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SITO 1. WHERE?

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Academic year: 2021

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1.

WHERE?

SITO

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Per ricostruire la storia dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano è necessario ripercorrere la storia dell’area per capirne le vocazioni di fondo. La Stazione è la porta di accesso ad una città e l’area in cui è sita si configura come uno degli snodi principali della fitta rete di vie di comunicazione che, da sempre, caratterizzano Milano.

Le ferrovie sono il simbolo delle trasformazioni indotte dalla Rivoluzione Industriale, sono il fattore che produce la transizione dalla città antica e compatta, racchiusa all’interno delle cinte murarie, in un nuovo modello di città moderna che inizia a colonizzare il territorio limitrofo e a costruire periferie dove la grande industria, in stretta simbiosi con il sistema ferroviario, diventa vettore di sviluppo. L’attuale Stazione Centrale di piazza Duca d’Aosta e la sua struttura di servizio (i Magazzini Raccordati) non sono che il risultato finale di una sequenza di strade ferrate che, a partire dalla metà dell’800 e nello svolgere di pochi decenni, si sono susseguite nella zona 2, concentrando lungo la direttrice della linea del Gottardo le attività industriali e lo sviluppo dell’Hinterland.

La prima linea ferroviaria di Milano, la Milano-Monza (1840), seconda ferrovia italiana dopo la Napoli-Portici inaugurata l’anno precedente, venne servita da una stazione localizzata al Ponte delle Gabelle, da cui dipartiva il Naviglio della Martesana e l’antica Strada postale per Monza. La prima Stazione Centrale di Milano fu costruita nel 1864 nell’attuale piazza della Repubblica. Verso la fine dell’800 era sorta la necessità di ripensare l’assetto ferroviario della città, sostituendo alla precedente stazione a transito una stazione di testa per potert

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disporre la rete ferroviaria in senso radiale e liberare la città dall’ “assedio” della strada ferrata che ne impediva l’espansione urbanistica. L’ubicazione della Stazione cambiò e divenne piazza Duca d’Aosta nel 1931. Il progetto fu affidato all’architetto Ulisse Stacchini e prevedeva il rialzo dei binari a 7,40m dal piano stradale e una doppia articolazione verticale del piazzale destinato, nella parte superiore, ai binari per la stazione viaggiatori e nella parte inferiore, tra via Pergolesi e viale Brianza, al servizio merci a grande velocità e ai pacchi postali. Questo livello collegava il fabbricato della stazione ai Magazzini Raccordati. La realizzazione di questi ultimi generò una frattura nel tessuto urbano esistente: a Nord permase un’impronta rurale, con la presenza di grandi viadotti ferroviari, alcune fabbriche e qualche insediamento operaio; a Sud, lungo la via Venini, si sviluppò un quartiere dall’impronta tipicamente urbana in continuità con lo sviluppo di Milano.

Nel 1914 era pronto il lungo arco di binari della cintura nord, che si estendeva fra Lambrate e Musocco, mentre nel 1918 era terminata la cintura est. La costruzione di queste cinture fu pienamente completata a sud nel 1931, quando entrò in servizio la nuova Stazione Centrale. La città si trovò avvolta da una sorta di grandi “bastioni”, senza porte e sempre aperti, ma dotati di un numero limitato di passaggi obbligati che, soprattutto nel Secondo Dopoguerra, con l’espansione della città verso l’esterno, avrebbero condizionato non poco il traffico e l’interscambio fra città storica e periferia.

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1.2

I MAGAZZINI

RACCORDATI

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Nel dicembre 1906, in concomitanza con l’Esposizione Internazionale di Milano dedicata ai mezzi di trasporto, e con l’entrata in servizio del Sempione, l’ultimo dei grandi trafori alpini, fu lanciato il primo “Concorso per la facciata della nuova stazione viaggiatori”. Al programma del concorso erano allegati dei dettagliati progetti dimensionali e funzionali per la nuova stazione, predisposti dai tecnici delle FF.SS. , che già definivano gli spazi per gli arrivi e le partenze, l’atrio centrale della biglietteria, ecc., e anche la presenza di un grande albergo. Questi piani non lasciavano quindi ai concorrenti molta libertà, salvo per la parte architettonica/decorativa.

Dopo sette mesi si riunì la commissione designata a giudicare i progetti, presieduta dall’architetto milanese Camillo Boito, che non trovò un accordo sul progetto vincitore. Passarono più di 4 anni prima che fosse bandito, nel settembre del 1911, un nuovo concorso, e nel frattempo il progetto di base delle FF.SS. fu rivisto in diverse parti. Questa volta al bando partecipò anche il Comune di Milano, che con il suo contributo elevò notevolmente il livello dei premi destinati ai vincitori.

I progetti presentati al secondo concorso furono 43, e a giudicarli fu una commissione ancora presieduta da Boito. Alla fine la commissione fu unanime nell’assegnare il primo premio al progetto intitolato “In motu vita” (lo scopo di una vita) di Ulisse Stacchini, e il secondo al progetto “Per non dormire” di Boni e Redaelli. L’anno dopo il consiglio di amministrazione delle FF.SS. fece suo definitivamente il progetto di Stacchini, ma già da subito i timori che il tumultuoso sviluppo in atto per il traffico ferroviario portasse alla costruzione di un

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manufatto insufficiente fecero scattare una serie di richieste di varianti ed adeguamenti. Stacchini presentò una prima variante ed un terzo progetto agli inizi del 1915.

A metà maggio del 1931 iniziò il trasferimento dei servizi dalla vecchia alla nuova Centrale, e l’imponente edificio fu inaugurato ufficialmente il 1° luglio del 1931.

L’opera “di una vita” di Ulisse Stacchini era finalmente terminata.

Essendo i binari sopraelevati rispetto alla strada, Stacchini decise di dividere la parte sottostante, affacciata sulle vie Ferrante Aporti e Sammartini in 137 magazzini, chiamati Magazzini Raccordati. Il servizio dei Magazzini Raccordati ebbe inizio il 29 marzo 1914, molto prima dell’apertura della Stazione Passeggeri. L’esercizio di questa struttura fu concesso alla “Società Anonima Magazzini Raccordati della nuova Stazione Centrale di Milano (S.M.R.)”. Questi magazzini furono progettati per essere l’interscambio tra il trasporto su gomma e quello su ferro: le merci scaricate nei magazzini venivano smistate su vagoni o viceversa. Questo processo era possibile grazie alla presenza di un tunnel sul quale si affacciava il retro dei magazzini e che correva parallelamente ai binari sovrastanti. Le merci dal tunnel giungevano all’edificio della Stazione e, attraverso montacarichi, venivano portate a quota 7,40m dove partivano sui vagoni merci dei treni delle Ferrovie dello Stato.

Ogni magazzino ha un’area di 350 m² e un’altezza di circa 6 m. La loro struttura è totalmente realizzata in calcestruzzo e, per reggere il peso dei binari sovrastanti, la parte che separa le due “file” di magazzini è totalmente riempita di terra.

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Durante la Seconda Guerra Mondiale i Magazzini Raccordati furono usati come dormitori per i militari, nel Dopoguerra divennero rifugi per sfollati e successivamente sede del mercato ittico e di varie attività commerciali. Dagli anni ‘70 i commercianti hanno iniziato a trasferirsi e i Magazzini sono stai progressivamente abbandonati. Attualmente è rimasto attivo solo un ristorante, qualche bar e locale serale, una pescheria, un discount e dei servizi sociali per la cittadinanza, nonostante ciò l’area si presenta come prevalentemente abbandonata e degradata.

