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CAPITOLO 5

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Academic year: 2021

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Osservazioni Individui

nume ro pe rc entuale num e ro pe rce ntuale

Cervo 61 22 93 12 Daino 132 48 451 63 Capriolo 53 19 68 10 Cinghiale 32 11 106 15 totale 278 100 718 100

CAPITOLO 5

Risultati

Il presente studio è stato effettuato nel periodo compreso tra Ottobre 2004 e Settembre 2005 nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, realizzando i rilevamenti da dodici percorsi a piedi, da tre appostamenti fissi e due “sfarate” in notturna con i mezzi del Corpo Forestale dello Stato. L’area di ricerca si estende da nord verso sud, è risultato interessante condurre uno studio sul versante romagnolo del Parco poiché qui la popolazione di ungulati non è stata monitorata con intensità paragonabile a quanto effettuato dalla fine degli anni ’80, all’interno delle “storiche” Foreste Casentinesi. I dati standardizzati, riferiti a tutte e quattro le specie di ungulati, (Tabb. 5.1-5.2) ci mostrano complessivamente 718 individui avvistati per 278 osservazioni. Considerando il totale delle osservazioni (ivi comprese le osservazioni casuali, non effettuate da percorso standard) otteniamo 1492 individui per 563 osservazioni.

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Osservazioni Individui

num e ro perce ntuale num e ro pe rce ntuale

Cervo 94 17 155 10

Daino 340 60 1069 72

Capriolo 73 13 98 7

Cinghiale 56 10 170 11

totale 563 100 1492 100

Anche se la raccolta dati è stata effettuata su tutte e quattro le specie di ungulati presenti sul territorio, questo studio si concentra sulla popolazione del cervo, che si presuppone stia avendo un incremento, demografico e distributivo, nel versante romagnolo. Il numero di avvistamenti di cervo è 94 per un totale di 155 individui (Tab. 5.2). Nell’elaborazione dei dati abbiamo notato un andamento altalenante di alcuni parametri e non potrebbe che essere così, visto il carattere di “indagine” presentato da questo studio, che è, vale la pena sottolineare, il primo e l’unico, finora, sulla specie cervo per la valle di Pietrapazza.

E’ stato registrato un diverso grado di avvistamento della specie a seconda del percorso. Il maggior numero di avvistamenti, per la specie cervo, si sono ottenuti lungo il percorso n° 10 (Tab 5.4), che si sviluppa all’interno di una vallata estremamente isolata e non facilmente raggiungibile dall’uomo, per cui il disturbo antropico è ridotto ai soli periodi in cui vengono portate le mandrie al pascolo (giugno – ottobre). Abbiamo osservato che le mandrie, con tutta probabilità, non rappresentano una notevole causa di disturbo,

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considerando che in alcuni avvistamenti, sia cervi che daini, sono stati osservati pascolare con i bovini domestici.

Lungh. (m) Cervo Daino Capriolo Cinghiale Totale

Percorso 1 3392 0 117 4 5 126 Percorso 2 5565 5 19 5 8 20 Percorso 3 4686 2 8 1 5 16 Percorso 4 7492 5 0 14 0 19 Percorso 5 4680 8 22 8 16 54 Percorso 6 5129 7 63 3 7 80 Percorso 7 3106 13 0 2 3 18 Percorso 8 3386 5 4 2 1 12 Percorso 9 5891 4 6 2 7 19 Percorso 10 5069 17 0 4 28 49 Percorso 11 4269 7 0 8 0 15 Percorso 12 4269 1 1 1 1 4 A - 0 48 5 0 53 B - 2 3 0 1 6 C - 9 0 0 18 37 N1 6071 1 152 2 6 161 N2 5245 7 2 4 0 13

Sul totale delle osservazioni le maggiori percentuali di individui (Graf 5.1) sono state registrate nel periodo fra aprile e maggio, a cavallo con il periodo di muta primaverile e di caduta dei palchi per i maschi. Nella stagione primaverile di “primo verde” i pascoli sono frequentati assiduamente dagli animali che tendono così ad essere più agevolmente contattabili. Un altro picco si osserva nel periodo fra settembre ed ottobre, stagione degli amori durante la quale si formano gruppi misti, legati agli harem maschili.

