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Ecco cosa scoprì Mendel incrociando piante alte e piante basse

-Quando piante alte si incrociavano con piante basse, producevano solo piante alte.

-ma quando questi ibridi alti venivano di nuovo incrociati fra loro, circa i tre quarti

della nuova progenie erano a pianta bassa.

Poiché nei piselli ibridi le piante alte superavano in numero quelle basse,

Mendel chiamò l’altezza carattere DOMINANTE e la bassezza carattere

RECESSIVO, da una parola latina che significa “rimasto indietro”

(2)

COLORE DEL SEME

Dall’incrocio di piante con seme giallo e

seme verde ottenne la prima generazione di piante con semi verdi.

Incrociando gli ibridi della prima

generazione, nacquero 6022 piante con seme giallo e 2001 piante con seme verde.

Anche questa volta veniva rispettato il rapporto 3 :1

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SUPERFICIE DEL SEME

Incrociò piante con semi lisci e rugosi ed ottenne gli stessi

risultati: nella prima generazione filiale si svilupparono tutte piante con semi lisci (variante dominante).

Nella seconda

generazione nacquero 5474 piante con seme liscio e 1850 con seme rugoso. Anche in

questo esperimento la variante liscia era

circa il triplo di quella rugosa.

(4)

Incrocio tra piante ibride di prima generazione F1 con fiore rosso

Mendel piantò i semi della F1 e al momento della

fioritura, provocò

l’autofecondazione degli ibridi in modo da non

introdurre varianti indesiderate. Nella generazione F2

ricompariva il colore del fiore bianco ma in numero minore, 705 piante dal

fiore rosso-violaceo e 224 piante dal fiore bianco.

(5)

Aveva intuito che ciascuna pianta figlia eredita dalle piante genitori entrambe le varianti, ma quella recessiva resta nascosta e si manifesta

in minor numero nella

generazione successiva F2

in un rapporto di 3:1

(6)

Mendel per ogni carattere aveva individuato la variante dominante e

recessiva

(7)

Mendel contò il numero di discendenti di ciascun tipo ottenuti

dall’incrocio, riducendo in tal modo i fenomeni ereditari ad una base quantitativa misurabile. Egli inoltre osservò che il numero di individui che nella generazione F2 manifestavano la variante dominante erano sempre il triplo circa di quelli con variante recessiva.

(8)

Mendel continuò i suoi esperimenti

Incrociò piante che differivano per due caratterie

Una volta stabilito in che modo si tramandava alla discendenza un singolo carattere, Mendel, nell’ultima serie degli esperimenti come avveniva la trasmissione di due caratteri contemporaneamente nello stesso incrocio. Incrociò una pianta di razza pura con due caratteri dominanti ed un’altra con due caratteri recessivi. (semigialli lisci e verdi rugosi) Alla prima generazione tutti i semi erano gialli e lisci, ma alla seconda generazione comparvero nuove combinazioni: semi gialli e rugosi, semi lisci e verdi. Anche in questo caso Mendel interpretò i risultati in base all’ipotesi della segregazione dei fattori e vide che i risultati che aveva ottenuto erano esattamente quelli che si sarebbe aspettato se i caratteri fossero stati indipendenti l’uno dall’altro.

(9)

nelle piante di piselli ciascun carattere era regolato da due fattori (oggi chiamati geni) che

segregavano (cioè si separavano) nei gameti trasmettendosi così dai genitori ai figli.

ognuno di essi era dominante e l’altro recessivo

ciascuna pianta figlia (F1) ereditava entrambi i

fattori, che non si mescolavano, né si influenzavano l’un l’altra quando si trovavano insieme nell’ibrido.

Le coppie di fattori quindi potevano essere entrambi dominanti o entrambi recessivi o uno dominante e l’altro recessivo.

Tutti i caratteri trasmessi erano indipendenti l’uno dall’altro e si combinavano a caso.

I risultati conseguiti da Mendel nei suoi esperimenti lo indussero a formulare le

seguenti ipotesi:

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Prima e seconda legge di Mendel

Questi concetti sono oggi espressi nella prima e seconda legge di Mendel:

Legge della dominanza e della segregazione -

nell’incrocio tra individui con varianti diverse di uno stesso carattere, ciascuno dei fattori si separa in

gameti diversi, i figli quindi li ricevono entrambi, ma soltanto quello dominante si manifesta nella prima generazione. Nella discendenza delle piante ibride, si manifestano entrambe le varianti ma nel rapporto di 3:1.

Legge dell’assortimento indipendente - la trasmissione di due o più caratteri diversi avviene in modo

indipendente, secondo le modalità previste dalla prima legge

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La grande delusione di Mendel

Dopo circa dieci anni di duro lavoro e dopo più di diecimila esperimenti, Mendel era pronto a

comunicare alla comunità scientifica le sue

scoperte. Ebbe la possibilità di farlo l’8 febbraio

1865, in una riunione della Società di Storia Naturale di Brϋnn, riferì le sue scoperte e fornì maggiori

dettagli in una successiva riunione di marzo.

Purtroppo però le persone che lo avevano

ascoltato non avevano mostrato interesse per i suoi studi, le sue relazioni furono pubblicate su un

giornale scientifico ma come notizie di ordinaria amministrazione. Con il cuore a pezzi Mendel,

deluso abbandonò la scienza e si occupò di altro, morì nel 1884.

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Il mondo scopre Mendel

Per gli scienziati del XIX secolo gli improvvisi cambiamenti che a volte si presentavano nelle razze animali o nelle piante erano un mistero e fu per questo motivo che si misero a studiare il

fenomeno. Uno di questi era un professore olandese di botanica, Hugo De Vries, il quale osservò come una specie di primula che cresceva selvatica sui prati del suo paese avesse varie forme.

Raccolse perciò vari campioni, li coltivò nel suo giardino e ne

osservò moltissime generazioni. Alcune primule davano progenie uguali a se stesse, altre davano piante giganti, altre nane, altre di varia forma e colore. De Vries ripetè gli esperimenti con altri tipi di piante ottenendo un gran numero di varietà. Egli, per questi improvvisi cambiamenti nell’eredità coniò una parola

“MUTAZIONE”che vuol dire cambiamento. Questo termine è usato anche dagli scienziati odierni ma con un altro significato.

Senza saperlo De Vries aveva ripetuto gli esperimenti di Mendel e lo stesso capitò a due botanici, l’austriaco Karl Correns e il

tedesco Erich von Tschermak: questi due avevano lavorato proprio come Mendel sui piselli.

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Il dovuto riconoscimento alla sua scoperta

Come tutti i veri scienziati, prima di pubblicare le proprie scoperte i tre uomini cercarono nella

letteratura scientifica altre pubblicazioni su

esperimenti affini ai loro: con grande sorpresa trovarono il saggio che Mendel aveva scritto 35 anni prima. Questa era davvero una

coincidenza incredibile, tra marzo e giugno del 1900 apparvero sui giornali scientifici quattro

pubblicazioni (due di DE Vries) sull’argomento.

In breve tempo il nome di Mendel divenne

famoso; a Brύnn fu eretta una statua in sua

memoria ed egli fu onorato in tutto il mondo

come il fondatore della GENETICA

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Parte del materiale usato in questa

presentazione e’ stato preso dalla rete, da testi

scolastici o di divulgazione scientifica

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