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2.

WHY?

PERCHÈ I MAGAZZINI RACCORDATI

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2.1

CRITICITÀ

Camminando per le vie Ferrante Aporti e Sammartini si percepisce il totale stato di abbandono dell’area, una delle più evidenti criticità della zona.

Si riscontrano anche le seguenti criticità:

- gli ex Magazzini Raccordati sono vincolati monumentalmente, essendo una delle prime opere realizzate totalmente in calcestruzzo - non vi è un collegamento tra i Magazzini e il percorso storico monumentale e turistico lungo il naviglio della Martesana

- manca un collegamento con la linea circolare 90/91

Il processo di riappropriazione dell’ambiente deve passare necessariamente attraverso la radicale trasformazione: delle situazioni repressive del nostro sistema, delle attrezzature urbane collettive che esprimono solo separatezza ed emarginazione. L’installazione “paletti e catene” di Ugo La Pietra fa riferimento alla compresenza e contaminazione di due categorie comportamentistico spaziali: lo spazio privato e lo spazio pubblico; ciò per indicare che la riappropriazione dell’ambiente passa soprattutto attraverso la distruzione della barriera che esiste tra queste due categorie.

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2.2

POTENZIALITÀ

L’area di progetto rientra negli Ambiti di Trasformazione Urbana del Piano di Governo del Territorio di Milano. È un’area ad alta densità residenziale, le zone produttive sono concentrate lungo il confine nord occidentale, verso il naviglio della Martesana e gli altri elementi idrografici minori che corrono tombinati.

Dagli ex Magazzini Raccordati ci vogliono solo pochi minuti a piedi per arrivare in Stazione Centrale: questa vicinanza permette ai turisti di arrivare velocemente e senza problemi all’area dell’intervento.

Il 27 gennaio 2013 è stato inaugurato il Memoriale della Shoah, museo che ricorda il luogo dove partirono centinaia di deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. La realizzazione di questo progetto ha comportato delle migliorie all’assetto stradale disponendo un’isola pedonale davanti al suo ingresso, una corsia ciclabile lungo l’asse centrale, nuova illuminazione e panchine tra i filari di platani. Lo spazio urbano che ad oggi appare come un margine con la periferia degradata, deve riprendere il perduto rapporto con il carattere del luogo riemarginando come una cicatrice sia in presenza di fenomeni di congestione così come di dispersione.

“A differenza dell’architettura, che per

progettare consuma il potenziale di un sito, l’infrastruttura urbana pianta i semi delle future possibilità, organizzando il terreno sia per l’incertezza che per le potenzialità.” Rem Koolhaas.

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3.

WHO?

TARGET

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3.1

QUARTIERE

Chi vive il quartiere considera i Magazzini un patrimonio architettonico notevole e nutre la speranza di vederli tornare luogo di attrazione della città.

La comunità sta portando avanti una lotta con il Comune per farsi sentire e cerca di attrarre l’interesse del resto dei cittadini attraverso iniziative e l’apertura di un blog attraverso il quale esprimono il desiderio di raccontare come dare nuova vita a questo luogo in bilico tra un passato conosciuto e un futuro non ancora definito.

“Ogni vera storia di partecipazione è un processo

di grande impegno e fatica, sempre diverso e il più delle volte lungo ed eventualmente senza fine. La partecipazione impone di superare diffidenze reciproche, riconoscere conflitti e posizioni antagoniste.

E’ difficile che il dialogo si apra subito ad una fluente ed efficace comunicazione. Ma quando si raggiungono fiducia e confidenza, allora il processo diventa vigoroso, spinge all’invenzione, innesca uno scambio di idee che viene continuamente alimentato dall’interazione dei modi diversi di percepire le questioni portate nel dibattito dai vari interlocutori. A questo punto l’ambiente si scalda e “accade” la partecipazione, che è un evento non solo intellettuale o mentale, ma anche fisico, alimentato da calore umano. Man mano che lo scambio si intensifica - e si assottiglia, si acuisce, si stratifica - l’interazione diventa sempre più stimolante e i suoi esiti non sono più prevedibili...” Giancarlo De Carlo.

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3.2

INTERNAZIONALE

Milano è una città ricca di fascino e di cultura, un mondo abituato a percorrere le tendenze, dove arte, moda, design si intrecciano.

Ospita vari eventi internazionali distribuiti durante l’anno, come il Salone del Mobile, la Fashion week, il Milano Film Festival, MITO, ecc...

Approdano qui giovani artisti emergenti da ogni parte del Mondo, con il sogno di riuscire a far conoscere la loro arte.

“La città è diventata un organismo unitario del tutto ingovernabile, formalmente dissociato, in continua evoluzione a causa delle spinte imprevedibili di ciò che Costant chiama creatività di massa.

Milano deve quindi mettere mano a quei luoghi abbandonati che possono diventare scenario di vita, arte, musica e spettacolo, soprattutto se si trovano in aree ben collegate alla rete milanese. I Magazzini potrebbero essere un’importante immagine che la città dà di sé e lo specchio di tutto il potenziale di Milano, un luogo di richiamo per i visitatori.

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3.3

BUSINESS

START UP

IDEA

PLAN

ACTION

Il filo che unisce coloro che finanziano un

progetto di trasformazione a coloro che si adoperano per interpretare i segnali di una società che impara dovrebbe essere interattivo. Ciò è possibile quando l’intero sistema si considera apprendente: il margine che delimita il grado di interpretazione dell’ascolto è subordinato alla disponibilità ad apprendere da parte di tutte le parti in causa, istanze decisionali comprese. Il territorio sociale apprende e si trasforma quando anche i progettisti che inducono tale cambiamento sono soggetti che imparano dal confronto con le particolarità di ogni singolo caso.

Un distretto culturale evoluto deve avere interesse a trasformare il sistema locale in un sistema che apprende che sappia utilizzare la cultura come piattaforma sociale di creazione di capacità.

“Nel contesto contemporaneo l’informazione e la conoscenza sono fondamentali, avremo una società che si divide in 2: i creativi che contano e tutti gli altri che, in un modo o nell’altro, devono giustificare la loro presenza nel territorio.” Plug and Play, Richard Florida.

La leva di marketing funziona se parallelamente si inoculano momenti di apprendimento e di informazione all’interno dei processi tradizionali della produzione artistica. Nasce l’esigenza di imparare possibilmente in un contesto socializzante.

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4.1

CULTURA A MILANO

La rete culturale di Milano comprende: - 9 università o poli universitari

- 43 teatri - 43 musei - 68 gallerie d’arte - 7 laboratori/spazi espositivi - 5 fondazioni - 5 istituti culturali

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FONDI PER CULTURA ISTITUZIONALE

MILANO

27.000.000 di EURO

proiezione all’OGGI

fondi QUASI sufficienti a mantenere in vita l’esistente

Il settore culturale milanese offre quello che il pubblico vuole e di cui ha bisogno nell’immediato No studi e ricerche no comunicazionee promozione

rete teatri rete biblioteche rete musei

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Al primo posto tra le attività culturali svolte fuori casa dagli italiani nel corso del 2012 c’è il cinema (49.8% della popolazione di 6 anni e più). Tra le attività culturali, quelle che coin-volgono almeno un quarto della popolazione sono le visite a musei e mostre (28.0%) e la frequentazione di spettacoli sportivi (25.4%). In Italia ogni anno vengono stampate in media 3.5 copie di opere librarie per ogni abitante e 6.5 copie di libri per ragazzi, ma nel 2012 solo il 46% degli italiani ha letto almeno un libro nel tempo libero.