Durante l’inverno la minor presenza di cibo porta gli animali a muoversi maggiormente sul territorio, con il risultato di una buona

Tab 5.4 Numero di individui, di ciascuna specie, facenti parte del campione standardizzato.

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0 3 6 9 12 15 18 sette mbr e otto bre nove mbr e dice mbr e genn aio febb raio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to %individui

periodo fra gennaio e febbraio si è verificato un calo nelle osservazioni a causa della presenza di ingenti quantitativi di neve al suolo, che ha reso inagibili le strade ed i sentieri. In particolare a febbraio l’impossibilità di raggiungere qualsiasi località nella valle ha, di fatto, impedito la raccolta dati.

Graf 5.1 Percentuali mensili di individui rispetto al totale delle osservazioni.

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Maschi adulti Maschi giovani Maschi fusoni Femmina adulta Femmina sottile Giov

ani Indet. Totale

Settembre 3 1 0 5 3 5 0 17 Ottobre 5 1 1 11 1 1 2 22 Novembre 3 3 0 0 1 1 4 12 Dicembre 5 1 0 10 4 3 0 23 Gennaio 3 0 1 3 0 1 0 8 Febbraio 1 0 0 0 0 0 0 1 Marzo 2 0 0 3 1 2 0 8 Aprile 1 3 0 11 4 5 0 24 Maggio 1 3 0 10 1 6 0 21 Giugno 1 1 0 4 1 0 0 7 Luglio 3 2 0 1 0 1 0 7 Agosto 3 0 1 1 0 0 0 5 Totale 31 15 3 59 16 25 6 155

5.1 Struttura della popolazione

Riportiamo (Tab 5.1.1) il numero di individui di cervo divisi per classi di sesso e di età.

Si può notare il maggior numero di individui osservati nei mesi di aprile, maggio poiché, come già detto, nel periodo primaverile la tendenza a pascolare nelle aree aperte porta gli animali ad essere più visibili. Nel mese di dicembre l’incremento può essere associato ad una minore presenza di cibo che conduce l’animale alla ricerca, muovendosi maggiormente e rendendoli più avvistabili.

Nel Graf 5.1.1 è mostrato l’andamento della struttura di popolazione durante il periodo di ricerca. Si può notare come la percentuale delle femmine adulte sia la più alta, seguita dai maschi adulti e dai piccoli indeterminati per sesso. Questa struttura è

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0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 m m ad m m g g m m fus ff ad ff so t ju v

classi età e sesso %

tipica di un ungulato con sistema riproduttivo poliginico quale è il cervo.

Nei Graff 5.1.2 – 5.1.3 – 5.1.4 sono rappresentati gli andamenti di maschi, femmine e piccoli nell’arco dei diversi mesi di studio. Non sono stati tenuti in considerazione gli avvistamenti nel mese di febbraio poiché, come detto, non è stato possibile effettuare i percorsi a causa degli eccessivi quantitativi di neve che hanno reso impossibile ogni spostamento.

Gli andamenti risultano così altalenanti poiché un solo anno di studi non è sufficiente ad avere una costanza nei dati raccolti. Raggruppando gli individui adulti (maschi e femmine), giovani (maschi giovani, maschi fusoni e femmine sottili) e piccoli (Graf 5.1.5) notiamo come la percentuale di questi ultimi sia maggiore rispetto ai giovani nei mesi di settembre, marzo e maggio e come invece i giovani mostrino un valore elevato nel mese di novembre.

Graf 5.1.1 Struttura della popolazione di cervo nel periodo di studio

(7)

0 20 40 60 80 100 sette mbr e otto bre nove mbr e dice mbr e genn aio febbr aio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to %

mm tot ff tot juv

Graf 5.1.2 Andamenti percentuali cumulativi mensili delle principali classi

Graf 5.1.3 Andamenti percentuali cumulativi mensili delle classi maschili 0 20 40 60 sette mbr e otto bre nove mbr e diem bre genn aio febbr aio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to % mm ad mm gg mm fus

(8)

0 20 40 60 80 100 sette mbr e otto bre nove mbr e dice mbr e genn aio febbr aio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to % ff ad ff sot 0 20 40 60 80 100 %

settembre no ve mbre gennaio marz o maggio luglio

adulti giovani piccoli

Graf 5.1.5 Andamento percentuale delle tre classi di età Graf 5.1.4 Andamenti percentuali cumulativi mensili delle classi

