettonica, ma anche l’attivazione di un tavolo di confronto con le amministrazioni comunali per garantire omogeneità di procedure, modulistica e regolamenti. (m.r.)

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Canile lager: «Non riuscivano a curarli»

MEL Sentenza rinviata al 21 gennaio quella per i coniugi Francesca Campo e Gustavo Bocchini Padiglione, entrambi padovani abitanti a Cordellon, accusati di maltrattamento e abbandono di animali. Un caso che fece scalpore non solo in provincia, considerate le condizioni impietose in cui fu tenuta una decina di cani. I due anziani coniugi erano stati denunciati per aver abbandonato i quadrupedi in condizioni tragiche in un canile presunto ma

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mai autorizzato, in quel di Cordellon. La Forestale fece le indagini e scoprì un vero e proprio lager che ai due costò l’incriminazione e il processo. Ieri in aula (i due anziani sono comparsi difesi dall’avvocato Mauro Gasperin), non si è arrivati alla sentenza: si è invece richiamato a testimoniare il veterinario Pierangelo Sponga che ha precisato alcune situazioni. Secondo Sponga, infatti, è vero che i cani erano tenuti in condizioni pietose e ridotti a pelle e ossa nelle gabbie che furono trovate, ma questo non perché i due anziani coniugi lo facessero per cattiveria o negligenza: semplicemente «perché non riuscivano a farvi fronte» in maniera adeguata. Non ci sarebbe dolo, dunque, nella condotta dei due imputati, anche ammalati: fino al 2006/2007 le condizioni degli animali potevano essere considerate «accettabili», ha spiegato il veterinario, ma poi non più perché i due padovani non riuscivano più ad averne adeguata cura: soprattutto a causa di alcune malattie serie che hanno fortemente fiaccato i due coniugi (tra le quali anche un ictus). Il giudice Trentanovi ha quindi rinviato per la discussione al 21 gennaio, udienza nella quale anche i due imputati vorranno rilasciare dichiarazioni spontanee, come annunciato ieri dal loro difensore.

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