Dati ISTAT

SCONTENTO PER CIO`CHE OFFRE L’AREA 0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 POCA CONOSCENZA TROPPO CARO NESSUNO ALTRO

%

POCO TEMPO SCARSO BAGAGLIO CULTURALE

POCA INFORMAZIONE POCO INTERESSE

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10.000 mq MASSERIA DEL 700

CENTRO STORICO UNA VENTINA Andrea Bartoli eredita un’impresa agricola di famiglia in gravi difficoltà di ogni

genere, volendola rinventare pensa che quella bella masseria del 700 possa diventare un luogo di ospitalità e cultura. Nel 2001 la masseria viene aperta al pubblico con il nome FARM. Da subito Farm diventa la casa naturale di

tantis-simi artisti e così col tempo nasono anche FarmYoung-Art con la produzione e promozione di giovani artisti nazionali ed internazionali; Farm Cool-Hunting divisione che si occupa di marketing e comunicazione e Farm Design che si oc-cupa di produzione e commercializzazione di design. E infine nel giugno del 2010

ha aperto finalmente i battenti Farm Cultural Park.

CREATIVITA' ATTENZIONE ASPETTI SOCIALI ED ECONOMICI

6

ARTE - ARCHITETTURA - MUSICA - TEATRO - CUCINA - ORTOCULTURA

UFFICI - BAR - LIBRERIA DI ARCHITETTURA

CONCERTI - COMPETIZIONI D’ARTE E ARCHITETTURA - ESPOSIZIONI - PERFORMANCES - PARTIES - SPETTACOLI

Progetto multidisciplinare per la promozione di artisti giovani e innovativi, ri-qualifica del centro storico SI Autofinanziamneto-Sponsor Associazione no-profit 3 persone: Andrea Bertoli, sua moglie Florinda Saieva e l'arch. Michele Vitello Affitto spazi gratuito Andrea Bertoli MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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l’ingresso su Via Dalmazia n. 70/B - Secondo Piano, stanze n. 32-33-34 Sede centrale della Regione Puglia LUNGOMARE 1, SINGOLO Nel 2005 nasce Bollenti Spiriti, il programma della Regione Puglia per le Politiche Giovanili, cioè un insieme di interventi e di azioni per consentire ai giovani cittadini pugliesi di partecipare a tutti gli aspetti della vita della comu-nità. L’idea è quella di considerare i giovani come una risorsa e non come uno dei problemi della Puglia. L’accento è sul talento, l’energia e la voglia di partecipare. E` un dispositivo che produce attivazione dei giovani: non li “sistema” ma li

incor-aggia. FARE DELLE GIOVANI GENERAZIONI IL VERO MOTORE DELLA RINASCITA SOCIALE, ECONOMICA E CUTURALE DELLA PUGLIA

6 LAB. URBANI - PRINCIPI ATTIVI - CANTIERE DELLA LEGALITA`

COMUNITA`BS - STUDI E RICERCHE - I CAMP DI BOLLENTI SPIRITI BANDI DI CONCORSO - MEETING E` un dispositivo che produce attivazione dei giovani: non li “sistema” ma li incor-aggia. NO promossa dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e alla Cittadinanza Sociale, in

collaborazione con gli assessorati, i settori e i servizi regionali Associazione profit 2005 una Delibera della Giunta Regionale ha istituito il programma -MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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- TEATRO RIONE SANT’EUSTACHIO UNO Il 14 giugno 2011 un gruppo di lavoratori dello spettacolo occupano il Teatro Valle di Roma (inaugurato il 7 gennaio 1727) per restituirlo alla cittadinanza e protestare contro i tagli alla cultura e l’assenza di una politica a tutela delle arti. Dal primo giorno di occupazione il Teatro Valle è diventato un’agorà, per 24 ore al giorno un luogo di relazioni e di partecipazione diretta tra gli artisti e la città. L’occupazione continua perché il gesto si trasformi in un processo costituente che costruisca un altro modo di lavorare creare produrre e che sviluppi nuove economie fuori dal profitto di pochi. La partecipazione della comunità ha spinto a creare un’istituzione nuova, dal basso, che ha portato alla nascita della

Fondazi-one Teatro Valle Bene Comune che conta oltre 5 000 soci.

CREARE UN CENTRO PER LE DRAMMATURGIE CONTEMPORANEE, UN LABORATORIO DI PRODUZIONI ARTISTICHE E UN’AGORA’ SEMPRE

AP-ERTA AL DIALOGO TEATRO - MUSICA - CINEMA - DANZA AGORA’ - assemblee, gruppi di lavoro, autoformazione

FORMAZIONE - scritture e saperi delle maestranze

PROGRAMMAZIONE - spettacoli, masterclass, incontri con artisti Luogo di formazione e autoformazione in cui l’accesso ai saperi e la qualità siano

garantiti a tutti NO Fondazione aperta Associazione non-profit Fondazione Bene Comune con il contributo dei giuristi Ugo Mattei e Stefano

Rodotà Occupato 24/7 - accesso al pubblico per assemblee, eventi, corsi

- - MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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700 mq - 1 340 mq - 900 mq - 1 350 mq - 1 200 mq MACELLO - CENTRO POLIFUNZIONALE - CASA CAVA - AREA

VERDE ATTREZZATA - CENTRO DELL’ARTIGIANATO REGIONE BASILICATA 5 CENTRI La Regione Basilicata ha previsto la creazione di spazi laboratorio creativi all’interno di cinque immobili scelti sul territorio. Il percorso di Visioni Urbane è suddiviso in due fasi: la prima (autunno 2007 - settembre 2008) volta a definire il modello degli spazi creativi e ad identificare gli immobili da destinare a Centri per la creatività; la seconda (febbraio 2009 - novembre 2010) volta all’apertura dei cantieri per la ristrutturazione degli spazi creativi e alla definizione delle linee guida. Il progetto si poggia sull’assunto che la cultura e la creatività non siano un prodotto di consumo, ma fattori produttivi in grado di portare valore economico aggiunto ad altri settori, come la comunicazione, il turismo, la

gastro-nomia, il design, l’innovazione dei prodotti del territorio.

CREARE CENTRI PER LA CREATIVITA’ IN BASILICATA TEATRO - ARTE - FOTOGRAFIA - SPORT - MUSICA - CINEMA - DANZA

Spazi aperti - spazi multifunzionali - spazi pluridisciplinari

LABORATORI TEATRALI ARTISTICI E MULTIDISCIPLINARI - CONCORSI FOTOGRAFICI - CONVEGNI - SPETTACOLI - CORSI - FESTIVAL - CENE - MOSTRE - RASSEGNE CINEMATOGRAFICHE - WORKSHOPS

Porre i contenuti davanti alle risorse economiche e al contenitore per andare a creare centri propulsori di attività innovative e di nuove energie.

NO Creazione degli spazi: risorse FAS nell’ambito dell’APQ Politiche sociali Gestione dei centri: soggetto privato (singolo o associato) Associazione profit progetto della Regione Basilicata, coordinato dall’Ufficio Programmazione e Con-trollo di Gestione con il supporto tecnico del Nucleo Regionale di Valutazione e

Verifica degli Investimenti pubblici e la collaborazione del Formez - - MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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165.415 mq EX MATTATOIO COMUNALE SUD DEL CENTRO DI MADRID, QUARTIERE ARGANZUELA 10 Il Matadero di Madrid nasce come nuovo centro culturale metropolitano, un luogo per l’arte e per il tempo libero e contemporaneamente come un’opportunità, in termini di proposta culturale, per potenziare l’offerta pubblica. La conquista di questo spazio pubblico urbano e il recupero del rio Manzanares favoriranno la riqualificazione della zona sud della città e la creazione di un’area di particolare interesse per la cultura madrilena. Il Matadero rappresenta una nuova infra-struttura culturale per Madrid. Il progetto nasce per favorire la creazione multi-disciplinare e funziona come catalizzatore sociale, urbanistico e culturale per la

città.