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Sex ratio Piccoli/femmine Settembre 0,6 1 Ottobre 0,45 0,09 Novembre 0 0 Dicembre 0,5 0,29 Gennaio 1 0,33 Febbraio 0 0 Marzo 0,66 0,66 Aprile 0,09 0,45 Maggio 0,1 0,6 Giugno 0,25 0 Luglio 2,99 1 Agosto 3 0

Nell’analisi dei parametri strutturali vediamo che i valori mensili della sex ratio (Graf 5.1.6 - Tab 5.1.2) sono elevati fra luglio ed agosto (2,99-3) mentre in autunno ed a dicembre sono notevolmente più bassi. Possiamo dare una spiegazione ricordando la tendenza estiva pre-riproduttiva dei maschi a pascolare in zone aperte, il che li rende più visibili. La Tab 5.1.3 fornisce le sex ratio, i rapporti piccoli/femmine e le proporzioni fra le classi maschili, per tutto l’anno di ricerca. Per quanto riguarda il rapporto piccoli/femmine (Graf 5.1.7) vediamo come esso risulti basso subito dopo le nascite, quando l’osservabilità dei piccoli è scarsa, per il comportamento anti-predatorio da essi assunto, e subisca poi un incremento nei mesi successivi quando iniziano a spostarsi seguendo le madri.

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0,6 0.45 0 0,5 1 0 0,66 0,09 0,1 0,25 2,99 3 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 sette mbr e otto bre nove mbr e dice mbr e genn aio febbr aio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to m a sc h i a d / fe m m in e a d 1 0,09 0 0,29 0,33 0 0,66 0,45 0,6 0 1 0 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 1,2 sette mbr e otto bre nove mbr e dice mbr e genn aio febbr aio mar zo april e mag gio giug no lugl io agos to p ic co li / fe m m in e

Graf 5.1.6 Variazioni mensili Sex ratio

(11)

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5

se tte mbre no ve mbre ge nnaio marz o maggio luglio

mm ad/mm tot mm gg/mm tot mm fus/mm tot

SR (mm ad/ff ad) 0,51

Sex Ratio

SR (mm tot/ff tot) 0,62

PF (juv/ff ad) 0,43

Rapporto Piccoli

Femmine

PF (juv/ff tot) 0,34

Mm giov+Mm fus/Mm

tot 0,35

Proporzione Classi

Maschili

Mm giov+Mm fus/Mm

ad 0,53

Graf 5.1.8 Proporzioni mensili delle diverse classi maschili, sul totale della popolazione maschile.

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N° capi % Maschi adulti 32 21 Maschi giovani 14 9 Maschi fusoni 3 2 Femmine adulte 62 40 Femmine sottili 17 11 Giovani 27 17 Totale 155 100

Dalla Tab 5.1.4 si riassume la struttura globale della popolazione del cervo. Essendo la specie poliginica e basando l’organizzazione sociale sui gruppi matriarcali è normale che il numero di femmine adulte e sottili sia più alto rispetto a quello dei maschi.

In generale si possono notare alte percentuali e parametri riferiti alla componente adulta della popolazione, ma anche sufficienti valori riferiti alla componente giovanile (maschi giovani e fusoni, e femmine sottili). Ciò indica che la popolazione di cervo nell’area di studio si trova in una fase di espansione distributiva (è noto come siano i giovani, in particolare i maschi giovani, a favorire l’espansione delle popolazioni di ungulati).

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5.2 Censimento della popolazione di cervo

La Tab 5.2.1 fornisce i dati relativi alle consistenze (n° massimo di capi censiti e n° medio) dei cervi maschi in bramito negli anni 2003, 2004, 2005.

Tab 5.2.1 Numero medio e numero massimo di maschi censiti.

*Nell’anno 2003 gli individui risultano pari a zero poiché a causa delle cattive condizioni meteorologiche non è stata possibile una valida elaborazione dei dati

ottenuti in tale contesto ambientale.

Nella Tab 5.2.2 sono riportate le consistenze minime certe delle diverse classi di sesso ed età (ottenute tramite lo studio della struttura di popolazione, paragrafo precedente), e le consistenze minime certe totali, riferite, per gli anni 2004 – 2005, al n° massimo di maschi censiti (Tab 5.2.1).

