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Magnifico bungalow nel cuore di St-Léonard Mantenuto bene. Proprietario d'origine Cucina rinnovata. Da non perdere!

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A pagina 10 e 11

La Juve avanza

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A pagina 13

UMBERTO BRUNI

La scomparsa

del celebre artista Italo-Canadese

di fama mondiale

1914 - 2021

SE N'È ANDATO UN GIGANTE

(2)

L’OPINIONE

di

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Tony Loffreda ,CPA Filomena Rotiroti

Deputata di Jeanne-Mance-Viger

Tel.: 514-326-0491

Capogruppo dell’opposizione ufficiale

5450, rue Jarry Est, bureau 100, Saint-Léonard (Québec) H1P 1T9

Filomena.Rotiroti.JMV@assnat.qc.ca

10 febbraio, i nostri ricordi

Anche quest’anno, in occasione del Giorno del Ricordo (10 febbraio), commemorante il dramma dei Dalmati, Istriani, Fiumani, venuti via dalla propria terra natale per sfuggire alle violenze slavo-comuniste, si assiste alla discesa in cam- po dei “revisionisti” e dei “negazionisti”, in armi contro chi osa ricordare. Il poeta ultracentenario Boris Pahor, attivista antitaliano e nazionalista Sloveno che vive al calduccio nella comoda Trieste, ha reiterato la propria indignazione per “la bugia delle foibe”. La scorsa estate, poco prima di ricevere la massima onorificenza dalle mani di Mattarella, aveva sentenziato: “Le foibe sono tutta una balla”. Un certo Eric Gobetti ha presentato un suo libro, ampiamente pubbliciz- zato, in cui gli imputati siamo noi Italiani di quelle terre, ieri

“fascisti” e vera causa delle foibe, e oggi troppo nazionalisti.

Altri sono intervenuti o interverranno per spiegarci la verità su ciò che i nostri genitori e i nostri nonni, e in alcuni casi noi stessi, vedemmo, vivemmo, subimmo. Evidentemente noi ricordiamo male...

Giampaolo Pansa, che già da ragazzo era stato testimone di certe pagine buie di storia, e che al termine della sua car- riera osò ricordare il “sangue dei vinti”, fu rimosso dal club della nomenklatura dello Stivale, custode del pensiero unico.

L’umanissimo e geniale Simone Cristicchi, che fino a poco prima era considerato un “compagno”, fu etichettato come

"fascista" per aver osato dar voce, in teatro, con "Magazzino 18", alle vittime innocenti del carnaio balcanico.

Immaginate cosa si racconterebbe di noi in Italia se non ci fossero le testimonianze di personaggi celebri come Ben- venuti, Endrigo, Andretti, Luxardo, Pamich, Missoni... E se non ci fosse un gran numero di scritti di testimoni diretti di quei giorni infami. Nidia Cernecca ha ricordato: "Gli slavi torturarono a morte mio padre. Non contenti, lo decapitarono per estrargli due denti d’oro. E poi, per sfregio, con la sua testa ci giocarono a palla, sui binari del treno. La sua 'colpa'?

Era italiano". Io ho avuto uno zio infoibato…

Ma nella patria degli odi civili, la logica binaria del campo di calcio è incisa nel Dna nazionale. E i custodi della verità ufficiale dell’“Italia nata dalla Resistenza” scendono ogni volta in campo contro la squadra avversaria, composta di gente che non prova altro che un normale sentimento di amor patrio e vuole ricordare i propri morti e onorare i padri.

Gente pacifica, che non ha mai espresso atti di violenza e che non nutre sogni di riconquista, e rispetta la dignità dei suoi avversari ex Jugoslavi e sa che nelle foibe di Tito finì anche un alto numero di Slavi anticomunisti (vedi: "Slovenia. Anche noi siamo morti per la Patria").

Con il disfacimento nel sangue della Jugoslavia (1991), i nostri vicini dell’Est hanno avuto modo di riproporre alle platee mondiali le specialità balcaniche delle carneficine e delle fosse comuni. Con i riflettori dei mass media puntati questa volta su di loro, e non nel silenzio e nell'indifferenza come fu invece per noi. Ma neppure la sanguinosa esplosio- ne d’odio tribale scatenatosi tra gli ex urlatori di "Morte al fascismo e libertà ai popoli!", con cui per decenni la nostra classe politica aveva tenuto la posizione supina per facilitare i

“rapporti di buon vicinato” (rinunciando anche alla Zona B), è riuscita a scuotere le certezze e ad attenuare gli odi civili nei cultori del sentimento antinazionale, di cui l’Italia è ricolma.

Nel Bel Paese gli ex comunisti utili idioti tengono ancora banco. Alcuni di loro sono al governo. Cosa volete, i nostri

“convertiti” sono orgogliosi di aver creduto nel comunismo, e si sentono moralmente superiori a chi invece non ha avuto bi- sogno del crollo del muro, né dell’ordine “rompete le righe!”

impartito dagli ammaestratori, per capire la tragica verità di quell’oscena menzogna. Bastava attraversare il confine.

Quel confine che io con i miei genitori e tanti di noi attra- versammo, un fatidico giorno, in senso contrario…

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Covid Usa, superati i 27 milioni di casi

Sono più di 27 milioni i casi di Covid-19 registrati negli Stati Uniti dall'inizio della pandemia.

Lo riporta il database della Johns Hopkins University, secondo cui gli Usa sono il Paese al mondo con più contagi, ben 27.007.397, davanti a India, Brasile e Regno Unito. Negli Stati Uniti, sempre secondo l'università, sono morte finora oltre 463mila persone a causa del coronavirus. (Dati aggiornati all’8 febbraio 2021)

WASHINGTON - "America is back, la diplomazia è tornata".

Così Joe Biden, la settimana scorsa, ha salutato e ringraziato i dipendenti del Dipartimento di Stato, dove si è recato nella

sua prima visita di un'agenzia federale da quando è Presidente.

“Ricostruire muscoli alleanze".

"Nelle ultime due settimane ho parlato con i leader di molti dei nostri amici più stretti per comin-

Usa, Biden: basta autoritarismi da Cina e Russia

ciare a riformare l'abitudine della cooperazione e ricostruire i mu- scoli delle alleanze democratiche atrofizzati da quattro anni di tra- scuratezza e abuso": ha affermato Biden. "Le alleanze dell'America sono tra i nostri asset più grandi"

così come "guidarle con i mezzi della diplomazia, stando spalla a spalla con i nostri partner ancora una volta", ha proseguito, ammo- nendo che bisogna "affrontare i nostri avversari e rivali diploma- ticamente quando necessario".

A Putin: "Non subiremo più azioni ostili, reagiremo". Gli Usa "non subiranno più" le azioni ostili della Russia: con Vladimir Putin gli USA avranno un atteg- giamento "diverso". L'oppositore russo Alexey Navalny "dovrebbe essere rilasciato immediatamente

e senza condizioni". "Non esite- remo ad aumentare i costi per la Russia e a difendere i nostri interessi vitali e il nostro popolo", ha aggiunto.

"Dobbiamo affrontare l'auto- ritarismo di Cina e Russia".

"Dobbiamo fronteggiare le cre- scenti ambizioni della Cina e la determinazione della Russia di danneggiare la democrazia", ha sottolineato Biden. "Affronte- remo gli abusi economici della Cina, contrasteremo le sue azioni aggressive e coercitive, respinge- remo l'attacco della Cina ai diritti umani'', ha poi aggiunto. Allo stesso tempo, l'inquilino della Casa Bianca ha abbassato i toni:

''Siamo pronti a lavorare con Pe- chino quando sarà nell'interesse dell'America farlo".