Diffusione, comunicazione ed esposizione dell’offerta culturale madrilena

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ARTE - ARCHITETTURA - MUSICA - TEATRO - CINEMA

UFFICI - BAR - LOCALI NOTTURNI - LIBRERIA

CONCERTI - COMPETIZIONI D’ARTE E ARCHITETTURA - ESPOSIZIONI - PERFORMANCES - PARTIES - SPETTACOLI

formazione e ricerca offrendo un’offerta aperta a tutti i campi della cultura NO promosso e finanziato dal Comune di Barcellona Associazione profit Comune di Barcellona Affitto spazi Comune di Barcellona MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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2043.8 ARCHITETTURA FASCISTA AVENUE DU PRÉSIDENT-WILSON PARIGI

1 Il palazzo fu costruito per l’esposizione universale del 1937. Il Palais de Tokyo è stato creato nel 2002. Come un anti-museo per eccellenza, un insolito eppure

am-bizioso “palazzo”, un luogo di scambi e di sorprese, è stato il pioniere di un movi-mento di riconciliazione tra la Città della luce e l’Arte contemporanea. Modello ben oltre i confini della Francia per la sua programmazione, sia tra gli specialisti, tra gli amanti dell’arte, e il grande pubblico. Oggi, l’espansione dei suoi locali e la sua missione vede il Palais de Tokyo, quale opportunità di ripensare il ruolo delle istituzioni culturali in vista della accelerazione permanente della nostra vita. Un luogo dove essere faccia a faccia con l’arte del nostro tempo.

Diffusione ed esposizione dell’offerta culturale contemporanea aperta a tutti

4

ARTE - ARCHITETTURA - MUSICA - TEATRO

UFFICI - BAR - BOOKSHOP

CONCERTI - ESPOSIZIONI - PERFORMANCES - PARTIES - SPETTACOLI

formazione e ricerca offrendo un’offerta aperta a tutti i campi della cultura NO Ministero della Cultura e della Comunicazione Associazione profit Associazione Ministero della Cultura paternariati, mecenati privati e d’impresa Affitto spazi Ministero della Cultura

MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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165.415 mq TEATRO CENTRO DI SAN PAOLO 1 Questo è il terzo teatro che è stato costruito in quel luogo. Il primo, progettato da Joaquim Guedes, aveva due gradinate con il palco in mezzo. Venne realizzato nel 1961, in otto mesi, e andò a fuoco nel 1966. Il secondo progetto era di Flávio Império, un progetto molto pulito, con il palco girevole e la gradinata in cemento, inaugurato nel 1967. Nel 1969 Lina Bo Bardi comincia a lavorare insieme a José Celso Martinez Correa portando spazzatura dalla strada per costruire le sceno-grafie e progettando lo spazio attuale, senza una precisa divisione degli ambiti, nel quale pubblico e attori condividono arredi, apparati tecnici e spazi durante le rappresentazioni: l’Oficina.

Permettere ad ogni architettura di diventare spazio scenico

1

TEATRO

ATTREZZATURE EFFIMERE PER GLI SPETTACOLI

PERFORMANCES

Cannibalizzare la città attraverso il teatro, dibattito sociale per bambini e giovani del quartiere

NO Associazione Associazione no-profit Studenti dell’Università di legge di San Paolo Libero -MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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13-311 mq INDUSTRIALE 242 ACKLAM ROAD, LONDON, W10 5JJ 1 Westbourne Studios è un edificio per uffici che comprende circa 100 spazi lavora-tivi dedicati a start up di giovani crealavora-tivi. L’edificio viene completato nel gen-naio 2002, sotto progetto dell’architetto Graham Clark per i committenti Nick e Simon Kirkham, ed è considerato come un esempio di uso intelligente di un sito problematico. Il design di questo edificio è radicale per il suo colore viola scuro e la sua forma che in pianta è sia triangolare che curvilineo mentre in sezione il profilo a u permette alla Westway motorway di attraversarlo. Oltre ad uffici vi è un’ampia varietà di spazi comuni e sta diventando un polo espositivo per arte emergente, teatro e film festival. L’area del bar e del cortile ospitano aperitivi, serate ed eventi. Sviluppare un ambiente collaborativo attraverso i fruitori

5

ARTE -STARTUP - MUSICA - TEATRO - CINEMA

MAGAZZINI - BAR- BIKESHARING - CARSHARING

CONCERTI - FESTIVAL - ESPOSIZIONI - PARTIES - SPETTACOLI - UFFICI

Fornire spazi aperti 24 ore su 24 per sviluppare il proprio progetto NO Privati Associazione profit Committenza Affitto spazi Privato MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

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86000 mq HANGAR SPONDA SETTENTRIONALE

3 Nel 1970 fallirono i cantieri navali insediati nell’area , passano 20 anni prima che la città di Amsterdam ottenga i fondi europei per favorire l’insediamento di nuove industrie. Negli anni ‘90 artisti e skaters si organizzano per occupare tem-poraneamente l’immenso vuoto causato dalle dismissione dei cantieri, si uniscono

in una organizzazione di artisti e artigiani. Il comune decide di collaborare con loro dando inizio al programma di riuso nel 2001. La Kinetisch Noord, formata da artisti, associazioni no-profit, artigiani e skaters, ha creato in quest’area laboratori di arte e lavoro, 12 sale prova teatrali, spazi per attività artistiche, uno skatepark, studi di registrazione , una scuola di hip-hop, un mulino a vento, società di energia sostenibile e un ristorante costruito con materiali di riciclo.

Riqualificazione di un’area in disuso con attività creative

5

GIOCO - ARTE - DANZA - MUSICA - TEATRO - CINEMA

RISTORANTE - BAR - SCALO IMBARCAZIONI

CONCERTI - FESTIVAL - PERFORMANCES - PARTIES - SPETTACOLI - LABORATORI - UFFICI

Centro gravitazionale di energia creativa urbana NO Pubblici e privati Associazione profit e no-profit Kinetisch Noord Affitto spazi Comune MQ TIPOLOGIA EDIFICIO LOCALIZZAZIONE n FABBRICATI STORIA OBIETTIVO N ATTIVITA' DISCIPLINE INFRASTRUTTURE SERVIZI AL PUBBLICO FUNZIONE SOCIALE HOUSING FINANZIAMENTI TIPO DI STRUTTURA FONDATORI TIPO DI OCCUPAZIONE PROPRIETARIO

9.

Amsterdam _ OLANDA

N. D. A. S. M.

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4.4

OFFERTA COMMERCIALE

SUPERMERCATO Con grande distribuzione ci si riferisce al

moderno sistema di vendita al dettaglio effettuato attraverso una rete di supermercati. I canali di vendita della grande distribuzione sono i seguenti: ipermercato - supermercato - libero servizio - discount - cash and carry - tradizionali - self service - iperstore - superstore. Durante la ricerca di un sistema vincente da poter emulare per la “contaminazione” di cultura dal basso verso l’alto, si sono analizzate le strategie commerciali utilizzate dai supermercati. Il supermercato oggi non è solo uno spazio commerciale di vendita, ma è soprattutto uno spazio di comunicazione e di senso.