Classi 2004 2005 Maschi adulti 14 20 Maschi giovani 6 9 Maschi fusoni 1 2 Femmine adulte 27 38 Femmine sottili 8 10

Media Massima

2003

*

0

0

2004

4,5

14

2005

5,6

20

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Passando dal 2004 al 2005 notiamo un incremento delle consistenze pari al 30%. Questo dato si può supporre dovuto parzialmente all’immigrazione di nuovi individui dalla Toscana, a conferma della tendenza all’espansione della popolazione considerata nel presente studio. Ovviamente il tutto con il beneficio del dubbio, in considerazione della relativamente bassa “produttività” (deducibile dai non elevati valori dei rapporti piccoli/femmine, visti nel precedente paragrafo) ed in mancanza di indicazioni circa la mortalità della popolazione di cervo nell’area di studio. Dalla consistenze calcolate è stato possibile ricavare la densità della popolazione riferita agli anni 2004 e 2005 (Tab 5.2.3). La densità è stata calcolata sulla base della superficie totale dell’area di studio (pari a 3240 ha), e sulla superficie della parte centrale della valle, dal Mulino delle Cortine a Pietrapazza (pari a 1188.45 ha), ove il censimento è stato effettuato.

Anno Superficie totale (ha) Densità (capi/100 ha) Superficie area censimento (ha) Densità (capi /100 ha) 2004 3240 2.1 1188.45 5.6 2005 3240 3 1188.45 8

Tab 5.2.3 densità della popolazione di cervo nei due anni di censimento. Tab 5.2.2 Consistenza minima certa della

popolazione di cervo, ricavata dai dati dei censimenti al bramito degli anni

(15)

Il censimento è stato prevalentemente effettuato nella parte centrale della valle per la non accessibilità della parte meridionale, a ridosso del confine tosco – romagnolo, a causa dell’impraticabilità di alcune delle strade forestali presenti. Ci troviamo, quindi, di fronte a densità globalmente sottostimate. L’incremento percentuale delle densità e delle consistenze nei due anni di censimento è analizzabile statisticamente con il calcolo della varianza e della deviazione standard per le densità medie e le consistenze minime.

σ

2 densità(2,1; 3) = 0,2

σ

2 consistenza (67; 95) = 14

σ

densità(2,1; 3) = 0,44

σ

consistenza(67; 95) = 3,74

Questi valori, piuttosto bassi, ci indicano leggeri discostamenti dalle medie aritmetiche. E’ difficile dare un’interpretazione sensata di essi, sarebbe necessaria una serie di dati di densità e consistenze riferite a più anni di censimento per cominciare a ragionare sulla variabilità dei risultati ottenuti, quindi sulla “bontà” della metodica intrapresa.

(16)

Dimensione dei gruppi 38% 43% 19%

1

da 2 a 3

da 4 a 6

5.3 Dimensione dei gruppi

Studiando le dimensioni dei gruppi nel cervo, sono stati presi in esame i dati standardizzati e quelli raccolti casualmente.

Il cervo è un animale piuttosto sociale, durante l’anno si sono osservati al massimo gruppi formati da sei individui.

Oltre agli individui isolati sono state considerate due tipologie di avvistamenti: i gruppi composti da 2 o 3 individui e quelli composti da 4 a 6 individui.

Il Graf 5.3.1 mostra come il numero di individui isolato e quello in gruppi di due o tre individui sia praticamente pari, rispetto a quello da quattro a sei animali.

Graf 5.3.1 Percentuali annuali dei raggruppamenti di cervo considerandone le dimensioni

(17)

Tipologie di gruppi 40% 49% 11% gr. maschili gr. femminili gr. misti Con il Graf 5.3.2 è possibile evidenziare le percentuali delle tipologie qualitative (gruppi maschili, gruppi femminili, gruppi misti) dei raggruppamenti di cervo.

Dal calcolo di mediana, media, moda e massima nei gruppi maschili, femminili e misti si può notare una pressoché costante tendenza alla socialità (Tab 5.3.1).

