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OSTEOCONDRITE DISSECANTE

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Academic year: 2021

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OSTEOCONDRITE DISSECANTE

INTRODUZIONE

L’ osteocondrite dissecante (ocd) è una lesione della cartilagine articolare caratterizzata da una separazione della cartilagine stessa dall’osso subcondrale. Questa patologia può interessare la spalla, il gomito, il ginocchio e il garretto. È una manifestazione patologica estremamente comune, in grado di determinare zoppie ed alterazioni morfologiche della struttura ossea, che colpisce i soggetti giovani, appartenenti quasi esclusivamente a razze di taglia medio-grande ed a rapido accrescimento.

FISIOPATOLOGIA

L’ osteocondrosi del cane è un processo patologico che si manifesta durante la crescita della cartilagine articolare come disturbo dell’ossificazione encondrale.

Le epifisi sono costituite da uno strato cartilagineo esterno che funge da cartilagine articolare e da uno strato cartilagineo interno che funge da cartilagine di accrescimento. Le cellule a riposo si moltiplicano ed evolvono verso la disposizione colonnare, ma la differenziazione successiva non prosegue ulteriormente; questo sembra impedire ai condroclasti di svolgere la propria funzione di riassorbimento e crea

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una barriera alla penetrazione vascolare. Ciò significa che il riassorbimento della cartilagine articolare immatura cessa. Quando il riassorbimento e la penetrazione vascolare della cartilagine non avvengono, l’intero processo d’ossificazione encondrale si arresta (8). La cartilagine, in ogni modo, continua a crescere e aumenta in maniera abnorme il proprio spessore, divenendo meno resistente allo stress meccanico (3). Nella cartilagine articolare immatura, dove la nutrizione è assicurata attraverso la diffusione del liquido sinoviale, un aumento dello spessore della cartilagine determina un disturbo metabolico nello strato basale, con successiva degenerazione e necrosi cellulare (4).

Figura 3.1: reperto istologico in corso

di OCD in fase iniziale. Sono visibili piccole aree di necrosi della cartilagine e le prime fasi di distacco della cartilagine dall’osso subcondrale.

La parte necrotica della cartilagine è il punto di partenza per una o più fessure che possono estendersi fino a raggiungere la cavità articolare. Una fessura può espandersi al di sotto della cartilagine articolare ispessita, portando alla formazione di un flap cartilagineo;

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generalmente il lembo rimane attaccato alla cartilagine lungo un margine, a coprire il cratere sottostante che si è venuto a formare, ma può anche staccarsi del tutto e trovarsi così libero nello spazio articolare (30). Questa situazione espone totalmente l’osso subcondrale al contatto con il liquido sinoviale portando allo sviluppo di una infiammazione articolare. Il frammento cartilagineo può andare incontro a riassorbimento per azione enzimatica e usura meccanica, oppure può crescere, essendo comunque nutrito dal liquido sinoviale, e organizzare la sua struttura e anche parzialmente calcificare formando il cosiddetto “mouse” o “topo” articolare. La fase di OCD avanzata è solitamente associata a lesioni degenerative articolari, con irregolarità del profilo osseo e formazione di osteofiti articolari (7).

Figura 3.2: sezione istologica di omero destro.

Tutte le caratteristiche classiche dell’OCD sono presenti: la cartilagine ispessita, degenerata e necrotica è separata dall’osso subcondrale da una netta fessura.

Le conoscenze riguardo all’eziologia sono ancora lontane dall’essere complete, anche se risulta evidente che essa sia di tipo multifattoriale. I fattori genetici hanno chiaramente un ruolo nell’OC, influenzando la velocità di crescita; il conseguente aumento del peso e delle sollecitazioni su una superficie ancora di dimensioni limitate potrebbe

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essere un elemento scatenante. Conferma viene data dal fatto che spesso sono malati più soggetti della stessa cucciolata. Influente è sicuramente anche la taglia, con un aumento di frequenza in quelle che comunemente raggiungono un peso adulto superiore ai 25 kg; così come il sesso: i maschi sono più colpiti in relazione al loro ritmo di crescita più spinto. Infatti anche un’alimentazione troppo spinta provoca un incremento della velocità di crescita, soprattutto della porzione muscolare, sproporzionata al supporto osseo. L’aumento di peso per unità di superficie a livello degli arti, infatti, incrementa le sollecitazioni a carico delle cartilagini epifisarie immature, predisponendo così la porzione al danno di tipo traumatico. Sembra proprio che la formazione di flap cartilaginei prediliga le zone sottoposte a maggior carico e ad azioni quindi di tipo traumatico.

Per quanto riguarda il nostro studio sono state prese in considerazione solo due localizzazioni di OCD: quella riguardante la spalla e quella riguardante il ginocchio. L’OCD di gomito è stata presa in considerazione all’interno del quadro di anomalie scheletriche che caratterizzano la displasia di gomito.

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OCD DI SPALLA

La lesione cartilaginea si viene a formare solitamente nella parte caudale della testa omerale, spesso in entrambe le articolazioni, ma generalmente riguardante un solo arto. In genere gli animali affetti sono visitati per una zoppia anteriore, monolaterale e intermittente, che col tempo diventa costante. Raramente viene rilevata una tumefazione in questa sede, anche perché difficile da evidenziare.

La diagnosi si basa sulla valutazione dei dati anamnestici e sull’esame clinico del soggetto, ma la conferma definitiva è emessa sui reperti radiografici.

Figura 3.3: immagine

radiografica che mostra la tipica localizzazione della lesione in corso di OCD

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Figura 3.4: immagine

radiografica di un’articolazione scapolomerale in seguito all’utilizzo del mezzo di contrasto

Il segno iniziale è un appiattimento del contorno osseo subcondrale sulla porzione caudale della testa dell’omero; col passare del tempo si forma un’area discoidale radiotrasparente, in corrispondenza dell’area di alterata ossificazione encondrale, quindi compare una linea radiopaca di calcificazione (32). Il flap cartilagineo, attaccato o meno, si mette in evidenza solo quando col passare del tempo diventa calcifico ed appare come una sottile stria biancastra sopra l’erosione (23).

OCD DI GINOCCHIO

L’osteocondrite dissecante è una causa piuttosto poco comune di zoppia di ginocchio. Le lesioni da OCD si riscontrano sia sul condilo mediale che su quello laterale. I soggetti con lesioni bilaterali mostrano un’andatura accucciata e difficoltà nell’alzarsi; alla manipolazione del ginocchio si evidenziano crepitio e disagio, ma non

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instabilità. L’OCD in genere si accompagna ad effusione sinoviale e tumefazione articolare, apprezzabili alla palpazione. All’esame radiografico, la proiezione cranio-caudale risulta essere la più utile per mettere in evidenza la lesione nei condili. Nella veduta laterale si possono vedere i frammenti calcificati all’interno dell’articolazione; occasionalmente un frammento può dislocarsi nella parte prossimale della troclea, sotto il tendine patellare.

Figura 3.5: immagine radiografica di

un ginocchio con la presenza dei segni tipici della lesione da OCD del condilo femorale laterale.

Figura 3.6: altra immagine

radiografica con la presenza dei segni di OCD del condilo omerale.

Figura

Figura 3.1:  reperto istologico in corso
Figura 3.2:  sezione istologica di omero destro.
Figura 3.3: immagine
Figura 3.4: immagine
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