Target: il supermercato è accessibile a tutti/

affordable

Disposizione merce: dettata da strategie commerciali. Un modo per facilitare il processo di acquisto è la creazione di forme di contiguità tra i cibi; ci sono specifici accordi commerciali tra le marche e la grande distribuzione per il posizionamento sugli scaffali. Il percorso è indirizzato, ma sembra di poter scegliere (vi sono studi etnografici appositi per studiare i percorsi da far compiere al consumatore, che poi sono principalmente percorsi di senso)/

brain maze

Materiale: negli ultimi anni è nata la tendenza di utilizzare il legno per trasmettere naturalità e valori di salubrità che fanno parte dell’universo di riferimento del cibo contemporaneo.

Accessibilità merce: libero servizio, take away, noleggio, pay per use, sharing, self-service/

sharing

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(38)

”Mi aspetto da un’istituzione artistica del XXI secolo che sia flessibile, sincera, democratica, multiculturale, contradditoria e audace. Splendida quando è ricca, eroica quando non ha denaro. Deve avere la testa tra le

nuvole, funzionare in maniera esemplare, avere lo spirito di squadra, i piedi per terra e un cuore grande così. Mi aspetto che essa ami gli artisti, si prenda cura del pubblico, [..] e rimanga aperta sino a tardi.”

(39)

5.1

OBIETTIVI

1. Intervenire su una zona critica di Milano, qualificandola con un polo culturale e rendendola più attrattiva. Lo spazio urbano deve riprendere il perduto rapporto con il carattere del luogo, riemarginando, come una cicatrice, sia in presenza di fenomeni di congestione così come di dispersione.

2. Rafforzare l’identità locale e restituire alla cittadinanza attiva il sito, stimolando una fruizione partecipativa di una comunità creativa per istituire una nuova forma d’arte “dal basso” che coinvolga cittadini e artisti; avviare nuove relazioni sociali e produttive, sviluppando economia civile su base culturale. 3. Creare delle nuove quinte al passaggio verso il centro di Milano, evitando il conflitto tra architettura e paesaggio.

4. Miglioramento della qualità della vita nei suoi aspetti culturali, sociali, economici, ambientali.

5. Costruire un luogo partecipativo che sia un prodotto aziendale vicino al pubblico. Gli attori che interagiscono sono uno o più artisti selezionati dagli utenti, l’azienda committente e l’utente del web, che diventa pubblico per l’artista e produttore/consumatore per l’azienda.

6. Ospitare attività di intrattenimento, quali workshop/seminari per far conoscere lo spazio da noi progettato (people magnet).

7. Il contenitore depositario di questo tipo di attività assume un ruolo secondario rispetto al contenuto artistico.

8. Organismo dal perimetro incerto, non c’è differenza tra interno ed esterno, pubblico e privato.

(40)

9. Lo spazio dell’opera diventa lo spazio urbano attraversato a una certa velocità. “Tutto può servire. Non c’è bisogno di dire

che si può non soltanto correggere un’opera o integrare frammenti diversi di vecchie opere in una nuova; si può anche alterare il senso di questi frammenti e modificare a piacimento ciò che gli imbecilli si ostinano a definire citazioni.” Guy Debord.

10. La gente deve far parte dello spazio. Il senso dello spazio (o dell’architettura) viene costituito dall’uso che ne fa la gente.

Pierre Joseph dice che bisogna inventare le modalità per abitare il mondo, bisogna mettere il pubblico al centro, deve avvenire la coabitazione intelligente tra i soggetti e i contesti nei quali si attivano e la coesistenza intelligente tra persone e opere, tra persone e spazi.

Il luogo di esposizione è lo spazio della coabitazione e un luogo di produzione.

Jorge Pardo mette in scena strutture quotidiane senza assegnare loro funzioni precise. Il visitatore dovrà inventarsi delle funzioni o scovarle nel suo repertori odi comportamenti. 11. Attivare una struttura senza orari prestabiliti di apertura/chiusura.

(41)

5.2

RIFERIMENTO

LETTERARIO

SCRITTI PRESOCRATICI - Progettare modelli di urbanizzazione debole,

cioè reversibili, evolutivi, provvisori, che corrispondono direttamente alle necessità mutanti di una società riformista, che rielabora continuamente il proprio assetto sociale e territoriale, dimettendo e ri-funzionalizzando la città;

- un’architettura meno compositiva e più enzimatica, vale a dire un’architettura capace di inserirsi nei processi di trasformazione del territorio, senza predisporre codici di figurazione esterna, ma piuttosto qualità ambientali interne, disperse nel territorio e non racchiuse nel perimetro dell’edificio;

- un’architettura rivolta a superare i limiti dell’edificio come concentrazione strutturale e tipologica, per attivare modalità e prestazioni diffuse nell’ambiente, oltre i confini tradizionali della singola costruzione, diventando un sistema aperto di componentistica ambientale; - un’architettura non più legata all’idea di soluzioni definitive, ma reversibile e leggera, capace di adeguarsi al variare veloce delle necessità anche provvisorie e impreviste, seguendo le logiche dell’economia razionale, del lavoro diffuso e dell’imprenditorialità di massa;

- un’architettura attraversabile che garantisca la penetrazione del territorio e dello spazio, non più segnata da confini chiusi, ma da filtri aperti come un’agricoltura tridimensionale. Un’architettura evolutiva, dove la variabile tempo è un elemento strutturale e dinamico, integrata e simbiotica con la natura;

- un’architettura astratta, non figurativa, corrispondente non al luogo, ma a una condizione.

(42)

La città è diventata un organismo unitario del tutto ingovernabile,

formalmente dissociato, in continua evoluzione a causa delle spinte

imprevedibili di ciò che Costant chiama creatività di massa.

(43)

“l’ALLESTIMENTO [….] è qualcosa che non è più pensabile come solo architettura, ma piuttosto un’ invenzione, un oggetto in mutazione […]. Una fenomenologia dello spettacolo, dall’antico imbonimento fieristico fino alle più moderne tecniche di persuasione.”

(44)

“... un ambiente da fruire in movimento attraverso soluzioni di piani, botole, ripiani, tavoli a scomparsa, pareti a muro e contenitori estraibili. La dimensione del movimento unifica e disperde al tempo stesso tutte le componenti funzionali utilizzate.”

(45)

“L’estrema funzione dell’architettura… (sarà) di creare spazi simbolici che rispondano alla persistente esigenza di collettività.”

(46)

5.3

PROCESSO

INVASIONI DIGITALI In una società che si muove, informa, e conosce

attraverso la rete si è pensato che il modo migliore per avvicinarsi al maggior numero di utenti era entrare in questo sistema. L’utente interessato a cominciare un’attività, a formare una compagnia di teatranti, a conquistare uno spazio per esporre o creare le proprie opere, accende il proprio computer e fa una ricerca on line. Tra varie possibili opzioni di spazio trova il Cultural Market, il cui sito web è collegato a una applicazione. La colonizzazione non è più un problema architettonico, è un processo temporale di cui non si conosce la fine. Lo spazio non ha una perimetrazione fisica, ma nel web. L’unica cosa che si riesce a controllare è la velocità d’uso dello spazio predisponendolo in una varietà di modi. L’obiettivo è quello di collegare i magazzini al resto del mondo attraverso la piattaforma digitale, questo non esclude il fatto che ogni singolo magazzino possieda i sistemi vitali propri, ma è pensato per potersi collegare al resto del fabbricato, per consentire un uso intensivo o semplicemente parziale dell’area.

