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NOTIZIE INTERNE PER I SOCI E SIMPATIZZANTI ANVGD 25 maggio Dal comitato Prov. le di Latina B. Pavazza via Virgilio E/24

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NOTIZIE INTERNE PER I SOCI E SIMPATIZZANTI ANVGD

25 maggio 2021 - Dal comitato Prov. le di Latina - B. Pavazza via Virgilio E/24 tel. 0773 697507

Report cartaceo – notizie varie – rass. stampa e avvisi. A cura di Piero Simoneschi

Quanto durerà ancora?

Mi preme innanzi tutto rivolgere, in questo mese di maggio, un caloroso e deveroso ricordo al Sen. Prof. Ajmone Finestra e a sua moglie Maria Pia Salvini. Due figure sempre vicine alla nostra Associazione, per le quali è stata celebrata una santa Messa mercoledì 5 presso la Cattedrale di S. Marco, nella ricorrenza della scomparsa.

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O Dio, concedi ai nostri fratelli defunti di condividere il suo trionfo sulla morte e di contemplare in eterno te, Padre che li hai creati e redenti.

Ultima a destra, la prof.ssa Maria Pia Salvini Finestra, in occasione della serata al Circolo Cittadino Sante Palumbo di Latina, dove è stato proiettato il filmato dello spettacolo di Cristicchi “Magazzino 18”, alla presenza di numerosi invitati e con folta rappresentanza di esuli giuliano dalmati.

Ajmone Finestra, nato a Todi (Pg) nel 1921, Volontario di guerra, ufficiale dei bersaglieri decorato al Valor Militare. Ha combattuto sul fronte balcanico (1941-43) e su quello italiano (1944-45). Nel 1945, evaso dalla prigionia americana, viene catturato e rinchiuso nel carcere di Novara, da cui esce dopo due processi presso le Corti d'Assise Straordinarie del Nord, sfuggendo alla condanna a morte perché ritenuto ufficiale leale e valoroso. E' stato più volte Consigliere Regionale del Lazio, e Senatore, nonché Sindaco della città di Latina dal 1993 al 2002.

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GIORNO DEL RICORDO, L'INCONTRO IN PREFETTURA CON IL SOPRAVVISSUTO GIUSEPPE DICUONZO SANSA. Barletta 10 febbraio 2021

Il prefetto Valiante incontra Giuseppe Dicuonzo Sansa, sopravvissuto alla tragedia giuliano-dalmata.

In occasione del Giorno del Ricordo in memoria delle Vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, il Prefetto di Barletta Andria Trani, Maurizio Valiante, ha incontrato nella sede del Palazzo del Governo in Barletta Giuseppe Dicuonzo Sansa, sopravvissuto alla tragedia giuliano-dalmata, dirigente dell'Associazione Dalmati italiani nel mondo e delegato provinciale dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Nell'occasione il dott.

Dicuonzo Sansa ha voluto donare ed illustrare al Prefetto il suo saggio storico dal titolo

“Dal testimone della storia il testimone del ricordo”, una testimonianza che prova a far chiarezza su una pagina di storia riguardante una dolorosissima guerra terminata il 25 aprile del 1945, ma che continuò nella Venezia Giulia e Dalmazia fino al Trattato di Pace del 10 febbraio 1947,

quando famiglie di italiani furono sterminate e gettate nelle foibe mentre chi riuscì a salvarsi dovette sottoporsi all'Esodo.

Nato a Pola nel 1944 in un rifugio antiaereo quando sulla sua città imperversavano i bombardamenti alleati, Dicuonzo Sansa è sopravvissuto ai pesanti bombardamenti, alle persecuzioni tedesche ed allo sterminio della pulizia etnica e del genocidio dei partigiani delle formazioni titine cui erano in qualche caso aggregate formazioni partigiane rosse italiane. Nel 1946 ha attraversato con i genitori l'Adriatico sbarcando esule ad Ortona a Mare e raggiungendo poi Barletta con un treno merci. Ha pubblicato articoli e curato ricerche, conferenze e libri su argomenti prevalentemente storici della Venezia Giulia e Dalmazia, vincendo premi letterari internazionali.