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CHAMBRE DES COMMUNES HOUSE OF COMMONS CANADA

David Lametti

Ministro della Giustizia e Procuratore Generale del Canada

D E P U TAT O D I :

6415 BOULEVARD MONK, MONTRÉAL, QC, CANADA H4E 3H8

david.lametti@parl.gc.ca davidlametti.libparl.ca

CHAMBRE DES COMMUNES HOUSE OF COMMONS

CANADA

Deputata Saint-Léonard–Saint-Michel

8370 Boulevard Lacordaire, Saint-Léonard, QC H1R 3Y6 Patricia.Lattanzio@parl.gc.ca

Tel.: 514-256-4548

CANADA

COL PARLAMENTO

di David Lametti

Deputato di LaSalle—Émard—Verdun M I N I S T R O D E L L A G I U S T I Z I A

MONTRÉAL - In questo periodo pieno di incertezze, è importante soffermarsi ad apprezzare gli sforzi di tanti uomini e donne che corrono in aiuto delle persone in difficoltà. Ringrazio gli organismi comunitari di Rivière-des-Prairies per essere stati in grado di soddi- sfare i bisogni della popolazione, con la massima efficacia e rapidi- tà. È stata creata un’unità virtuale di crisi, che riunisce gli organismi comunitari ed i rappresentanti dei diversi livelli di governo. Gli in- contri virtuali si sono svolti regolarmente dalla primavera del 2020.

Per aiutare i cittadini colpiti da COVID-19, è stata organizzata la di- stribuzione di generi alimentari e pasti. Inoltre, gli stessi organismi si sono impegnati a sensibilizzare la comunità di Rivière-des-Prair- ies sull’importanza del rispetto delle diverse norme sanitarie.

Celebriamo la resilienza delle nostre Comunità

È difficile credere che l’anno scorso, di questi tempi, mi stavo preparando per recarmi in Italia. Ovviamente, è apparso subito evidente che non sarebbe stato possibile e che, anzi, sarebbe stato

‘da irresponsabile’. La situazione in Italia stava peggiorando rapi- damente, mentre in Canada il nostro governo monitorava da vicino la situazione, senza che il COVID-19 influisse particolarmente sulla nostra vita quotidiana. Sappiamo cosa è successo dopo. Un venerdì, avrei dovuto lasciare Ottawa per partecipare ad un evento di beneficenza, che non ha mai avuto luogo. Invece, ho partecipato ad una riunione di emergenza del governo. Era l'inizio di una crisi di cui potremmo presto celebrare il primo anniversario, se ci fosse motivo di festeggiare. Metto spesso a confronto le settimane suc- cessive al mio dottorato. Ero chiuso nel mio appartamento, uscivo solo per necessità improrogabili, e trascorrevo le mie giornate a scrivere ed a rivedere i miei dossiers, accompagnato dai miei fidati dischi in vinile.

Nel bel mezzo di una pandemia, non pensiamo necessariamente in primis al Ministro della Giustizia. Detto questo, anche se sono sta- to meno esposto rispetto ai miei colleghi alla Sanità o alle Finanze, non sono stato meno impegnato. In qualità di Avvocato del governo, ho preso parte alle riunioni della Commissione COVID, per assicu- rarmi che le misure che stavamo approvando fossero costituzionali e, in generale, per decidere le modalità migliori per aiutare i Canade- si. Bisognava anche ripensare molti aspetti del sistema giudiziario, che ha dovuto adattarsi rapidamente alla nuova realtà. Abbiamo immediatamente istituito un comitato d'azione, che ho presieduto insieme all'Onorevole giudice Wagner. Era fondamentale assicu- rare che i Canadesi continuassero ad avere accesso alla giustizia.

Se il mio ruolo di Ministro mi ha impegnato parecchio, quello di deputato si è rivelato altrettanto essenziale. Il nostro ufficio di circoscrizione è stato inondato da richieste di cittadini che avevano bisogno di aiuto, o perché avevano perso all’improvviso il posto di lavoro, o perché si sono ritrovati bloccati all'estero. In effetti, devo ringraziare pubblicamente chi si occupa dei dossier dei cittadini nel mio ufficio, Rébecca, il cui primo giorno di lavoro è stato ... il 13 marzo. Un bel battesimo di fuoco! So che tutti i membri della Collina Parlamentare, indipendentemente dal partito di apparte- nenza, sono ben consapevoli dell'importanza dei loro dipendenti nell’ufficio di circoscrizione. Sono la prima linea per aiutarvi e ho la fortuna di essere circondato da persone formidabili, che hanno fatto di tutto per assistervi nei vostri bisogni. Da quasi un anno viviamo in una situazione senza precedenti. L'anormale è diventato routine.

Ci siamo adattati a ciò che solo poche settimane, o qualche mese fa,sembrava impensabile. Prima ho menzionato che si avvicina il primo anniversario di confinamento. Sebbene sia certamente un momento strano da sottolineare, rappresenta un'opportunità per celebrare non la pandemia, ma la resilienza e la forza delle nostre Comunità, di tutti coloro che le compongono. Che si tratti degli operatori sanitari, degli insegnanti, dei commercianti, o di chiunque altro che ci ha permesso di trovare un pò di luce in un periodo oscuro, è grazie a loro che oggi continuiamo ad andare avanti tutti insieme.

Nel classico film ‘Casablanca’, Rick e Ilsa avranno sempre Parigi nel cuore. Ricorderemo sempre la nostra solidarietà, che ci avrà permesso di superare l'ultimo anno ed imesi futuri. Questo è quello che sceglierò di ricordare, anche quando finalmente potrò portare la mia famiglia in Italia.

di Marc Tanguay, deputato provinciale di LaFontaine MONTRÉAL – Prove di nor-

malità nella Belle Province. Seb- bene il numero di persone che hanno perso la vita a causa del covid-19 abbia superato quo- ta 10.000, gli ultimi dati sono confortanti: l’ultimo bilancio disponibile, quello di lunedì 8 febbraio, parla di 853 nuovi casi e 17 morti, anche se ci sono ancora 969 cittadini ricoverati, di cui 160 in terapia intensiva. A livello canadese, le vittime hanno raggiunto quota 20.815, mentre, sempre su scala nazionale, sono 741.724 le persone guarite dal coronavirus. Domenica, nella Provincia sono state sommini- strate 1.529 dosi di vaccino, per un totale di 259.188 dall'inizio della campagna vaccinale, partita il 14 dicembre. Ad oggi, 294.825 sono le dosi somministrate in Québec. La vaccinazione, è chia- ro, va a rilento. Vietato abbassare la guardia, quindi: il pericolo non è ancora scampato, anche se si intravede un barlume di luce in fondo al tunnel. In questo conte-

sto, il governo Légault ha avviato un primo allentamento delle re- strizioni. L’annuncio è arrivato il 2 febbraio, ma ha preso il via solo lunedì 8 febbraio, quando in tutto il Québec hanno riaper- to gli esercizi commerciali non essenziali (centri commerciali inclusi), i barbieri e le parruc- chiere, i centri estetici, i musei e le biblioteche, mentre gli studenti possono tornare a frequentare le lezioni, sia nei Cégeps che nelle Università, una volta alla settimana. Restano chiusi i bar, così come restano vietati gli as- sembramenti nei posti chiusi.