Il progetto si pone come una regia al di sopra delle infinite idee d’uso che gli utenti proporranno. Ciò che è interessante dimostrare con un processo insediativo di questo tipo è il modo in cui i diversi modi d’uso coinvolgono lo spazio e il pubblico.

Per riportare in vita questa vecchia massicciata di cemento gli utenti dovranno avere in comune alcune prerogative fondamentali:

1) promuovere la collaborazione;

2) ricercare forme innovative di progettazione, produzione, distribuzione e fruizione della

(47)

cultura;

3) essere scalabile e riproducibile;

4) essere economicamente sostenibili nel tempo. La sostenibilità economica, oltre a riferirsi al grado di equità sociale del Progetto, deve garantire la possibilità dello stesso di mantenersi attivo ed efficiente in un arco di tempo limitato e definito;

5) avere un impatto sociale territoriale positivo: attraverso le attività del Progetto, promuovere la coesione sociale nei territori e nelle comunità di riferimento, favorire l’accesso alla cultura e ai saperi e facilitare la fruibilità dei prodotti culturali da parte della collettività;

6) capacità di coinvolgere le comunità di riferimento e i destinatari del Progetto nella comunicazione delle proprie attività.

Gli utenti possono scegliere quale luogo si addice meglio ad ospitare la loro idea, tra magazzino, strada o tunnel di collegamento. Sfogliando un catalogo dei vari dispositivi che diamo a disposizione riescono a figurarsi la loro idea concretizzandola. Il processo termina con la promozione dell’evento.

(48)
(49)

6.1

INTRODUZIONE

AL PROGETTO

Il progetto di tesi tratta un tema di attualità: la crisi della cultura. Pochi luoghi di cultura si sono adeguati al cambio di interesse della massa di creativi e le istituzioni si trovano di fronte a tagli di budget che le costringe a puntare al mantenimento dell’esistente piuttosto che a investire nello sviluppo futuro. Per far fronte a questo problema si è pensato di cambiare il modello di offerta guardando alle strategie di mercato utilizzate in un luogo accessibile a tutti e variabile nella sua offerta e presentazione, quale il supermercato. Lo strumento scelto per il progetto di comunicazione e accesso a questa nuova realtà è il web, che, attraverso anche un’applicazione per cellulari, connette l’utente interessato al Cultural Market. Serviva a questo punto un luogo che potesse ospitare un gran numero di persone e di attività diversificate, che fosse facilmente raggiungibile e immediatamente disponibile, dove sperimentare l’idea. Gli ex Magazzini Raccordati situati lungo le vie Sammartini e Ferrante Aporti a Milano rispondono ai requisiti imposti. Le 141 singole stanze che corrono sotto i binari di Stazione Centrale per 2km, occupando una superficie di 45˙000 mq, segnati come ATU dal PGT di Milano. Oltre alla vicinanza con la Stazione, si collocano anche presso il nuovo Memoriale della Shoah, (2013).

Il progetto si rivolge a categorie specifiche: il quartiere, coloro che abitano già la zona e che si muovono per farla tornare a uno stato di non abbandono; l’internazionale, coloro che abitano la città durante i grandi eventi come il Salone del Mobile, la settimana della moda…; business, coloro che vogliono cominciare un’attività ma non hanno gli spazi per farlo.

(50)

L’ambiguità iniziale del progetto è stata dover affrontare la scala urbana come se fosse un interno, lo spazio presenta notevoli dimensioni, ma è nello stesso tempo configurato come una sequenza seriale di stanze. Sul piano urbanistico la strategia prevede l’appropriarsi della strada facendola diventare un “corridoio” interno; il progetto di interni si contrappone alla griglia urbana rigida, prevedendo dispositivi che lasciano flessibilità e spontaneità nella costituzione degli spazi a piccola scala.

(51)

6.2

ESTENSIBILITÀ LEGATA

AL PROCESSO

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08.00 10.00 10.00 12.00 12.00 14.00 14.00 16.00 16.00 18.00 20.00 22.00 18.00 20.00 22.00 24.00 24.00 02.00 02.00 04.00 04.00 06.00

BASSO

MEDIO

ALTO

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LUNEDì MARTEDì MERCOLEDì GIOVEDì VENERDì SABATO DOMENICA

BASSO

MEDIO

ALTO

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BASSO

MEDIO

ALTO

GENNAIO

INTENSITA` ATTIVITA` ANNUALE

FEBBRAIO MARZO APRILE MAGGIO GIUGNO LUGLIO AGOSTO SETTEMBRE OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE

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6.3

PERMEABILITÀ

Gli Ex Magazzini Raccordati sono una sequenza di celle in calcestruzzo, che corre sotto ai binari della Stazione Centrale per circa 2 km. È un enorme blocco, non permeabile, attraversabile solo in tre punti con tunnel carrabili. La prima esigenza è stata quella di renderlo permeabile, rompendo la rigidità con elementi puntuali fissi. Tali sistemi si dividono in tubi elevatori e montacarichi a sezione quadrata.

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6.3.1

IL TUBO ELEVATORE

L’elevatore è un cilindro cavo che bucando la copertura voltata del magazzino si fa spazio sulla quota binari permettendo un cambio di scena. La sua struttura è in acciaio con pilastri scatolari a sezione quadrata (150 x 150 mm) che regge il tamponamento in doppio vetro (25+100+25 mm). La piattaforma elevatrice, anch’essa in acciaio, ha un diametro compreso tra i 280 e i 350 cm a seconda della sua capienza. Un tubo telescopico in titanio permette il movimento alla piattaforma.

(57)

6.3.2

IL MONTACARICHI

Il montacarichi permette il passaggio da un livello all’altro anche ai materiali per l’allestimento. La struttura portante del montacarichi è composta da otto montanti in acciaio a sezione quadrata (30x30cm) posti a coppie ai quattro angoli e da traversi in acciaio con uno spessore di 10cm posizionati ogni 1,5m tra loro. Per garantire la stabilità della struttura esistente anche dopo la demolizione di parte della volta per il passaggio del montacarichi, vengono innalzati tre setti murari in cemento armato di 40 cm di spessore a sostegno della volta.

(58)

6.4

CONGESTIONE

Aprendo la porta esistente, oggi murata, situata nella parete sul retro del magazzino si accede al tunnel con i binari che fungevano da collegamento tra i Magazzini e il livello della Stazione. Il tunnel viene riaperto e trasformato in un “corridoio” sul quale si affaccia ogni Magazzino, percorribile a diverse velocità. Rendere i tunnel attraversabili comporta l’esigenza di rallentare il traffico carrabile, trasformando le strade attorno all’area “zona 30”.

(59)

6.5

LE QUINTE

PROGETTUALI

Nell’area degli ex magazzini raccordati si possono individuare tre tipologie di artifici sulle quali sviluppare un progetto coesivo: la strada, la facciata e il magazzino.

I magazzini raccordati si affacciano a nord su via Sammartini e a sud su via Ferrante Aporti. Queste sono due vie poco trafficate, vissute solamente dalla popolazione del quartiere, che si estendono per circa 1.5 km verso Greco. Sono i punti di arrivo, sia per via pedonale, che su gomma, che su ferro, e dei veri e propri “corridoi” di distribuzione ai magazzini. La strada è delimitata da un lato da edifici di massimo sette piani di altezza con destinazioni d’uso miste (dal residenziale al commerciale), dall’altro dalla facciata dei magazzini.