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Oggi è anche vicepresidente nazionale dell'Associazione di esuli istriani “Famiglia Dignanese” e Consigliere del Comitato Scientifico della Biblioteca Dalmatica Digitale.

“Il dott. Dicuonzo Sansa rappresenta un simbolo ed un ambasciatore delle memorie di quel drammatico momento storico che continua a colpire le nostre coscienze, richiamandoci ad una riflessione ed un impegno quotidiano non solo per onorare il ricordo delle Vittime ma anche a perpetrare la validità di un monito sempre attuale – ha dichiarato il Prefetto di Barletta Andria Trani Maurizio Valiante -. Pur nella particolarità del momento, attraverso questo emozionante incontro abbiamo voluto commemorare simbolicamente il Giorno del Ricordo attraverso l'ultima pubblicazione del dott. Dicuonzo che rappresenta l'ennesimo prezioso strumento per custodire e diffondere la memoria di quei tragici eventi, rinnovando i fili di una storia vissuta sulla pelle”.

(comunicato stampa della Prefettura).

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SOLO L'ANAGRAFE FERMA PAMICH

(Alberto Di Majo- IL TEMPO 5 maggio 2021) Il campione olimpico e la marcia negli uffici

Abdon Pamich è un monumento alla tenacia, a quella che oggi si chiama, con un termine fin troppo abusato, resilienza. E' stato campione olimpico di marcia, oltre che numero uno italiano di specialità una quarantina di volte su varie distanze.

Ha vinto la medaglia di bronzo alle olimpiadi di Roma nel 1960 e quella d'oro a Tokyo quattro anni dopo. Oggi ha 87 anni. Profugo fiumano dopo la seconda guerra mondiale, è stato sempre in prima linea anche sul fronte della memoria.

Eppure anche un uomo come Panich s'è dovuto scontrare con il malfunzionamento della macchina amministrativa della Capitale. E' successo tutto pochi giorni fa. Sul tram 8 gli hanno

rubato il portafogli, che conteneva la carta d'identità, la patente, il bancomat e un po' di contanti. Ma Abdon non s'è dato per vinto e ha cominciato il lungo giro tra gli uffici imposto da eventi di questo tipo. Una “marcia” che tanti cittadini sono costretti a fare, peraltro impegnandosi a fondo per non perdere la pazienza. E' andato dai carabinieri a denunciare il furto, poi ha richiesto un duplicato della patente di guida.

Primo intoppo: non si può avere se non si ha un documento d'identità. Ma anche quello era nel portafogli che è finito chissà dove. E pure qui lo straordinario marciatore italiano non si è perso d'animo. E' andato all'Anagrafe per fare una nuova carta d'identità. Servivano due testimoni. Li ha rintracciati ed è tornato negli uffici.

Un'impiegata del servizio comunale gli ha dato la spiacevole notizia: “Il suo appuntamento è confermato il 27 luglio”. Il 27 luglio? Esatto. A Roma, cioè in una capitale europea che può vantare una civiltà che si perde nei secoli, ci vogliono mesi per fare una carta d'identità (elettronica). Esattamente cinque, visto che Pamich aveva chiesto il documento (in scadenza) già due mesi fa. Una volta, quando era cartaceo, bastava un'oretta. Adesso, nonostante le tecnologie, serve un'eternità. E non si sfugge, visto che le vecchie carte non esistono quasi più (sono previste solo in pochissimi casi). Ma come fa un cittadino a rimanere per così tanto tempo senza documenti?

Panich, abituato com'è a tener duro, accenna anche un sorriso: “So che è soltanto un fatto personale ma credo che questa segnalazione possa contribuire a porre la questione e, magari, a far sistemare le cose”. E' ottimista, come succede ai campioni.

Sarebbe più facile che qualche buon samaritano riconsegni i documenti che erano nel portafogli. Aspettando l'Anagrafe.

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LA CASA DEL CINEMA CELEBRA IL CENTENARIO DI ALIDA VALLI

Alida Maria Laura Altenburger von Marckenstein und Fraunberg, era il vero nome di Alida Valli, nata a Pola il 31 maggio1921, nobildonna diventata dea del cinema.