Gli spostamenti interregionali restano sconsigliati, soprattutto in vista della ‘semaine de relâche scolaire’ a marzo. Tutta la Pro- vincia resta zona rossa, con il co- prifuoco confermato dalle 20 alle 5, tranne 6 regioni settentrionali, che diventano zona arancione:

Côte-Nord, Bas-Saint-Laurent, Gaspésie–Îles-de-la-Madeleine, Saguenay–Lac-Saint-Jean, Abi- tibi-Témiscamingue e Nord-du-

Casi in flessione: il Québec riapre

Nonostante la pandemia abbia fatto oltre 10 mila vittime, la curva dei contagi con- tinua ad appiattirsi nella Belle Province e lunedì hanno riaperto negozi, saloni e musei. Ma i vaccini scarseggiano e il gover- no Legault accusa apertamente Trudeau

Québec. Per un totale di 850.000 abitanti, il 10% della popolazio- ne. I cittadini di queste regio- ni potranno non solo tornare a pranzare o a cenare nei ristoranti, con la famiglia o in coppia, ma potranno anche rimettersi in for- ma andando in palestra. Benefi- ceranno, inoltre, di un coprifuoco più flessibile, che prenderà il via solo alle 21:30. Gli sport al chiuso saranno consentiti in coppia, o in famiglia. A partire dal 26 febbraio, poi, riapriranno anche cinema, teatri e sale per spettacoli. I luoghi di culto, che potranno accogliere massimo 10 fedeli nella zona rossa, potranno ospitarne fino a 25 in quella arancione. Per quanto riguarda le attività sportive all’esterno, il limite è fissato a 8 persone nella zona arancione e a 4 in quella rossa. Aperture graduali, quindi, in attesa che la vaccinazione della popolazione faccia il suo corso.

Con il governo Legault che non

nasconde il suo malcontento con il Premier Justin Trudeau. "Sia- mo pronti a vaccinare in maniera massiccia i cittadini - ha dichia- rato il Ministro provinciale della Salute, Christian Dubé – ma è un po’ come avere una macchina potente senza benzina". Il gover- no caquista si aggrappa alla pro- messa di Justin Trudeau di 1,3 milioni di dosi entro il 31 marzo.

Una promessa che il Primo Mini- stro canadese ha ribadito venerdì, cercando di rassicurare una po- polazione sempre più preoccu- pata. "Tutti i produttori (Pfizer e Moderna) – ha ribadito il leader liberale - mi hanno assicurato che rispetteranno gli obblighi contrattuali". Ed ha annunciato che a partire dal prossimo luglio, nello stabilimento Royalmount del National Research Council a Montréal, previa autorizzazione di Health Canada, sarà prodotto il vaccino della compagnia farma- ceutica Novovax. (V.G.)

Un plauso agli organismi comunitari di RDP

A causa delle restrizioni imposte dal governo, gli organismi co- munitari hanno adattato rapidamente le loro attività quotidiane, organizzando seminari e conferenze virtuali per i loro membri, chiamandoli regolarmente semplicemente per non perdere i contatti.

“Tanto di cappello” a questi organismi che stanno svolgendo un lavoro straordinario durante questa pandemia. Hanno trovato le ri- sorse necessarie per rispondere bene all’appello della popolazione in un contesto difficile. I loro sforzi e le numerose ore dedicate a trovare delle soluzioni utili hanno permesso di aiutare tanti resi- denti del quartiere. Possiamo raggiungere grandi risultati, insieme.

Colgo l’occasione per ringraziarli personalmente: ricorderemo sempre con gratitudine l’eccezionale dedizione e generosità nei confronti dei cittadini di Rivière-des-Prairies.

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Silvia Costantini Console Generale

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LA CONSOLE GENERALE D’ITALIA RISPONDE

Cos’è la cittadinanza italiana?

Cos’è la cittadinanza italiana?

Questa settimana iniziamo ad analizzare il tema della cittadinanza italiana, che so essere di grande interesse. Si tratta di un argomento piuttosto complesso, a cui dedicheremo più di un approfon- dimento, partendo dalle nozioni di base per poi passare ad esaminare i principi che la regolano.

Se avete quesiti o richieste di chiarimento su questo argomento oppure se volete sottoporci un caso concreto da trattare non esitate a sot- toporli alla redazione journal@cittadino.ca, che ce li farà pervenire. Insieme alla Squadra consolare saremo felici di occuparcene in un ap- profondimento futuro.

Cosa si intende per cittadinanza?

Il vocabolario on line Treccani definisce la cittadinanza: “Condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato, con i diritti e i doveri che tale relazione comporta; tra i primi, vanno annoverati in particolare i diritti politici, ovvero il diritto di voto e la possibilità di ricoprire pubblici uffici; tra i secondi, il dovere di fedeltà e l’obbligo di difendere lo Stato, prestando il servizio militare, nei limiti e modi stabiliti dalla legge.”

La natura pragmatica di questa rubrica non ci permette di svolgere un excursus storico del concetto di cittadinanza che ci porterebbe prima nel mondo greco per poi passare all’esperienza giuridica romana ed infine alla sua rinascita dopo la Rivoluzione francese, nel momento cioè del passaggio da suddito/a a cittadino/a, come componente attivo della nazione.

Concentriamoci piuttosto sull’attuale impianto giuridico italiano.

Quando nasce la cittadinanza italiana?

Il concetto di “cittadinanza italiana” nasce con la formazione dello Stato unitario, cioè a partire dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Da allora, svariati interventi normativi hanno regolato questa materia.

Quali sono state le principali norme sulla cittadinanza fino al 1992?

La prima legge sulla cittadinanza vede la luce, in Italia, nel 1912.

È la n. 555 del 13 giugno, che entra in vigore nel luglio di quell’anno.

Stabilisce tre principi, ora del tutto superati: 1) La cittadinanza italiana viene acquisita per via paterna. 2) Le vicende di cittadinanza della donna maritata seguono quelle del marito. 3) L’acquisto volontario di

una cittadinanza straniera comporta la perdita della cittadinanza italiana. Conoscere questi tre principi e soprattutto esaminarne il graduale, progressivo, superamento ci aiuta a comprende- re l’attuale impianto normativo e apprezzare il grande progresso civile e politico registrato nel nostro Paese nel corso di otto decenni.

Il primo baluardo della legge n.555/1912 cade il 1° gennaio 1948, giorno in cui entra in vigore la Costituzione della Repubblica Italiana, che stabilisce la parità genitoriale. Da quella data, la cittadinanza si acquista anche per via materna.

Successivamente, la legge n. 123 del 21 aprile 1983 - in vigore da quel 26 aprile e ora abrogata - slega le vicende di cittadinanza della moglie da quelle del marito. Si sgretola in tal modo il secondo baluardo della legge n.555/1912.

Infine, il 16 agosto 1992 entra in vigore la legge n. 91 del 5 febbraio di quell’anno che supera anche il terzo baluardo della legge n.555/1912.

La nuova norma pone infatti al centro delle vicende relative alla citta- dinanza la volontà del singolo individuo.

Cosa prevede la vigente disciplina sulla cittadinanza?