La facciata è scandita per tutta la sua lunghezza dalla ripetizione modulare di tre tipologie di aperture. La prima è un tunnel carrabile che attraversa trasversalmente tutto il blocco ferroviario. Di questi tunnel se ne individuano tre all’interno dell’area, tutti con un’apertura di circa 12 metri di larghezza, due a senso unico e uno a doppio senso di marcia. La seconda tipologia presenta un’unica apertura verso l’esterno che occupa tutta il magazzino in larghezza. Presenta un’arcata con un cancello in ferro battuto e un’apertura a doppia anta larga 3.5 metri. La terza ed ultima tipologia è la più diversificata, in quanto presenta tre aperture per modulo: una porta e due finestre, tutte quante voltate.

I magazzini sembrano essere incastrati in una scatola profonda 30 m, tutti perfettamente rettangolari e incasellati uno dietro l’altro. In realtà ci sono due tipologie di spazio, entrambe con la copertura voltata e della stessa altezza, ma con dimensioni in pianta differenti. Il primo

(60)

tipo è largo 8 m, mentre il secondo, più grande, è largo 12 m. Questa differenza dimensionale si legge anche in facciata, dove la cancellata in ferro chiude la prima tipologia di magazzino, mentre il modulo con porta e finestre chiude la seconda tipologia.

(61)
(62)

7.1

EXPERIENCE

EXHIBITION:

RAMPA ESPOSITIVA

Il dispositivo più imponente è una rampa espositiva che, salendo, occupa la totalità di quattro Magazzini. Con una larghezza di 1,20m, la passerella in acciaio è sostenuta da fitti pilastrini in acciaio a sezione tonda (diametro 10cm) incastrati nel pavimento esistente, che salgono fino a un’altezza di 2.50m. Attraversando i Magazzini longitudinalmente, la rampa taglia i muri allargandosi un passaggio. Lungo il percorso si trovano delle strutture, anch’esse in acciaio, agganciate al parapetto che sorreggono cartelloni, banner, opere esposte: a seconda di come e dove vengono assemblate, il visitatore può guardarle passando, dalla passerella di fronte o passandoci sotto.

Vi sono sei punti di fermata lungo il percorso. Il primo si trova a contatto con la parete scavata da nicchie in fondo al Magazzino e presenta delle sedute e la possibilità di scendere e tornare indietro attraverso una rampa di scale. La parete accompagna il perimetro del Magazzino formando una L e ospitando nicchie di varie dimensioni e altezze dove sono appesi schermi e supporti multimediali per complementare il racconto dell’esposizione. Il secondo e il terzo si presentano sotto forma di parallelepipedi vetrati che si affacciano, attraverso l’apertura esistente sul fondo del Magazzino, sul tunnel retrostante, fornendo una prospettiva sul movimento dei binari. La struttura in acciaio è incastrata al muro esistente e la vetrata sorretta da un telaio in alluminio.

Il quarto punto di fermata è esso stesso una passerella che corre, senza cambiamento di quota, lungo il muro perimetrale dell’ultimo Magazzino ed è affiancata da una parete che accoglie oggetti in esposizione e materiale cartaceo.

(63)

La quinta volta che la rampa si allarga, ci si ritrova su una piccola balconata racchiusa da una parete curva piena. Attraverso dei buchi e dei tagli si riescono a sbirciare degli schermi e degli scorci sulla strada.

Il percorso si chiude a quota 2,50m con una piattaforma circolare, retta da travi IPE 240, che ospita sedute e un totem informativo e orientativo, oltre a una rampa di scale che riporta il visitatore a quota 0,00m e verso l’uscita in strada.

(64)

7.2

EXPERIENCE

BELVEDERE Data la dimensione dell’area di progetto e

della zona limitrofa, si rende utile progettare un dispositivo che faciliti l’orientamento e che fornisca un altro punto di vista sull’insieme. Dall’interno di un Magazzino si può accedere a un tubo elevatore che, bucando la soletta di appoggio dei binari, passa a quota +7,40m e continua a salire fino a una piattaforma belvedere (+16.70m).

La struttura di questo elevatore è formata da quattro pilastri scatolari in acciaio a sezione quadrata (15x15cm) accompagnati da traversi della stessa dimensione, ma sagomati, per accompagnare la forma circolare dell’elemento. La struttura in acciaio è tamponata da lastre di vetro doppio spesse 2,50cm l’una. Salendo con l’elevatore, costituito da una pedana circolare in acciaio resa mobile da un tubo telescopico di 30cm di diametro, si incontrano, ancora all’interno del Magazzino, delle piccole finestre (15x30cm, 15x15cm, 20x20cm) che raccolgono materiale informativo disponibile per i visitatori. Arrivati al livello dei binari c’è la possibilità di scendere oppure di continuare a salire verso il belvedere. Continuando a salire il vetro è a sua volta ricoperto da una struttura formata da pannelli di fusione di alluminio traforato (180x60x0,8cm), ancorati tramite profili in acciaio a L alla struttura di acciaio di sostegno al belvedere, che permette di avere soltanto piccoli scorci dell’area circostante. Il belvedere si presenta come una struttura ad “arena”, con un piano di sbarco per l’elevatore e poi tre gradonate che scendono verso il livello dei binari, fornendo delle sedute. Queste gradonate sono rette da cinque travi reticolari a forma triangolare costituite da profili metallici a L accoppiati.

(65)

I profili a L hanno dimensioni di 150x150x5mm a sono imbullonati tra loro e uniti agli altri tramite fazzoletti di varie dimensioni per creare la forma triangolare.

Il belvedere è completamente circondato da parapetti alti 1,10m e vi si trovano delle sedute in pvc (50x50x50cm) per poter osservare comodamente ciò che avviene al di sotto.

(66)

7.3

EXPERIENCE

PAVIMENTO IN GOMMA

Alcuni ambienti sono caratterizzati da un rivestimento del pavimento in formelle di gomma. Trattando la pavimentazione l’utente riesce ad orientarsi più facilmente all’interno dell’area di progetto e si ottengono spazi adatti ad ospitare attrezzature sportive e spazi gioco per i più giovani. Utilizzando la gomma si garantisce una buona qualità dell’aria interna al magazzino; rimane elastica ed è in grado di assorbire gli urti e pulizia e manutenzione sono ecologiche ed economiche. È un pavimento impermeabile, resiste alla maggior parte di oli e grassi e ha una elevata fonoassorbenza. Le dimensioni di ogni modulo sono 500 x 500 mm.

(67)

7.4

EXPERIENCE

EXHIBITION:

SCHERMI PROIETTORI

I binari sono l’anima della ferrovia e avevano un ruolo centrale anche nel funzionamento degli ex Magazzini Raccordati, permettendo la distribuzione della merce. È sembrato quindi opportuno riutilizzarli nella progettazione di un nuovo spazio culturale e, di conseguenza, di usufruire anche dei vecchi vagoni merce che correvano sui binari di Stazione Centrale. Questi carri diventano la base di un dispositivo-proiettore che ha il vantaggio di potersi spostare non solo in orizzontale lungo i binari, ma anche in verticale, passando dal piano dei magazzini alla quota dei binari attraverso un montacarichi. Ci sono varie tipologie di carro: A) carro con 4 schermi per proiezioni, montati a formare un cubo, e uno spazio per le sedute B) carro con 5 schermi per proiezioni, montati a formare un cubo, con il quinto schermo inclinato per visualizzare le proiezioni dal belvedere , e uno spazio per le sedute

C) carro con 11 schermi per proiezioni, montati a formare un parallelepipedo, con 3 degli schermi inclinati

D) carro per sedute

Gli schermi sono composti da un telo in pvc bianco ancorato a una cornice in alluminio (3x3 m). Quattro schermi sono imbullonati tra loro per formare una struttura cubica appoggiata al carro. A questi è agganciata una struttura di sostegno ai proiettori in alluminio. Nelle tipologie B e C alla struttura di sostegno si aggiungono due tubi telescopici che permettono al quinto schermo di inclinarsi.