Figlia di Ludovico (detto Gino) che era un barone di origini tirolesi mentre la madre si chiamava Silvia Obrekar ed era una bravissima pianista di origini istriane.

Alida si iscrive al Centro Sperimentale di Cinematografia e a solo 18 anni è protagonista del film “Mille lire al mese”

Vince la coppa Volpi a Venezia per la migliore interpretazione nel film

“Piccolo Mondo” di Mario Soldati.

Nel 1944 sposa a New York il compositore triestino Oscar de Mejo e avrà 2 figli: Carlo e Larry. Alida Valli gira moltissimi film, tra cui capolavori assoluti del cinema e negli anni Cinquanta debutta anche in Teatro. Nel 1997 è premiata a Venezia con il Leone d'Oro alla carriera. Morirà a Roma il 22 aprile 2006.

In occasione della celebrazione per i cento anni, la Cineteca Nazionale e la Casa del cinema per ricordarla, proporranno un percorso cinematografico ogni lunedì di maggio, con due film della brava attrice.

Alida Valli è stata l' “attrice più amata dagli italiani” come disse Dino Risi, ed ebbe una carriera straordinaria con autori molto importanti quali Visconti, Antonioni, Bertolucci, Pasolini, Pontecorvo, Brusati, Zurlini, Argento).

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Pavazza: “prima del trasferimento a Latina, sono stato cresimato a Gaeta il 5 giugno 1949 da mons. Casaroli,. Una figura eccezionale, un sant'uomo.

L'ARCIVESCOVO, IL RE E L'ACQUA SANTA

Mons. Dionigi Casaroli di Minerbio.è stato Arcivescovo di Gaeta dal 1926 al 1966, anno della sua morte avvenuta alla veneranda età di 97 anni. Fu molto amato dal clero e dai fedeli. Morì povero avendo donato tutto.

Morì povero avendo donato tutto. “Una mattina, quando è “per scendere in Cattedrale per il pontificale mi chiede: “Ragazzo!, procurami un po' di spago per legarvi l'orologio. A questa richiesta osai domandare: Eccellenza!, e la catena d'oro che ne ha fatto?^ L'ho data ad un povero che non aveva di che sfamarsi, fu la risposta. Poco dopo ha dato ad un povero anche l'orologio suo personale d'oro...”

Racconta Don Paolo Capobianco nella sua opera “I Vescovi della Chiesa Gaetana”.

E' solo uno dei numerosi episodi “che testimoniano la generosità di questo grande gaetano d'adozione. Si fece la fama di Vescovo un po' “comunista”, per via della sua costante difesa dei deboli, dei poveri e degli oppressi, un po', forse, anche per la sua origine romagnola.

Si racconta – ma non è scritto in nessun libro – di un singolare episodio avvenuto a Gaeta, probabilmente nel novembre 1928, in occasione di una

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sortita alla base navale del Golfo di Re Vittorio Emanuele III per visitare la nave cilena “General Baquedano” ancorata nel porto. Dicono le cronache del tempo : “ Il Re è ricevuto dal Ministro S.E. Ciano, dal Segretario alla Marina Sirianni, dall'Ambasciatore del Cile, e da tutte le autorità locali...” tra cui l'Arcivescovo Mons. Casaroli. Siamo in clima

“concordatizio. Di lì a tre mesi sarebbero stati firmati i Patti Lateranensi tra lo Stato e la Chiesa. Mons. Casaroli va incontro al Re con una ciotola d'acqua benedetta tra le mani e la porge verso il Sovrano in segno di

“pace” tra la Chiesa e lo Stato Italiano. Vittorio Emanuele III – noto frà massone – intinge la mano nell'acqua benedetta come per farsi in segno della croce, invece di segnarsi se la porta alle natiche, in segno di dispregio per la religione e la chiesa. Immediata, istintiva e irriverente la reazione di Mons. Casaroli: - “Porco!” - apostrofò il regale dissacratore -”Come si permette?!” - esclamò indignato l'aiutante di campo del Re, rivolto all'Arcivescovo di Gaeta. - “Tu che sei solo l'aiutante invece sei due volte porco” - replicò secco il prelato...