Graf 5.3.2 Percentuali annuali dei raggruppamenti di cervo considerandone la tipologia qualitativa

(18)

Scendendo ancora più nel particolare i tipi di gruppi maggiormente osservati durante l’anno, esclusa la stagione degli amori, sono stati quelli con una o più femmine adulte accompagnate da femmine sottili con i giovani dell’anno e i giovani dell’anno precedente, oppure più femmine adulte con qualche maschio giovane.

Riferendoci, invece, alla frequenza degli animali isolati rispetto agli animali formanti raggruppamenti, abbiamo rilevato che i maschi si mostrano più spiccatamente solitari (Tab 5.3.2), così come è noto per tutti i cervidi e gli ungulati in genere (S. Toso, 1992).

Ancora evidente dalla Tab 5.3.2 la maggiore tendenza delle femmine alla formazione di gruppi di qualsiasi dimensione.

Tab 5.3.1 Valori di mediana, massima, moda e media per i gruppi di cervo

isolati

da 2 a 3

da 4 a 6

Maschi

69,6 %

21,7 %

8,7 %

Femmine

39,1 %

47,8 %

13,1 %

Tab 5.3.2 Frequenza di individui in gruppo o isolati, non inclusi gli indeterminati per sesso e per età ed i giovani indeterminati

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5.4 Indici chilometrici di abbondanza I n d ic i C h ilo m e tric i d i A b b o n d a n z a (I K A ) c e rv o d a in o c a p rio lo c in g h ia le to ta le P e r c o rso 1 (3 ,3 9 2 K m ) 0 3 4 ,3 9 1 ,1 8 1 ,4 7 3 7 , 0 4 P e r c o rso 2 (5 ,5 6 5 K m ) 0 ,8 9 3 ,4 2 0 ,8 9 1 ,4 4 6 , 6 4 P e r c o rso 3 (4 ,6 8 6 K m ) 0 ,4 3 1 ,7 1 0 ,2 1 1 ,0 6 3 , 4 1 P e r c o rso 4 (7 ,4 9 2 K m ) 0 ,6 7 0 1 ,9 4 0 2 , 6 1 P e r c o rso 5 (4 ,6 8 0 K m ) 1 ,7 1 4 ,7 1 ,7 1 3 ,4 2 1 1 , 5 4 P e r c o rso 6 (5 ,1 1 6 K m ) 1 ,3 7 1 2 ,3 1 0 ,5 9 1 ,3 4 1 5 , 6 1 P e r c o rso 7 (3 ,2 0 4 K m ) 1 ,8 1 0 1 ,7 1 0 ,4 2 3 , 9 4 P e r c o rso 8 (3 ,3 8 6 K m ) 1 ,4 8 1 ,1 8 0 ,5 9 0 ,2 9 3 , 5 4 P e r c o rso 9 (5 ,8 9 1 K m ) 0 ,6 8 1 ,0 2 0 ,3 4 1 ,1 8 3 , 2 2 P e r c o rso 1 0 (5 ,0 6 9 K m ) 3 ,3 5 0 0 ,7 9 5 ,5 2 9 , 6 6 P e r c o rso 1 1 (4 ,2 6 9 K m ) 1 ,6 4 0 1 ,8 7 0 3 , 5 1 P e r c o rso 1 2 (3 ,6 3 6 K m ) 0 ,2 3 0 ,2 3 0 ,2 3 0 ,2 3 0 , 9 2 P e r c o rso n 1 (6 ,0 7 1 K m ) 0 ,1 7 2 5 ,0 4 0 ,3 3 0 ,9 8 2 6 , 5 2 P e r c o rso n 2 (5 ,2 4 5 K m ) 1 ,3 4 0 ,3 8 0 ,7 6 0 2 , 4 8 T o ta le (6 7 ,7 0 2 K m ) 1 , 3 7 6 , 6 6 1 , 0 0 1 , 5 6 1 0 , 5 9

Tab 5.4.1 Indici chilometri di abbondanza per quattro specie di ungulati presenti nell’area di studio

Prendendo in considerazione la totalità delle osservazioni effettuate per tutte le specie di ungulati sono stati calcolati, per ogni percorso, gli IKA (Indici chilometrici di abbondanza). Tali valori indicano il numero di “contatti” per km di transetto campione percorso (Tab 5.4.1). Il più elevato indice di

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cui la presenza di numerosi daini, soprattutto durante la stagione riproduttiva, ha notevolmente contribuito a tale valore. Per quanto riguarda la specie cervo è il percorso 10, “Eremo Nuovo”, quello ad aver fornito i valori di IKA maggiori. La zona dove si snoda il percorso è situata nella parte meridionale della valle, quella non interessata dal censimento al bramito, a dimostrare la presenza di individui appartenenti alla specie, quindi di una possibile sottostima del censimento stesso, che non è andato a comprendere, questa porzione della popolazione.