Le sedute (50x50x50 cm) sono in pvc e illuminate a LED, per creare un ambiente particolare anche la sera.

(68)

I dispositivi-proiettore hanno diversi utilizzi all’interno del progetto: come semplici mezzi per proiettare film o pubblicità, oppure come tramite per una visione di quello che succede all’interno dei magazzini (looking under).

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7.5

EXPERIENCE

EXHIBITION:

SORGENTE LUMINOSA

VARIABILE

Una parte dei magazzini è pensata per rispondere ad esigenze di illuminazione digitale, più facile da regolare. Questi spazi vengono illuminati da un sistema di faretti su binari ad alto risparmio energetico. La scelta della sorgente luminosa determina l’effetto dell’ambiente luminoso. Nel caso siano ospitati allestimenti con tele la parete non deve mai essere illuminata più del quadro che c’è affisso, i faretti devono essere, in questo caso, orientati ad illuminare la volta servendo da componente indiretta. I binari sono profili in acciaio a sezione quadrata (dimensione 800 x 800 mm), appesi alla copertura voltata. Tali dispositivi possono essere affiancati a guide per tenere in tensione teli avvolgibili da utilizzare secondo le necessità.

(70)

7.6

EXPERIENCE

VOLUME DENTRO VOLUME

Nel momento in cui sorge la necessità di uno spazio più piccolo rispetto a quello canonico di 350 mq, il fruitore può scegliere di occupare uno dei Magazzini con scena. Progettato come vero e proprio “volume dentro volume”, la scena si presenta come una stanza sopraelevata di 1 m da terra e con una profondità di 14.35 m, circa la metà della profondità del Magazzino. La sua struttura è composta da travi in cemento incastrate nei due setti murari laterali esistenti e da solai in cemento. Il pavimento è in lastre di legno di quercia, mentre le pareti, il soffitto e il pavimento sono rivestiti, sia per una questione estetica, che di acustica, di pannelli di legno di quercia accompagnati da uno strato di isolante.

(71)

7.7

EXPERIENCE

EXHIBITION:

PARETI SCORREVOLI

Particolarmente utili per esposizioni, le pareti scorrevoli offrono all’utente che si collega al Cultural Market un’alternativa alla semplice esposizione sulle pareti di cemento. Le pareti sono moduli rettangolari (270x300 cm) in compensato di 10 cm di spessore che scorrono lungo binari in ferro galvanizzato saldati al muro esistente attraverso dei carrelli in acciaio imbullonati al compensato stesso. Vengono posti due binari su ciascuna parete per permettere la sovrapposizione dei pannelli e garantire più flessibilità all’ambiente espositivo, il quale può sfruttare i dispositivi per nascondere alcune opere o semplicemente il muro stesso. Nei magazzini che presentano nicchie o aperture, i pannelli scorrevoli fungono da chiusura o da divisorio. I materiali scelti sono economicamente sostenibili e permettono all’ambiente del magazzino di mantenere la propria unicità.

(72)
(73)

8.1

ORIENTAMENTO

FERMATA BUS

Dopo aver analizzato i mezzi pubblici che servono l’area, ed evidenziata la sufficiente presenza di linee in superficie, si rendono elemento caratterizzante le fermate.

Attraverso l’aggiunta di colore su una fascia della pavimentazione stradale che si insidia all’interno del Magazzino, le fermate restano più visibili dalla strada.

Il magazzino viene allestito con delle sedute in PVC (50 x 50 x 50 cm) e con dei binari in acciaio a sezione quadrata appesi sulla catena della copertura voltata. Su questi corrono i cavi dei dispositivi di illuminazione che proiettano sorgenti luminose su ogni seduta. Questi permettono la lettura di quotidiani e riviste appesi a loro volta ai binari. La fermata dell’autobus si trasformerà quindi in uno spazio di congestione di informazioni.

(74)

8.2

ORIENTAMENTO

PONTE Per orientarsi in un’area che si presenta come

una ripetizione di spazi identici bisogna creare un sistema di dispositivi, riconoscibili da lontano, che la suddividano in aree tematiche, a destra del ponte o a sinistra del ponte per esempio. I principi base che regolano il progetto prevedono che si riesca a dare risposta alle criticità del sito con semplici elementi, architetture semplici che non abbiano la pretesa di essere ammirate, ma che anzi vengano vissute il più possibile. La passerella per l’attraversamento in quota della strada non resta solo un ponte, ma ha l’obiettivo di diventare un vero e proprio spazio pubblico. Si attrezza con panchine, integrate alla pavimentazione, che si alzano sinuosamente, il parapetto è in vetro anticaduta che consente la vista sulla strada, luogo di “happening”, anche da seduti. È sostenuto da una struttura in acciaio formata da pilastri composti, a sezione circolare cava, che lo sostengono in tre punti; due travi scatolari a sezione rettangolare alle quali sono saldate delle ali fanno da base per la posa del pavimento in lastre di legno. Giunto al fabbricato, il ponte continua come pavimento galleggiante appoggiato al di sopra dei binari per ridurre la vibrazione causata dal traffico dei treni.

(75)

8.3

ORIENTAMENTO

CAFFETTERIA Lo spazio delle caffetterie si modifica a seconda

delle caratteristiche sociali, che definiscono diverse occasioni di aggregazione e tipologie di consumo. Durante la giornata: colazione, pranzo, break, aperitivo, cocktail, il cliente ricerca esperienze diverse. Da ciò nasce la necessità di diversificare lo spazio nell’arco della giornata, accompagnandolo con un sistema di illuminazione che permetta di bilanciare intensità, colore e distribuzione della luce; più fredda nelle ore lavorative, per poi prediligere toni più caldi durante l’orario dell’aperitivo. L’esperienza del visitatore cambia nei diversi momenti di consumo e il sistema di illuminazione ne mette in risalto i valori.

La parete è rivestita da moduli componibili in legno, che possono essere usati come sedute o come piani di appoggio a seconda delle necessità. Portando alcuni di questi moduli all’esterno si rende lo spazio della caffetteria visibile e la strada vissuta.

Per garantire la flessibilità dello spazio è stato progettato un modulo d’arredo che comprende sedute e piano d’appoggio. Quest’ultimo è un cubo in legno con un’apertura su un lato per permettere il deposito delle sedute e una sul piano d’appoggio che nasconde le prese di corrente.

(76)

8.4

ORIENTAMENTO

BIKEMI

Il bike sharing è una realtà sempre più diffusa nelle città europee, inclusa Milano. Questo servizio offre un modo pratico ed ecologico per muoversi per la città evitando il traffico, le code e l’inquinamento. Le postazioni BikeMi sono già numerose e in continua crescita nella città di Milano. Per questo motivo scegliamo di inserirci nell’ampliamento di questo servizio aggiungendo postazioni lungo le vie Sammartini e Ferrante Aporti che permettono uno spostamento più rapido anche all’interno dell’area, oltre che un ulteriore mezzo di trasporto con il quale entrare nel Cultural Market.

Ogni postazione sarà accompagnata da un totem per il prelievo e il deposito delle biciclette che fornirà anche un aiuto nell’orientamento. Attraverso mappe interattive, percorsi programmati e lista degli eventi all’interno dei magazzini, servirà al fruitore come un utile mezzo di orientamento.

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