Tre sono i principi su cui si incardina la vigente legge n. 91/1992

“Nuove norme sulla cittadinanza”, che disciplina la materia:

1) trasmissione per filiazione, secondo il principio dello “ius san- guinis” (diritto di sangue, trasmesso dal padre italiano e/o dalla madre italiana);

2) diritto alla titolarità contemporanea di più cittadinanze (chi acquisisce una cittadinanza straniera non perde quella italiana);

3) manifestazione della volontà individuale nell’acquisto, nella perdita e nel riacquisto della cittadinanza. Acquista dunque piena centralità la volontà del singolo individuo in tutte le vicende relative alla cittadinanza.

Per il momento abbiamo concluso con queste prime nozioni di base sulla cittadinanza. Vi aspettiamo la prossima settimana con un approfon- dimento sui principi giuridici che regolano l’acquisto della cittadinanza.

Non perdetelo.

La vostra Console Generale, Silvia Costantini

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Ripartiamo da Draghi. La crisi innescata da Italia Viva ha causato un terremoto, mandando a casa non solo il presidente del Consiglio Conte, ma l’intera classe politica che non è riuscita a mettersi d’accordo su una nuova maggioranza. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha sorpreso tutti e, con decisione e rapidità, ha conferito l’incarico all’ex presidente della BCE Mario Draghi. Il suo nome forse era nel cassetto da mesi.

A questo punto i leader dei partiti, obtorto collo, hanno dovuto schierarsi ed appoggiare Draghi, che dovrebbe formare il nuovo governo questa settimana. In breve tempo tutti si sono convertiti alla nuova causa e la piroetta più veloce è stata quella di Salvini che,da populista, antieuropeista e trumpiano, ha trovato la nuova via appoggiando il nuovo governo. Solo Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia ha resistito. Per il momen- to. Con la nomina di Draghi non è che i problemi dell’Italia siano risolti. È una persona qualificata, con le carte in regola e che dovrebbe affrontare con successo i tanti problemi di questo Paese.

Speriamo che sia così. Secondo me, dovrebbe compiere in due anni un piccolo miracolo. Portare l’Italia alla normalità.

Come da almeno 20 anni ci chiede l’Unione Europea.

Peggio di una sconfitta dell’Inter

La cosa era nell’aria. In quasi ogni paesino della mia pro- vincia (Molise), nelle ultime settimane si registrava qualche caso di Covid 19 e fino alla mezzanotte di domenica scorsa eravamo in zona gialla. Ancora meglio. Dall’inizio di questa pandemia ci era andata bene ed essendo in zona gialla qual- che piccolo vantaggio lo avevamo. Il bar chiudeva alle 18, ma si poteva circolare liberamente. Si prendevano le solite precauzioni e tutti portavano la mascherina. Adesso devi stare chiuso in casa, non puoi circolare nemmeno nello stesso paese e puoi uscire solo per andare dal dottore, in farmacia o a fare la spesa. Sarà cosi per due settimane, fino al 21 febbraio, in 27 comuni della provincia di Campobasso. Tra questi c’è anche il mio beneamato paese, Montorio nei Frentani.

Parliamo del campionato

È iniziato il girone di ritorno e sorprendentemente il Milan è sempre lì in vetta, tallonato dall’Inter e dalla Juventus. E penso che lo scudetto andrà ad una di queste tre squadre. Non è un campionato normale. Gli stadi sono vuoti ed è difficile scendere in campo concentrati. Si spera in tempi migliori, ma è un anno difficile. Secondo gli esperti, l’Inter, nonostante i problemi societari, dovrebbe spuntarla perché non ha impegni di coppa, ed è questo chiaramente l’obiettivo della società ne- razzurra; ma Milan e Juventus hanno tutte le carte in regola per aspirare alla vittoria finale. Anzi, secondo me, hanno qualche problema in meno. Il Milan è una compagine giovane che ha un Ibrahimovic (39 anni) in più e la Juventus è lo squadrone di sempre con un Ronaldo in più. È un campionato anomalo, ma interessante anche se, sinceramente, penso che la lotta per il titolo sarà limitato a queste tre squadre.

Il Giorno del Ricordo: celebrazioni in tutta Italia

La tragedia delle Foibe - nelle quali i partigiani comunisti fedeli a Tito gettarono, tra il 1943 e il 1945, migliaia di italiani (circa 16.500), e il dramma degli esuli istriano-dalmati (almeno 250mila), costretti ad abbandonare le loro case dopo la cessione di Istria, Fiume e Zara alla Jugoslavia, seguita alla scon- fitta dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, è una delle pagine più dolorose della storia dell’Italia.

Dal 2004 il Parlamento italiano ha istituito il “Giorno del Ricordo”, che si celebra ogni anno il 10 febbraio, con l’obiettivo di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle Foibe. Per non dimenticare, anche quest'anno l’Italia ha promosso varie celebrazioni e iniziative che permettano di consegnare intatti il ricordo e la testimonianza di questa strage alle generazioni future.

ROMA – “Allo stato attuale permangono distanze e non ho registrato unanime di- sponibilità di dare vita a una maggioranza”. Lo ha detto il Presidente della Camera Ro- berto Fico il 2 febbraio scorso, al termine del colloquio con il Presidente Sergio Mattarella.

Si è conclusa, così, con un nulla di fatto il tentativo del Presidente Fico di ricucire con la vecchia maggioranza per uscire dalla crisi e dare vita ad un terzo governo Conte.

Preso atto dello stallo politico, il capo dello Stato ha potato per la soluzione del governo istituzionale, facendo appello alle forze politiche: “Elezioni anticipate troppo rischiose”.

Mattarella ha conferito l'in- carico al professore Mario Draghi, che ha accettato con riserva. Dopo il primo giro di incontri terminato sabato 6 febbraio, il Premier incarica- to ha raccolto un’adesione di massima che abbraccia l’intero arco parlamentare, escludendo solo Fratelli d’Italia, mentre il Movimento 5 Stelle ha det- to in larga parte sì, però non si esclude la fuoriuscita dal gruppo di deputati e senatori in disaccordo con la scelta dei vertici. Si parla di mercoledì 10 febbraio per l’incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per scioglie- re la riserva. Poi, Mario Draghi sceglierà i Ministri e formerà l’Esecutivo, che già entro fine settimana potrebbe giurare nel- la mani del Capo dello Stato.

La posizione dei partiti. Il Movimento 5 Stelle, pur tra mal di pancia e malumori, ha dato un sostanziale via libera a Draghi. Sono dovuti inter- venire Beppe Grillo e Davide Casaleggio per vincere le re- sistenze (anche se resta una nutrita pattuglia di dissidenti e di parlamentari che voterà no alla fiducia). C’è la richie- sta di non toccare i cavalli di battaglia del Movimento, a partire dal reddito di cittadi- nanza e dalla giustizia. Il Pd ha dato al presidente incaricato la massima disponibilità a dare il

Governo, Draghi per rilanciare l’Italia Dopo il tentativo fallito di Fico di ricompattare la maggioranza su un Conte-ter

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha scelto l’ex pre- sidente della BCE per formare il nuovo governo. Ampio consenso dal Parlamento: in settimana il Premier incaricato scioglierà la riserva e comunicherà il nuovo esecutivo

suo sostegno perché il governo nasca. Rispetto alle riserve di chi non vede di buon occhio un esecutivo appoggiato an- che dalla Lega di Salvini, il segretario Nicola Zingaretti ha risposto che è una buona notizia lo spostamento del Car- roccio su posizioni europeiste.