Le cronache del tempo dicono ancora della visita del Re “Sua Maestà si reca sulla nave con gli onori di rito, la visita e vi resta a colazione. La sera riparte per Roma, nuovamente acclamato dal popolo

con la solita irrefrenabile esultanza.”

Naturalmente nessun cenno all'acqua santa.

Dell'episodio esiste anche un'altra versione, riferita da Antonio Ciano. Versione che da Ventotene don Paolo Capobianco, presente all'episodio, gli avrebbe raccontato per telefono qualche anno fa. Secondo

questa seconda ricostruzione, la cosa sarebbe avvenuta nel 1936 o nel 1938, sempre in occasione di un evento navale. Durante una benedizione con l'aspersorio impartita da Mons. Casaroli al cospetto del Sovrano, qualche goccia d'acqua raggiunse la mano del Re, il quale de l'asciugò strofinando la mano sulla sua natica. Finita la cerimonia, l'Arcivescovo chiamò l'Aiutante di Campo del Re e gli disse: “Dica al suo Re, al porco, che è stato maledetto da questo momento!” Gli effetti di quella maledizione, da Gaeta, furono palesi qualche anno dopo...

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dalla Lettera Pastorale (1929)

mons. Dionigio Casaroli

Volendo Noi offrire alle parrocchie un mezzo efficacissimo di risveglio e di rinnovamento completo nello spirito cristiano, Ci torna doveroso il ricordare e più insistentemente raccomandare quel movimento che stimiamo soprattutto efficace a rimettere in fiore la vita cristiana nelle parrocchie anche le più indifferenti nella fede e traviate nei costumi, e a dare incremento potente allo stesso Catechismo, vogliamo dire l'organizzazione dell'Azione Cattolica.

Questo meraviglioso movimento purtroppo abbiamo constatato che in generale, fatte poche lodevoli eccezioni, in questa Diocesi non è ancora in efficienza, e gli sforzi che andiamo compiendo, per farlo conoscere ed estendere, incontrano difficoltà e opposizioni non lievi (…)

Non ci resta perciò che lasciarci guidare dal Supremo Gerarca e riconoscere l'Azione Cattolica come oggi necessaria per la continuata vitalità della Chiesa. Il rimanere ancora indifferenti dinanzi ai moniti e agli ordini da Lui stesso emanati più volte, significherebbe incompresione delle attuali contingenze, opposizione alle direttive supreme, e grave mancanza nella missione del governo delle anime (...)

web.tiscali.it/pm_soft/aci/gaeta/casaroli.htm

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E quando ci domanderanno che cosa stiamo facendo, tu potrai rispondere loro:

Noi ricordiamo. Ecco dove, alla lunga avremo vinto noi “Ray Bradbury

“Fahernheit 451”

In

questo studio, a supporto delle richieste di informazione avanzate a tutti i livelli dal Sindaco di Gorizia, gli autori espongono le nuove informazioni rinvenute negli archivi elettronici e negli archivi del Ministero Affari esteri italiano nella speranza che pure esse contribuiscano a dare ad ogni scomparso l'indicazione del suo luogo di

“sepoltura”.

In memoria di Leo Marzini e del di lui padre Attilio, barbaramente assassinato il 19 settembre 1943 dai partigiani comunisti titini italo croati, assieme ad altri 43 italiani, nelle cave di bauxite di Gallignana (Pisino).

Documenti – Deportati dal carcere di Gorizia nella notte (1945) – Rivelazioni giornalistiche della sorte dei deportati, rivelazioni del libro

“Tudi mi smo umrli na domovino” - Risultati delle ricerche - La Commissione statale slovena per la tutela dei sepolcri nascosti e il suo elenco “Mass graves in Solvenia”

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GRANDE EVENTO FILATELICO

Voglio ricordare quando è stata autorizzata l'emissione di un francobollo ordinario dedicato alla città di Fiume quale “TERRA ORIENTALE GIA' ITALIANA” con Decreto 11 maggio 2006 pubblicato nella G.U. n.244 del 19 ottobre 2006.

Poste Italiane ha stabilito l'emissione nel valore di euro 0,65

La vignetta raffigura la facciata del Palazzo del Governatore nella città di Fiume, attuale sede del Museo marittimo e storico del litorale croato.

Bozzettista: Cristina Buscaglia.

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