5.5 Visibilità

Lo studio della visibilità è stato pensato per testare il grado di avvistabilità degli animali al variare delle stagioni, quindi della copertura vegetazionale. Lo studio della visibilità è necessario per standardizzare il metodo di osservazione diretta.

Gli habitat vegetazionali presenti nell’area di studio sono stati raggruppati in quattro tipologie: bosco di conifere, faggeta, bosco di latifoglie e aree aperte.

Come era prevedibile (Graff 5.5.1 – 5.5.2 – 5.5.3 – 5.5.4) nella maggioranza delle situazioni il soggetto è più avvistabile quanto più è vicino al ricercatore, nonostante intervengano fattori come la morfologia del sito, il tipo di vegetazione presente in esso, la fase del ciclo biologico della specie, le condizioni meteorologiche. Nel bosco di conifere (Graf 5.5.1) si può notare come si verifichi una diminuzione della visibilità con la distanza, presumibilmente scarsa l’influenza stagionale della vegetazione, in quanto il

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sottobosco è quasi assente, inoltre in autunno non si hanno cambiamenti nella visibilità essendo le specie arboree con foglie permanenti.

Nel bosco di latifoglie (Graf 5.5.2) aumenta la visibilità in autunno, con la caduta delle foglie, ed in inverno quando l’innevamento favorisce l’avvistamento, anche a distanza. Lo stesso discorso può essere valido per la faggeta (Graf. 5.5.3), con l’aumento degli avvistamenti in autunno.

Diverso quanto rilevato nelle aree aperte (Graf 5.5.4) in cui nei mesi autunnali si ha una diminuzione degli avvistamenti, diminuzione probabilmente legata alla permanenza di ginepri, rovi e ginestre, in cespugliata, e di polloni nella tagliata. In inverno, rileviamo un aumento della visibilità per la minore copertura della vegetazione e per l’innevamento.

Dato interessante è la relazione tra il numero di individui avvistati, considerando, come nelle elaborazioni precedenti, tutte e quattro le specie di ungulati, con le diverse tipologie di ambiente (Graff 5.5.5 – 5.5.6 – 5.5.7 – 5.5.8). Nel bosco di conifere le variazioni ambientali sono minime al cambiare delle stagioni, conseguentemente il numero di animali avvistato non varia notevolmente. Nel bosco di latifoglie ed in faggeta, la percentuale di animali osservati è legata, almeno parzialmente, al variare delle stagioni e, con esse, della vegetazione, visto che in autunno la perdita delle foglie fa aumentare la visibilità ed in estate essa

(22)

nella stagione autunnale, a causa della permanenza degli arbusti e polloni, ed un leggero aumento con l’inverno.

Bosco di conifere 0% 20% 40% 60% 80% 100%

primavera estate autunno inverno

% vis 5 m 10 m 25 m 50 m Bosco di latifoglie 0% 20% 40% 60% 80% 100%

primave ra e state autunno inv erno

% vis 5 m 10 m 25 m 50 m Bosco di faggio 0% 20% 40% 60% 80% 100%

primav era e state autunno inve rno

% vis

(23)

Aree aperte 0% 20% 40% 60% 80% 100%

primave ra e state autunno inve rno

% vis 5 m 10 m 25 m 50 m Bosco di conifere 0 20 40 60 80 100

primave ra e state autunno inve rno

% 0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 %

% individui avvistati % visibilità

Bosco di latifoglie 0 20 40 60 80 100

prim ave ra e state autunno inve rno

% 0 2 4 6 8 10 12 %

% individui avvistati % visibilità

Bosco di faggio 70 75 80 85 90 95 % 0,5 1 1,5 2 2,5 %

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Aree aperte 0 20 40 60 80

primave ra e state autunno inve rno

% 0 5 10 15 20 25 30 %

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