Italia viva è il partito che più ha voluto il cambio di scenario e quindi guarda all’iniziativa di Mario Draghi con grande favore. Matteo Renzi ha detto che il nuovo governo è come

"una polizza assicurativa" e ha garantito il massimo sostegno.

A sinistra, invece, Liberi e Uguali nutre forti perplessità.

Non tanto nei confronti del presidente incaricato (anche se la sua figura di banchiere non entusiasma) quanto per la possibile convivenza con For- za Italia e soprattutto la Lega.

La Lega, prendendo molti in contropiede, ha mostrato inte- resse a dare un sostegno attivo, con la partecipazione diretta di suoi esponenti, al nascente governo Draghi. Matteo Sal- vini ha assicurato che non farà problemi, né sui programmi né sugli alleati. Forza Italia è stata da sempre interessata ad un "governo dei migliori"

e quindi vede con favore il tentativo del presidente inca- ricato. Silvio Berlusconi ha grande stima di Mario Draghi e gli ha garantito che gli azzurri saranno al suo fianco senza porre veti o problemi. Fratelli d’Italia, invece, non sarà par- te della nuova maggioranza.

Giorgia Meloni aveva dato al massimo la disponibilità ad

astenersi sulla fiducia, ma solo se analoga scelta avessero fatto gli altri partiti della coalizione.

Visto che Lega e Forza Italia

hanno optato per il sostegno al governo, Fratelli d’Italia starà fuori per "dare al Paese un’op- posizione".

CHI È MARIO DRAGHI

Classe 1947, romano, orfano di entrambi i genitori da giovanissimo, laurea alla Sapienza e Phd in Economics presso il Massachusetts Institute of Tecnology, Mario Draghi viene considerato un “uomo del fare”. Il suo esordio tra i corridoi dei Ministeri negli anni ’80, come consigliere economico del titolare del dica- stero del Tesoro, Giovanni Goria. Nel ‘91 diventa direttore generale dello stesso Ministero. Lascia il Tesoro per un breve parentesi americana e alla Goldman Sachs a Londra nel 2002. Diventa Governatore della Banca d’Italia nel 2005, sono gli anni di Bancopoli. Si guadagna il nome di Super Mario per quanto realizza come presidente della Banca Centrale europea dal 2011. “Whatever it Takes”, tutto ciò che occorre per salvare l’Euro, sono le parole pronunciate nel luglio del 2012 a Londra. Nel dicembre dello stesso anno i quotidiani inglesi Financial Times e The Times lo incoronano "Uomo dell’anno" per il ruolo svolto nella crisi del debito sovrano. Il suo mandato si conclude nell’ottobre del 2019, con il passaggio di consegne al successore, Christine Lagarde.

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A PARER MIO

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Angelo Persichilli

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Dominic Perri

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BSc, M.A.

ITALIANI

NEL MONDO

Gli ultimi dati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 4 febbraio

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Renzi, genio o millantatore?

Non c’è dubbio che Matteo Renzi sia il politico più discus- so e, forse, più odiato d’Italia. Possibile che il leader di un partitino di pochissimi deputati possa fare e disfare i governi a suo piacimento? Genio o millantatore?

Nessuno dei due; la sua forza viene dalla debolezza altrui.

Giulio Andreotti disse di non ritenersi un personaggio ecce- zionale “ma - aggiunse col sorriso sornione - se mi guardo in giro…”.. Non voglio paragonare Renzi ad Andreotti, sarebbe come paragonare Botticelli a un madonnaro ma, come diceva qualcuno, al tramonto anche le ombre dei nani sembrano giganti. Renzi è un gigante tra i nani.

Parliamo dei personaggi che vediamo salire le scalinate del Quirinale. C’è niente che possa essere paragonato al passato, a parte le scalinate, sempre bellissime, ma è come vedere le Panda ‘sfrecciare’ sulla pista di Fiorano.

Nicola Zingaretti è stata una delusione e la sinistra del partito si è chiamata fuori. Hanno dato segni di vita solo per celebrare la nascita del loro defunto Partito Comunista che, giustamente, fa parte della storia italiana; appunto, della storia, non del presente e certamente non del futuro.

I socialisti sono materia per “A chi l’ha visto”, mentre i democristiani si sono fatti vivi con qualche goffa iniziativa di Clemente Mastella, ma soprattutto con Renzi. Nessun paragone con Andreotti, ma bisogna ammettere che entrambi hanno influenzato la politica senza avere un grosso seguito elettorale. La differenza tra i due rimane comunque notevo- le: Andreotti riuscì a primeggiare tra giganti, Renzi invece galleggia tra i nani; appunto, un nano gigante.

Su Conte il discorso è più complicato. Durante le presiden- ziali USA del 1980, qualcuno scrisse che se Ronald Reagan fosse passato dentro un autolavaggio, sarebbe stato Jimmy Carter a bagnarsi. Conte ha fatto cose che nel passato avreb- bero distrutto chiunque, lui invece ne è uscito indenne. Fino a quando non ha incontrato Renzi, più impermeabile di lui.

Elaboriamo. Conte, reclutato dai 5S, ha governato con Salvini, ha cambiato parrocchia alleandosi con il PD che aveva sempre disprezzato e, con Zingaretti, ex nemico, si è scagliato contro Salvini, ex alleato. Ha quindi cercato di replicare questa camaleontica esperienza su larga scala sponsorizzando la ‘tratta delle vacche’.

Ora si accusa Renzi di provocare cadute di governi senza avere un vero partito, ma nessuno ha protestato quando il

“partitino” di Renzi portò Conte al governo evitando le ele- zioni che invece Salvini (e Zingaretti) volevano.

Renzi può essere antipatico, ma non si può invocare l’unità su DPCM scritti di sera, annunciati di notte su Facebook e con un contenuto non sempre perfetto. Richiedere quindi un dibattito su come spendere miliardi di euro prestati, sottolineo

“prestati”, dall’Europa è un atto dovuto conoscendo i prece- denti. Per esempio, il ‘reddito di cittadinanza’, che non è un DPCM, è vero, ha aiutato molte famiglie ma, considerando gli abusi denunciati, la richiesta di trovare un sistema più sicuro per distribuire soldi non sarebbe una provocazione. Ha governato con Salvini quando gli è convenuto, lo ha aggre- dito solo quando lo ha scaricato; è stato al governo grazie a una ‘invenzione’ anti-Salvini di Renzi, poi demonizza Renzi quando questi gli chiede spiegazioni sulla spesa. E poi, siamo sicuri che a mandarlo a casa sia stato Renzi e non qualche compagno di viaggio che lo ritiene troppo ingombrante?

Dai che conosciamo la risposta! Comunque, se prima di svoltare bisogna guardare a sinistra, uno sguardo a destra non nuoce.

Dietro la facciata di unità si nasconde un equilibrio in- stabile. I leader, fateci caso, li vedete sempre insieme ma, sospetto, non per mostrare unità, ma per paura di perderla per strada. Sanno tutti che a Silvio Berlusconi piace cammi- nare sempre con la faccia verso il sole in quanto vuole che nemmeno la sua ombra lo preceda. Salvini lo sa e per questo si guarda indietro per controllare se Berlusconi sia ancora nella scia. L’unica tranquilla è Giorgia Meloni che sfrutta magistralmente il ‘macismo’ dei due colleghi galli cedrone che la sottovalutano mentre le aumenta i consensi.

E in questo contesto così desolante ci chiediamo come faccia Renzi a essere rilevante?

PS: Per scaramanzia non ho parlato per ora di Mario Draghi.

ROMA, (Aise.it) – È stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 4 febbra- io, il decreto del Ministero dell’Interno che, di concerto con la Farnesina, ogni anno pubblica il numero dei cittadini italiani residenti all’estero, sulla base dei dati dell’elenco aggiornato, riferiti al 31 dicembre dell’anno precedente, come stabilito dall’articolo 7, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 2 aprile 2003, n. 104, cioè dal regolamen- to di attuazione della Legge Tremaglia

(549/2001) sul voto all’estero.

Il decreto è stato emanato il 28 gen- naio, a firma dei Ministri Lamorgese e Di Maio.

Al 31 dicembre 2020 gli italiani resi- denti all’estero erano 5.652.080, 165.999 in più rispetto al 2019. La maggior parte risiede in Europa: 3.098.878 quelli nell’e- lenco aggiornato (erano 2.986.906 l’anno scorso). Segue l’America meridionale con 1.754.303 (erano 1.711.245). Quindi l’America settentrionale e centrale, dove

risiedono 495.147 connazionali (erano 486.847). Infine, la ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide con 303.752 (erano 301.083).

Confrontando i dati con quelli del decreto dello scorso anno, come evidente, l’incremento maggiore rimane quello in Europa, con 111.972 italiani in più; 43.058 i connazionali che nel 2020 hanno scelto il Sud America. Più contenuti gli incrementi in Nord America (8.300) e in Africa Asia e Oceania (2.669).

MONTRÉAL - Dopo il recente successo della nona edizione dell’ICFF, Festival del Cinema Italiano Contemporaneo, per la prima volta interamente in streaming, gli organizzatori hanno lanciato una programmazione mensile che prevede un diverso film scelto ogni mese tra quelli più recenti e popolari. L’ab- bonamento, valevole fino a settembre 2021, offre inoltre una vasta selezione di ulteriori contenuti come documentari, film extra, cortometraggi, interviste esclusive con attori e registi e molto altro!

Il primo degli eventi speciali dell’ICFF, è previsto a San Valentino, la festa degli innamorati, domenica 14 febbraio.

In quell’occasione sarà proposta la commedia romantica “7 giorni per farti innamorare” in abbinamento con una cena succulenta preparata dal Traiteur Bon Appétit diretto da John D’Ambrosio.

Sono 5.652.080 gli italiani all’estero

“7 giorni per farti innamorare”

a San Valentino

Trama di “7 giorni per farti innamorare”

Il film è ambientato a Napoli e segue la storia di Giulio (interpretato da Giampaolo Morelli), un giornalista con una con vita apparentemente perfetta che poco prima delle nozze, però, scopre che la fidanzata lo tradisce con il suo capo. Lasciato dalla compagna e senza un lavoro, si rivolge a Valeria (interpretata da Serena Rossi), esperta dell'arte del rimorchio, che insegna agli uomini come conquistare una donna in solo sette ore. Con il suo aiuto, Giulio cercherà di riconquistare Giorgia, ma capirà che le vie dell’amore sono davvero infinite.

Il costo dell’intero pacchetto è di 72,5 $ a persona (tasse incluse) e prevede: un abbonamento all’ICFF at home (per la durata di 8 mesi), una cena in 4 portate (sarà possibile optare tra due differenti menu), la consegna direttamente a casa nella grande area metropolitana di Montreal.

Per informazioni e prenotazioni: www.icff.ca, 5147715222 (Francesco)

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LE INTERVISTE di Giulia Verticchio

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MONTRÉAL - “I miei geni- tori sono immigrati qui dal- la Calabria da bambini, con i miei nonni. Le mie origini sono di Simbario (Catanza- ro). Io sono cresciuta a Poin- te-Saint-Charles, dove i miei avevano un dépanneur. Poi ci siamo spostati ad Anjou, dove mio padre - Vincenzo Rotiroti - è stato consigliere municipale. Io dico sempre che sono nata nella politica, ho fatto il primo volantinag- gio per mio padre a 7 anni, ho vissuto la campagna elettorale da bambina. All’epoca, senza cellulari ed email, la gente veniva a casa da mio padre a condividere i problemi… era un’altra politica, a contatto con

le persone”. Così, Filomena Rotiroti, che poi studia Scien- ze Politiche alla Concordia.

All’ultimo anno di Università, fa uno stage al Partito Liberale come assistente e da lì capisce che quella è la sua via, impara molto in fretta, prende diversi ruoli velocemente. Diventerà capo di cabinetto dell’ex Mi- nistra de l'Immigration et des Communautés culturelles, Lise Thériault, e consigliera al Mi- nistero dell’Economia e dello Sviluppo Regionale. “Come

‘adjointe parlementaire’ all’Im- migrazione, mi sono molto im- pegnata per il riconoscimento dei titoli di studio degli stranie- ri. Credo profondamente che poter lavorare subito quando si

arriva qui sia il miglior modo di integrarsi, e porto sempre l’esempio della comunità ita- liana come un grande successo di integrazione”. Poi arriva la svolta all’elezione provin- ciale del 2008, quando l’ex Primo Ministro Jean Charest la sceglie come deputata del Partito Liberale all’Assemblea Nazionale del Québec per la circoscrizione di Jeanne-Man- ce–Viger, a Saint-Léonard:

“Avevo 33 anni, ero appena sposata, era l’opportunità della vita… noi donne ci mettiamo sempre molto in discussione, chiedendoci se saremo abba- stanza capaci”. I fatti hanno poi parlato da sé. Filomena è stata poi 'Chair of the Official

MONTRÉAL - Nato a Napoli, formato all’Accademia Inter- nazionale di Biella e all’Acca- demia di Imola, insegnante di composizione, storia e analisi della musica dei film e orche- strazione digitale al Conserva- torio di Benevento, immigrato in Québec nel 2014, pianista, arrangiatore e compositore, so- prattutto di musiche per il cine- ma, il Maestro Enzo De Rosa ha da sempre affiancato alla musica classica e da camera la cono- scenza degli strumenti elettronici e delle tecnologie moderne di registrazione e arrangiamento.

In 20 anni di carriera ha lavorato

in una dozzina di paesi su più di 600 produzioni cinemato- grafiche, televisive, teatrali, di opera e di registrazione. Nel suo repertorio, ha dato musica a film romantici, drammatici, novelli- stici, ma anche film dell’orrore, di fantascienza, genere fantasy, documentari di storia, di archi- tettura, con colonne sonore dol- ci, nostalgiche, sottili, ma anche forti, apocalittiche, inquietanti, gloriose. Nel 2017, in occasione del centenario della morte di Santa Cabrini, un interessante documentario sulla sua storia è stato presentato all’omonimo ospedale, con le musiche del

Maestro De Rosa. Lo abbiamo intervistato per saper come sta vivendo la pandemia e cosa è cambiato per la sua professione.

“Per Cello de Rosa, con un vio- loncellista russo, un geniaccio, avevo diverse date nel 2020, rimandate a data da destinar- si… solo ad agosto ho fatto un concerto. Come compositore multimediale, invece, è stato un anno molto prolifico, il baricen- tro della produzione si è spo- stato sul virtuale, tutti cercano musicisti che lavorano online e non negli studi. Io avevo già un know-how, ho sempre lavora- to con la tecnologia a distanza

da quando mi sono trasferito a Montréal. Nel 2020 ho realizzato 174 progetti online, per cortome- traggi, cartoni animati, favole in audiolibro. Anche un docu- mentario storico della regista italo-americana Lucia Mauro.

Ho anche realizzato il mio primo film commerciale (non indipen- dente), americano, debuttato al Philadelphia Film festival, ‘Rain beau send’, che uscirà a breve sulle piattaforme online. Recen- temente ho creato poi le musiche per un documentario sugli aiuti ai senza tetto di Chicago, i ve- stiti, le mense pubbliche, uno spaccato dell’assistenzialismo,

‘I have a name’, che ha vinto il concorso del cinema del Va- ticano, l’International Catholic Film Festival - Mirabile Dictu.

Bisogna raccontare anche queste storie o si perde l’interesse per l’umanità… la famiglia, l’attac- camento alla vita, i senza tetto, la sofferenza della malattia, non sono cose tristi o negative, sono anche storie di solidarietà, carità, speranza. I modelli rappresentati dalla società sono sempre gli squali, i più furbi, ma dobbiamo portare anche storie di chi vive un’emozione vera, non solo pub- blicità o fake. Io faccio quello che sento e cerco di non farmi

Il nuovo incarico all'interno del Partito Liberale del Québec

Il Maestro Enzo De Rosa e la pandemia come opportunità

Da gennaio Filomena Rotiroti si occupa di Montréal

“Tutti cercano musicisti che lavorano online"

Opposition Caucus' per 2 anni, Presidente della 'Commission de la culture et de l’éducation' ed è 'Chief Official Opposition Whip'. “Con la pandemia ab- biamo continuato a lavorare,

ma sarebbe importante per noi stare sul territorio, vicini ai cittadini, mi manca incontrare la gente. Lavorando da casa con computer e telefono non c’è più stacco, non esiste più orario di lavoro, sera, weekend, festivo. Per Natale non è stato possibile vedere i miei genitori, di solito ci vedevamo a pran- zo tutte le domeniche, siamo molto uniti, adesso lascio la spesa sulla porta e li vedo da lontano. Gli abbiamo regalato un IPad e insegnato ad usarlo per poterli videochiamare”. E a proposito di post-pandemia e rilancio economico della metropoli, da gennaio 2021 è arrivata un nuovo incarico, quello di Official Opposition

Critic for the Metropolis, ossia portavoce del Partito Liberale per la metropoli montrealese:

“C’è molto lavoro da fare, il downtown da revitalizzare, il turismo da ripristinare, aiutare i business a sopravvivere e a reinventarsi, e poi il traspor- to pubblico, il prolungamento della linea metro blu e le dif- ficoltà dei commercianti su Jean Talon per i lavori in corso, lo sviluppo dell’Est, la REM nell’Ovest, il collegamento con l’aeroporto… e ancora il soste- gno psicologico per la salute mentale dei cittadini… Siamo e saremo un’opposizione col- laborativa e costruttiva. È una grande responsabilità, di cui sono molto fiera ed entusiasta”.

trascinare dal richiamo del pro- fitto o dell’immagine. In questo periodo, il più forte non è quel- lo che resiste, ma quello che si adatta, che si piega, ma non si spezza. Di fronte alla difficoltà, se tutto sta cambiando bisogna cogliere un’opportunità… è un problema o una sfida? Dipende da come reagisci…”.

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Non sono parole, queste, scatu- rite da una fantasiosa memoria o dalla penna di uno scrittore di gialli, o da immagini di film di orrore. È una delle tante raccapriccianti evocazioni di una tragedia vissuta dalla popo- lazione giuliano-dalmata, negli anni di piombo e di sangue che vanno dal 1943 al 1945.

In quel tragico arco di tempo, i partigiani comunisti e i titini

“infoibarono” (previe torture e sevizie) circa cinquemila Italia- ni quarnerini e giuliano-dalmati (includendo le vittime dei cu- lag, gli ultimi dati danno 10137 vittime giuliane). Per chi non lo sapesse, le foibe sono vora- gini, “grotte o pozzi verticali”, inghiottitoi delle regioni carsi- che, che sprofondano decine e finanche centinaia di metri, in fondo alle quali corrono oscure acque sotterranee che sfociano nell’Adriatico. Macabri squar- ci del paesaggio Carsico, utili per sbarazzarsi delle vittime e

delle nefandezze titine e comu- niste. Purtroppo, malgrado il raccapriccio degli avvenimenti, ancora c’è chi sostiene (i soliti) che alla fine tutto questo fu il risultato di una guerra senza quartiere tra nazifascisti e l’

“esercito di liberazione titino”.

Troppo facile. Troppo facile liquidare crimini perpetrati da assassini stranieri e domestici su inermi, colpevoli solo di es- ser Italiani. Come si fa, a distan- za di un settantennio, a negare l’evidenza dei fatti? La realtà è tanto cruda e le testimonianze sono tante. Erano tutte fasciste quelle famiglie che fuggivano l’inferno titino? Si stima che i giuliani, i quarnerini (in partico- lare istriani e fiumani) ed i dal- mati italiani che fuggirono dalle loro terre di origine ammontino ad un numero compreso tra le 350.000 e le 500.000 persone.

Vi è che a distanza di tempo, al- cuni fatti pesano sulla coscienza di certi italiani. Basta solo citare

10 febbraio, Giorno del Ricordo

Celebrando il “Giorno del Ricordo”, la Casa d’Italia di Montréal propone una poesia di Michele Zarrella dedicata alle vittime delle foibe.

O TU CHE IGNARO PASSI PER QUESTO CARSO FORTE MA BUONO,

FERMATI!

SOSTA SU QUESTA GRANDE TOMBA!

È UN CALVARIO CON IL VERTICE SPROFONDATO NELLE VISCERE DELLA TERRA.

QUI, NELLA PRIMAVERA DEL 1945, FU CONSUMATO UN ORRENDO OLOCAUSTO.

A GUERRA FINITA! NELL’ABISSO FUMMO PRECIPITATI A CENTINAIA,

CRIVELLATI DAL PIOMBO E STRAZIATI DALLE ROCCE.

NESSUNO CI POTRÀ MAI CONTARE!

L’AVIDITÀ DI CONQUISTA, ODIO E VENDETTA CONGIURARONO E INFIERIRONO CONTRO DI NOI.

ESSERE ITALIANI ERA LA NOSTRA COLPA.

A GETTARCI NEL BARATRO TORME DI INVASORI, CALATI NELLE NOSTRE TERRE

SOTTO L’INFLUSSO DI UNA MALEFICA STELLA VERMIGLIA.

PER VILTÀ GLI UOMINI NON CI HANNO RESO GIUSTIZIA.

CE L’HA RESA DIO ACCOGLIENDO I NOSTRI SPIRITI PURIFICATI DA TANTO MARTIRIO.

O TU CHE, ORA NON PIÙ IGNARO SCENDERAI DA QUESTO CARSO, RICORDA

E RACCONTA LA NOSTRA TRAGEDIA.

“Ossa spezzate, atroci agonie, l’uomo ha superato Caino. Come bestie torturate legati ai polsi con vile fil di ferro gettati ancor vivi nell’oscurità” (Ermanno Eandi). A descrivere la tragedia, l’orrore e le sofferenze subite dai nostri fratelli e connazionali giuliano-dalmati, a poco servono le parole. Solo la dimensione poetica può, forse, rendere l’idea e la portata di certi temi. Celebrando il “Giorno del Ricordo”, propongo la poesia di Er- manno Eandi, dedicata alle stragi nelle foibe e all’esodo degli istriani e dalmati.

tennio, la tenace presenza e la voce dei giuliani superstiti, organizzati in comuni in esi- lio, e la coscienza nazionale di chi ancora ha un barlume di dignità nazionale, sa che Istria e Dalmazia costituiscono ancora una storia lunga e in- tricata, ma italiana da sempre.

Per cui, commemorando il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, invito a un religioso attimo di silenzio, con la mente presso la Lapide commemorativa della foiba Basovizza ove è inciso il monito: “O tu che ignaro passi per questo Carso forte ma buono, fermati! Sosta su questa grande Tomba”!

Si com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e i suoi termini bagna“ (Inferno, Canto IX, 113-114). Già al tempo di Dante, le terre giu- liane erano contese all’area italiana. Il sommo poeta non fa che rivendicare i confini già sanciti dalla Roma augustea.

Quelle terre furono da Augu-

sto agglomerate nella prima organizzazione regionale che comprenderà l’Italia. Non è come si vuol far credere, una rivendicazione del nostro re- cente passato. L’Istria, Fiume e Dalmazia, prima romane, furo- no per secoli ininterrottamente veneziane, fino al 1797. Occu- pate dall’Impero Absburgico fino alla fine del primo conflitto mondiale, con la Marcia su Ronchi, D’Annunzio ed i suoi

legionari riscattarono quelle terre, ardentemente attesi dalla numerosa popolazione italia- na locale, ansiosa di ritornare in seno alla Madrepatria di sempre.

“Urlavano Italia, e caddero.

Bruciavano di dolore, e caddero.

Indifesi e soli, svanirono in infernali voragini Eco di silenzioso dolore gettato in un baratro di follia

che profuma di morte.

La polvere mi parla di loro, sussurri di mille voci singhiozzi,

silenzi, troppi silenzi.

Sofferenza in terre d’amore, sfumature d’Istria, onde di Trieste

profumi di Zara ecolori

di Dalmazia.

Chi scampò lasciò tutto, una lunghissima carovana

di lacrime dure partì, verso la loro terra,

la loro nazione.

Tornarono nella loro patria, esuli con la morte negli occhi

e la speranza nell’anima, spogli di tutto tranne chela dignità

Pronti a rinascere nuovamente, con l’orgoglio di aver combattuto,

vivendo con l’Italia nel cuore.

Ermanno Eandi

nel contesto il famoso “Treno della vergogona”: stipati su un treno merce e sistemati tra la paglia, famiglie di esuli giuliani sfuggiti alle foibe, ove quasi tutti avevano perso un caro infoibato, giunsero all’altezza di Bologna. Qui li aspettava la Croce Rossa Italiana, che aveva preparato latte per i bam- bini e pasti caldi. Era il martedì 18 febbraio 1947, quando dai microfoni dei ferrovieri sinda- calisti della CGIL e iscritti al PCI fu diramato l'avviso: “Se i profughi si fermano per man- giare, lo sciopero bloccherà la stazione”. Il treno venne pre- so a sassate da facinorosi che sventolavano la bandiera rossa con falce e martello, altri lan- ciarono pomodori e sputarono sui loro connazionali, mentre taluni rovesciarono addirittura il latte sui binari, destinato a bambini in grave stato di disi- dratazione, dopo aver buttato le vettovaglie nella spazzatura.

Oggi, a distanza di un settan-

L'OMAGGIO DELLA

CASA D’ITALIA

(9)

MONTRÉAL – Una pioggia di soldi per i meno fortunati.

Con la famiglia Saputo che ancora una volta brilla per la sua impareggiabile generosità.

L’organismo comunitario “Cen- traide of Greater Montréal” ha comunicato, il 3 febbraio scor- so, in occasione dell’evento virtuale ‘Solidaires’, di aver raccolto la ragguardevole cifra di 60.007.832 dollari nel corso della sua campagna annuale di raccolta fondi. Questi soldi – raccolti per l’80% sul web - per- metteranno all’organizzazione no-profit Centraide di continua- re a sostenere una rete di circa 350 organismi comunitari che si trovano a Montréal, Laval e South Shore. Grazie a questi fondi, gli organismi beneficiari potranno soddisfare i bisogni delle persone vulnerabili, che hanno visto la propria situazione peggiorare a causa della crisi sanitaria in corso.

“Questa campagna pienamente riuscita - ha affermato Micha-

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Raccolti oltre 60 milioni $ a favore di "Centraide du Grand Montréal"

el M. Fortier, vicepresidente del consiglio di amministrazio- ne di RBC Capital Markets e co-presidente della campagna 2020 con Anne-Marie Hu- bert, direttrice associata per l’est del Canada di Ernst &

Young - testimonia gli sforzi straordinari delle aziende, delle organizzazioni e dei loro dipen-

Lino A. Saputo

denti, che, nonostante una situa- zione economica fragile, hanno raddoppiato la loro generosità.

Credo che sia subentrata anche una maggiore consapevolezza collettiva sul ruolo essenziale del settore comunitario e del contributo di Centraide".

"Le persone sono rimaste unite - ha aggiunto la Hubert - e si sono impegnate ancora di più in una causa alla quale sono molto legate, ovvero il sostegno delle persone vulnerabili parti- colarmente colpite dalla crisi”.

“Grazie a tutti i donatori e le donatrici che hanno agito col cuore, nonostante la pandemia – ha sottolineato Yannick Elliott, vicepresidente dello sviluppo filantropico di Centraide - : il vostro gesto farà la differenza nella vita quotidiana di cen- tinaia di migliaia di persone bisognose".

Nonostante l'annullamento delle tradizionali attività di raccolta fondi e le sfide legate alla ri- chiesta di donazioni virtuali, Centraide ha potuto contare sull'impegno di migliaia di di- pendenti di svariate aziende, che hanno convinto i propri colleghi a donare.

Centraide ha inoltre consegnato il Premio "Michèle Thibode- au-DeGuire" a Lino A. Saputo, presidente del Consiglio e am- ministratore delegato di Sapu- to Inc. Questo premio annuale mette in risalto l'eccezionale contributo di un grande volonta- rio al successo della missione di Centraide du Grand Montréal.

Lino A. Saputo, un leader au- tentico e fonte di ispirazione, si è distinto in particolare come

co-presidente della campagna nel 2012, poi come presidente (2013-2018) e presidente ono- rario (2019-2020) del Cercle des Grands Donors (donazioni personali di oltre 10.000 $).

Centraide du Grand Montréal è un’organizzazione no-profit che opera sul territorio di Laval, Montréal e South Shore. Ogni anno sostiene una rete di 350 organizzazioni e progetti comunitari. In Québec, Centraide è presente in 18 regioni e riceve sostegno da imprese, istituzioni private, pubbliche e parapubbliche, oltre che dalle grandi organizzazioni sindacali. I fondi raccolti vengono inve- stiti localmente, per spezzare il ciclo della povertà e dell'esclusione sociale. Per maggiori dettagli: centraide-mtl.org.

GIUSEPPE ORTONA

LL.L., LL.B., JD

g.ortona@ortonalaw.com

A VVOCATO, D IRITTO C RIMINALE

E P ENALE

Tel: 514 867-0259

9275 BOUL. HENRI-BOURASSA EST, MONTRÉAL QC H1E 1P4

cittadino.ca

Riferimenti

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